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Vie&trasporti n. 868 aprile 2023

Cover 40 La 7° edizione di Shipping Forwarding& Logistic meet Industry. Tutte le opportunità offerte da un mondo che cambia Prova 14 Test della strada per Fiat E-Doblò Maxi. Circa 180 chilometri di autonomia per la furgonetta che completa la famiglia Anteprime 22 Mercedes-Benz eSprinter. Un nuovo capitolo per l’elettrico della Stella 34 Burgers Double Deck. Attico e superattico 36 Rolfo. Gioielli di famiglia 38 Thermo King. Soluzioni connesse Voci 12 Giuseppe Acquaro, AD Terminali Italia. Un treno da non perdere 26 Harald Seidel, Ceo Daf. Guardiamo sempre più in alto Attualità 6 Le immatricolazioni di Lcv e truck in Italia negli ultimi 4 anni. Tutto come prima 10 Iveco. Il punto sui risultati 2022 24 Chiggiato SpA. Quando il trasporto si fa etico 28 Webfleet Driver Terminal Pro M. Un compagno di lavoro votato alla produttività 29 Test euro Ncap. Veicoli commerciali sicurissimi 30 Automotive I/O Bridging Minds. L’unione fa l’idea 52 Un Renault elettrico per Fercam. Alla conquista della Città Eterna 54 Persone&poltrone 54 Si dice che... 62 #FORUMAutoMotive. Vogliamo la neutralità tecnologica Reti&Service 46 Digital Trucks. Una risposta a ogni domanda delle officine 48 Il parere legale. Le disposizioni del Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro 49 Tornano Automotive Dealer Day e Service Day 50 Automotive Dealer Report 2023. A metà del guado Rubriche 4 Diamo i numeri 51 Associazioni & dintorni. Si può, si può... 59 Motori spenti 60 Leggi, aziende, lavoro. Armi e bagagli 61 Promozioni 64 Vetrina 66 Tutte le prove

Cover
40 La 7° edizione di Shipping Forwarding& Logistic meet Industry. Tutte le opportunità offerte da un mondo che cambia

Prova
14 Test della strada per Fiat E-Doblò Maxi. Circa 180 chilometri di autonomia per la furgonetta che completa la famiglia

Anteprime
22 Mercedes-Benz eSprinter. Un nuovo capitolo per l’elettrico della Stella
34 Burgers Double Deck. Attico e superattico
36 Rolfo. Gioielli di famiglia
38 Thermo King. Soluzioni connesse

Voci
12 Giuseppe Acquaro, AD Terminali Italia. Un treno da non perdere
26 Harald Seidel, Ceo Daf. Guardiamo sempre più in alto

Attualità
6 Le immatricolazioni di Lcv e truck in Italia negli ultimi 4 anni. Tutto come prima
10 Iveco. Il punto sui risultati 2022
24 Chiggiato SpA. Quando il trasporto si fa etico
28 Webfleet Driver Terminal Pro M. Un compagno di lavoro votato alla produttività
29 Test euro Ncap. Veicoli commerciali sicurissimi
30 Automotive I/O Bridging Minds. L’unione fa l’idea
52 Un Renault elettrico per Fercam. Alla conquista della Città Eterna
54 Persone&poltrone
54 Si dice che...
62 #FORUMAutoMotive. Vogliamo la neutralità tecnologica

Reti&Service
46 Digital Trucks. Una risposta a ogni domanda delle officine
48 Il parere legale. Le disposizioni del Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro
49 Tornano Automotive Dealer Day e Service Day
50 Automotive Dealer Report 2023. A metà del guado

Rubriche
4 Diamo i numeri
51 Associazioni & dintorni. Si può, si può...
59 Motori spenti
60 Leggi, aziende, lavoro. Armi e bagagli
61 Promozioni
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66 Tutte le prove

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Intervista<br />

.GIUSEPPE ACQUARO.<br />

Treni in corsa<br />

Aumento della produzione del 30 per cento per Terminali Italia nel<br />

triennio 2020-2022. Una performance ottenuta puntando sui servizi.<br />

Il prossimo passo? L’integrazione (indispensabile) col trasporto marittimo<br />

di Tiziana Altieri<br />

Giuseppe Acquaro,<br />

dal 2017<br />

amministratore<br />

delegato e direttore<br />

generale di Terminali<br />

Italia. Ha una lunga<br />

esperienza nel mondo<br />

delle ferrovie dove<br />

ha ricoperto, tra<br />

l’altro, il ruolo di<br />

responsabile della<br />

sicurezza di Rete<br />

Ferroviaria Italiana.<br />

Una modalità, il ferro, che in Italia è diventata<br />

più appetibile per gli operatori del trasporto<br />

merci negli ultimi anni e che ha<br />

ancora ampi margini di crescita. La sua affermazione<br />

è, però, strettamente correlata all’efficienza<br />

dei servizi terminalistici, di primo e ultimo<br />

miglio. Come quelli offerti da Terminali Italia, società<br />

controllata al 100 per cento da Rete<br />

Ferroviaria Italiana, capofila del polo infrastrutture<br />

del Gruppo FSI. Per fare il punto su quella che è<br />

la situazione e scoprire quali sono i piani per il<br />

prossimo futuro abbiamo incontrato Giuseppe<br />

Acquaro, amministratore delegato e direttore<br />

generale di Terminali Italia.<br />

Di cosa si occupa Terminali Italia?<br />

“Terminali Italia è una società del Gruppo<br />

Ferrovie dello Stato Italiane. Dal 2008 operiamo<br />

nel mercato del trasporto intermodale ferroviario,<br />

occupandoci di servizi di terminalizzazione, di<br />

primo e ultimo miglio. La nostra principale attività<br />

è l’handling, ossia lo spostamento di unità<br />

di carico intermodale da camion a treno e viceversa.<br />

Nel corso degli anni con l’obiettivo di creare<br />

valore per il cliente e rendere più appetibile il<br />

ferro abbiamo ampliato il business con servizi<br />

accessori come manovre ferroviarie, manutenzione,<br />

riparazione e lavaggio container e gestione<br />

di pratiche doganali. Oggi siamo certificati presso<br />

l’agenzia delle dogane come operatore economico<br />

autorizzato”.<br />

L’intermodalità ferroviaria gode di buona<br />

salute?<br />

“Negli ultimi tre anni nonostante la pandemia e<br />

la guerra in Ucraina la nostra società ha registrato<br />

un aumento della produzione del 30 per cento.<br />

Nel 2020 abbiamo movimentato 754 mila unità<br />

di carico intermodale, nel 2021 915 mila e nel<br />

2022 ben 980 mila. Ciascuna unità, in buona sostanza,<br />

è un camion in meno che circola sulle medie<br />

e lunghe distanze, dai 400-600 chilometri”.<br />

L’incremento è dovuto alla maggiore<br />

sensibilità ambientale o a una migliore<br />

offerta di servizi?<br />

“A entrambe. Da un lato l’offerta di servizi accessori<br />

a valore aggiunto ha reso il ferro più vantaggioso,<br />

dall’altro c’è sicuramente una maggiore<br />

sensibilità ambientale. Aggiungo che il mondo<br />

della gomma che sta affrontando molte difficoltà,<br />

sta comprendendo che il ferro, contrariamente<br />

a quello che si pensava in passato, sulle medie<br />

e lunghe distanze rappresenta non una minaccia,<br />

ma un’opportunità. Facendo opportune sinergie,<br />

per le medie e lunghe distanze oltre i 300 chilometri,<br />

il sistema gomma-treno è economicamente<br />

più vantaggioso per entrambe le modalità”.<br />

Tredici terminali in Italia. La vostra capacità<br />

oggi è adeguata?<br />

“Il trend degli ultimi tre anni ci ha fatto comprendere<br />

che non appena avrà fine questa congiuntura<br />

macroeconomica negativa ci troveremo ad<br />

affrontare un’ulteriore crescita. Come sistema<br />

paese, inoltre, abbiamo un obiettivo europeo:<br />

spostare il 30 per cento del traffico della gomma<br />

oltre i 300 chilometri su ferro entro il 2030. Di<br />

fatto, per il sistema ferroviario, significa raddoppiare<br />

il numero dei treni. In quest’ottica Terminali<br />

Italia ha strutturato un piano di investimenti da<br />

100 milioni di euro da realizzare entro il 2026<br />

per incrementare la produzione dell’80 per cento<br />

rispetto a oggi. Stiamo lavorando sulla digitalizzazione<br />

e sull’upgrade degli asset produttivi. Nei<br />

terminali a forte domanda, per esempio, sostituiremo<br />

le gru gommate con quelle a portale per<br />

velocizzare carico e scarico. Abbiamo, invece,<br />

già ampliato la nostra presenza sul territorio nazionale.<br />

Recente l’apertura al pubblico del terminale<br />

di Marghera che tra l’altro, è un esempio virtuoso<br />

di collaborazione tra pubblico e privato win<br />

to win essendo l’infrastruttura privata”.<br />

C’è un gap tra Nord e Sud del Paese?<br />

“Sicuramente un gap c’è, è sotto gli occhi di tutti.<br />

Solo tre dei terminali di Terminali Italia sono nel<br />

Sud Italia. Le ragioni di questa disuniformità vanno,<br />

però, analizzate in maniera adeguata. Il Sud<br />

presenta diverse performance per quanto riguarda<br />

il sistema ferroviario e poi nel Paese non c’è<br />

un’omogena distribuzione dei comparti macro<br />

economici produttivi, concentrati nelle regioni<br />

del Nord. Questo elemento ha fatto si che nel<br />

tempo l'evoluzione infrastrutturale ha avuto una<br />

diversa dinamica. Oggi, quindi, il Sud e in particolare<br />

la Sicilia, nel nuovo contesto di sviluppo<br />

si trova penalizzato e pertanto occorre recuperare<br />

velocemente il gap sin qui accumulato. Al<br />

momento, l'infrastruttura ferroviaria non è adeguatamente<br />

performante e ciò di fatto rende indisponibile<br />

la modalità ferroviaria a quegli operatori<br />

che vogliono vogliono utilizzare il trasporto<br />

combinato ferroviario. Questo gap verrà colmato<br />

nel prossimo futuro dal Gruppo FSI mediante la<br />

realizzazione del dell'attuale piano di investimenti<br />

già in corso di realizzazione”.<br />

PNRR. Una buona occasione?<br />

“Il PNRR è un’occasione storica per rinnovare<br />

l’infrastruttura ferroviaria e migliorare il trasporto<br />

merci su ferro, a lungo rimasto indietro rispetto<br />

al trasporto passeggeri. Il PNRR contribuirà a<br />

rendere più competitivo il sistema paese e a rispondere<br />

agli obiettivi di sostenibilità ambientale.<br />

Basti pensare che oggi su un treno carichiamo<br />

l’equivalente di 30 camion che mediamente<br />

percorrono 400 chilometri.<br />

Nel PNRR c’è molta attenzione al Sud. Lo scopo<br />

non è solo eliminare quel gap a cui abbiamo accennato:<br />

il Sud Italia oggi si presenta per sua natura<br />

geografica come un nodo strategico fondamentale<br />

per il traffico marittimo nel Mediterraneo.<br />

Le regioni del Sud sono la prima interfaccia per<br />

le navi che arrivano dal canale di Suez. Avere un<br />

sistema infrastrutturale forte, capace di attrarre<br />

quei traffici e spostarli sulla terraferma rende più<br />

competitiva la piattaforma Italia. Noi attivando i<br />

fast corridors riduciamo i tempi di sdoganamento<br />

e svuotamento del terminal e del porto e i tempi<br />

di sosta delle navi diventando in tal modo e per<br />

taluni segmenti di traffico, una valida alternativa<br />

ai porti del nord Europa. Infine, l’adeguamento<br />

delle linee e delle stazioni ferroviarie per renderle<br />

idonee alla circolazione di treni merci fino a 750<br />

metri e a trasportare anche i semirimorchi, ci consentirà<br />

di abbattere notevolmente i costi fissi imputabili<br />

alla trazione ferroviaria. Questo è già<br />

stato dimostrato. Infatti, una quota parte di quell’aumento<br />

di produzione del 30 per cento nel triennio<br />

2020-2022 è da imputare all’adeguamento<br />

della sola sagoma della linea adriatica”.<br />

Quali sinergie e quali nuovi servizi per<br />

sviluppare la domanda di treno?<br />

“Per sviluppare la domanda di treno e il sistema<br />

ferroviario serve attrarre gli spedizionieri e i grandi<br />

corrieri internazionali offrendo loro servizi<br />

complementari, come la pulizia e la riparazione<br />

dei container, i servizi doganali, l’informatizzazione<br />

dei processi. Attività che possono far risparmiare<br />

soldi e tempo. Il trasporto ferroviario<br />

delle merci è un settore che non può avere trasferimenti<br />

dallo stato, è un segmento a mercato<br />

e l’approccio deve essere a mercato. Gli incentivi<br />

sono sicuramente necessari in una fase transitoria<br />

nella quale sono necessari forti investimenti<br />

da parte degli operatori economici del comparto,<br />

i quali, tuttavia, a regime devono puntare ad una<br />

autonoma sostenibilità economica”.<br />

ATP. Ci sono margini per crescere?<br />

“È un settore dove sicuramente i margini per crescere<br />

ci sono. Occorre, però, realizzare nei terminal<br />

infrastrutture dedicate specifiche, come<br />

parcheggi con colonnine di ricarica elettriche.<br />

Su questa tipologia di trasporto in passato abbiamo<br />

avuto modo di confrontarci con alcuni<br />

clienti. Credo sia di fondamentale importanza<br />

avviare uno studio per individuare i possibili nodi<br />

nei quali gli investimenti possono essere fatti in<br />

maniera remunerativamente accettabile”.<br />

Come si immagina il prossimo futuro?<br />

“Nel futuro Terminali Italia sarà inserita all’interno<br />

di un mosaico dove il trasporto marittimo sarà<br />

centrale. Il 75 per cento dell’import e dell’export<br />

italiani oggi vengono trasportati via mare. Il valore<br />

della merce che quotidianamente transita<br />

dal canale di Suez, che assorbe il 40 per cento<br />

a valore degli scambi Europa-Asia, ammonta a<br />

10 miliardi di euro. A questo bisogna aggiungere<br />

che il Mediterraneo continuerà a rimanere centrale<br />

e che l’Italia è il primo approdo naturale. Al<br />

sistema portuale in questo contesto è affidata<br />

la funzione di principale interfaccia con il sistema<br />

economico e produttivo nazionale. Penso che i<br />

porti, all’interno di un disegno nazionale, debbano<br />

specializzarsi per settori merceologici in base<br />

alle rotte marittime. La logistica di terra non può<br />

prescindere da questi elementi. Il sistema ferroviario<br />

che rientra a pieno titolo in questo scenario,<br />

si deve integrare efficacemente con il sistema<br />

marittimo dal punto di vista infrastrutturale<br />

e funzionale mediante l’erogazione da parte<br />

dei terminalisti di terra, come Terminali Italia,<br />

di attività doganali finalizzate alla creazione di<br />

corridoi veloci.<br />

Fra l’altro non dimentichiamo che sdoganare in<br />

Italia comporta anche un beneficio per le casse<br />

dello Stato: per ogni container il fisco incassa<br />

circa il 25 per cento del valore della merce tra<br />

Iva e accise. Un treno da non perdere”.<br />

12 - 04 <strong>2023</strong><br />

www.vie<strong>trasporti</strong>web.it<br />

www.vie<strong>trasporti</strong>web.it 04 <strong>2023</strong> - 13

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