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Powertrain 2023-4

AUTOMOTIVE Volkswagen: da quando ha svoltato elettrico, si è riscoperta autarchica EVENTI Isotta Fraschini: l’inaugurazione del Centro innovazione e sviluppo Pre-Samoter: il movimento terra italiano ha messo le carte in tavola K.EY - Dpe: I tre giorni che hanno sancito l’apoteosi dello spin-off ConExpo-Con/Agg: effervescenza in sala macchine. Pari dignità per diesel, elettrico, H2 CONFRONTO Tra 7 e 8 litri: il Core75 di Agco Power guarda negli occhi ben 12 dirimpettai ELETTRIFICAZIONE Trattori: Lo stato dell’arte IDROGENO Sicurezza: infrastrutture e stoccaggio AZIENDE Dell’Orto: con Paolo Colombo alla scoperta dell’estro brianzolo RUBRICHE Editoriale; Hi-Tech; VeT Network; Oem&motori (VF Venieri)

AUTOMOTIVE
Volkswagen: da quando ha svoltato elettrico, si è riscoperta autarchica
EVENTI
Isotta Fraschini: l’inaugurazione del Centro innovazione e sviluppo
Pre-Samoter: il movimento terra italiano ha messo le carte in tavola
K.EY - Dpe: I tre giorni che hanno sancito l’apoteosi dello spin-off
ConExpo-Con/Agg: effervescenza in sala macchine. Pari dignità per diesel, elettrico, H2
CONFRONTO
Tra 7 e 8 litri: il Core75 di Agco Power guarda negli occhi ben 12 dirimpettai
ELETTRIFICAZIONE
Trattori: Lo stato dell’arte
IDROGENO
Sicurezza: infrastrutture e stoccaggio
AZIENDE
Dell’Orto: con Paolo Colombo alla scoperta dell’estro brianzolo
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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

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IL SONDAGGIO<br />

DEL MESE<br />

Gli e-fuel saranno l’elisir di lunga<br />

vita del ciclo Diesel?<br />

Rispondi su<br />

powertrainweb.it<br />

Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni non sono<br />

basate su un campione scientifico<br />

LE RISPOSTE DI<br />

MARZO<br />

Dagli endotermici a<br />

idrogeno per applicazioni<br />

stradali a quelli per gli<br />

industriali: in questo<br />

ambito hanno forse più<br />

opportunità delle celle a<br />

combustibile?<br />

91%<br />

sì<br />

9%<br />

no<br />

8<br />

AUTOMOTIVE<br />

5. Volkswagen:<br />

Da quando ha svoltato elettrico,<br />

si è riscoperta autarchica<br />

EVENTI<br />

8. Isotta Fraschini:<br />

L’inaugurazione del Centro<br />

innovazione e sviluppo<br />

12. Pre-Samoter:<br />

Il movimento terra italiano<br />

ha messo le carte in tavola<br />

16. K.EY - Dpe:<br />

I tre giorni che hanno sancito<br />

l’apoteosi dello spin-off<br />

20. ConExpo-Con/Agg:<br />

Effervescenza in sala macchine.<br />

Pari dignità per diesel, elettrico, H2<br />

CONFRONTO<br />

26. Tra 7 e 8 litri:<br />

Il Core75 di Agco Power guarda<br />

negli occhi ben 12 dirimpettai<br />

16 26<br />

ELETTRIFICAZIONE<br />

30. Trattori:<br />

Lo stato dell’arte.<br />

Grazie alla rivista TRATTORI<br />

IDROGENO<br />

34. Sicurezza:<br />

Infrastrutture e stoccaggio. Il<br />

grazie, stavolta, va ad AUTOBUS<br />

AZIENDE<br />

36. Dell’Orto:<br />

Con Paolo Colombo alla<br />

scoperta dell’estro brianzolo<br />

RUBRICHE<br />

4. Editoriale 6. Hi-Tech 42. VeT<br />

Network 50. Oem&motori<br />

SOMMARIO<br />

3


E SE FOSSE IL 2040?<br />

VW. E il modello industriale nell’elettrificazione<br />

EDITORIALE<br />

Q<br />

uanto segue riassume i recenti<br />

scricchiolii sulla monolitica<br />

adesione dell’Unione Europea<br />

alla “damnatio memoriae” del<br />

motore a combustione interna. Scriviamo<br />

queste note nella prima decina del mese di<br />

marzo, citando un lancio Ansa di venerdì:<br />

“Il voto sullo stop alla vendita di veicoli di<br />

nuova immatricolazione a benzina o diesel<br />

dal 2035 è stato rinviato a data da destinarsi<br />

e non è dunque entrato nell’agenda dei lavori<br />

della riunione dei Rappresentanti Permanenti<br />

aggiunti dei 27. Lo fa sapere la presidenza<br />

svedese. A pesare, oltre al no dell’Italia e<br />

alle posizioni di fatto contrarie di Polonia e<br />

Bulgaria (sebbene Sofia a novembre si sia<br />

astenuta), è la posizione della Germania. Il<br />

punto è stato stralciato anche dal Consiglio<br />

UE dei ministri dell’educazione, che il<br />

7 marzo era chiamato alla mera ratifica<br />

formale dell’accordo”. In gioco c’è la<br />

neutralità tecnologica, sbandierata a parole<br />

ma elusa nei fatti. Sottolinea la Presidente<br />

Giorgia Meloni: «Giusto puntare a zero<br />

emissioni di CO 2<br />

nel minor tempo possibile,<br />

ma deve essere lasciata la libertà agli Stati<br />

di percorrere la strada che reputano più<br />

efficace e sostenibile. Questo vuol dire<br />

non chiudere a priori il percorso verso<br />

tecnologie pulite diverse dall’elettrico.<br />

È questa la linea italiana che ha trovato<br />

largo consenso in Europa».<br />

E la Germania? Secondo una Reuters,<br />

del 3 marzo: “Il Ministro dei Trasporti<br />

tedesco Volker Wissing ha ribadito che l’uso<br />

di carburanti sintetici dovrebbe rimanere<br />

possibile anche dopo la scadenza del 2035 e<br />

che manca ancora la proposta promessa dalla<br />

Commissione Europea su come realizzarlo.<br />

«Vogliamo una mobilità neutrale dal punto<br />

di vista climatico», e per farlo dobbiamo<br />

essere aperti a tutte le tecnologie possibili,<br />

ha dichiarato in una conferenza stampa.<br />

Una sezione non vincolante della legge UE<br />

afferma che la Commissione presenterà una<br />

proposta su come i veicoli che funzionano<br />

con carburanti a zero emissioni di CO 2<br />

possano essere venduti dopo il 2035, se ciò<br />

rispetta gli obiettivi climatici. Un portavoce<br />

della Commissione ha dichiarato che<br />

«prenderà in considerazione il potenziale<br />

contributo dei carburanti a zero emissioni<br />

di CO 2<br />

per raggiungere una mobilità<br />

neutrale dal punto di vista climatico»,<br />

aggiungendo di essere in contatto con i Paesi<br />

per discutere i loro dubbi sulla legge”.<br />

SVOLTA AUTARCHICA<br />

Da quando ha attaccato la spina, Wolfsburg ha riscoperto le virtù<br />

del “farsi tutto in casa”. Bosch e Siemens parlano la stessa lingua,<br />

non per questo le preoccupazioni si leniranno, dal momento<br />

che Volkswagen produrrà anche gli inverter.<br />

A partire dalla ID.2all, in arrivo nel 2025<br />

Indietro tutta, prima che l’elettrificazione si trasformi<br />

nell’iceberg che potrebbe affondare il<br />

transatlantico Volkswagen. Poca attenzione,<br />

quindi, per il tira e molla sulla data<br />

limite del 2035 in scena a Bruxelles, ma<br />

un “cambio di bordo” strategico per il<br />

gigante tedesco dell’automotive. Dietro<br />

l’annuncio di 180 miliardi di euro di<br />

investimenti in cinque anni, giunto nel<br />

presentare un bilancio 2022 con 2,6 miliardi<br />

di utili, Wolfsburg cela una radicale<br />

trasformazione del modello industriale.<br />

A 110 anni dal debutto della visione “verticale”<br />

di Henry Ford che portò al successo la Model<br />

T grazie alla produzione integralmente effettuata in<br />

casa, dalla singola vite agli pneumatici, Volkswagen<br />

ne riscopre le virtù e non si limita a piazzare un “gettone”<br />

da 10 miliardi di euro per la seconda gigafactory<br />

di batterie (dopo quella di Salzgitter) in avvio a<br />

Valencia o ad affermare di voler entrare nel business<br />

delle materie prime per le batterie, litio e cobalto in<br />

primis, per non ritrovarsi “impiccata” a fornitori terzi.<br />

10 Bev entro il 2030<br />

I dieci nuovi modelli Bev previsti entro il 2030 non<br />

saranno auto di oggi con un diverso propulsore, ma<br />

saranno completamente riprogettati con software e<br />

componenti “made in Wolfsburg”. Con buona pace<br />

di fornitori quali Bosch, Siemens e compagnia cantante,<br />

nel mirino di Volkswagen Group Technology, il<br />

braccio armato del gruppo, non ci sono solo sistemi<br />

operativi, batterie e motori, ma tutti i componenti chiave<br />

del “sistema auto”. Un esempio? L’inverter, cervello<br />

della trazione elettrica ed elemento determinante<br />

per efficienza e prestazioni del veicolo, come spesso<br />

dimostrano gli impietosi confronti su strada tra auto<br />

elettriche coreane, con 15 anni di sviluppo alle spalle,<br />

e i baldanzosi concorrenti europei. Volkswagen mira a<br />

sviluppare da zero hardware e software per un proprio<br />

inverter, scalabile dall’entry-level ai modelli ad alte<br />

prestazioni per contenere i costi. Stesso discorso per<br />

il “modulo termico” responsabile sia della climatizzazione<br />

dell’abitacolo sia della gestione termica della<br />

batteria, strategico per il comfort a bordo ma anche<br />

determinante per l’autonomia elettrica e la capacità di<br />

ricarica rapida della batteria.<br />

La piccoletta in anteprima<br />

È proprio questo cambio di rotta, che riporta al centro<br />

del business la produzione dei componenti e, di conseguenza,<br />

il controllo diretto dei costi, che ha consentito<br />

a Thomas Schäfer, Ceo del marchio Volkswagen,<br />

di presentare in anteprima la ID.2all, prototipo della<br />

compatta a trazione anteriore da quattro metri in vendita<br />

in Europa entro il 2025. Una “Polo elettrica” da<br />

226 cavalli, ricaricabile all’80 per cento in 20 minuti,<br />

con 450 chilometri di autonomia e un baule da 450<br />

litri che ha la missione di riportare il gruppo Volkswagen<br />

nei segmenti più bassi del mercato grazie a un<br />

prezzo d’accesso inferiore a 25mila euro.<br />

La ID.2all sarà il<br />

banco di prova<br />

della strategia<br />

dell’autosufficienza<br />

di Volkswagen.<br />

AUTOMOTIVE<br />

4<br />

5


Deutz e Daimler<br />

Gruppo Carraro<br />

QUARTA<br />

DECADE<br />

È un accordo che non passa inosservato,<br />

quello annunciato da Deutz e Daimler,<br />

che ci proietta nel 2030 e oltre. La<br />

collaborazione sui motori medium e heavy<br />

duty prenderà compiutamente forma a<br />

partire dalla fine del decennio in corso.<br />

Ci aspetta quindi un lustro, in attesa di<br />

sviluppi e aggiornamenti ufficiali<br />

HI-TECH<br />

ler Truck Hdep), che possono<br />

essere utilizzati per alimentare<br />

macchine agricole come trattori<br />

da campo aperto e mietitrebbie.<br />

La cooperazione prevede diversi<br />

accordi di produzione. I motori<br />

pesanti continueranno ad essere<br />

costruiti da Daimler Truck nello<br />

stabilimento Mercedes-Benz<br />

di Mannheim e spediti a Deutz<br />

per l’assemblaggio finale, mentre<br />

i motori medi saranno completamente<br />

prodotti a Deutz. Le<br />

varianti di motore che saranno<br />

commercializzate da Deutz dovrebbero<br />

entrare in produzione<br />

nel 2028. Si aprono dunque<br />

diversi scenari, ugualmente<br />

interessanti. Daimler potrebbe<br />

riaffacciarsi sulla ribalta industriale?<br />

Al momento ci è dato<br />

sapere solamente che Daimler<br />

Truck deterrà il 4,19% del<br />

capitale emesso di Deutz AG.<br />

Rebus sic stantibus, a Colonia è<br />

in vigore l’alleanza con Liebherr<br />

per lo sviluppo, la produzione<br />

e la commercializzazione dei<br />

motori da 9, 12, 13,5 e 18 litri.<br />

Quali direzioni prenderà questa<br />

cooperazione e quali saranno gli<br />

sviluppi nel mercato dei motori<br />

sciolti da parte di Deutz sopra la<br />

soglia degli 8 litri, al netto della<br />

fornitura alle macchine Liebherr<br />

prevista dalle due parti coinvolte?<br />

Dobbiamo interpretare la nascitura<br />

transazione con Daimler<br />

Truck come un rinnovato interesse<br />

per gli endotermici, come<br />

peraltro rileviamo emergere da<br />

più voci del panorama europeo,<br />

sia sulla sponda dei costruttori<br />

che su quella dei policy maker?<br />

Vi lasciamo con le dichiarazioni<br />

ufficiali. Secondo Sebastian C.<br />

Schulte, Ceo di Deutz: «La collaborazione<br />

con Daimler Truck<br />

migliorerà in modo significativo<br />

la nostra posizione di partenza<br />

in un mercato in via di consolidamento<br />

poiché avremo accesso<br />

a motori tecnologicamente<br />

avanzati e saremo in grado di<br />

attrarre nuovi gruppi di clienti<br />

allo stesso tempo. Le applicazioni<br />

pesanti e l’agricoltura richiedono<br />

ancora sistemi di trasmissione<br />

convenzionali basati su<br />

motori a combustione interna,<br />

che possono essere resi più rispettosi<br />

dell’ambiente facendoli<br />

funzionare con carburanti sintetici.<br />

Nei prossimi anni, quindi,<br />

non solo miglioreremo il nostro<br />

portafoglio di prodotti climaticamente<br />

neutri, ma espanderemo<br />

anche ulteriormente la nostra<br />

attività di motori classici».<br />

È invece Andreas Gorbach,<br />

membro del consiglio di amministrazione<br />

di Daimler Truck, a<br />

rilasciare una dichiarazione, in<br />

coda alla quale abbiamo estrapolato<br />

quanto segue: «In linea con<br />

il nostro focus strategico sul trasporto<br />

a emissioni zero a livello<br />

locale, lo scorso anno abbiamo<br />

annunciato che Daimler Truck<br />

non avrebbe più investito denaro<br />

nell’ulteriore sviluppo dei<br />

suoi motori di medie dimensioni<br />

per lo standard sulle emissioni<br />

Euro 7».<br />

È TEMPO DI BILANCI<br />

Il consiglio di amministrazione di Carraro ha<br />

approvato in data 27 marzo il progetto di bilancio<br />

2022. I risultati brillanti acquistano maggior<br />

valore anche perché registrati in un contesto<br />

macroeconomico incerto. 762 milioni di euro: +18%<br />

Il fatturato consolidato 2022 del<br />

Gruppo Carraro ha raggiunto i<br />

762 milioni di euro, in incremento<br />

del 18,4% rispetto ai 644 milioni<br />

di euro del precedente esercizio.<br />

L’Ebitda al 31 dicembre 2022 è<br />

pari a 59 milioni di euro (7,8% sul<br />

fatturato) in incremento del 7% rispetto<br />

ai 55 milioni di euro (8,6%<br />

sul fatturato) del 2021. A livello<br />

macro il 2022 il settore agricolo il<br />

2022 è stato caratterizzato da una<br />

Comer Industries e il 2022: è stato vero amore<br />

Quel che forse pochi si<br />

aspettavano, perché i<br />

due attori in gioco parlano<br />

la stessa lingua, il tedesco,<br />

ma con registri e accenti diversi.<br />

Daimler Truck si è disimpegnata<br />

dall’industriale, ai tempi<br />

della cessione della partecipazione<br />

in Tognum (il 1° gennaio<br />

2014). Ve lo abbiamo accennato<br />

sul numero di Marzo; in questa<br />

sede vorremmo approfondire il<br />

ragionamento. Deutz ha reindirizzato<br />

solo recentemente la barra<br />

del timone verso lo stradale,<br />

proprio con i camion. Sia chiaro,<br />

l’aderenza di Colonia con<br />

l’asfalto rimane comunque marginale,<br />

all’interno della galassia<br />

di applicazioni industriali alle<br />

quali abitualmente si rivolge.<br />

Ci riferiamo alla collaborazione<br />

con la cinese Sany, che ha scelto<br />

di intraprendere la nuova sfida<br />

camionistica proprio a braccetto<br />

con Deutz. Risale all’estate del<br />

2020 la presentazione del Kingway<br />

435 di Sany, equipaggiato<br />

col Deutz D12 da 360 kW e<br />

2.150 Nm. Ritorniamo al Vecchio<br />

Continente e al suo cuore<br />

manifatturiero e tecnologico,<br />

la Germania. Deutz e Daimler<br />

Truck hanno firmato un accordo<br />

che consente a Deutz<br />

di accedere ai motori Daimler<br />

entro la fine del decennio.<br />

Questi includono sia motori medium-duty<br />

(serie Daimler Truck<br />

Mdeg), adatti ad applicazioni<br />

come il movimento terra, sia<br />

motori heavy-duty (serie Daimll<br />

Consiglio di amministrazione di Comer<br />

Industries ha esaminato e approvato il<br />

progetto di bilancio della capogruppo<br />

Comer Industries e il bilancio consolidato<br />

al 31 dicembre 2022. Matteo Storchi,<br />

President & Ceo di Comer Industries, ha<br />

commentato: «Il 2022 è stato un anno<br />

degno di nota e sono entusiasta dei<br />

risultati raggiunti. Il fatturato in crescita e<br />

l’Ebitda che si attesta a 180 milioni di euro<br />

sono frutto di ambiziosi obiettivi e scelte<br />

imprenditoriali che ci hanno permesso<br />

di raggiungere milestone importanti». Il<br />

Gruppo ha realizzato ricavi consolidati<br />

pari a 1.237,6 milioni di euro (+18%<br />

rispetto all’esercizio precedente), grazie<br />

Nell’anno fiscale 2022 ZF<br />

ha generato un fatturato di<br />

43,8 miliardi di euro, con un<br />

aumento del 14% rispetto<br />

all’anno precedente. L’Ebit<br />

rettificato è di 2 miliardi<br />

di euro (2021: 1,9), con<br />

margine Ebit rettificato<br />

del 4,7 per cento (2021:<br />

5). «Anche se nel 2022<br />

abbiamo fatto ulteriori<br />

progressi grazie alla nostra<br />

strategia, non possiamo<br />

ritenerci soddisfatti di questo<br />

alle positive performance registrate sia da<br />

Comer Industries, +14,3% rispetto al 31<br />

dicembre 2021 a 643,9 milioni di euro, sia<br />

da Walterscheid <strong>Powertrain</strong> Group (Wpg),<br />

+22,4% rispetto al 31 dicembre 2021 a<br />

593,7 milioni di euro.<br />

La crescita dei ricavi nel corso del 2022<br />

è stata trainata sia dal settore agricolo<br />

(+23,4%) sia da quello industriale<br />

(+10%). Il settore agricolo (pari al 62,7%<br />

dei ricavi totali) è stato positivamente<br />

influenzato sia dalla maggiore domanda<br />

di prodotti agricoli a seguito dell’aumento<br />

della popolazione sia dal rialzo dei prezzi<br />

delle materie prime agricole. Il mercato<br />

Emea, che rappresenta il principale<br />

sostanziale stabilità dei volumi,<br />

pur con dinamiche differenziate<br />

nelle varie aree del mondo. Gli<br />

investimenti al 31 dicembre 2022<br />

ammontano a 41,9 milioni di euro,<br />

in sensibile incremento rispetto ai<br />

31 milioni di euro dell’esercizio<br />

2021. A tale riguardo si segnala<br />

in particolare la crescita di Siap,<br />

centro d’eccellenza del Gruppo<br />

per componentistica di qualità e<br />

ingranaggeria ad elevata complessità<br />

con sede a Maniago, che sta<br />

vivendo un’importante fase di diversificazione<br />

produttiva con particolare<br />

riferimento al settore automotive<br />

(compresa la produzione<br />

degli assali per il fuoristrada Ineos<br />

Grenadier). L’impegno finanziario<br />

nell’attività di R&D nel corso del<br />

2022 è stato pari a 31,7 milioni di<br />

euro (4,16% sul fatturato) in crescita<br />

in termini assoluti rispetto<br />

ai 30,5 milioni di euro del 2021<br />

(4,74% sul fatturato). Nel 2022<br />

sono andati in produzione ben 30<br />

nuovi progetti (tra assali, trasmissioni<br />

e trattori). «Molto interessanti<br />

in particolare i nuovi progetti<br />

legati all’elettrificazione, sia<br />

nell’ambito delle trasmissioni per<br />

trattori specializzati sia per veicoli<br />

industriali di ultima generazione,<br />

quali camion ibridi ed elettrici»<br />

ha commentato Enrico Carraro,<br />

Presidente del Gruppo.<br />

Uno scatto di<br />

Carraro “rubato”<br />

alla recente<br />

edizione del<br />

ConExpo.<br />

ZF NON SBAGLIA UN COLPO<br />

risultato finanziario», ha<br />

affermato il Ceo Holger<br />

Klein, in occasione della<br />

presentazione del bilancio a<br />

Friedrichshafen. Klein è alla<br />

guida di ZF dal 1° gennaio<br />

<strong>2023</strong>. Tra gli altri progetti,<br />

ZF sta pianificando la fusione<br />

delle due divisioni Car<br />

Chassis Technology e Active<br />

Safety Systems in una nuova<br />

divisione per le tecnologie<br />

dello chassis, dello sterzo<br />

e dei freni.<br />

mercato di riferimento del Gruppo con<br />

un’incidenza sui ricavi totali del 56,1%,<br />

ha registrato una crescita del 25,8%.<br />

Il mercato nordamericano, la cui<br />

incidenza ha raggiunto il 21,4% risulta<br />

in aumento del 21,1% anno su anno<br />

grazie alla forte domanda interna e alle<br />

favorevoli condizioni macroeconomiche.<br />

La Cina è stata penalizzata dalla politica<br />

zero-Covid attuata dal Governo cinese,<br />

abbandonata nel corso dei primi mesi<br />

del <strong>2023</strong>. Il mercato dell’America Latina,<br />

anche se ancora marginale a livello<br />

di Gruppo, ha fatto registrare una<br />

crescita del 33,7% favorito dalla<br />

presenza in loco del Gruppo.<br />

6<br />

7


EVENTI. Isotta Fraschini Cis<br />

CENTRO DI<br />

COMPETENZE<br />

Nuovi sistemi di power management,<br />

studio delle rinnovabili, sperimentazioni<br />

di fuel cell e di combustibili alternativi<br />

(Hvo, metanolo, ammoniaca) e una nuova<br />

piattaforma di motori. Sono solo alcune<br />

delle attività in programma al nuovo<br />

Centro Innovazione e Sviluppo di Isotta<br />

Fraschini, fortemente voluto e integrato<br />

nel piano industriale di Fincantieri<br />

MARE<br />

Èstato inaugurato il primo marzo, nella sede<br />

di Isotta Fraschini Motori a Bari, il Cis,<br />

Centro di Innovazione e Sviluppo, che si<br />

occuperà dello studio di nuovi sistemi di power<br />

management, che comprendano anche le energie<br />

rinnovabili, tra cui le fuel cell, e dell’avvio della<br />

progettazione di un nuovo motore che soddisfi le<br />

esigenze di ridurre le emissioni, con l’obiettivo<br />

finale dell’impiego di idrogeno.<br />

Il primo relatore a salire sul palco è Michele Emiliano,<br />

Presidente della Regione Puglia: «Isotta<br />

Fraschini ha saputo mantenere viva una storia<br />

che oggi arriva ad interessare le future generazioni,<br />

attraverso il Cis. Grazie all’iniziativa di<br />

Fincantieri, un’azienda che rappresenta l’Italia<br />

e il suo capitale umano, e alla visione che sta<br />

realizzando, penso che la Puglia oggi rappresenti<br />

il posto giusto al momento giusto per costruire<br />

un futuro di cui l’iniziativa di oggi è solo uno dei<br />

primi passi».<br />

È Giuseppe Joe Gelonese, responsabile marketing<br />

e comunicazione di Isotta Fraschini, a fare gli<br />

onori di casa: «È per me un vero privilegio poter<br />

presentare oggi una nuova pagina di storia di<br />

questa azienda, un nuovo capitolo che traguarda<br />

un futuro sfidante per Isotta Fraschini Motori».<br />

Passa la parola al presidente Sergio Razeto che,<br />

dopo i saluti di rito, annuncia: «Il Centro Innovazione<br />

e Sviluppo che andremo a inaugurare è<br />

una parte significativa del nostro cammino. Siamo<br />

partiti cinque anni fa iniziando a lavorare su<br />

tre diverse linee: sicurezza e adeguamento alla<br />

normativa, revisione dei prodotti e degli impianti,<br />

revisione dell’organizzazione dei processi dei<br />

fornitori».<br />

Sono stati investiti oltre 5 milioni di euro per migliorare<br />

la struttura e, per quanto riguarda i prodotti,<br />

sono state apportate modifiche importanti,<br />

mentre il service è stato completamente riorganizzato.<br />

«Anche i pattugliatori d’altura dalla quarta<br />

unità» aggiunge Razeto «montano il motore di<br />

Isotta sviluppato in collaborazione con la Marina<br />

Militare dopo aver girato 3.000 ore in sala prove.<br />

È cambiata l’organizzazione, sono state riviste le<br />

posizioni apicali, è stata creata la logistica con<br />

l’integrazione di un moderno magazzino automatico<br />

e un sistema di tracciabilità». Prosegue inoltre<br />

la collaborazione con il Politecnico di Bari,<br />

con cui oggi Isotta Fraschini Motori ha in corso<br />

tre dottorati di ricerca, ma soprattutto continua<br />

l’operazione pensata per ridare valore al brand,<br />

chiamata “Back to the basic”, che punta a creare<br />

in tempo breve un prodotto a minor costo che possa<br />

essere utilizzato anche per il settore terrestre.<br />

«Oggi abbiamo un 16 e un 12 cilindri, motori<br />

moderni con un cuore ben collaudato realizzati<br />

con una riduzione costi del 40% senza rinunciare<br />

ad affidabilità e qualità. In collaborazione con la<br />

Marina e con la nostra divisione militare, stiamo<br />

realizzando un nuovo motore che rappresenterà il<br />

nostro futuro. Il prototipo sarà pronto entro fine<br />

anno dopo essere stato sottoposto a un percorso<br />

di validazione lungo e impegnativo. Per questo<br />

progetto la Regione Puglia ha richiesto l’assun-<br />

zione di 32 persone e, consapevoli che non avremmo<br />

avuto un significativo carico di lavoro senza<br />

l'introduzione di nuovi prodotti, abbiamo assunto<br />

24 ingegneri e 8 tecnici creando il nostro Centro<br />

di Innovazione e Sviluppo».<br />

Tra le attività previste nel programma del Cis, una<br />

posizione di rilievo occupa il tema della transizione<br />

verso la produzione di energia “green”, con lo<br />

studio di nuovi combustibili (compreso l’idrogeno)<br />

e la progettazione e costruzione di fuel cell.<br />

Giovanni Bruni, direttore operativo di Ifm, ci<br />

introduce nel vivo del progetto IFuture, di cui su<br />

DIESEL abbiamo cominciato a parlare a luglio<br />

2020: «Riteniamo che un programma che evoca<br />

il futuro anche nel nome debba essere descritto<br />

e presentato da chi oggi rappresenta il futuro di<br />

Isotta Fraschini, ossia dai nostri giovani colleghi».<br />

Accoglie l’invito Federica Gazzilli, ingegnere<br />

e Planning & Management Specialist, che<br />

illustra il programma e la realizzazione dei nuovi<br />

prodotti, in linea con le aspettative di sostenibilità<br />

ambientale. «Il primo obiettivo che abbiamo raggiunto<br />

era quello di ottenere una nuova tipologia<br />

di prodotti derivandola dalla matura e collaudata<br />

esperienza in campo marino, con caratteristiche<br />

quali la semplicità costruttiva, che ci ha permesso<br />

tra l’altro di ottenere un notevole abbattimento<br />

dei costi». Gazzilli illustra poi le attività di ricerca<br />

in corso con il Cnr e lo Stem di Napoli,<br />

volte all’impiego di combustibili alternativi (in<br />

particolare Hvo, metanolo e ammoniaca) sul motore<br />

monocilindrico, che saranno successivamente<br />

testati su motori reali. Seguirà poi il progetto della<br />

nuova famiglia di motori che dovrà soddisfare<br />

le esigenze del futuro in termini di performance,<br />

potenza, emissioni e sostenibilità ambientale,<br />

grazie ad un’architettura modulare di differenti<br />

cilindrate, da 8 a 20 cilindri, in grado di erogare<br />

una potenza fino a 5.000 kW in configurazione<br />

propulsiva e 4.000 kW in configurazione di generazione<br />

di energia. La caratteristica fondamentale<br />

di questo motore è che sarà alimentato con combustibili<br />

alternativi e potrà funzionare con idrogeno<br />

al 100%. «Siamo anche coinvolti in importanti<br />

Il nuovo edificio<br />

all'interno dello<br />

stabilimento<br />

ospita il Centro<br />

di Innovazione<br />

e Sviluppo,<br />

dove lavorano<br />

37 persone tra<br />

ingegneri e tecnici,<br />

32 dei quali di<br />

recente assunzione<br />

grazie all'iniziativa<br />

della Regione<br />

Puglia. In basso,<br />

Urania, musa<br />

della geometria e<br />

dell'astronomia,<br />

campeggia al<br />

centro del marchio.<br />

8<br />

9


Il momento del<br />

taglio del nastro,<br />

con l'amministratore<br />

delegato di<br />

Fincantieri<br />

Pierroberto<br />

Forgiero, il<br />

presidente di Isotta<br />

Fraschini Sergio<br />

Razeto, il direttore<br />

operativo di Ifm<br />

Giovanni Bruni, il<br />

vicesindaco di Bari<br />

Eugenio Di Sciascio<br />

e il sindaco di<br />

Modugno Nicola<br />

Bonasia.<br />

progetti di sviluppo di impianti fuel cell destinati<br />

ad applicazione marina grazie ad alcune attività<br />

svolte insieme a Fincantieri, quali per esempio<br />

la sperimentazione fuel cell di impianti Proton<br />

Motor da 30 chilowatt, la verifica di sistemi fuel<br />

cell con batterie sulla nave Zeus e le sperimentazioni<br />

di uno stacco prototipale di 5 kW alimentato<br />

a idrogeno-ossigeno con il progetto Tecbia.<br />

Tali attività hanno consentito a Ifm di sviluppare<br />

un sistema modulare completo con moduli di 500<br />

chilowatt anche di taglie minori. L’ultimo – non<br />

meno importante – punto del programma IFuture<br />

è lo sviluppo di un di un sistema di monitoraggio<br />

e gestione dei prodotti Isotta Fraschini, in grado<br />

di raccogliere dati e analizzarli anche da remoto,<br />

facilitando quindi la manutenzione predittiva».<br />

La parola passa all’amministratore delegato e direttore<br />

generale di Fincantieri, Pierroberto Folgiero:<br />

«Il lavoro che è stato fatto in passato è<br />

encomiabile. Le competenze hanno incontrato le<br />

competenze, e non è stato un incontro casuale.<br />

Bisogna puntare sulla concretezza, darsi obiettivi<br />

di breve, medio e lungo termine. Per Fincantieri<br />

Isotta Fraschini è stata, nel piano industriale,<br />

incastonata nella strategia della transizione<br />

energetica del gruppo, oltre che nella strategia<br />

di servizio della Marina. Tutti gli sforzi che sono<br />

stati fatti per alzare la qualità sono la base per<br />

il futuro, e per questo dobbiamo ringraziare la<br />

capacità produttiva dell’azienda. In futuro ci sarà<br />

altro lavoro da fare per portare il prodotto “a<br />

terra”, un grande progetto che sta andando avanti<br />

e che consentirà di aprire ulteriori mercati. È<br />

chiaro che se riusciremo in questo, Isotta Fraschini<br />

diventerà il polo di competenze per tutto<br />

quello che riguarda la marinizzazione delle fuel<br />

cell. Idee chiare, obiettivi chiari, attenzione alla<br />

qualità, riconoscenza verso chi ha fatto tutto questo<br />

e soprattutto riconoscenza verso il territorio:<br />

gli ingredienti ci sono tutti».<br />

Conclude gli interventi l’amministratore delegato<br />

di Isotta Fraschini Motori, Marco Acca, che ringrazia<br />

tutti gli ospiti a nome di tutti gli uomini<br />

e le donne dell’azienda: «La vostra presenza per<br />

noi è importante perché focalizza l’attenzione verso<br />

una realtà industriale in cui operano persone<br />

MARE<br />

competenti, motivate e consapevoli di poter contribuire<br />

alla transizione energetica, fortemente sostenuta<br />

dal piano industriale recentemente varato<br />

dal gruppo Fincantieri. I nostri giovani hanno le<br />

competenze per raggiungere più velocemente ed<br />

efficacemente i nostri obiettivi. Permettetemi infine<br />

di ringraziare tutti i dipendenti di Isotta Fraschini<br />

Motori: loro, la storia di questa azienda, anche<br />

con non poche difficoltà, l’hanno fatta, la stanno<br />

facendo e vogliono continuare a farla».<br />

Al taglio del nastro, fatto da Forgiero, abbiamo<br />

l’occasione per rivolgere una domanda all’amministratore<br />

delegato di Fincantieri. In quale modalità<br />

il Cis dialogherà con la ricerca e sviluppo di<br />

Fincantieri? «Abbiamo creato una nuova direzione<br />

della corporate che ha sotto lo stesso cappello<br />

tutte le attività operative: ricerca e sviluppo, ac-<br />

quisti e attività di innovazione, proprio per cercare<br />

di intrecciare bene a livello di gruppo e non<br />

sovrapporre il lavoro di tante società diverse».<br />

Abbiamo poi approfondito gli aspetti organizzativi<br />

del Cis con Gianluca Piscopo, ingegnere responsabile<br />

della progettazione e dello sviluppo dei<br />

nuovi motori. «Con la creazione del Cis abbiamo<br />

voluto riportare “in casa” un po’ di know-how<br />

sulla parte di elettronica e software, che prima<br />

ci veniva fornita dall’esterno. Abbiamo presentato<br />

anche un piano di investimento – ora in fase<br />

di approvazione – proprio sulla digitalizzazione<br />

aziendale, focalizzato in particolare sul sistema<br />

di monitoraggio da remoto, sviluppato in ottica<br />

molto modulare a seconda delle esigenze del<br />

cliente. Oggi al Cis abbiamo 7 persone dedicate<br />

a elettronica e software, 6 alle fuel cell, 15 alla<br />

progettazione meccanica sia di commessa che di<br />

prodotto, 8 allo sviluppo del prodotto e allo studio<br />

di combustibili alternativi. Tutta la parte software<br />

che stiamo progettando comunque si sposerà sia<br />

con il motore che con la fuel cell. Secondo noi il<br />

motore a combustione interna rappresenterà ancora<br />

la chiave per la decarbonizzazione: mentre<br />

i produttori di fuel cell sono pochi, tre o quattro<br />

al mondo, per quanto riguarda il motore abbiamo<br />

le maestranze già formate e le officine che sanno<br />

fare assistenza».<br />

I prossimi passi di questo ambizioso programma<br />

saranno la realizzazione, nei prossimi due anni, di<br />

tre sale prove: una per l’idrogeno, una per l’ibrido,<br />

dove potrà essere testato anche il gas, e una<br />

sala più grande per la nuova piattaforma motore<br />

in via di sviluppo.<br />

10<br />

11


EVENTI. Samoter B2Press<br />

VERSO IL<br />

CANTIERE<br />

DIGITALE<br />

La premiazione del Samoter<br />

Innovation Award e la giornata<br />

dedicata alla stampa hanno segnato<br />

il percorso di avvicinamento<br />

della kermesse di Verona. La forte<br />

partecipazione e i contenuti di<br />

alto livello che segneranno la<br />

manifestazione sono il risultato di<br />

una visione organizzativa che punta<br />

su progetti dall’alto valore aggiunto<br />

Terra<br />

Samoter <strong>2023</strong> si avvicina a grandi passi e la<br />

premiazione degli Innovation Awards che ha<br />

avuto luogo la sera di giovedì 23 febbraio è<br />

stato l’anteprima di una manifestazione che si preannuncia<br />

spumeggiante. Sia il Premio, sia la grande<br />

partecipazione all’incontro B2Press che ha avuto<br />

luogo il giorno successivo, sono due chiari segnali<br />

di un’attesa che sta per finire. La forte crescita del<br />

Paese ha dato una spinta sostanziale alle vendite di<br />

macchine e sicuramente le agevolazioni fiscali del<br />

piano Industria 4.0 hanno dato un impulso positivo.<br />

Inoltre l’attuale situazione di mercato rimane positiva,<br />

anche se su livelli fisiologici maggiormente<br />

sostenibili e pianificabili.<br />

La manifestazione vedrà quest’anno una presenza<br />

molto qualificata di costruttori che hanno scelto di<br />

puntare su tecnologia, innovazione e digitalizzazione.<br />

Le macchine saranno ovviamente le protagoniste,<br />

ma sempre con l’obiettivo dell’efficienza<br />

operativa, della maggiore sicurezza e della semplicità<br />

di impiego.<br />

Sia il Samoter Lab che il Cantiere Digitale puntano<br />

proprio sugli aspetti dove efficienza, sicurezza e<br />

gestione aziendale sono al centro del processo produttivo.<br />

Di fatto il vero centro tellurico del Samoter<br />

sarà proprio quest’ultimo. Non è infatti un caso<br />

che i temi pregnanti del Samoter Innovation Award<br />

siano tutti indirizzati all’efficienza di processo.<br />

Non un esercizio di stile, ma un vero e proprio cantiere<br />

automatizzato e integrato che vedrà all’opera<br />

macchine 4.0 e tecnologie di digital control, uno<br />

spettacolo ad alto tasso di innovazione tecnologica<br />

che andrà in scena più volte al giorno per tutta la<br />

durata dell’evento fieristico e che sarà proiettato in<br />

diretta sugli schermi presenti all’interno del Samoter<br />

Lab nel padiglione 12 e all’ingresso della fiera.<br />

Il Cantiere Digitale nasce dalla volontà di mostrare<br />

in concreto la filosofia sottesa al Samoter Lab:<br />

l’adozione delle nuove tecnologie rende le imprese<br />

del settore construction più innovative, maggiormente<br />

competitive e più sostenibili.<br />

Il cuore pulsante di questa edizione sarà proprio il<br />

Cantiere Digitale, dove verranno dunque evidenziati<br />

i vantaggi dell’innovazione tecnologica legata<br />

alla connettività e all’utilizzo dei dati in termini<br />

di efficienza, grazie all’ottimizzazione dei cicli di<br />

lavoro e alla riduzione dei consumi, di produttività,<br />

attraverso i sistemi di monitoraggio in tempo reale,<br />

e di sicurezza, con il controllo da remoto per<br />

interventi in ambienti pericolosi e il rilevamento<br />

predittivo dei guasti.<br />

Protagonisti del Cantiere Digitale<br />

Dall’ultimo Samoter, Topcon ha investito massicciamente<br />

nel settore delle costruzioni, storicamente<br />

fanalino di coda nei processi di digitalizzazione,<br />

presentando sul mercato internazionale innovazioni<br />

tecnologiche per migliorare la produttività, contenere<br />

i costi e incrementare la sicurezza. «Crediamo<br />

che questa sia un’edizione di sviluppo e di rilancio<br />

per il mondo delle costruzioni e anche per Topcon»<br />

afferma Massimiliano Toppi, Marketing Manager<br />

dell’azienda. «A livello globale stiamo puntando<br />

molto sulla creazione di prodotti e soluzioni vicini<br />

al mondo sia edile che stradale. Come filiale<br />

italiana, in questo Samoter punteremo su alcune<br />

macro aree: movimento terra, pavimentazioni stradali,<br />

costruzioni edili e misurazioni o topografia di<br />

cantiere». La partecipazione avverrà in collaborazione<br />

con alcuni costruttori di macchine sulle quali<br />

saranno installati i sistemi di controllo Topcon.<br />

Komatsu ha deciso di non presentare modelli nuovi,<br />

bensì la tecnologia Smart Construction con l’ulteriore<br />

potenziamento e crescita delle connessioni<br />

digitali. Macchine che puntano a semplificare la<br />

vita agli operatori, aumentare i margini ed essere<br />

meno impattanti sull’ambiente. Tra le soluzioni<br />

presentate c’è Komtrax, un sistema di monitoraggio<br />

wireless all’avanguardia che traccia le macchine,<br />

ne monitora le prestazioni e lo stato di salute.<br />

È ora disponibile su ogni macchina del costruttore<br />

giapponese.<br />

Le principali novità<br />

Tra le numerose partecipazioni, spicca il ritorno<br />

all’evento di Cgt, distributore esclusivo delle linee<br />

di prodotto Caterpillar e parte del Gruppo internazionale<br />

Tesya. Gianluca Calì, Direttore Marketing<br />

e Digital Business Development, commenta così<br />

questo ritorno: «Vogliamo accompagnare il cliente<br />

nella transizione energetica offrendo soluzioni che<br />

generino valore e sostenibilità. Non presenteremo<br />

una parata di macchine (quelle le avremo all’esterno),<br />

perché nello stand, all’interno del Tech<br />

Hub, vogliamo parlare di tecnologia e di digitale.<br />

Valore significa efficienza e produttività, concetti<br />

ai quali abbiamo aggiunto quello di sostenibilità,<br />

con una grande attenzione ai consumi». La principale<br />

novità è il Cat Commander per governare la<br />

macchina da remoto, tecnologia molto adatta ad<br />

ambienti estremi (acciaierie, tunnelling) ma la cui<br />

applicazione può essere decisamente ampliata. I<br />

temi sono dunque la connettività e il service proattivo<br />

che monitora lo stato di salute delle macchine,<br />

risparmiando tempo e costi di uscita dei tecnici.<br />

Le macchine Doosan saranno presenti con il nuovo<br />

brand Develon (da Develop+Onwards). Cambia il<br />

nome ma non la marcata identità tecnica del marchio,<br />

che negli ultimi anni si è distinto per essere<br />

fra i più innovativi nel settore con un team di ricerca<br />

e sviluppo che non ha mai smesso di proporre<br />

soluzioni all’avanguardia, fra cui l’elettrificazione<br />

in house, l’idraulica brevettata Vbo, l’escavatore<br />

DX225LC-7X e il pluripremiato Concept-X.<br />

Bobcat sarà presente con la sua nuova gamma di<br />

attrezzature per la manutenzione del suolo Gme<br />

(Ground Maintenance Equipment) che include pale<br />

articolate di piccole dimensioni, trattori compatti,<br />

minipale cingolate, tosaerba e attrezzature per il<br />

manto erboso. I nuovi trattori compatti puntano<br />

tutto sulla polivalenza e sulla possibilità di essere<br />

personalizzati a seconda delle esigenze dell’utente.<br />

Kato Imer presenterà alcune novità di rilievo,<br />

come i minidumper Carry 105 e Carry 107 Electric<br />

Power, realizzati in collaborazione con Dell’Orto e<br />

già presentati in anteprima all’ultima edizione del<br />

Bauma. Sono macchine da lavoro innovative ed<br />

intuitive adatte a qualsiasi tipo di cantiere in cui<br />

siano richieste unità compatte e rigide limitazioni<br />

in termini di rispetto dell’ambiente. L’innovativo<br />

pacco batteria intercambiabile, premiato ai Samoter<br />

Innovation Awards, rende superflue le pause necessarie<br />

per la ricarica. Il Samoter rappresenterà<br />

A sinistra, il 14W<br />

Erev di Doosan,<br />

azienda che al<br />

Samoter presenta<br />

il nuovo marchio<br />

Develon, è il<br />

vincitore del<br />

Premio Innovazione<br />

nella categoria<br />

“escavatori<br />

idraulici”.<br />

In basso, Komatsu<br />

punta tutto<br />

sull’ibrido e sulla<br />

digitalizzazione.<br />

12<br />

13


Terra<br />

per Kato Imer anche l’occasione per presentare sul<br />

mercato italiano il nuovo mini-escavatore 9V5, interamente<br />

progettato in Giappone dalla casa madre<br />

ma costruito nello stabilimento di San Gimignano.<br />

Il motore è il Kubota D722 tre cilindri da 719 cc,<br />

Stage V e Tier 4 Final.<br />

Magni in occasione del Samoter presenta sul mercato<br />

italiano la gamma dei sollevatori telescopici<br />

TH, già svelati al Bauma e disponibili in due<br />

diverse configurazioni di motore: Deutz Tcd 3.6<br />

Stage V (con Dpf) da 55 kW (per i modelli TH<br />

4.5.15 e 4.5.19) e Deutz Tcd 3.6 Stage V (con Dpf<br />

+ AdBlue) da 74,4 kW (modelli TH 4.5.15 P e<br />

4.5.19 P).<br />

Le novità principali di Merlo sono il sollevatore<br />

telescopico e-Worker con le batterie al piombo e<br />

il premiato 30.7 dalle dimensioni compatte (due<br />

metri), in cui sono stati introdotti nuovi importanti<br />

concetti nell’ambito della sicurezza, un tema che<br />

fino ad oggi era legato al carico trasportato. Tra le<br />

novità il sistema Maps (Merlo active personal safety)<br />

che monitora tramite telecamere e un software<br />

in grado di riconoscere la presenza di persone.<br />

Perlini conferma la strada intrapresa nel 2019 con<br />

l’adozione dei motori Scania, mantenendo intatta<br />

la peculiarità di realizzare damper interamente su<br />

proprio disegno, ad esclusione naturalmente del<br />

motore, della trasmissione (Allison) e degli pneumatici.<br />

Oltre ai tre storici modelli Perlini in produzione,<br />

presenterà una macchina compatta (sotto i 3<br />

metri) da 26 tonnellate, già vista al Bauma, con un<br />

sistema di controllo e gestione da remoto.<br />

Rotair, oltre a tutta la sua gamma di macchine<br />

diesel (con motori Kohler), presenta la piattaforma<br />

di compressori Mdvn32E/B/3Vda, vincitrice<br />

del Premio Innovazione nella categoria “impianti<br />

pneumatici”: la sua caratteristica è la possibilità di<br />

essere alimentata alla rete elettrica del cantiere o<br />

a un generatore, ma sullo stesso telaio si può installare<br />

un motore endotermico a benzina, con per-<br />

24° Premio Innovazione Samoter<br />

Macchine a funzionamento<br />

ibrido o elettrico sviluppate<br />

sia per il movimento terra, sia<br />

per il mondo del sollevamento<br />

nelle sue applicazioni più<br />

diverse. Tecnologie in grado<br />

di aumentare la sicurezza e il<br />

comfort dell’operatore, aspetti<br />

che possono fare la differenza<br />

nei cantieri di tutto il mondo.<br />

Nuovi sistemi e software<br />

informatici che garantiscono<br />

una maggiore efficienza nel<br />

processo produttivo.<br />

Sono alcune delle soluzioni<br />

premiate nell’ambito della<br />

24esima edizione del Premio<br />

Innovazione Samoter, il più<br />

importante salone nazionale<br />

dedicato a macchine movimento<br />

terra, da cantiere e per l’edilizia.<br />

Il riconoscimento ai vincitori del<br />

concorso è stato consegnato<br />

durante la cerimonia di<br />

premiazione del Concorso<br />

Internazionale Novità Tecniche<br />

che inaugura il Samoter<br />

B2Press, evento di networking<br />

formance superiori a quelle di un diesel Stage V.<br />

VF Venieri presenterà una decina di macchine, tra<br />

cui due terne articolate (VF 8.23G e VF 10.23E)<br />

alimentate dalla trasmissione idrostatica Bosch-<br />

Rexroth ed equipaggiate con motore Deutz Stage<br />

V. Nello stand del costruttore romagnolo la multifunzionalità<br />

sarà di casa e le macchine più grandi<br />

tra le aziende espositrici e i<br />

giornalisti delle più autorevoli<br />

testate italiane ed estere del<br />

settore construction, nonché<br />

tappa di avvicinamento<br />

alla 31esima edizione della<br />

rassegna veronese.<br />

troveranno spazio insieme a quelle compatte sia in<br />

versione multifunzione che con un braccio anteriore<br />

telescopico. Tutta la gamma del costruttore di<br />

Lugo si caratterizza per le trasmissioni idrostatiche<br />

Bosch-Rexroth, i motori Stage V Deutz o Kubota e<br />

gli assali heavy-duty Dana-Spycer o Carraro. Oltre<br />

alla gamma diesel, in cantiere c’è anche un prototipo<br />

elettrico, ma, come sottolinea Filippo Muccinelli<br />

Venieri, Managing Director, «L’elettrico per<br />

ora serve a vendere il diesel!».<br />

Dalla strada al cantiere<br />

Daf punta tutto su XD Construction, la gamma<br />

movimento terra basata sulla serie XD presentata<br />

all’Iaa ad Hannover nella linea della strategia New<br />

Generation Daf, ma con le motorizzazioni anche a<br />

13 litri (353 e 390 kW), oltre agli 11 litri che però<br />

in questo ramo trovano poche applicazioni in Italia.<br />

Questa gamma unisce la robustezza dei mezzi<br />

a un livello di comfort molto alto per l’operatore.<br />

Commenta Mario Monfredini, Marketing Manager:<br />

«Le caratteristiche che ci hanno permesso di<br />

vincere il Truck of the Year <strong>2023</strong> sono state portate<br />

sulla linea Construction. Siamo molto orgogliosi<br />

dei risultati nel segmento trattori e nel <strong>2023</strong> cercheremo<br />

di ottenere risultati altrettanto brillanti<br />

nel segmento carri, per i quali c’è molta richiesta.<br />

Per quanto riguarda il tema della transizione<br />

energetica, i veicoli Daf recepiscono già l’Hvo.<br />

Detto questo, noi stiamo pensando a una transizione<br />

che avvenga con l’elettrico e con l’idrogeno,<br />

infatti stiamo testando veicoli a fuel cell negli Stati<br />

Uniti e a combustione<br />

interna in Europa, ma il<br />

presente per noi è l’elettrico».<br />

Astra punta per questa edizione<br />

su un mezzo d’opera da 32 metri, il<br />

modello classico del marchio; su un<br />

veicolo Hhd con un telaio più robusto,<br />

dedicato al trasporto con cassone<br />

fino a 62 tonnellate e equipaggiato con<br />

ponti Meritor e cambio Allison; infine<br />

su un 8x6 allestito come trattore per il<br />

traino di rimorchi fino a 250 tonnellate e,<br />

in coppia, fino a 500. Quest’ultimo mezzo<br />

rispecchia la scelta di Astra di rientrare<br />

nel settore dei trasporti eccezionali di alto<br />

livello, come quello delle pale eoliche o dei<br />

trasformatori. I motori vengono dalla famiglia<br />

Iveco, di cui Astra fa parte, e sono per<br />

la precisione dei Cursor 13.<br />

Asfalto a regola d’arte<br />

In contemporanea con il Samoter si svolge<br />

Asphaltica, il salone dedicato a tecnologie e<br />

soluzioni per pavimentazioni stradali, sicurezza<br />

e infrastrutture viarie, promosso da Siteb-Strade<br />

Italiane e Bitumi insieme a Veronafiere.<br />

Tra i principali protagonisti, con 11 esemplari<br />

in esposizione di Wirtgen, Vögele, Hamm, Kleemann<br />

e Benninghoven, il Wirtgen Group presenterà<br />

alcuni esempi del suo vasto assortimento<br />

di prodotti: dalle frese a freddo al riciclaggio a<br />

freddo, dalla stesa al costipamento dell’asfalto, per<br />

finire con il trattamento della roccia naturale e dei<br />

materiali riciclabili. Al centro dell’attenzione, oltre<br />

alle macchine, si troveranno soprattutto i relativi<br />

sistemi di assistenza e documentazione digitale.<br />

Ammann, lo specialista dei rulli, ha deciso di presentarsi<br />

a questo Samoter con uno stand centrale,<br />

aperto su quattro lati, in cui ai componenti ingombranti<br />

sarà preferita la presentazione di tecnologie,<br />

con modellini di impianti da asfalto “green”. In<br />

particolare vedremo dei bruciatori a idrogeno di<br />

nuova generazione in grado di ridurre notevolmente<br />

l’emissione dei fumi e impianti in grado di bruciare<br />

biocarburanti come l’olio di colza e la canna da zucchero.<br />

Grandi novità per il<br />

comparto macchine, con la<br />

presentazione di rulli elettrici<br />

alimentati a batterie<br />

dotati di un’autonomia<br />

di 18 ore. Questo ha permesso<br />

anche di sviluppare<br />

un design più accattivante<br />

per l’operatore,<br />

una seduta<br />

più comoda e uno<br />

sterzo più agevole,<br />

senza nulla togliere<br />

ai principi<br />

della sicurezza.<br />

A fianco, il<br />

sollevatore<br />

telescopico Magni<br />

4.5.19, dotato<br />

di motore Deutz<br />

Tcd 3.6 Stage V<br />

(con Dpf) da 55<br />

chilowatt.<br />

A sinistra, la pala<br />

gommata 1.63TL<br />

di VF Venieri,<br />

dalle dimensioni<br />

compatte.<br />

14<br />

15


k.ey e il Dpe<br />

BENE<br />

BRAVI<br />

7+<br />

La citazione d’antan (Cochi e Renato,<br />

nota di colore nel movimentato e<br />

movimentista 1968) esprime un giudizio<br />

molto positivo, che potrà ulteriormente<br />

salire nella prossima edizione (il 28<br />

febbraio 2024). K.EY ha superato<br />

brillantemente l’esame dell’uscita<br />

dalla casa del padre (Ecomondo).<br />

Il Dpe promette bene, in attesa di<br />

strutturarsi ulteriormente, come format<br />

e contenitore<br />

Annunciato durante<br />

l’Ecomondo di<br />

pochi mesi fa,<br />

l’E3872 di Man<br />

Engines è già<br />

pronto a indossare<br />

gli abiti da lavoro<br />

sotto le spoglie<br />

del cogeneratore<br />

Bio700 di BioBrent.<br />

stazionari<br />

Quella parola, spin-off, in principio suscitava<br />

più dubbi che consensi, non ultimi proprio i<br />

nostri. Perché svincolarsi da Ecomondo rappresenta<br />

un esercizio audace. Un duplice guanto di<br />

sfida, considerando la prima edizione a tutti gli effetti<br />

del Dpe, il Distributed Power Europe, fortemente<br />

voluto da Generazione Distribuita, dopo l’anno zero<br />

datato 2019. Scommessa stravinta la prima, almeno<br />

a giudicare dai corridoi brulicanti e dalle reazioni<br />

degli espositori (sì, i “buyer” non sono mancati, a<br />

quanto pare. Fonte Fiera ne accredita almeno 300, in<br />

realtà sono molti di più, se estrapolati dall’anagrafe<br />

ufficiale); un esito comunque incoraggiante, quello<br />

della seconda sfida nella sfida.<br />

Cominciamo dall’ammiccante sigla K.EY, dove non<br />

poteva mancare lo stand gemellare di Ets e Tessari<br />

Energia. Abbiamo parlato in prima battuta con Marianna<br />

Benetti, perché Rimini è stata la quinta dell’esordio<br />

assoluto dell’E3872, allestito da un Oem italiano,<br />

i vicentini di BioBrent. Dice Benetti: «Ci sono<br />

due asset delle applicazioni stazionarie sui quali Man<br />

Engines sta investendo, il motore a miscela di drogeno<br />

e l’E3872. L’upgrade delle schede tecniche è avvenuto<br />

sull’E32 e sull’E08, con un potenziamento della<br />

miscela di idrogeno al 20%, che ha positivamente<br />

impattato le emissioni (partendo dallo stechiometrico<br />

aspirato: -23% di HC, -1,2% CO, -5,2% CO 2<br />

e -27%<br />

di HCHO, la formaldeide. Proseguendo con il lean<br />

burn: HC -17%, CO -21%, -11% CO 2<br />

, -26% HCHO).<br />

L’efficienza meccanica è migliorata dell’1,2%. Per<br />

il 25,8 litri equivale al 40,5%, per il 29,6 litri è del<br />

44%». Dell’E3872 parlammo durante il precedente<br />

Ecomondo, è invece funzionante e molto vicino a noi,<br />

vero? «In effetti è uscito dal test bench e ha trovato<br />

la prima applicazione in assoluto con BioBrent,<br />

che provvederà al field test i primi di giugno. È stato<br />

presentato all’Energy Dezentral di Hannover nel novembre<br />

del 2022. Questa unità copre un buco della<br />

gamma metano, a 700 chilowatt sul metano per la<br />

cogenerazione. Nessun costruttore detiene a listino<br />

questa fascia di potenza. Il turbo singolo Pbst è apribile,<br />

l’anello diffusore, cioè il compressore del turbo,<br />

si svincola dall’architettura per favorire la flessibilità,<br />

gas e biogas, o in base all’altitudine. Presenti due<br />

valvole a farfalla, pistoni in acciaio, albero a camme<br />

tipo ciclo Atkinson, per motivi di emissioni (durante<br />

la combustione c’è un “backflow”, cioè una fasatura<br />

ritardata: la valvola di aspirazione si apre per far<br />

entrare miscela fresca nel cilindro. È un approccio<br />

più “turbolento” rispetto al ciclo Miller). Sono in<br />

programma le versioni a 1.800 giri e con miscela al<br />

20% di idrogeno».<br />

Evocato, il convitato di pietra si manifesta in carne e<br />

ossa. Allo stand BioBrent troviamo Giovanni e Paola<br />

Brentan, i titolari, e proprio lui, l’E3872. «Da parte<br />

del mercato c’è grande richiesta di taglie intermedie<br />

alimentate a gas naturale; questa era assente<br />

fino alla precedente edizione di Ecomondo. Questa<br />

è un’anteprima mondiale, che permette a BioBrent<br />

di estendere la gamma di prodotti; rappresenta un<br />

ottimo strumento per ampliare la clientela. Installato<br />

in un’azienda di confezionamento plastico, questo<br />

gruppo si rivolge a industrie che hanno consumi<br />

energetici “importanti”, sia elettrici che termici, e<br />

sono quindi particolarmente sensibili all’efficienza<br />

energetica: aziende alimentari, del settore plastico,<br />

chimico e farmaceutico. Questa è un’applicazione<br />

per la trigenerazione: l’impianto è costruito su misura<br />

della produzione di energia elettrica, termica<br />

(acqua calda a 85°C) per il processo e frigorifera<br />

(acqua refrigerata a 8°C) per raffreddare gli stampi.<br />

Tutta l’energia prodotta è auto-consumata all’interno<br />

dell’azienda, riducendo così dell’85% il prelievo<br />

di energia dalla rete. La riduzione su base annuale<br />

sarà ridotta del 28%. Tra i vari vantaggi, rispetta la<br />

normativa di 250 milligrammi/normalNm 3 . Sprovvisto<br />

di Scr, ha solo il catalizzatore CO».<br />

Torniamo a Ets. E non finisce qui, vero, Marianna<br />

Benetti? Per esempio, alla voce batterie… «Lo stabilimento<br />

di Norimberga ha avviato la produzione di<br />

batterie; è stato individuato come centro di eccellenza,<br />

con un investimento di 100 milioni euro in 5 anni.<br />

Tecnologia applicata agli autobus, convenzionale<br />

batteria agli ioni di litio con un diverso approccio<br />

tecnologico. La tecnologia Nmc (nichel manganese<br />

cobalto) ha un’alta densità specifica e dichiara una<br />

lunga durata, più sicura rispetto a Nca (nichel cobalto<br />

alluminio), Lfp (litio ferro fosfato) ed altre. In più<br />

Man ha sviluppato un’idea interessante di “second<br />

life”. Con l’utilizzo le celle si diversificano per la<br />

tensione. Per ovviare a ciò, apriamo il pacco batterie<br />

e sostituiamo le singole celle, dopo avere misurato le<br />

tensioni, accorpando quelle con resistenza similare.<br />

La cosiddetta seconda vita potrebbe essere nella power<br />

generation (sul modello di Audi)».<br />

Completiamo questo lungo abbrivio di Man con Nicola<br />

Tessari. Parliamo di questa prima assoluta di<br />

K.EY? «È una fiera interessante, con delle potenzialità,<br />

e può avere un significato» ci dice Tessari. «L’energia<br />

è sotto la luce dei riflettori, quel che serve è il<br />

giusto dimensionamento e la appropriata collocazione.<br />

Non può essere focalizzata solo sul fotovoltaico,<br />

deve esserci un trait d’union, per esempio la componentistica<br />

comune. A primo acchito, la clientela è diversa<br />

da Ecomondo, con una apprezzabile iniziativa<br />

dei Paesi esteri. È una fiera rivolta ai clienti finali,<br />

che si colloca al servizio della progettazione. C’è<br />

un target pubblico che vuole capire cosa può servire<br />

16<br />

17


stazionari<br />

mentre a Ecomondo si affaccia l’industria per trovare<br />

risposte ai propri bisogni. Allo stand abbiamo<br />

portato sia il motore a gas che il gruppo elettrogeno,<br />

per coprire entrambi i mercati. Consideri che siamo<br />

tra i pochi in grado di farlo».<br />

Tra le start-up del K.EY compare un volto assolutamente<br />

familiare a queste latitudini, quello di Adela<br />

Tucaru, responsabile di marketing e comunicazione<br />

di Ngv <strong>Powertrain</strong>. Le abbiamo chiesto: come ma<br />

qui? «Ngv è stata invitata nelle vesti di start-up innovativa<br />

della mobilità pesante. Siamo a tutti gli effetti<br />

un player della mobilità sostenibile. Key Energy è il<br />

luogo dell’economia circolare, Ngv si sente a casa<br />

propria». Mi pare che il vostro contributo non sia<br />

apprezzato solamente nella convenzionale competenza<br />

dei motori a gas. «In effetti abbiamo riscontrato<br />

parecchio interesse per il motore a idrogeno<br />

(presentato a Hyvolution Parigi. Ne abbiamo parlato<br />

a pagina 14 del numero di Marzo, ndr), sia come<br />

primo impianto che come retrofit, a livello globale.<br />

La filiera dell’idrogeno si sta muovendo anche per<br />

potenziare il circuito delle stazioni di rifornimento.<br />

D’altro canto, c’è chi tuttora crede nel biometano<br />

come soluzione “short-term”».<br />

Della delegazione di Generazione Distribuita fa parte<br />

anche Geminiani, con il Dynamico, cavallo di battaglia<br />

della logica di integrazione e di elettrificazione<br />

del system integrator di Lugo. Trasferiamoci dunque<br />

al padiglione B5, dove è acquartierata Generazione<br />

Distribuita. Lì troviamo Isotta Fraschini Motori.<br />

Il Coo, Giovanni Bruni, dipinge un ritratto a tinte<br />

rosee. «Il K.EY si sta rivelando una fiera vivace e<br />

proficua. Abbiamo registrato diversi contatti che<br />

confermano i nostri 12 e 16 cilindri come valide alternative<br />

ai motori dei competitor. Rientra in questo<br />

discorso il 12 a V in versione Stage V, presentato al<br />

recente Middle East <strong>2023</strong>, che allarga le prospettive<br />

rispetto agli utilizzi di emergenza, prestandosi agli<br />

impieghi in continuo e a quelli potenzialmente cogenerativi.<br />

Anche a Dubai, come qui, a Rimini, abbiamo<br />

esposto nel contesto di Generazione Distribuita.<br />

Isotta Fraschini Motori crede nell’associazione, nel<br />

comune denominatore confindustriale di Anima, e<br />

nella promozione del Made in Italy come leva per<br />

la transizione». Prosegue Bruni: «L’azienda investe<br />

nelle nicchie di mercato. Declinare lo standard di<br />

prodotto in funzione delle esigenze dei clienti fa parte<br />

del nostro dna, che applichiamo anche al motore<br />

industriale. Un esempio? Nella declinazione cogenerativa,<br />

cito il sistema di post-trattamento, che deve<br />

essere ingegnerizzato e personalizzato».<br />

Vi abbiamo raccontato in anteprima, sulle pagine<br />

digitali di powertrainweb, l’accordo tra Bimotor e<br />

Valdinoci in merito alla distribuzione di Raywin.<br />

Valdinoci è storicamente, oseremmo azzardare geneticamente,<br />

associato al marchio Lombardini - Kohler,<br />

come Bimotor lo è a Fpt Industrial. Per nessuna delle<br />

due aziende cambia l’assetto strategico. Lasciamo<br />

dunque a Luigi Valdinoci illustrare le ragioni di questo<br />

accordo. «La collaborazione con Bimotor nasce<br />

dalla filosofia di due aziende che condividono filosofie<br />

similari. Nessuno di noi si limita alla ricerca<br />

dell’oggi né di un semplice domani. Sia Bimotor<br />

che Valdinoci perseguono il dopodomani, sono cioè<br />

orientate a instaurare una collaborazione solida e<br />

strutturata, che non si limita al lancio commerciale<br />

di un prodotto, e si impegna a seguire scrupolosamente<br />

il post-vendita, che si tratti di manutenzione<br />

straordinaria, assistenza o consulenza. Dal 1935<br />

Valdinoci è monomarchio Lombardini prima, Kohler<br />

poi. Per noi è stato un passo molto importante.<br />

Kohler investe su motori tecnologici, come dimostrano<br />

le risorse spese nello Stage V, nell’ibridizzazione<br />

e nell’acquisto di Curtis Instruments, la produzione<br />

IIIA non è più strategica come è stata nel passato<br />

recente. Il core business sono i motori ad aria e la<br />

gamma di 3 e 4 cilindri meccanici Stage IIIA. Qui,<br />

allo stand, abbiamo esposto motori per la generazione,<br />

una gamma da 5 a 60 kVA, sia nella versione<br />

Stage V che in quella non emissionata. È in corso di<br />

omologazione una serie di bicilindrici ad aria. La<br />

Valdinoci è competente nei motori di piccola taglia,<br />

specialmente quelli ad aria. Perseguiamo la stessa<br />

filosofia di servizio. Tanto a Forlì quanto a Ciriè si<br />

trovano grandi stock ed elevata disponibilità di fornitura.<br />

In pochi tengono così tanti motori in pronta<br />

consegna. Il servizio è fondamentale. Anni fa le politiche<br />

di vendita del motore rappresentavano il 90%<br />

dello sforzo complessivo, una percentuale che oggi<br />

è invertita. Mi sento di dire che attualmente valga il<br />

10%. Il residuo 90% è dato dal servizio, dallo stock<br />

ricambi e motori, dal post-vendita».<br />

Alcune pillole per sintetizzare quanto detto finora?<br />

«A testimonianza della sintonia tra Valdinoci e Bimotor,<br />

le racconto l’esternazione di un cliente, proprio<br />

in questa sede. “Siete persone credibili”. Mai<br />

complimento fu più apprezzato… Questa partnership<br />

va oltre il mero dato commerciale, per esempio non<br />

ci siamo divisi le aree di competenza, condividiamo<br />

ogni decisione. L’accordo di distribuzione dei motori<br />

Raywin riguarda i gruppi per la generazione, le<br />

motopompe e gli sprinkler, per il mercato italiano.<br />

Raywin è reattiva e organizzata per rispondere alle<br />

esigenze degli Oem a queste latitudini».<br />

Un flash sul K.EY-Dpe? «È un evento che ha una<br />

sua ben definita ragion d’essere. Deve essere la fiera<br />

dell’energia a 360 gradi».<br />

Giriamo l’angolo e ci troviamo allo stand Fpt Industrial,<br />

presidiato da Avoni. In vetrina l’F34 e l’F36,<br />

che rimangono avanguardie del firmamento Stage V<br />

e consentono di affacciarsi sia sul mercato UE che<br />

su quello del Nord America e continuano a mietere<br />

consensi tra i costruttori di motopompe e di genset.<br />

Il <strong>2023</strong> e il 2024 si prospettano altri due anni con<br />

alti ordinativi. Raccogliamo sensazioni e “contabilità<br />

sentimentale” sullo scenario sul quale si dispiega il<br />

Dpe. «La produzione di energia procede in una direzione<br />

diversa dal passato. Rimane appetibile all’endotermico<br />

una grande fetta di mercato, legata alla<br />

generazione, per applicazioni con meno di 500 ore<br />

di funzionamento. L’infrastruttura elettrica non è ancora<br />

pronta ad assorbire l’intera domanda. A Dubai<br />

il Mee è stato prevalentemente dedicato ai pannelli<br />

fotovoltaici, il costo per kWh è ridotto». Questa tecnologia<br />

è abbinabile al generatore per la continuità,<br />

dove l’egemonia cinese è insediata da americani e<br />

tedeschi. A queste latitudini, che si tratti di Avoni o di<br />

Bimotor, il leitmotiv è il medesimo, sotto l’ombrello<br />

di Fpt Industrial: investire nella tutela degli installatori,<br />

che si ragioni di sistemi di controllo a distanza<br />

o di estensione della garanzia.<br />

Anche Socoges ha risposto presente. Il D24, da 50<br />

kVA, Stage V, è la taglia più richiesta. Un appeal che<br />

le è valso il gettone di presenza allo stand pugliese.<br />

Il 2022 è stato un anno record, equilibrato in tutte le<br />

applicazioni. Avendo acquisito le quote maggioranza<br />

di Doosan, la ragione sociale è diventata Hyundai<br />

Doosan Infracore, che si semplificherà in Hyundai,<br />

come impresso sul rail delle unità esposte al ConExpo.<br />

Socoges enfatizza la novità del marchio Hyundai,<br />

ben riconoscibile dall’utente finale. Con l’unione delle<br />

forze l’obiettivo è diventare il quinto produttore<br />

mondiale di macchine movimento terra. Nella sezione<br />

motoristica, la transizione è siglata da alcune unità di<br />

nuovo conio. La prima, calendarizzata nel 2024, in<br />

termini di produzione di massa, è il D34, che passa da<br />

80 a 100 kVA in prime. Le anteprime del ConExpo,<br />

in formato G-Drive, sono il DX05, da 200 kVA, e il<br />

DX08, 300 kVA. Al top il DX12, 11,1 litri, Stage V,<br />

da 400 kVA. La gamma si segmenterà dunque da 30 a<br />

400 kVA. Altre primizie sono in cantiere per il 2025.<br />

Citazione per Yanmar, presente con una unità di cogenerazione,<br />

a firma Rmb Energie. Condensazione,<br />

commutazione flessibile e smart monitoring si conciliano<br />

alla perfezione con il 3 e il 4 cilindri di Osaka<br />

(completano la gamma Toyota e Man).<br />

Chiudiamo questa retrospettiva con AB Trasmissioni,<br />

che dal 1975 opera dal distretto di Cento per<br />

soddisfare la necessità di accoppiamenti elastici e<br />

giunti di trasmissione nel settore motoristico. Qualità<br />

e servizio furono così apprezzate da indurre i<br />

clienti a rivolgersi ad AB per altri tipi di componenti.<br />

Nell’81/82 avviò la fornitura di elettromagneti.<br />

Risale all’85 l’espansione commerciale in Europa.<br />

Il ricambio generazionale ha funzionato, rimanendo<br />

così nell’orbita familiare. Sono fornitori di gruppi<br />

elettrogeni e di costruttori di sistemi di irrigazione,<br />

tra i quali sono massimamente presenti.<br />

Qui, il D24 di<br />

Hyundai Doosan<br />

Infracore, in<br />

“costume” G-Drive,<br />

allo stand Socoges.<br />

A destra, lo<br />

stand Raywin, in<br />

coabitazione tra<br />

Valdinoci e Bimotor;<br />

a seguire, l’F36 di<br />

Fpt Industrial in<br />

mostra da Avoni, in<br />

compagnia dell’F34.<br />

18<br />

19


conexpo-con/agg. Las Vegas<br />

UNA<br />

E TRINA<br />

Una: i numeri non sono esorbitanti come<br />

quelli del Bauma Monaco, ma la rassegna<br />

nel Nevada ha comunque fatto esultare<br />

gli organizzatori. Trina: nella South Hall,<br />

dove era assiepata la maggior parte dei<br />

componentisti, le risorse e gli investimenti si<br />

sono equamente distribuiti tra endotermici,<br />

elettrici e soluzioni a idrogeno<br />

Terra<br />

Come il Bauma Monaco, il ConExpo-Con/Agg,<br />

tenutosi in sincrono con Ifpe (International<br />

fluid power exhibition), è un evento, anzi, l’evento,<br />

almeno per quanto riguarda il Nord America,<br />

che riassume l’essenza del triennio alle spalle e<br />

anticipa il sentimento del triennio che verrà. Cosa<br />

abbiamo portato a casa da questa edizione, mutilata<br />

nella precedente dall’insorgere della pandemia? In<br />

questa sede troverete un generoso rendiconto, sui<br />

prossimi numeri interviste e approfondimenti. Abbiamo<br />

raccolto all’unisono un “non esiste una tecnologia<br />

vincente nel breve periodo”. Nulla di nuovo<br />

sul fronte occidentale, se ribadito dalla grancassa<br />

del mercato movimento terra più energico del pianeta,<br />

però, il peso specifico di questa affermazione<br />

acquista densità e autorevolezza, sganciandosi dalle<br />

calcolate premure del marketing. I tre “ambienti<br />

tecnologici” della triade termico - elettrico - idrogeno<br />

si impongono in misura tendenzialmente paritetica.<br />

Per citare alcuni esempi, Caterpillar e Perkins,<br />

Cummins, Deutz, Hyundai Doosan Infracore,<br />

Kubota, Rolls-Royce Power Systems, Volvo Penta,<br />

sono alcuni esempi di triangolazione tra le tecnologie<br />

citate, reperibili nei rispettivi stand. Per non parlare<br />

del contributo di alcuni colossi della componentistica<br />

pneumo-elettro-idraulica, come Bosch Rexroth e<br />

Danfoss. L’elettrificazione, comunque, si è imposta<br />

all’attenzione dell’auditorium, trainata dall’accelerazione<br />

della solita puntigliosa Carb, California air<br />

resources board (citando il successo di un gruppo<br />

anni ’80 di San Francisco, “California über alles”,<br />

che calza a pennello per il rigore e la lungimiranza<br />

normativa dell’ente californiano). Una tendenza non<br />

ancora ai livelli di Monaco, ma quanto basta per imporsi<br />

nell’agenda dei sistemisti. L’Inflation reduction<br />

act, fortemente voluto dall’amministrazione Biden,<br />

che mette sul piatto 369 miliardi di dollari per la<br />

“sicurezza energetica e i cambiamenti climatici”,<br />

ammicca sensibilmente all’idrogeno. Eppure, il bistrattato<br />

motore endotermico non è stato abbandonato,<br />

nemmeno nel convenzionale approccio del ciclo<br />

Diesel. A testimonianza citiamo gli investimenti di<br />

Hyundai Doosan Infracore, che annuncia il lancio nel<br />

2024 di un 5 e di un 7,5 litri di nuovo conio, Cummins,<br />

che ha in pancia un 10 litri cucito su misura<br />

per l’Epa, Fpt Industrial, che ha consegnato all’F28<br />

ibrido le chiavi della decarbonizzazione, affidandosi<br />

per il resto alla collaudata squadra di compatti, Nef<br />

e Cursor. A Torino hanno fatto sfoggio della gamma<br />

al gran completo, esibendo alcuni esemplari, come<br />

l’F36, che erano finora sfuggiti al grande pubblico<br />

per la maledizione del Covid.<br />

A volte ritornano<br />

E che dire del gradito ritorno agli eventi fieristici di<br />

Deutz, a testimonianza del vento di rottura col passato<br />

che soffia nel rinnovato CdA di Colonia, con i consolidati<br />

cavalli di battaglia, peraltro affiancati dai frutti<br />

degli investimenti in centri di ricarica “plug-in” ed<br />

elettrolizzatori, per alcuni l’asso di briscola per arginare<br />

l’irruente egemonia cinese nei pacchi batteria e, di<br />

conseguenza, nell’intera infrastruttura dell’elettrificazione.<br />

Eppure, ragionando di volti nuovi endotermici,<br />

la sorpresa arriva dall’asse Peterborough-Peoria. Caterpillar<br />

ha infatti presentato alla platea a stelle e strisce<br />

un 13 litri figlio di una corsa concepita da foglio<br />

bianco. Un’anteprima che interrompe la pluriennale<br />

staticità della famiglia motoristica in giallo, concepita<br />

a quattro mani con i cugini di Perkins. Anche Kubota<br />

rinnova la fiducia nel diesel, con integrazioni di cui vi<br />

parleremo diffusamente.<br />

A Las Vegas, come a Monaco, la soglia dei 56 chilowatt<br />

rappresenta una chiara indicazione per gli<br />

Oem: sotto di qua il pacco batterie pesa poco, assorbe<br />

energia in modo accettabile e si presta a soddisfare<br />

i bisogni delle attrezzature, altrimenti soggette<br />

a meccanismi idraulici e pneumatici.<br />

E l’idrogeno? Vi abbiamo raccontato di Jcb, che ha<br />

rilanciato il 4,8 a iniezione indiretta. Questa potrebbe<br />

essere la carta vincente rispetto alle elucubrazioni<br />

dei concorrenti, impegnati ad adattare il common rail,<br />

come Liebherr, oppure i genitori putativi di motori<br />

agnostici, come Cummins e Fpt Industrial, e il bi-combustibile<br />

di Volvo Penta. Abbiamo trovato impresso<br />

il nome del neonato conglomerato coreano Hyundai<br />

Doosan Infracore anche su un 11 litri a idrogeno.<br />

Ciclo diesel<br />

Cominciamo con ordine, dagli endotermici. Infine,<br />

venne il turno di Caterpillar, con il C13D, svelato<br />

ConExpo in cifre<br />

Certo, i numeri del Bauma sono più<br />

“americani” di quelli del ConExpo-<br />

Con/Agg, ma c’è comunque di che<br />

stropicciarsi gli occhi. Secondo gli<br />

organizzatori, la fiera ha superato le<br />

previsioni di affluenza, attirando a<br />

Las Vegas oltre 139.000 addetti ai<br />

lavori, da 133 Paesi, confermandosi<br />

come l’evento di riferimento nel<br />

Nord America. Oltre 2.400 espositori<br />

alla presenza di David Nicoll, Vice President di Cat.<br />

«La disponibilità commerciale di questi motori sarà<br />

effettiva nel 2026. Perché abbiamo sviluppato questo<br />

nuovo motore? In prima battuta abbiamo pensato<br />

alla densità di potenza, alla massima potenza nominale,<br />

cresciuta 10% rispetto all’attuale C18 con<br />

turbina singola. E il post-trattamento? È incluso<br />

nel pacchetto Cctv, e un’unità di potenza industriale<br />

completa che include radiatore, volano e alternatore<br />

preassemblati. Questo motore si ritroverà a operare<br />

in ambienti difficili, ed è quindi stato progettato per<br />

lavorare a 12.000 piedi (3.658 metri, ndr), il doppio<br />

rispetto all’attuale 13 litri, e a temperature di 140<br />

gradi Fahrenheit (60 gradi Celsius, ndr), fino a meno<br />

40. Come la maggior parte dei motori Caterpillar, il<br />

C13D può utilizzare biodiesel B20 e Hvo al 100% in<br />

sostituzione del gasolio. L’architettura di base è in<br />

provenienti da 36 Paesi distribuiti su<br />

3 milioni di metri quadrati di spazio<br />

espositivo. La presenza di aziende<br />

italiane ha reso la nostra lingua la più<br />

ricorrente, dopo inglese e spagnolo.<br />

Tra le proposte elettrificate, Volvo<br />

Construction Equipment ha portato<br />

l’escavatore elettrico EC230, la<br />

pala gommata autonoma Zeux e<br />

il prototipo di dumper articolato a<br />

«Accelera si<br />

impegna a<br />

sensibilizzare<br />

sulla flessibilità e<br />

l’affidabilità dei<br />

motori a idrogeno<br />

e sulle celle a<br />

combustibile»,<br />

ha affermato<br />

Alison Trueblood,<br />

direttore generale<br />

delle tecnologie<br />

per celle a<br />

combustibile e<br />

idrogeno per<br />

Accelera, neonata<br />

entità in seno a<br />

Cummins.<br />

idrogeno HX04. A pochi passi di<br />

distanza, Caterpillar ha presentato<br />

quattro macchine elettriche a batteria<br />

e una serie di prototipi di batterie per<br />

attrezzature fuoristrada da 48-600<br />

volt. Inoltre, Skyjack, specialista delle<br />

piattaforme aeree, ha presentato<br />

la nuova SJ120 E, un sollevatore a<br />

zero emissioni con un ciclo di lavoro<br />

migliorato del 30%.<br />

20<br />

21


A destra, il C13D di<br />

Caterpillar, gemello<br />

del 2606J-E13TA<br />

di Perkins. Il lancio<br />

ufficiale è avvenuto<br />

alla presenza<br />

e per voce di<br />

David Nicoll, Vice<br />

President di Cat.<br />

Terra<br />

grado di adattarsi agli sviluppi futuri dei carburanti:<br />

idrogeno e gas naturale. E il rumore? Lo abbiamo<br />

ridotto di 3 decibel. Infine, parliamo del consumo<br />

di carburante. Il C13D consuma il 10% in meno<br />

ed è il motore più efficiente che Caterpillar abbia<br />

mai sviluppato. Dal punto di vista della manutenzione,<br />

abbiamo esteso gli intervalli di manutenzione<br />

a 1.000 ore». Saltiamo la “staccionata” che separa<br />

i due stand, e ci ritroviamo da Perkins, che dispone<br />

del motore gemellare, siglato 2606J-E13TA. Cambia<br />

l’onomastica, non la canna, minimo comune multiplo<br />

denominatore di una cilindrata di 12,9 litri, che<br />

maggiora la corsa di 5 millimetri (AxC 130x162).<br />

La potenza apicale è di 515 chilowatt, disponibili<br />

nell’intervallo tra 1.800 e 2.100 giri, con 3.200 Newtonmetro<br />

a 1.300 giri.<br />

L’abbiamo appena presentata, l’avanguardia generazionale<br />

di Agco Power (lo trovate nel confronto),<br />

cioè il Core75, ed è già tempo di soluzioni maggiorate.<br />

Rispetto alla taratura vista al Bauma, il 7,5<br />

litri “americano” eroga 250 kW a 1.850 giri, conservando<br />

l’ottima performance del momento torcente:<br />

1.450 Nm. Il Core75 era affiancato dall’84 Lxtn,<br />

8,4 litri capace di 313 kW a 1.850 giri e 1.750 Nm<br />

a 1.500 giri, omologato per digerire l’Hvo al 100%.<br />

Di Hyundai Doosan Infracore abbiamo apprezzato<br />

in prima battura il logo, che imprime la scritta<br />

Hyundai, che sancisce in calce l’avvenuta conglomerazione<br />

del neo-colosso coreano. Oltre ai<br />

compatti G2, abbiamo preso atto di due sfiziose<br />

anteprime in miniatura. Erano visibili sotto teca i<br />

modellini delle modulazioni a 4 e 6 cilindri (AxC<br />

110x132) della canna da 1,25 litri (rispettivamente<br />

5 e 7,5 litri), in produzione dal prossimo anno.<br />

Vegas è stata anche l’occasione per recuperare le<br />

tracce di Isuzu, la cui presenza in Nord America<br />

rimane forte e radicata. Certificati Tier 4 F/Stage V,<br />

c’erano il 4LE2, 2,2 litri, il 4JJ1, da 3 litri, il 4HK1,<br />

da 5,2, e gli esacilindrici, 6 HK1 da 7,8 e 6UZ1 da<br />

9,8 litri. Ancora in Giappone, questa volta in compagnia<br />

di Kubota. Compatibili con l’Hvo, i D902-<br />

K e D1105-K, entrambi dotati del sistema Tvcr, 3<br />

cilindri, rimuovono i fumi, riducono le emissioni di<br />

carbonio e soddisfano gli standard regionali sulle<br />

emissioni Epa Tier 4, Stage V e China IV.<br />

Rampa di lancio per il 3,9 litri di John Deere Power<br />

Systems, che abbiamo ritrovato pure allo stand<br />

Deutz, che il Cervo propone con una segmentazione<br />

di potenze fino a 120 chilowatt. Allo stand di International<br />

Trucks abbiamo visto l’S13, 6 cilindri da<br />

12,7 (AxC 130x160), common rail da 1.800 bar,<br />

turbina fissa, ventola a nove pale (un paio in meno<br />

di versioni precedenti), senza ricircolo e con posttrattamento<br />

a doppio stadio. I chilowatt sono 378,7,<br />

i Newtonmetro 2.372,7, disponibili già a 900 giri.<br />

Elettrificazione<br />

Si cambia pagina e si attacca la spina. Rispetto al Bauma<br />

l’emergenza delle prospettive elettriche ha avuto<br />

meno irruenza, questo sì, ma quanto basta per imporsi<br />

all’attenzione. Cat e Perkins hanno sfoderato la powertrain<br />

per applicazioni ibride diesel elettriche, integrate<br />

end-to-end. La soluzione è configurabile per un articolato<br />

panorama off-highway, con la configurazione descritta<br />

che si adegua plasticamente alle applicazioni di<br />

terne o sollevatori telescopici, costituita da un modulo<br />

batteria scalabile da 48 volt, trasmissione powershift,<br />

gruppo motore-generatore da 20 chilowatt, inverter,<br />

e un avanzato modulo di controllo dell’energia. A integrare<br />

il sistema, le batterie annunciate ed esposte a<br />

Monaco, 48, 300 e 600 Volt.<br />

Soluzione a 48 Volt anche per Hyundai Doosan Infracore,<br />

con motore e inverter, batterie agli ioni-litio<br />

da 35 chilowatt, capace di garantire un’autonomia di<br />

due ore a un carico medio e la possibilità di ricarica<br />

plug-in. Ricordiamo che in ambito camionistico<br />

Hyundai ha firmato un accordo con Iveco sia per le<br />

celle a combustibile che per l’elettrificazione.<br />

Chi ha inserito la marcia, spingendo sulla tavoletta,<br />

è Cummins, che ha depositato il marchio Accelera<br />

(nomen omen). Eric Neal, direttore esecutivo del<br />

business Off-Highway di Cummins, ha dichiarato:<br />

«Stiamo guidando la transizione energetica fornendo<br />

ai nostri clienti la tecnologia giusta e sfruttando<br />

la nostra profonda conoscenza delle loro esigenze e<br />

applicazioni. Cummins alimenta più tipi di macchine<br />

e veicoli di chiunque altro. L’ampiezza della nostra<br />

attività in segmenti di mercato e regioni significa che<br />

siamo il partner ideale per aiutare i nostri clienti in<br />

questa transizione». Col marchio Accelera impresso<br />

sulla pelle, abbiamo visto l’ultimo prodotto del portafoglio<br />

batterie, la Nmc BP95E, architettura modulare,<br />

che promette lunga durata e tempi di ricarica<br />

Honda in marcia autonoma<br />

Lo abbiamo visto all’opera, l’Honda<br />

Autonomous Work Vehicle (Awv). Una<br />

breve gimcana replicata pazientemente<br />

ogni mezz’ora, al Festival Grounds.<br />

Le caratteristiche principali della terza<br />

generazione di Honda Awv includono:<br />

aumento delle dimensioni del pianale<br />

fino a 2 pallet e maggiore capacità<br />

di carico poco oltre i 900 chili (2.000<br />

libbre). La navigazione è stata migliorata<br />

in luoghi in cui il Gnss è debole o non<br />

disponibile, grazie all’uso di sensori<br />

Lidar. L’interfaccia di programmazione<br />

basata su tablet e connettività cloud<br />

rapidi, concepita per macchine compatte, in particolare<br />

quelle che lavorano in ambienti urbani. Accelera<br />

significa anche Meritor, in ragione dei prodotti<br />

e<strong>Powertrain</strong> complementari alla sua missione e della<br />

capacità di integrazione di powertrain elettrificate.<br />

è stata semplificata. La velocità, in<br />

modalità autonoma, arriva a 10 miglia<br />

all’ora. Batteria maggiorata, che<br />

estende l’autonomia fino a 10 ore. I<br />

tecnici giapponesi hanno implementato<br />

la funzione di evitamento per i veicoli<br />

fermi su strada. Pianale abbassato<br />

per facilitare il carico e migliorare<br />

l’ergonomia. L’Awv impiega una serie di<br />

sensori per operare in modo autonomo,<br />

utilizzando il segnale Gps per la<br />

localizzazione, il radar e il lidar per il<br />

rilevamento degli ostacoli e le telecamere<br />

per il monitoraggio a distanza.<br />

22<br />

23


In apertura lo<br />

stand Hyundai,<br />

che condensa il<br />

messaggio della<br />

South Hall: spazio<br />

a endotermici,<br />

pacchetti<br />

elettrificati e al<br />

motore a idrogeno.<br />

Sulla destra,<br />

dall'alto, gemelli<br />

affiancati (il 3,9<br />

litri in livrea Deutz<br />

e John Deere),<br />

Kubota e Agco<br />

Power.<br />

Terra<br />

Come visto, l’Electric Central Drive Unit (eCdu)<br />

è un propulsore elettrico a montaggio remoto progettato<br />

per applicazioni mobili industriali dallo spazio<br />

limitato. Il che significa ridurre gli investimenti<br />

dell’Oem nell’architettura del veicolo, come i freni<br />

idraulici e i freni di stazionamento della trasmissione.<br />

Citazione d’obbligo per Deutz, finalmente riapparsa<br />

nell’agone mainstream. Il pacchetto e-Deutz iscrive<br />

una revisione del sistema di ricarica mobile Power-<br />

Tree, più facilmente trasportabile, grazie al container<br />

da 3 metri (10 piedi). Ora è anche possibile scalare la<br />

capacità della batteria. Il sistema da 400 volt utilizza<br />

un azionamento composto da due motori elettrici da<br />

40 kW. La batteria offre 42 kWh di capacità, il sistema<br />

di ricarica rapida da 22 kW può ripristinare la<br />

carica della batteria all’80% in circa un’ora. Il sistema<br />

certificato Iso 26262 ha una potenza di picco di<br />

80 kW. Nello stand anche il concept del sollevatore<br />

telescopico G5-18A equipaggiato con questa trasmissione:<br />

cinque ore l’autonomia disponibile.<br />

La Micro Hybrid Technology è la risposta di Kubota<br />

alle richieste di elettrificazione. È un sistema<br />

installato con un generatore da 48 volt che utilizza<br />

energia elettrica solo quando è necessario gestire i<br />

sovraccarichi intermittenti. Una funzione di assistenza<br />

del motore viene utilizzata per fornire 10 kW<br />

extra di potenza elettrica aggiuntiva quando necessario<br />

per carichi improvvisi occasionali, consentendo<br />

agli operatori di selezionare un motore con potenza<br />

adeguata all’intervallo di carico, insieme all’energia<br />

elettrica per compensare i rari sovraccarichi intermittenti.<br />

Una tecnologia che quindi calza a pennello<br />

per applicazioni con sovraccarichi occasionali come<br />

carrelli elevatori, spazzatrici, rulli stradali, escavatori,<br />

sollevatori telescopici, pale gommate, generatori<br />

e piattaforme aeree. È anche adatta allo scopo per le<br />

applicazioni al chiuso. Il D1803 CR-T P1 Hybrid ha<br />

una potenza nominale di 37 kW, il D1105 P2, sempre<br />

nella modalità ibridizzata, 18,5 kW (24,8 HP) a<br />

3.000 giri. Volvo Penta ha collaborato con Gradall<br />

Industries, specialista nordamericano di escavatori<br />

a braccio telescopico. Insieme hanno presentato la<br />

versione elettrificata dell’escavatore gommato XL<br />

4100 V, denominata EL41H4. Il concept è alimentato<br />

interamente da due batterie Volvo Penta, adatte al<br />

ciclo di lavoro dell’escavatore. Il sistema di azionamento<br />

elettrico di Volvo comprende anche il sistema<br />

completo ad alta tensione: motori elettrici, cambi,<br />

inverter, scatole di giunzione e cablaggio.<br />

Idrogeno<br />

Idrogeno “mon amour”? A quanto pare è un sentimento<br />

comune a tanti costruttori. Cavalcheranno<br />

l’onda, anzi, la indurranno, i decisori politici e il<br />

mercato? Di Jcb abbiamo detto in lungo e in largo.<br />

Las Vegas è stata la vetrina per la consacrazione,<br />

sotto la regia di Tim Burnhope, il chief innovation<br />

and growth officer di Jcb. Liebherr ha replicato il<br />

common rail del Bauma, da noi immortalato sulla<br />

copertina di POWERTRAIN International di Gennaio.<br />

Accelera, quindi Cummins, gioca su due tavoli.<br />

Quello del motore agnostico da 15 litri, e quello<br />

delle celle a combustibile. Accelera sta installando<br />

impianti di elettrolizzatori a La Mancha, in Spagna, e<br />

Minnesota, oltre ad espandere la produzione a Oevel,<br />

in Belgio, e Mississauga, in Canada. Con oltre 600<br />

elettrolizzatori distribuiti in 100 Paesi, l’investimento<br />

di Accelera in questa tecnologia è in crescita. Uno<br />

degli ultimi progetti include la fornitura di un sistema<br />

elettrolizzatore a membrana a scambio protonico<br />

(Pem) da 35 megawatt (MW) per il nuovo impianto<br />

di produzione di idrogeno di Linde a Niagara Falls,<br />

New York. Una volta commissionato, il sistema di<br />

elettrolisi alimenterà il più grande impianto di idrogeno<br />

verde di Linde negli Stati Uniti. Al ConExpo<br />

abbiamo visto lo stack 1500E di Accelera che fa parte<br />

di un elettrolizzatore Pem da 2,5 MW. «Vediamo<br />

i motori a idrogeno e le celle a combustibile come<br />

fonti di energia complementari, che offrono diverse<br />

opzioni ai clienti a seconda di dove si trovano<br />

nel loro percorso verso zero emissioni di carbonio.<br />

L’introduzione di motori a idrogeno nel mercato accelererà<br />

anche la crescita dell’infrastruttura dell’idrogeno<br />

per supportare l’adozione diffusa di propulsori<br />

a celle a combustibile», ha commentato Antonio<br />

Leitao, Cummins VP Off-Highway Engine Business.<br />

Ancora Kubota, con il 3,8 (uno dei best seller giapponesi,<br />

nell’originale diesel), capace di 85 chilowatt.<br />

La versione a idrogeno si basa sul motore WG3800<br />

con accensione a scintilla. Anche Hyundai Doosan<br />

crede nel motore a idrogeno, come dimostra l’11 litri<br />

che sprigiona una potenza di 300 chilowatt (402<br />

cv) e una coppia di 1.700 Nm a 2.000 giri. Soddisfa<br />

le normative Stage 5 ed Euro 7, che richiedono che<br />

le emissioni siano ridotte del 90% rispetto al livello<br />

attuale per soddisfare le normative Zero CO2 (meno<br />

di 1 g/kWh) e Zero Impact Emission (Zero Emission<br />

nell’Unione europea).<br />

Sul numero di<br />

Maggio di<br />

POWERTRAIN<br />

completeremo<br />

la panoramica<br />

con il contributo<br />

decisivo dei<br />

componentisti.<br />

Per citare<br />

qualche nome,<br />

Bosch Rexroth,<br />

Dana, Danfoss,<br />

Zapi-Delta Q.<br />

24<br />

25


CONFRONTO. 7,5 litri e dintorni<br />

7 litri industriali<br />

VECCHIA<br />

GUARDIA<br />

Agco Power ha lanciato il Core75 che, alla pari del<br />

Kubota S7509, presentato tre anni fa a Las Vegas, si<br />

posiziona in una fascia intermedia alle usuali fasce di<br />

cubatura da 6,7 e 9 litri. Sul podio dell’Indice Diesel<br />

salgono però alcuni volti noti: Cummins, Rolls-Royce<br />

Power Systems, Fpt Industrial e Deutz<br />

Diciamo che 7,5 litri non è la cubatura perfetta,<br />

espressione un tempo associabile al frazionamento<br />

della canna da litro e, almeno negli<br />

ultimi tre lustri, ai super-compatti a 4 cilindri, con<br />

cubatura unitaria sugli 800/900 centimetri cubici.<br />

Un compromesso che si incunea tra i 6,6 e i 9 litri.<br />

Eppure, quando abbiamo pensato di mettere a<br />

Questo confronto<br />

prende spunto<br />

dalla iniziativa di<br />

Agco Power, che<br />

con il Core75 ha<br />

seguito Kubota,<br />

autrice durante<br />

l’edizione 2020<br />

del ConExpo della<br />

prima assoluta<br />

dell’S7509.<br />

Entrambi sono<br />

esacilindrici da<br />

7,5 litri. Nelle foto<br />

trovate i motori sul<br />

podio dell’Indice<br />

Diesel. Il numero<br />

1, qui a sinistra, è<br />

l’mtu, alias Rolls-<br />

Royce, R1000.<br />

ALL’INCIRCA 7,5 LITRI<br />

TERRA<br />

Marca AGCO POWER CATERPILLAR CUMMINS DEUTZ DOOSAN INFRACORE FPT INDUSTRIAL ISUZU JOHN DEERE KUBOTA MAN MTU PERKINS VOLVO<br />

Modello CORE75 C7.1 ACERT B6.7 TTCD 7.8 DL08 N67 ENT210 6HK1 PSS 6.8L S7509 D0836 6R 1000 1206E-ETTA TAD884VE<br />

CARTA D’IDENTITÀ<br />

A x C mm - C/A 110 x 132 - 1,20 105 x 135 - 1,29 107 x 124 - 1,16 110 x 136 - 1,24 108 x 139 - 1,29 104 x 132 - 1,27 115 x 125 - 1,09 106 x 127 - 1,20 110 x 132 - 1,20 108 x 125 - 1,16 110 x 135 - 1,23 105 x 135 - 1,29 110 x 135 - 1,23<br />

N. cilindri - litri 6 - 7,52 6 - 7,01 6 - 6,69 6 - 7,75 6 - 7,64 6 - 6,72 6 - 7,79 6 - 6,72 6 - 7,52 6 - 6,87 6 - 7,69 6 - 7,01 6 - 7,69<br />

Potenza intermittente kW - rpm 250 - 2.150 240 - 2.200 243 - 2.200 260 - 2.200 213 - 1.800 212 - 2.200 210 - 1.900 224 - 2.400 228,4 - 1.900 235 - 2.100 280 - 2.200 240 - 2.200 250 - 2.210<br />

Pme bar 21,3 17,8 20,2 18,7 19 17,5 17,4 17 19,5 19,9 20,2 19 18<br />

Velocità lineare pistone m/s 7,5 9,9 9,1 10 8,3 9,7 7,9 10,2 8,4 8,8 9,9 9,9 9,9<br />

Coppia max Nm - rpm 1.450 - 1.200 1284 - 1.400 1372 - 1.500 1401 - 1.500 1274 - 1.300 1160 - 1.500 1080 - 1.500 1058 - 1.600 1324,7 - 1.500 1254 - 1.200 1.550 - 1.200 1268 - 1.400 1333 - 1.400<br />

Pme a coppia max bar 24,7 23,5 26,3 23,2 21,4 22,1 17,8 20,2 22,6 23,4 25,8 23,2 22,2<br />

Riserva di coppia % 55,1 47,1 46,5 43,8 49,7 44,8 41,4 37,2 47,9 43,3 45,3 42,9 43,3<br />

Coppia a potenza max Nm 1.254 980 1.049 1.127 1.127 921 1.058 892 1.147 1.068 1.215 1.039 1.078<br />

% Potenza a coppia max (kW) 81,8 (182) 83,70 (188) 88,70 (216) 84,70 (220) 81,50 (174) 86 (182) 80,80 (170) 79,20 (177) 91,20 (208) 67,10 (158) 69,60 (195) 77,50 (186) 78,20 (196)<br />

NELLO SPECIFICO<br />

Potenza kW/litro 29,6 32 36,2 33,5 27,9 31,4 26,9 33,3 30,3 34,2 36,3 34,1 32,4<br />

Coppia Nm/litro 192,6 183 205 180,6 166,7 172,4 138,6 157,3 175,9 182,5 201,3 180,7 173,1<br />

Potenza areale kW/dm 2 39,12 43,27 45 45,61 38,73 41,57 33,71 42,34 40,07 42,73 49,12 46,15 43,86<br />

METRO E BILANCIA<br />

Peso kg 695 715 561 725 855 530 710 750 1.000 642 672 752 703<br />

L x W x H mm 1.080x710x1.240 1.063x820x907 1.156x768x1.100 1.214x793x1.046 1.324x958x1.249 1.062x687x1.049 1.335x1.053x1.239 1.161x768x1.144 1.160x713x987 1.180x877x994 1.067x929x1.031 1.047x798x912 1.206x876x1.030<br />

Ingombro m 3 0,95 0,79 0,98 1,01 1,58 0,77 1,74 1,02 0,82 1,03 1,02 0,76 1,09<br />

Massa/potenza kg/kW 3,1 3,2 2,3 2,8 4 2,5 3,4 3,3 4,4 2,7 2,4 3,1 2,8<br />

Densità globale kg/litri 92,3 101,9 83,9 93,5 111,9 78,8 91,1 111,5 132,9 93,4 87,3 107,2 91,3<br />

Densità di potenza kW/m 3 234,7 284,8 248 257,4 134,8 275,3 120,7 219,6 278,5 228,2 274,5 315,8 229,4<br />

Densità assoluta t/m 3 0,73 0,91 0,57 0,72 0,54 0,69 0,41 0,74 1,22 0,62 0,66 0,99 0,64<br />

Densità relativa litri/m 3 7,92 8,88 6,83 7,68 4,84 8,74 4,48 6,59 9,18 6,67 7,55 9,23 7,06<br />

INDICI<br />

ELASTICITÀ 8 11 10,3 10 7,8 9,9 6,5 10,7 7 11,8 13,1 10,9 11<br />

PRESTAZIONI 6,7 6,7 7,2 6,8 6,2 6,4 5,4 6,2 6,4 6,7 7,3 6,7 6,5<br />

SOLLECITAZIONE 10,7 11,1 11,8 11,1 9,9 10,6 8,6 10,1 10,3 10,7 11,9 11 10,7<br />

LEGGEREZZA 10,9 12,3 10,2 11,8 13,5 9,4 11,6 13,9 16,5 11,1 10,8 13 11,3<br />

COMPATTEZZA 12,1 14 12,5 11,1 6,4 13,5 5 9,5 13,1 10,8 12,2 14,5 9,9<br />

DIESEL INDUSTRIALI 7,6 7,6 8,1 7,7 6,8 7,7 6,6 7,3 6,6 7,8 8,2 7,6 7,6<br />

26<br />

27


TERRA<br />

confronto il Core75 di Agco Power con i suoi pari<br />

taglia, in questo frazionamento abbiamo incontrato<br />

Kubota e, poco sopra o poco sotto, Cummins,<br />

Deutz, Hyundai Doosan Infracore, Isuzu, Rolls-<br />

Royce e Volvo Penta. Considerando naturalmente<br />

includibili i 7 litri, abbiamo rastrellato anche Caterpillar<br />

e Perkins. A quel punto, pure il vitaminizzato<br />

B6.7 di Cummins non poteva mancare e, con lui,<br />

altri due habitué di queste pagine, come Fpt Industrial<br />

e John Deere Power Systems. Un tabellone<br />

per 13 contendenti che monopolizzerà l’apertura.<br />

Alcune premesse: la prima riguarda Isuzu, che ha<br />

finalmente impresso il bollino Stage V sul 6HK1;<br />

Doosan Infracore, che ha rimiscelato il listino marino<br />

e si prepara a fare le cose in grande anche nello<br />

stazionario. Al momento il 7,6 coreano si difende<br />

al cospetto dei nomi blasonati di questa fascia. Se<br />

ormai dieci anni or sono la triade di compatti G2<br />

(D18, D24 e D34, prodotti in oltre mezzo milione<br />

di unità) ha fatto il suo cospetto prima per l’assorbimento<br />

captive di Bobcat, poi nel mercato libero<br />

(basti vedere Lovol e Goldoni Keestrack), non è<br />

detto che si decida di rileggere la mappatura del<br />

DL08, oppure di convertirlo a idrogeno o combustibili<br />

paraffinici. Dipenderà anche dalla programmazione<br />

della casa madre, Hdi, legata a Cummins<br />

per la motorizzazione degli escavatori e dell’intero<br />

parco movimento terra. Quella stessa Hyundai Doosan<br />

Infracore che al ConExpo ha svelato l’11 litri<br />

a idrogeno da 300 chilowatt e 1.700 Newtonmetro<br />

di coppia a 2000 giri. A Isuzu, dal canto suo, non<br />

mancano la tecnologia e l’affidabilità. Completo di<br />

valvola Egr e di catalizzatore, sia per i fumi che<br />

per gli NOx, dovrebbe probabilmente solo accelerare<br />

sulla pme e dotarsi di filtro antiparticolato<br />

per certificarsi disancorarsi da quell’ultimo posto<br />

nell’Indice Diesel. Valore che vede una grande ammucchiata<br />

in appena mezzo punto decimale: sono<br />

in sette, con punteggi racchiusi tra 7,6 e l’apicale<br />

8,2, riconosciuto all’mtu. Ma veniamo al nostro, il<br />

finlandese che ha inaugurato una nuova stagione per<br />

le strategie motoristiche di Agco Power, il Core75.<br />

Un monoblocco che non si posiziona sul podio degli<br />

indici del confronto, ma eccelle per il momento<br />

torcente, che lo classifica in seconda posizione<br />

dietro a Rolls-Royce (la sigla mtu rimane la corsia<br />

preferenziale per la nautica) e scalando la classifica<br />

in quanto a coppia a potenza massima. Peraltro,<br />

niente male nemmeno la “cavalleria”, che lo vede<br />

agganciare Volvo e guardare le spalle solamente al<br />

duo tedesco Deutz e Rolls-Royce Power Systems.<br />

Il finlandese tra i campi<br />

Una scelta tutelativa, esemplificata dalla velocità del<br />

pistone, ancorata ad appena 7,5 metri al secondo.<br />

Del resto, la prima applicazione della canna da 1,25<br />

dm 3 è stato il Fendt 728 Vario, che si è aggiudicato<br />

il Tractor of the Year <strong>2023</strong>. Ma non ci sono solamente<br />

i parametri termodinamici nell’architettura<br />

di questo motore. Come ci disse Tommi Puomisto,<br />

Marketing Manager di Agco Power, al Bauma<br />

Monaco: «È un dato di fatto che la tecnologia non<br />

sia pronta sul mercato al 100% per la neutralità<br />

del carbonio, ma dobbiamo compiere tutti i passi<br />

tecnologici per avvicinarci ad essa. Il consumo specifico<br />

è di 188 g/kwh (siamo ben lieti di confrontarlo<br />

con quello di qualsiasi altro concorrente con le sue<br />

schede tecniche pubbliche. I valori di consumo specifico<br />

sono spesso superiori a 200 g/kwh)». Abbiamo<br />

citato la lepre, che risponde alle generalità del<br />

7,7 litri di Rolls-Royce, concepito in durante l’era<br />

Tognum, alla vigilia dell’accordo paritetico tra i britannici<br />

e Daimler, che si è successivamente risolto<br />

a favore di Rolls-Royce. Un esacilindrico che ha<br />

riscosso consensi soprattutto nel movimento terra,<br />

come dimostrano, tra gli altri, Jcb e Kato. Risale al<br />

2013 l’assegnazione del Diesel of the Year al fratello<br />

maggiore, il 6R1500. Forte di un’elettronica<br />

avanzata, che Rolls-Royce ha assimilato dalle piattaforme<br />

stradali (il suo alter ego è l’OM 936) e ha<br />

riproposto sul marino, adeguandole alle esigenze<br />

“pleasure” della serie 2000, ottimizza il flusso d’aria<br />

nel common rail (all’epoca Tognum si avvaleva<br />

della consulenza dell’azienda sorella L’Orange) e<br />

nel soffiante. Il “baby” di casa, insomma, riverbera<br />

la minuziosa cura dei fondamentali tipica di questa<br />

famiglia motoristica, che da oltre una decina d’anni<br />

rappresenta mtu nelle applicazioni mobili industriali.<br />

Il post-trattamento è compresso in un solo modulo.<br />

Parto gemellare per il duo Cat-Perkins, con il 7 litri<br />

che trova impiego soprattutto in chiave captive, nel<br />

primo caso, e che col 1206-Etta aggredisce l’elastico<br />

ventaglio delle macchine da cantiere. Paga pegno in<br />

termini di elasticità ed è premiato negli ingombri,<br />

come si evince dal dato volumetrico (0,76 metri<br />

cubi) e l’Indice Compattezza, che issano la Union<br />

Jack sul pennone. Sulla stessa riga dello spartito,<br />

ci riferiamo alla canna “nuda e cruda”, del Core75<br />

ci sono gli altri tedeschi, Man e Deutz. Colonia ha<br />

ufficialmente promosso due anni or sono il suo paladino<br />

ad avanguardia del termico a idrogeno. Il Tcg<br />

7.8 H2 è stato presentato ai Deutz Days al Coreum<br />

di Stockstadt e si appresta a entrare in produzione<br />

a partire dal prossimo anno. Lo ha spiegato così, il<br />

Cto Markus Müller: «Il sei cilindri Tcg 7.8 H2 si<br />

basa su un motore già esistente. Con una potenza di<br />

200 chilowatt, funziona a emissioni zero e in modo<br />

molto silenzioso. In linea di principio, il motore è<br />

adatto a tutte le attuali applicazioni Deutz, ma per<br />

via dell’infrastruttura disponibile è probabile che<br />

venga utilizzato in primo luogo nelle applicazioni<br />

stazionarie, nei generatori e nel trasporto ferroviario».<br />

Nel frattempo, la primigenia versione diesel<br />

si conferma equilibrata, soprattutto in riferimento a<br />

potenza e coppia specifiche. Il D08 di Man non ha<br />

lo stesso smalto delle serie più muscolose di Norimberga,<br />

vedi il D26, il D38 e il D42. Gli ingredienti<br />

sono però gli stessi: cura meticolosa del ricircolo<br />

dei gas di scarico, flauto con pressione massima a<br />

2.500 bar, centralina Bosch Edc17, con l’espianto<br />

della turbina a geometria variabile in favore della<br />

meno complicata wastegate. Il leone si presenta<br />

“bello asciutto”, appena 642 chili, ma decisamente<br />

meno aggressivo dei concorrenti, in quanto a curve<br />

specifiche. Volvo Penta conferma la robustezza del<br />

monoblocco e un disegno concepito per minimizzare<br />

le noie durante le ore di lavoro: controllo delle<br />

temperature, per non gravare sulle masse radianti,<br />

interfacce modulari, quindi compatibili con i precedenti<br />

passaggi normativi, intervalli di sostituzione<br />

fissati a 1.000 ore.<br />

Il revival della canna da litro<br />

Ora si scende di uno scalino la cilindrata. Nonostante<br />

ciò, Cummins si posiziona alle spalle di Rolls-<br />

Royce, grazie alla potente cura ormonale che ha<br />

portato il 6,7 litri Stage V a migliorare addirittura<br />

del 30% le prestazioni del suo equivalente Stage IV.<br />

Come tutti i Performance Series, il B6.7 aderisce al<br />

programma Encompass Extra, che offre un’estensione<br />

della garanzia del motore fino a cinque anni con<br />

ore illimitate. Infine, gli altri due esacilindrici con<br />

canna da 1,2 litri. Fpt Industrial, con il Nef, che ha<br />

dichiarato in Tier 4 Final l’esonero dell’Egr, e John<br />

Deere, con il Pss, che invece non disdegna il ricircolo<br />

e lo associa alla Vgt per la sovralimentazione,<br />

che si sdoppia sulla potenza di picco, cioè quella da<br />

224 kW che trovate nella tabella. Il Nef si accomoda<br />

il terzo gradino del podio ex aequo con il Deutz.<br />

Qui trovate gli altri<br />

tre classificati.<br />

Al secondo posto,<br />

Cummins, con il<br />

B6.7, in alto a<br />

sinistra. Sul terzo<br />

gradino del podio,<br />

a braccetto, Fpt<br />

Industrial, con<br />

l’N67, e Deutz, con<br />

il Ttcd 7.8, appaiati<br />

anche graficamente<br />

in questa pagina.<br />

28<br />

29


macchine agricole. Elettriche<br />

COL FILO<br />

TRA I<br />

CAMPI<br />

Cresce l’elenco dei trattori elettrici e ibridi<br />

presentati dai costruttori di macchine<br />

agricole. Abbiamo fatto il punto della<br />

situazione, mettendo in fila le diverse<br />

proposte e analizzandone le principali<br />

caratteristiche tecniche. Ci hanno<br />

guidati in questa operazione i colleghi<br />

della rivista TRATTORI<br />

Terra<br />

Parlare di elettrificazione in agromeccanica,<br />

suscita emozioni contrastanti. Da una parte<br />

l’entusiasmo per una rivoluzione tecnologica<br />

che comincia a circolare anche tra le vene di<br />

questo comparto, abitualmente conservativo, e<br />

si candidata a scardinare i tradizionali concetti;<br />

dall’altra, la sincera perplessità per una conversione<br />

che le peculiari condizioni operative del lavoro<br />

in campagna rendono più complicata rispetto ad<br />

altri settori.<br />

Nel giro di pochi anni, i progetti presentati sono<br />

stati molteplici e hanno coinvolto svariati segmenti,<br />

dai mezzi semoventi alle attrezzature. Per evitare<br />

un “minestrone” esagerato, di seguito concentriamo<br />

l’attenzione sui trattori a trazione elettrica e ibrida<br />

veri e propri, lasciando quindi fuori da questa<br />

passerella i robot e i sollevatori telescopici a zero<br />

emissioni.<br />

New Holland<br />

L’ultimo esemplare in ordine cronologico entrato a<br />

far parte dell’innovativa categoria di mezzi presa<br />

in esame è il New Holland T4 Electric Power, il<br />

prototipo utility svelato in occasione dell’evento<br />

Cnh Industrial Tech Day tenutosi a dicembre in<br />

Arizona, a cui abbiamo dedicato uno specifico approfondimento.<br />

Il progetto si basa su un motore<br />

elettrico accreditato di circa 120 cavalli di potenza<br />

massima (90 kW), abbinato a un esclusivo gruppo<br />

batterie in grado di offrire un’autonomia fino ad<br />

un intero giorno di utilizzo e ricaricabile in appena<br />

un’ora. Il trattore, la cui produzione inizierà verso<br />

la fine del <strong>2023</strong>, è caratterizzato da un sistema<br />

a doppia trazione e nei trasferimenti stradali può<br />

raggiungere una velocità di 40 chilometri orari. Il<br />

T4 Electric Power è stato sviluppato in collaborazione<br />

con Monarch Tractor, azienda californiana<br />

specializzata di cui Cnh Industrial detiene una<br />

quota societaria dal 2021.<br />

Monarch<br />

Nel corso dell’estate 2022, la stessa ditta Monarch<br />

Tractor è salita agli onori della cronaca annunciando<br />

l’avvio della produzione in serie di un mezzo<br />

full-electric denominato MK-V, dotato di unità<br />

propulsiva capace di fornire 40 cavalli (30 kW) di<br />

potenza continua. Nonostante il design poco allineato<br />

agli standard stilistici agricoli, il modello MK-V<br />

merita comunque attenzione e un posto all’interno<br />

di questa nostra panoramica in virtù della pregia-<br />

tissima tecnologia hardware e software frutto di<br />

partnership strategiche a livello globale.<br />

Keestrack<br />

All’Eima di Bologna è stato esposto presso lo stand<br />

Goldoni il trattore cento per cento elettrico Keestrack<br />

B1e. Questa macchina deriva dall’alleanza<br />

tecnologica siglata dal gruppo belga con l’azienda<br />

svizzera Regitrac, che già nel 2018 si era resa protagonista<br />

sul ring dell’elettrificazione con il proprio<br />

modello full-electric Ske 50. Keestrack ha sposato<br />

il nuovo progetto del costruttore elvetico battezzato<br />

con la sigla Ske 40 e ha deciso di concentrarne la<br />

produzione a partire dall’estate <strong>2023</strong> presso lo stabilimento<br />

italiano di Migliarina di Carpi, prevedendo<br />

una successiva distribuzione a doppio marchio<br />

(Regitrac Ske 40 in Svizzera, Austria e Germania<br />

meridionale; Keestrack B1e nel resto dell’Europa<br />

e fuori dal Vecchio Continente). Il trattore è contraddistinto<br />

da cinque motori elettrici: uno dedicato<br />

alla trazione, due per le prese di forza anteriori e<br />

posteriori, uno per l’azionamento del sollevatore e<br />

dei distributori, più un quinto alla pompa di calore.<br />

Secondo quanto dichiarato dagli ingegneri, la<br />

potenza totale che può essere generata è pari a 108<br />

cavalli (80 kW). Il pacco batterie integrato lungo il<br />

telaio per un buon bilanciamento dei pesi permette<br />

un’autonomia variabile tra 4 e 6 ore a seconda delle<br />

applicazioni; ricarica quasi completa (80 per cento)<br />

in meno di 2 ore con presa di corrente standard.<br />

Antonio Carraro<br />

Sugli scudi anche Antonio Carraro che in occasione<br />

di Eima 2022 ha messo al centro della propria<br />

vetrina l’Srx Hybrid e il full-electric eSP, entrambi<br />

sviluppati in collaborazione con Ecothea (start-up<br />

del Politecnico di Torino). Il trattore articolato isodiametrico<br />

reversibile Srx Hybrid era stato mostrato<br />

in anteprima nella precedente edizione 2021 della<br />

kermesse bolognese con la speciale livrea color<br />

scarabeo. Riproposto con il classico pantone della<br />

Casa di Campodarsego, questo mezzo è caratterizzato<br />

da un’inedita architettura della trasmissione<br />

(depositata col brevetto industriale ACHybrid) in<br />

cui spicca l’inserimento di un motore elettrico da<br />

circa 27 cavalli (20 kW) tra il propulsore diesel<br />

tre cilindri da 75 cavalli (55 kW) e il cambio, per<br />

una potenza complessiva di 102 cavalli (75 kW).<br />

L’esemplare cento per cento elettrico eSP è invece<br />

realizzato sulla base del modello convenzionale<br />

SuperPark pensato per le attività di manutenzione<br />

urbana e gardening professionale. L’eSP è spinto<br />

esclusivamente da un motore elettrico da circa 34<br />

cavalli (25 kW), collegato a un gruppo batterie da<br />

32 kWh di capacità ricaricabile sia dalla rete civile<br />

sia da colonnina con connettore Tipo 2.<br />

Landini<br />

A Bologna riflettori puntati anche sul Landini Rex4<br />

Full Hybrid, il prototipo che segna un ulteriore passo<br />

in avanti nel processo di elettrificazione di Argo<br />

Tractors e che raccoglie il testimone del precedente<br />

progetto denominato “Electra - Evolving Hybrid”<br />

presentato nel 2020. La sigla Full Hybrid non deve<br />

trarre in inganno: si tratta di un mezzo ibrido, che<br />

all’occorrenza può operare anche in modalità full-<br />

Keestrack (qui<br />

sopra), che ha<br />

capitalizzato<br />

il know-how,<br />

combinandolo con<br />

quello di Goldoni,<br />

e Fendt (a sinistra)<br />

sono gli “apripista<br />

iconografici” di<br />

questo servizio,<br />

che riassume<br />

quanto visto fino<br />

ad ora nei tentativi<br />

di applicare la<br />

trasmissione<br />

elettrica della<br />

potenza a trattori<br />

che si candidano<br />

a prestare servizio<br />

in campo aperto<br />

o tra i filari.<br />

30<br />

31


di 20 chilometri orari. L’esemplare in fiera è stato<br />

allestito con un gruppo tagliaerba ventrale e un caricatore<br />

frontale a dimostrazione dell’apprezzabile<br />

versatilità operativa.<br />

Solis<br />

Interessante anche il prototipo esposto a Bologna<br />

da Solis, brand rappresentato sul territorio nazionale<br />

dalla società viterbese Fiaccadori Soluzioni. In<br />

questo caso il compatto cento per cento elettrico si<br />

chiama Solis 26 Electric ed è contraddistinto da una<br />

potenza di 24 cavalli (quasi 18 kW); un “piccoletto”<br />

da circa 13 quintali di peso con cambio idrostatico<br />

e sistema 4WD, completo di impianto idraulico ausiliare<br />

da 25 litri al minuto.<br />

Il T4 di New<br />

Holland è stato il<br />

protagonista del<br />

Cnh Industrial Tech<br />

Day, a Phoenix.<br />

Trovate una<br />

panoramica<br />

di quanto abbiamo<br />

visto in Arizona<br />

a pagina 18<br />

del numero di<br />

Gennaio-Febbraio<br />

di POWERTRAIN.<br />

Terra<br />

electric. Il nuovo trattore abbina infatti un motore<br />

diesel da 75 cavalli (55 kW) a un propulsore elettrico<br />

da 34 cavalli (25 kW) di potenza continua; come<br />

anticipato, il sistema è sviluppato per poter funzionare<br />

pure in modalità cento per cento elettrica con<br />

un’autonomia massima di 2 ore e con una potenza<br />

di 68 cavalli (50 kW) fornita dall’apposito booster.<br />

L’intelligente software di controllo Pms (Power<br />

Management System) supervisiona in continuo il<br />

funzionamento dei singoli dispositivi e identifica il<br />

punto ottimale di funzionamento delle unità propulsive.<br />

Il motore endotermico, nei momenti di basso<br />

carico meccanico, provvede alla ricarica della batteria<br />

secondo un algoritmo proprietario che analizza<br />

i flussi di potenza ed attua la strategia più conveniente;<br />

la possibilità di recupero di energia durante<br />

le decelerazioni e le frenate aumenta ulteriormente<br />

l’efficienza del sistema.<br />

Kubota<br />

Kubota entra nella partita con il lancio del trattore<br />

compatto LXe-261, un modello completamente<br />

elettrico esposto ad Eima 2022 e disponibile per il<br />

noleggio in Europa a partire dalla primavera <strong>2023</strong>.<br />

Il motore sincrono trifase è in grado di erogare<br />

una potenza di 26 cavalli (19 kW); la batteria è<br />

dimensionata per garantire un’autonomia variabile<br />

tra 4 e 6 ore di esercizio e può essere ricaricata in<br />

una sola ora. La trasmissione Hst idrostatica a tre<br />

gamme consente un controllo preciso e armonico<br />

del mezzo. La velocità massima sfiora appena i 20<br />

chilometri orari, la pompa idraulica offre un flusso<br />

di 20 litri al minuto e la capacità di sollevamento<br />

alle rotule è di 970 chili. Prestazioni sufficienti<br />

per svolgere lavori non impegnativi di trasporto e<br />

gestione del verde, che rappresentano un concreto<br />

punto di partenza da cui continuare a sviluppare<br />

spingendo sul pedale dell’innovazione.<br />

Fendt<br />

Tra i big della meccanizzazione agricola più attivi<br />

nella corsa all’elettrificazione è doveroso menzionare<br />

il costruttore tedesco Fendt, che nel 2017<br />

sembrava aver bruciato le tappe con la presentazione<br />

del concept full-electric e100 Vario. In verità il<br />

progetto ha avuto bisogno di alcuni anni di perfezionamento<br />

e secondo autorevoli voci di corridoio<br />

pare adesso essere vicino al lancio sul mercato. In<br />

base a quanto indicato sulla scheda tecnica, il Fendt<br />

e100 Vario monta un motore elettrico da 68 cavalli<br />

(50 kW) responsabile dell’azionamento del cambio<br />

a variazione continua, abbinato a un pacco batterie<br />

da 100 kWh; l’autonomia è di circa 5 ore operative<br />

in condizioni di impiego reali. Rispetto al primo<br />

prototipo, la Casa di Marktoberdorf ha implementato<br />

alcuni aggiornamenti. Il trattore è attualmente<br />

dotato di un connettore di Tipo 2 e può essere ricaricato<br />

fino all’80 per cento in soli 40 minuti. Il<br />

sistema di gestione termica, caratterizzato da un’esclusiva<br />

pompa di calore elettrica, consente in pochi<br />

minuti sia di preriscaldare la batteria portandola ad<br />

un adeguato stato d’esercizio in inverno sia di raffreddarla<br />

in estate; la stessa tecnologia è sfruttata<br />

per il controllo della temperatura in cabina.<br />

Farmtrac<br />

Da non sottovalutare anche le proposte a zero emissioni<br />

di Farmtrac, le cui macchine sono importate e<br />

distribuite in Italia dalla ditta cuneese Oberto. Dopo<br />

l’anteprima del trattore full-electric Farmtrac 26 E a<br />

fine 2017 e il Farmtrac Hybrid svelato in occasione<br />

di Agritechnica 2019, ad Eima 2022 i riflettori sono<br />

stati puntati sul nuovo modello completamente elettrico<br />

denominato Farmtrac 25 G Hst. Già omologato<br />

e disponibile a listino, questo mezzo è dotato di<br />

un motore elettrico da 20 cavalli (15 kW) collegato<br />

a una trasmissione idrostatica con trazione integrale<br />

in grado di raggiungere una velocità massima<br />

John Deere<br />

Altri trattori elettrici e ibridi? Ci sono sicuramente<br />

altre proposte in cantiere, più o meno concrete. Per<br />

quanto riguarda i full-electric, nel corso del 2022<br />

John Deere ha presentato la seconda parte del progetto<br />

GridCon, ossia il prototipo autonomo denominato<br />

Sesam 2, evoluzione del concept svelato<br />

nel 2019 in cui il mezzo era alimentato in modo<br />

diretto con un lungo cavo avvolto in una bobina.<br />

La soluzione rivoluzionaria del Cervo pare però<br />

destinata a un futuro ancora più lontano. Sul fronte<br />

della tecnologia ibrida, stesso discorso fatto per il<br />

Sesam 2 vale per il sistema Steyr Hybrid Drivetrain<br />

Konzept, mentre davvero matura sembra essere la<br />

trasmissione eAutoPowr di John Deere.<br />

Auga<br />

Tra le altre curiosità dal mondo, merita di essere<br />

menzionato anche il “bestione” lituano ibrido Auga<br />

M1 alimentato a biometano ed energia elettrica accreditato<br />

di una potenza massima di ben 400 cavalli.<br />

Va precisato infine che non sono giunte più notizie<br />

del trattore ibrido di Carraro Agritalia che fu mostrato<br />

ad Eima 2018, caratterizzato da una “power<br />

unit” composta dal tre cilindri Deutz Tcd da 75<br />

cavalli (55 kW) abbinato a un motore elettrico da<br />

27 cavalli (20 kW). Considerando il know-how di<br />

primissimo ordine della costola Drivetech, molto<br />

probabilmente i “Tre Cavallini” torneranno presto<br />

al galoppo con nuovi geniali sviluppi.<br />

32<br />

33


idrogeno. Infrastrutture e stoccaggio<br />

DELEGA ALLA<br />

SICUREZZA<br />

Emcel è una società di Colonia specializzata nella<br />

sicurezza dell’idrogeno, della mobilità elettrica e<br />

della connessione alle energie rinnovabili. Nicolò<br />

Queirazza e Lennart Heine ci accompagnano nella<br />

presa di coscienza sulle intrinseche problematiche<br />

di stoccaggio e distribuzione dell’idrogeno<br />

H 2<br />

e CH 4<br />

L’impiego sicuro<br />

dell’idrogeno<br />

è possibile: la<br />

somiglianza con il<br />

gas naturale facilita<br />

la transizione<br />

poiché gli approcci<br />

e gli accorgimenti<br />

di sicurezza<br />

sono facilmente<br />

trasferibili.<br />

automotive<br />

L<br />

’uso dell’idrogeno richiede un’ampia infrastruttura,<br />

suddivisibile in tre aree principali: produzione,<br />

distribuzione e applicazione. Il tipo di<br />

stoccaggio dell’idrogeno deve essere considerato<br />

in base alla distribuzione e all’utilizzo. L’idrogeno<br />

gassoso è inodore, incolore e non tossico. Come altri<br />

combustibili gassosi, insieme all’ossigeno forma<br />

una miscela di gas infiammabile. Il limite inferiore<br />

di concentrazione per l’accensione di questa miscela<br />

di gas è di circa il 4%, molto simile alle proprietà<br />

del gas naturale. Simili sono anche la temperatura<br />

di accensione (circa 560 °C) e l’energia minima di<br />

accensione, che sono ben al di sotto del valore di<br />

una scarica statica media per entrambi i gas. Infine,<br />

l’idrogeno, come il gas naturale, è molto più leggero<br />

dell’aria (densità dell’aria circa 1,225 kg/m 3 ).<br />

Pertanto, entrambi i gas salgono rapidamente verso<br />

l’alto dopo essere stati rilasciati nell’ambiente.<br />

Le forti analogie tra i due gas si riflettono anche<br />

a livello di sicurezza. Ad esempio, all’idrogeno si<br />

applicano misure e accorgimenti di sicurezza simili<br />

a quelli della tecnologia del gas naturale. I componenti<br />

tipici di una stazione di rifornimento di<br />

idrogeno includono l’alimentazione di H2, l’unità<br />

di compressione, il serbatoio di stoccaggio e l’erogatore.<br />

L’erogatore rappresenta l’interfaccia tra<br />

la stazione di rifornimento e il veicolo da rifornire.<br />

Connessione tra nipplo ed erogatore<br />

Un collegamento tecnicamente stretto tra il veicolo<br />

(nipplo di rifornimento) e l’erogatore (ugello<br />

di rifornimento) garantisce un processo di rifornimento<br />

sicuro senza rilasci di gas. Ciò significa<br />

che gli erogatori di idrogeno, proprio come quelli<br />

di gas naturale, possono essere installati anche<br />

all’interno (ad esempio, prima degli autolavaggi<br />

o nei depositi delle compagnie di autobus).<br />

Per ottenere velocità di rifornimento più elevate e<br />

allo stesso tempo garantire un processo di rifornimento<br />

sicuro, di solito è prevista un’unità di raffreddamento.<br />

Questa interviene dopo l’ultima fase<br />

di compressione, immediatamente prima dell’erogazione.<br />

A seconda del protocollo di rifornimento e<br />

delle condizioni ambientali, l’idrogeno da rifornire<br />

viene raffreddato fino a una temperatura di -40°C. Il<br />

funzionamento sicuro della stazione di rifornimento<br />

di idrogeno è garantito dalla conformità a una serie di<br />

regolamenti, codici e standard. Non solo la gestione<br />

dell’idrogeno, ma anche gli aspetti elettrici, meccanici<br />

e meteorologici devono essere presi in considerazione.<br />

Le caratteristiche di sicurezza comuni per<br />

le stazioni di rifornimento di idrogeno sono: protezione<br />

Atex (protezione dalle esplosioni), protezione<br />

dai fulmini, protezione antincendio, tenuta tecnica<br />

dei componenti H2, protezione contro le collisioni.<br />

In alcune aree dell’impianto, il rilascio di idrogeno<br />

non può essere escluso, ma è addirittura consentito<br />

o previsto in termini di sicurezza (ad esempio, per<br />

lo scarico della sovrapressione).<br />

Quel potenziale esplosivo<br />

Le aree in cui possono formarsi miscele di gas potenzialmente<br />

esplosive devono essere progettate<br />

in modo sicuro e chiaramente segnalate. Occorre<br />

prestare attenzione agli speciali dispositivi di protezione<br />

del personale necessari quando si lavora<br />

in zone Atex e all’uso di apparecchiature Atex.<br />

Per quanto riguarda la protezione contro gli incendi,<br />

è possibile erigere barriere antincendio intorno alle<br />

aree di parcheggio e ad altre aree pericolose.<br />

In caso di incendio, esse hanno lo scopo<br />

di proteggere le aree dell’impianto circostanti<br />

dal fuoco e dalle radiazioni termiche.<br />

Infine, è importante che le tubazioni, i contenitori,<br />

le valvole e i raccordi siano a tenuta tecnica o a<br />

tenuta tecnica permanente. Nel caso di componenti<br />

a tenuta tecnica permanente, non ci si deve aspettare<br />

alcun rilascio di gas. Nel caso di componenti<br />

a tenuta tecnica, possono invece verificarsi anche<br />

rilasci di gas, seppur raramente. In questo caso, se<br />

necessario, vengono applicate misure di sicurezza<br />

ridondanti (ad esempio, ispezioni regolari con<br />

procedure di prova di tenuta). La manipolazione<br />

dell’idrogeno in spazi chiusi comporta tre regole<br />

fondamentali. La prima è che nei locali deve essere<br />

garantita una buona ventilazione.<br />

In secondo luogo, in generale, le fonti di accensione<br />

devono essere evitate nei locali. In terzo e ultimo<br />

luogo, per le applicazioni interne dell’idrogeno, è<br />

necessario utilizzare sensori H2. Questi misurano<br />

la concentrazione percentuale di idrogeno nell’aria<br />

e avvisano quando vengono superati i valori critici.<br />

Dafo: come indurre gli “alternativi” a più miti consigli<br />

Vi riportiamo l’esperienza di Tommy<br />

Carnebo. Dopo 20 anni come vigile<br />

del fuoco professionista, è entrato<br />

a far parte dell’americana Dafo<br />

Vehicle Fire Protections alla fine<br />

del 2021. Si occupa di formazione,<br />

informazione e valutazione dei rischi.<br />

Con particolare attenzione ai veicoli a<br />

trazione alternativa. «Quando si tratta<br />

di un motore a combustione, esiste<br />

una normativa chiara: in Europa è<br />

obbligatorio disporre di un sistema<br />

di rilevamento e di un sistema di<br />

soppressione. Ma quando si tratta<br />

di autobus elettrici, non è nemmeno<br />

necessario avere un sistema di<br />

rilevamento. L’energia per gli autobus<br />

elettrici proviene dalle batterie, che<br />

possono prendere fuoco per cause<br />

esterne, qualche tipo di disfunzione<br />

elettrica e se sono state esposte al<br />

calore e al freddo. Quindi, in sostanza,<br />

dobbiamo adattare il sistema, gli<br />

autobus e la formazione del personale<br />

per comprendere i rischi e vedere se è<br />

necessario apportare qualche modifica,<br />

perché se accadesse qualsiasi tipo<br />

di malfunzionamento della batteria<br />

dell’autobus elettrico, questa inizierà<br />

a fumare. È la chiave per renderlo più<br />

sicuro. Le batterie iniziano a fumare<br />

prima che inizi l’incendio. Se si verifica<br />

un incendio in un autobus e la batteria<br />

prende fuoco, si verifica quello che<br />

viene chiamato “thermal runaway”<br />

(che si può definire una “una fuga<br />

termica”, ndr) e non è quindi possibile<br />

spegnere l’incendio. Ma se utilizziamo le<br />

informazioni ottenute dalle esalazioni di<br />

fumo, possiamo effettivamente rilevare,<br />

iniziare a raffreddare e impedire che<br />

le batterie prendano fuoco. Anche gli<br />

autobus con combustibile alternativo<br />

funzionano in un modo nuovo. Gli<br />

autobus a metano e quelli a idrogeno<br />

sono più o meno uguali. L’energia<br />

che alimenta il veicolo è contenuta in<br />

serbatoi a pressione, che può andare<br />

da 250 a 700 bar. E questo, di per sé,<br />

non è un rischio. Ma se il serbatoio<br />

si riscalda, il gas al suo interno inizia<br />

a espandersi. Se non si rilascia la<br />

pressione, il serbatoio può esplodere.<br />

Qualche tempo fa un autobus a metano<br />

ha avuto un incidente impressionante<br />

in Italia. È successo che la pressione<br />

è stata rilasciata, e questo è un bene,<br />

che pone però una nuova sfida: dal<br />

bus esce infatti un getto di fiamma<br />

lungo 15 metri. L’idrogeno ha proprietà<br />

simili a quelle del gas, ma funziona a<br />

una pressione più elevata. Può essere<br />

immagazzinato fino a 700 bar nel<br />

serbatoio. In caso di incidente, il getto<br />

di fiamma che fuoriesce dall’autobus<br />

può essere lungo oltre 40 metri».<br />

34<br />

35


Dell’orto. E il “life cycle assesment”<br />

NELL’ARCO<br />

DELLA<br />

VITA<br />

È la visione ingegneristica di Dell’Orto,<br />

espressa dalle parole di Paolo Colombo,<br />

R&D Labs and Innovation Manager, che<br />

invita a privilegiare «un approccio wellto-wheel<br />

anziché tank-to-well, in un’ottica<br />

scientifica e orientata al beneficio totale».<br />

Dell’Orto si conferma radicata tra le<br />

applicazioni stradali senza “mollare l’osso”<br />

di quelle industriali<br />

Terra<br />

Chi legge queste pagine non ha bisogno di un<br />

glossario per decifrare il portafoglio di Dell’Orto.<br />

Marchio così compenetrato nelle due ruote<br />

da risultarne quasi un’antonomasia, nell’industriale<br />

si applica soprattutto alle valvole Egr e ai corpi<br />

farfallati, con una doverosa proiezione nel mondo<br />

dell’elettrificazione. Per fare chiarezza sulle prospettive<br />

di Dell’Orto abbiamo interpellato la persona più<br />

adatta, Paolo Colombo, R&D Labs and Innovation<br />

Manager dell’azienda.<br />

«È un momento di profondo cambiamento per tutto<br />

il mondo della propulsione e della generazione<br />

di potenza, nel settore automobilistico ma anche<br />

in quello dei veicoli commerciali, nell’off-highway<br />

ma anche nel settore delle moto e in quello che noi<br />

chiamiamo ricreazionale (motoslitte, moto d’acqua,<br />

motori fuoribordo)» è la premessa di Colombo. «Noi<br />

stiamo cercando di affrontarlo in modo pragmatico,<br />

con umiltà, ma anche con coraggio, senza spaventarci<br />

di fronte alle sfide del futuro. In buona sostanza<br />

abbiamo deciso di proseguire sia sul filone dei motori<br />

a combustione che su quello della propulsione<br />

elettrica».<br />

Cominciamo lo spelling?<br />

«Per i motori a combustione, in questo momento noi<br />

siamo sistemisti per quando concerne i sistemi di<br />

iniezione elettronica per le applicazioni motociclistiche.<br />

Forniamo la centralina elettronica, il modulo<br />

alimentazione combustibile e i corpi farfallati con<br />

tutta la sensoristica. Come sistemisti abbiamo dei volumi<br />

importanti in particolare per il mercato indiano,<br />

che ha recepito le norme europee e quindi<br />

nel 2019-2020 è passato dai carburatori, che<br />

erano ancora in uso per le due ruote, a sistemi di<br />

iniezione elettronica uguali come contenuti tecnologici<br />

a quelli del mercato europeo. Chiaramente il<br />

bacino europeo delle moto assorbe all’incirca 1-1,5<br />

milioni di pezzi all’anno, a seconda del momento,<br />

mentre il mercato indiano è arrivato a sfiorare i 20<br />

milioni, poi a causa del Covid e degli “shortage<br />

nella supply chain”, si è posizionato intorno ai 15-<br />

16 milioni di unità. Noi gestiamo una quota parte<br />

importante di questo mercato, ma siamo flessibili,<br />

nel senso che forniamo il sistema completo oppure<br />

singoli componenti, come i corpi farfallati, sia con<br />

il classico cavo collegato alla manopola dell’acceleratore<br />

che a controllo elettronico».<br />

Divagando ulteriormente sulla vostra antica vocazione<br />

motociclistica, cosa mi racconta?<br />

«Per quanto riguarda le due ruote, l’India entro il<br />

2025 vuole utilizzare combustibili con un contenuto<br />

“bio” al 20%, e per questo motivo abbiamo sviluppato<br />

sistemi di iniezione già compatibili con benzine<br />

con etanolo in questa percentuale, il cosiddetto E20.<br />

Gli sviluppi in corso per le due ruote impiegano alcune<br />

soluzioni maturate nei primi dieci anni di fornitore<br />

unico delle centraline nella categoria Moto3<br />

del campionato mondiale. Per quanto riguarda gli<br />

elettrici, invece, il segmento di mercato che a noi<br />

interessa è quello che corrisponde alla fascia da 50 a<br />

125 cc, ragion per cui abbiamo deciso di sviluppare<br />

una gamma powertrain con potenze comprese tra i<br />

3 e i 9 chilowatt continuativi, fino a 15 kW di picco.<br />

L’altro elemento discriminante riguarda la tensione,<br />

dove abbiamo deciso di sviluppare sistemi a 48 volt<br />

nominali, che sono più semplici, meno costosi e più<br />

facili da implementare. Il terzo aspetto coinvolge i<br />

nostri sistemi elettrici, che sono raffreddati ad aria.<br />

Abbiamo quindi il motore, l’elettronica e batterie<br />

che non necessitano di raffreddamento a liquido,<br />

semplificando di conseguenza l’installazione. Non<br />

ci fermiamo alle due ruote, ma consideriamo tutte<br />

le applicazioni candidabili a questo sistema, tra cui<br />

i piccoli veicoli da trasporto a tre ruote, molto diffusi<br />

in India, e quelli a quattro ruote che si trovano anche<br />

in Europa (quadricicli leggeri e quadricicli pesanti).<br />

Non trascuriamo applicazioni più schiettamente<br />

industriali come i mini-dumper. Abbiamo realizzato<br />

In questa immagine<br />

vedete l’R756<br />

EH di VM Motori,<br />

che ha centrato<br />

l’obiettivo Euro 6<br />

Step E - Stage V<br />

anche col supporto<br />

di Dell’Orto, che ha<br />

fornito il sistema<br />

di ricircolo dei gas<br />

di scarico.<br />

36<br />

37


un prototipo di minidumper<br />

per Kato Imer<br />

(che si è aggiudicato<br />

il Samoter Innovation<br />

Award, anche in<br />

ragione del sistema<br />

e-power, ndr), che<br />

è stato presentato<br />

al Bauma Monaco,<br />

dove abbiamo<br />

attinto alle stesse<br />

soluzioni, chiaramente<br />

declinate<br />

per l’applicazione<br />

cantieristica. Potenziali<br />

applicazioni potrebbero<br />

essere anche le piattaforme, così come tutte le piccole<br />

macchine da cantiere, dove il nostro sistema<br />

è intercambiabile con i motori termici più diffusi.<br />

Abbiamo sviluppato un ciclomotore (45 km/h) e<br />

un veicolo con velocità più elevata, categorizzato<br />

come motociclo. La nostra elettronica è integrata<br />

e include in un unico dispositivo inverter, elettronica<br />

di potenza, elettronica di controllo (strategie<br />

di controllo di erogazione della potenza e controllo<br />

delle batterie) e il convertitore che converte la corrente<br />

continua che arriva dalle batterie a 48 volt<br />

in corrente a 12 volt e viene comunque utilizzata<br />

dalla rete elettrica del veicolo o della macchina. A<br />

fine 2022 abbiamo inaugurato una fabbrica di batterie<br />

in Cina, a Chongqing, che affiancherà le due<br />

preesistenti aziende del gruppo Dell’Orto, una per<br />

i moduli alimentazione combustibile, l’altra per il<br />

sourcing, ovvero per la selezione dei fornitori cinesi<br />

in base alla qualità, e per l’assistenza tecnica».<br />

In queste<br />

pagine trovate il<br />

corpo farfallato<br />

elettronico, per<br />

applicaizoni<br />

automotive,<br />

immortalato<br />

nell’immagine<br />

centrale. Di fianco,<br />

in piccolo, la<br />

Ecu denominata<br />

Monnalisa, pensata<br />

per mono e<br />

bicilindrici destinati<br />

alle due ruote.<br />

Terra<br />

Perché in Cina, anche se la domanda potrebbe<br />

apparire banale?<br />

«Abbiamo deciso di assemblare le batterie in Cina<br />

perché lì si reperiscono le celle, anche se mi preme<br />

fare presente che il Bms è sviluppato in Italia e che<br />

forniamo noi stessi le schede da montare sul pacco<br />

batterie. L’inverter e il motore elettrico sono di produzione<br />

italiana. Per quanto riguarda le applicazioni<br />

industriali, abbiamo pensato alle macchine di piccola<br />

taglia utilizzate in spazi chiusi. A livello di ricerca<br />

comunque stiamo guardando anche alle tensioni più<br />

alte, intorno ai 800 volt, e anche a soluzioni come<br />

i mosfet o il carburo di silicio, che consentono di<br />

avere maggiori efficienze con le tensioni più alte».<br />

Non vi consacrate, però, alla sola elettrificazione?<br />

«Sull’endotermico non ci fermiamo, anzi, nel mondo<br />

automotive proseguiamo con i corpi farfallati elettronici<br />

per alcuni brand dai grossi volumi come Stellantis,<br />

Volkswagen e Renault, fino ad applicazioni di<br />

nicchia come Porsche e Aston Martin. Nel mondo<br />

dei veicoli commerciali siamo presenti sia con corpi<br />

farfallati che con sistemi Egr; da lì è partita la<br />

penetrazione nel settore off-highway, dove stiamo<br />

sviluppando corpi farfallati peculiari, perché impiegati<br />

per applicazioni long-life. Utilizziamo attuatori<br />

elettrici con spazzole, molto più economici rispetto<br />

agli attuatori brushless e più facili da controllare<br />

con la centralina elettronica, ma allo stesso tempo<br />

abbiamo sviluppato degli attuatori con spazzole<br />

che resistono ai cicli di vita previsti da queste applicazioni.<br />

Questa è una delle nostre peculiarità che sta<br />

raccogliendo molto interesse da parte dei costruttori.<br />

Possiamo realizzare, laddove ci viene richiesto,<br />

dei corpi farfallati “smart”, cioè con il controllo di<br />

posizione interamente a bordo, con un’elettronica di<br />

controllo all’interno del corpo farfallato. Possiamo<br />

comunicare verso la centralina controllo motore con<br />

tutti i protocolli Lin, Can, Pwm, Sent. La nostra flessibilità<br />

è molto apprezzata dai costruttori, insieme<br />

all’agilità nei tempi di sviluppo. Per quanto riguarda<br />

le valvole Egr, ancora richieste nell’heavy-duty<br />

e nell’agricolo, più o meno vale lo stesso discorso,<br />

sia per quelle di tipo convenzionale con il cooler sia<br />

per opzioni più interessanti che si stanno esplorando<br />

per il futuro, con eventuale by-pass del cooler o<br />

doppi circuiti. La valvola Egr può essere utilissima<br />

per l’idrogeno, per evitare fenomeni di “knocking”.<br />

L’idrogeno brucia molto in fretta e quindi bisogna<br />

evitare la formazione di ossidi di azoto. Nonostante<br />

l’eccesso di ossigeno è buona cosa diluire la carica<br />

perché si tende a far bruciare l’idrogeno con<br />

cariche molto magre (lambda<br />

2- 2,30), stimolando la<br />

“fame d’aria” del motore. Conseguentemente<br />

il ricircolo dei gas richiede<br />

soluzioni ad-hoc per via delle diverse condizioni<br />

di portata, temperature e di condense. Per<br />

i compressori abbiamo una produzione di valvole<br />

di bypass per i sistemi con il turbo pluristadio che<br />

consentono di bypassare una delle due turbine (è<br />

un prodotto attualmente utilizzato per le Bmw Twin<br />

Turbo). Come sapete, c’è parecchio interesse per i<br />

motori a combustione a idrogeno nell’heavy-duty, e<br />

nell’autotrasporto e nel trasporto pubblico passeggeri.<br />

Nel mondo trattoristico l’idrogeno è più complicato<br />

da gestire e si preferiscono soluzioni come i<br />

“low carbon fuel”. Tra l’altro questi sono cruciali<br />

per questi tipi di macchine perché è difficile generare<br />

potenza puramente elettrica soltanto con le batterie:<br />

è uno dei motivi per cui si guarda alle fuel cell.<br />

In questa tecnologia ci occupiamo delle valvole che<br />

gestiscono l’alimentazione aria e delle valvole per<br />

isolare il fuel stack, che gestiscono la parte di umidificazione<br />

dell’aria. Inizieremo a sperimentarle nel<br />

motorsport per un veicolo a quattro ruote destinato<br />

ai Rally Raid. Stiamo portando avanti anche sviluppi<br />

sul gas naturale: abbiamo in corso dei progetti di<br />

corpi farfallati elettronici per tre motori da utilizzare<br />

principalmente su autobus con alimentazione a<br />

metano e biometano. Per il settore dei combustibili<br />

gassosi abbiamo sviluppato anche dei sensori di<br />

pressione e temperatura che rispondono ai requisiti<br />

di queste applicazioni».<br />

Perché dovrei scegliere un pacco batteria di<br />

Dell’Orto? E qual è il vantaggio competitivo<br />

dell’attingere da un costruttore focalizzato sulle<br />

moto, quando generalmente il travaso è a cascata<br />

dall’automobilistico?<br />

«In questo momento i nostri clienti apprezzano il<br />

fatto di avere un’alternativa all’acquisto dei componenti<br />

dalla Cina, assemblandoli senza un’ottimizzazione<br />

di sistema. In Europa abbiamo dei requisiti<br />

di performance, di affidabilità, di gestione che non<br />

sono ritenuti altrettanto importanti in altri mercati.<br />

Per chi ha bisogno di powertrain, che siano esse<br />

1.000, 5.000 o 10.000, Dell’Orto li taglia su misura.<br />

38<br />

39


Terra<br />

Essendo responsabili dell’intero sistema, garantiamo<br />

che le parti lavorino armonicamente<br />

fra di loro. Noi, ad esempio,<br />

abbiamo batterie modulari da 2<br />

kWh ciascuna, sono rimovibili, pesano<br />

solo 12 chili e possono essere<br />

utilizzate in combinazione per avere<br />

più energia a bordo del veicolo. A<br />

breve attiveremo lo sviluppo di un<br />

veicolo da trasporto a quattro ruote,<br />

mostrato di recente su un veicolo di<br />

Casalini (quelli del Sulky, ndr), dove<br />

utilizzeremo quattro pacchi batteria.<br />

Le nostre batterie hanno degli accorgimenti<br />

espressamente studiati per applicazioni<br />

di piccola taglia: ad esempio<br />

quando cala la tensione, perché<br />

la batteria si sta scaricando, abbiamo<br />

delle strategie di gestione che compensano<br />

questo calo di voltaggio con delle<br />

correnti superiori. Abbiamo omologato<br />

il Fantic Electric nel mese di novembre<br />

e siamo riusciti con una sola batteria<br />

ad avere un’autonomia di 72 chilometri<br />

sull’omologazione, dato che è stato poi<br />

confermato anche nei test su strada. Con 2<br />

kWh stoccati a bordo, gli altri veicoli disponibili<br />

sul mercato non vanno oltre i 50 chilometri.<br />

Naturalmente i prezzi non sono quelli cinesi, ma<br />

ci posizioniamo in una fascia di prodotto dove la<br />

qualità è importante. Un aspetto da sottolineare è<br />

che in questa fascia di prodotto non c’è bisogno di<br />

infrastrutture di ricarica, perché le nostre batterie<br />

rimovibili possono essere facilmente ricaricate da<br />

una presa a 220 volt, la classica presa domestica.<br />

Siamo invece più cauti sull’elettrificazione spinta<br />

automotive, anche se lo scenario legislativo è stato<br />

tracciato, proprio perché la ricarica con alte potenze<br />

e tensioni è più complessa da gestire. Senz’altro<br />

la propulsione elettrica ha molto senso in contesti<br />

urbani con percorrenze circoscritte, ma l’ibrido resta<br />

la soluzione ideale per un uso più ampio. Per<br />

questo riteniamo che quantomeno per i prossimi<br />

dieci anni il motore a combustione andrà avanti,<br />

L’Egr del VM R756 EH Euro 6 Step E / Stage V<br />

Buone nuove in arrivo da VM<br />

Motori: il propulsore R756 è ora<br />

disponibile nella versione EH<br />

per il rispetto delle più recenti<br />

e stringenti normative Euro 6<br />

Step E per i veicoli commerciali,<br />

oltre che per lo Stage V per<br />

le applicazioni industriali.<br />

Questo aggiornamento vede un<br />

aumento della potenza erogata<br />

di oltre il 15% e della coppia<br />

massima del 20%, rispetto<br />

al suo predecessore Step C.<br />

L’unità emissionata ripropone la<br />

tradizionale configurazione da 4,5<br />

litri e 6 cilindri in linea, con tutto il<br />

corredo che ha fatto apprezzare<br />

i 3, 4 e 6 cilindri di Cento sia sulle<br />

automobili che sugli specializzati.<br />

Conferme per i ridotti livelli di<br />

vibrazioni e rumorosità e per il<br />

contenuto ingombro in altezza,<br />

che favorisce di conseguenza<br />

l’alloggiamento sotto i vani<br />

motore, eroga da 115 a 132<br />

chilowatt e valori di coppia fino<br />

a 600 Newtonmetro a 1.200<br />

giri, ampliando le possibilità di<br />

applicazione a tutti gli ambiti che<br />

necessitano di un propulsore<br />

compatto e ad alta densità di<br />

potenza. Lo sviluppo tecnico ha<br />

anche grazie ai combustibili riformulati, o l’idrogeno,<br />

che potrebbero essere sdoganati inizialmente<br />

per i settori cosiddetti “hard-to-abate”, quindi il<br />

settore marittimo e aeronautico, e a cascata sull’offhighway,<br />

sui camion e, infine, nel settore automotive.<br />

Quello dei “low carbon fuel” è un aspetto<br />

molto importante, che deve viaggiare a braccetto<br />

dell’Euro 7 per portare a livelli del tutto trascurabi-<br />

visto l’introduzione di un nuovo<br />

turbo a geometria variabile,<br />

l’adeguamento del sistema di<br />

ricircolo dei gas di scarico (e qui<br />

c’è lo zampino di Dell’Orto, che<br />

vanta la paternità del sistema<br />

Egr), e l’ottimizzazione del<br />

sistema di combustione.<br />

La configurazione del propulsore<br />

di VM Motori mantiene l’elevata<br />

possibilità di personalizzazione<br />

e si caratterizza per l’allocazione<br />

del Dpf e dell’Scr in due moduli<br />

separati, che lo rendono quindi<br />

adattabile ad ogni tipo di<br />

installazione.<br />

li l’impatto ambientale<br />

dei motori endotermici.<br />

Per rispondere alla seconda<br />

parte della sua<br />

domanda, il fatturato<br />

di Dell’Orto si divide<br />

al 50% tra applicazioni<br />

a due e quattro ruote.<br />

Vantiamo una lunga esperienza<br />

nel mondo automotive,<br />

in particolare nei processi<br />

di sviluppo dell’affidabilità e nella<br />

validazione della qualità. Abbiamo trasferito<br />

questo approccio strutturato sulle due ruote, dove i<br />

nostri sistemi di iniezione si portano dietro i benefici<br />

di un approccio di tipo automotive. Allo stesso tempo<br />

abbiamo travasato in alcune applicazioni automotive<br />

competenze elettroniche acquisite nel settore<br />

motociclistico, arrivando a produrre componenti a<br />

tutti gli effetti meccatronici».<br />

In conclusione?<br />

«L’importante è raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione.<br />

Non si può imporre<br />

una soluzione tecnologica<br />

perché in questi settori,<br />

dove c’è una pletora di applicazioni<br />

finali, con diversi teatri<br />

operativi e differenti aree<br />

geografiche, di volta in volta<br />

può essere più conveniente una<br />

soluzione piuttosto che un’altra.<br />

Non bisogna più guardare soltanto<br />

a quello che “sputa fuori” il<br />

tubo di scarico, ma all’intero Life Cycle<br />

Assesment. Il settore Off-Highway, che è abituato<br />

a ragionare sul Tco, è culturalmente meglio predisposto<br />

a ragionare sull’intero arco di vita delle<br />

macchine. Quantomeno in prima battuta si potrebbe<br />

pensare a degli approcci “well-to-wheel” anziché<br />

“tank-to-wheel”, in un’ottica scientifica e orientata<br />

al beneficio totale. Nei prossimi dieci anni andremo<br />

incontro ad una profonda trasformazione del settore<br />

della generazione di potenza meccanica e delle fonti<br />

energetiche, che va affrontata in modo razionale,<br />

mettendo da parte ogni preconcetto».<br />

A fianco, una<br />

valvola Egr di<br />

Dell’Orto concepita<br />

per i veicoli<br />

commerciali.<br />

A sinistra, batterie<br />

figlie del progetto<br />

E-Power, nato nel<br />

luglio del 2019<br />

dall’incontro<br />

tra Dell’Orto ed<br />

Energica Motor<br />

Company.<br />

40<br />

41


VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

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affonda le radici nel 1962.<br />

Praticamente rappresenta<br />

l’antologia del camion dal<br />

boom economico ai nostri<br />

giorni. Le riviste AUTOBUS<br />

e TRATTORI affiancarono<br />

successivamente VADO E<br />

TORNO nella descrizione<br />

incalzante a aggiornata<br />

di quanto avviene nel<br />

trasporto persone e nella<br />

meccanizzazione agricola.<br />

Mondi che rappresentano,<br />

per noi di POWERTRAIN,<br />

gli scenari di quelle che su<br />

queste pagine chiamiamo<br />

applicazioni. Ad ogni uscita<br />

proporremo la sintesi di<br />

un articolo pubblicato sui<br />

numeri precedenti delle<br />

riviste di VADO E TORNO<br />

EDIZIONI, la nostra casa<br />

comune. Senza timore di<br />

smentita possiamo parlare<br />

di “filiera corta”: la catena<br />

cinematica e le macchine<br />

che la sostanziano.<br />

42<br />

43


VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

col gas a<br />

quota<br />

500<br />

Estratto da ‘Vado e Torno’ n. 3, <strong>2023</strong><br />

EMISSIONI PERCHÈ È SBAGLIATA L’EUTANASIA DEL DIESEL<br />

ANTEPRIME VOLVO 500 CV COL BIO-LNG ● COMPLEANNI<br />

I PRIMI 60 ANNI DEL FUSO CANTER ● DAKAR LO SPECIAL PER IL<br />

TRIONFO IVECO ● PROVE VOLKSWAGEN CADDY 2.0 ● TRUCK<br />

RACING LARGO AI GIOVANI ● GOVERNO FINE DELL’IDILLIO<br />

MARZO<br />

<strong>2023</strong><br />

MENSILE<br />

€ 3,00<br />

Prima immissione:<br />

6 marzo <strong>2023</strong><br />

3<br />

Partito con il<br />

piede giusto, il<br />

<strong>2023</strong> dovrebbe<br />

essere l’anno<br />

della ripresa<br />

per il Leone<br />

Dalla scorsa estate Marc<br />

Martinez è direttore generale<br />

di Man Truck &<br />

Bus Italia, nonché responsabile<br />

dell’area adriatica. Proveniente da<br />

un’esperienza analoga in Polonia,<br />

Martinez è chiamato a cambiare<br />

Marc Martinez, Man Truck & Bus<br />

Primo dobbiamo<br />

avere i camion<br />

l’inerzia di un marchio che lo<br />

scorso anno ha fatto segnare un<br />

meno 20,8 per cento di immatricolazioni.<br />

La nostra chiacchierata<br />

inizia proprio da qui.<br />

Man nel 2022 ha accusato più<br />

di altri i ritardi nelle forniture di<br />

componenti e l’allungamento dei<br />

tempi di consegna. In Italia ciò si<br />

è tradotto nella perdita di circa<br />

due punti di share. Dato che ha<br />

riscontro in Europa o l’Italia è<br />

stata particolarmente penalizzata?<br />

«Man ha perso lo scorso anno<br />

una quota di mercato dell’1,8 per<br />

cento rispetto al 2021 (dal 7,9 al<br />

6,1 per cento, ndr). Gli stop forzati<br />

alla produzione per ben sei<br />

settimane, dovuti al fatto che alcuni<br />

nostri fornitori chiave erano<br />

proprio in Ucraina, sono stati la<br />

causa principale. È una situazione<br />

che non riguarda solo l’Italia, se<br />

pensiamo che nel 2022 Man ha<br />

perso 3 punti percentuali in termini<br />

di quote di mercato in Europa,<br />

passando dal 15,9 al 12,9 per<br />

cento. Se guardo al <strong>2023</strong> sono<br />

sicuramente fiducioso, anche se<br />

i risultati dipendono dal livello<br />

di produzione che riusciremo<br />

ad assicurare ai clienti. L’inizio<br />

dell’anno, in questo senso, è stato<br />

incoraggiante».<br />

Man è uno dei quattro costruttori<br />

che offrono una gamma fullrange<br />

da 3,5 a 44 ton. La rete<br />

di vendita e assistenza va quindi<br />

modulata su esigenze differenti.<br />

Pensa che la rete in Italia sia<br />

adeguata?<br />

Serve più presenza<br />

sul territorio<br />

«È vero, siamo multi-specialisti,<br />

e ancora di più se consideriamo<br />

il segmento degli autobus. Questo<br />

per me è un grande vantaggio. In<br />

Italia dobbiamo certamente migliorare<br />

la nostra copertura del<br />

territorio a livello di network. La<br />

nostra strategia per i prossimi cinque<br />

anni prevede anche di essere<br />

più presenti sul territorio rispetto<br />

a oggi».<br />

A questo proposito, intendete<br />

proseguire con la politica dei<br />

Man Center, quindi con le concessionarie<br />

di proprietà?<br />

«Ho avuto esperienze con modelli<br />

di business diversi tra loro.<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 22 di<br />

Vado e Torno Marzo <strong>2023</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

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VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />

Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />

in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

MARZO N. 3 - <strong>2023</strong><br />

ANNO 32°- euro 5,00<br />

Estratto da ‘Autobus’ n. 3, <strong>2023</strong><br />

IN QUESTO NUMERO<br />

TUTTI I NUMERI DEL MERCATO EUROPA,<br />

I LEADER DELL’ELETTRICO, IL RILANCIO<br />

DEL TPL SECONDO ASSTRA, INTERVISTA<br />

AL CEO FLIXBUS, DAL BUSWORLD DI<br />

DETROIT, IL FILOBUS A LECCE<br />

L’alternativa<br />

che<br />

non c’era<br />

Non sono numeri<br />

felici quelli<br />

del mercato<br />

dell’autobus<br />

2022 sopra le<br />

otto ton, che<br />

rispetto al 2021<br />

perde 1.620 unità<br />

Il mondo del bus & coach del<br />

Vecchio Continente non si è ancora<br />

ripreso dalle conseguenze<br />

della pandemia. Un dato, uno dei<br />

tanti – forniti da Chatrou Cme Solutions<br />

– che sciorineremo in questa<br />

analisi, fotografa lo stato (negativo)<br />

Europa 2022 sopra le 8 tonnellate<br />

Effetto<br />

Long Covid<br />

delle cose: 8.779 unità in meno. Infatti,<br />

se nel 2019 il totale delle nuove<br />

immatricolazioni nell’Europa<br />

dei 27 (più Regno Unito, Polonia,<br />

Svizzera, Norvegia e Islanda) registrava<br />

più che soddisfacenti 34.436<br />

unità, nel 2022, invece, il comparto<br />

si è fermato a 25.567 nuove immatricolazioni.<br />

Un numero in calo di<br />

1.620 unità sul 2021, pari al -5,94<br />

per cento. Insomma, la decrescita<br />

infelice continua. E, nonostante la<br />

spinta alla filiera messa in campo<br />

dal fiume di finanziamenti europei<br />

per rinnovare le flotte, l’industria<br />

continua a far fatica a uscire dalle<br />

sabbie mobili di questa crisi.<br />

Industria: chi sale<br />

e chi scende<br />

In cima alla classifica delle case ritroviamo<br />

EvoBus con 6.433 mezzi<br />

(-58 unità sul 2021), che pesano per<br />

il 25,07 per cento del mercato totale.<br />

Un quarto. Sul secondo gradino<br />

del podio siede Iveco Bus (Heuliez<br />

compreso), forte di 5.531 immatricolazioni<br />

(in calo di 366 unità), pari<br />

al 21,56 per cento della torta. Chiude<br />

il podio Man (con Neoplan), che<br />

ha fatto registrare 3.562 targhe, 450<br />

in meno del 2021, che le conferiscono<br />

un peso del 13,88 per cento<br />

a livello continentale. Quarta piazza<br />

per Solaris, che guadagna 106<br />

unità, salendo a 1.410, pari al 5,50<br />

per cento del mercato europeo.<br />

Quindi Volvo, in negativo di 88<br />

mezzi, con 1.382 veicoli, pari al<br />

5,39. Poi Scania (1.142, in calo di<br />

ben 444 macchine sul 2021), Byd<br />

(787, +155 sul 2021), Vdl (553,<br />

-99), Yutong (506, +165), Otokar<br />

(477, +132), Isuzu (418, -44), Adl<br />

(364, -35), Irizar (363, -62), Temsa<br />

(353, -36), Van Hool (289, +161).<br />

I dati per area geografica Francia,<br />

Germania, Italia, Spagna e Regno<br />

Unito – rigorosamente in ordine<br />

di graduatoria – con 15.557 unità<br />

su 25.657 rappresentano il 60,6<br />

per cento del mercato totale. Un<br />

anno fa, invece, mettevano insieme<br />

17.384 targhe, pari al 63,7 per<br />

cento. Sul tetto d’Europa si conferma<br />

la Francia, unico Paese sopra<br />

le 5mila immatricolazioni (5.072<br />

per essere precisi), pur pagando<br />

una perdita di 982 mezzi. Seconda<br />

piazza per la Germania, che crolla<br />

a 4.335 (-1.394), ma tiene a debita<br />

distanza l’Italia<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 18 di<br />

Autobus Marzo <strong>2023</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

46<br />

47


N.3 - <strong>2023</strong> ANNO 28°<br />

MARZO<br />

VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />

Largo al Rex<br />

Estratto da ‘Trattori’ n. 3, <strong>2023</strong><br />

ROBOT: DAL FIRA DI TOLOSA LE NEW ENTRY DELL’AUTOMAZIONE<br />

IN CAMPO: MCCORMICK X7.618 P-6 DRIVE. 6 CILINDRI LIGHT<br />

Sicuramente<br />

uno dei trattori<br />

più sofisticati<br />

prodotti sul suolo<br />

turco, il Basak<br />

5120 mira a far<br />

breccia sui mercati<br />

europei con un<br />

design moderno<br />

e standard<br />

decisamente<br />

occidentali<br />

Basak<br />

Fuori dal<br />

coro<br />

alizzati proprio in Turchia, quanto<br />

piuttosto per il brand sicuramente<br />

poco conosciuto alle nostre latitudini<br />

e per l’allestimento decisamente<br />

premium che strizza l’occhio ai<br />

mercati occidentali.<br />

Le origini di Basak Tractor risal-<br />

L’outsider per eccellenza tra i<br />

finalisti del Tractor of the year<br />

<strong>2023</strong> era sicuramente il turco<br />

Basak 5120 in lizza per il premio<br />

Best Utility. Non tanto per il Paese<br />

di provenienza, molti modelli dei<br />

più blasonati marchi sono infatti regono<br />

ai primi anni del secolo scorso<br />

con la produzione di attrezzature<br />

agricole, mentre la realizzazione<br />

di trattori ebbe inizio negli anni<br />

60 con un accordo di licenza Ford<br />

e successivamente (dalla seconda<br />

metà degli anni 70) impiegando<br />

il marchio Steyr, per poi arrivare<br />

a fabbricare i propri mezzi nel<br />

1996. Nel 2012 l’azienda è entrata<br />

nell’orbita del gruppo Sanko Holding,<br />

una delle principali realtà industriali<br />

turche attivo in dodici aree<br />

di business di proprietà della famiglia<br />

Konukoğlu, con l’obiettivo di<br />

far breccia nel mercato europeo.<br />

Lo stabilimento, situato nella<br />

città di Sakarya su un’area coperta<br />

di 40.000 metri quadrati, ha una capacità<br />

produttiva di 30.000 trattori<br />

all’anno. E proprio a Sakarya ci siamo<br />

recati con la giuria del Tractor of<br />

the Year per valutare le potenzialità<br />

del nuovo alfiere turco.<br />

Con i suoi 120 cavalli di potenza<br />

e un peso a vuoto di 5.200 chili, il<br />

Basak 5120 si piazza a pieno titolo<br />

nella fascia degli utility, quei trattori<br />

chiamati a svolgere mansioni a 360<br />

gradi in azienda, dal trasporto, alla<br />

movimentazione con caricatore,<br />

alle operazioni leggere in campo<br />

aperto. In questa categoria il mercato<br />

europeo si sta spostando verso<br />

macchine caratterizzate da un buon<br />

bagaglio tecnologico, nonché confortevoli,<br />

versatili e dotate di un<br />

look all’avanguardia. Design moderno<br />

che sicuramente non manca<br />

al 5120 così come la componentistica<br />

di prestigio, a partire dal<br />

4 cilindri Deutz, per arrivare alla<br />

powertrain ZF e all’idraulica Bosch<br />

Rexroth. Le linee sono armoniche<br />

e dal sapore sportivo e ben si abbinano<br />

col rosso vivo del cofano e gli<br />

inserti luci a occhi di gatto in stile<br />

Fendt. Lo stesso dicasi per la cabina<br />

tutto vetro a quattro montanti, ben<br />

dimensionata e dotata di botola trasparente<br />

assai utile con caricatore<br />

frontale. anche se mancano i codici<br />

colore dei comandi, fatta eccezione<br />

per l’arancione della trasmissione.<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 34 di<br />

Trattori Marzo <strong>2023</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

48<br />

49


VF VENIERI<br />

VOCAZIONE<br />

MULTIUSO<br />

VF Venieri sarà presente all’edizione <strong>2023</strong><br />

del Samoter, confermando la propria<br />

attitudine internazionale. Nello stand di<br />

500 metri quadrati si punterà sui valori<br />

chiave dell’azienda romagnola, con il<br />

cliente al centro dell’attenzione grazie a<br />

prestazioni, multifunzionalità ed elevata<br />

polivalenza applicativa<br />

OEM E MOTORI<br />

VF Venieri è una delle aziende<br />

storiche del nostro patrimonio<br />

tecnico nazionale, una<br />

delle poche in cui la proprietà non<br />

è mai cambiata, rimanendo nelle<br />

mani di Giacomina Venieri e del<br />

figlio Filippo.<br />

Attivo dal 1948, inizialmente in<br />

campo agricolo (il primo prodotto<br />

fu un trattore cingolato motorizzato<br />

Morris), il costruttore di Lugo,<br />

in provincia di Ravenna, fa infatti<br />

parte di quel tessuto produttivo<br />

di grande valore che ha posizionato<br />

il nostro Paese ai vertici del<br />

settore del movimento terra. Al<br />

Samoter VF Venieri sarà presente<br />

con dieci mezzi che rappresentano<br />

in pieno la filosofia aziendale.<br />

Una caratteristica che ha sempre<br />

distinto l’azienda sono stati i forti<br />

investimenti nella realizzazione di<br />

macchinari multifunzionali a trasmissione<br />

idrostatica, presente su<br />

tutte le macchine dal 1991. L’obiettivo<br />

è sempre stato quello di<br />

progettare, costruire e distribuire<br />

prodotti caratterizzati da alta produttività,<br />

flessibilità, prestazioni<br />

elevate e costi di gestione competitivi:<br />

macchine portattrezzi compatte<br />

per impieghi gravosi, grandi<br />

frese per l’asfalto, turbine da neve<br />

e molto altro. Lo stabilimento<br />

produttivo si estende su 70mila<br />

metri quadrati, di cui 20mila coperti,<br />

e vi trovano collocazione i<br />

reparti produttivi e le postazioni<br />

polivalenti di montaggio, i reparti<br />

prototipi e i campi prova. La<br />

progettazione è assistita dai più<br />

moderni strumenti informatici di<br />

elaborazione disegni e di dimensionamento<br />

dei cinematismi, dei<br />

componenti e della macchina nel<br />

suo complesso. Oggi la gamma<br />

Venieri è composta da terne e<br />

pale gommate di medie e piccole<br />

dimensioni, che sono distribuite in<br />

75 Paesi del mondo. Tutte le pale<br />

gommate sono configurabili anche<br />

in versione agricola, già omologate<br />

per l’utilizzo con ogni tipo<br />

di attrezzatura. Al Samoter Venieri<br />

esporrà due terne articolate<br />

multifunzionali (VF 8.23G e VF<br />

10.23E) alimentate dalla trasmissione<br />

idrostatica Bosch-Rexroth<br />

ed equipaggiate con motore Deutz<br />

Stage V. Tutta la gamma del costruttore<br />

adotta infatti trasmisioni<br />

idrostatiche, motori Stage V<br />

Deutz o Kubota (in qualche caso<br />

Yanmar) e gli assali heavy-duty<br />

Dana-Spycer e Carraro.<br />

Filippo Muccinelli Venieri, Ceo<br />

dell’azienda, sottolinea: «Siamo<br />

focalizzati su prodotti di dimensioni<br />

compatte, resistenti e di lunga<br />

durata. Macchine che abbiano<br />

la possibilità di essere personalizzate<br />

anche dopo l’acquisto. Per<br />

considerare una macchina come<br />

un vero e proprio portattrezzi è<br />

necessario avere un’architettura<br />

ad alto flusso».<br />

Motori e componenti per OEM<br />

Cultura, tecnica, impieghi<br />

e mercato del motore diesel.<br />

Fondato nel 1986<br />

Direttore responsabile<br />

Maurizio Cervetto<br />

Coordinatore redazionale<br />

Fabio Butturi<br />

In redazione<br />

Stefano Agnellini, Ornella Cavalli,<br />

Fabrizio Dalle Nogare, Stefano Eliseo,<br />

Fabio Franchini, Riccardo Schiavo,<br />

Cristina Scuteri, Luca Vitali<br />

Ha collaborato<br />

Maria Grazia Gargioni<br />

Impaginazione e grafica<br />

Marco Zanusso<br />

Gestione editoriale<br />

Fabio Zammaretti<br />

Stampa<br />

Industrie Grafiche RGM srl,<br />

Rozzano (Mi)<br />

Fotolito<br />

Industrie Grafiche RGM srl,<br />

Rozzano (Mi)<br />

Autorizzazione del tribunale<br />

di Milano n.860 del 18 dicembre 1987<br />

Registro Nazionale della Stampa<br />

n. 4596 del 20/04/1994<br />

n. iscrizione R.O.C. 2880 del 30-11-2001<br />

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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004<br />

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