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TuttoBallo20 - MarzoAprile 2023 EnjoyArt

Cari amici e lettori, ecco il nuovo numero di Tuttoballo, ricco, come sempre di curiosità, notizie ed interviste molto molto interessanti. E’ un numero, questo, che abbraccia un periodo pieno di avvenimenti e di date importanti celebrate e da celebrare: il Festival di Sanremo appena concluso, la festa della donna, la festa del papà, la Pasqua, l’arrivo della primavera, la giornata mondiale della Danza…tutto sotto il segno dell’Arte. E mentre ci accingiamo a parlarvi di tante cose belle, giunge una notizia inaspettata: ci ha lasciato Maurizio Costanzo, un pilastro del giornalismo di cui tutti noi artigiani dell’Arte ci sentiamo figli. Noi della Redazione abbiamo deciso di non scrivere articoli a Lui dedicati…lo hanno già fatto in tanti e le nostre potrebbero essere l’ennesima copia delle tante parole dette, testimonianze preziose della Sua grandezza. Tuttoballo20 vuole omaggiare Maurizio Costanzo, dedicandoGli interamente e semplicemente questo numero, segno e frutto degli insegnamenti che ci ha trasmesso! A Te Maurizio che, sicuramente, ci stai leggendo da lassù!

Cari amici e lettori, ecco il nuovo numero di Tuttoballo, ricco, come sempre di curiosità, notizie ed interviste molto molto interessanti.
E’ un numero, questo, che abbraccia un periodo pieno di avvenimenti e di date importanti celebrate e da celebrare: il Festival di Sanremo appena concluso, la festa della donna, la festa del papà, la Pasqua, l’arrivo della primavera, la giornata mondiale della Danza…tutto sotto il segno dell’Arte.
E mentre ci accingiamo a parlarvi di tante cose belle, giunge una notizia inaspettata: ci ha lasciato Maurizio Costanzo, un pilastro del giornalismo di cui tutti noi artigiani dell’Arte ci sentiamo figli.
Noi della Redazione abbiamo deciso di non scrivere articoli a Lui dedicati…lo hanno già fatto in tanti e le nostre potrebbero essere l’ennesima copia delle tante parole dette, testimonianze preziose della Sua grandezza.
Tuttoballo20 vuole omaggiare Maurizio Costanzo, dedicandoGli interamente e semplicemente questo numero, segno e frutto degli insegnamenti che ci ha trasmesso!
A Te Maurizio che, sicuramente, ci stai leggendo da lassù!

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M a r z o - A p r i l e 2 0 2 3 33<br />

<br />

P h G i a n n i B r u c c u l e r i<br />

I Cugini di Campagna<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E - v i e t a t a l a r i p r o d u z i o n e D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r y "


Registrati prima di<br />

tutti<br />

alla XLI Giornata<br />

internazionale della<br />

Danza.<br />

Il 29 Aprile<br />

festeggia con noi<br />

al MAAM Museo<br />

dell'Altro e<br />

dell'Altrove di<br />

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C/C: 1039059199<br />

www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com


TuttoBallo - Marzo/Aprile <strong>2023</strong> - n. 33<br />

Copertina: I Cugini di Campagna - Ph ©Gianni Brucculeri<br />

Contro Copertina: Les Ballets Trockadero De Monte Carlo . Tournèe Italiana<br />

Editore "Stefano Francia" <strong>EnjoyArt</strong><br />

Direttore - Fabrizio Silvestri<br />

Vice direttore - Eugenia Galimi<br />

Segretaria di redazione - Pina delle Site<br />

Redazione - Marina Fabriani Querzè<br />

COLLABORATORI: Maria Luisa Bossone, Antonio Desiderio, Francesco<br />

Fileccia, David Bilancia, Giovanni Fenu, Mauri Menga, Sandro Mallamaci,<br />

Walter Garibaldi, David Iori, Giovanni Battista Gangemi Guerrera, Lara Gatto,<br />

Lucia Martinelli, Patrizia Mior, Ivan Cribiú, Danilo Pentivolpe, Alessia<br />

Pentivolpe, Carlo De Palma, Rita Martinelli, Assia Karaguiozova, Federico<br />

Vassile, Elza De Paola, Giovanna Delle Site, Jupiter, Francesca Meucci,<br />

Alberto Ventimiglia.<br />

Fotografi: Luca Di Bartolo, Monica Irma Ricci, Elena Ghini, Cosimo Mirco<br />

Magliocca Photographe Paris, Luca Valletta, Raul Duran, DsPhopto, Raul,<br />

Alessio Buccafusca, Alessandro Canestrelli, Alessandro Risuleo. Altre foto<br />

pubblicate sono state concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine<br />

social dei protagonisti.<br />

Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto d’autore,<br />

vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai sensi degli artt. 65<br />

comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.<br />

É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.<br />

É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal<br />

direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.<br />

Testata giornalistica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong><br />

per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com<br />

Contro Copertina<br />

Cari amici e lettori, ecco il nuovo numero di Tuttoballo,<br />

ricco, come sempre di curiosità, notizie ed interviste<br />

molto molto interessanti.<br />

E’ un numero, questo, che abbraccia un periodo pieno di<br />

avvenimenti e di date importanti celebrate e da<br />

celebrare: il Festival di Sanremo appena concluso, la<br />

festa della donna, la festa del papà, la Pasqua, l’arrivo<br />

della primavera, la giornata mondiale della Danza…tutto<br />

sotto il segno dell’Arte.<br />

E mentre ci accingiamo a parlarvi di tante cose belle,<br />

giunge una notizia inaspettata: ci ha lasciato Maurizio<br />

Costanzo, un pilastro del giornalismo di cui tutti noi<br />

artigiani dell’Arte ci sentiamo figli.<br />

Noi della Redazione abbiamo deciso di non scrivere<br />

articoli a Lui dedicati…lo hanno già fatto in tantie le<br />

nostre potrebbero essere l’ennesima copia delle tante<br />

parole dette, testimonianze preziose della Sua<br />

grandezza.<br />

Tuttoballo20 vuole omaggiare Maurizio Costanzo,<br />

dedicandoGli interamente e semplicemente questo<br />

numero, segno e frutto degli insegnamenti che ci ha<br />

trasmesso!<br />

A Te Maurizio che, sicuramente, ci stai leggendo da<br />

lassù!<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "


8 MARZO - FESTA DELLA DONNA<br />

Gli auguri alle donne questa volta non li<br />

porgiamo con mimose, frasi fatte o scatole di<br />

cioccolatini; non vogliamo cadere nella retorica<br />

parlando di temi oramai affrontati e riaffrontati,<br />

di cui non neghiamo l’importanza ma che<br />

necessitano di spazi e tempi adeguati. Il nostro<br />

è un augurio alla positività , attraverso le parole<br />

di Alda Merini, diretto alla donna ma esteso a<br />

tutta l’umanità, generata dalle donne, in un<br />

momento, per tanti motivi,storicamente difficile<br />

come quello che stiamo vivendo: auguri a voi!<br />

SORRIDI DONNA<br />

<br />

SORRIDI DONNA<br />

SORRIDI SEMPRE ALLA VITA<br />

ANCHE SE LEI NON TI SORRIDE.<br />

SORRIDI AGLI AMORI FINITI<br />

SORRIDI AI TUOI DOLORI<br />

SORRIDI COMUNQUE.<br />

IL TUO SORRISO SARÀ<br />

LUCE PER IL TUO CAMMINO<br />

FARO PER NAVIGANTI SPERDUTI.<br />

IL TUO SORRISO SARÀ<br />

UN BACIO DI MAMMA,<br />

UN BATTITO D’ALI,<br />

UN RAGGIO DI SOLE PER TUTTI.<br />

<br />

(ALDA MERINI)


WILLY, LA TESTIMONIANZA DEL SORRISO.<br />

QUANDO UN’ESPRESSIONE BELLISSIMA VEICOLA RISPOSTE<br />

Nunzia Latini<br />

Sullo sfondo della cronaca nera più<br />

buia, dentro la camera dei pensieri<br />

privati e dietro la tenda trasparente e<br />

scura della tristezza, resta latente<br />

l’eco di quel profondo senso di rifiuto<br />

rinforzato all’ennesima potenza per<br />

la violenza inaudita e ingiustificata,<br />

per il modo efferato e inutile, per la<br />

giovane età e per il non abuso di<br />

sostanze alteranti che per lo meno<br />

alla peggio avrebbero giustificato.<br />

Parliamo di Willy, fatto che già<br />

conosciamo e ha toccato<br />

direttamente Artena, oltre Paliano e<br />

Colleferro, un paese destinato per<br />

una iattura storica a un senso di<br />

inadeguatezza la cui voglia di<br />

riscatto non riesce a ergersi ritto per<br />

dichiarare solennemente e di nuovo<br />

‘Ex cinere resurgo.’<br />

Inerzia o ignoranza? Forse<br />

entrambe, visto che c’è chi accusa i<br />

rei artenesi anche del sentito dire<br />

come raccontato nel libro e lascia la<br />

notorietà di sé solo alle brutture di<br />

una stampa spesso poco attenta.<br />

Spero per essa che arrivi un vento<br />

nuovo che ne rispolveri le strade e<br />

lucidi i ciottoli che è bella davvero:<br />

piena di volontà e volontariato, di<br />

sapori genuini e giochi, di natura e<br />

spazi ed è un presepe naturale con<br />

le luci di notte, ispirazione per<br />

aspirare a un proprio natale reale.<br />

Artena non vuole essere identificata<br />

con quei due violenti e gli altri due<br />

che non erano neanche una banda,<br />

uno dei quali con una lacrima tatuata<br />

sotto l’occhio, simbolo per<br />

distinguersi per aver ucciso. Lì, li<br />

conoscevano, li evitavano. Forse<br />

pure tra loro si sarebbero evitati dato<br />

l’addossarsi il fatto reciprocamente;<br />

ragazzi con l’unica idea che al<br />

sabato si può finalmente bere dopo<br />

una settimana di lavoro; ragazzi che<br />

al processo “descriveranno cosa li<br />

ha spinti a vestirsi da lottatori e a<br />

picchiare a più non posso ma non<br />

sapranno spiegare e non diranno<br />

mai, seppur sollecitati da giudice e<br />

pubblici ministeri, per quale motivo<br />

proprio Willy.”<br />

Il cuore di Willy è stato spaccato a<br />

metà come altri organi con colpi<br />

assestati tecnicamente appresi per<br />

difendere usati per offendere; il<br />

cuore di tutti noi si è fermato in un<br />

sobbalzo di repulsione e dolore ma<br />

per lui batterà con più<br />

determinazione.<br />

Sì, perché non è accettabile che si<br />

arrivi sulla scena di una discussione<br />

che “in fase di spontanea<br />

risoluzione, fungeva da detonatore di<br />

una cieca furia.”<br />

Realistica, puntuale e attenta a ogni<br />

particolare e a ogni persona<br />

coinvolta è la storia nel libro di<br />

Federica Angeli, 40 secondi Willy<br />

Monteiro Duarte: La luce del<br />

coraggio e il buio della violenza,<br />

Baldini+Castoldi, ma l’autrice<br />

trasmette molto di più.<br />

La dualità della vita dentro il nero o<br />

nel bianco, nello spento o<br />

nell’acceso, nella luce o nel buio. È<br />

un testo che si fa racconto di nera; è<br />

un volume documento dei fatti; è il<br />

registro delle voci delle<br />

testimonianze; è un floema sociale;<br />

è un tomo denso per uno studio di<br />

psicologia e psicopatologia criminale<br />

e fortuna, è stato ispirazione per<br />

opera filmica già ottima idea come<br />

schermo di schemi di formazione per<br />

elicitare i valori veri e far muovere<br />

incontro a essi le platee, le classi, i<br />

figli di tutti con la speranza che non<br />

rimangano pubblico ma si facciano<br />

attori e incarnino il messaggio.<br />

È un messaggio forte perché ciò che<br />

scaturisce dalla vicenda è l’invito<br />

della vita a testimoniare la via al<br />

bene come in modo spontaneo i<br />

giovani hanno fatto perché<br />

rimanesse un messaggio sempre più<br />

forte, forte di verità. Federica Angeli<br />

non poteva non raccogliere per<br />

come ne rimane colpita<br />

personalmente e professionalmente.<br />

Lei, strumento di un’informazione<br />

che la paura troppo spesso<br />

ammutolisce, che non si può<br />

scrivere, di cui non si deve parlare<br />

perché altrimenti una testata in<br />

fronte non è niente. Lei, testimone in<br />

prima persona di questo significato<br />

con la propria vita sotto scorta da<br />

quasi dieci anni e che per la forza<br />

del coraggio diviene gioco a punti<br />

per i figli a cui si può solo augurare<br />

di vincere il premio che desiderano<br />

tanto. A Lei va riconoscenza.<br />

I Comuni di Colleferro, Paliano e<br />

Artena si sono costituiti parte civile e<br />

la Regione Lazio; a Willy è stata<br />

conferita dal presidente della<br />

Repubblica, Sergio Mattarella, la<br />

medaglia d’oro al valor civile per<br />

«l’eccezionale slancio altruistico e<br />

straordinaria determinazione, dando<br />

prova di spiccata sensibilità e di<br />

attenzione ai bisogni del prossimo,<br />

interveniva in difesa di un amico in<br />

difficoltà, cercando di favorire la<br />

soluzione pacifica di un’accesa<br />

discussione». Tutto ciò rafforza un<br />

unico verdetto, come naturale che<br />

sia e così è stato.<br />

La violenza per la violenza deve<br />

essere esorcizzata perché è troppa<br />

‘pura cattiveria’ e dentro il proprio sé,<br />

ai più, muove forte il dilemma<br />

morale: perché?<br />

Cosa possiamo fare? Come non<br />

dimenticare? Come non girarsi<br />

dall'altra parte?<br />

E allora immediata è la risposta<br />

fattiva che acquieta l’anima della<br />

gente sensibile: si sono organizzate<br />

fiaccolate di solidarietà e vicinanza<br />

alla famiglia, partecipate ed<br />

emozionanti; sono stati elaborati<br />

idee, pensieri, dipinti; ha ispirato<br />

canzoni, poesie, murales, premi e<br />

borsa di studio, luoghi denominati<br />

per la memoria; il libro viene<br />

presentato in primis a Colleferro e ad<br />

Artena per poi essere in altre<br />

cittadine e le scuole lo prendono<br />

come spunto per discutere del<br />

bullismo; sono stati istituiti fondi per<br />

iniziative e aiuto alla famiglia; chissà<br />

se quella notte potrà essere<br />

ricorrenza per un concerto contro le<br />

prepotenze e con il sorriso di Willy.<br />

Sono stati intitolati giardini e piazze<br />

per non dare spazio al male ormai<br />

chiuso per sempre in cella, perché in<br />

egual modo non potrà che essere il<br />

verdetto atteso e prossimo al<br />

secondo grado. E la Grazia non<br />

potrà esserci e neanche la riduzione<br />

di pena visto che mai la colpa è<br />

sentita per l’efferata uccisione di un<br />

ragazzo della stessa età, come<br />

dimostra la lettera dal carcere di uno<br />

di loro.<br />

Dunque, il pentimento?<br />

Nonostante nessun risarcimento<br />

riceverà e nessuno riporterà Willy a<br />

casa, c’è una meravigliosa famiglia<br />

capoverdiana piena di umanità e<br />

bontà nelle parole di Milena, la<br />

sorella ventenne di Willy “speriamo<br />

che pensino a quello che hanno fatto<br />

e si pentano,” e profonde quelle<br />

della Signora mamma: “Questi<br />

ragazzi non devono chiedere<br />

perdono a me né alla mia famiglia.


Devono chiederlo a loro stessi. Se un giorno ci riusciranno vuol dire che ci sarà un vero pentimento per quello che hanno<br />

fatto. Soltanto allora avrò la speranza che Willy non è morto invano.”<br />

Ma non è morto invano perché i coetanei lo hanno dimostrato.<br />

Gli amici si sono mossi con umanità vera, la speranza e la testimonianza del giusto vivere finché giustizia sia fatta. Si legge<br />

nel libro che i giovani testimoni “Tutti sono andati a dire quello che avevano visto,” nessuno si è escluso dalla responsabilità,<br />

non hanno avuto paura, hanno testimoniato e dato coraggio o attenzione anche ai molti altri che negli anni precedenti<br />

avevano subito violenza dai rei.<br />

La forza di rialzare la testa che restituisce dignità, non purtroppo la vita a un ragazzo che meritava di viversela tutta.<br />

Denunciare per non ricevere o far ricevere altro male, per non fare gl’indifferenti, per bloccare la prepotenza, per usare parole<br />

giuste, per lottare l'indifferenza, per contrastare il bullo. I giovani lo sanno fare, parliamo con il linguaggio dei giovani.<br />

È un fiume in piena Vinicio Marchioni su Instagram che sentita la notizia scrive al giovane di oggi le bellissime parole di ‘Note<br />

a margine di un dolore amaro e muto:’ “[…] Rivendica la possibilità̀ di essere fragile […] Rivendica gli abbracci, chiedili<br />

quando ti mancano, quando ne hai bisogno. […] rivendica il diritto di piangere. […] Rivendica il diritto di frequentare la<br />

bellezza, non quella estetica, ma l’ideale della bellezza. […] Sii gentile con te stesso, e con gli altri. Vai a cercare la parola<br />

compassione. Senti che effetto fa dentro di te. Domandati cos’è la forza per te, il coraggio per te, la resistenza per te,<br />

l’appartenenza per te. […] Siamo nati per conoscere noi stessi e, se possibile, migliorarci. E perdonaci se ti stiamo facendo<br />

crescere in un mondo così confuso e mediocre. C’è sempre una speranza, nonostante tutto, quella speranza sei tu. Abbi cura<br />

di te."<br />

Questi occhi dolcissimi su questo sorriso fresco e sincero sono un pugno allo stomaco.<br />

È qui la risposta: quel viso è la risposta che per sempre Willy darà alle nostre lacrime e a cui trasmettere una carezza di luce<br />

insieme all’autrice perché “Willy è ovunque:” sì Milena, è vero, è entrato nei cuori ed è preghiera. Questo viso ci sta pregando<br />

di insegnare i sorrisi sinceri e gli occhi dolcissimi sui bellissimi volti dei figli o degli studenti e sembra proprio dirci: “che<br />

nessuno possa più dire che ero al posto sbagliato al momento sbagliato: io ero lì, stavo lì e sono andato incontro al mio<br />

amico come ho fatto sempre e anche domani lo avrei fatto, mi sarei fermato e avrei chiesto: ‘tutto bene?”


Se ti appassiona la danza,<br />

Se riesci ad immaginarti sul gradino più alto del podio;<br />

Se riesci a sentire gli applausi e riesci a riconoscere il tuo nome tra le urla della folla;<br />

Se dalla prima nota senti in ogni fibra del tuo corpo l’adrenalina scorrere verso le tue gambe;<br />

Se il tuo cuore e quello del tuo/a partner battono all’unisono sulla pista da ballo,<br />

Allora… Sei un ballerino!<br />

Ma se vuoi diventare un campione, ti serve Top Dance Alliance!<br />

Fidati di noi… Siamo, Giordano Vanone & Katia Antonelli, coppia di vita e di ballo.<br />

Abbiamo iniziato a ballare nel 1985 in Italia, quando il ballo era considerato un’attività da balera<br />

con pochi sbocchi professionali.<br />

Nel corso degli anni, abbiamo studiato con i migliori maestri al mondo, con i quali abbiamo<br />

perfezionato la nostra tecnica, creato il nostro stile fondendo tecnica, emozione e personalità.<br />

Vincitori per tre anni consecutivi del campionato italiano di danze Standard.<br />

Una volta raggiunti gli alti livelli della danza sportiva sia in Italia che all’estero abbiamo sentito<br />

l’esigenza di metterci alla prova in un progetto più ambizioso, la Formazione.<br />

Formare nuove generazioni di danzatori, donando loro sia la tecnica per potersi affermare in<br />

competizione, sia gli strumenti per poter sviluppare la propria personalità.<br />

Ad oggi abbiamo formato campioni in tutto il mondo, in ogni categoria: Juveniles, Junior, Youth,<br />

Amatori e professionisti. Ad ognuno di loro è stato riservato un percorso unico, personalizzato e cucito<br />

addosso alla propria personalità proprio come un abito di alta sartoria, e con ogni singola coppia<br />

abbiamo lavorato in empatia per poter comprendere il loro mondo.<br />

Lavorare con ognuno di loro è stato un viaggio pazzesco. Un viaggio fatto di emozioni, fatica, successo.<br />

Tutti, in pista raccontiamo la nostra storia usando il linguaggio del corpo.<br />

AI nostri allievi, abbiamo insegnato ad essere sempre sé stessi, fuori e dentro la pista, incoraggiandoli<br />

a far emergere le loro personalità, rendendoli unici, determinati, ambiziosi, gentili, eleganti e forti.<br />

Oggi siamo “travolti” dall’omologazione; ognuno, per sentirsi parte di un gruppo tende a somigliare<br />

alla “massa”, perdendo, così, la propria, individualità e, sacrificando a volte le proprie qualità con<br />

inevitabili impatti negativi sulla propria autostima.<br />

Ognuno di noi è speciale e unico.<br />

Ognuno di noi è inimitabile.<br />

Ognuno di noi ha sempre qualcosa da raccontare.<br />

E noi, per comunicare questa unicità, dobbiamo conoscere e usare al meglio il linguaggio del corpo.<br />

E noi insegniamo a comunicare con la danza.<br />

Questa è la nostra forza, questa è la forza di Top Dance Alliance!


Pina delle Site<br />

UTO UGHI VS MANESKIN: DOV’È L’ARTE?<br />

Nei giorni pre-festival e post-festival, abbiamo<br />

assistito a non poche polemiche riguardanti diversi<br />

artisti che si sono schierati a favore/contro, alcuni altri<br />

artisti, ritenuti o non, degni di questo nome.<br />

La polemica è stata innescata dal maestro Uto Ughi,<br />

che si è espresso nei confronti dell’ oramai noto, a<br />

livello mondiale, gruppo rock dei Maneskin.<br />

“Sono un insulto all’Arte e alla cultura”, ha<br />

dichiarato Uto Ughi, evidenziando come la loro<br />

musica sia solo un susseguisi di urla che “cozza”<br />

con quella che, secondo lui è l’unica vera Arte,<br />

quella di Vivaldi&Co.<br />

Molti si sono schierati dalla parte del grande maestro<br />

violinista, sostenendo che i Maneskin sono solo un<br />

gruppo che “urla”, eccessivamente stravagante non<br />

solo nel modo di cantare e suonare, ma nel modo di<br />

vestire, di presentarsi sul palcoscenico, stravagante a<br />

tal punto da essersi reso protagonista di una vera e<br />

propria “carnevalata” come la sfilata fatta per le vie<br />

del centro di Roma e conclusasi con tanto di<br />

matrimonio con la musica.; il “bel canto”, dunque e<br />

l’Arte vera, quella bella, sono tutt’altra costa!<br />

…” Il messaggio che vogliamo diffondere con la<br />

nostra musica è l’esaltazione dell’uomo tramite la<br />

propria libertà e come potremmo parlare di<br />

espressione del proprio sé legandoci a qualcosa<br />

che rende, invece, dipendenti, schiavi?” afferma<br />

Damiano, frontman dei Maneskin.<br />

E come dargli torto? Da sempre noi “artigiani<br />

dell’arte” abbiamo sostenuto che l’Arte è espressione<br />

individuale, è libertà, è poliedrica, rifiuta qualsiasi<br />

stereotipo proprio perché ci libera dall’omologazione<br />

rendendoci anime libere, uniche, senza alcun vincolo<br />

… cancellare le “urla” dei Maneskin e deliziarsi solo<br />

di Vivaldi risponde al nostro concetto di Arte?<br />

Vero è che dietro ogni espressione d’Arte deve<br />

esserci anche un pensiero, e non sterile stravaganza;<br />

il discorso si estende, infatti, oltre la posizione di Uto<br />

Ughi e dei Maneskin, da cui abbiamo tratto spunto.<br />

Esistono, ed è inutile negarlo, molti artisti, non solo<br />

musicisti, che non hanno un pensiero, non hanno un<br />

reale messaggio da trasmettere ma, pur di apparire<br />

ed avere successo, si mascherano dietro la “scusa”<br />

che quello è il loro modo di fare Arte, non facendola,<br />

non vivendola, non trasmettendola…e allora chi si<br />

schiera dalla parte di Uto Ughi, ha tutte le ragioni per<br />

rinnegare quella che Arte non è!<br />

Ma qual è allora il confine che divide l’Arte vera, che<br />

ti fa vivere, ti fa commuovere, ti fa evadere, dalla non<br />

Arte che nasconde solo voglia di vanità, di successi<br />

effimeri, di apparire senza essenza?<br />

Noi di Tuttoballo ci battiamo per difendere l’Arte in<br />

tutte le sue forme, e siamo aperti a qualsiasi opinione<br />

ci possa aiutare ad ampliare le nostre vedute; questa<br />

divergenza di posizioni/opinioni tra due figure<br />

artistiche, da cui abbiamo tratto spunto, in un certo<br />

senso ci arricchisce … cari amici lettori, è proprio<br />

questo che Vi chiediamo: dopo aver letto queste<br />

righe, qual è il Vostro pensiero in merito?<br />

E soprattutto cos’è per Voi l’Arte?


Sandro Mallamaci<br />

FACCIAMO fESTA?<br />

LI giorni di festa, si sa, sono giorni speciali.<br />

Giorni diversi dai giorni di routine, ma non sono uguali per tutti. Ci sono feste che sono vissute intimamente<br />

da chi crede, freneticamente da chi consuma, gioiosamente da chi si può divertire. La stessa festa ha un<br />

significato per i grandi ed un altro per i piccini. Il carnevale non fa eccezione.<br />

Poco importa quale sia la sua origine, da cosa deriva il suo nome. Per chi è praticante della religione<br />

cattolica ha un significato ben preciso, per i bambini è un giorno in cui ci si può divertire a fare scherzi.<br />

Per l'economia è il periodo del mercato delle maschere e degli accessori a tema.<br />

In ogni luogo si vivono giornate in spensieratezza, ma in tanti modi diversi.<br />

Pensiamo ai carnevali più famosi al mondo: Venezia, Rio de Janeiro, in testa, ma anche in Canada,<br />

Svizzera, Francia, Spagna, Caraibi, India, insomma in ogni angolo del pianeta sono giorni presi a pretesto<br />

per dare sfogo all'allegria. Parola d'ordine: divertimento Tra sfilate di carri allegorici, stelle filanti e<br />

coriandoli. Caratteristica principale è la maschera. In Italia nascono nel 500 in piena commedia dell'arte.<br />

Ogni città, ogni regione ne ha una rappresentativa. Le più famose sono Brighella e Arlecchino Bergamo,<br />

Colombina e Pantalone a Venezia, Meneghino a Milano, Balanzone a Bologna, Rugantino a Roma e<br />

l'irriverente Pulcinella a Napoli. Ma non tutti sanno che anche in fondo alla punta dell'Italia sul palco della<br />

commedia dell'arte saliva un personaggio nato per sbeffeggiare gli arroganti capitani dell'esercito degli<br />

spagnoli invasori: Giangurgolo, servo chiacchierone e ingordo di Reggio Calabria.<br />

Come le maschere il carnevale è anche legato ai dolci. Pignolata al miele o glassata, castagnole,<br />

chiacchiere, zeppole, graffe, krapfen. Tutti dolcissimi vietatissimi ai diabetici ma vere e proprie droghe che<br />

agiscono sul sistema nervoso centrale.<br />

È risaputo infatti che i cibi dolci sono in grado di aumentare la serotonina, e quindi il buon umore. Insomma<br />

non c'è carnevale senza i suoi particolari dolci. Ma anche le sfilate di carri sono comuni caratteristiche dei<br />

vari carnevali in tutto il mondo.<br />

In Italia famoso è quello di Viareggio in Toscana o di Acireale in Sicilia. Meno famose, ma non per questo<br />

meno belle, sono le sfilate organizzate in tantissime altre località, che sono comunque attrazioni per le<br />

popolazioni locali. In Calabria ve ne sono diverse. Una tra le più conosciute è quella di Cittanova, nella<br />

piana di Gioia Tauro. Con la scusa di andare a degustare i menù a base di stoccafisso, prodotto tipico di<br />

questa cittadina calabrese, si può trascorrere un pomeriggio in allegria perché in questi giorni di festa in<br />

paese si intrattengono i tanti visitatori provenienti da tutta la Calabria, ma anche dalla vicina Sicilia, facendo<br />

sfilare i carri allegorici con al seguito gruppi folkloristici e musicanti per le strade principali.<br />

La regola unica è: a carnevale ogni scherzo vale, per ricordarci che ci sono le occasioni per scherzare, ma<br />

anche quelle che richiedono serietà.<br />

Sfoghiamoci con cappellini in testa e lingue di Menelik per stordire le orecchie degli amici: a pensare ai<br />

problemi importanti c'è sempre tempo.


www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com<br />

<br />

https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT


Ricomincio da me: la bellezza che aiuta il<br />

prossimo…<br />

MARIA CONSIGLIA IZZO<br />

Myriam Mazza, oltre ad essere una farmacista specializzata, è<br />

anche una professionista in dermocosmesi. Ha deciso di mettere<br />

il suo know how a servizio del prossimo, ovvero dei malati<br />

oncologici, dei bambini, delle donne svantaggiate e dei caregiver<br />

attraverso l’associazione “Ricomincio da me”, di cui è fondatrice<br />

e presidente.<br />

Myriam, di cosa si occupa l’associazione?<br />

“Ricomincio da me” è un progetto di cosmetica ed estetica<br />

sociale ed oncologica. Ha come obiettivo prendersi cura di chi<br />

vive la cura, ovvero tutte quelle persone che seguono le terapie<br />

oncologiche seguendo al contempo anche i caregiver.<br />

In che modo riuscite a realizzare tutto ciò?<br />

La dermocosmesi ha un ruolo fondamentale nella vita di quelle<br />

persone che affrontano le terapie oncologiche, proprio perché<br />

esse lasciano dei segni evidenti sulla pelle che possono<br />

diventare un elemento invalidante per la vita quotidiana.<br />

Ricomincio da me, in sinergia con altre figure professionali,<br />

invoglia tutte queste persone a non rinunciare alla cura di sé<br />

durante un periodo così difficile. I laboratori di “Ricomincio da<br />

me” sono suddivisi in due momenti in cui sono fondamentali due<br />

figure professionali: quella del farmacista specializzato e quella<br />

dell’estetista professionista. C’è un primo momento teorico –<br />

didattico durante il quale le persone vengono informate ed<br />

educate al concetto di bellezza come prevenzione, proprio<br />

perché è fondamentale prevenire i danni che le terapie possono<br />

causare. Ed un secondo momento pratico durante il quale<br />

vengono donati trattamenti estetici a cura di un farmacista<br />

specializzato.<br />

RDM non si occupa solo della prevenzione e della cura della<br />

pelle di pazienti onclogici….<br />

Ricomincio da me negli anni ha ottenuto un grande riscontro, e<br />

questa cosa ha portato alla nascita di un altro grande progetto<br />

che ha l’obiettivo di affermare la bellezza come un bene<br />

accessibile, un bene dal forte valore inclusivo. Abbiamo allargato<br />

il target: le cure sono state rivolte a giovani mamme italiane e<br />

straniere che vivono la complessità della periferia. Abbiamo<br />

iniziato una collaborazione con diverse associazioni e<br />

cooperative di Napoli con cui abbiamo organizzato sedute di<br />

dermocosmesi, etnocosmesi e paidocosmesi. Abbiamo spronato<br />

tutte le persone che vi hanno partecipato non solo a prendersi<br />

cura di sé, ma a sviluppare un proprio empowerment. Siamo<br />

partiti da Napoli, ma oggi siamo attivi in Sicilia, Toscana, Veneto,<br />

Piemonte. Durante il periodo pandemico abbiamo creato una<br />

piattaforma virtuale attraverso la quale ancora seguiamo online le<br />

persone (prima, durante e dopo le terapie).<br />

Che cosa è per te la bellezza?<br />

La bellezza è un bene comune. Il radicamento di questo concetto<br />

è la missione principale di RDM. La nostra pelle non è solo un<br />

organo inerte o un organo di confine, ma è uno dei primi<br />

strumenti di comunicazione. Per questo va curata! Ecco perché<br />

noi utilizziamo la bellezza come uno strumento per far stare<br />

meglio le persone.<br />

CONSIGLIA.IZZO@GMAIL.COM<br />

WWW.VANITYHER.COM<br />

WWW.GNAMGNAMSTYLE.IT


KING PRINCESS<br />

12 LUGLIO<strong>2023</strong> AL LUCCA SUMMER FESTIVAL<br />

Il cartellone di Lucca Summer Festival si arricchisce di un altro<br />

grande nome della scena internazionale con King Princess che<br />

aprirà la serata del 12 Luglio che vedrà poi sul palco i Sigur<br />

Rós. Nata e cresciuta a Brooklyn, New York, King Princess è<br />

una cantante, polistrumentista, cantautrice e produttrice il cui<br />

singolo di debutto, un'ode a storie queer non raccontate intitolato<br />

1950, è diventato un successo immediato con oltre 600 milioni di<br />

stream ottenendo lo status di platino negli Stati Uniti e in<br />

Australia. Il suo album di debutto Cheap Queen è stato<br />

pubblicato nel 2019 tramite la Zelig Records/Columbia Records<br />

di Mark Ronson riscuotendo un ampio successo di critica da<br />

parte di The New York Times,Pitchfork, NPR, RollingStone e<br />

altri,e si è esibita al "Saturday NightLive” e al "The Late Show"<br />

con Stephen Colbert. I suoi tour sold-out l'hanno portata in giro<br />

per il mondo dal Coachella al Glastonbury, al Governors Ball e al<br />

Bonnaroo e l'hanno portatasulla copertina di V Magazine,GQ<br />

Style UK, Highsnobiety e altro ancora. Nel luglio 2022, ha<br />

pubblicato il suo secondo album Hold On Baby, condividendo i<br />

compiti di produzione con Ethan Gruska,Aaron Dessner, Dave<br />

Hamelin e Mark Ronson.L'album presenta contributi di Justin<br />

Vernon, Bryce Dessner, James Krivchenia e la batteria di Taylor<br />

Hawkins nell'epico brano Let Us Die. Negli ultimi anni è stata<br />

openingact di band prestigiose come Florence+The<br />

Machine,The Strokes e Red Hot Chili Peppers.


STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />

presentano<br />

la collana musicale<br />

<strong>EnjoyArt</strong><br />

DISPONIBILE SU TUTTI I DIGITAL DOWNLOAD<br />

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Danza, musica, spettacoli, concerti, mostre, parate, animazione, intrattenimento, enogastronomia. Gli<br />

ingredienti ci sono tutti per la più gioiosa festa di primavera, il Mandorlo in Fiore, che si svolgerà ad<br />

Agrigento dal 5 al 12 marzo, e sarà ricchissimo di eventi ed emozioni. La manifestazione, giunta alla 75^<br />

edizione, saluta il risveglio della natura con i mandorli in fiore e diffonde messaggi di speranza, di fratellanza<br />

e di amore, nella città siciliana in cui svetta maestoso da secoli nella Valle dei Templi, il Tempio della<br />

Concordia. Il Mandorlo in Fiore presenterà i Patrimoni Immateriali Unesco e le tradizioni popolari di ogni<br />

parte del mondo, oltreché una serie di mostre e approfondimenti sul tema della mandorla e dei suoi derivati.<br />

Tra gli eventi di spicco, non può di certo mancare l’emozionante “Fiaccolata dell’Amicizia”, in calendario<br />

venerdì 10 marzo, che suggella la partecipazione in pace, fratellanza e amicizia dei gruppi rappresentanti di<br />

una trentina di nazioni di Africa, America, Asia, Europa. Tanto lo spazio riservato anche all'enogastronomia<br />

con la terza edizione del contest “Agrigento Cooking Show“ - in collaborazione con Valle dei Templi Film<br />

Commision – a cui saranno presenti ospiti di spicco del panorama gastronomico nazionale come Giorgio<br />

Barchiesi, oste più amato d’Italia e protagonista del famoso programma televisivo “Giorgione - Orto e<br />

Cucina”. E poi Mandorlara alla 14° ediizione, lo show cooking "La mandorla a tavola" e per tutti i buongustai,<br />

anche il Mandorlo in Fiore Village Food in centro città. E poi ancora le parate e gli spettacoli del “75° Festival<br />

Internazionale del Folklore” con Albania, Armenia, Bulgaria, Cile, Costa d’Avorio, Croazia, Georgia,<br />

Giappone, Grecia, India, Italia, Kenya, Kirghizistan, Korea, Malesia, Macedonia, Messico, Polonia, Scozia,<br />

Serbia, Spagna, Stati Uniti d’America, Thailandia, Uzbekistan. Il Mandorlo in Fiore è organizzato dal Comune<br />

di Agrigento con il Parco Archeologico della Valle dei Templi, la DMO Distretto Turistico Valle dei Templi, la<br />

Fondazione Teatro Luigi Pirandello e con il sostegno del Ministero del Turismo e della Regione Siciliana.<br />

“Agrigento Cooking Show” 3^ Edizione<br />

Il racconto del territorio attraverso le sue eccellenze enogastronomiche. Una straordinaria occasione di<br />

valorizzazione del lavoro dei cuochi, i ristoratori agrigentini e i videomaker che con le immagini proiettano<br />

"oltre il piatto" l’essenza dei piatti della tradizione siciliana. Ecco in sintesi la ‘mission’ di “Agrigento Cooking<br />

Show”, al Palacongressi, dove la terza edizione del contest enogastronomico si concluderà martedì 7 marzo,<br />

quando, nella serata finale, saranno alla ribalta ristoratori e videomaker che, unendo le proprie abilità e<br />

competenze, dovranno raccontare e comunicare la storia di un piatto, tradizionale o rivisitato in chiave<br />

moderna ma che si attenga alla tradizione siciliana, tramite un video della durata massima di 3 minuti. Il<br />

debutto del contest nella scuola professionale dei mestieri “Euroform” con la cosiddetta “Prima Fase”, in cui i<br />

dieci ristoratori concorrenti si presenteranno con i loro piatti alla giuria enogastronomica, capitanata da Chef<br />

Salvatore Gambuzza e composta dagli Chef Giovanni Montemaggiore, Giovanni Chianetta, Mario Ciulla e<br />

Mario Consentino e da membri della rivista All Food Sicily, che sarà pronta a degustarli e assegnare i voti.<br />

Nei giorni successivi, i membri della giuria tecnica si occuperanno della supervisione e dell’assegnazione del<br />

punteggio che riguarda i video. La somma dei voti delle due giurie decreterà le tre coppie di ristoratori e<br />

videomaker che potranno accedere alla serata finale del 7 marzo. Saranno presenti ospiti di spicco del<br />

panorama gastronomico nazionale come Giorgio Barchiesi, oste più amato d’Italia e protagonista del famoso<br />

programma televisivo “Giorgione - Orto e Cucina”. Il vincitore di “Agrigento Cooking Show” della categoria<br />

dei ristoratori si aggiudicherà un premio e un premio al miglior videomaker. Prima della cerimonia ufficiale<br />

sarà allestito il “Villaggio di Agrigento Cooking Show” dove i partner che hanno contribuito alla realizzazione<br />

dell’evento e alcune delle migliori aziende siciliane esporranno i propri prodotti e delizieranno il pubblico.<br />

Fondatore e direttore artistico dell’evento è il regista Marco Gallo, da anni impegnato nella promozione del<br />

territorio agrigentino e delle sue bellezze, Tutte le informazioni e gli aggiornamenti saranno pubblicati sui<br />

canali ufficiali Instagram e Facebook e sul sito ufficiale di Agrigento Cooking Show<br />

https://www.agrigentocookingshow.it/<br />

Tutti i dettagli sugli spettacoli, le parate e sui Patrimoni Unesco sono disponibili su<br />

www.mandorloinfioreagrigento.com


MANDORLARA


TURISMO<br />

I CAMMINI PER<br />

ASPETTARE LA<br />

PRIMAVERA<br />

ASSISTERE AL RISVEGLIO DELLA NATURA LUNGO LA VIA AMERINA, SUL CAMMINO<br />

MATERANO, IN CALABRIA, IN SALENTO E IN TANTI ALTRI POSTI


Anche se l’inverno non è ancora finito e sferra gli ultimi colpi di gelo con bruschi cali di temperatura, le giornate si sono<br />

già allungate e la luce è cambiata: una brezza di primavera già si respira alle porte. Si affaccia così la voglia di<br />

viaggiare, di uscire dal torpore invernale e godere della bella stagione tornando ad immergersi nella natura. Camminare<br />

in questa stagione vuol dire assistere allo sbocciare dei primi germogli precoci e al risveglio degli animali nelle tane, un<br />

atmosfera di fermento che vale la pena di godere.<br />

Per aspettare la primavera La Compagnia dei Cammini suggerisce il Cammino Materano: da Brindisi a Crispiano,<br />

lungo il tratto della Via Ellenica che attraversa la Valle d’Itria, questo cammino richiede già un buon allenamento e<br />

percorre una terra dai toni contrastanti tanto quanto i suoi colori: il verde degli ulivi, dei mandorli e dei piccoli boschi, il<br />

rosso della terra che si calpesta, il bianco delle masserie e dei trulli che spuntano tra i muretti a secco: un cromatismo<br />

che ci accompagna borgo dopo borgo alla scoperta di antiche tradizioni e nuove contraddizioni. Estesa da Brindisi, porto<br />

d’Oriente, a Taranto, centro culturale della Magna Grecia, la Valle d’Itria risuona ancora oggi degli echi delle popolazioni<br />

che l’hanno vissuta per millenni: pellegrinaggi, migrazioni antiche e recenti, incontri tra culture diverse hanno fatto di<br />

questa valle uno dei territori di maggior carattere della nostra penisola. Il cammino offre la possibilità di scoprire alcuni<br />

tra i borghi più affascinanti della regione, fuori dai flussi turistici che si fanno eccessivi in altri periodi dell’anno e che, nel<br />

bene e nel male, stanno trasformando il territorio: un Sud che costruisce sé stesso sul filo che si estende tra virtù e<br />

necessità.<br />

Nel caldo Lazio si può percorrere L’antica Via Amerina un cammino abbastanza facile nel centro Italia più nascosto e<br />

intimo, sulle tracce dell’antico popolo dei Falisci, che insieme a Etruschi, Sabini, Piceni e Umbri vivevano questi territori<br />

prima della colonizzazione romana. La Via Amerina è una delle strade consolari romane che, a partire dal IV secolo<br />

a.C., ha rappresentato per secoli la via più diretta per raggiungere da Roma i territori umbri e per poi innestarsi sulle vie<br />

romee che risalivano l’Italia verso nord-est. Fu poi l’asse portante del cosiddetto "corridoio bizantino", quella fascia di<br />

territori che collegavano Roma a Ravenna a difesa dai Longobardi, nella fase ormai di decadenza dell’Impero romano.<br />

Dall’antica città di Veio, alle porte di Roma, il cammino percorre sentieri e stradelli che risalgono l’Antiappennino del<br />

Lazio dei Monti Cimini e Sabatini, attraversando l’agro falisco, la terra dei Falisci, raggiungendo l’antica città di Ameria<br />

(l’attuale Amelia) e toccando per la via necropoli e catacombe e i tanti paesi poggiati su speroni di tufo: Nepi, Falerii,<br />

Calcata Vecchia – il paese degli artisti, Corchiano, Gallese, Orte e Amelia.<br />

Si tratta di un’area geografica naturalmente vocata al biologico, in cui agricoltori, cittadini, operatori turistici e<br />

associazioni hanno stretto un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, attraverso la creazione del "BioDistretto<br />

della Via Amerina e delle Forre", nella difesa del territorio su diversi fronti, in primis per contrastare la crescente<br />

monocoltura dei noccioleti (molti dei quali producono le nocciole per la Nutella!); un sistema di produzione e consumo<br />

che tenta di far valere il modello della filiera corta, dei gruppi di acquisto e delle mense pubbliche bio.<br />

Per chi vuole già godere di un sole tiepido e luminoso c'è il Salento a passo lento. Una settimana di cammino con<br />

dislivelli molto modesti, in parte vicino al mare, affacciati sulle magnifiche scogliere da cui si vede l’Est, la Grecia e<br />

l’Albania, in parte nell’entroterra, tra oliveti, terrazzamenti, macchia mediterranea, muretti a secco e segni dell’uomo. Si<br />

parte da Torre Sant’Andrea e si prosegue sulla costa fino a Otranto, cittadella fortificata carica di storia. Poi sarà ancora<br />

costa, la più a oriente d’Italia, le torri a protezione dai saraceni, i segni dei recenti sbarchi migranti, l’incontro con le<br />

capre joniche dalle lunghe orecchie. A Tricase, per vie tra muretti a secco, tra boschi di quercia vallonea, l’albero dalle<br />

grandi ghiande simbolo di questa parte di Puglia. E poi giù, sempre verso sud, fino a quando la penisola si stringe, e i<br />

mari diventano due, uno a Est e uno a Ovest, Adriatico e Jonio. Si stringe fino a diventare un punto, il nostro punto di<br />

arrivo, la fine della terra, “finibus terrae” il capo di Leuca, il faro, e il Santuario che ci ricorda che questa via era anche<br />

meta di un antico pellegrinaggio, ora in via di recupero. È un viaggio speciale, questo in Salento, a ritmi lenti, di quei<br />

viaggi che ti rimangono dentro. In marzo il posto migliore in cui farsi viandanti. Assaporando la terra salentina anche<br />

grazie ai suoi sapori, che sapori!


Stocco di Mammola, eccellenza calabrese… dalla Norvegia<br />

di Eugenia Galimi<br />

vice direttrice<br />

Quando si parla della zona di Reggio Calabria e di cibo, non si<br />

può non citare lo stocco di Mammola, uno dei prodotti<br />

agroalimentari a base di pesce della tradizione reggina. Parte<br />

integrante della cucina tipica della dieta mediterranea, lo stocco<br />

di Mammola è stato incluso nell’Elenco Nazionale dei Prodotti<br />

Agroalimentari Tradizionali dal Ministero delle Politiche Agricole<br />

e Forestali.<br />

Lo stocco di Mammola, una sorta di merluzzo essiccato (per<br />

produrre 1 chilogrammo di stocco sono necessari ben cinque<br />

chilogrammi di merluzzo fresco), è un piatto le cui origini si<br />

perdono nella notte dei tempi; considerato un piatto povero,<br />

veniva preparato e consumato da contadini e braccianti, molto<br />

proteico (povero di grassi, ricco anche di vitamine e sali<br />

minerali), infatti, forniva l’apporto energetico necessario per<br />

affrontare il duro lavoro nei campi.<br />

Nella zona della locride lo stocco, come tradizione vuole, è il<br />

piatto tipico del Venerdì Santo e della vigilia di Natale.<br />

Mammola, la patria dello Stocco<br />

Mammola è un piccolo comune di Reggio Calabria posto sul<br />

versante ionico della Calabria, tra l'Aspromonte e le serre<br />

calabresi, qui, da oltre quarant’anni, il 9 agosto viene<br />

organizzata la tradizionale Sagra dello Stocco: nelle piazzette<br />

del borgo antico viene degustato lo stocco preparato in diversi<br />

modi e servito in tegami di terracotta (tianeji). La sagra per la<br />

sua tipicità è tra le più importanti manifestazioni di gastronomia<br />

della Calabria e richiama migliaia di turisti tra canti, balli, suoni<br />

e varie altre attrazioni.<br />

Come viene preparato lo Stocco di Mammola<br />

Il merluzzo pescato nei Paesi del Nord Europa viene salato ed<br />

essiccato al sole appeso su apposite intelaiature di legno; alla<br />

fine di questo processo di conservazione naturale, lo stocco<br />

viene accuratamente pulito e reidratato per diversi giorni, in<br />

questo processo l’acqua assume un ruolo importantissimo e<br />

quella che sgorga a Mammola è particolarmente ricca di tutti<br />

quegli oligo elementi utili a esaltarne il gusto. Lo stocco<br />

mammolese, una volta reidratato, viene preparato con<br />

pomodori pelati, olive, peperoni e patate a spicchi e<br />

generalmente accompagnato da vino rosso locale o di Cirò.


Nasce a Fano il primo circuito dei migliori ristoranti a base di pesce a miglio zero: una rete che riunisce i locali dedicati alla<br />

ristorazione di qualità e della tradizione, al fine di innalzare lo standard dell'offerta, tutelare i consumatori e valorizzare chi<br />

lavora tanto e bene, secondo i canoni che rispettano le tipicità ittiche locali. E' il progetto della 'Fano Gastronomica', promossa<br />

dal Comune di Fano, Assessorato al Turismo, con il quale si punta a promuovere la sostenibilità della filiera corta e a miglio<br />

zero. Attraverso la 'Rete dei ristoranti del mare di Fano' si propongono piatti a base di pescato locale e ricette che seguono la<br />

tradizione fanese, anche interpretandole in modo innovativo. Sono i ristoranti 'Alla Lanterna', 'AlMare, 'Caffè del porto',<br />

'Goodies', 'La Liscia da Ori', 'La Taverna dei Pescatori', 'La Tressa, 'La Quinta', 'Villa Marina', 'Il Galeone'.<br />

'La Strada dei Ristoranti del Mare di Fano' porta in tavola i sapori originali del pescato locale selezionato, proveniente<br />

dall’attività di pesca artigianale e dall’acquacultura del territorio. Il disciplinare prevede che nel menu siano proposti almeno tre<br />

piatti a base di pescato locale e almeno due ricette della tradizione tra cui: 'vongole alla puretta', lo 'spaghetto alle vongole', il<br />

'Brodetto', i 'bombolini in porchetta', la 'razza con i peperoni', la 'tagliatella con sugo di sogliola', la 'grigliata' (rustita), la 'frittura<br />

di paranza'.<br />

L’adesione dei ristoranti avviene con l’impegno ufficiale al rispetto delle norme previste dal Disciplinare redatto dal Comune di<br />

Fano, con lo scopo di promuovere la sostenibilità e la valorizzazione dei mestieri legati al mare e al cibo. Tutti gli aderenti alla<br />

Rete rispettano i valori del Disciplinare e con la supervisione del Comune di Fano, si impegnano ad offrire la massima<br />

valorizzazione del prodotto ittico locale.


Il Comune di Fano attiverà l'animazione territoriale sia verso la Rete 'Le Strade dei Ristoranti al Mare di Fano', per creare<br />

collaborazione, sia verso l’esterno, al fine di strutturare una rete di contatti trasversale e si occuperà anche delle attività di<br />

comunicazione e promozione.<br />

Il progetto 'Fano Gastronomica' si inserisce nella nuova offerta turistica promossa dal Comune di Fano su impulso del Piano<br />

strategico per il turismo, parallelamente al nuovo percorso turistico sul Porto di Fano 'Fano Marinara', con l’obiettivo di<br />

promuovere la sostenibilità e la valorizzazione dei mestieri legati al mare e al cibo.<br />

Il porto di Fano è un luogo che custodisce la storia della città e che, con la sua evoluzione nel tempo, ne testimonia i<br />

cambiamenti culturali, commerciali, sociali ed economici.<br />

Fano Marinara, iniziativa promossa dal Comune di Fano, prevede l’organizzazione di visite guidate alla scoperta della<br />

marineria e del mondo della pesca tipica di questa località.<br />

Passeggiando per le rive e le banchine del porto è possibile immergersi nell’atmosfera della vita marittima dei pescatori per<br />

conoscerne la storia e le attività quotidiane. Sul percorso, otto totem informativi fissati nei punti di interesse consentono di<br />

accedere a contenuti testuali e video.


Farm Food Festival a Merano<br />

25 marzo <strong>2023</strong>: 1 Edizione<br />

Si chiamerà Farm Food Festival l’evento organizzato da Gallo<br />

Rosso, l’associazione che si occupa di promuovere l’attività di oltre<br />

1600 masi altoatesini, in collaborazione con il Merano Wine<br />

Festival.<br />

La prima edizione del Farm Food Festival si terrà il prossimo 25<br />

marzo, dalle 10, con festosa inaugurazione, alle 17 al Kurhaus di<br />

Merano (ingresso libero), anche se l’intento è che ci sia poi un<br />

seguito, diventando un appuntamento fisso di fine marzo per gli<br />

anni a seguire.<br />

Durante la manifestazione, 83 contadini produttori, riconosciuti dal<br />

marchio di qualità “Gallo Rosso”, avranno l’occasione,<br />

nell’esclusiva cornice del Kurhaus di Merano, di presentare i loro<br />

prodotti di qualità, di offrirli in degustazione e di venderli. Lo scopo<br />

del Festival, infatti, è di sensibilizzare verso l’eccellenza dei<br />

prodotti della terra dell’Alto Adige, coltivati e lavorati da mani<br />

esperte con passione, cura e attenzione per gli alimenti sani,<br />

senza coloranti e conservanti artificiali, all’insegna della regionalità<br />

e della stagionalità. Solo i migliori prodotti di qualità, al 100%<br />

direttamente dai masi.<br />

Il Farm Food Festival, in sostanza, è proprio questo: il meglio dei<br />

masi altoatesini.<br />

Il marchio di qualità “Gallo Rosso” garantisce che l’intera catena<br />

che coinvolge il prodotto agricolo, dalla produzione delle materie<br />

prime alla lavorazione e commercializzazione, avvenga<br />

direttamente al maso. Inoltre, ogni prodotto deve superare una<br />

degustazione alla cieca da parte di una commissione di esperti,<br />

esterni all’associazione.<br />

Parallelamente alla degustazione e alla vendita dei prodotti di<br />

qualità Gallo Rosso, è previsto un programma collaterale con<br />

degustazioni alla cieca di “formaggi e yogurt” alle ore 11 e di<br />

“succo di mela e sidro” alle ore 14, show cooking dello chef stellato<br />

Chris Oberhammer (Ristorante Tilia a Dobbiaco) e consegna di<br />

premi (“prodotto dell’anno” alle ore 12 e “venditore diretto<br />

dell’anno” alle ore 16).<br />

Per iscriversi e partecipare all’evento: farmfoodfestival.it


Gallo Rosso è il nome del marchio che dal 1998<br />

promuove e favorisce l’attività di ormai 1.600 agriturismi<br />

in Alto Adige e che appartiene all’Unione Agricoltori e<br />

Coltivatori Diretti Sudtirolesi (Südtiroler Bauernbund). Sin<br />

dalle origini lo scopo principale di Gallo Rosso è<br />

sostenere i contadini dei masi nello sviluppo di attività da<br />

affiancare all’agricoltura. La filosofia dell’Associazione<br />

Gallo Rosso è “Avvicinare le persone allo stile di vita<br />

degli agricoltori altoatesini”. L’obiettivo di questo progetto<br />

è da un lato aprire agli agricoltori altoatesini nuove fonti<br />

di reddito e dall’altro dare ai consumatori la possibilità di<br />

conoscere il mondo contadino dell’Alto Adige. La<br />

classificazione dei masi che offrono alloggio (Agriturismo<br />

in Alto Adige) è organizzata in fiori, da 1 a 5; più alto è il<br />

numero dei fiori, più numerosi sono i criteri soddisfatti<br />

dalla struttura. Inoltre, attraverso standard qualitativi<br />

elevati e criteri severissimi, l’Associazione sostiene il<br />

lavoro di oltre 100 masi che si dedicano alla ristorazione<br />

contadina (Masi con Gusto), all’artigianato autentico<br />

(Artigianato contadino) e alla produzione di prodotti<br />

gastronomici genuini (Sapori del maso).


FORMATICUM: DARE VOCE AGLI ULTIMI E<br />

SALVAGUARDARE IL FUTURO<br />

Sabato 4 e domenica 5 marzo <strong>2023</strong> riapre i battenti a Roma<br />

il primo salone del formaggio italiano e delle rarità casearie.<br />

Formaticum è un appuntamento imperdibile per tutti gli<br />

appassionati di formaggio, per gli operatori del settore e per i<br />

ristoratori che possono degustare e acquistare i prodotti<br />

esposti.<br />

Grande novità di Formaticum <strong>2023</strong> è la nuova location: la<br />

Città dell’Altra Economia, un ampio spazio recuperato<br />

dall’edificio delle antiche pese del bestiame e ristrutturato<br />

con soluzioni innovative, che ospiterà la quarta edizione<br />

della manifestazione dedicata ai formaggi. Dotata di<br />

parcheggio, la Città dell’Altra Economia è all’interno del<br />

Campo Boario dell’Ex-Mattatoio ed è facilmente<br />

raggiungibile con la macchina e anche con i mezzi pubblici.<br />

Ideato da La Pecora Nera Editore - casa editrice attiva nel<br />

mondo dell’enogastronomia, specializzata nella<br />

realizzazione di guide ed eventi – e Vincenzo Mancino,<br />

esperto conoscitore della produzione e lavorazione dei<br />

latticini, Formaticum è un evento di riferimento per<br />

conoscere i piccoli produttori italiani e assaporare le loro<br />

specialità.<br />

La produzione casearia italiana, ricchissima per<br />

varietà e unicità, è frutto del lavoro di artigiani che si<br />

dedicano ad ogni aspetto della produzione, a partire<br />

dalla cura delle terre che li ospitano, all’alimentazione<br />

degli animali che allevano fino all’accurato processo di<br />

trasformazione, frutto di secolare competenze a<br />

rischio di estinzione.<br />

“Formaticum vuole essere la voce o meglio il grido di<br />

questi ultimi: ULTIMI, bensì PRIMI di una catena che,<br />

a causa della globalizzazione dell’industria alimentare,<br />

ci porta a non osservare con attenzione la<br />

trasformazione delle nostre abitudini alimentari,<br />

quotidiane e del nostro territorio” dichiara Vincenzo<br />

Mancino.<br />

Accuratamente selezionate dagli organizzatori, tutte le<br />

aziende partecipanti alla manifestazione hanno come<br />

comune denominatore il grande lavoro di qualità, il<br />

rispetto per l’ambiente, la lotta alla standardizzazione<br />

e all’omologazione dei gusti.


TuttoBallo<br />

Sta arrivando la primavera! E’ ora di uscire all’aria aperta per una gita fuori porta, immersi nella natura in tutto il suo<br />

splendore. Ci lasciamo alle spalle un inverno pieno di tepore e ci immergiamo nella stagione del rinnovo con lunghe<br />

giornate di sole, dove una delle festività più sentite del periodo, la Pasqua, ci riserva grandi pranzi all’aperto.<br />

L’Umbria è una regione di rara bellezza, una regione con una natura meravigliosa al cui interno sorgono dei borghi<br />

che sono dei veri e propri capolavori architettonici. Tra questi, devo senza dubbio ricordare Montegabbione. Si<br />

sviluppa sopra una collina, tra Perugia e Terni, ad una altezza di 594 m dal livello del mare, da cui domina un vasto<br />

panorama che si estende dalla Val di Chiana al Monte Cetona fino a Città della Pieve. Immerso in un contesto<br />

silenzioso e lento, dove il tempo sembra essersi fermato. Risalente all’epoca etrusco/romana, il borgo fortificato di<br />

Montegabbione sorse intorno all’XI sec. e appartenne a potenti famiglie (Montemarte, Filippeschi, Monaldeschi). In<br />

seguito entrò a far parte dello Stato Pontificio di cui seguì le vicende sino all’Unità d’Italia.<br />

Montegabbione è un borgo fortificato di grande valore storico e architettonico che si sviluppa attorno al suo castello.<br />

Passeggiare per le sue vie è come ritornare indietro nel tempo, dove l’incedere ci trasporta in un viaggio incantevole<br />

verso il passato. Piccolo paese ma grande cultura, tanti sono i luoghi da visitare, tra i quali non posso che<br />

consigliarvi la famosa Torre, elemento simbolo del borgo, che risale al XV secolo, di chiara impostazione<br />

architettonica militare con il basamento a tronco di piramide, costruita con pietra viva martellinata e squadrata e con<br />

strette feritoie. La chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo in stile bizantino, è stata decorata dagli artisti perugini<br />

Francesco Biscarìni e Raffaele Angeletti. Fuori dalle mura troviamo la chiesa della Madonna delle Grazie, che risale<br />

al 1625. All’interno della chiesa è visibile un affresco della Madonna del Latte del XVI secolo. Nei dintorni da vedere i<br />

ruderi dell'Abbazia di Acqua Alta, il Castello di Casteldifiori, e in località Montegiove il Castello e il suggestivo<br />

Convento francescano della Scarzuola, fondato da San Francesco d'Assisi nel 1218. Nel 1956 il complesso fu<br />

acquistato e restaurato dall'architetto milanese Tomaso Buzzi che, tra il 1958 e il 1971, al fianco del convento,<br />

progettò ed edificò la sua “Città Ideale”, concepita come "macchina teatrale". La gigantesca scenografia teatrale che<br />

oggi viene chiamata “Città Buzziana”, è una sorta di via di mezzo tra un parco ed un'Acropoli, caratterizzata da<br />

decine di elementi dalle fortissime valenze esoteriche, che comprende un insieme di 7 teatri.<br />

Che si tratti di escursioni o uscite in bicicletta, nella natura vicino a Montegabbione potrete trovare cascate, corsi<br />

d’acqua e torrenti sul vostro cammino che rendono le passeggiate nel verde ancora più ricche ed emozionanti.<br />

Il territorio è caratterizzato da un sistema collinare spettacolare: le pendici sono ricoperte da ulivi e vigneti che,<br />

grazie al suolo fertile, forniscono prodotti di alta qualità. La sua economia si basa in prevalenza sull’allevamento del<br />

bestiame (specialmente suini) e sulla produzione di salumi, vino e olio. L’olio, caratterizzato da acidità molto bassa e<br />

dal sapore intenso, denota un buon contenuto di sostanze fenoliche, antiossidanti, molti sono gli olivi secolari. Tra i<br />

vigneti domina il Sangiovese, accompagnato da Cabernet, Pinot Nero, per le varietà a bacca nera, mentre per quelle<br />

a bacca bianca si trova il Trebbiano, il Sauvignon, il Grechetto.<br />

Ovunque deciderete di fermarvi, potete stare certi che avrete la possibilità di gustare alcuni dei piatti tipici<br />

dell’Umbria, piatti semplici che traggono ispirazione dalla tradizione contadina, preparati ancora oggi seguendo le più<br />

antiche ricette. Non dimenticare di assaggiare il pan pepato, dolce superbo di fattura umbra con nocciole, noci,<br />

mandorle, noce moscata, cannella, cioccolato, mele e uvetta.<br />

Se vi capita di passare a Montegabbione, fate un fischio, che ci facciamo un happy hour in puro Umbria style…


TuttoBallo<br />

AGNELLO AL TARTUFO NERO<br />

INGREDIENTI<br />

1 KG DI POLPA DI AGNELLO<br />

50 GR DI TARTUFO NERO DI NORCIA<br />

1 LIMONE<br />

AGLIO E ROSMARINO<br />

CAPPERI SOTTO SALE UN CUCCHIAIO<br />

OLIO EVO QB<br />

ACETO DI VINO BIANCO UN CUCCHIAIO<br />

100 ML VINO BIANCO<br />

SALE E PEPE QB<br />

PROCEDIMENTO<br />

Tagliare a coltello la polpa di agnello in pezzi grossolani (come fosse uno spezzatino). Scaldare in un’ampia<br />

padella l’olio con l’aglio, aggiungere la carne di agnello e fare rosolare per qualche minuto fino a darle un colore<br />

dorato. Bagnare con il vino e lasciare evaporare, coprire con un coperchio e lasciare cuocere per 20 minuti circa.<br />

A parte pestare uno spicchio di aglio con i capperi (precedentemente sciacquati sotto acqua fredda corrente) e<br />

l’aceto. Unire il composto ottenuto allo spezzatino e finire la cottura per altri 10 minuti circa (nel caso aggiungere<br />

poca acqua) aggiustando di sale e pepe.<br />

Preparare la salsa: pestare i tartufi aggiungendo poco olio evo, qualche goccia di limone, sale e pepe.<br />

A cottura ultimata dell’agnello, servire ben caldo cosparso con la salsa tartufata.


TuttoBallo<br />

TORTA DI PASQUA<br />

INGREDIENTI<br />

500 GR DI FARINA 0<br />

125 ML DI OLIO EVO<br />

100 GR DI PECORINO TENERO<br />

100 GR DI PARMIGIANO GRATTUGIATO<br />

5 UOVA<br />

40 GR DI PASTA PER PANE LIEVITATA<br />

5 GR DI LIEVITO DI BIRRA<br />

SALE QB<br />

STRUTTO QB<br />

PROCEDIMENTO<br />

In una terrina rompere tre uova e due tuorli, sbattere leggermente e aggiungere il sale, il pecorino tagliato a cubetti<br />

ed il parmigiano grattugiato. Mescolare il composto con l’olio e lasciare riposare per circa 3 ore.<br />

Su una spianatoia unire la pasta per pane e la farina, impastare leggermente. Formare una cavità al centro dentro il<br />

quale versare il composto di uova e pecorino ed amalgamare il tutto con le mani, lavorare l’impasto per circa 10<br />

minuti fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, quindi lasciare riposare per 2 ore in una ciotola coperta di<br />

pellicola.<br />

Ungere con lo strutto una tortiera alta e larga. Riempire la tortiera per 1/3 con l’impasto e cuocere in forno caldo a<br />

190° C per 40 minuti circa controllando con uno stuzzicadenti la cottura interna.<br />

A cottura ultimata estrarre dal forno e servire ben calda.<br />

(si può servire con salumi o verdure alla griglia)


18 giugno <strong>2023</strong><br />

Categorie:<br />

Miglior Ballerino<br />

Miglior Ballerina<br />

Miglior Coppia<br />

Miglior Maestro<br />

Miglior Spettacolo Classico<br />

Miglior Musical<br />

Miglior TV DanceShow,<br />

<br />

Miglior Coreografo<br />

Miglior Dance Movie<br />

Premio alla Carriera<br />

ph Monica Irma Ricci<br />

modella Camilla Mancuso<br />

Grafica: Sara Galentino<br />

Premio Speciale alle Arti<br />

www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com<br />

le candidature devono essere presentate<br />

entro il 18 maggio <strong>2023</strong> a:<br />

ass.stefanofrancia@gmail.com<br />

whatsapp + 39 335 435168


SABRINA<br />

MASSIGNANI<br />

" N E L L E M I E C O R E O G R A F I E M E T T O S O L O L A<br />

M I A P E R S O N A L I T À E T U T T A M E S T E S S A , I L M I O<br />

S A P E R E E L E M I E E S P E R I E N Z E "


Come e quando nasce l’amore per la Danza?<br />

Risposta: Inizio innanzitutto col dirle che non amo molto parlare di me e faccio fatica a fare queste interviste, però<br />

proverò lo stesso a raccontarle un po’ di cose. Io, fin da bambina, ho ricevuto una formazione principalmente<br />

classica. Ho studiato con diversi maestri e docenti, grazie anche alle numerose borse di studio in Italia e all’estero<br />

vinte. Preferisco non fare una vera e propria lista di docenti, in quanto i nomi degli insegnanti che dovrei elencare<br />

sono davvero tanti e per mia grande fortuna sono stati tutti di grande spessore e livello. Ho studiato grazie alle borse<br />

di studio internazionali al Centro Studi Danza di Rovigno (Croazia), al Federation Nationale Interprofessionnelle de la<br />

Danse Garches (Francia), al Broadway Dance Center (New York) e all’American Ballet Theatre. Questa formazione<br />

mi ha dato la possibilità di diventare la persona, la ballerina e l’insegnante che sono oggi. Sono stati maestri di<br />

grande esempio, quelli dei tempi favolosi della danza, facenti parte di quella che considero io “la grande Danza”,<br />

dove la disciplina e la passione assieme al rispetto per il maestro erano fondamentali.<br />

Apro una piccola parentesi a riguardo e la chiudo: oggi noto che è un po’ più complicato comprendere appieno la<br />

figura del maestro, anche se sono consapevole del fatto che sono altri tempi con altre difficoltà. Rimanendo su ciò<br />

che è stata la mia evoluzione e il mio percorso, come dicevo, io ho studiato sempre e solo danza classica fino ai 18<br />

anni. Da lì in poi ho iniziato a studiare e praticare anche danza contemporanea e moderna. Fondamentali per la mia<br />

formazione sono stati anche i numerosi spettacoli teatrali e televisivi a cui ho partecipato. Successivamente, molto<br />

presto, ho aperto la mia scuola di danza, che mi ha portato ad una grande crescita professionale.<br />

Lo sviluppo del mio lavoro di coreografia risente molto della mia formazione, in quanto le mie creazioni si servono di<br />

un linguaggio assieme classico e contemporaneo, che si alterna continuamente e sono di grande importanza.<br />

Il rapporto con la danza suo e della sua famiglia come è stato?<br />

Risposta: Il mio rapporto con la danza fin da piccola è stato magico. Devo dire che questo interesse è partito dalla<br />

passione che mia madre ha sempre avuto per il balletto classico: è stata lei che all’inizio mi ha portata a danza e<br />

questo mondo mi ha appassionato immediatamente.<br />

La danza mi ha arricchito molto: ha potenziato il mio carattere e ha riempito di emozioni la mia persona. Devo dire<br />

che, però, è stata anche un bel banco di prova. Ai miei tempi era davvero molto dura studiare e lavorare nella danza:<br />

i maestri erano severi e rigidi, coordinarsi tra scuola e danza non era per niente facile. Per me la danza è davvero<br />

gioia di vita, anche se, ripeto, c’è stata sicuramente molta fatica, molto stress. Non sono mancate le porte chiuse in<br />

faccia, sono state tante, le delusioni altrettante; ma la sua bellezza, la sua pienezza, la sua purezza sono talmente<br />

forti che chi le conosce bene e vive la danza con grande passione, non può che lasciarsi accadere e ricevere<br />

qualcosa di speciale che dura per tutta la vita.<br />

La mia famiglia, soprattutto mia madre come dicevo, mi ha accompagnato per tutto questo mio percorso, anche se<br />

purtroppo (ai miei tempi succedeva spesso), quando fui presa per andare in Russia o alla Scala di Milano, i miei<br />

genitori non mi lasciarono andare, un po’ per paura, un po’ perché non volevano abbandonare la loro figlia in un<br />

ambiente così difficile e lontano. Quindi se da una parte loro mi hanno sempre accompagnatone e sostenuto,<br />

dall’altra, in questi momenti, non mi hanno saputa lasciare andare. Ma io credo anche nelle cose scritte, nel destino,<br />

perché questi errori inconsapevoli mi hanno portato a diventare piano piano un’insegnante, ad aprire il mio centro e a<br />

fare della danza il mio lavoro. Ho creato qualcosa di altrettanto bello e oggi posso essere serena nel dire che, grazie<br />

al mio percorso, ho sempre dato il massimo a tutti i miei ragazzi: è anche attraverso loro che io ho continuato a<br />

ballare.<br />

I suoi primi lavori professionali.<br />

Risposta: I miei primi lavori professionali non sono stati dei grandi lavori da curriculum. Come ho accennato poco fa,<br />

non ho avuto la fortuna di accedere ad un’accademia e di potermi formare in un determinato modo, con tutte le<br />

attestazioni e i diplomi del caso. Avevo tra le mani solo il mio talento, che a detta di molti era un grande talento che<br />

non ha avuto la fortuna di trovare la strada giusta.<br />

In ogni caso ho lavorato a livello professionale in molti teatri e in televisione, per numerose produzioni, spettacoli ed<br />

eventi.


I miei primi lavori professionali importanti sono stati invece come coreografa. Nel 2008 ho coreografato per la<br />

compagnia “Astra Roma Ballet” diretta da Diana Ferrara per lo spettacolo “Pulcinella un, due, tre”; nel 2011 ho<br />

coreografato “Passio” per l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Con la coreografia in stile neoclassico del<br />

“Concerto n.2” ho vinto un premio speciale per la migliore qualità performativa al Concorso Internazionale Mab<br />

2011. Successivamente ho lavorato nel 2012 su commissione di Diana Ferrara per la compagnia Astra Roma<br />

Ballet con la produzione dal titolo “Eleonora Duse: arte, passione e mito”: spettacolo che ha toccato molti teatri<br />

italiani ed esterni riscuotendo molto successo. Nel 2016 la mia creazione “George Sand: “uomo” e libertà”, sempre<br />

per la compagnia Astra Roma Ballet, vede come protagonisti Sabrina Brazzo ed Andrea Volpintesta. Molti sono i<br />

premi vinti ed i riconoscimenti raggiunti che mi scaldano il cuore.<br />

Col tempo, ho aperto molto giovane la mia scuola di danza ed è da lì che la mia crescita professionale ha preso il<br />

via. Ho cominciato ad insegnare effettivamente molto presto, un po’ per necessità, un po’ perché anche la passione<br />

per l’insegnamento è per me qualcosa di innato: fin da giovane mi ritrovavo ad aiutare gli insegnati e li assistevo<br />

durante le lezioni.<br />

Lei dirige da tempo il Centro di Alta Formazione Venezia Balletto, che rappresenta uno dei punti più<br />

importanti di formazione coreutica in Italia. Cosa guarda in un allievo che si forma nella sua struttura?<br />

Risposta: Si, io dirigo da più di 35 anni il mio Centro. È da qui che si avvia davvero il mio grande lavoro nella danza,<br />

come docente e coreografa.<br />

In un allievo che si forma nella mia struttura, fin da quando sono piccoli cerco innanzitutto di trasmettere tanta<br />

tecnica di balletto classico, in quanto, pur avendo fatto molti lavori di danza contemporanea riconosciuti, considero<br />

la danza classica come la base di tutto. La formazione che i nostri ragazzi hanno è quindi assolutamente classica e<br />

successivamente, quando crescono, vengono inserite materie di danza contemporanea e danza moderna.<br />

È chiaro che le esigenze del balletto sono anche fisiche. Quando si forma un allievo, si ricerca anche una<br />

predisposizione fisica, in quanto non possiamo mettere in secondo piano questo aspetto. Naturalmente, oggi le<br />

opportunità sono davvero tante e accolgono ogni tipo di fisicità, ma a me piace seguire molto i canoni del balletto<br />

classico. Un allievo che ha il minimo necessario (doti fisiche, aperure, gambe lunghe, rotazioni, linee del corpo)<br />

soprattutto se vuole diventare un professionista, ha dei canoni fisici dai quali non può scindere.<br />

Tuttavia, ci tengo a precisare che, per esperienza e per certezza, la cosa più importante in assoluto che guardo in<br />

un allievo è il suo sguardo: la sua passione vera, la sua dedizione per questo lavoro, la forza di carattere, la testa<br />

per poter sopportare e saper gioire di tutto ciò che la danza gli può dare. È fondamentale saper assimilare le<br />

correzioni dei maestri, metterle nel proprio corpo, ascoltarlo e mettere in pratica le correzioni di ogni docente,<br />

facendole proprie e creandosi un bagaglio da portare sempre con sé. Se non c’è una mente attenta, una vera<br />

concentrazione, una mente che lavora, non ci sarà mai un bravo allievo né tantomeno un bravo ballerino.<br />

Quindi, è importantissimo avere delle qualità fisiche, perlomeno sufficienti per iniziare questo duro percorso, ma la<br />

cosa più importante è proprio la “testa”, quella che mi piace definire come “intelligenza della danza”, che scinde<br />

dalla bravura a scuola.<br />

Lei è anche un’eccellente coreografa. Cosa porta dentro le sue creazioni?<br />

Risposta: Innanzitutto la ringrazio tantissimo per l’eccellenza che mi riconosce nella coreografia. Mi è spesso<br />

difficile riconoscermi dei meriti: penso di non essere mai abbastanza, di non aver creato qualcosa di bello, e non<br />

perché non credo in me stessa (sono conscia di quelle che sono le mie qualità) ma ho un livello molto alto a cui mi<br />

paragono, per quanto riguarda la genialità e la bellezza di un coreografo. La mia asticella è molto alta, sia con i miei<br />

ragazzi che con me stessa. Lascio giudicare agli altri.<br />

Di solito, nella mia sala prove, parto e creo senza sosta, costruendo sui miei ragazzi. Nelle mie creazioni porto tutta<br />

me stessa, tutta l’emozione possibile: è una cosa fondamentale per me, è motrice di qualsiasi mia coreografia, sia<br />

questa astratta o con un tema specifico. Mi accorgo sempre che quando lavoro con i ragazzi o con compagnie<br />

esterne, mi affido sempre per necessità a qualcosa di intimo che il movimento deve raccontare. Ogni movimento<br />

deve avere un significato, una parola.


Sabrina Massignami


Naturalmente, quando ho in mano un testo coreografico la situazione cambia, perché si va a comprendere meglio la<br />

storia del testo, con una regia ed una produzione specifica, e oltre alla musicalità, all’emotività e alla tecnica, entrano<br />

in campo tanti altri ingredienti.<br />

Coreografare mi piace molto, creare e sperimentare sono una necessità. Non mi sento di incasellarmi in stili che<br />

siano classico, contemporaneo o neoclassico: mi piace pensare di creare una coreografia di vera danza, di balletto,<br />

in cui inserisco tutto ciò che è stata la mia esperienza ed il mio bagaglio personale. Sperimento con tutti gli stili di<br />

danza, senza cliché e senza distinzione, servendomi di tutte le forme del balletto classico, per poi romperle,<br />

dinamicizzarle, con ritmi diversi. Mi piace molto utilizzare e giocare con gli stili che ho potuto sperimentare nel mio<br />

percorso.<br />

A quali coreografi si ispira?<br />

Risposta: Questa è una domanda molto difficile. Come precedentemente detto, credo di aver vissuto la Grande<br />

danza, tra virgolette. Sono stati gli anni più fertili e belli della danza, con dei grandi geni della coreografia, tra cui<br />

Forsythe, Balanchine, Bejart che tutti conosciamo. La mia generazione li ha vissuti tutti. Forse è anche per questo<br />

che qualsiasi cosa io faccia, la sento piccola e banale rispetto a questi giganti.<br />

Mi sento di dire che non mi ispiro a nessuno perché mi piacerebbe anche solo essere una piccola parte di questi<br />

geni.<br />

Per cui, nelle mie coreografie metto solo la mia personalità e tutta me stessa, il mio sapere e le mie esperienze:<br />

diciamo che sono aiutata dal cielo. Quando mi fermo e riguardare i miei pezzi non sempre li riconosco come miei, per<br />

quanto siano una parte di me molto viscerale.<br />

Il suo rapporto tra creazione e musica come viene gestito?<br />

Risposta: L’ascolto della musica è per me fondamentale. Per musica io intendo qualsiasi cosa che ascoltandola mi<br />

trasmette qualcosa di speciale.<br />

Quando ascolto un pezzo la mia mente parte velocissima, costruisce, vede delle cose e la musica scaturisce in me<br />

delle sensazioni che mi portano a creare, spesso molto velocemente (infatti, in sala prove i miei ragazzi sono molto<br />

abituati a dover correre nell’apprendere i passi).<br />

Il movimento per me non deve correre dietro alla musica, ma bisogna imparare a farlo diventare musica vera e<br />

propria: il ballerino deve quasi guidare la musica, il movimento deve accompagnarla senza “correrle” dietro.<br />

Una volta che io creo, il passaggio successivo fondamentale è l’ascolto più approfondito della musica, analizzando<br />

tempi, contrattempi, sincronie. Questo perché una cosa che non mi piace sicuramente è vedere che in una<br />

coreografia i ballerini vanno in un tempo musicale statico e senza ricerca di sfumature: per me deve essere sempre<br />

molto vario. La musica ci permette di muoverci con molte possibilità, con accenti e ritmi musicali diversi e saperli<br />

ascoltare e utilizzare per me è fondamentale.<br />

In sostanza, la mia maniera di gestire la musica e la creazione è un po’ questo. Il mio movimento parte da ciò che la<br />

musica in quel momento mi trasmette. Una cosa curiosa è che io per musica intendo anche il silenzio: devo dire che<br />

mi piace molto, da molto tempo, lo feci tanti anni fa e oggi lo uso spesso nelle mie coreografie. Il silenzio è una<br />

grande musica, basta saperlo percepire.<br />

Cosa rappresenta per Lei la danza?<br />

Risposta: Credo che questa sia un’altra delle domande più difficili da fare a qualcuno del settore. La risposta è<br />

sempre scontata: per noi la danza è la nostra vita. Noi abbiamo passato tutta la nostra infanzia a studiare, poi a<br />

ballare, ed infine ad insegnare e a creare coreografie. Le posso dire quindi che ovviamente anche per me la danza è<br />

vita. Ma la danza per me è anche la possibilità di esprimere dei sentimenti non solo con le parole ma con il corpo:<br />

credo che sia la cosa più difficile da fare. Il corpo parla di verità: quando non sei in sintonia, quando qualcosa non va,<br />

anche se ci si muove, per conoscenza o inerzia, si vede subito su di un ballerino che c’è qualcosa che non va. Il<br />

corpo lo trasmette subito. La danza è un’esigenza di espressione, di bellezza. La danza è tutto questo per me.


P h G i a n n i B r u c c u l e r i<br />

I Cugini di Campagna<br />

La vera trasgressione di Sanremo.<br />

ph. Monica Irma Ricci<br />

INTERVISTA DI FABRIZIO SILVESTRI


Ogni volta che appaiano in Tv è come rivedere un lontano cugino...<br />

Da oltre 50 anni i Cugini di Campanga sono fedeli alla loro immagine e cifra musicale. Falsetto, tute luccicanti e zatteroni.<br />

Un look fuori dallo stereotipo mainstreaming festivaliero, dove tutti sembravano una copia di tutti.<br />

I cugini di Campagna, invece sono rimasti anni settanta, diventando così la vera trasgressione del festival. Nati nel 1970,<br />

il gruppo romano è stato il più longevo che si è esibito sul palco dell'Ariston. La loro prima partecipazione, con la<br />

bellissima canzone Lettera 23, scritta dalla Rappresentante di Lista, ha sapccato...<br />

Esordienti a Sanremo dopo 50 anni di carriera, per quanti anni ci avete provato?<br />

Negli anni ’70 non era una kermesse così importante; in seguito abbiamo provato una sola volta con un brano che era una<br />

poesia di Giovanni Paolo II con l’approvazione del Vaticano, ma hanno ritenuto che il Papa non fosse cittadino italiano,<br />

nonostante fosse Vescovo di Roma…<br />

Cosa è accaduto, quest’anno?<br />

Anima Mia è stata scritta nel ’73 e noi abbiamo partecipato come “esordienti” in gara al 73° Festival di Sanremo, dove,<br />

nell’ultima serata, io e Ivano, che si definisce gemello diverso, abbiamo compiuto gli anni (ndr 11 febbraio)… Cosa<br />

potevamo desiderare di più? E’ stata una bellissima esperienza e l’abbraccio del pubblico che ovunque, nel vederci<br />

arrivare, intonava le nostre canzoni…impagabile! Volevamo portare la nostra musica, nella speranza che qualche nota<br />

della nostra Lettera 22, rimanesse nell’aria: missione compiuta! Ora abbiamo la consapevolezza e la certezza che è stato<br />

così, si sente nelle radio, entra in testa e siamo certi che l’ascolteremo ancora per molto.<br />

Voi siete la band icona della musica italiana dallo stile inconfondibile. Zeppe e Giacche colorate… Chi ha curato il<br />

vostro look per questo Sanremo?<br />

Per il Festival di Sanremo ci siamo affidati al grande Al Pacino e al suo bravissimo team, che ha saputo elaborare le<br />

nostre idee, contestualizzando il nostro look con il <strong>2023</strong>, senza tuttavia stravolgere quello che è sempre stato il nostro stile<br />

da cinquant’anni a questa parte. Un gruppo di professionisti che ci ha seguito giorno dopo giorno e un ringraziamento<br />

particolare alla sarta Monica La Barbera che ha reso unici i nostri abiti.<br />

Salto indietro nel tempo... chi vi suggerì questo look?<br />

Nessuno, ma un’ispirazione di mio fratello Ivano che, ancora bambino nel coro delle voci bianche della Cappella Sistina,<br />

proprio ammirando quel capolavoro di Michelangelo cominciò a sognare grazie a quei colori. Abbiamo sempre avuto le<br />

idee chiare a riguardo e nel tempo, benché ci abbiano provato in tanti, non abbiamo mai cambiato.<br />

P h G i a n n i B r u c c u l e r i


A proposito di look, come è finita la controversia tra Voi<br />

e i Måneskin? A Sanremo vi siete incontrati?<br />

A tarallucci e vino! Scherzi a parte, non c’è mai stata<br />

polemica, anzi, siamo lusingati anche perché ci separano<br />

cinquant’anni e pensare che in qualche modo il nostro look<br />

può averli ispirati come tanti altri, non può che farci piacere.<br />

Noi li ammiriamo moltissimo, sono davvero in gamba e<br />

faranno ancora tanta strada. Ci siamo visti di sfuggita ,<br />

perché Sanremo è Sanremo e si corre, ma Fedez quando<br />

siamo stati ospiti a Muschio Selvaggio, ha chiamato<br />

Damiano e ci siamo salutati per telefono ricevendo anche il<br />

suo apprezzamento per Lettera 22.<br />

Lettera 22 è una canzone scritta da La Rappresentante<br />

di Lista. Come nasce questa collaborazione?<br />

Volevamo portare la nostra musica a Sanremo, consapevoli<br />

anche del fatto che ci volesse qualcosa di contemporaneo.<br />

Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina e Fabio Gargiulo,<br />

che ha anche diretto l’orchestra, hanno saputo trovare il<br />

giusto compromesso tra il nostro stile e una modernità che<br />

era necessaria per stare al passo con i tempi. Ci abbiamo<br />

lavorato poi insieme e grazie a una melodia corale, con<br />

l’arrangiamento magistrale di Fabio, Lettera 22 ha preso<br />

forma.<br />

Con Sanremo vi siete tolti qualche sassolino dalle<br />

Zeppe?<br />

Qualcuno sì, siamo sempre andati avanti grazie al sostegno<br />

del nostro pubblico, che ci ama, ma non abbiamo mai avuto<br />

delle major. Abbiamo dimostrato grazie alla nostra tenacia e<br />

al gradimento ottenuto, grazie anche al grande Pasquale<br />

Mammaro l’uomo che a Sanremo, con Il Volo e Diodato (da<br />

editore) e con Orietta Berti e Donatella Rettore (da<br />

produttore e editore) in ordine di tempo, ha dimostrato di<br />

avere un intuito infallibile e anche quest’anno non ha<br />

sbagliato, dandoci l’opportunità di dimostrare che siamo<br />

ancora sul pezzo!<br />

E dopo Sanremo, cosa dobbiamo aspettarci dai Cugini<br />

di Campagna?<br />

Ora siamo molto impegnati a fare promozione, tanti concerti<br />

non solo in Italia, ma anche all’estero: Australia, Belgio Stati<br />

Uniti per incominciare. La linea è stata tracciata, il nostro<br />

“volo” continua con la nostra musica e la passione che fanno<br />

parte di noi, come i capelli direbbe Ivano!<br />

P h G i a n n i B r u c c u l e r i<br />

ph. Giovanni Brucculeri<br />

www.giannibrucculeri.it<br />

MAD 164 – Global Communicationhttp://www.mad164.com


COSIMO MEROLLA E NELLO AMATO CANTANO IL MONDO DEI CLOCHARD<br />

MARIA CONSIGLIA IZZO<br />

COSIMO MEROLLA<br />

COSIMO E NELLO<br />

E’ online e su tutti i digital store il singolo “Le notti di cartone” (video sul<br />

canale Youtube "Napoli Production)) scritto da Cosimo Merolla – in arte<br />

“Cosimo Livello Alto” – e interpretato dallo stesso cantautore e dal<br />

cantante partenopeo Nello Amato.<br />

“Durante il periodo pandemico mi sono avvicinato al mondo dei<br />

clochard, ho cercato di dare loro una mano – racconta Cosimo Merolla -.<br />

Terminata l’emergenza ho continuato a prodigarmi per loro, ma sentivo<br />

di dover fare qualcosa in più: ho notato che sono pochi gli artisti che<br />

hanno dedicato un brano ai senzatetto. Lo ha fatto Fabio Concato con la<br />

canzone “Il barbone”, Jannacci con “El purtava i scarp del tennis” e il<br />

grande Phil Collins con “Another Day In Paradise”. Nel panorama<br />

neomelodico non c’è nessuna canzone che descrive la vita dei senza<br />

fissa dimora. Mi è venuto spontaneo scrivere “Le notti di cartone”, che<br />

ho poi ceduto all’interpretazione di Nello Amato. Quest’ultimo, grande<br />

protagonista della musica napoletana da oltre quarant’anni, mi ha<br />

invitato a cantarla con lui” “E’ difficile non restare affascinati dal testo di<br />

questa canzone – spiega Nello Amato -. E’ un brano ricco di significato.<br />

Quello dei senzatetto è un argomento importante, attuale e purtroppo<br />

sempre più indifferente a molti”. “Sono onorato che artisti del calibro di<br />

Nello Amato e Francesco Merola non solo abbiano accettato di cantare<br />

dei miei brani, ma addirittura abbiano voluto che li cantassi con loro –<br />

continua Cosimo “Livello Alto” -. Mi sorprende come il cantautorato<br />

napoletano prima, e quello italiano poi, non punti su argomenti di forte<br />

valenza sociale come quello dei senzatetto. Capisco che brani come “Le<br />

notti di cartone” non sono adatti per allietare cerimonie ed eventi vari,<br />

ma è pur vero che la musica non può e non deve essere prodotta solo<br />

per essere venduta. Deve avere anche una funzione educativa,<br />

soprattutto nei confronti dei giovanissimi. Gli artisti con un grande<br />

seguito potrebbero sacrificare annualmente almeno uno delle decine di<br />

brani che scrivono e pubblicano ad argomenti con una forte valenza<br />

sociale”.<br />

Insomma, il brano scritto da Cosimo Merolla denuncia l'indifferenza<br />

metropolitana e del mondo della musica per i senzatetto e per le<br />

tematiche sociali in generale. In esso c'è tutta la tenerezza per la vita<br />

sfortunata e dura dei clochard. Cosimo Livello Alto non è nuovo per<br />

quanto riguarda i brani “impegnati”: ha scritto e cantato con Francesco<br />

Merola il brano “Napule nun cagnà”, un testo sulle Quattro Giornate di<br />

Napoli che rappresenta a pieno la città genuina che rischia di<br />

scomparire a causa dei pregiudizi, e che invece bisogna ritrovare; ed è<br />

suo il testo “'E vele senza nu' mare” ove paragona le vele di Scampia a<br />

quelle di Villeneuve-Loubet (in Costa Azzurra). “Spero che questo ultimo<br />

mio singolo, ovvero “Le notti di cartone” – conclude Cosimo – possa<br />

essere d’ispirazione per tanti altri artisti del panorama partenopeo che a<br />

loro volta influenzano milioni di persone”.<br />

NELLO AMATO<br />

CONSIGLIA.IZZO@GMAIL.COM<br />

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WWW.GNAMGNAMSTYLE.IT


TuttoBallo<br />

Claudio<br />

Baglioni<br />

"DODICI NOTE SOLO" TOUR<br />

“Dodici Note Solo Bis”, il tour dei record di Claudio<br />

BaglioniI, si concluderà con 155 concerti in 400 giorni, nei<br />

maggiori teatri lirici e di tradizione d’Italia.<br />

A grande richiesta, infatti, il tour si arricchisce delle ultime<br />

date: 8 marzo ad Adria (RO) - Teatro Comunale, 9 marzo<br />

a Rovigo - Teatro Sociale, 10 marzo a Bellunoi - Teatro<br />

Comunale, 11 marzo a Conegliano (TV) - Teatro<br />

Accademia.<br />

Dopo il grandissimo successo della prima parte, le 71 date<br />

che hanno composto Dodici Note Solo”, gli appuntamenti<br />

di “Dodici Note Solo Bis” vedono nuovamente Baglioni -<br />

voce, pianoforte e altri strumenti - con le composizioni più<br />

preziose del suo repertorio, protagonista assoluto del<br />

concerto più appassionante della straordinaria carriera di<br />

un artista sinonimo di grande musica e poesia, vincitore<br />

del Premio Tenco 2022


L’Arte come comunione con la natura.<br />

Intervista a Mitsuki Akiyama<br />

di Pina delle Site<br />

L’Arte è tante cose, un insieme di concetti, raffigurazioni,<br />

pensieri e forme finalizzate ad uno scopo universale: farci<br />

sentire liberi di esprimerci e, dunque, farci stare bene.<br />

L’intervista che Vi proponiamo è qualcosa di particolare, a<br />

cui, confesso, tenevo molto, in quanto trattasi di una<br />

testimonianza molto bella di fare, vivere e trasmettere<br />

Arte; e questo per tanti motivi: per la provenienza, sia<br />

geografica che culturale e formativa dell’Artista che Vi<br />

presentiamo, Mtsuki Akiyama, per il materiale utilizzato<br />

nelle proprie opere, per il significato dell’opera stessa …<br />

motivo per cui ho volutamente espresso il desiderio che<br />

fosse lui a raccontarsi, durante un nostro incontro, durante<br />

una piacevole cena, davanti ad una pizza un sabato sera!<br />

Parlaci di te<br />

Mi chiamo Mitsuki Akiyama, sono giapponese ma sono nato e cresciuto a Roma.<br />

Entrambi i miei genitori sono giapponesi, per cui la mia cultura si è divisa a metà con<br />

amici italiani e famiglia giapponese. Ho frequentato la University of the Ryukyus in<br />

Okinawa e la Hiroshima City University, studiando Educazione Artistica nella<br />

quadriennale e Scultura nella specialistica. Per concludere il mio pacco di esperienze<br />

ho sentito il bisogno di tornare in Italia dove frequento tutt’ora l’Accademia di Belle<br />

Arti di Roma.<br />

Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte?<br />

Sicuramente i miei genitori, in particolare mio padre Nobushige, sono artisti e nello<br />

specifico scultori, quindi sono cresciuto tra calchi in gesso e sculture in svariati<br />

materiali. Ma devo ringraziare anche il mio professore referente di Okinawa, Yoichi<br />

Kamei, che mi ha insegnato il rigore e il rispetto per i materiali e il processo artistico.<br />

Conservo dei frammenti di conoscenza di tutti coloro che mi hanno aiutato a crescere<br />

e che continuano a farlo.<br />

In che cosa consiste la tua arte e a che cosa ti ispiri?<br />

Ho basato le mie ultime ricerche sullo studio di due movimenti artistici, uno italiano e<br />

uno giapponese, che si sviluppano quasi contemporaneamente senza avere contatti<br />

diretti. Sono l’Arte Povera e il Monoha. Entrambe si mobilitano intorno agli anni ’70 e<br />

nonostante abbiano svariate tematiche, molti degli artisti si riuniscono intorno a dei<br />

concetti comuni come l’ambiente, la natura, la materia e infine l’uomo. Si tratta di un<br />

momento storico particolare quando il capitalismo comincia a mostrare i suoi limiti e la<br />

pesante industrializzazione porta inesorabilmente a poggiare lo sguardo verso i temi<br />

ambientali. È interessante vedere come culture così diverse siano giunte alla stessa<br />

conclusione e che hanno sentito il bisogno di creare un’arte che ponga l’uomo in<br />

relazione con la natura e con la sua stessa natura. Personalmente credo che proprio<br />

in un’era in cui ci dirigiamo verso il digitale, sia importante ricordare di che cosa<br />

siamo fatti e che molti dei pensieri e delle percezioni di cui ci circondiamo non sono<br />

mai discostati dalla loro realtà fisica e materica, che ci rende infine “in natura”. Nelle<br />

mie ultime opere cerco di utilizzare questa “realtà materica” per esprimere dei temi a<br />

me cari, come la ricerca sull’identità personale e l’introspezione. Uno dei motivi<br />

principali per cui ho deciso di studiare in Giappone è legato alla scoperta delle mie<br />

origini e in un certo senso di “cercare un posto posto di appartenenza”.


Siccome burocraticamente ero (e sono tutt’ora) giapponese, ho<br />

sempre pensato di essere, nel profondo, un giapponese. Ma non<br />

essendo mai stato ad abitare lì, ho colto l’opportunità con<br />

l’università. Molto presto però mi sono accorto che il “sentirsi a<br />

casa” non è affatto dato dal luogo (o almeno non del tutto), ma<br />

dalle persone di cui ti circondi, famiglia, amici. Casa è quel posto<br />

in cui corpo e spirito sono in perfetta sintonia con le persone e le<br />

cose. Dopo questa realizzazione ho avuto un’idea più chiara della<br />

mia identità culturale. Anche se apparentemente è costruita su<br />

contraddizioni o dualismi, che nel mio caso sono l’Italia e il<br />

Giappone, adesso la intendo come una realtà unica che vive<br />

dentro di me ed è proprio la mia esistenza a giustificare qualsiasi<br />

contraddizione. Così “Italia” e “Giappone” non diventano altro che<br />

parole che rappresentano le esperienze che ho vissuto, senza<br />

doverle necessariamente scindere. Credo che ogni persona<br />

possieda queste contraddizioni, nel mio caso si è semplicemente<br />

trattato di un caso molto evidente. Dunque nelle mie opere credo<br />

che esistano contemporaneamente sia l’occidente che l’oriente.<br />

Invece dal punto di vista formale, prendo molto ispirazione dalle<br />

forme semplici e dirette della natura e tendenzialmente preferisco<br />

usare materiali naturali come il legno e la resina naturale. Uno dei<br />

miei recenti studi mi ha portato a fare un mix tra questi ultimi due,<br />

in una sorta di contenitore-fontana che racchiude il corpo (legno) e<br />

a linfa (resina) di quello che una volta è stato l’albero. La scelta<br />

dei materiali e dei temi è sempre un invito a vedere quello che<br />

succede dentro le nostre menti e i nostri cuori.<br />

Progetti immediati e futuri.<br />

Tra pochissimo, il 17 marzo, parteciperò ad una mostra tra i<br />

vincitori della borsa di studio POLA Art Foundation che si terrà a<br />

Tokyo (Ginza) per circa un mese. La borsa finanzia lo studio di<br />

giovani artisti giapponesi desiderosi di studiare all’estero e ogni<br />

anno (tranne gli ultimi a causa del Covid) organizzano una mostra<br />

per mostrare i loro progressi nella ricerca artistica. Sono stato<br />

fortunato ad essere selezionato! Invece verso l’estate ho<br />

intenzione di partecipare ad un evento organizzato da una mia<br />

collega e curatrice Ilaria Riccardi. L’evento si chiama ArTevere ed<br />

è una residenza artistica nella città di Capena dove l’arte si lega al<br />

territorio. Finanziato tramite bando della Regione Lazio e il Museo<br />

Wurth Capena, l’evento sarà una mostra collettiva tra i vari artisti<br />

partecipanti e (probabilmente) dei workshop nel territorio.<br />

Continuerei ad ascoltare Mitsuki per ore, in quanto sono<br />

affascinata da tutto ciò che dice e che fa, per il Suo modo di<br />

vivere e sentire l’Arte e ci lasciamo con la promessa di ritrovarci<br />

al suo ritorno dal Giappone perché continui a raccontarci ancora<br />

le tante cose che ha da dire attraverso le Sue opere, ed a parlarci<br />

di tutti i suoi progetti in via di realizzazione.<br />

Ci avviciniamo, così, verso l’uscita del locale e, a sorpresa, mi fa<br />

dono di una Sua opera dal significato molto particolare, che mi<br />

lascia meravigliosamente stupita e che custodisco gelosamente…<br />

volete sapere cosa? Beh sarà lo stesso Mitsuki a raccontarvelo<br />

quando rientrerà dal Giappone.


Asad Raza:<br />

Plot<br />

Mostra interdisciplinare realizzata con<br />

Fabrizio Ballabio, Alessandro Bava (BB) ,<br />

Lydia Ourahmane e Moriah Evans al Museion<br />

di Bolzano dal 23 marzo al 3 settembre<br />

<br />

A proposito di look, come è finita la controversia tra Voi e i<br />

Måneskin? A Sanremo vi siete incontrati? A tarallucci e vino!<br />

Scherzi a parte, non c’è mai stata polemica, anzi, siamo<br />

lusingati anche perché ci separano cinquant’anni e pensare che<br />

in qualche modo il nostro look può averli ispirati come tanti altri,<br />

non può che farci piacere. Noi li ammiriamo moltissimo, sono<br />

davvero in gamba e faranno ancora tanta strada. Ci siamo visti<br />

di sfuggita , perché Sanremo è Sanremo e si corre, ma Fedez<br />

quando siamo stati ospiti a Muschio Selvaggio, ha chiamato<br />

Damiano e ci siamo salutati per telefono ricevendo anche il suo<br />

apprezzamento per Lettera 22. Lettera 22 è una canzone scritta<br />

da La Rappresentante di Lista. Come nasce questa<br />

collaborazione? Volevamo portare la nostra musica a Sanremo,<br />

consapevoli anche del fatto che ci volesse qualcosa di<br />

contemporaneo. Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina e<br />

Fabio Gargiulo, che ha anche diretto l’orchestra, hanno saputo<br />

trovare il giusto compromesso tra il nostro stile e una modernità<br />

che era necessaria per stare al passo con i tempi. Ci abbiamo<br />

lavorato poi insieme e grazie a una melodia corale, con<br />

l’arrangiamento magistrale di Fabio, Lettera 22 ha preso forma.<br />

Con Sanremo vi siete tolti qualche sassolino dalle Zeppe?<br />

Qualcuno sì, siamo sempre andati avanti grazie al sostegno del<br />

nostro pubblico, che ci ama, ma non abbiamo mai avuto delle<br />

major. Abbiamo dimostrato grazie alla nostra tenacia e al<br />

gradimento ottenuto, grazie anche al grande Pasquale<br />

Mammaro l’uomo che a Sanremo, con Il Volo e Diodato (da<br />

editore) e con Orietta Berti e Donatella Rettore (da produttore e<br />

editore) in ordine di tempo, ha dimostrato di avere un intuito<br />

infallibile e anche quest’anno non ha sbagliato, dandoci<br />

l’opportunità di dimostrare che siamo ancora sul pezzo! E dopo<br />

Sanremo, cosa dobbiamo aspettarci dai Cugini di Campagna?<br />

Ora siamo molto impegnati a fare promozione, tanti concerti<br />

non solo in Italia, ma anche all’estero: Australia, Belgio Stati<br />

Uniti per incominciare. La linea è stata tracciata, il nostro “volo”<br />

continua con la nostra musica e la passione che fanno parte di<br />

noi, come i capelli direbbe Ivano!<br />

ASAD RAZA PHOTO CREDIT LAURA COOPER<br />

2019-05_RAZA_ABSORPTION_KALDOR-PUBLIC-ARTS-PROJECT_190426_268_WEB 2<br />

2019-05_RAZA_ABSORPTION_KALDOR-PUBLIC-ARTS-PROJECT_190426_129_WEB


ASSIA KARAGUIOZOVA<br />

BURANO MERLETTO<br />

Orgoglio del Made in Italy<br />

Il Museo del Merletto di Burano<br />

Fondazione Musei Civici di Venezia


Il Marmo<br />

come la seta<br />

Assia Karaguiozova<br />

Io, Canova,<br />

Genio<br />

Europeo<br />

Bassano<br />

fino al<br />

12 marzo


ASSIA KARAGUIOZOVA<br />

Assia Karaguiozova<br />

MURANO - VETRO<br />

Simon Berger al Museo del Vetro rompe gli schemi e crea distruggendo<br />

SHATTERING BEAUTY - Fino al 7 Maggio <strong>2023</strong><br />

A cura di Sandrine Welte e di Chiara Squarcina<br />

Fondazione Musei Civici di Venezia con Berengo Studio


OVER DANCE. QUAL È LA<br />

VERA ETÀ DEL CORPO?<br />

Un jour nouveau | Birthday Party, spettacolo firmato da due star della coreografia,<br />

Rachid Ouramdane e Angelin Preljocaj, prima mondiale il 12 marzo a Bologna<br />

Sta per arrivare al debutto anche in Italia Over dance, uno dei progetti di danza più attesi<br />

dell’anno, una creazione doppia dedicata all’ageing e al welfare culturale, un esperimento che<br />

celebra i corpi nella terza età. A firmare lo spettacolo, intitolato Un jour nouveau | Birthday<br />

Party, sono due star della coreografia, Rachid Ouramdane e Angelin Preljocaj. La prima<br />

nazionale è all’Arena del Sole di Bologna il 12 marzo alle 16, nell’ambito del Focus Carne.<br />

La questione dell’invecchiamento è sicuramente una questione centrale del presente, tanto più<br />

in un continente e in un paese con una popolazione sempre più over. La danza può offrire però<br />

un punto di vista del tutto originale rispetto all’ageing. E infatti riscrivere i limiti del corpo che<br />

danza è esattamente quello che fa Birthday Party (creazione di 50 minuti per otto danzatori,<br />

seconda parte dello spettacolo) di Preljocaj, in cui il coreografo mostra come l’energia vitale<br />

della danza sappia prendere vie e forme diverse che fanno capo, innanzitutto, alla poesia…


ANGELIN PRELJOCAJ MYTHOLOGIES


73RD BERLINALE INTERNATIONAL FILM FESTIVAL<br />

STEVEN SPIELBERG ORSO D'ORO ALLA CARRIERA<br />

La 73.ma edizione della Berlinale ha deciso di omaggiare il regista, sceneggiatore e produttore Steven Spielberg<br />

con l’Orso d’Oro alla carriera.<br />

Nell'ambito della cerimonia di premiazione al Berlinale Palast, il festival proietterà il suo lavoro più recente, The<br />

Fabelmans. Un riconoscimento che si va ad aggiungere alle 19 nomination agli Oscar (tre trasformate in<br />

statuette), numerosi Golden Globe ed Emmy per il suo cinema, oltre a una serie di onorificenze per il suo<br />

impegno nelle cause sociali. Ad esempio, nel 1998 è stato insignito della Gran Croce con Stella dell'Ordine al<br />

Merito della Repubblica Federale di Germania per il suo film Schindler's List (guarda la video recensione). Nel<br />

2001, la Regina Elisabetta II lo ha nominato Cavaliere Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico (KBE). Nel<br />

2015 ha ricevuto la medaglia presidenziale della libertà dal presidente degli Stati Uniti da Barack Obama. “Con<br />

una carriera incredibile, Steven Spielberg non solo ha incantato generazioni di spettatori in tutto il mondo, ma<br />

ha anche dato un nuovo significato al 'cinema' come fabbrica dei sogni. Che sia nell'eterno magico mondo degli<br />

adolescenti o nella realtà che la storia ha scolpito per sempre, i suoi film ci portano a un livello diverso, dove il<br />

grande schermo diventa la superficie adeguata per la realizzazione delle nostre emozioni. Se la Berlinale <strong>2023</strong><br />

rappresenta un nuovo inizio, non potremmo trovare un inizio migliore di quello offerto dal grande lavoro di<br />

Spielberg” hanno affermato Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian


EDUCAZIONE<br />

FISICA<br />

REGIA DI STEFANO CIPANI<br />

Verità e giudizio, in un duello tra genitori, preside, accettazione e<br />

omissione.


La palestra – opera teatrale di Giorgio Scianna, da cui la sceneggiatura dei fratelli<br />

D’Innocenzo – come un tribunale, di quelli alla JFK di Oliver Stone o Parola ai<br />

giurati di Sidney Lumet, propri del gusto del regista, Stefano Cipani (Mio Fratello<br />

Rincorre i Dinosauri) che ha diretto Educazione Fisica, un concetto che si<br />

destreggia tra verità e giudizio, in un duello tra genitori, preside, accettazione e<br />

omissione.<br />

Il desiderio di Cipani era di “realizzare un film intelligente, scioccante, emotivo,<br />

vicino al pubblico e al contempo personale, personalizzato; un classico senza<br />

fronzoli, dove tutto è rivolto alla discussione”.<br />

“Ho letto la pièce nel 2014 e ho trovato fosse perfetta per un film da camera. Mi<br />

interessava l'assunzione della responsabilità e già la pièce denunciava<br />

l'atteggiamento da branco di questi genitori. Per la scrittura ho coinvolto i fratelli<br />

D'Innocenzo, dal talento inaudito: loro erano le persone giuste per dare coerenza<br />

stilistica ai miei personaggi. È stato un lavoro molto di squadra, con mie direzioni<br />

molto precise: c'è un personaggio in più, un cane in più e un finale diverso. Buñuel<br />

e il cinema rotoscope Anni '70 sono stati riferimenti filosofici, per riuscire anche a<br />

bilanciare il mio retropensiero, per cui desideravo fosse mantenuta una cinica<br />

ironia”, spiega Cipani.<br />

L’unità di luogo – la palestra appunto, completamente allestita negli Studi di<br />

Cinecittà – è il “ring” – o anche la terra comune di un duello “western”, genere che<br />

viene chiamato alla mente anche dalla musica, iniziale soprattutto - che stringe<br />

sempre più forte i genitori dei tre alunni, chiamati dalla preside della media di<br />

provincia che frequentano, per via di una questione ostica, uno stupro reiterato<br />

alla compagnia Sonia, che “ha detto che sono stati i vostri figli … era sicura”. Il<br />

nucleo unico dello svolgimento fa crescere la ferocia reciproca e la mostruosità<br />

umana, mettendo in atto la manipolazione della verità.<br />

EDUCAZIONE FISICA<br />

REGIA<br />

STEFANO CIPANI<br />

CAST<br />

ANGELA FINOCCHIARO, GIOVANNA<br />

MEZZOGIORNO, RAFFAELLA REA,<br />

SERGIO RUBINI, CLAUDIO SANTAMARIA<br />

<br />

SINOSSI<br />

I GENITORI DI TRE ALUNNI VENGONO<br />

CONVOCATI DALLA PRESIDE DI UNA<br />

SCUOLA MEDIA DI PROVINCIA: È<br />

SUCCESSO UN FATTACCIO, DI CUI I LORO<br />

FIGLI SONO I RESPONSABILI. MA È<br />

DIFFICILE DA CREDERE E DA<br />

ACCETTARE. LA PALESTRA SI<br />

TRASFORMA IN UN’AULA DI TRIBUNALE<br />

IMPROVVISATA, DOVE HA INIZIO UN<br />

PROCESSO FEROCE NEL TENTATIVO<br />

OSTINATO DI SMENTIRE E NA<br />

SCONDERE LA VERITÀ.<br />

<br />

GENERE<br />

COMMEDIA<br />

<br />

PRODOTTO DA ARTURO PAGLIA,<br />

ISABELLA COCUZZA, ALESSANDRO<br />

LEONE (II), SARÀ DISTRIBUITO DA 01<br />

DISTRIBUTION.<br />

<br />

FONTE CINECITTA' NEWS


www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com<br />

<br />

https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT


JOHN WICK 4<br />

Il 23 marzo arriva in Italia John Wick 4 con Keanu Reeves, sequel di John Wick 3 –<br />

Parabellum del 2019. Il più lungo capitolo del franchise dura 2 ore e 49' minuti,


John Wick 4”, nuovo capitolo della saga d’azione con protagonista Keanu Reeves al cinema dal 23 marzo <strong>2023</strong>. Il<br />

film è il sequel di John Wick 3 – Parabellum del 2019 è diretto da Chad Stahelski, con una sceneggiatura scritta<br />

da Shay Hatten e Michael Finch, e basato sui personaggi creati da Derek Kolstad.<br />

John Wick (Keanu Reeves) trova una via per sconfiggere la Gran Tavola. Ma prima di guadagnare la libertà, Wick<br />

deve affrontare un nuovo nemico che ha potenti alleanze in tutto il mondo e ha mezzi tali da tramutare vecchi<br />

amici in nuovi nemici.<br />

Il cast di “John Wick 4” include Lawrence Fishburne, Ian McShane, Donnie Yen, Bill Skarsgård, Hiroyuki Sanada,<br />

Shamier Anderson, Scott Adkins, Lance Reddick, Rina Sawayama, Marko Zaror, Natalia Tena e Clancy Brown<br />

meglio noto come il Kurgan del film “Highlander”.<br />

Inizialmente il film doveva essere rilasciato lo stesso giorno di Matrix Resurrections, altro film interpretato da<br />

Keanu Reeves, ma l’uscita è slittata insieme alle riprese, a causa della pandemia di COVID-19. La produzione è<br />

iniziata il 28 giugno 2021 a Berlino e Parigi, durante la pandemia di COVID-19, con ulteriori riprese in Giappone e<br />

New York. Nell’ottobre 2021, le riprese principali erano ufficialmente terminate. La serie era stata concepita come<br />

una trilogia durante o subito dopo la realizzazione dell’originale John Wick (2014). Visto il suo crescente<br />

successo, i realizzatori hanno voluto assicurarsi di continuare ad espandere l’universo in cui si svolgono i film.<br />

“John Wick” è un franchise di thriller d’azione neo-noir creato dallo sceneggiatore Derek Kolstad e interpretato<br />

da Keanu Reeves nei panni di John Wick, un ex sicario che è costretto a tornare nel mondo criminale che ha<br />

abbandonato.Il franchise, di proprietà di Lionsgate, è iniziato con l’uscita di John Wick nel 2014, seguito da due<br />

sequel, John Wick – Capitolo 2 il 10 febbraio 2017 e “John Wick 3 – Parabellum” il 17 maggio 2019. Tutti e tre i film<br />

sono stati considerati un successo di critica e commerciale, con un incasso complessivo di oltre 587 milioni in<br />

tutto il mondo. Una quarta puntata, “John Wick 4”, è in post-produzione e ha una data di uscita del 24 marzo<br />

<strong>2023</strong>. È in fase di sviluppo anche una quinta puntata, originariamente destinata a essere girata “back-to-back”<br />

con il quarto film.


JOHN WICK 4<br />

<br />

REGIA<br />

CHAD STAHELSKI<br />

<br />

CAST<br />

KEANU REEVES, DONNIE YEN, BILL<br />

SKARSGÅRD, LAURENCE FISHBURNE,<br />

HIROYUKI SANADA, SHAMIER ANDERSON,<br />

LANCE REDDICK, RINA SAWAYAMA, SCOTT<br />

ADKINS, IAN MCSHANE<br />

<br />

GENERE<br />

AZIONE<br />

<br />

LIONSGATE FILMS<br />

KEANU REEVES<br />

JOHN WICK


19 MARZO<br />

FESTA DEL PAPA'<br />

Uno dei tanti eventi che caratterizza questo<br />

periodo, è la festa del papà; Tuttoballo,<br />

naturalmente, invia un grande abbraccio a tutti i<br />

papà che sono fisicamente presenti vicino ai<br />

propri figli, ed a tutti i papà che lo sono in forma<br />

diversa ma, che ci piace pensare, siano<br />

comunque con noi.<br />

Ognuno esprime con parole e pensieri propri gli<br />

auguri per il proprio papà, noi lo abbiamo fatto<br />

così:<br />

PADRE. LA MIA STORIA<br />

“Ti guardo nella penombra dell’età Padre,<br />

in Te custodita tutta la mia storia,<br />

la mia prima età che non mi è dato ricordare,<br />

ma che Tu mi fai conoscere perché l’hai vissuta<br />

insieme a me…<br />

Ti penso quando siamo lontani Padre,<br />

Tu, fonte di affetto, rabbia, scontri ed abbracci,<br />

momenti di incomprensione ma di ritrovi,<br />

allontanamenti e ritorni sempre più forti,<br />

Tu, che nei tuoi errori imparavi a fare il padre ed io<br />

nei miei imparavo ad essere figlia.<br />

Ti osservo oggi, Padre, stanco del peso dei tanti anni<br />

che ti porti dietro,<br />

Padre che oramai sei diventato mio figlio.<br />

Tu, Padre, se avrai passi più veloci dei miei nel<br />

cammino naturale degli eventi,<br />

in quel momento intriso di lacrime tornerai ad essere<br />

Padre ed allora sarò per sempre Tua figlia!<br />

(P. Delle Site)


Bassam Abou Diab<br />

Con il linguaggio del corpo racconto le atrocità<br />

della guerra: Minaccia, Carcerazione, Tortura<br />

BASSAM ABOU DIAB_UNDER THE FLESH


“Per me la danza, la mia danza, è un movimento politico. Il modo in cui affronto un sistema autoritario è<br />

danzando”.<br />

È una vera e propria frase-manifesto quella pronunciata da Bassam Abou Diab, il primo dei coreografi<br />

dell’area mediorientale a Diafanie. Materia e Luce – la stagione danza <strong>2023</strong> realizzata dal Centro<br />

Nazionale di Produzione della Danza ORBITA | Spellbound – che riflettono sulle relazioni fra il corpo, i<br />

regimi politici e le identità socioculturali e geografiche. Fondatore del Beirut Physical Lab, per anni<br />

danzatore stabile della compagnia di Omar Rajeh e fra i protagonisti, nel 2017, della prima edizione del<br />

progetto Focus Young Arab Choreographers, il coreografo libanese, all’ ORBITA | Spellbound Centro<br />

Nazionale di Produzione della Danza ha presentato due lavori che indagano il corpo rispetto alla<br />

prigionia, alla tortura e alla guerra: Pina My Love e Under The Flesh, entrambi al Teatro Biblioteca<br />

Quarticciolo. Una prigione rappresenta una potente condanna e una limitazione forzata della libertà. I<br />

regimi totalitari hanno utilizzato questa istituzione per soggiogare la libertà di parola attraverso<br />

intimidazioni e torture. Come può una tale esperienza influenzare la percezione che si ha del proprio<br />

corpo, dei propri movimenti e delle proprie reazioni? Nato da una serie di interviste realizzate da Diab,<br />

Pina My Love racconta una storia di prigionia e dolore nel tentativo di riflettere sulla situazione delle<br />

carceri e le pratiche brutali disumane a cui sono sottoposti i prigionieri e per esaminare i meccanismi di<br />

difesa psicologica e fisiologica che il corpo innesca quando è sottoposto a tortura per preservare la<br />

propria esistenza.<br />

Under The Flesh solleva invece la questione del ruolo del corpo in situazioni di guerra. Come può la<br />

reazione del corpo a una minaccia di morte trasformarsi in danza? Bassam Abou Diab racconta una<br />

storia immaginaria ma che nasce dalla propria esperienza personale: è la storia di un corpo<br />

sopravvissuto a quattro guerre consecutive. “Ripercorrendo la mia infanzia e, in generale, tutta la mia<br />

vita, ho capito che la cosa che ha colpito di più il mio corpo è la guerra, i suoni della guerra. Penso che<br />

siano nei miei muscoli, la guerra è ancora nella memoria del mio corpo” afferma il coreografo<br />

raccontando la genesi di uno spettacolo che si sviluppa come una conversazione circolare fra testo,<br />

movimento e suono. Quella di Under The Flesh è una danza basata su regole e tecniche immaginarie,<br />

meticolosamente concepite come una favola, dimensione necessaria a superare la macchina della<br />

guerra. Come dire, danzare e sognare per sopravvivere al dolore. Lo sguardo sul Libano si è allargato<br />

con la proiezione di The Odor of Elephants After the Rain, film documentario commissionato dal Festival<br />

di Edimburgo e coprodotto da CND Centre National de la Danse à Lyon. Diretto dal celebre coreografo<br />

Omar Rajeh, direttore artistico della compagnia Maqamat in Libano e fondatore del festival Beirut<br />

International Platform of Dance, il film è stato girato a Beirut nel 2021, poco dopo l'esplosione del 4<br />

agosto e le manifestazioni del 17 ottobre, testimoniando l'esperienza di dolore, perdita e disillusione<br />

profondamente radicati nella città. Luoghi cari ridotti in cenere, ricordi sfigurati, sogni calpestati e<br />

speranze deluse.<br />

“Pensando alle migliaia di prigionieri presenti nella nostra zona, la prima cosa che ho sentito è stata<br />

l'urgenza di approfondire questi temi. Ho iniziato a chiedermi: cosa succederebbe se vivessi la stessa<br />

situazione? Così ho scoperto che, in una condizione di questo tipo, il corpo inizia ad essere più chiuso, il<br />

movimento inizia ad essere più pesante, tutto inizia a contrarsi. Allo stesso tempo però questa<br />

contrazione, tutto ciò che il corpo fa con il proprio sistema muscolare è qualcosa di utile per sopravvivere,<br />

per poter andare oltre, per restare in vita”.


BASSAM ABOU DIAB_UNDER THE FLESH - FOTO DI D_MATVEJEV


Samuele Arisci<br />

ph Luca Di Bartolo


A dicembre incontro Samuele Arisci, danzatore Cagliaritano che vive a<br />

Bologna , danzatore freelance che lavora anche per la compagnia<br />

Artemis Danza di Monica Casadei.<br />

Il contesto è l’installazione “Di Terra e di Cielo” a cura di Marina Cuccus.<br />

Ci eravamo in realtà già ‘incontrati’ in passato sul palco del Teatro Galli<br />

a Rimini, proprio in occasione di uno spettacolo di Artemis Danza,<br />

senza conoscerci.<br />

Abbiamo deciso di realizzare un cortometraggio, tanto per cambiare<br />

dico a me stesso!<br />

Il luogo delle riprese è ancora una volta un sito industriale abbandonato,<br />

già interessato dal progetto realizzato con Theo Più, che avere avuto<br />

modo di conoscere qui su TuttoBallo.<br />

Che fare? …decidiamo di esplorare lo spazio sia con inseguimenti<br />

diSamuele che danza sia con inquadrature più statiche delle sue<br />

apparizioni da porte o finestre. Poi si vedrà il da farsi una volta in fase di<br />

montaggio.<br />

Mi piace creare liberamente, senza schemi precostituiti; guardo il girato<br />

e mi torna alla mente DOOM, uno tra primi video giochi con grafica 3D<br />

della serie vai avanti e ammazza mostri!<br />

Si dai, che ideona: un video di danza simil videogioco, con grafiche<br />

sovrapposte e alert in caso di pericolo!<br />

Ma il processo creativo ha i suoi tempi, individuare le parti giuste dal<br />

girato, decidere l’ordine, studiare la parte sonora: realizzata in casa con<br />

un vaso di coccio, un cucchiaio e delle registrazioni realizzare sul posto<br />

con delle porte di metallo abbandonate a terra.<br />

Ma poi perché un videogioco, come lo giustifico in fase di<br />

sceneggiatura!<br />

Ed ecco un’altra idea: un giocatore incallito che non abbandona mai il<br />

suo portatile, neppure per andare in bagno a notte fonda!<br />

Cosa ne sarà di lui!<br />

Il corto uscirà pronto a Marzo.


www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com


www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com<br />

<br />

https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT


la danza è vita e<br />

regala emozioni<br />

uniche che<br />

appagano<br />

l’anima.<br />

<br />

PH MONICA IRMA RICCI - WWW.MONICAIRMARICCI.COM - WWW.ISTAGRAM.COM/I.R.M.A19/<br />

DANCER EMMA FAZZI - MUA: MAURI MENGA WWW.ISTAGRAM.COM/MAURIMENGA/


Sono Emma Fazzi, ho 20 anni e sono una ballerina professionista all’Opéra National De Bordeaux. Ho iniziato a<br />

studiare danza quando avevo 4 anni, accompagnavo mia sorella più grande a scuola di danza e sognavo di fare la<br />

ballerina. All’età di 10 anni la mia insegnante consigliò a mia madre di farmi iniziare un percorso accademico<br />

professionale, così feci il provino all’Accademia Nazionale di Danza a Roma e dopo qualche mi ritrovai a studiare al<br />

Teatro dell’Opera di Roma, dove nel 2020, all’ età di 18 anni, mi sono diplomata.<br />

l mio percorso accademico è stato molto intenso, pieno di sorprese e grandi soddisfazioni. I primi anni, quando ero più<br />

piccola, mi ricordo che ho lavorato tanto per migliorare le mie doti fisiche e dimostrare di essere valida per restare in<br />

quella scuola così prestigiosa. Grazie al duro lavoro, alla costanza e alla passione sono riuscita ad avere sempre<br />

riscontri positivi e anche molte soddisfazioni. A 14 anni mi hanno assegnato il mio primo ruolo da solista in una<br />

creazione di Luciano Cannito, “Bottega Fantastica”, un piccolo passo a due che per me era molto impegnativo non<br />

avendolo mai studiato prima. L’anno successivo ho ricevuto invece il ruolo di Fata Confetto nello “Schiaccianoci”, una<br />

gioia immensa e inaspettata che mi ha fatto crescere moltissimo e maturare sia come ballerina che come ragazza. Gli<br />

anni successivi ho riavuto l’opportunità di ballare nuovamente questo ruolo, insieme ad altri, come la solista di Danza<br />

Araba sempre nello Schiaccianoci.<br />

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DANCER EMMA FAZZI - MUA: MAURI MENGA WWW.ISTAGRAM.COM/MAURIMENGA/


Ho avuto poi l’onore di essere scelta dal coreografo e grande artista Mauro<br />

Bigonzetti in una sua creazione “TurnPike”, coreografia meravigliosa e molto<br />

complessa.<br />

Durante l’ultimo anno del diploma ho fatto le mie prime audizioni, nonostante<br />

fosse il periodo inziale del Covid-19. Volai ad Amsterdam per la Dutch<br />

National Ballet con riscontro positivo , e poi a Bordeaux per l’Opèra National<br />

dove mi trovo attualmente.<br />

Qui ho ballato in molte produzioni: classiche, neoclassiche e contemporanee,<br />

avendo anche l’opportunità di fare ruoli da solista in alcune creazioni.<br />

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DANCER EMMA FAZZI - MUA: MAURI MENGA WWW.ISTAGRAM.COM/MAURIMENGA/


Anche io nella mia vita ho avuto dei<br />

momenti no, causati principalmente da due<br />

infortuni, dall’ultimo ne sono appena uscita,<br />

un’operazione chirurgica con uno stop dalla<br />

danza di molti mesi. Per un ballerino<br />

l’infortunio equivale a smettere di ballare per<br />

lungo tempo. In quel momento tutto ti<br />

sembra negativo, difficile da affrontare, ma<br />

la consapevolezza che anche questo è<br />

parte dell’essere un ballerino ti da una<br />

spinta a rialzarti tornare più forte di prima<br />

con la maggior consapevolezza di<br />

conoscere meglio il tuo proprio corpo.<br />

La scelta di lavorare all’estero è stato l’<br />

avveramento del mio sogno da bambina.<br />

L’idea di viaggiare mi entusiasma, la<br />

possibilità di conoscere e apprendere varie<br />

culture della danza mi carica…<br />

Quando smetterò di danzare sicuramente mi<br />

piacerebbe molto insegnare, e fare un<br />

lavoro che riguardi l’uso del corpo come le<br />

tecniche del Pilates e del Gyrotonic e Yoga<br />

di cui sono molto appassionata e che mi<br />

piace praticare tutt’ora.<br />

Ai giovani ballerini e ballerine dico non<br />

smettete mai di credere e sognare nella<br />

danza, anche se è un cammino duro , pieno<br />

di sacrifici e spesso sofferenze, bisogna<br />

ricordarsi che la danza non deve mai<br />

diventare nostra nemica ma che bisogna<br />

viverla in tutte le sue sfumature ed essere<br />

sempre determinati nel riuscire a<br />

sconfiggere le difficoltà e far uscire l’artista<br />

che è dentro di noi, perché la danza è vita e<br />

regala emozioni uniche che appagano<br />

l’anima.<br />

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DANCER EMMA FAZZI - MUA: MAURI MENGA WWW.ISTAGRAM.COM/MAURIMENGA/


EMANUELA<br />

CAMPICIANO<br />

LIVE FOR DANCE


Maestra coreografa e event manager.<br />

Emanuela ha inizato a studiare danza giovanissima.<br />

Nel 2009 si laurea in danza contemporanea presso<br />

l'Accademia Nazionale di Danza di Roma. Ballerina<br />

solista e prima ballerina della Labat Contemporary<br />

Dance Company, con la quale continua a collaborare<br />

nel ruolo di coreografa insieme al maestro Gino<br />

Labate.<br />

Nella 2016 Emanuela è stata una delle prime<br />

coreografe a scrivere "Oltre il Buio" un progetto di<br />

sensibilizzazione, informazione e prevenzione contro<br />

la violenza sulle donne.<br />

Oggi è una eccellente direttrice artistica del Barcelona<br />

Ballet Project - International Dance Center Catalunya<br />

e ideatrice di 意 識 Ishiki - Conscious Movement<br />

Method...


WWW.BARCELONABALLETPROJECT.NET


GALA RUDOLF NUREYEV<br />

"IL PREZZO DELLA LIBERTÀ"<br />

Kimin Kim<br />

Teatro Mariinsky di San Pietroburgo<br />

A trent’anni dalla scomparsa Rudolf Nureyev, il Teatro Arcimboldi di Milano ha presentato a febbraio un appuntamento<br />

straordinario per rivivere il più grande ballerino di tutti i tempi. Il Gala con grandi star della danza ha permesso al pubblico di<br />

assistere ai celebri pas de deux del repertorio classico come Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Diana e Atteone,<br />

Don Chisciotte, Le Corsaire, La Bayadère e incantevoli assoli.<br />

Ad arricchire la serata c'era una delle più grandi stelle della danza mondiale, Kimin Kim dal Teatro Mariinsky di San<br />

Pietroburgo, che oltre a sbalordinre la platea con degli assoli memorabili ha ballato in coppia con la bravissima ballerina<br />

Letizia Masini del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.<br />

PH. MONICA IRMA RICCI – WWW.MONICAIRMARICCI.COM


Rudolf Nureyev rimane ancora oggi<br />

ineguagliato, ha segnato un’epoca dal<br />

punto di vista interpretativo e creativo<br />

nella storia della danza. Eccelso<br />

danzatore, le cui doti espressive e<br />

virtuosistiche hanno esaltato talento ed<br />

irrequieta genialità, unendosi ad un<br />

incredibile carisma ed una presenza<br />

scenica unica.<br />

Le sue coreografie, hanno saputo<br />

infondere nuova linfa ai classici del<br />

repertorio, rivitalizzandoli con un perfetto<br />

equilibrio tra modernità e tradizione.<br />

Nureyev ha saputo motivare alla passione<br />

per la danza e alla ricerca per la<br />

perfezione tecnica tante giovani<br />

promesse, che oggi, arricchite dal suo<br />

prezioso bagaglio artistico, gli rendono<br />

omaggio nel “Gala in onore di Rudolf<br />

Nureyev”.<br />

Il pubblico ha assistito ai celebri pas de<br />

deux del repertorio classico come Il Lago<br />

dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Diana e<br />

Atteone, Don Chisciotte, Le Corsaire, La<br />

Bayadère, La Bella Addormentata nel<br />

Bosco e assoli contemporanei portati in<br />

scena da étoiles e primi ballerini<br />

provenienti dalle principali compagnie di<br />

balletto.<br />

Ad arricchire la serata la straordinaria<br />

partecipazione della grande stella della<br />

danza mondiale, Kimin Kim dal Teatro<br />

Mariinsky di San Pietroburgo. Sul palco<br />

del TAM si sono esibiti in ruotine di danza<br />

anche altri danceur come:<br />

Letizia Masini Teatro alla Scala<br />

Jovanka Zarić National Opera of Greece<br />

Leonard Cela Nuovo Balletto Classico<br />

Viktor Ishchuk National Opera Ballet of<br />

Ukraine Kiev<br />

Oleksii Schvydkyi,<br />

Olaf Kifiak,<br />

Victor Finnaurini,<br />

Emma Castellani,<br />

Likollari Leonardo<br />

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LETIZIA MASINI & KIMIN KIM<br />

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GALA RUDOLF NUREYEV<br />

"IL PREZZO DELLA LIBERTÀ"<br />

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La mia passione principale è l'encausto, che<br />

ho scoperto in Canada dove ho vissuto per<br />

molti anni, una tecnica pittorica in cui una<br />

speciale cera raffinata funge da legante, che<br />

conferisce al dipinto profondità e luminosità.<br />

La luce viene rifratta in modo speciale in strati<br />

trasparenti di cera, che fanno sembrare<br />

l'immagine illuminata dall'interno.<br />

Alcune icone paleocristiane così come i famosi<br />

ritratti del Fayum egiziano, sono state<br />

realizzate con questa tecnica, che ho sempre<br />

ammirato, ho capito che l'encaustomi era<br />

congeniale, un amore a prima vista.<br />

La cera è un materiale organico, racchiude la<br />

forza primordiale della natura, e la tecnica<br />

dell'encausto ha molti modi di essere<br />

utilizzata, io uso una combinazione di pittura e<br />

graffiatura (grattage). Riscaldo la cera e la<br />

metto sulla superficie della base, e quando si<br />

raffredda, uso uno scalpello speciale per<br />

incidere immagini, che scolpisco in parte sulla<br />

superficie della cera, in parte sulla superficie<br />

del legno. A volte lavoro per strati, cioè metto<br />

un nuovo strato di cera sulle immagini già<br />

tracciate e uso la trasparenza della cera,<br />

lavorando sulla superficie del nuovo strato,<br />

attraverso il quale traspaiono gli strati<br />

precedenti. Ciò consente di creare una<br />

profondità e un volume speciali dell'immagine.<br />

Preferisco usare il legno per la base, che è un altro materiale<br />

naturale per me preferito. Apprezzo particolarmente il legno<br />

vecchio, con una "storia" e spesso raccolgo legname lavato<br />

sulla riva dei bacini. Spesso mi viene chiesto da dove<br />

provengono le immagini dei miei lavori, cosa mi ispira.<br />

Per quanto strano possa sembrare, io stesso a volte mi pongo<br />

la medesima domanda. Personalmente non trovo risposta<br />

migliore che rispondere così: ciò che mi ispira di più sono i miei<br />

primi ricordi d'infanzia, i momenti della prima esperienza diretta<br />

di confronto con la realtà.<br />

Anche la costa del Mar Nero della Russia meridionale, con una<br />

natura atipica per la Russia e un clima quasi subtropicale,<br />

pioppi piramidali e case imbiancate a due piani, ha avuto<br />

l'influenza più diretta sul mio lavoro, ma non l'unica fonte di<br />

ispirazione. In gioventù, dopo essermi trasferito a San<br />

Pietroburgo, ho scoperto l'Ermitage con il suo Rembrandt e la<br />

collezione dei Piccoli Olandesi con la loro sofisticata tavolozza<br />

nobile, i dipinti misticamente ultraterreni di Chagall, immagini<br />

dure e quasi aggressive di artisti espressionisti tedeschi,<br />

vecchi manoscritti scritti a mano sull'alchimia e le scienze<br />

naturali, il cui stile mi è ancora così vicino. La stessa città di<br />

San Pietroburgo mi ha formato a livello professionale: una<br />

miscela inimmaginabile di architettura barocca, cupi cortili<br />

descritti da Dostoevskij e grattacieli del periodo sovietico.<br />

Lì ho iniziato la mia educazione artistica, prima nella bottega di<br />

Suvorov artista e noto insegnante di quegli anni, e<br />

successivamente all'Università Herzen. Nel 1989 sono<br />

diventato membro dell'Associazione degli artisti liberi, una delle<br />

prime cooperative di artisti a San Pietroburgo, che aveva una<br />

propria sala espositiva presso la biblioteca Blok, attirava un<br />

numero enorme di persone, inclusi galleristi e mercanti d'arte<br />

dall'Europa e dall'America. dal 1991 si è svolta la mia prima<br />

mostra all'estero, in Germania a Berlino, successivamente a<br />

Londra, in Canada, ad Amburgo, e Nancy. Dopo essermi<br />

stabilito a Toronto, ho iniziato a esporre regolarmente sia in<br />

Canada che negli Stati Uniti: in seguito ho iniziato a illustrare<br />

con Three In A Box, dove ho lavorato per il WALL Street<br />

Journal, Chicago Tribune, Toronto National Post, Reader<br />

Digest Montreal, Cambridge University Press, Maclliland &<br />

Stuward e altri con Progressive Fine Art, di Toronto, che da 7<br />

anni presenta il mio lavoro all'Expo annuale di New York al<br />

Jacob Javits Centre.<br />

I miei ultimi progetti sono una serie di illustrazioni per la rivista<br />

della Yale University, per il quotidiano Boston Globe.<br />

Un momento speciale della mia carriera è stata la mia mostra<br />

"Dialoghi Culturali" in Italia, nell’ambito di uno scambio<br />

culturale, tra la Russia e l’Italia a Gubbio, nella cappella di S<br />

Maria dei laici, successivamente a Lucca e Genova. Nel mio<br />

lavoro cerco di trovare quello spazio che si trova tra l'astratto e<br />

il rappresentativo, tra la figura-simbolo carica di significato e il<br />

trionfo non oggettivo della trama, di una superficie densa di<br />

colore.


ll prossimo 7 Aprile <strong>2023</strong> nella prestigiosa galleria di arte contemporanea – MONOGRAMMA – in Via Margutta 102, la via<br />

degli artisti a Roma, torna ad esporre con una sua personale Giovannino Montanari. Nel registro dell'anagrafe di Terni è i<br />

stato registrato come Giovanni Vianello, ma le sue opere le ama firmarle come Giovannino Montanari, un omaggio alla<br />

sua mamma; enfant prodige, inizia a dipingere come autodidatta, e lascia gli studi universitari per dedicarsi al suo immenso<br />

amore per i viaggi, intraprendendo la carriera all’interno di Alitalia. Vive in molte città del mondo, dove prende anche parte<br />

ad alcune azioni umanitarie. Casualmente notato da Giuseppina Travaglio dell’Associazione Culturale "Zoe" di Potenza<br />

della quale fa parte anche Teknè, galleria che si occupa di mostre ed esposizioni di arte moderna.<br />

Giuseppina Travaglio di lui scriverà: "Un incontro casuale ed inaspettato. L’arte voleva un altro attore. Un fortunato, nonché<br />

fortuito incontro, nel bellissimo e storico palazzo di Cesi in Umbria mi permetteva di ammirare un’opera molto materica ma<br />

resa “leggera” da pochi tratti decisi. Un’opera realizzata da un giovane studente di liceo di qualche anno fa e tenuta in un<br />

angolo come dolce ricordo di gioventù. Giovannino Montanari è di animo sensibile e spirito modesto. Il suo lavoro ed i<br />

molti viaggi effettuati nel corso della sua vita, gli hanno consentito di riprendere in mano i colori e riportare sulla tela il<br />

bagaglio di bellezza ed emozioni che, fino ad anni fa, non aveva condiviso con nessuno. Le sue opere, che parlano di<br />

bellezza, di architetture, di amore, di voglia di vivere, incantano e fanno sognare".<br />

La rete, poi, gli apre le strade, e Montanari è conosciuto ed apprezzato dalla prestigiosa Associazione "ItaliaArte" di Guido<br />

Folco, con sede a Torino partecipando a numerose mostre e con la quale tuttora collabora.<br />

Ricomincia a viaggiare ma, stavolta, in compagnia<br />

delle sue tele e per importanti mostre in Italia e<br />

all'estero... É presidente della "MOWI Art<br />

Communication", associazione no profit per<br />

divulgare l'arte nel mondo, supportando artisti dei<br />

quattro continenti; promuove mostre d'arte nei più<br />

bei musei in Italia e nel mondo. Attualmente la<br />

MoWi Art è impegnata ad organizzare una mostra<br />

itinerante in Russia, ma i ben noti eventi hanno<br />

bloccato tutte le opere a San Pietroburgo.<br />

É vice presidente dell'Associazione "Arte per l'Arte"<br />

una no profit, formata da un affiatato team di<br />

professionisti, in grado di promuovere con<br />

competenza e passione la raffinatezza del Made in<br />

Italy, che rappresenta una sintesi unica di arte,<br />

cultura, storia... ma soprattutto "modo di essere e di<br />

vivere" Arte in tutta la sua bellezza: pittori, scultori,<br />

cantanti, ballerini, artisti di strada, circensi...un<br />

progetto ardito che da anni viene seguito da un<br />

team di amici dell'artista. Vive e lavora in Germania,<br />

a Bamberga, città compresa nell'elenco del<br />

patrimonio UNESCO.<br />

Dal 2010 ad oggi ha esposto le sue opere nelle più<br />

grandi città italiane e nel mondo fin nella lontana<br />

Cina assicurandosi un notevole successo di<br />

pubblico e di critica. Per saperne di più sul pittore<br />

Montanari vi invitiamo a visitare il suo sito web:<br />

www.giovanninomontanari.de<br />

FB – INSTAGRAM – YOUTUBE<br />

Maria Giovanna Elmi, Fabrizio Silvestri, Giovannino Montanari. "Dillo Alla Danza" Terni 2022


Montanari viene alla luce a Terni nel<br />

1954, la sua vita è un crogiolo<br />

magmatico in cui emozioni<br />

compresse e seppellite dall'ordinario<br />

sono eruttate improvvisamente<br />

trasportando la calda energia che ci<br />

investe durante l'osservazione delle<br />

sue opere. Montanari è l'anti-artista<br />

mediatico: schivo come pochi dosa<br />

atteggiamenti e parole per lui canta<br />

entusiasta la materia. Il demiurgo<br />

Montanari mescola atomi in un<br />

concerto tra il mistico e l'onirico oltre<br />

la visione soggettiva<br />

dell'osservatore. Montanari è un<br />

alchimista dell'immaginario collettivo<br />

a cui sottrae elementi e possibilità<br />

sconosciute ai più che prendono vita<br />

nelle sue creazioni.<br />

Il piano artistico di Monatanari è<br />

universale, i colori trascinano l'anima<br />

dell'osservatore nella dimensione<br />

della luce ove turchesi dalle<br />

sfumature infinite si mescolano<br />

all'oro delle famose cupole per cui<br />

l'artista è conosciuto nel mondo.<br />

Ogni quadro di Montanari è un<br />

viaggio a tratti un delirio positivo al<br />

quale non sottrarsi ma anzi tuffarsi<br />

per goderlo. C'è perfino dell'eros<br />

nelle rotondità che emergono dalle<br />

tele magiche di Giovannino<br />

Montanari. Così una farfalla diventa<br />

atollo e San Marco diventa<br />

l'espressione lucida e stupefacente<br />

del genio.<br />

Fermatevi davanti a un opera di<br />

Montanari e riemergerà la<br />

dimensione esotica dimenticata negli<br />

strati più profondi del nostro io.<br />

L'artista è colui che esprime il tutto<br />

rappresentandone solo una parte.<br />

Montanari è davvero l'artista.<br />

Gioacchino Musumeci, scrittore e<br />

poeta<br />

TuttoBallo


18 giugno <strong>2023</strong><br />

Categorie:<br />

Miglior Ballerino<br />

Miglior Ballerina<br />

Miglior Coppia<br />

Miglior Maestro<br />

Miglior Spettacolo Classico<br />

Miglior Musical<br />

Miglior TV DanceShow,<br />

<br />

Miglior Coreografo<br />

Miglior Dance Movie<br />

Premio alla Carriera<br />

ph Monica Irma Ricci<br />

modella Camilla Mancuso<br />

Grafica: Sara Galentino<br />

Premio Speciale alle Arti<br />

www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com<br />

le candidature devono essere presentate<br />

entro il 18 maggio <strong>2023</strong> a:<br />

ass.stefanofrancia@gmail.com<br />

whatsapp + 39 335 435168


STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />

presentano<br />

la collana musicale<br />

<strong>EnjoyArt</strong><br />

DISPONIBILE SU TUTTI I DIGITAL DOWNLOAD<br />

HTTPS://SHARE.AMUSE.IO/VJCNW-F5RMZ4


TuttoBallo<br />

PICCOLO PRINCIPE<br />

La Storia più amata di tutti i tempi è uno spettacolo teatrale,<br />

prodotto da Razmataz Live e diretto da Stefano Genovese. dal 2<br />

al 5 marzo al Tuscany Hall di Firenze, e dal 23 marzo al 2 aprile al<br />

Teatro Repower di Milano, per poi approdare in Francia il<br />

prossimo autunno e ad Amsterdam, Berlino, Dublino, Lisbona e<br />

Madrid nel 2024.<br />

F A B R I Z O S I L V E S T R I


IL PICCOLO PRINCE ( GABRIELE TONTI)<br />

PH @ROAR STUDIO


A 80 anni dalla pubblicazione, debutto nazionale per “IL PICCOLO PRINCIPE” di Antoine de Saint-Exupéry, la<br />

storia più letta e amata di tutti i tempi, sarà in scena a Firenze dal 2 al 5 marzo la Tuscany Hall e poi a Milano<br />

dal 23 marzo al 2 aprile al Teatro Repower, per poi approdare in Francia il prossimo autunno e ad Amsterdam,<br />

Berlino, Dublino, Lisbona e Madrid nel 2024.<br />

“IL PICCOLO PRINCIPE” è la storia che tutti conoscono ma nessuno ricorda, quasi a provare che quanto dice<br />

il suo autore corrisponde a verità: gli adulti non pensano mai alle cose veramente importanti. E quali sono<br />

queste cose? Quelle che ci insegnano da piccoli e che dimentichiamo una volta diventati grandi. Spetta proprio<br />

al Piccolo Principe, eterno bambino, rinfrescarci la memoria.<br />

Pubblicato nel 1943, “IL PICCOLO PRINCIPE” è un racconto senza tempo, che ha incantato grandi e piccini<br />

per generazioni. È il libro più tradotto dopo la Bibbia (oltre 500 lingue e dialetti) e ha venduto più di 200 milioni<br />

di copie in tutto il mondo (19 milioni solo in Italia). Un’opera fortemente trans-mediale, che negli anni è stata<br />

adattata e declinata in innumerevoli forme, dai fumetti, ai film, dalle serie animate al balletto.


Lo show firmato Razmataz Live è una<br />

rappresentazione unica nel suo genere,<br />

che si snoda attraverso gli<br />

innumerevoli linguaggi che la<br />

narrazione, la musica, il canto, la<br />

scenografia e, più in generale, la<br />

performance offrono. In equilibrio tra<br />

prosa, musical, nouveau cirque e<br />

installazione, ogni significato, ogni<br />

personaggio, ogni snodo della vicenda<br />

attinge al codice più adatto ad arrivare<br />

allo spettatore. «Ciascuna scena non si<br />

ferma agli occhi o alle orecchie o<br />

all’olfatto» – racconta il regista Stefano<br />

Genovese – «Quelli sono solo porte<br />

sensoriali per arrivare alla destinazione<br />

finale: il cuore di ogni spettatore».<br />

Fedele allo stile dell’opera originale,<br />

nel mettere in scena “IL PICCOLO<br />

PRINCIPE” Stefano Genovese ha<br />

deciso di non lasciare alle parole il<br />

ruolo centrale, ma di affidare il<br />

racconto<br />

all’immaginazione,<br />

traducendolo in un’esperienza<br />

spettacolistica evocativa che solo il<br />

teatro, per sua stessa natura, è in<br />

grado di restituire.<br />

Le verità sono semplici e diventano<br />

assolute proprio in virtù della loro<br />

essenzialità. Le immagini – come<br />

sosteneva lo stesso Antoine de Saint-<br />

Exupéry – aiutano a non dimenticare, a<br />

rendere reale ciò che, se fosse solo<br />

raccontato, non sarebbe creduto. Un<br />

pensiero molto attuale, estremamente<br />

all’avanguardia in un’epoca in cui<br />

ancora la fotografia era agli albori,<br />

quasi a predire l’importanza che essa,<br />

un secolo dopo, avrebbe iniziato ad<br />

avere nelle vite di ciascuno di noi.<br />

“IL PICCOLO PRINCIPE” vanta un cast<br />

creativo di prim’ordine: Stefano<br />

Genovese (Regia), Carmelo Giammello<br />

(Scene), Paolo Silvestri (Direzione e<br />

arrangiamenti musicali), Guido Fiorato<br />

(Costumi) e Giovanni Pinna (Disegno<br />

luci). Uno spettacolo imperdibile,<br />

pronto a incantare il pubblico di tutte le<br />

età, che non appena annunciato ha<br />

attirato su di sé grandissima<br />

attenzione, tanto da raccogliere, per i<br />

casting svolti tra Roma e Milano, oltre<br />

1650 richieste e curricula, 380 dei quali<br />

di bambini.<br />

IL PICCOLO PRINCE ( GABRIELE TONTI) E L'AVIATORE (DAVIDE PACIOLLA) PH @ROAR STUDIO


Prosegue la tournée dello show rock-sinfonico Queen At The<br />

Opera, spettacolo nato da un’idea del produttore musicale e<br />

direttore artistico Simone Scorcelletti e, dal suo esordio nel<br />

2015, ha raccolto standing ovation e registrato sold out in Italia<br />

e in Europa.<br />

Ritorna nei teatri più importanti d’Italia QUEEN AT THE OPERA<br />

lo show rock-sinfonico basato sulle musiche dei Queen. Sul<br />

palco oltre 40 musicisti, le grandi voci di LUCA MARCONI,<br />

VALENTINA FERRARI, ALESSANDRO MARCHI, LUANA<br />

FRACCALVIERI e del soprano lirico GIADA SABELLICO.<br />

Prodotto da DuncanEventi, Queen At The Opera nasce da<br />

un’idea del produttore musicale e direttore artistico Simone<br />

Scorcelletti e, dal suo esordio nel 2015, ha raccolto standing<br />

ovation e registrato sold out in Italia e in Europa.<br />

Classici indimenticabili e senza tempo come We Are The<br />

Champions, Bohemian Rhapsody, We Will Rock You, The Show<br />

Must Go On, Radio Ga Ga, Another One Bites The Dust<br />

saranno protagonisti assoluti dello show diretto dal Maestro<br />

Isabella Turso, in cui il pubblico diventerà parte integrante di<br />

un’esperienza unica. Uno spettacolo di rilievo artistico e<br />

culturale che rende omaggio alla band londinese che ha fatto la<br />

storia, in cui si incontrano la musica sinfonica e il rock, la<br />

delicatezza degli archi con i riff della chitarra elettrica. A dare<br />

ancora più pathos alla scena un suggestivo visual show, che<br />

emozionerà e coinvolgerà a pieno il<br />

7 ANNI DI<br />

ATTIVITÀ<br />

210 CREW 235 SHOW<br />

5000000<br />

CONTACTS P.Y.<br />

<br />

4 MARZO – TEATRO MODERNO DI GROSSETO;<br />

16 MARZO – CINEMA TEATRO ORFEO DI TARANTO;<br />

17 MARZO – TEATRO TEAM DI BARI;<br />

18 MARZO – TEATRO POLITEAMA GRECO DI LECCE;<br />

24 MARZO – TEATRO ARISTON DI SANREMO;<br />

25 E 26 MARZO – POLITEAMA GENOVESE DI GENOVA;<br />

15 APRILE – PALARIVIERA DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO;<br />

28 APRILE – TEATRO EUROPAUDITORIUM DI BOLOGNA (NUOVA DATA);<br />

29 APRILE – TEATRO PALAPARTENOPE DI NAPOLI;<br />

6 E 7 MAGGIO – TEATRO GOLDONI DI LIVORNO.


LA COMPAGNIA DI DANZA MASCHILE PIÙ<br />

IRRIVERENTE E DISSACRANTE AL<br />

MONDO È PRONTA A CONQUISTARE<br />

NUOVAMENTE L’ITALIA.


Tornano in Italia Les Ballets Trockadero de Monte Carlo, la straordinaria compagnia americana, composta da<br />

soli uomini, che sa coniugare tecnica impeccabile e incontenibile comicità.<br />

Il tratto distintivo dei loro spettacoli è il saper accentuare con affetto, ironia e intelligenza i tratti più iconici del<br />

balletto classico, gli incidenti più comuni, le isterie delle più celebri étoiles ottenendo un risultato esilarante e<br />

irresistibile.<br />

All’ironia si affianca una tecnica impeccabile in uno spettacolo di danza curato alla perfezione, eseguito da<br />

ballerini che, senza apparente fatica e difficoltà, volteggiano su scarpette da punta giganti con le loro solide<br />

fisicità maschili avvolte in vaporosi tutù. Interpretano tutti i ruoli possibili, trasformandosi in cigni, silfidi,<br />

spiritelli acquatici, romantiche principesse, principi maldestri o angosciate dame vittoriane.<br />

Valorizzano e celebrano lo spirito della danza come forma d’arte, deliziando gli spettatori.<br />

Nati nel 1974 in una sala “off-off- Broadway” dalla passione di un gruppo di danzatori che si divertivano a<br />

mettere in scena la parodia di balletti tradizionali “en travesti”, i Trocks hanno presto conquistato la ribalta<br />

internazionale, e da oltre quarant’anni sono ammirati da pubblico e stampa per l’originalità e per il loro<br />

eccellente spessore artistico. C<br />

on le loro tournée hanno portato la loro arte e regalato momenti indimenticabili al pubblico di oltre 600 città e<br />

40 paesi in tutto il mondo.<br />

In Italia Les Ballets Trockadero de Monte Carlo presenteranno un repertorio arricchito da nuove rivisitazioni in<br />

uno show che sarà sicuramente intenso, frizzante, divertente e leggero allo stesso tempo. Un piacere per lo<br />

spirito e per gli occhi. Let’s TROCKS!


Fondati nel 1974 da un gruppo di appassionati di danza che si divertivano a mettere in scena in modo scherzoso<br />

il balletto classico tradizionale presentandolo in parodia e en travesti, LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE<br />

CARLO presentano i loro primi spettacoli Off-Off-Broadway a tarda sera. Ben presto, i Trocks, come vengono<br />

affettuosamente chiamati, si sono guadagnati un’ottima recensione di Arlene Croce sul New Yorker; questa,<br />

insieme alle successive entusiastiche critiche sul New York Times e sul The Village Voice, permise loro di<br />

conquistare il consenso del pubblico e della critica.<br />

A metà del 1975, il loro amore nei confronti della danza, il loro approccio comico e la scoperta che gli uomini<br />

riescano a danzare sulle punte senza cadere rovinosamente a terra, viene notato non solo a New York ma ben<br />

oltre. Articoli ed interviste pubblicati su Variety, Oui, The London Daily Telegraph e le foto di Richard Avedon su<br />

Vogue, rendono la Compagnia famosa a livello nazionale ed internazionale.<br />

La stagione 1975-76 è caratterizzata da una piena crescita professionale. La Compagnia viene inserita nel<br />

National Endowment for the Arts Touring Program e assume a tempo pieno un maestro di ballo per le classi e le<br />

prove quotidiane. Sempre in questa stagione intraprendono i loro primi tour negli Stati Uniti e in Canada. Da allora<br />

fare e disfare valigie, impacchettando grossi tutù e scarpette da punta giganti, correndo tra un<br />

aereo e l'altro e tra un pullman e l'altro; questa è la routine quotidiana della Compagnia.<br />

Fin dagli inizi i Trocks si affermano in tutto il mondo come un nuovo fenomeno nella danza e partecipano a<br />

numerosi festival di danza e programmi televisivi in tutto il mondo come il “Shirley MacLaine Special”, il "Dick<br />

Cavett Show”, "What's My Line?", "Real People", "On-Stage America", "Muppet Babies” con Kermit e Miss Piggy e<br />

uno speciale BBC Omnibus di Jennifer Saunders sul mondo del balletto. Si sono esibiti sui network nazionali<br />

giapponesi e tedeschi, e in uno speciale di Julia Migenes per la televisione francese. Un documentario del “South<br />

Bank Show” sulla Compagnia è stato girato e trasmesso a livello internazionale; inoltre la Compagnia ha fatto la<br />

sua apparizione in un programma della PBS intitolato “The Egg” dedicato alle arti in America, ricevendo un Emmy<br />

award; e in un frammento di Nightline nel 2008. Un consorzio composto dalle televisioni olandese, francese e<br />

giapponese ha registrato numerose rappresentazioni della Compagnia presentate alla Maison de la Danse di<br />

Lione e ne ha realizzato un DVD distribuito a livello internazionale.


Le numerose tournée dei Trocks ottengono ovunque un enorme successo di pubblico e critica. La loro<br />

frenetica programmazione annuale include apparizioni in oltre 35 paesi e 600 città in tutto il mondo.<br />

La Compagnia si esibisce regolarmente anche per serate di beneficenza a favore delle associazioni per la<br />

lotta all'AIDS come il DRA (Dancers Responding to AIDS), il Classical Action di New York, il Life Ball di<br />

Vienna, il Dancers for Life di Toronto e il Stonewall Gala di Londra ed il Gala in Germania “AIDS Tanz”.<br />

In tutti questi anni lo scopo originario de LES BALLETS TROCKADERO DE MONTE CARLO non è cambiato.<br />

La Compagnia è sempre e comunque formata da ballerini (uomini) professionisti che si esibiscono nel vasto<br />

repertorio di balletto e di danza moderna, nel pieno rispetto delle regole canoniche del balletto classico<br />

tradizionale. L'aspetto comico nei loro spettacoli viene raggiunto esagerando le manie, gli incidenti ed<br />

esasperando le caratteristiche tipiche della danza rigorosa.<br />

Vedere degli uomini danzare in tutti i ruoli possibili - con i loro corpi pesanti che delicatamente si bilanciano<br />

sulle punte come cigni, silfidi, spiritelli acquatici, romantiche principesse, angosciate donne Vittoriane, ecc. -<br />

valorizza lo spirito della danza come forma d'arte, deliziando e divertendo gli spettatori.<br />

Per il futuro, la Compagnia sta lavorando all'inserimento di nuovi balletti nel suo repertorio, si sta preparando<br />

per esibirsi in nuove città e Nazioni e per mantenere il proprio proposito originario: divertire con la danza un<br />

pubblico il più vasto possibile. Come hanno fatto per tutti questi anni; per dirla con parole loro....they will Keep<br />

on Trockin’.


Priscilla<br />

la Regina del Deserto<br />

Il musical dei record torna in scena a MIlano<br />

SIMONE LEONARDI BERNADETTE<br />

ANTONELLO ANGIOLILLO TICK/MITZI<br />

MIRKO RANÙ ADAM/FELICIA<br />

© LUCA VANTUSSO


"Priscilla La Regina del Deserto” il musical dei record,<br />

torna a Milano, al Teatro Arcimboldi, dall' 1 marzo per<br />

celebrare, insieme ai suoi fans, i 10 anni dal debutto<br />

italiano. 10 anni di teatri pieni di energia, di platee<br />

gremite, scenografie scintillanti e coreografie esplosive.<br />

10 anni di risate fragorose ma anche di grandi emozioni<br />

in una cornice ricca di musiche coinvolgenti e di<br />

canzoni tra le più cantate di sempre. E torna in gran<br />

spolvero riportando in scena i tre disinvolti protagonisti<br />

che debuttarono in prima nazionale al Teatro Ciak<br />

Webank di Milano: Simone Leonardi del ruolo di<br />

Ralph/Bernadette, Antonello Angiolillo nel ruolo di<br />

Tick/Mitzi e Mirko Ranù nel ruolo di Adam/Felicia.<br />

Un musical sfavillante, una sceneggiatura esilarante e<br />

un’intramontabile colonna sonora.<br />

Tratto dall'omonimo film cult " Le Avventure di Priscilla<br />

La Regina del Deserto" - vincitore di un Premio Oscar e<br />

del Grand Prix Du Publique al Festival di Cannes -<br />

Priscilla è una travolgente avventura "on the road" di tre<br />

amici che, a bordo di un vecchio bus rosa<br />

soprannominato Priscilla, partono per un viaggio<br />

attraverso il deserto australiano alla ricerca di amore e<br />

di amicizia fra musica, ricordi anche dolorosi, incontri,<br />

imprevisti, svelandosi l’un l’altro tra fragilità e<br />

sentimento, senza paura di essere così come sono.<br />

Priscilla è una festa, un inno ai valori della diversità,<br />

dell’inclusività e dei rapporti umani.<br />

© LUCA VANTUSSO<br />

SIMONE LEONARDI BERNADETTE<br />

ANTONELLO ANGIOLILLO TICK/MITZI<br />

MIRKO RANÙ ADAM/FELICIA


© LUCA VANTUSSO<br />

SIMONE LEONARDI BERNADETTE<br />

ANTONELLO ANGIOLILLO TICK/MITZI<br />

MIRKO RANÙ ADAM/FELICIA<br />

10 anni di Priscilla<br />

26 performer sul palcoscenico<br />

500 magnifici costumi ricchi di piume e paillettes, 60 parrucche, 150 paia di scarpe, 200 cappelli<br />

25 strepitosi successi musicali internazionali<br />

Più di 10.000.000 di spettatori in tutto il mondo<br />

vincitore di 2 Tony Awards<br />

© LUCA VANTUSSO<br />

CLARISSA BALLERINI DIVA 1<br />

ARIANNA TALÈ DIVA 2<br />

ELISA MARANGON DIVA 3


18 giugno <strong>2023</strong><br />

Categorie:<br />

Miglior Ballerino<br />

Miglior Ballerina<br />

Miglior Coppia<br />

Miglior Maestro<br />

Miglior Spettacolo Classico<br />

Miglior Musical<br />

Miglior TV DanceShow,<br />

<br />

Miglior Coreografo<br />

Miglior Dance Movie<br />

Premio alla Carriera<br />

ph Monica Irma Ricci<br />

modella Camilla Mancuso<br />

Grafica: Sara Galentino<br />

Premio Speciale alle Arti<br />

www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com<br />

le candidature devono essere presentate<br />

entro il 18 maggio <strong>2023</strong> a:<br />

ass.stefanofrancia@gmail.com<br />

whatsapp + 39 335 435168


“RUGANTINO”<br />

Ph Gianmarco Chieregato


Ph Gianmarco Chieregato<br />

Ph Gianmarco Chieregato<br />

ph Antonio Agostini<br />

ph Antonio Agostini


ph Antonio Agostini<br />

Per la gioia del pubblico rivive una pagina indimenticabile della lunga e gloriosa storia del Teatro Sistina: dopo il<br />

successo della scorsa Stagione, dal prossimo giovedì 2 e fino al 26 marzo, sarà di nuovo in scena, con la<br />

supervisione di Massimo Romeo Piparo, la maschera amara e dissacrante di "Rugantino" dei mitici Garinei &<br />

Giovannini. Lo spettacolo, che fonde mirabilmente tradizione e modernità, viene presentato nella sua versione<br />

storica originale, con la regia di Pietro Garinei, le splendide musiche del M° Armando Trovajoli, le preziose scene<br />

e i bellissimi costumi originali firmati da Giulio Coltellacci: un imperdibile ritorno alle radici e un'occasione per<br />

riscoprire un classico del teatro musicale italiano.<br />

Sul palco, la splendida Serena Autieri, ancora una volta straordinaria interprete dell'intrigante personaggio di<br />

Rosetta, donna bella altera e irraggiungibile, che fa battere il cuore di Rugantino, un ruolo in cui l’attrice<br />

napoletana dà prova di grande maturità artistica. Al suo fianco, Michele La Ginestra, che torna a vestire i panni<br />

del celebre personaggio indossati, dopo 21 anni, nella scorsa Stagione. Nel ruolo di Eusebia e Mastro Titta, Edy<br />

Angelillo e Massimo Wertmuller.<br />

Ancora una volta, dunque, il palcoscenico si trasformerà nella Roma papalina ottocentesca grazie a una storia<br />

commovente, ironica e nostalgica, in cui brillano personaggi scritti magistralmente, che emozionano e fanno<br />

ancora riflettere. E, seguendo le vicende di Rugantino, chiacchierone e sbruffone dall'animo nobile e dalla<br />

impareggiabile verve, fino al triste ma edificante epilogo, il pubblico tornerà a cantare successi famosi in tutto il<br />

mondo e che non subiscono lo scorrere del tempo, da “Roma nun fa la stupida stasera” a “Ciummachella” a<br />

“Tirollallero” sulle musiche del Maestro Armando Trovajoli


La trama:<br />

Roma, 1830, sotto il papato di Pio VIII: Rugantino, giovane popolano un po' spaccone e nullafacente, vive di<br />

espedienti aiutato da Eusebia, che lui spaccia per sua sorella. I due riescono a ottenere vitto e alloggio prima di<br />

un anziano prelato che quando muore non lascia loro nulla, poi dal boia dello Stato Pontificio Mastro Titta, che si<br />

innamora di Eusebia e ne è presto ricambiato. Rugantino invece brucia di passione per la bella Rosetta, moglie<br />

del violento e gelosissimo Gnecco Er Matriciano, e scommette che riuscirà a sedurla prima della Sera dei<br />

Lanternoni. Dopo varie peripezie e stratagemmi, Rugantino seduce la ragazza ma imprevedibilmente se ne<br />

innamora: per questo in un primo momento non fa parola con gli amici della sua impresa, poi però cede alla<br />

vanagloria ferendo i sentimenti di Rosetta. Quando Gnecco viene ucciso da un criminale, Rugantino si fa trovare<br />

accanto al cadavere e si autoaccusa dell'omicidio, affermando di aver compiuto il fatto per amore di Rosetta. Il<br />

protagonista, imprigionato e condannato a morte, sarà giustiziato da Mastro Titta: forte dell'amore di Rosetta,<br />

Rugantino dimostrerà affrontando la morte di essere un vero uomo.<br />

ph Antonio Agostini<br />

ph Antonio Agostini<br />

“RUGANTINO”<br />

COMMEDIA MUSICALE DI GARINEI E GIOVANNINI<br />

SCRITTA CON PASQUALE FESTA CAMPANILE E<br />

MASSIMO FRANCIOSA<br />

COLLABORAZIONE ARTISTICA DI GIGI MAGNI<br />

SCENE E COSTUMI ORIGINALI DI GIULIO<br />

COLTELLACCI<br />

MUSICHE DI ARMANDO TROVAJOLI<br />

VERSIONE STORICA ORIGINALE<br />

REGIA DI PIETRO GARINEI<br />

SUPERVISIONE DI MASSIMO ROMEO PIPARO<br />

CON<br />

SERENA AUTIERI / ROSETTA<br />

MICHELE LA GINESTRA / RUGANTINO<br />

EDY ANGELILLO/ EUSEBIA<br />

MASSIMO WERTMULLER/ MASTRO TITTA


Lili Elbe Show<br />

Ph PAOLO LAUDICINA


Ph PAOLO LAUDICINA


Ph PAOLO LAUDICINA


Ph PAOLO LAUDICINA


Einar (Sasha Riva)<br />

Gerda (Silvia Azzoni)<br />

Ph PAOLO LAUDICINA


18 giugno <strong>2023</strong><br />

Categorie:<br />

Miglior Ballerino<br />

Miglior Ballerina<br />

Miglior Coppia<br />

Miglior Maestro<br />

Miglior Spettacolo Classico<br />

Miglior Musical<br />

Miglior TV DanceShow,<br />

<br />

Miglior Coreografo<br />

Miglior Dance Movie<br />

Premio alla Carriera<br />

Premio Speciale alle Arti<br />

ph Monica Irma Ricci<br />

modella Camilla Mancuso<br />

Grafica: Sara Galentino<br />

le candidature devono essere presentate<br />

entro il 18 maggio <strong>2023</strong> a:<br />

ass.stefanofrancia@gmail.com<br />

whatsapp + 39 335 435168


www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com<br />

<br />

https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT


2 APRILE<br />

Giornata<br />

internazionale del<br />

libro per Bambini<br />

La giornata internazionale del libro per bambini viene celebrata ogni anno,<br />

dal 1967, il 2 aprile, data scelta in quanto coincide con il giorno del<br />

compleanno del poeta e scrittore danese Hans Christian Andersen, autore<br />

delle celebri Fiabe note in tutto il mondo e tradotte in più di 80 lingue.<br />

La giornata viene celebrata per ispirare l'amore per la lettura e per<br />

richiamare l'attenzione sui libri per bambini.<br />

La giornata è stata istituita dal Consiglio internazionale per i giovani (IBBY).<br />

Ogni anno una diversa Sezione Nazionale di IBBY ha l'opportunità di essere<br />

lo sponsor internazionale della giornata. Lo sponsor decide un tema e invita<br />

un autore di spicco del paese ospitante a scrivere un messaggio ai bambini<br />

del mondo e un noto illustratore a disegnare un poster. Questi materiali<br />

vengono utilizzati in diversi modi per promuovere libri e lettura. Molte sezioni<br />

IBBY promuovono la giornata internazionale del libro per bambini attraverso i<br />

media e organizzano attività nelle scuole e nelle biblioteche pubbliche.<br />

Spesso la giornata internazionale del libro per bambini è collegata a diversi<br />

celebrazioni intorno i libri per bambini. Ad esempio incontri con autori e<br />

illustratori per bambini, concorsi di scrittura o annunci di premi. Nel contesto<br />

della letteratura per l'infanzia, nel 1956 è stato istituito il premio Hans<br />

Christian Andersen, per gli autori che si sono fatti maggiormente apprezzare<br />

verso una letteratura giovanile.<br />

Dopo tutto, non dovremmo sottovalutare l'importanza della Giornata del libro<br />

per bambini. Ci sono una serie di vantaggi associati alla lettura nel suo<br />

insieme. Ciò include la promozione dell'immaginazione e dell'empatia. La<br />

lettura apre i bambini a nuovi orizzonti. Li aiuta a pensare fuori dagli schemi,<br />

interagendo con il mondo esterno in modi che non avevano fatto in<br />

precedenza.<br />

I libri ispirano, istruiscono e incoraggiano i bambini ad esercitare la mente.<br />

La lettura aiuta a migliorare il proprio vocabolario. La quantità di terminologia<br />

usata da un bambino aumenterà con la lettura frequente. La lettura è anche<br />

un importante esercizio cerebrale. Coinvolge ed esercita il cervello in modo<br />

che possa migliorare le connessioni neurali.<br />

Festeggiamo la giornata anche noi leggendo un libro al nostro figlio. E<br />

leggiamo anche noi stessi. Così, ispiriamo i giovani a dedicare il tempo alla<br />

lettura. E non solo il 2 aprile.


IL PICCOLO<br />

PRINCIPE<br />

DI ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY<br />

Un titolo che vi abbiamo già propostoin versione live. E prima di andare a<br />

vedere il musical "IL PICCOLO PRINCIPE", sarebbe bello leggerlo insieme ai<br />

bambini, allievi, figli, nipoti...<br />

Un aviatore in volo sopra il deserto del Sahara è costretto da un'avaria ad<br />

atterrare nel mezzo del nulla. Pensa di essere solo sotto il cielo trapunto di<br />

stelle, lontano mille miglia dalla civiltà. Quando all'improvviso, una voce lo<br />

sorprende: «Disegnami una pecora!». A parlare è un bambino, il principe del<br />

lontano asteroide B 612, su cui viveva in compagnia di tre vulcani e una rosa,<br />

piccola e vanitosa. Di lì è partito per un lungo viaggio attraverso il cosmo,<br />

durante il quale ha incontrato tanti bizzarri personaggi – un re solitario, un<br />

vanitoso che loda solo sé stesso, un arido businessman, un ubriacone che<br />

beve per dimenticare, uno zelante lampionaio e un geografo – imparando da<br />

ciascuno le piccole grandi verità che compongono il mosaico della saggezza<br />

umana. Approdato infine sulla terra viene avvicinato da una volpe che gli<br />

chiede di essere addomesticata e gli rivela il segreto più prezioso: quello<br />

dell'amicizia. Ma al termine del racconto è tempo per l'uomo e per il bambino<br />

di separarsi: il piccolo principe deve far ritorno alla sua rosa. Non prima di<br />

aver fatto dono al pilota del suo sorriso e di un confortante messaggio: ogni<br />

volta che alzerà lo sguardo verso le stelle saprà che lassù c'è un piccolo<br />

principe che veglia la sua rosa.


IL MALE CHE GLI UOMINI FANNO DI SANDRONE DAZIERI<br />

RECENSIONE DI PAOLA CLERICO<br />

<br />

Trama<br />

Trent’anni fa Itala Caruso, poliziotta<br />

soprannominata la Regina e a capo di<br />

un giro di corruzione, viene incaricata di<br />

trovare le prove per mandare in carcere<br />

l’uomo accusato di essere il Persico,<br />

l’assassino che ha rapito e strangolato<br />

tre ragazze adolescenti. Itala non può<br />

rifiutare, ma sa che sta facendo la scelta<br />

sbagliata. Oggi, un uomo dai lunghi<br />

capelli bianchi rapisce sul cancello di<br />

casa la sedicenne Amala Cavalcante e<br />

la imprigiona nel sotterraneo di un<br />

vecchio edificio. Amala capisce che non<br />

uscirà viva da lì, a meno che non trovi il<br />

modo di fuggire. Francesca Cavalcante<br />

è la zia di Amala ed è un avvocato.<br />

Trent’anni prima ha difeso senza<br />

successo l’uomo accusato di essere il<br />

Persico. Lei sa che il suo cliente era<br />

innocente, e che il vero assassino è<br />

ancora in giro. E che forse è stato lui a<br />

rapire sua nipote. Gershom Peretz, detto<br />

Gerry, dichiara di essere un turista<br />

israeliano, ma è arrivato subito dopo il<br />

rapimento di Amala e sembra disposto a<br />

tutto pur di ritrovarla. Anche a uccidere.<br />

PREZZO: 20,00 €<br />

EBOOK: 10,99 €<br />

PAGINE: 544<br />

GENERE: THRILLER<br />

EDITORE: HARPERCOLLINS ITALIA<br />

HTTP://ILCOLOREDEILIBRI.BLOGSPOT.COM/<br />

Sandrone Dazieri è una certezza. Si tuffa nell’animo umano con<br />

una capacità di sondarlo e comprenderlo davvero notevole: compie<br />

un viaggio fino all’abisso e ritorno, per scovare le nefandezze e i<br />

punti oscuri, il dolore, i sentimenti negativi, … il MALE, insomma. Il<br />

male dell’uomo è infatti un argomento ricorrente nei suoi romanzi,<br />

lo studia in ogni aspetto, non solo quello più spregevole e corrotto<br />

dei criminali, ma anche quello più normale, causato dalla sete di<br />

potere e denaro, un male che non conosce fine, e riesce così a<br />

creare questi personaggi poliedrici, fatti di luci e ombre: forse vuole<br />

dirci che siamo un po’ tutti divisi tra bene e male?! Il male è<br />

dappertutto, più o meno grande e le sue conseguenze hanno un<br />

effetto domino: anche un’azione apparentemente poco grave e con<br />

conseguenze modeste può amplificarsi nel percorso degli eventi e<br />

dare effetti anche gravi. Qualche volta chi sbaglia cerca di<br />

rimediare, con il desiderio di ricominciare, ma il confine tra il senso<br />

di colpa reale e la paura delle conseguenze personali è molto<br />

sottile e sfumato. Molto interessante anche l’immagine finale del<br />

fango che ricopre tutto, che distrugge, sfonda, abbatte e<br />

sommerge: metafora del male che avanza inesorabile e<br />

inarrestabile. Il meccanismo narrativo è complesso, brutale e<br />

crudele e l’indagine è intricata e intrigante, e, anche se portata<br />

avanti da civili parallelamente a quella della polizia, ufficiosamente<br />

e solo grazie a conoscenze, favori, mezzi illegali, si rivela più<br />

efficace, poiché il focus è su Francesca e Gerry. Intenso, cupo, dal<br />

ritmo serrato e ricco di colpi di scena che non lasciano spazio al<br />

lettore per riprendere fiato. Una trama fitta e complessa, piena di<br />

punti ciechi, labirinti e false piste che confondono le acque: il<br />

lettore come i personaggi sbagliano e tornano indietro nella ricerca<br />

verso la verità. Sembra di raggiungerla, ma in un attimo cambia<br />

tutto e ci si ritrova a un punto morto. Due storie che corrono<br />

parallele, distanti trent’anni l’una dall’altra, si toccano appena e poi<br />

si sovrappongono, alla fine, in un crescendo di particolari solo<br />

accennati, sospesi che si rivelano piano piano. Molti i particolari<br />

accessori che non c’entrano direttamente con le vicende ma ne<br />

fanno da contorno, e le descrizioni dettagliate ma non ridondanti:<br />

elementi che danno spessore e lo rendono più efficace. Incalzante<br />

e avvincente, tuttavia a tratti inverosimile e un po’ macchinoso: per<br />

esempio, Amala è una ragazzina, ma è super-intelligente,<br />

operativa, ed è estremamente intuitiva, ok che in situazioni di<br />

stress si fa di necessità virtù, ma non è troppo per una<br />

diciassettenne che proviene da una famiglia ricca? Non è vissuta in<br />

strada, situazione che potrebbe in parte giustificare il suo sangue<br />

freddo e la sua capacità di muoversi in situazioni difficili. Inoltre,<br />

alcune “americanate” lo rendono un po’ esagerato, ma quando inizi<br />

un romanzo di Dazieri sai che può succedere e va bene così,<br />

anche perché la trama è originale e mai banale! Dolore,<br />

abbandono, bugie, morte, psicosi, delirio, spionaggio, complotti,<br />

politica e violenza: un mix esplosivo che lo rende irresistibile e<br />

cattura il lettore che lo divora, senza riuscire a smettere di leggere.<br />

Io l’ho letto in cinque giorni!! Tanti sono i personaggi, e tutti legati<br />

tra loro, e la loro psiche è sondata da Dazieri che ne analizza le<br />

varie sfaccettature: l’essere umano può essere abietto e<br />

pericoloso. Per esempio, il sovrintendente capo Itala Caruso è un<br />

personaggio in contrasto rispetto agli eroi polizieschi a cui siamo<br />

abituati: è l’opposto degli investigatori a volte stropicciati e<br />

sbeccati ma con morale solida. Lei è corrotta in un ambiente di<br />

corrotti, non è bella, non è affascinante, non è sexy né atletica e<br />

non brilla nelle indagini, anche se ha qualche buona intuizione.<br />

Una storia complessa, che fa anche riflettere, ma da leggere


SONIA LIPPI<br />

ʟΑ ɢIТΕЯЯΑПТΕ<br />

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Premetto che la Grecia è una nazione che amo, e Salonicco è una città<br />

che ho sempre voluto visitare, quindi la scelta è stata casuale si, ma<br />

felice.<br />

Il primo Febbraio, alle 3.00 di mattina suona la sveglia. Il volo parte alle<br />

6.00 da Ciampino e abbiamo poco tempo per prepararci. Alle 4.30<br />

arriviamo all’aeroporto, il freddo è pungente, ma confidiamo che a<br />

Salonicco, visto che è posta più o meno all’altezza di Lecce, le<br />

temperature siano più miti. Il volo è tranquillo, il cielo terso e il panorama<br />

incantevole. L’alba vista dall’aereo è spettacolare, ogni volta rimango<br />

incantata dalla varietà di colori e di sfumature che invadono il cielo, e<br />

penso che il creato è la forma d’arte più alta in assoluto, un’arte che<br />

l’uomo può solo copiare ma mai uguagliare.<br />

Appena atterrati ci rendiamo conto che Salonicco è una città fredda, il<br />

vento di tramontana ci arrossa la faccia ma il sole splende e la giornata<br />

è luminosa. Prendiamo un autobus che con un euro e ottanta centesimi<br />

ci porta dall’aeroporto al centro città, ne rimango sorpresa, visto i costi<br />

che hanno i biglietti in Italia, per esempio da Roma all’aeroporto di<br />

Ciampino, il costo minimo è quattro euro, mentre per l’aeroporto di<br />

Fiumicino i costi variano da otto a undici euro. Dopo circa trenta minuti di<br />

viaggio, scendiamo a piazza Aristotelos, e veniamo accolti da un volo di<br />

centinaia di piccioni. Sin da subito ci rendiamo conto che la città è<br />

tranquilla, poche macchine in giro e tanta gente a piedi e con i mezzi, ci<br />

avviamo verso il nostro albergo “Polis Apartments” in via Karaoli &<br />

Dimitriou ton Kiprion a pochi passi dal centro. L’accoglienza è calorosa,<br />

la stanza bella e funzionale, con un comodo mobile cucina per ogni<br />

evenienza. Visto l’alzataccia ci riposiamo un pochino, ma la giornata è<br />

bella e la voglia di visitare la città incombe, così, dopo esserci preparati<br />

una buona e calda tisana, decidiamo di andare alla scoperta di<br />

Salonicco, ma non verso il centro storico della città bassa, bensì verso<br />

l’Hectapyrgion di Tessalonica, ovvero una fortezza di epoca bizantina<br />

affacciata sull’ acropoli della città. Dal nostro albergo è distante circa<br />

trenta minuti a piedi, ovviamente in salita, ma attraversare un antico<br />

quartiere della città ci stuzzica. Ci avviamo e subito ci rendiamo conto<br />

che la parte in cui ci stiamo dirigendo è sicuramente una parte antica. Le<br />

case abitate sono restaurate, ma troviamo anche tante case diroccate,<br />

dove gli abitanti principali sono i gatti. Qui è giusto che parli dell’estrema<br />

sensibilità che gli abitanti di Salonicco hanno per i gatti: in ogni angolo<br />

spuntano ciotole piene di croccantini o di acqua, e ovunque si vedono<br />

passeggiare gatti di ogni grandezza e colore, uomini e gatti convivono<br />

serenamente, e anzi, sembra quasi<br />

che questi splendidi felini siano i guardiani indiscussi delle bellezze di<br />

Salonicco. Arriviamo finalmente all’Hectapyrgion, i ruderi della fortezza<br />

sono affascinanti e il panorama è pazzesco. Da quell’altezza si vede<br />

tutta l’estensione di Salonicco, il mare e le montagne di fronte alla città.<br />

Godiamo per qualche minuto di quella bellezza, del sole, del vento che ci<br />

scompiglia i capelli, del silenzio irreale che avvolge quel luogo, e come<br />

ogni volta che vengo in Grecia, mi sento accolta e coccolata come se<br />

fossi arrivata a casa dopo un lungo viaggio.


Dopo esserci riempiti gli occhi e il cuore di bellezza, ci avviamo<br />

nuovamente verso il centro storico, ma veniamo distratti da un’altro<br />

belvedere, e da li ci godiamo l’inizio del tramonto. Ripercorrendo la<br />

strada a ritroso, entriamo in un cancello che delimita un’antica chiesa<br />

ortodossa, sfoderando la mia stentata conoscenza delle lettere greche,<br />

leggo che dovrebbe essere la chiesa dei dodici apostoli. Il luogo è molto<br />

bello e antico, purtroppo la chiesa è chiusa, ma da fuori si possono<br />

ammirare alcuni dipinti di chiara origine bizantina. I gatti come al solito,<br />

la fanno da padrone, ma dopo poco ci rendiamo conto che in realtà, molti<br />

sono gli animali che vivono nella tenuta della chiesa: pavoni bianchi e<br />

colorati, piccioni, asini e un recinto di giovani cervi. L’incontro con i cervi<br />

è magico, sei paia di occhioni da bambi ci guardano incuriositi e noi non<br />

possiamo far altro che raccogliere erba fresca per offrirla in dono a<br />

questi stupendi animali. Nel frattempo il sole sta scendendo dietro<br />

l’orizzonte, il cielo si colora di rosso e arancione e noi, sazi di emozioni,<br />

riprendiamo a camminare, in silenzio, in quelle bellissime e tortuose<br />

strade dell’Ano poli. Senza volerlo ci ritroviamo nella via delle taverne e<br />

ci accorgiamo di avere fame, visto che non abbiamo pranzato. Dopo<br />

qualche minuto di incertezza, entriamo in una taverna che sembra uscita<br />

direttamente dagli anni ottanta, ma che su tripadvisor è recensita come<br />

una delle migliori.Con l’anziano proprietario scatta subito una simpatia, il<br />

cibo è buono e il prezzo davvero sorprendente, tra l’altro ci viene offerto<br />

anche due pezzi di dolce e due belle grappe greche.Soddisfatti torniamo<br />

verso la parte bassa di Salonicco e ci accorgiamo che è piena di locali,<br />

ristoranti, locande, pub e centri culturali. La serata passa serena, ma la<br />

stanchezza ci invade, così decidiamo di avviarci all’hotel. Al rientro mi<br />

ritrovo a pensare che Salonicco ha molto in comune con la nostra Napoli:<br />

ha il mare in città, le colline, vicoli antichi e caratteristici, e le persone<br />

sono veramente gioviali.<br />

Certo, Napoli è Napoli ed è unica al mondo, ma l’atmosfera di Salonicco<br />

mi ha ricordato in qualche maniera quella di Napoli. Il giorno dopo il sole<br />

splende e per fortuna il vento si è attenuato, sperimentiamo per<br />

colazione il mitico caffè greco e ci sorprendiamo, perché oltre al caffè, ci<br />

regalano una bottiglietta d’acqua a testa. Ci dirigiamo al mercato Kapani,<br />

il mercato più grande di Salonicco, e veniamo proiettati in un attimo in<br />

un’atmosfera di altri tempi. Spezie, frutta secca, olive, dolci, carni,<br />

pesce, un misto di odori ci invade le narici, personalmente mi sembra di<br />

ritrovarmi nel vecchio mercato coperto di Follonica, quello di quaranta<br />

anni fa, dove i negozietti dei detersivi si mescolavano alle salsicce<br />

appese. Dal mercato ci spostiamo sul mare e decidiamo di visitare la<br />

Torre bianca, il simbolo di Salonicco.La Torre bianca è stata costruita nel<br />

quindicesimo secolo per sostituire una torre bizantina del dodicesimo, fu<br />

usata come fortezza e come prigione per i condannati a morte, oggi è<br />

sede di un museo interattivo interessante ma, purtroppo, nelle traduzioni<br />

non c’è la lingua italiana.


A pranzo decidiamo di fermarci in un fast food tipico greco, così<br />

ordiniamo una gyros pita e un souvlaki davvero buoni e gustosi, e<br />

continuamo a passeggiare nel centro di Salonicco. Noto che i prezzi nei<br />

negozi sono più bassi rispetto all’Italia di almeno un terzo, in alcuni casi<br />

anche della metà, e non comprendo il perché in Italia le stesse cose le<br />

paghiamo così tanto. Passeggiando ci troviamo davanti alla “Tomba di<br />

Galerio”, un mausoleo romano di forma circolare trasformato in chiesa, e<br />

dopo qualche centinaio di metri troviamo l’arco di trionfo di Galerio.<br />

Galerio era un imperatore Romano durante la tetrarchia dal 293 fino alla<br />

sua morte e, nonostante siano passati quasi due secoli, i due monumenti<br />

risultano perfettamente conservati. Serata con musica live Rebetiko, che<br />

è un tipo di musica nata agli inizi del novecento nei bassifondi dei<br />

quartieri greci, poiché vi era la necessità di raccontare i propri disagi<br />

tramite la musica. Ovviamente il locale è pienissimo e<br />

sorprendentemente lo è di giovani, segno che le tradizioni sono ben<br />

tenute in considerazione anche dalle nuove generazioni.Gli altri due<br />

giorni scorrono così, visitando il porto, la bellissima mostra fotografica di<br />

Frederic Boissonnas, (un fantastico fotografo nato nella metà dell’800),<br />

cibo buonissimo, musica tradizionale, e visita alle varie chiese<br />

ortodosse, che sono tutte molto belle, piene di mosaici e scranni in<br />

legno, e impregnate di un buonissimo profumo di cera d’api; luoghi molto<br />

lontani dalle nostre chiese, certamente bellissime, ma fredde, piene di<br />

immagini di sofferenza e spesso invase da un profumo di incenso misto a<br />

quello di stearina e paraffina bruciacchiata delle nostre candele.<br />

Insomma una città piacevole, sorridente e gentile come i suoi abitanti,<br />

sempre pronti adaiutare chiunque e in particolare gli italiani, che loro<br />

sentono molto vicini: “stessa faccia, stessa razza”, sono soliti ripetere, e<br />

sinceramente devo confermare che a Salonicco mi sembrava di<br />

conoscere ogni persona, ognuno assomigliava a qualcuno che conosco<br />

in Italia, addirittura in un pub, abbiamo fatto una foto a una ragazza che<br />

era molto somigliante alla sorella di mio marito.<br />

Insomma stessa faccia, stessa razza, ma speriamo che almeno i giovani<br />

greci, non seguano la stessa sorte dell’Italia in fatto di musica e di<br />

rispetto dell’identità delle proprie radici, perché sarebbe davvero un gran<br />

peccato. Al prossimo viaggio.


STEFANO FRANCIA ENJOYART - POMODORO STUDIO ALWAYS<br />

presentano<br />

la collana musicale<br />

<strong>EnjoyArt</strong><br />

DISPONIBILE SU TUTTI I DIGITAL STORE


Domenica 12 e lunedì 13 marzo <strong>2023</strong> da Spazio Novecento, nel cuore<br />

dell’Eur, prende il via la quarta edizione della Fiera Indipendente<br />

dedicata ai produttori di vini naturali, artigianali e a basso<br />

intervento.In degustazione oltre 900 vini naturali provenienti<br />

dall’Italia e dall’estero.<br />

Le novità del <strong>2023</strong><br />

Oltre la metà dei produttori presenti alla nuova<br />

edizione di Vini Selvaggi saranno alla loro prima<br />

partecipazione: “La selezione che effettuiamo è<br />

basata su una ricerca approfondita volta a<br />

schivare preconcetti sul mondo del vino”<br />

dichiarano gli organizzatori.<br />

Nell'area riservata agli operatori professionali,<br />

dove si potrà accedere solo con il relativo pass<br />

Il vino naturale: un trend in crescita<br />

Aumenta l’attenzione per il vino naturale, un vino<br />

che non ricorre agli eccessi della tecnica<br />

enologica per modificare o migliorare il prodotto<br />

ma si basa sui principi artigianali di produzione in<br />

piccole quantità e di non replicabilità tra<br />

un'annata e l'altra.<br />

Sempre di più molte realtà della ristorazione e<br />

tanti appassionati scelgono di bere vino naturale.<br />

A confermarlo i numeri di Vino Selvaggi: lo<br />

scorso anno la Fiera ha registrato 2500 presenze<br />

in due giorni, con sold outgià dal primo giorno.<br />

Nelle tre edizioni precedenti, svoltesi tra Roma<br />

(in tempo di pandemia) e Sannicandro di Bari, la<br />

Fiera Indipendente ha totalizzato circa 6.000<br />

presenze da oltre 30 paesi di tutto il mondo:<br />

Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Austria,<br />

Grecia, Georgia, Ucraina, Russia, Polonia,<br />

dedicato, sarà possibile intrattenersi con i<br />

distributori e gli importatori. La Terrazza di<br />

Spazio Novecento sarà invece dedicata all'area<br />

ristoro e si potranno assaporare le preparazioni<br />

di aziende agricole e ristoratori partner tra cui:<br />

Trapizzino, Ritmo, Azienda Agricola Janas,<br />

Capriss.<br />

Per celebrare la nuova edizione della Fiera,<br />

venerdì 10 marzo si potrà partecipare a Ritmi<br />

Selvaggi, un warm-up party con musica e<br />

degustazione di bollicine che si svolgerà al<br />

Rashomon Club, dalle ore 19.00 alle ore 24.00.<br />

Cosa fare per partecipare a Vini Selvaggi<br />

Gli operatori professionali titolari di partita iva<br />

hanno la possibilità di acquistare il biglietto<br />

ridotto, a loro dedicato, collegandosi al seguente<br />

link:<br />

https://viniselvaggi.com/shop-vini-selvaggi/<br />

Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Malta,<br />

Croazia, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia,<br />

Regno Unito, Irlanda, Lussemburgo, Germania,<br />

Israele, Stati Uniti, Canada, Messico, Brasile,<br />

Australia, Corea del Sud, Giappone.<br />

I dati raccolti negli anni evidenziano che il 38%<br />

dei visitatori sono operatori della ristorazione<br />

(titolari, cuochi, camerieri, sommelier).L’età<br />

media degli appassionati di vini naturali è di 34<br />

anni. Il 91% è interessato a mangiare prodotti<br />

provenienti da una filiera sana e controllata e il<br />

72% va alle fiere per assaggiare nuovi vini da<br />

chiedere poi all’enoteca di fiducia.


DOLOMITES Dirndl Ski Day<br />

I N G A R D E N A L A F E S T A D E L L A D O N N A S I C E L E B R A S U G L I S C I ; I N I Z I A T I V A<br />

B E N E F I C A A F A V O R E D E L L ’ A S S O C I A Z I O N E “ D O N N E A I U T A N O D O N N E “ .


Val Gardena, l‘ 8 marzo <strong>2023</strong> si svolgerà la prima edizione di un<br />

divertente evento riservato alle donne, proprio in occasione della<br />

giornata internazionale della donna, e parte dell’incasso sarà<br />

devoluto all’Associazione “Donne aiutano Donne“.<br />

Si tratta di un divertente e coloratissimo evento sportivo: il primo<br />

slalom parallelo femminile in cui tutte le partecipanti<br />

indosseranno un "dirndl" (abito tradizionale altoatesino) e si<br />

sfideranno sulla pista Fermeda, presso il Seceda.<br />

Dolomites Dirndl Ski Day è il nome della prima edizione di<br />

questa simpatica gara e prevede il ritrovo presso la Baita Daniel<br />

alle ore 9:30 e l’inizio della gara stessa – uno slalom parallelo<br />

facile – alle ore 11:00.<br />

Prima della manifestazione sportiva, ci sarà un aperitivo con<br />

intrattenimento musicale con il DJ Simon. Alle ore 16:00 ci sarà<br />

un concerto del gruppo Volxrock, presso la baita Val d’Anna e<br />

alle ore 17:00 la premiazione.<br />

Potranno partecipare solo ed esclusivamente team da 2 donne<br />

(amiche, sorelle, madre/figlia, etc.) di età compresa tra i 18 e i 99<br />

anni. Una parte dell’iscrizione e la quota intera dei Charity<br />

Teams sarà donata alla fondazione “Donne aiutano Donne“,<br />

un’organizzazione dell’Alto Adige che assiste donne in cerca<br />

d’aiuto, guidandole verso forme di autosostegno, nel rispetto<br />

della discrezione e dell'anonimato.<br />

Informazioni e iscrizioni presso l’Associazione Turistica Ortisei:<br />

ortisei@valgardena.it<br />

Il Dirndl è un abito tradizionale ispirato al costume<br />

tradizionale delle classi elevate, diffuso nella parte<br />

meridionale della Germania, in Austria, nella<br />

Svizzera di lingua tedesca e nella regione dell’Alto<br />

Adige. Dirndl deriva da Dirn che vuol dire fanciulla<br />

ed è formato da un corpetto, una gonna, un<br />

grembiule, una camicetta e un giacchino.


TuttoBallo<br />

Festival di Sanremo <strong>2023</strong><br />

I COLLA ZIO<br />

Al loro primo festival il gruppo romano conquista il Premio Enzo Iannacci,<br />

I COLLA ZIO giovani ventenni che si affacciano per la<br />

prima volta a Sanremo passando dalla porta priniciaple,<br />

quella delle selizioni di Sanremo Giovani. Loro si<br />

presentano così: "Mettete insieme cinque ventenni con le<br />

facce di quelli che stanno sempre all'ultimo banco in<br />

classe, che probabilmente li immagineresti ovunque tranne<br />

che su un palco. Solo che loro se lo mangiano, e se li metti<br />

insieme fanno un casino che o chiami la polizia o ti diverti<br />

come pochi: ecco la formula di Armo, Mala, Glampo, Berna<br />

e Petta, tra chitarre e barre senza prendersi troppo sul<br />

serio." Hanno esordito nel 2019 col doppio singolo "Bibite"/<br />

"Americana", poi sono tornati nel 2021 col singolo<br />

"Gremolada" che ha anticipato l'EP "Zafferano". Il Festival<br />

li ha promossi a pieni voti, assegnando loro il Premio Enzo<br />

Jannacci Nuovo IMAIE per il brano “Non Mi Va”. La band<br />

milanese ha ricevuto il riconoscimento oggi, venerdì 10<br />

febbraio, nella Sala Stampa Rai del Casinò di Sanremo.<br />

La giuria, composta da Dodi Battaglia, Paolo Jannacci e<br />

Yuman, ha avuto il compito di valutare i pezzi e le<br />

esibizioni in gara di Colla Zio, gIANMARIA, Olly, Sethu,<br />

Shari e Will per individuare lo stile, gli accenti e l’acume<br />

che più si avvicinano all’indimenticabile Enzo Jannacci a<br />

cui il NUOVO IMAIE ha deciso di intitolare questo premio<br />

rivolto ai giovani talenti.<br />

Secondo la giuria del premio “i Colla Zio" hanno dimostrato<br />

di far emergere una grande energia, simpatia e<br />

spontaneità, utilizzando il loro gusto musicale originale,<br />

con la consapevolezza della cultura funk e rhythm & blues.<br />

Giovanissimi, non hanno paura di far emergere nella<br />

performance e nel testo le preziose ingenuità della loro<br />

generazione”.<br />

I vincitori delle passate edizioni sono: Maldestro (2017),<br />

Mirkoeilcane (2018), Mahmood (2019), Tecla (2020),<br />

Davide Shorty (2021), Yuman (2022).<br />

NUOVOIMAIE, Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti<br />

Esecutori, è una collecting nata nel 2010. Fondata e<br />

gestita da artisti, si occupa della tutela dei diritti connessi<br />

dovuti allo sfruttamento di opere audiovisive e musicali che<br />

vengono trasmesse via radio, tv, web, esercizi pubblici.<br />

Intermedia i diritti che spettano agli Artisti Interpreti<br />

Esecutori, come attori, doppiatori, cantanti, musicisti,<br />

direttori d’orchestra e di coro.


www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com<br />

<br />

https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT


TuttoBallo<br />

RENGA & NEK<br />

INSIEME ALL'ARENA DI VERONA


TuttoBallo<br />

FRANCESCO RENGA e NEK Filippo Neviani nel <strong>2023</strong><br />

saranno protagonisti di un evento unico all’Arena di<br />

Verona, il 5 settembre, per celebrare insieme sul palco<br />

rispettivamente i 40 e i 30 anni di carriera artistica: due<br />

anniversari tutti da cantare!<br />

“RENGA NEK”: una serata che si preannuncia unica e<br />

irripetibile, per ripercorrere le incredibili carriere di due<br />

artisti che con la loro musica hanno segnato intere<br />

generazioni.<br />

Da “Laura non c’è” ad “Angelo”, da “Fatti avanti amore”<br />

a “Il mio giorno più bello nel mondo”, sono solo alcuni<br />

dei brani che Renga e Nek porteranno sul palco<br />

dell’Arena. L’Arena di Verona è un luogo caro ad<br />

entrambi gli artisti: tutti e due infatti hanno già vissuto,<br />

singolarmente, l’abbraccio e il calore dell’Arena.<br />

Francesco Renga nel 2015 e nel 2019, Nek nel 2017 e<br />

nel 2019: quattro concerti sold out in una delle più<br />

importanti location italiane.<br />

Tra le più grandi voci del panorama musicale italiano, Francesco Renga quest’anno celebra 40 anni di<br />

straordinaria carriera con all’attivo 8 album d’inediti, 1 album con orchestra, 2 album dal vivo (di cui uno insieme<br />

a Max Pezzali e Nek), ha totalizzato oltre 1 milione di copie vendute, 9 certificazioni di platino e 8 d’oro.<br />

Colleziona singoli di grande successo, da “Raccontami” a “La tua bellezza”, da “Angelo” (brano vincitore del<br />

Festival di Sanremo 2005) a “Meravigliosa (la Luna)”, da “Il mio giorno più bello del mondo” a “Guardami amore”<br />

e tantissimi altri. Nel corso della sua carriera Francesco ha realizzato più di 1900 concerti tra palasport, teatri e<br />

location mozzafiato come l’Arena di Verona e il Teatro Antico di Taormina. Ha alle spalle 9 partecipazioni al<br />

Festival di Sanremo come concorrente in gara, 1 vittoria nel 2005 con il brano “Angelo” e 2 premi della critica,<br />

con i brani “L’uomo che ride” e “Raccontami”.<br />

Cantante e polistrumentista, con alle spalle oltre 10 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e 18 album in<br />

studio, Nek è una delle voci maschili più interessanti e amate del panorama musicale italiano. Dopo l’esordio nel<br />

1992 con l’album “Nek”, tantissimi i successi che si sono susseguiti nei suoi 30 anni di carriera, da “Laura non<br />

c’è” a “Se io non avessi te”, da “Almeno stavolta” a “Lascia che io sia”, o ancora “Fatti avanti amore” e “Se una<br />

regola c’è”, senza dimenticare la cover di “Se telefonando”, eseguita sul palco del Festival di Sanremo nel 2015.<br />

Negli ultimi anni è stato impegnato nella conduzione di fortunati programmi televisivi, ultimo dei quali “Dalla<br />

Strada Al Palco”, in prima serata su Rai Due, che ha raccolto straordinari consensi di pubblico e critica. Nel 2022<br />

è uscito l’album celebrativo “5030”, che racconta i 30 anni di carriera e i suoi 50 anni di età.<br />

L’appuntamento all’Arena di Verona sarà solo uno dei tanti progetti insieme che vedranno coinvolti Renga e Nek<br />

nel corso di questo <strong>2023</strong>.


TuttoBallo<br />

Bologna 2 Marzo<br />

CIAO<br />

RASSEGNA LUCIO DALLA<br />

In occasione degli 80 anni dalla nascita di Lucio<br />

Dalla, il 2 marzo alle ore 21.00 al Teatro<br />

Celebrazioni di Bologna si terrà la 1ª edizione di<br />

“CIAO – Rassegna LUCIO DALLA, per le forme<br />

innovative di musica e creatività”.<br />

Una serata speciale di musica, nuove idee e<br />

nuovi progetti, dedicata al grande artista e<br />

ispirata alla sua straordinaria capacità di visione,<br />

che diverrà a Bologna l’appuntamento annuale<br />

con l’innovazione musicale.<br />

Nel corso della serata saranno assegnati tanti<br />

riconoscimenti agli artisti, alle opere, oltre che ai<br />

producer e ai talent scout, che hanno contribuito<br />

a innovare il panorama musicale italiano<br />

incarnando e interpretando l’approccio visionario,<br />

sperimentale ma anche pop che ha guidato la<br />

lunga carriera di Lucio Dalla.<br />

I premi saranno conferiti per le categorie<br />

“artista”, “canzone”, “producer/talent scout”,<br />

“colonna sonora” e “progetto”. Gli artisti vincitori<br />

si esibiranno live regalando al pubblico uno<br />

spettacolo emozionante.<br />

Lo stesso evento sarà inoltre un’importante<br />

vetrina per nuovi progetti e artisti emergenti<br />

selezionati attraverso il concorso “CIAO Contest.<br />

La musica di domani” che decreterà due vincitori<br />

per le categorie “canzone” e “producer”, che<br />

avranno la possibilità di esibirsi sul palco del<br />

Teatro Celebrazioni il 2 marzo.<br />

A selezionare i vincitori una giura composta da<br />

massimi esperti del settore.<br />

Nel corso della serata, sarà assegnato anche il<br />

Premio QN il Resto del Carlino, dedicato al<br />

talento locale/bolognese. L’evento, ideato da<br />

Pressing Line e iCompany e da quest’ultima<br />

realizzato con la direzione artistica di Massimo<br />

Bonelli, è promosso da Fondazione Lucio Dalla,<br />

in collaborazione con il Comune di Bologna e<br />

sostenuto da Banca di Bologna.


Le collane musicali per la cura del copro, dell’anima e della mente. Prodotte<br />

dall’associazione Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong>, Pomodoro Studio Edizioni<br />

Musicale - Always Record e composte dalla compositrice americana Judie<br />

Collins e dal maestro Ciro Vinci. Ultima produzione "Dillo Alla Danza 2002"<br />

In arrivo "Dillo Alla Danza vol 3" pubblicazione dei musicisti che hanno partecipato alla<br />

Giornata Mondiale della Danza del 30 Aprile a Terni. Con la copertina realizzata con<br />

l'opera del vincitore della sezione visiva del concorso "Dillo Alla Danza", Pierangeli<br />

Antonio, con il quadro "il mio paese", la compilation contiene 11 tracce che comprendono<br />

8 inediti e 3 bonus track, musica d'ascolto e relaxing che spazia dal pop alle ballate rock,<br />

alla new age.<br />

01. Giulia Muti – Opera d’Arte<br />

02. Neroelettrico – La Stanza Favola<br />

03. Roberto Funaro – Come Se<br />

04. Massimo Zanetti - The Old New York<br />

05. Movie Brass Quintet - Clash on Mars<br />

06. Lorenzo Sebastianelli - Carnevale Romano<br />

07. Piera Mussardo - Swing Blues on a Winter Afternoon<br />

08. INK- Bisogna Solo credersi<br />

09. Julie Collins – Happy Feet – Bonus Track<br />

10. Julie Collins – Sweethearts – Bonus Track<br />

11. Ciro Vinci – Iris – Bonus Track<br />

L'associazione Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong>, con la produzione discografica vuole offrire una<br />

vetrina agli artisti emergenti e non, promuovendo la loro arte, pubblicando stili e generi<br />

diversi. Il listino delle produzioni ALWAYS Pomodoro Studio Edizioni Musicali e Stefano<br />

Francia <strong>EnjoyArt</strong> è disponibile su tutti i digital store (Spotify, Deezer, Amazon Music,<br />

Apple Music… ) è comprende vari volumi, ognuno dei quali presentano i generi che<br />

spaziano dal pop al rock, dalla Dance to Rhythm al Relaxing.<br />

"Rhythm" è un progetto discografico creato dalla ALWAYS Pomodoro Studio e al quale<br />

l'associazione Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong> ha aderito subito. Bernando Lafonte ideatore dei<br />

progetti insieme all'artista americana Julie Collis, hanno studiato i ritmi di tutti i balli<br />

proponendo tracce dedicate al Cha Cha Cha, Rumba, Bachata, ritmi che permettono ai<br />

danzatori di esercitarsi e studiare attraverso i battiti della musica.<br />

La musica e la danza aiutano a conoscersi meglio, sondando con cautela e tranquillità le<br />

fragili pieghe del nostro corpo psichico. Secondo la Federazione Italiana Musicoterapia<br />

(FEDIM) “le motivazioni che muovono le persone ad ascoltare o a produrre musica<br />

nascono per lo più dalla necessità pressante di entrare in una dimensione mentale che<br />

permetta il contatto con la propria sfera emotiva, dove è possibile la strutturazione di uno<br />

spazio immateriale gestibile secondo le regole della propria fantasia”. Una serie di<br />

concetti importanti che vanno ad avvalorare il nostro valore della musica: ascoltare<br />

(oppure fare) della musica è una vera a propria attività artistica. Per questo abbiamo<br />

deciso di divulgare anche la collana musicale "Relaxing", brani composti da esperti<br />

esperti in musicoterapia: Julie Collins e Ciro Vinci. I due compositori con le loro<br />

musiche accompagnano chiunque, ballerini e non, nell’attività di rilassamento quotidiano<br />

e meditazione. I brani inclusi nei volumi sono composti a 432 Hz. L’accordo a 432 Hertz<br />

(Hz) risuona con le frequenze fondamentali del vivente: battito cardiaco, replicazione del<br />

DNA, sincronizzazione cerebrale, e con la Risonanza di Schumann e la geometria della<br />

creazione. Le pubblicazioni discografiche prodotte dalla Always - pomodoro studio<br />

edizioni musicali e Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong> sono state realizzate per divulgare suoni in<br />

grado di influenzare tutte le cose con le quali vengono in contatto. L'esperienza musicale<br />

può influenzare, infatti, molteplici ambiti, come le funzioni cognitive, le capacità motorie,<br />

lo sviluppo emozionale, le abilità sociali e la qualità della vita.<br />

Le varie produzioni psono scaricabili direttamente dai digital store.


TRUCCO DA SPOSA<br />

Make Up Artist Mauri Menga<br />

Ci si avvicina al periodo delle spose ed i preparativi e la tensione iniziano a farsi sentire,<br />

così come i dubbi su come truccarsi; non tutte le spose sono uguali e non tutte hanno le<br />

stesse esigenze e gli stessi gusti : fisicità e caratteristiche del viso sono diverse, e allora<br />

ecco a voi qualche consiglio che potrà offrirvi qualche idea per lo splendido ed<br />

indimenticabile giorno…


TuttoBallo<br />

La Sposa Romantica<br />

La sposa romantica è quella che ha sempre immaginato il<br />

matrimonio come fosse una favola. Fiori, ambientazioni magiche,<br />

acconciatura fiabesca.<br />

Il make up della sposa classica prevede un incarnato chiaro e<br />

luminoso, quasi etereo. Gli occhi saranno i grandi protagonisti con<br />

colori neutri o tonalità del rosa chiaro, e tenui per il giorno, un po’<br />

più intensi e strutturati per la sera ma, allo stesso tempo, luminosi<br />

dai colori lilla e viola. Lo sguardo viene intensificato dal mascara e<br />

dalle ciglia finte che renderanno il make up ancora più romantico.<br />

Per le labbra andremo a scegliere delle tonalità neutre, matte,<br />

rosa o un velo di gloss.<br />

Sposa Glamour<br />

La sposa glamour è una sposa alla quale piace<br />

apparire, piace stare al centro dell’attenzione con<br />

particolari e dettagli che la rendono una vera regina.<br />

Il suo make up sarà sicuramente più intenso rispetto a<br />

quello della sposa romantica. Gli occhi sono<br />

sicuramente i protagonisti e si può osare anche con<br />

uno smokey eyes sui toni del marrone che allunga lo<br />

sguardo, conferendogli un’aria elegante, o ombretti<br />

totalmente marroni chiari , con eyeliner graficho e<br />

contorno occhio ben definito o potremmo anche usare<br />

un kajal . Non devono assolutamente mancare, inoltre,<br />

mascara e ciglia finte che tendono ad aprire lo<br />

sguardo. Le sopracciglia rispecchiano la moda attuale:<br />

estremamente curate e disegnate. Per le labbra, altre<br />

grandi protagoniste per questa tipologia di make up,<br />

viene scelto o un colore intenso come il rosso o un<br />

colore nude.<br />

Sposa Naturale<br />

La sposa naturale è la sposa che vuole esaltare la propria<br />

bellezza, ma vuole apparire più naturale possibile con un trucco<br />

che c’è ma non si vede: nude make up!<br />

Gli ombretti abbracceranno gamme cromatiche calde e neutre,<br />

come l’albicocca, il beige e diverse tonalità di marrone. Il fard da<br />

utilizzare sarà di color pesca, o comunque colori terra<br />

chiarissimi, per far esaltare gli zigomi possibilmente in crema<br />

per dare quell’ effetto fresco e delicato Per le labbra si<br />

utilizzeranno colori nella tonalità dell’albicocca, con un accenno<br />

di gloss al centro labbra, nell’intento di conferire solarità, senza<br />

creare troppa demarcazione. È una sposa che potremmo<br />

definire essenziale e la sua acconciatura sarà pulita o<br />

sicuramente non sfarzosa.


TuttoBallo<br />

Sposa Alternativa<br />

La sposa alternativa avrà caratteristiche di eccentricità e nel<br />

giorno del matrimonio vorrà suscitare stupore, eccedendo in tutto.<br />

Avremo, pertanto, l‘immagine di una sposa piuttosto aggressiva,<br />

che non dà niente per scontato, e conseguentemente, privilegerà<br />

un make up che richiederà sfumature accentuate, labbra dai<br />

colori più svariati, acconciature fantasiose ed estremamente<br />

elaborate. In sostanza, sarà un tipo di sposa che non si concilierà<br />

con il concetto limite.<br />

Sposa Etnica<br />

La sposa etnica è la sposa con i tratti non occidentali.<br />

Quando si parla di una sposa etnica bisogna porre<br />

estrema attenzione alle tradizioni e ai colori che sono i<br />

più grandi alleati per un make up di successo. È una<br />

tipologia di trucco basato su colori caldi e bruciati per<br />

creare dei perfetti contrasti; mascara e ciglia finte<br />

doneranno maggiore intensità allo sguardo. Le<br />

sopracciglia sono naturali: pettinate e riempite, laddove<br />

si necessita. L’incarnato sarà luminoso con l’uso di<br />

illuminanti più ambrati che risalteranno sulle carnagioni<br />

etniche. Le labbra sono sicuramente grandi<br />

protagoniste ed è possibile spaziare con dei rossetti<br />

dal finish matte o con il glow.<br />

Sposa Abbronzata<br />

La sposa abbronzata è una sposa che ama il bel colorito.<br />

Con questa sposa si gioca con colori caldi, per cui si cerca di<br />

armonizzare il trucco con il suo incarnato abbronzato. I colori<br />

andranno scelti nelle tonalità calde, tipo dorate, caramello, corallo<br />

e color terracotta, a seconda dell’intensità dell’abbronzatura;<br />

sfumature col nero saranno d' obbligo per far sì che l'occhio risalti<br />

mostrando uno sguardo seducente.Le labbra sempre in tonalità<br />

degli ombretti possibilmente luminosi; per gli zigomi potremmo<br />

utilizzare degli illuminanti. Da evitare assolutamente i colori chiari<br />

e freddi, che su una carnagione abbronzata risulteranno grigi.


TuttoBallo<br />

Sposa in Municipio<br />

La sposa in municipio, si sa, è la<br />

sposa che consacra il suo<br />

matrimonio non con il rito religioso.<br />

Si tratterà di una donna che, quasi<br />

sicuramente, come abito nuziale<br />

sceglierà un tailleur, un tubino o un<br />

abito scivolato. Si dovrà, pertanto,<br />

adottare un trucco sobrio,<br />

praticamente un trucco da giorno<br />

personalizzato però più intenso , i<br />

colori saranno scelti in base alla<br />

tipologia dei colori dell’ incarnato e<br />

abbinabile al colore del suo abito. Si<br />

consiglia come acconciatura una<br />

capigliatura sciolta se il matrimonio<br />

avverrà di mattina, raccolta se<br />

avverrà di pomeriggio.<br />

TAILLEUR SPOSA BY MAX-MARA


Pensiero del mese<br />

DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE<br />

https://www.solomente.it<br />

L'anno scorso ho rotto un malleolo. Era inizio<br />

marzo, e fino a giugno non ne sono uscita.<br />

Detesto gli ospedali e tutto ciò che ci gira<br />

intorno, ma ci sono dovuta stare 5 giorni con<br />

operazione inclusa. Un dramma? No, anzi.<br />

Con la mia vicina di pronto soccorso e<br />

degenza ci siamo sbellicate dalle risate. È<br />

stata un'esperienza assurdamente divertente.<br />

Perché la capacità di sdrammatizzare e<br />

ridere delle avversità non mi ha mai<br />

abbandonato.<br />

La mente e i pensieri possono fare miracoli.<br />

Dal mio letto, immobilizzata, viaggiavo nei<br />

luoghi che mi piacciono. Immaginavo spiagge<br />

bianche, acqua cristallina, natura<br />

incontaminata, anche in sala operatoria.<br />

Nuotavo. Camminavo a piedi nudi. Addirittura<br />

correvo!<br />

Se state male (fisicamente o mentalmente)<br />

provate a pensare alle cose che vi fanno<br />

stare bene. Provate a immaginare che tutto si<br />

risolverà. Poi magari i vostri problemi non si<br />

risolvono come volete voi, ma nel frattempo<br />

vivete meglio. Buoni pensieri a tutte e tutti.<br />

https://www.solomente.it


www.stefanofrancia.com<br />

www.tuttoballo20.com<br />

<br />

https://www.facebook.com/museoMAAM/?locale=it_IT


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internazionale della<br />

Danza.<br />

Il 29 Aprile<br />

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dell'Altro e<br />

dell'Altrove di<br />

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TuttoBallo<br />

<br />

<br />

dalla redazione


33<br />

29 APRILE<br />

GI0RNATA INTERNAZIONALE DELLA DANZA<br />

DILLO ALLA DANZA<br />

Museo MAAM Roma<br />

VERONICA TUNDIS E FEDERICO RUIZ<br />

PH. MONICA IRMA RICCI – WWW.MONICAIRMARICCI.COM<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E - v i e t a t a l a r i p r o d u z i o n e D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r y "

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