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La biblioteca di don Valetti - Arcidiocesi di Torino

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Parrocchia Santi Giovanni Battista e Remigio <strong>di</strong> Carignano<br />

Notiziario <strong>di</strong> vita parrocchiale<br />

Numero speciale - marzo 1970<br />

<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong><br />

parla<br />

ancora<br />

oggi<br />

(Rie<strong>di</strong>zione del documento originale datato marzo 1970)


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

DON VALETTI PARLA ANCORA OGGI<br />

attraverso la testimonianza <strong>di</strong> coloro che hanno ricevuto<br />

il suo messaggio, che anche ai nostri giorni conserva<br />

tutta la sua freschezza.<br />

Di lui perÄ non limitiamo il ricordo alla sola parola: Don<br />

<strong>Valetti</strong> ha fatto, ha lavoralo, ha sofferto. Il suo metodo<br />

era: intravedere con chiarezza una linea <strong>di</strong> azione, agire<br />

subito, e portare al termine con impegno e fermezza.<br />

Di una sola cosa non ebbe premura.<br />

Quando mi recai da lui a fare la mia prima visita, dopo<br />

la mia designazione a Carignano, mi manifestÄ la sua<br />

cor<strong>di</strong>alitÅ nel ricordare gli incontri in Seminario <strong>di</strong> Rivoli,<br />

dove lo invitavo come commissario agli esami <strong>di</strong> Storia<br />

Ecclesiastica, e la sua gioia nell'accogliermi vicino a lui.<br />

Congedandomi, mi <strong>di</strong>sse: ÇLei dovrÅ poi darmi gli ultimi<br />

Sacramenti, ma non abbia fretta... É.<br />

Avrei voluto non avere fretta. Ma ormai era tempo che<br />

la sua fiaccola passasse nelle nostre mani.<br />

3<br />

Sac. CARLO DOLZA


Le tappe della sua vita<br />

1883: nasce a Buttigliera Alta.<br />

Dopo le scuole elementari, frequenta il ginnasio nel Seminario<br />

Bra e il corso liceale nel Seminario <strong>di</strong> Chieri.<br />

Per due anni Ä novizio nell'Istituto dei Missionari della<br />

Consolata ed emette la professione religiosa.<br />

Per causa <strong>di</strong> malattia Ä costretto ad abban<strong>don</strong>are il suo<br />

ideale missionario e, dopo oltre un anno <strong>di</strong> convalescenza,<br />

termina il corso teologico nel Seminario <strong>di</strong> <strong>Torino</strong><br />

presso la sede del Regio Parco.<br />

1907: Ä or<strong>di</strong>nato Sacerdote. Compie gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> pastorale al<br />

Convitto della Consolata.<br />

1909: Ä destinato viceparroco a Carignano. Nel frattempo<br />

consegue la licenza normale.<br />

1915/18: Ä soldato <strong>di</strong> sanitÅ durante la guerra<br />

1919: Ä insegnante nelle scuole elementari <strong>di</strong> Carignano.<br />

1923: si trasferisce nella Confraternita dello Spirito Santo come<br />

rettore<br />

1926: e sospeso dall'insegnamento per il suo antifascismo<br />

1944: viene messo in carcere perchÇ partecipante ai movimenti<br />

<strong>di</strong> liberazione. Tornato in libertÅ, riprende il suo<br />

insegnamento fino alla scadenza dei 40 anni <strong>di</strong> servizio.<br />

1957: nel 50É <strong>di</strong> Sacerdozio il Comune <strong>di</strong> Carignano gli conferisce<br />

la Citta<strong>di</strong>nanza onoraria.<br />

1970: mercoledÑ 18 febbraio muore serenamente nel Signore.<br />

II funerale <strong>di</strong> Trigesima sarÄ celebrato nel Duomo <strong>di</strong> Carignano<br />

mercoledÅ 18 marzo alle ore 9.<br />

4


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

Don <strong>Valetti</strong> fu<br />

soprattutto<br />

Prete<br />

I primi a praticare Don <strong>Valetti</strong> furono i<br />

miei familiari, quando io ero ancora<br />

seminarista. Della nostra panetteria<br />

aveva fatto il centro <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

della "Voce dell'operaio ".<br />

Lo ricordo anche nelle vacanze, nel<br />

cortile dall'oratorio, in atto <strong>di</strong> dominare<br />

con la sua voce tonante il folto gruppo<br />

dei ragazzi <strong>di</strong> allora; o talvolta a colloquio<br />

con giovani capaci <strong>di</strong> accogliere<br />

le sue i-dee sociali: Tonio Ferrero, Dino<br />

Fasano, Mario Arrighi, Andrea Cavigliasso,<br />

Dino Bauducco e, se fossero<br />

ancora vivi: Pin Lombardo, Tonio<br />

Chiavassa, Brussino Francesco e Gaspare<br />

Margaria potrebbero <strong>di</strong>re molto<br />

<strong>di</strong> quelle confidenze preziose.<br />

Il mio primo agganciamento con lui<br />

avvenne durante la guerra 1915-18 a<br />

Nogaredo. Da Palmanova, dove mi<br />

trovavo, superai non piccole <strong>di</strong>fficoltÄ<br />

per incontrarlo. Lo riconobbi dalla sua<br />

mole inconfon<strong>di</strong>bile alla porta <strong>di</strong> un<br />

magazzino: ricordo la pena provata<br />

nel vedere un sacerdote costretto per<br />

anni a numerare coperte e lenzuola <strong>di</strong><br />

un ospedaletto da campo...<br />

Ci rivedemmo una seconda volta a<br />

Marostica: ebbi l'occasione <strong>di</strong> fargli<br />

indossare una mia maglia pulita che<br />

avevo avuto da casa, perchÅ la sua<br />

proprio non era pulita...<br />

Nella scuola potei stargli al fianco: lui<br />

provetto insegnante, io alle prime ar-<br />

5<br />

mi. Forse senza <strong>di</strong> lui non ce l'avrei<br />

fatta: paziente piÇ che non sembrasse,<br />

si pro<strong>di</strong>gava per tutti.<br />

Anni meravigliosi per la cor<strong>di</strong>alitÄ e<br />

per l'affiatamento: tre sacerdoti maestri<br />

- Bertola, <strong>Valetti</strong> e il sottoscritto -<br />

Mussano, giovane <strong>di</strong> A.C. e un gruppo<br />

<strong>di</strong> insegnanti da Comunione quoti<strong>di</strong>ana.<br />

Poi il <strong>di</strong>avolo ci mise la coda. Il rifiuto<br />

a iscriversi al Partito fascista da parte<br />

del gruppo che il Direttore Antonelli<br />

definÉ "la quadruplice, con <strong>Valetti</strong><br />

<strong>di</strong>ttatore, Lusso, Mussano e la maestra<br />

Vassarotto".<br />

Le cose si fecero piÇ serie nel '26. lo<br />

mi limitai a continuare nel rifiuto, trincerandomi<br />

nella proibizione dell'autoritÄ<br />

ecclesiastica. Lui volle passare all'attacco.<br />

Ricordo il colloquio all'uscita<br />

dalla bene<strong>di</strong>zione serale: "Hai risposto?".<br />

Mi <strong>di</strong>sse: "Ho risposto che non<br />

posso aderire al fascismo nÅ come<br />

sacerdote, nÅ come citta<strong>di</strong>no italiano".<br />

Lo supplicai <strong>di</strong> non spe<strong>di</strong>re, <strong>di</strong> <strong>di</strong>re soltanto<br />

a voce le sue ragioni. Rispose:<br />

"Lo sai come sono fatto io, non mi piace<br />

stare a mezza strada". E spedÉ. Le<br />

conseguenze furono imme<strong>di</strong>ate: trasferimento<br />

a Chianocco, in una scuola<br />

sperduta della Val <strong>di</strong> Susa, e l'anno<br />

seguente a Carpignano Sesia. Infine<br />

la destituzione dall'insegnamento, che<br />

Io costrinse a cercare occupazione<br />

presso collegi religiosi.<br />

Padre Biagioni dei Barnabiti lo apprezzÑ<br />

e gli fu amico fedele.<br />

Un giorno si parlÑ <strong>di</strong> centri antifascisti<br />

a Carignano. Anch'egli fu arrestato.<br />

Ricordo quell'8 <strong>di</strong>cembre 1944, nel


primo dopopranzo. Lo vedo ancora<br />

sulla piazza avanzare pallido per la<br />

rabbia, ravvolto nel suo vecchio mantello,<br />

con il capo coperto dal solito<br />

zucchetto, salire sul carro e partire.<br />

Prima a Savigliano, poi nelle carceri <strong>di</strong><br />

<strong>Torino</strong>.<br />

Liberato dopo 40 giorni, tornÑ fra noi<br />

come se avesse chiuso una parentesi<br />

<strong>di</strong> sua vita. E rimase quello che era<br />

sempre stato: prete. Prete quando saliva<br />

aIl'altare per trovare la sua piÇ<br />

grande consolazione e per favorire<br />

con la celebrazione alle prime ore del<br />

mattino le operaie che si recavano al<br />

lavoro.<br />

Prete quando agitava le gran<strong>di</strong> idee<br />

sociali che da Leone XIII in poi stavano<br />

aprendosi la strada. Prete quando<br />

un uomo<br />

TUTTO<br />

d'un pezzo<br />

6<br />

al confessionale assiepato <strong>di</strong> uomini<br />

elargiva il per<strong>don</strong>o <strong>di</strong> Dio.<br />

Gli chiedevo a volte: "Come puoi conservare<br />

una fede sicura, tu che leggi<br />

Teilhard de Char<strong>di</strong>n, il catechismo olandese<br />

e tutte le riviste <strong>di</strong> punta?". Mi<br />

rispondeva: "<strong>La</strong> tua fede Ö cresciuta<br />

nella bambagia, senza <strong>di</strong>scussioni. Se<br />

tu avessi seguito le lotte, ora non saresti<br />

turbato".<br />

Suo ultimo desiderio: "Non lasciatemi<br />

morire senza l'Olio Santo! Mi fareste<br />

un torto imper<strong>don</strong>abile". Era l'espressione<br />

della sua fede che dal mistero<br />

della TrinitÄ all'acqua santa si erigeva<br />

come u-na colonna solida. Sostegno<br />

che ora rimpiangiamo.<br />

sac. Giovanni Battista Lusso<br />

E' <strong>di</strong>fficile scrivere <strong>di</strong> Don <strong>Valetti</strong> a breve <strong>di</strong>stanza dalla<br />

sua morte. Ci si avvede che quest'uomo, questo Ä prete<br />

Å, <strong>di</strong> cui conosciamo solo ciÇ che ha potuto trasparire<br />

dai suoi atteggiamenti pubblici, É ancora tutto da scoprire.<br />

Da alcuni anni chiuso nel suo alloggio tra chiesa e campanile,<br />

attendeva quello che egli chiamava Ä ultimo esame<br />

Å con il rammarico <strong>di</strong> non poter piÑ prestare come un<br />

tempo la sua collaborazione alla Parrocchia. Aveva saputo<br />

spogliarsi <strong>di</strong> quanto aveva <strong>di</strong> piÑ caro dopo il suo<br />

ministero: il colloquio con gli uomini che incrociava<br />

accanto alla sua chiesa, i suoi libri che lasciÇ, lui vivente,<br />

alla <strong>biblioteca</strong> del Seminario. Cre<strong>di</strong>amo che pochi<br />

come lui, in Carignano nessuno come lui, abbiano intuito,<br />

anticipato, rappresentato le idee piÑ vive della prima<br />

metÖ del secolo.


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

Lettore attento, profondo, ostinato, aveva<br />

saputo fare dei suoi libri un veicolo<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle sue idee, <strong>di</strong> incoraggiamÜnto<br />

nei perio<strong>di</strong> piÑ scuri, <strong>di</strong> formazione<br />

dei giovani all'impegno sociale.<br />

Rosmini, Bonomelli, Mazzolari,<br />

Sturzo, erano per lui punti <strong>di</strong> riferimento<br />

quando era <strong>di</strong>fficile sottrarsi al giu<strong>di</strong>zio<br />

non certo benevolo su <strong>di</strong> essi.<br />

Fu giornalista, traduttore (É sua la prima<br />

traduzione del Ä Diario <strong>di</strong> un curato <strong>di</strong><br />

campagna Å, che venne <strong>di</strong>strutta per il<br />

rifiuto dell'imprimatur). Firmandosi prima,<br />

poi con lo pseu<strong>don</strong>imo <strong>di</strong> Äp. VialeÅ<br />

durante il fascismo, fu fecondo <strong>di</strong><br />

scritti: scarni, essenziali, pratici, come<br />

la sua parola al Vangelo, ma vivi, intrisi<br />

<strong>di</strong> un profondo senso della realtÖ quoti<strong>di</strong>ana,<br />

delle ansie, delle attese.<br />

Schietto nello scrivere come nelle relazioni,<br />

non fu mai polemico, acerbo. Pur<br />

tuttavia scrisse e <strong>di</strong>sse sempre quanto<br />

pensava agli avversari e, soprattutto,<br />

agli amici.<br />

Le sue posizioni avanzate, palesemente<br />

manifestate e <strong>di</strong>fese, la sua noncuranza<br />

Per Pietro <strong>Valetti</strong>, uomo <strong>di</strong> spiccata<br />

personalitÅ, al quale si ad<strong>di</strong>ce, an-<br />

che per la sua origine, il verso del<br />

nostro Nino Costa: "masc Ñd Val<br />

Susa dur come 'd martei", conservÖ<br />

questa sua forte espressione sino al<br />

7<br />

per alcune <strong>di</strong>sposizioni Ä sensa sens Å,<br />

non lo portarono mai al <strong>di</strong> fuori della<br />

Chiesa, all'interno della quale sentiva <strong>di</strong><br />

dover contribuire con il suo ministero,<br />

la sua vita e le sue posizioni stesse.<br />

Fondatore del Circolo <strong>di</strong> A.C. nel lontano<br />

'18, animatore del Partito Popolare,<br />

fu un formatore <strong>di</strong> almeno due generazioni.<br />

Estromesso dall'insegnamento<br />

nelle elementari per le sue idee, fece<br />

parte del C.L.N. <strong>di</strong> Carignano: per questo<br />

fu rinchiuso in carcere dove potÉ<br />

riabbracciare un suo ex allievo che aveva<br />

seguito le sue idee fino a con<strong>di</strong>viderne<br />

il rischio.<br />

Animatore della rinascita democratica<br />

del dopoguerra, fu amministratore <strong>di</strong><br />

Opere Pie, portando il contributo <strong>di</strong> uomo<br />

moderno, aperto, e rinnovando in<br />

quel campo mentalitÖ e strutture.<br />

Di lui molto si saprÖ ancora. Per quanto<br />

l'abbiamo conosciuto rimane per noi un<br />

esempio <strong>di</strong> <strong>di</strong>rittura morale, <strong>di</strong> coraggio,<br />

<strong>di</strong> fedeltÖ.<br />

Carlo Arduino<br />

<strong>La</strong> sua presenza tra uomini politici<br />

suo ritorno al Padre, pur vestita<br />

della serenitÅ del vero sacerdote <strong>di</strong><br />

Cristo, della bontÅ sua naturale e<br />

dell'alta comprensione cristiana del-<br />

le umane debolezze.<br />

Fedele al suo sacerdozio, con esem-


plaritÅ tale che lo fece fratello <strong>di</strong><br />

quanti lo avvicinarono sin dal primo<br />

incontro, fu un contestatore “ante<br />

litteram” se pensiamo che, primo in<br />

<strong>di</strong>ocesi, affrontÖ la bicicletta e il basco,<br />

esterni segni <strong>di</strong> chi vede avanti,<br />

al <strong>di</strong> lÅ del formalismo.<br />

Gran<strong>di</strong> critiche gli furono mosse per<br />

sÑ piccole rotture, pur gran<strong>di</strong> in sÑ<br />

lontano tempo, che giÅ segnavano<br />

la necessitÅ <strong>di</strong> un contatto piÜ vivo<br />

col mondo, nella sempre piÜ accelerata<br />

evoluzione.<br />

Con vero slancio accolse me piÜ<br />

giovane valsusino <strong>di</strong> recente arrivato<br />

dopo l'espulsione <strong>di</strong> Novara<br />

(1928), nei primi incontri in quel<br />

"retro" della S.E.I. in via Garibal<strong>di</strong><br />

ove un comune grande Amico, il<br />

Cav. Franco Pecchia, dava coraggiosa<br />

ospitalitÅ nella sua <strong>di</strong>rezione<br />

a un gruppo <strong>di</strong> uomini che alternativamente<br />

si incontravano, si puÖ <strong>di</strong>re<br />

quoti<strong>di</strong>anamente, prima a commentare<br />

gli Sviluppi politici d'Italia<br />

ed Europa, in<strong>di</strong>, dopo l'8 settembre,<br />

a determinare contatti operativi e,<br />

dopo il 25 aprile, a seguire con ansia<br />

gli sviluppi della politica <strong>di</strong> ricostruzione.<br />

Eravamo ai tempi del Trattato con il<br />

Vaticano e del conseguente Concordato<br />

in<strong>di</strong>spensabile a quella libertÅ<br />

della Chiesa, nel suo riflesso internazionale,<br />

atto a darle ampio respiro<br />

sino agli sviluppi in corso, dettati<br />

dal “Vaticano II”, continuazione piÜ<br />

adeguata ai tempi del “Vaticano I”<br />

interrotto da Porta Pia, ma che visto<br />

al suo tempo non poteva non<br />

8<br />

essere esaminato nelle intenzioni<br />

del contraente italiano e delle complicanze<br />

politiche che in fondo riappaiono<br />

sotto altri profili in questi<br />

giorni.<br />

In tali momenti vibranti, pur nella<br />

reale apatia dei citta<strong>di</strong>ni, Don <strong>Valetti</strong><br />

seppe essere il moderatore sereno<br />

e acuto delle nostre animate <strong>di</strong>scussioni,<br />

reso ancor piÜ vive da sei<br />

arresti e interrogatori ripetuti nell'arco<br />

del 1929 su uno <strong>di</strong> noi, proprio<br />

in parte anche originati da affermazioni<br />

fatte in quel tempo su<br />

tale tema e sulle teorie del Suarez<br />

e dell'Aquinate sul Tirannici<strong>di</strong>o, portandoci<br />

a conclusioni tuttora valide<br />

sia nella valutazione religiosa che<br />

su quella politica dell'evento.<br />

Il 1931, con le <strong>di</strong>struzioni dei circoli<br />

<strong>di</strong> A. C. I., portÖ l'atmosfera al calor<br />

bianco e Don <strong>Valetti</strong> ancora una<br />

volta fu <strong>di</strong>agnostico fermo e sereno<br />

cosÑ come piÜ tar<strong>di</strong> nelle avventure<br />

d'Africa, <strong>di</strong> Spagna e <strong>di</strong> Albania<br />

seppe vedere con alcuni <strong>di</strong> noi lo<br />

sviluppo dello sfaldamento, senza le<br />

illusioni <strong>di</strong> alcuni amici che attendevano<br />

da tali operazioni la soluzione<br />

che venne soltanto piÜ tar<strong>di</strong> e piÜ<br />

dolorosa. Mai la passione ideale,<br />

pur in lui fortissima e decisissima,<br />

prese il sopravvento sui suoi giu<strong>di</strong>zi<br />

nei problemi piÜ <strong>di</strong>sparati della politica<br />

e della sociologia.<br />

Non possiamo <strong>di</strong>menticare che per<br />

gli ideali seppe, con fredda determinazione<br />

e prontezza <strong>di</strong> decisione,<br />

rifiutare <strong>di</strong> accettare la circolare<br />

che prescriveva il saluto romano in


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

classe; infatti ne <strong>di</strong>ede lettura e<br />

spiegÖ ai ragazzi i motivi del suo<br />

<strong>di</strong>niego a tale ingiunzione,<br />

facen<strong>don</strong>e imme<strong>di</strong>ata annotazione<br />

in calce alla circolare stessa.<br />

Privato conseguentemente dell'insegnamento<br />

e allontanato dalla<br />

scuola ove aveva operato con spirito<br />

<strong>di</strong> apostolo, si de<strong>di</strong>cÖ allo stu<strong>di</strong>o<br />

dei problemi sociali e <strong>di</strong> quelli economici,<br />

collegati con quelli che investivano<br />

tutti gli orientamenti politici<br />

nelle varie parti del mondo,<br />

raggiungendo in tali materie una<br />

vasta cultura da considerarsi allora,<br />

quando l'UniversitÅ era la massima<br />

espressione della cultura, <strong>di</strong> grado<br />

universitario.<br />

Tali stu<strong>di</strong> e conseguenti <strong>di</strong>scussioni<br />

non abban<strong>don</strong>Ö piÜ neppure quando<br />

i Rosminiani seppero chiamarlo<br />

alla loro scuola torinese malgrado<br />

non fosse in odore <strong>di</strong>... santitÅ politica.<br />

Era veramente per noi un piacere<br />

averlo come interlocutore singolo e<br />

come attivo partecipante alle riunioni<br />

<strong>di</strong> Via Garibal<strong>di</strong>. Quando il tema<br />

o le circostanze prendevano piÜ<br />

ampi sviluppi era lui che ci ospitava<br />

nella pace del suo chiostro e in particolare<br />

convocava a Carignano per<br />

una cena <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o l'avvocato Renato<br />

Vuillermin poi fucilato a Savona<br />

nel <strong>di</strong>cembre 1943, l'Avv. Valdo Fusi,<br />

processato con i Martiri del Martinetto<br />

e che oggi indegnamente lo<br />

ricorda.<br />

Le animate <strong>di</strong>scussioni allora raggiungevano<br />

le ore piccole, ma tutti<br />

9<br />

rientravamo rinfrancati nelle idee e<br />

rincuorati dalla ospitalitÅ squisita<br />

delle sue care sorelle e dai vetri<br />

preclari della sua <strong>biblioteca</strong>.<br />

Ma soprattutto la sua <strong>biblioteca</strong> religiosa<br />

e sociale era una sapiente<br />

scelta <strong>di</strong> testi, fonte <strong>di</strong> notevoli argomenti<br />

per la nostra preparazione<br />

ai problemi che ci interessavano e<br />

nei quali egli ci era maestro; con il<br />

piacere <strong>di</strong> concederci anche qualche<br />

lettura straniera proibita... dal regime,<br />

giunta attraverso i pur sorvegliati<br />

passi della nostra Valsusa.<br />

Per tale via ebbimo alcune delle<br />

opere dell'esule Senatore Prof. Don<br />

Luigi Sturzo, lette e <strong>di</strong>scusse insieme<br />

e poi da lui tradotte, in previsione<br />

dell'agognata libertÅ.<br />

CosÑ, subito dopo il 25 aprile, potÄ<br />

offrire le stesse in lettura a piÜ ampio<br />

numero <strong>di</strong> Italiani, senza attendere<br />

che gli originali arrivassero dagli<br />

Stati Uniti, il che si avverÖ infatti<br />

soltanto nel tardo 1946.<br />

Il Senatore Sturzo fu informato,<br />

tramite il Presidente Scelba, della<br />

<strong>di</strong>sinteressata opera <strong>di</strong> Don <strong>Valetti</strong><br />

e <strong>di</strong>ede il suo assenso a questo nostro<br />

appassionato... reato <strong>di</strong> traduzione,<br />

che aveva anticipato agli Italiani<br />

la conoscenza dell'alto pensiero<br />

sociale e politico <strong>di</strong> Don Sturzo,<br />

affidan<strong>don</strong>e la soluzione all'opera<br />

congiunta <strong>di</strong> Scelba e mia; cosicchÇ<br />

a me... correo, venne dato l'incarico<br />

<strong>di</strong> rappresentarlo in <strong>Torino</strong>, come<br />

giÅ facevo con il mio ufficio per<br />

gli amici Spataro e Zoli durante il<br />

ventennio.


In un ultimo incontro a Carignano, nella scorsa primavera, ci eravamo ancora<br />

come un tempo interrogati sulle delusioni attuali dei sogni che ci avevano<br />

guidati: dal Cielo ora ci aiuti, come ci aiutÖ in terra in ore <strong>di</strong>fficili sia a chiarire<br />

le idee che a operare.<br />

<strong>La</strong> vita Ö come un palazzo:<br />

non puÑ <strong>di</strong>rsi compiuta se la costruzione<br />

non giunge al tetto; se non attinge<br />

la piena maturitÄ. <strong>La</strong> morte <strong>di</strong> un giovane,<br />

infatti, ci appare ingiusta proprio<br />

perchÅ le stagioni non si sono spiegate<br />

tutte, con tutti i loro frutti.<br />

Un uomo valuta gli altri uomini appieno<br />

solamente quando ha trascorso<br />

tutti i tempi che Dio gli ha dato: sicchÅ,<br />

a me viene data la fortuna <strong>di</strong> potere,<br />

oggi, riandando con l'affetto e il giu<strong>di</strong>zio<br />

ai vecchi tempi, <strong>di</strong> stimare, come<br />

un gioielliere, le persone importanti,<br />

che 'hanno inciso nella mia vita, sceverandole<br />

da quelle, non poche, che<br />

ho amato e servito, magari mitizzato,<br />

scrutan<strong>don</strong>e poi, amaramente, ma<br />

lucidamente, le pecche, la vanitÄ.<br />

Soltanto oggi sono in grado <strong>di</strong> parlare<br />

<strong>di</strong> Don <strong>Valetti</strong> perchÅ i molti decenni <strong>di</strong><br />

amicizia, i tanti anni passati, me lo collocano<br />

fina l mente nella <strong>di</strong>mensione<br />

giusta; definitiva: non posso piÇ sbagliare<br />

su <strong>di</strong> lui.<br />

E' un uomo che ha costruito uomini;<br />

non si puÑ <strong>di</strong>re <strong>di</strong> molti, mi sembra.<br />

Un uomo le cui doti erano, per cosÉ<br />

<strong>di</strong>re, quintessenziate: prete come ce<br />

ne furono, ce ne sono, grazie a Dio,<br />

ma, per intenderci, come li vedeva, li<br />

voleva Bernanos che, al letto <strong>di</strong> morte<br />

10<br />

Giuseppe Maria Sibille<br />

scaccia l'abatino urlando: un prete voglio,<br />

un povero prete.<br />

Una montagna <strong>di</strong> fede, sconosciute<br />

valanghe, inimmaginabili erosioni, una<br />

fede che innalzava anche noi alle sue<br />

altezze, sopra non c'Ö che il cielo; una<br />

coerenza questa, purtroppo, eccezionale,<br />

allora e oggi: nei miei ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

vecchio militante cattolico pongo nella<br />

mia venerazione due preti straor<strong>di</strong>nari<br />

<strong>di</strong> coerenza: Don Giulio Bevilacqua e<br />

lui, Don <strong>Valetti</strong>; una chiarezza <strong>di</strong> visioni<br />

che nasceva dal coraggio che lo<br />

caratterizzÑ, che in noi cercava <strong>di</strong> trasfondere.<br />

Nell'autunno del 1943, cioÖ nel periodo<br />

piÇ <strong>di</strong>fficile della storia d'Italia, venne<br />

da me.<br />

Lungamente, lentamente, come tenesse<br />

una lezione, e lezione era,<br />

quella <strong>di</strong> tutto il suo passato, cogente<br />

come quella che promana dalla sua<br />

limpidezza <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio, mi spiegÑ che il<br />

cristiano non poteva starsene in <strong>di</strong>sparte,<br />

che forse si andava in prigione<br />

o a morte, io avevo la pelle d'oca, <strong>di</strong>ceva<br />

ardue cose, ma ne possedeva<br />

l’autoritÄ, <strong>di</strong>ceva che la lotta armata<br />

contro la follia del nazismo nasceva<br />

dal battesimo, dalla cresima.<br />

Valdo Fusi


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

L'uomo <strong>di</strong> cultura<br />

Per comprendere adeguatamente<br />

la figura <strong>di</strong> Don Pietro <strong>Valetti</strong><br />

come uomo <strong>di</strong> cultura, nell'ambito<br />

soprattutto della cultura ecclesiastica<br />

piemontese e torinese, occorrerebbe<br />

conoscere meglio <strong>di</strong> quanto oggi non<br />

conosciamo l'ambiente degli stu<strong>di</strong><br />

ecclesiastici piemontesi tra la fine del<br />

sec. XIX e i primi del XX. E' questo il<br />

periodo che un valente storico della<br />

nuova generazione, Pietro Scoppola,<br />

ha definito come il momento del<br />

“rinnovamento religioso” e della “crisi<br />

modernista in Italia”.<br />

Nell'ambito piemontese due ricerche<br />

<strong>di</strong> ampio respiro attualmente in corso,<br />

anzi pressochÅ ultimate, permetteranno,<br />

quando saranno rese <strong>di</strong><br />

pubblica ragione, questo necessario<br />

inquadramento: quella <strong>di</strong> <strong>don</strong> Maurilio<br />

Guasco (che ha giÄ dato un ottimo<br />

saggio sul Murri) sulla cultura dei Seminari<br />

piemontesi alla fine dell'800 e<br />

quella <strong>di</strong> un mio allievo, Sergio Soave,<br />

sulla situazione religiosa piemontese<br />

fra prima Democrazia Cristiana<br />

e Modernismo.<br />

Don <strong>Valetti</strong> Ö stato seminarista<br />

e giovane sacerdote proprio in<br />

quegli anni <strong>di</strong>fficili e, poco dopo, gli<br />

anni cioÖ in cui il mondo cattolico,<br />

specialmente italiano e specialissimamente<br />

piemontese, avvertiva nell'aria<br />

fremiti <strong>di</strong> rinnovamento, ansie <strong>di</strong><br />

una cultura viva e nuova, entro una<br />

generale situazione <strong>di</strong> stagnazione<br />

mortificante, da cui cercavano <strong>di</strong> ti-<br />

11<br />

rarla fuori gli appassionati appelli,<br />

pur giungenti fra noi alquanto attenuati<br />

e lontani, <strong>di</strong> un Padre <strong>La</strong>grange,<br />

<strong>di</strong> un von Hágel, <strong>di</strong> un Semeria,<br />

<strong>di</strong> un Murri, <strong>di</strong> un Fracassini, ecc.<br />

ecc. Voci certo <strong>di</strong>scordanti fra loro,<br />

ma sinceramente desiderose <strong>di</strong> un<br />

rinnovamento <strong>di</strong> cultura e, insieme, <strong>di</strong><br />

uno stile <strong>di</strong> vita.<br />

Nella schiera piemontese degli uomini<br />

aperti al rinnovamento religioso e<br />

culturale, in cui il modernismo vero e<br />

proprio Ö realmente minimo, e molto<br />

piÇ viva invece la passione democratico-cristiana<br />

<strong>di</strong>ffusa non solo fra giovani<br />

laici ed ecclesiastici, ma anche<br />

fra molti sacerdoti piÇ anziani e non<br />

pochi vescovi piemontesi, Don <strong>Valetti</strong><br />

si inserisce con una sua fisionomia<br />

particolare <strong>di</strong> cui alcuni tratti almeno<br />

vanno ricordati :<br />

1) <strong>La</strong> sua adesione appassionata al<br />

Rosminianesimo che non saprei a<br />

quando abbia potuto risalire e definirsi,<br />

ma che resta un fatto singolare<br />

nel <strong>di</strong>stacco dal Tomismo ufficiale<br />

come dalla (o dalle) neo-scolastiche<br />

a cui invece aderirono altri<br />

“rinnovatori” e anche non pochi modernisti<br />

(il Murri, per citare un caso).<br />

Atteggiamento questo del <strong>Valetti</strong> che<br />

si ricollega a una schietta tra<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> Rosminianesimo piemontese che<br />

ebbe nell'Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>,<br />

Mons. Castal<strong>di</strong> un rappresentante<br />

illustre e che raggiunge, per questa<br />

via, nelle sue piÇ lontane ra<strong>di</strong>ci, un


atteggiamento <strong>di</strong> “cattolicesimo conciliatorista”.<br />

2) II suo netto <strong>di</strong>stacco da tutta la<br />

tra<strong>di</strong>zione intransigentista, della quale,<br />

pur dovendosi riconoscere oggi,<br />

soprattutto dopo gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Fausto<br />

Ponzi, l'importanza “sociale”, il <strong>Valetti</strong><br />

non vide se non il carattere<br />

politicamente reazionario e, ancor<br />

piÇ, la caratteristica negativa anche<br />

in senso spirituale per tutta la<br />

Chiesa. Nessuna simpatia o tenerezza<br />

Don <strong>Valetti</strong> mostrÉ mai infatti per<br />

un Don Albertario ne per l'agiografia<br />

tessuta sul suo caso da quella che<br />

egli giu<strong>di</strong>cava una congiura<br />

“nepotistico-gesuitica” (biografia<br />

dell'Albertario del nipote Don Pecora<br />

e accaparramento da parte dei Gesuiti<br />

del populismo deteriore <strong>di</strong> cui<br />

l’Albertario gli appariva antesignano).<br />

3) Ferma fede nei valori <strong>di</strong> un autentico<br />

“separatismo”, per cui l'opera<br />

sia politica sia prima ancora e soprattutto<br />

culturale <strong>di</strong> un Don Sturzo gli<br />

sembrava aver avviato per la Chiesa<br />

un irreversibile e fecondo processo,<br />

che permetteva <strong>di</strong> mettere in luce le<br />

specifiche competenze e i valori <strong>di</strong><br />

autonomia del temporale e del religioso.<br />

Ed egli era cosÖ netto e andava<br />

tanto oltre su questo punto da non<br />

trovar affatto <strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevole che un sacerdote,<br />

come semplice citta<strong>di</strong>no,<br />

potesse presentarsi nella battaglia<br />

politica o amministrativa, con pienezza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti e <strong>di</strong> libertÜ.<br />

Desidero ricordare questo punto non<br />

solo perchá il tipo <strong>di</strong> “cultura impe-<br />

12<br />

gnata “ <strong>di</strong> Don <strong>Valetti</strong> lo portÉ a essere,<br />

prima animatore del Partito Popolare,<br />

poi confondatore della Sezione<br />

carignanese della rinata Democrazia<br />

Cristiana nel secondo dopoguerra,<br />

ma perchá, proprio su questo punto,<br />

nel 1946, si ebbe fra lui e la piÇ giovane<br />

generazione un contrasto che<br />

certo amareggiÉ molto Don <strong>Valetti</strong>,<br />

ma che à profondamente significativo,<br />

comunque lo si giu<strong>di</strong>chi, per mostrare<br />

quanto egli si sentisse libero<br />

nelle iniziative “temporali” che un sacerdote<br />

puÉ intraprendere.<br />

4) Diffidenza estrema, focosa, quasi<br />

irragionevole talora, contro l'influenza<br />

“gesuitica” sulla cultura e sulla Chiesa.<br />

C'era in questo la reazione del<br />

rosminiano, l'insofferenza quasi viscerale<br />

per il paternalismo e l'ufficialitÜ<br />

della “CiviltÜ Cattolica”, la<br />

partecipazione patetica per i casi dolorosi<br />

<strong>di</strong> tutti i “perseguitati” dalla<br />

Compagnia, che per Don <strong>Valetti</strong> erano<br />

ad<strong>di</strong>rittura legioni...<br />

Queste caratteristiche si manifestavano<br />

in lui talora in termini cosÖ semplificati<br />

e spicciativi da lasciare perplessi:<br />

ma sono componenti che<br />

spiegano anche la scelta o le scelte<br />

della sua cultura e motivano tante<br />

sue preferenze anche <strong>di</strong> autori e <strong>di</strong><br />

opere.<br />

Negli anni in cui la cultura italiana, e<br />

specificamente la cultura religiosa ed<br />

ecclesiastica italiana, si rinchiuse,<br />

prima a seguito dell'ondata integrista,<br />

protetta e raccomandala dall'alto, poi<br />

e ancor piÇ per le chiusure nazionali-


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

stiche imposte dal Fascismo, Don<br />

<strong>Valetti</strong> cercÑ <strong>di</strong> rompere questo accerchiamento<br />

orientando verso la<br />

Francia e la cultura cattolica francese,<br />

che poteva avvicinare <strong>di</strong>rettamente<br />

per conoscenza <strong>di</strong> lingua, la<br />

sua passione e attenzione. E' oltremodo<br />

singolare che negli anni della<br />

cultura dei GUF e dell'Accademia<br />

d'Italia, dell'italianizzazione puerile<br />

dei nomi <strong>di</strong> localitÄ valdostane o tirolesi,<br />

del saluto romano, del “voi” obbligatorio<br />

e delle circolari <strong>di</strong> Storace,<br />

in un angolo della provincia torinese<br />

un prete, non piÇ giovane ormai, traducesse<br />

(e offrisse poi la traduzione<br />

per la stampa a una pu<strong>di</strong>bonda casa<br />

e<strong>di</strong>trice cattolica che, dopo averlo<br />

stampato, se ne pentiva e mandava<br />

le copie al macero) il JOURNAL<br />

D'UN CURE' DE CAMPAGNE <strong>di</strong> Georges<br />

Bernanos, cioÖ uno dei testi<br />

piÇ amari, piÇ intensi e piÇ <strong>di</strong>fficili<br />

della letteratura francese contemporanea.<br />

Si paragoni l'atmosfera spirituale <strong>di</strong><br />

questo e <strong>di</strong> altri testi consimili con le<br />

tronfie sicurezze dell'Italia del Littorio<br />

o con il profluvio <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zioni ecclesiastiche<br />

impartite a gagliardetti, battaglie<br />

del grano, case del Fascio e<br />

altro ancora e si avrÄ un'idea del<br />

contrasto in cui il singolare Don <strong>Valetti</strong><br />

si trovava a navigare, affrontando<br />

ogni mattina il viaggio fra Carignano<br />

e <strong>Torino</strong> per andare a insegnare<br />

in un Istituto privato dopo<br />

che il Ministro Fedele aveva espulso<br />

lui, maestro <strong>di</strong> ruolo, dalle scuole <strong>di</strong><br />

13<br />

stato per rifiuto <strong>di</strong> insegnare il saluto<br />

romano e altre cose del genere.<br />

Certamente mancÑ nella cultura <strong>di</strong><br />

Don <strong>Valetti</strong> una severa organicitÄ,<br />

che non fosse quella dei suoi molti e<br />

talora sovrapponentisi interessi.<br />

Il libro era da lui piÇ <strong>di</strong>vorato che approfon<strong>di</strong>to:<br />

quasi un puntiglioso impegno<br />

lo portava a percorrere, magari<br />

migliaia e migliaia <strong>di</strong> pagine,<br />

senza dedurne appunti, note, estratti<br />

personali. Ma, nonostante tutto, una<br />

assimilazione in profon<strong>di</strong>tÄ c'era: e<br />

se egli continuava ad apparire<br />

<strong>di</strong>messo e semplice nel conversare<br />

con gli umili, a cui era costantemente<br />

vicino, altro volto e altra profon<strong>di</strong>tÄ si<br />

rivelava <strong>di</strong> Don <strong>Valetti</strong> a coloro che<br />

e s s e n d o d e l m e s ti e r e l o<br />

avvicinassero e conversassero con<br />

lui, traen<strong>don</strong>e ragioni <strong>di</strong> ammirazione<br />

e <strong>di</strong> stima.<br />

E citerÑ un solo caso: quello <strong>di</strong> un<br />

illustre storico israelita, il grande<br />

me<strong>di</strong>evista Giorgio Falco, che Don<br />

<strong>Valetti</strong> accolse e nascose in casa<br />

sua e che cosÉ presso il nostro come<br />

poi nel ritiro benedettino <strong>di</strong> S. Paolo<br />

fuori le Mura ritrovÑ vivente quel<br />

volto del Cristianesimo, le cui<br />

grandezze antiche il Falco tratteggiÑ<br />

da maestro ne LA SANTA ROMANA<br />

REPUBBLICA ed a cui fu tratto ad<br />

aderire poi trascinatevi da queste<br />

prove <strong>di</strong> caritÄ in mezzo agli orrori<br />

delle persecuzioni e della guerra.<br />

Franco Bolgiani


<strong>La</strong> <strong>biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>don</strong><br />

<strong>Valetti</strong><br />

Don <strong>Valetti</strong> era affezionato ai suoi libri.<br />

Li riteneva un mezzo per mantenersi<br />

giovane e combattivo, a contatto con i<br />

problemi <strong>di</strong> oggi e <strong>di</strong> sempre.<br />

Amava far conoscere agli amici quelle<br />

opere che riteneva particolarmente valide,<br />

prestandole con generositÖ, lamentandosi,<br />

perÇ anche, che talvolta i libri,<br />

usciti da casa sua, non conoscessero piÑ<br />

la via del ritorno.<br />

L'amore <strong>di</strong> Don Valletti per i libri si<br />

manifestÇ soprattutto negli ultimi anni<br />

della sua vita: egli volle <strong>di</strong>sfarsene a<br />

poco a poco quasi completamente, affinchÜ<br />

potessero essere utili ad altri, dopo<br />

la sua morte.<br />

Li destinÇ alla, <strong>biblioteca</strong> del Seminarrio<br />

<strong>di</strong> Rivoli, dove attualmente sono<br />

conservati. Commentando gli interessi<br />

piÑ <strong>di</strong>sparati che rivelava nell'acquisto<br />

dei libri, Don Valletti <strong>di</strong>ceva:<br />

Ä<strong>La</strong> mia <strong>biblioteca</strong> É come quella <strong>di</strong> <strong>don</strong><br />

Ferrante, <strong>di</strong> manzoniana memoria; c'É <strong>di</strong><br />

tutto un po'Å. <strong>La</strong> sua curiositÖ intellettuale<br />

spaziava effettivamente in molti<br />

campi del sapere. Senza avere la pretesa<br />

<strong>di</strong> annoverarli tutti in questo spazio ristretto,<br />

ricorderÇ i principali. Innanzitutto<br />

É significativa l'assenza dalla <strong>biblioteca</strong><br />

<strong>di</strong> Don <strong>Valetti</strong> <strong>di</strong> un genere <strong>di</strong> libri<br />

che si riscontrano molto spesso nelle<br />

biblioteche dei preti: la letteratura omiletica.<br />

Don Valletti amava pensare con<br />

14<br />

la sua testa e commentare con le parole<br />

e la sua esperienza li Vangelo.<br />

<strong>La</strong> maggior parte dei libri <strong>di</strong> Don Valletti<br />

É costituita da collane e saggi storici.<br />

Possedeva le opere del Duchesne,<br />

del Poulet, del Battifol, dell'Allard, del<br />

CayrÜ, del Lea, del Douhais, del BrÜmond,<br />

del Pirenne, del Saba, del Lortz,<br />

ecc. Ad esse bisogna aggiungere una<br />

serie <strong>di</strong> monografie sui problemi piÑ<br />

<strong>di</strong>battuti della storia della Chiesa, ed<br />

alcuni pamphlets, oggi <strong>di</strong>fficilmente<br />

reperibili.<br />

Tra questi ultimi, ricordo i libelli antigesuitici<br />

del De RÜcalde, ai quali Don<br />

Valletti annetteva particolare importanza,<br />

date le sue concezioni, sul ruolo<br />

svolto dai Gesuiti nella storia della<br />

Chiesa. Anche la Ä Storia dei Papi Å del<br />

Pastor fu per qualche tempo ospite della<br />

<strong>biblioteca</strong> <strong>di</strong> Don Valletti. Ma quando si<br />

accorse che gli ultimi volumi <strong>di</strong> questa<br />

storia erano stati redatti dai <strong>di</strong>scepoli<br />

del Pastor con marcate tendenze filogesuitiche,<br />

egli mise in valigia i grossi<br />

tomi e li mandÇ a vendere sulle bancarelle<br />

da <strong>Torino</strong>.<br />

Un altro grosso assortimento <strong>di</strong> libri<br />

riguarda problemi sociali, politici e pedagogici.<br />

RicorderÇ le opere <strong>di</strong> D. Sturzo,<br />

<strong>di</strong> Toniolo, del Leclerq, del Foerster,<br />

e tutta una serie <strong>di</strong> saggi concernenti la<br />

<strong>di</strong>dattica, la sociologia, quella religiosa<br />

in particolare, la storia delle dottrine<br />

politiche, l'etica sociale, l'economia.<br />

<strong>La</strong> sezione teologica e filosofica della<br />

<strong>biblioteca</strong> <strong>di</strong> Don <strong>Valetti</strong> rivela che i<br />

suoi interessi in questo campo erano


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

focalizzati su due gran<strong>di</strong> tematiche: il<br />

rapporto tra fede e scienza, e quello tra<br />

Chiesa e mondo.<br />

Tra le opere esegetiche vanno ricordati<br />

gli scritti del Minocchi, del Buonaiuti,<br />

alcuni grossi commentari del <strong>La</strong>grange,<br />

ed alcune monografie recenti sui primi<br />

capitoli della Genesi e sul peccato originale<br />

(Renkens, Hulbosch). Ammirava il<br />

Rosmini, del quale possedeva l’e<strong>di</strong>zione<br />

nazionale delle opere.<br />

Negli ultimi anni lesse con entusiasmo<br />

le opere <strong>di</strong> Teilhard de Char<strong>di</strong>n, l'unico<br />

gesuita che ebbe l'onore <strong>di</strong> entrare nella<br />

sua <strong>biblioteca</strong>. Cosà pure si interessÇ del<br />

<strong>di</strong>alogo fra marxismo e cristianesimo,<br />

leggendo le opere <strong>di</strong> Girar<strong>di</strong> e <strong>di</strong> Garaudy.<br />

Un'ultima sezione dalla <strong>biblioteca</strong> <strong>di</strong><br />

Don <strong>Valetti</strong> comprende opere varie <strong>di</strong><br />

attualitÖ: tra queste, gli scritti <strong>di</strong> Don<br />

Milani (<strong>di</strong> essi si era ad<strong>di</strong>rittura fatto<br />

Il <strong>di</strong>fensone<br />

degli<br />

oppressi<br />

15<br />

propagan<strong>di</strong>sta), <strong>di</strong> A. Zarri, e molte altre<br />

opere ine<strong>di</strong>te da Borla, da Gribau<strong>di</strong>, aventi<br />

come tema problemi scottanti della<br />

vita della Chiesa oggi.<br />

Tra le riviste, leggeva abitualmente le<br />

Informations, catholiques internationales,<br />

Esprit, Testimonianze, TÇmoignage<br />

chrÇtien, Sette giorni.<br />

A chi gli faceva osservare che nelle sue<br />

letture <strong>di</strong>mostrava un certo spirito <strong>di</strong><br />

parte. Don <strong>Valetti</strong> rispondeva: ÄSono<br />

sempre stato un estremistaÅ.<br />

Per tentare una giustificazione della sua<br />

versione contro ogni forma <strong>di</strong> ecclettismo<br />

e <strong>di</strong> compromesso, adduceva la<br />

frase scritta un giorno dal Rosmini Pio<br />

IX: Cor hominis ingre<strong>di</strong>ens duas vias<br />

non habbit successus.<br />

Sac. Franco Ardusso<br />

Su presentazione <strong>di</strong> Padre Biagioni dei Rosmimani,<br />

mio suocero, prof. Giorgio FaIco e io fummo,<br />

ospiti <strong>di</strong> <strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> alcune notti durante i<br />

bombardamenti su <strong>Torino</strong> dell'autunno-inverno<br />

1942-43.<br />

Lo rivedo ancora condurci al buio, a seguito <strong>di</strong><br />

allarme, al rifugio nei sotterranei della parrocchia.<br />

Era da parte sua un atto <strong>di</strong> grande bontÄ<br />

che <strong>di</strong>venne sublime dopo i rivolgimenti del settembre<br />

1943. Per le persecuzioni razziali, erano<br />

alla ricerca <strong>di</strong> un nascon<strong>di</strong>glio il rag. Guido Falco,<br />

fratello <strong>di</strong> mio suocero, la moglie e la figlia e


si presentarono a mia moglie e a me<br />

in Carmagnola, ove in quel tempo<br />

eravamo sfollati.<br />

Compiere spontaneamente un atto<br />

<strong>di</strong> bontÄ Ö un grande merito, ma proporlo<br />

ad altri, quando il rischio Ö immenso,<br />

solo perchÅ si Ö stati beneficati,<br />

rasenta l'ingratitu<strong>di</strong>ne piÇ nera.<br />

Eppure dalle circostanze fui costretto<br />

a farlo.<br />

Don <strong>Valetti</strong> accolse in casa sua i<br />

nuovi ospiti come se fosse la cosa<br />

piÇ semplice e naturale del mondo e<br />

a me che ero sconvolto, tremavo e<br />

illustravo i rischi a cui andava incontro,<br />

rispose con il suo incomparabile<br />

sorriso, con la sua <strong>di</strong>sarmante bontÄ.<br />

E presto colmÑ <strong>di</strong> meraviglia i<br />

suoi protetti, perchÅ non volle neppure<br />

che essi si recassero in chiesa,<br />

come, per riguardo a lui, erano <strong>di</strong>sposti<br />

a fare almeno nelle feste, rispettÑ<br />

sempre le loro convinzioni<br />

religiose, li circondÑ delle sue amorevoli<br />

sollecitu<strong>di</strong>ni.<br />

E pagÑ <strong>di</strong> persona. Dopo circa un<br />

anno, l'8 <strong>di</strong>cembre 1944 fu tratto in<br />

arresto dai repubblicani e io seppi,<br />

attraverso un collega che aveva oc-<br />

L'insegnante<br />

<strong>di</strong> sesta<br />

elementare<br />

16<br />

casione <strong>di</strong> recarsi nelle carceri, che<br />

era accusato <strong>di</strong> attivitÄ antifascista e<br />

<strong>di</strong> favorire gli ebrei. Solo allora i parenti,<br />

che erano sfuggiti miracolosamente<br />

alla cattura, non essendo stata<br />

perquisita l'abitazione <strong>di</strong> <strong>don</strong> <strong>Valetti</strong>,<br />

si cercarono un nuovo rifugio.<br />

Don <strong>Valetti</strong> aveva una concezione<br />

evangelica elevatissima della sua<br />

missione <strong>di</strong> uomo e <strong>di</strong> sacerdote.<br />

Sensibilissimo alle sofferenze, ai<br />

dolori, ai bisogni degli altri, era sempre<br />

pronto a opere <strong>di</strong> profonda umanitÄ,<br />

<strong>di</strong> caritÄ fiorita, e anche iI suo<br />

sorriso dolce non tardava a comunicarsi<br />

agli altri e a infondere fiducia e<br />

ottimismo.<br />

Stu<strong>di</strong>oso infaticabile, ebbe sempre<br />

l'animo rivolto al bene, perchÅ l'umanitÄ<br />

tutta gli stava a cuore ed era in<br />

cima ai suoi pensieri. Che la memoria<br />

tenga viva in noi la profonda fede<br />

che era in lui e ci sospinga a onorarlo<br />

con opere <strong>di</strong> bene!<br />

Dott. Antonino Piazzese<br />

Quando mi sono accorto <strong>di</strong> Don <strong>Valetti</strong>? Quando<br />

Ö entrato nella mia vita? Potrei <strong>di</strong>re: non lo so, da<br />

sempre. Un prete comune sembrava; per noi ragazzi<br />

piuttosto burbero e spicciativo, senza fronzoli;<br />

tuttavia aperto, che un po' ti intimoriva, ma<br />

al quale sentivi anche che ti potevi avvicinare e<br />

appoggiare.


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

Ma un incontro ci fu, a scuola.<br />

Don <strong>Valetti</strong> Ö insegnante, alla sesta<br />

elementare, massima “cattedra” a<br />

quei tempi in Carignano, e a lui si<br />

arriva sugli un<strong>di</strong>ci-do<strong>di</strong>ci anni.<br />

Con lui sono, mi si consenta il ricordo,<br />

il maestro Mussano, il teologo<br />

Lusso, le maestre Dominici, Saracco,<br />

Giacri, Vassarotto... un corpo<br />

insegnante che puÑ essere vanto<br />

per un paese!<br />

Si arriva a Don <strong>Valetti</strong> in un'etÄ bella,<br />

<strong>di</strong>fficile ma bella. <strong>La</strong> mente si apre,<br />

l'anima spazia, il cuore Ö fertile<br />

all'azione del seminatore. E Don <strong>Valetti</strong><br />

semina sapientemente: illumina<br />

per la scuola, convince per la vita.<br />

Forse noi ragazzi non ci ren<strong>di</strong>amo<br />

conto, ma sentiamo <strong>di</strong> avere un maestro<br />

che merita <strong>di</strong> essere creduto e<br />

seguito. E lo amiamo, d'istinto.<br />

<strong>La</strong> sua severitÄ non ci impressiona<br />

perchÅ l'applica prima a sÅ stesso.<br />

<strong>La</strong> chiarezza delle sue idee e la coerenza<br />

della sua vita ci conquistano.<br />

Siamo nel 1925, penso. Tempi <strong>di</strong>fficili<br />

per la nazione, <strong>di</strong> reazione, <strong>di</strong><br />

contusione generale, <strong>di</strong> coraggio <strong>di</strong><br />

pochi, <strong>di</strong> debolezza, in<strong>di</strong>fferenza o<br />

miopia <strong>di</strong> molti. Ma per Don <strong>Valetti</strong><br />

non ci sono nebulositÄ, incertezze,<br />

titubanze. Crede nei valori della veritÄ,<br />

della libertÄ, della <strong>di</strong>gnitÄ dell'uomo.<br />

E poichÅ l'ideologia fascista che<br />

si sta imponendo — anche per le<br />

paure e i compromessi <strong>di</strong> tanti — misconosce<br />

e conculca tali valori, la<br />

scelta Ö fatta con un atteggiamento<br />

17<br />

<strong>di</strong> opposizione attiva, responsabile,<br />

a viso aperto.<br />

Ma il fascismo ha paura <strong>di</strong> questo<br />

piccolo prete insegnante <strong>di</strong> sesta<br />

elementare, e non riuscendo a piegarlo<br />

con lusinghe e minacce passa<br />

ai provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>sciplinari: l'insegnante<br />

e-lementare, reo <strong>di</strong> avere<br />

convinzioni e <strong>di</strong> seguire principi non<br />

“ufficiali” viene trasferito (per ora...)<br />

da Carignano a un'isolata localitÄ<br />

della Val <strong>di</strong> Susa.<br />

Chi ce lo <strong>di</strong>sse? Ci tolgono il Maestro.<br />

PerchÅ? Vogliamo Don <strong>Valetti</strong>,<br />

<strong>di</strong>ciamo noi, suoi ragazzi, e ritirati<br />

dalla palestra i nostri attrezzi per il<br />

“lavoro manuale”, con gli strumenti e<br />

i lavori sottobraccio, ragazzini <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci<br />

anni, lasciamo la scuola e attraversiamo<br />

la cittÄ in pubblica protesta:<br />

vogliamo Don <strong>Valetti</strong>! Lo ricor<strong>di</strong>amo<br />

ancor oggi quel giorno, vero<br />

Ferraudo, Comba, Bonetto e tutti?<br />

Uno sciopero politico? Certo, ma<br />

precisa contestazione.<br />

Chi ce lo suggerÉ? Nessuno.<br />

Era un'ingiustizia e la sensibilitÄ che<br />

s'era in noi formata in soli pochi mesi<br />

<strong>di</strong> contatto con il Maestro ci spinse<br />

a ribellarci con l'unica arma a <strong>di</strong>sposizione:<br />

la protesta pubblica.<br />

Non era un semplice episo<strong>di</strong>o ma la<br />

manifestazione che un seme robusto<br />

era germogliato nel nostro cuore<br />

e lo sviluppo avrebbe orientato la<br />

nostra vita.<br />

Lunghi sono gli anni che vanno dal<br />

1925 al 1940.


Dopo il trasferimento. Don <strong>Valetti</strong> —<br />

sempre inossequente alla politica<br />

ufficiale — viene infine allontanato<br />

dalla, scuola per indegnitÄ.<br />

Sarebbe il caso <strong>di</strong> invocare i classici<br />

per commentare!<br />

E viene cosÉ restituito a Carignano,<br />

semplice sacerdote, cappellano alla<br />

chiesa dei ÄBatÅ biancÇ.<br />

Non Ö piÇ insegnante: che importa?<br />

Qualifica e incarico sono superstrutture;<br />

ma Maestro Ö sempre.<br />

Anni lunghi, <strong>di</strong> sofferenze, <strong>di</strong> incomprensioni,<br />

<strong>di</strong> umiliazioni, <strong>di</strong> delusioni,<br />

<strong>di</strong> speranze, <strong>di</strong> costante fedeltÄ ai<br />

principi, apertamente professati.<br />

Don <strong>Valetti</strong> non fu mai un cospiratore:pensÑ<br />

sempre a voce alta.<br />

E noi che l'avvicinavamo, lentamente<br />

— troppo lentamente! — assorbivamo<br />

le sue idee. Ci <strong>di</strong>vennero familiari<br />

i nomi <strong>di</strong> Leone XIII, Toniolo,<br />

Sturzo e altri; documenti come la<br />

ãRerum Novarumå e il ãCapitaleå,<br />

termini come democrazia, libertÄ,<br />

costituzione, elezioni, amministrazioni<br />

dello Stato e dei Comuni, partiti<br />

politici, sindacati.<br />

E venne il momento inevitabile del<br />

crollo del fascismo. Si opposero due<br />

forze enormi: gli eserciti armati da<br />

un lato e l'ansia <strong>di</strong> libertÄ dall'altro.<br />

Ormai il nostro posto era deciso e<br />

fummo per la libertÄ. Cosa facemmo?<br />

Fecero tutti quanto fu nelle<br />

possibilitÄ, pagando molti anche col<br />

sangue la fedeltÄ a un ideale agognato.<br />

18<br />

Chi scrive non fu tra questi migliori.<br />

Ma la lotta clandestina gli chiese pure,<br />

fortunatamente, un suo prezzo.<br />

Mi trovai cosÉ alle ãNuoveå al sesto<br />

braccio, non solo, ma con tanti altri<br />

amici, <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse tendenze, ma <strong>di</strong> un<br />

comune ideale: la libertÄ.<br />

Ed Ö nella monotonia della vita <strong>di</strong><br />

carcere, uno degli episo<strong>di</strong> piÇ belli<br />

della mia vita.<br />

Una fredda mattina <strong>di</strong> tardo autunno<br />

del 1944. Con gli amici del mio braccio<br />

si Ö ãall'ariaå, nel ristretto triangolo<br />

dominato dall'agente armato. Si<br />

cammina in fretta, su e giÇ, per un<br />

po' <strong>di</strong> moto. Quand'ecco si apre la<br />

porta <strong>di</strong> accesso e chi ti vedo?<br />

Una talare sgualcita, un piccolo prete,<br />

Don <strong>Valetti</strong>! Un abbraccio, si fon<strong>don</strong>o<br />

insieme lacrime <strong>di</strong> gioia. Il Maestro<br />

Ö venuto a incontrare in carcere<br />

il suo piccolo allievo, entrambi rei<br />

<strong>di</strong> fedeltÄ agli stessi principi.<br />

L'episo<strong>di</strong>o Ö personale e come tale<br />

non chiederebbe accenno: Ö perÑ<br />

significativo il fatto che per i suoi ideali<br />

Don <strong>Valetti</strong> patÉ anche il carcere,<br />

e fu in cella — rispettato e quasi<br />

venerato -con accusati <strong>di</strong> reati comuni,<br />

anche lÉ <strong>di</strong>spensatore <strong>di</strong> speranze,<br />

<strong>di</strong> coraggio, <strong>di</strong> serenitÄ.<br />

PerchÅ se Don <strong>Valetti</strong> fu anche cosÉ,<br />

fu soprattutto sempre sacerdote.<br />

Sensibile agli altri per amore <strong>di</strong> Dio.<br />

Propugnatore della giustizia sociale<br />

perchÅ tutti gli uomini hanno la stessa<br />

<strong>di</strong>gnitÄ avanti a Dio.<br />

Perseguitato per i suoi principi per-


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

chÅ Ö giusto che i seguaci <strong>di</strong> Cristo — e primo il sacerdote — sian perseguitati<br />

com'Ö stato perseguitato Lui.<br />

Una preghiera sgorga dal cuore, commosso ancora per la recente scomparsa.<br />

Grazie Signore per il grande e umile tuo Sacerdote che hai messo sulla<br />

mia strada. Premialo per la sua fedeltÉ ai Tuoi <strong>di</strong>segni e suscita — Ti prego —<br />

altri uomini, altri preti come lui.<br />

“In tutti i tempi, gli uomini che escono<br />

dalla strada or<strong>di</strong>naria fanno paura,<br />

eppure sono quelli che fanno camminare”.<br />

Card. Donnet<br />

Il presidente dell’Ospedale<br />

ÄMeglio FARE, correndo il rischio <strong>di</strong><br />

sbagliare, piuttosto che NON FARE<br />

per paura <strong>di</strong> sbagliareÇ.<br />

CosÉ rispondeva <strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> a coloro<br />

che gli rimproveravano un eccessivo<br />

<strong>di</strong>namismo nell'attivitÄ amministrativa<br />

che svolse in qualitÄ <strong>di</strong> presidente<br />

dell'Ospedale <strong>di</strong> Carignano, durante,<br />

un decennio.<br />

<strong>La</strong> sua opera <strong>di</strong> amministratore fu<br />

tutta pervasa da una specie <strong>di</strong> ansia<br />

<strong>di</strong> realizzare, <strong>di</strong> costruire. Detestava<br />

le sterili <strong>di</strong>scussioni accademiche e<br />

le lentezze burocratiche. Lo in<strong>di</strong>sponevano<br />

le incertezze e le tattiche<br />

<strong>di</strong>lazionatrici <strong>di</strong> chi, non avendo le<br />

idee chiare e il coraggio <strong>di</strong> assumersi<br />

delle responsabilitÄ, si adagia nel<br />

comodo immobilismo dell'or<strong>di</strong>naria<br />

amministrazione.<br />

A coloro che lamentavano la sua<br />

19<br />

Teotimo Chicco<br />

scarsa considerazione per i loro interessi<br />

personali, <strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> rispondeva:<br />

ÄVoi avete il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> tutelare i<br />

vostri legittimi interessi personali,<br />

ma io, come pubblico amministratore,<br />

ho il dovere <strong>di</strong> salvaguardare gli<br />

interessi della comunitÉ, anche contro<br />

i vostri interessi personaliÇ.<br />

I gravi problemi derivanti dalle precarie<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> arretratezza e <strong>di</strong><br />

vetustÄ in cui trovÑ l'Ospedale, i<br />

contrasti con l'AutoritÄ Tutoria, I'incomprensione<br />

<strong>di</strong> alcuni collaboratori,<br />

l'ostilitÄ <strong>di</strong> certi ambienti, misero a<br />

dura prova la sua caparbia tenacia e<br />

lo fecero appassionato sostenitore e<br />

propugnatore delle piÇ ar<strong>di</strong>te riforme.<br />

Infatti <strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> non tralasciÑ occasione<br />

per riven<strong>di</strong>care a favore degli<br />

Enti Locali (province, comuni, ospe-


dali. Opere pie, ecc.), il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> una<br />

effettiva, concreta e vivificatrice autonomia,<br />

che si traducesse, per gli<br />

amministratori locali, in una piÇ ampia<br />

e responsabile libertÄ <strong>di</strong> azione.<br />

<strong>La</strong> sua notevole vena umoristica gli<br />

faceva spesso <strong>di</strong>re che gli amministratori<br />

periferici sono considerati<br />

dal potere centrale come tanti minorenni<br />

corrigen<strong>di</strong>, cui non Ö permesso<br />

soffiarsi il naso senza l'approvazione<br />

dall'alto. Non gli mancÑ neppure<br />

il coraggio <strong>di</strong> scrivere parole <strong>di</strong> fuoco<br />

a uomini politici in vista e a burocrati<br />

<strong>di</strong> alto rango, chiamandoli, in piÇ occasioni,<br />

re-sponsabili della mancata<br />

realizzazione <strong>di</strong> numerose opere<br />

reclamate dal bene comune.<br />

A coloro, e tra questi alcune autoritÄ,<br />

che gli prospettavano possibili<br />

sanzioni legali a causa della sua<br />

condotta amministrativa troppo autonoma<br />

e poco rispettosa delle regole<br />

burocratiche, rispondeva, (e lo fece<br />

con un alto funzionario governativo):<br />

ÄSe ho rubato o sperperato il denaro<br />

pubblico, se ho arrecato danno<br />

all'ente che amministro, se ho tratto<br />

vantaggi personali dalla mia carica<br />

pubblica, mandatemi pure in galera.<br />

Ma se in galera dovessi andare solo<br />

perchÖ ho violato le formalitÉ stantie<br />

e assurde <strong>di</strong> una buro-crazia superata<br />

e borbonica, fatta per paralizzare<br />

l'attivitÉ amministrativa dello Stato<br />

e degli Enti Locali, ebbene vi andrei<br />

con la stessa enorme tranquillitÉ <strong>di</strong><br />

coscienza con cui varcai la soglia<br />

20<br />

delle “Nuove”, quando i fascisti mi<br />

arrestarono nel 1944, sapendomi<br />

oppositore tenace delle loro idee liberticide<br />

e delle loro leggi inique!Ç.<br />

Queste prese <strong>di</strong> posizione che abbiamo<br />

citato mettono in evidenza i<br />

tratti fondamentali della figura <strong>di</strong> <strong>don</strong><br />

<strong>Valetti</strong> come amministratore pubblico,<br />

e rappresentano la traduzione in<br />

pratica dei gran<strong>di</strong> ideali che informarono<br />

costantemente la sua opera <strong>di</strong><br />

amministratore, e che gli permisero<br />

<strong>di</strong> ridare vitalitÄ all'Ospedale facendolo<br />

rinascere da uno stato <strong>di</strong> decadenza<br />

che sembrava irreversibile.<br />

Ideali che possiamo sintetizzare nei<br />

seguenti principi fondamentali: elevazione<br />

spirituale e morale dell'uomo,<br />

attraverso la soluzione dei problemi<br />

sociali, specie del mondo del<br />

lavoro, fede incrollabile nei principi<br />

<strong>di</strong> libertÄ responsabile e <strong>di</strong> uguaglianza<br />

solidale degli in<strong>di</strong>vidui e dei<br />

popoli.<br />

Luigi Medail


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

L’Amico<br />

BenchÅ appartenesse a due generazioni<br />

avanti la nostra, possiamo<br />

annoverare <strong>don</strong> VaIetti tra le vecchie<br />

amicizie acquistate in vari anni<br />

<strong>di</strong> ricerche e <strong>di</strong> conoscenza; una<br />

vecchia amicizia, perchÅ <strong>don</strong> <strong>Valetti</strong><br />

Ö stato uno dei pochi piÇ anziani <strong>di</strong><br />

noi che abbiamo trovato sempre<br />

presenti ai problemi religiosi, culturali,<br />

politici e amministrativi che si<br />

sono avvicendati in questi anni,<br />

spesso tanto drammaticamente.<br />

E' stata infatti la caratteristica maggiore<br />

<strong>di</strong> <strong>don</strong> <strong>Valetti</strong>, quella <strong>di</strong> non<br />

aver mai abban<strong>don</strong>ato il militantismo<br />

politico amministrativo e <strong>di</strong> essersi<br />

trovato sempre presente ai<br />

problemi del nostro tempo con quell'impegno<br />

e con quella sollecitu<strong>di</strong>ne<br />

che non Ö cosa da poco in ogni tempo,<br />

ma particolarmente non Ö cosa<br />

trascurabile oggi, che l'evolversi e<br />

l’aggiornarsi <strong>di</strong>venta un dovere cosÉ<br />

pesante da lasciarci sgomenti. E' in<br />

questo aspetto <strong>di</strong> amico vivace e<br />

sollecito che a noi piace ricordare<br />

<strong>don</strong> Valerti.<br />

Altri meglio <strong>di</strong> noi ne potrÄ mettere a<br />

punto la sua attivitÄ <strong>di</strong> sacerdote, <strong>di</strong><br />

insegnante, <strong>di</strong> amministratore, magari<br />

con l'accento polemico che si<br />

confaceva al suo carattere. PotrÄ<br />

illustrare la passione che in tante<br />

occasioni egli ha generosamente<br />

messo nel <strong>di</strong>fendere il patrimonio <strong>di</strong><br />

21<br />

idee e <strong>di</strong> opere dei cattolici, cosÉ costantemente<br />

minacciato ieri e oggi<br />

dall’in<strong>di</strong>fferenza e dall'incomprensione.<br />

<strong>La</strong> sua presenza ogni quaIvolta<br />

fosse in <strong>di</strong>scussione o comunque in<br />

causa questo patrimonio, lo ha sempre<br />

portato a fianco dei piÇ battaglieri<br />

e dei piÇ giovani e questa testimonianza<br />

Ö quella che puÑ rendere<br />

maggiormente atto all'amico del suo<br />

operato continuo e instancabile.<br />

<strong>La</strong> figura <strong>di</strong> <strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> si inquadra<br />

compiutamente in quella “provincia”<br />

che Ö ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> idee buone e gran<strong>di</strong>;<br />

culla <strong>di</strong> uomini che nel silenzio e lontano<br />

dagli allettamenti e dalle curiositÄ<br />

della cittÄ, hanno avuto il tempo<br />

<strong>di</strong> filtrare concetti e pensieri.<br />

A Carignano Ö nata una certa scuola<br />

“la sua scuola” che ha formato<br />

uomini onesti e preparati in tempi<br />

particolarmente <strong>di</strong>fficili. E' stato un<br />

insegnamento <strong>di</strong>verso dai soliti che<br />

si svolgono tra il docente e l'allievo:<br />

Ö stato un ammaestramento impartito<br />

con l'esempio <strong>di</strong> una <strong>di</strong>rittura morale<br />

assoluta, e con lunghe conversazioni<br />

dense <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> che hanno<br />

<strong>di</strong>schiuso alla nostra giovinezza orizzonti<br />

nuovi e appassionanti.<br />

LibertÄ, democrazia, problemi sociali,<br />

amministrazione: termini a noi<br />

sconosciuti resi vivi in prospettive


inattese che egli ha saputo commentare<br />

e illustrare con grande amore<br />

e rara competenza.<br />

Siamo stati abituati per anni a prendere<br />

dalla sua <strong>biblioteca</strong> quelle opere<br />

che egli andava raccogliendo,<br />

non con l'animo del bibliofilo, ma<br />

con la passione dell'uomo che vuol<br />

chiarire a sÅ, per poi chiarire agli<br />

“altri” i problemi assillanti del nostro<br />

tempo.<br />

E abbiamo <strong>di</strong>sperso la sua <strong>biblioteca</strong>.<br />

Libri rari e introvabili non sono stati<br />

restituiti; ma noi che gli siamo debitori<br />

sappiamo che da parte sua non<br />

c'era rammarico per le per<strong>di</strong>te quando<br />

era viva in lui la convinzione che<br />

l'assunto dei libri si era tradotto in<br />

quell'azione sociale per la quale egli<br />

ha speso tutta la sua vita.<br />

Ma gli siamo debitori <strong>di</strong> ben altro.<br />

Nella fortunata o avversa sorte ha<br />

sempre voluto con<strong>di</strong>videre il destino<br />

dei suoi amici: ne ha con<strong>di</strong>viso le<br />

responsabilitÄ, ha scontato errori e<br />

colpe altrui, silenzioso, sereno con<br />

la mente e lo sguardo alla sostanza<br />

delle cose.<br />

E’ rimasto in quei frangenti solo e<br />

in<strong>di</strong>feso, perchÅ la nostra pigrizia ci<br />

ha impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> affermare la nostra<br />

in<strong>di</strong>vidualitÄ e scontiamo oggi il silenzio<br />

<strong>di</strong> ieri: ma, fatto piÇ grave, abbiamo<br />

fatto scontare a lui errori e<br />

responsabilitÄ che sono soltanto nostri.<br />

Per anni siamo stati quoti<strong>di</strong>ana-<br />

22<br />

mente vicini a <strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> e cre<strong>di</strong>amo<br />

che egli non abbia mai commesso<br />

nella sua vita un solo peccato<br />

<strong>di</strong> esibizionismo.<br />

Non sapremmo immaginarcelo esibizionista<br />

in alcun modo: e lo consideriamo<br />

uno dei pochi che non sia<br />

mai ricorso all'artificio, al gioco, al<br />

virtuosismo, all'astratto.<br />

Pensiamo che un'intera giustizia per<br />

<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> si avrÄ soltanto quando<br />

la sua opera sarÄ raccolta e approfon<strong>di</strong>ta,<br />

e non dubitiamo che lo sarÄ<br />

un giorno. Si costaterÄ allora quanto<br />

egli ha visto, intuito, previsto. E come<br />

abbia adempiuto alla sua funzione<br />

<strong>di</strong> amico, <strong>di</strong>ffondendo concetti<br />

utili a noi, opponendosi alle negazioni<br />

e alle esclusioni che impoveriscono<br />

la vita, contribuendo a mantenere<br />

viva una civiltÄ <strong>di</strong> tutti.<br />

Eraldo Tempia-Valenta


<strong>don</strong> <strong>Valetti</strong> parla ancora oggi<br />

Una delle ultime lettere <strong>di</strong> Don <strong>Valetti</strong> a un gruppo <strong>di</strong><br />

giovani.<br />

Cari amici,<br />

... Se non fossi ormai un vecchio barbogio e inabile, non<br />

rifiuterei <strong>di</strong> trovarmi anch'io qualche volta in piazza con<br />

voi, ma nelle mie con<strong>di</strong>zioni Ö molto se potrÄ seguire la<br />

vostra opera da lontano...<br />

Voi che siete giovani e potete contare su una lunga vita,<br />

cercate <strong>di</strong> lavorare a risolvere i vostri problemi; Ö quanto<br />

<strong>di</strong> meglio si possa oggi fare.<br />

Noi vecchi possiamo solo piÜ applau<strong>di</strong>rvi e seguire con<br />

viva simpatia la vostra opera, augurando un felice esito<br />

all'opera vostra.<br />

Con rinnovate grazie un cor<strong>di</strong>ale saluto.<br />

23<br />

P. <strong>Valetti</strong><br />

Marzo 1970 - Numero Speciale del Notiziario parrocchiale <strong>di</strong> Carignano -<br />

Tip.: Figlie <strong>di</strong> S. Paolo - ALBA


PARR O C C HIA<br />

SANT I G I O VANN I BATTI STA E R EMI G I O<br />

Via Frichieri, 10 - 10041 CARIGNANO<br />

Tel.: 011.969.71.73 - Fax: 011.969.04.60<br />

e-mail: parr.carignano@<strong>di</strong>ocesi.torino.it<br />

www.parrocchiacarignano.org

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