Jolly Roger magazine_V_02
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ANNO V • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>3<br />
Una passione antica<br />
La scrittura come cura.<br />
La scrittura come rifugio segreto.<br />
La scrittura come un cuore che batte.<br />
TUTTE LE NOVITÀ<br />
Le anteprime <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>.<br />
L’equipaggio cresce e con esso<br />
la qualità. Avanti tutta!<br />
pag. 6<br />
L’AGENZIA LETTERARIA<br />
Quattro chiacchiere con<br />
Marcella Brianda, guru indiscusso<br />
di BieMme Servizi Letterari.<br />
pag. 18<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
Le interviste alle nuove firme.<br />
Terrida, Di Govanni, D’Auria<br />
Facciamo la loro conoscenza.<br />
pagg. 10-14-22<br />
www.edizionijollyroger.it
INDICE<br />
Editoriale pag. 5<br />
Plancia di comando pag. 6<br />
Autori <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Federica Terrida pag. 10<br />
Autori <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Lisa Di Giovanni pag. 14<br />
Libro e Professioni Marcella Brianda pag. 18<br />
Autori <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Stefano D’Auria pag. 22<br />
MENSILE LETTERARIO ONLINE<br />
Anno V · Numero II · Febbraio 2<strong>02</strong>2<br />
info@edizionijollyroger.it<br />
www.edizionijollyroger.it.it<br />
ANNO V • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>3<br />
SEGUICI SUI SOCIAL<br />
Una passione antica<br />
La scrittura come cura.<br />
La scrittura come rifugio segreto.<br />
La scrittura come un cuore che batte.<br />
TUTTE LE NOVITÀ<br />
Le anteprime <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>.<br />
L’equipaggio cresce e con esso<br />
la qualità. Avanti tutta!<br />
pag. 6<br />
L’AGENZIA LETTERARIA<br />
Quattro chiacchiere con<br />
Marcella Brianda, guru indiscusso<br />
di BieMme Servizi Letterari.<br />
pag. 18<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
Le interviste alle nuove firme.<br />
Terrida, Di Govanni, D’Auria<br />
Facciamo la loro conoscenza.<br />
pagg. 10-14-22<br />
www.edizionijollyroger.it<br />
<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> <strong>magazine</strong>_V_<strong>02</strong>.indd 1 26-<strong>02</strong>-2<strong>02</strong>3 18:35:07<br />
www.edizionijollyroger.it<br />
3
EDITORIALE<br />
UNA PASSIONE ANTICA<br />
Scrivere per imprimere l’anima sulla carta<br />
di Fabio Gimignani<br />
Penso che quando si arriva al<br />
punto di scrivere per gli altri sia<br />
giunto il momento di dedicarsi<br />
ad altro.<br />
O almeno bisognerebbe averne<br />
il coraggio; provarci quantomeno.<br />
Ma il piccolo despota edonista<br />
che risiede nel punto più<br />
buio del nostro Io punta i piedi<br />
e non ci permette di misurarci<br />
con quella che definisco senza<br />
tema di smentita la fine di una<br />
passione.<br />
Poi, ormai lo sapete, in queste<br />
colonne riverso quel concentrato<br />
di pensieri personali che non<br />
affido ai social o a discussioni<br />
sostenute con chi non rientri<br />
nella sfera di coloro che reputo<br />
in grado di comprendermi appieno,<br />
quindi prendete il tutto<br />
con il beneficio di inventario o<br />
saltate direttamente alla pagina<br />
successiva, ma quello che ho<br />
espresso poco fa rappresenta il<br />
mio pensiero così com’è, spremuto<br />
direttamente dai (pochi)<br />
neuroni che lo hanno generato,<br />
affidandolo a sinapsi stupite di<br />
vederlo tradurre su carta.<br />
La scrittura è una cura per l’anima,<br />
un rifugio all’interno del<br />
quale sentirsi chiusi nel proprio<br />
bozzolo di serenità, una passione<br />
che scorre sottopelle e spinge<br />
per uscire in ogni momento<br />
della giornata, donandoci spesso<br />
l’espressione distratta che<br />
chi non scrive scambia per leggerezza,<br />
mentre invece siamo<br />
virtualmente proiettati davanti<br />
a una tastiera con una storia da<br />
raccontare.<br />
E a chi la raccontiamo? Chi è il<br />
destinatario principale del nostro<br />
bisogno di scrivere al di là<br />
e al di sopra di tutto?<br />
Noi. Noi stessi.<br />
E guai se non fosse così!<br />
Scrivere in uno stato che rasenta<br />
la trance, abbandonarsi<br />
al flusso del pensiero che attraversa<br />
il cuore e si sprigiona sui<br />
tasti creando parole delle quali<br />
ignoriamo la sequenza finché<br />
non la vediamo allineata sullo<br />
schermo, pronta per essere riletta<br />
e capace di sorprenderci.<br />
Scrivere avendo chiaro solo da<br />
dove stiamo partendo, ma mai<br />
dove stiamo andando, affinché<br />
ciò che costruiamo, carattere<br />
dopo carattere, possa meravigliarci.<br />
Ecco; per me scrivere significa<br />
questo, e ogni volta che incontro<br />
un’anima che vibra con la<br />
stessa intensità non posso fare<br />
a meno di mettermi a sua disposizione<br />
affinché il sogno di<br />
pubblicare il proprio libro possa<br />
avverarsi nel migliore dei<br />
modi.<br />
Già, perché fare l’Editore comporta<br />
anche questo genere di<br />
vantaggi, mettendomi nella<br />
condizione di far sbocciare<br />
l’incantesimo che porta il libro<br />
nel cassetto a diventare il libro<br />
sullo scaffale, e vi assicuro<br />
che è la sensazione più simile<br />
all’onnipotenza che si possa<br />
provare... solo che non ha controindicazioni.<br />
Amo scrivere e amo chi scrive<br />
come me: per il proprio piacere<br />
e per sorprendersi; la pubblicazione,<br />
il libro in vetrina, i firmacopie,<br />
le recensioni... tutte<br />
cose bellissime, ma nessuna di<br />
esse vale le lacrime che rotolano<br />
giù dagli occhi mentre rileggi<br />
le tue parole su un monitor<br />
che si sfoca attraverso le lenti<br />
di una commozione profonda e<br />
primordiale.<br />
Ecco perché dico che quando<br />
smettiamo di scrivere per noi<br />
stessi forse bisognerebbe smettere<br />
di scrivere tout court, a<br />
prescindere dal genere.<br />
Ma questi sono pensieri segreti,<br />
ai quali concedo l’ora d’aria<br />
una volta al mese, sulle colonne<br />
dell’editoriale con il quale apro<br />
il Magazine.<br />
Poi li faccio rientrare, così che<br />
nessuno sia più in grado di vederli,<br />
e riprendo a fare l’Editore,<br />
pubblicando con il cuore, ma<br />
senza spargerne pezzi in giro.<br />
www.edizionijollyroger.it<br />
5
PLANCIA DI COMANDO<br />
PLANCIA DI COMANDO<br />
TANTE NOVITÀ IN ARRIVO<br />
PER CRESCERE INSIEME AI LIBRI<br />
Nuovi Autori salgono a bordo del galeone <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />
affiancando una ciurma sempre sorprendente<br />
di Fabio Gimignani<br />
Penne inedite<br />
in casa <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />
e Autori consolidati<br />
che confermano<br />
il proprio talento.<br />
I nuovi titoli<br />
si susseguono<br />
a ritmo sostenuto,<br />
senza peraltro<br />
perdere di vista<br />
la qualità dei libri.<br />
Una panoramica<br />
su cosa attenderci<br />
nei prossimi mesi<br />
di attività editoriale.<br />
Posti di manovra!<br />
MARIO RAGIONIERI E<br />
LA FINE DEL FASCISMO<br />
Ricercatore storico infaticabile<br />
e Autore prolifico, Mario Ragionieri<br />
è appena giunto in libreria<br />
con il suo nuovo saggio<br />
dal titolo “Il suicidio di un regime<br />
- 25 luglio 1943”.<br />
Si tratta di un volume composto<br />
da ben 640 pagine nel quale<br />
viene raccontato nel dettaglio<br />
l’episodio che portò alla destituzione<br />
di Mussolini e successivamente<br />
al suo arresto: la<br />
seduta del Gran Consiglio del<br />
Fascismo tenutasi nella notte a<br />
cavallo tra il 25 e il 26 luglio<br />
1943. Ragionieri prende in esame<br />
tutto lo scenario geopolitico<br />
sui vari scacchieri che interessavano<br />
il secondo conflitto<br />
mondiale, distillando una linea<br />
di eventi lucida e distaccata che<br />
conduce al cuore del regime fascista<br />
colpendolo a morte.<br />
Ma la vera perla contenuta nelle<br />
pagine, che scorrono fluide<br />
come quelle di un romanzo avvincente,<br />
è costituita dalla conversazione<br />
che l’Autore ebbe<br />
la fortuna di sostenere con quel<br />
Carlo Scorza che, nelle ore precedenti<br />
alla fine della sua dittatura,<br />
affiancò Benito Mussolini<br />
nelle stanze private, percependone<br />
dubbi, convinzioni ed errori<br />
in prima persona.<br />
Una testimonianza inestimabile,<br />
quindi, per colmare un vuoto<br />
storico e sistemare al proprio<br />
posto le ultime tessere di quel<br />
mosaico che dette origine prima<br />
alla Repubblica Sociale e<br />
poi alla costituzione della Repubblica<br />
Italiana così come la<br />
conosciamo oggi.<br />
È un libro da non perdere, non<br />
solo per chi è appassionato di<br />
storia, ma anche per chi ha il<br />
desiderio di conoscere i fatti,<br />
passati al vaglio di un grande<br />
storico, grazie anche alla testimonianza<br />
di chi c’era davvero.<br />
CLAUDIA SABA.<br />
IL VIAGGIO NELL’ANIMA<br />
Scrittrice, counselor e direttrice<br />
del portale d’informazione quotidiana<br />
Olnews.it. Da sempre<br />
impegnata nel sociale, e vice<br />
presidente dell’Associazione<br />
Diritti e Legalità.<br />
“Alla fine del viaggio” è il titolo<br />
della silloge poetica composta<br />
da Claudia Saba, già Autrice<br />
del romanzo “Era mio padre”<br />
da cui è stato tratto un cortometraggio<br />
diretto da Walter Croce,<br />
con la partecipazione di Barbara<br />
De Rossi.<br />
Claudia dispone davanti al lettore<br />
l’intero caleidoscopio che ora<br />
le illumina l’anima, ora la precipita<br />
nelle tenebre, senza mai<br />
tirarsi indietro e proponendosi<br />
vera al di là di ogni dubbio.<br />
I versi che compongono il libro<br />
sono un inno all’amore.<br />
All’amore sognato, all’amore<br />
vissuto, all’amore perduto<br />
e all’amore negato. Sì: anche<br />
a quell’amore al quale tutti<br />
avremmo diritto, ma che per<br />
qualche perverso gioco del destino<br />
ci viene rifiutato, strappato<br />
via dalle stesse mani dalle<br />
quali invece ci attendevamo di<br />
riceverlo.<br />
Non concede sconti Claudia.<br />
Nemmeno a se stessa.<br />
Nemmeno a quella viola violata,<br />
raccolta per gioco da chi<br />
coglie un fiore nel prato sbagliato.<br />
Poesie che varcano il confine<br />
tra ciò che si legge e ciò che si<br />
percepisce, donando al lettore<br />
attimi di totale, completa e finalmente<br />
serena introspezione.<br />
La copertina del volume è stata<br />
realizzata appositamente da<br />
Gianni Giudici, illustratore e<br />
cartoonist con cui Edizioni <strong>Jolly</strong><br />
<strong>Roger</strong> sta stringendo rapporti<br />
sempre più saldi e di reciproca<br />
soddisfazione.<br />
Entro marzo il libro sarà disponibile<br />
in libreria e presso tutti i<br />
migliori shop online.<br />
L’ALBANIA PROIBITA<br />
DI ELVIS DONA<br />
C’era una volta l’Albania.<br />
Quell’Albania dalla quale le<br />
persone volevano fuggire, ma<br />
non per rincorrere sogni di ricchezza:<br />
volevano fuggire da un<br />
regime totalitario e repressivo.<br />
Fuggire da uno Stato la cui<br />
mano, spesso violenta, non esitava<br />
a rinchiudere chi non si<br />
allineava in luoghi tetri, le cui<br />
mura trasudavano dolore e disperazione.<br />
Il carcere di Spaç.<br />
Elvis Dona ha realizzato<br />
un’Opera di rara efficacia, riuscendo<br />
a intervistare ex detenuti,<br />
ma anche ex guardie carcerarie<br />
e funzionari del regime<br />
comunista guidato da Enver<br />
Hoxha dal 1944 al 1992.<br />
“La voce proibita” è un viaggio<br />
a ritroso tra gli errori di un popolo<br />
schiacciato tra una democrazia<br />
distante solo un braccio<br />
di mare e una dittatura persa nei<br />
meandri di un Est troppo lontano<br />
per essere davvero presente.<br />
La ricerca rigorosa dell’Autore<br />
ci restituisce un libro splendidamente<br />
documentato, denso di<br />
avvenimenti e di dolore, realizzato<br />
con il preciso scopo di fare<br />
chiarezza su un periodo storico<br />
soggetto, come spesso capita,<br />
al vento del negazionismo.<br />
E se negare ciò che è accaduto è<br />
un cancro che tenta di uccidere<br />
la libertà, allora il libro di Elvis<br />
Dona è senza dubbio la cura.<br />
Entro aprile il volume sarà disponibile<br />
in libreria e su tutti i<br />
più prestigiosi shop online.<br />
LA COMUNICAZIONE<br />
DI PAOLA DONNINI<br />
Partendo dal Medioevo (e anche<br />
da prima) la giornalista e<br />
anchorwoman Paola Donnini<br />
analizza l’evoluzione della comunicazione<br />
fino ad arrivare al<br />
presente. “La comunicazione<br />
dal Medioevo ai giorni nostri”,<br />
infatti, prende in esame come il<br />
modo di comunicare e i mezzi<br />
attraverso i quali farlo si sono<br />
evoluti in quasi un millennio.<br />
L’Autrice racconta di come<br />
l’avvento della stampa abbia<br />
6 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO 2<strong>02</strong>3 www.edizionijollyroger.it<br />
7
sostanzialmente modificato i<br />
canoni e i canali attravesro i<br />
quali le informazioni venivano<br />
propagate, ed esamina la comunicazione<br />
sia dal punto di vista<br />
istituzionale che dal punto di<br />
vista personale, generando un<br />
compendio di informazioni dinamiche<br />
capace di rendere fruibili<br />
a chiunque anche concetti<br />
complessi e decisamente difficili<br />
da assimilare.<br />
Un libro scritto con una prosa<br />
piacevole e accattivante, denso<br />
di informazioni e utile tanto a<br />
un’utenza composta da lettori<br />
mossi dalla semplice curiosità,<br />
quanto a quella composta da<br />
studenti e operatori del settore.<br />
Paola Donnini racconta la nascita<br />
del giornalismo e la sua<br />
evoluzione fino a oggi, con uno<br />
stile fresco e dinamico, capace<br />
di accompagnare il lettore tra<br />
le pagine con una leggerezza<br />
inattesa, data la complessità<br />
dell’argomento.<br />
È un libro da non far mancare<br />
nella propria biblioteca.<br />
Da aprile in tutte le librerie e su<br />
ogni shop online.<br />
VERONICA TONIUTTI.<br />
RACCONTI A COLAZIONE<br />
Leggerezza.<br />
Tutta la leggerezza che serve<br />
per iniziare una giornata con un<br />
sorriso e un cappuccino.<br />
Stiamo parlando della raccolta<br />
“I racconti del cappuccino”,<br />
scritta da Veronica Toniutti<br />
che, appollaiata sullo sgabello<br />
dell’Art Cafè di Vaglia, alle<br />
porte del Mugello, unisce il<br />
rito della colazione a quello<br />
dell’ascolto, immagazzinando<br />
aneddoti da trasporre poi su<br />
carta per realizzare un compendio<br />
di ricordi, sentimenti ed<br />
emozioni uniti da un sottile filo<br />
all’aroma di caffè.<br />
Sono storie di gente comune,<br />
incontrata tutte le mattine tra<br />
un buongiorno ancora assonnato<br />
e il tintinnio di tazze e cucchiaini,<br />
ma proprio per questo<br />
sono anche eccezionali, proprio<br />
come la vita in ogni sua manifestazione,<br />
dalla più tranquilla<br />
alla più esplosiva.<br />
Veronica racconta, novella<br />
Sheherazade, facendo scorrere<br />
davanti al lettore storie e volti,<br />
incontrati magari tutti i giorni,<br />
ma che finalmente assurgono<br />
alla dignità di storia narrata con<br />
tutta la magia che ciò porta immancabilmente<br />
con sé.<br />
E se pensate che il libro valga<br />
la pena di essere letto, aspettate<br />
di vedere le presentazioni organizzate<br />
proprio in quell’Art<br />
Cafè dove tutto ha origine...<br />
se abitate lontani, pensate di<br />
pernottare a Vaglia, perché le<br />
mille e una notte iniziano con il<br />
calare del sole e risorgono con<br />
il borbottio del latte nel bricco<br />
d’acciaio, per quel cappuccino<br />
che porta con sé tante storie.<br />
Da aprile in libreria e su tutti gli<br />
shop online.<br />
E all’Art Cafè di Vaglia, ovviamente!<br />
LA SICUREZZA IN TESTA<br />
CON MAURA IANNI<br />
Quali sono le cosiddette buone<br />
pratiche comportamentali per<br />
la sicurezza sul lavoro?<br />
Ce lo spiega Maura Ianni con<br />
il suo “Se la sicurezza ce l’hai<br />
nella testa sei al sicuro”, un<br />
pamphlet di rapida lettura e di<br />
innegabile efficacia che vedrà<br />
la luce entro il mese di marzo<br />
PLANCIA DI COMANDO<br />
per i nostri beneamati tipi.<br />
Maura Ianni è laureata in psicologia<br />
clinica e di comunità,<br />
specializzata in Psicoterapia<br />
Psicoanalitica, specializzata in<br />
Psiconcologia, specializzata in<br />
psicologia Giuridica e Docente<br />
di Psicologia Generale presso<br />
l’Università Tor Vergata di<br />
Roma; e questa è solo la punta<br />
dell’iceberg, ma per tutte le sue<br />
qualifiche vi rimando all’intervista<br />
che comparirà su queste<br />
pagine nel mese di marzo.<br />
Il volume in questione, invece,<br />
comprende tutta una serie di<br />
suggerimenti, spunti di valutazione<br />
e schemi di lavoro tali<br />
da consentire lo svolgimento<br />
dell’attività professionale in armonia<br />
con le principali norme<br />
di sicurezza interiore e esterna.<br />
La citazione con la quale il libro<br />
apre la dice lunga:<br />
“Possiamo vivere nel mondo<br />
una vita meravigliosa se sappiamo<br />
lavorare e amare, lavorare<br />
per coloro che amiamo e<br />
amare ciò per cui lavoriamo”.<br />
Lev Tolstoj<br />
La dottoressa Ianni sarà felice<br />
di interagire con coloro i quali<br />
necessitino di maggiori chiarimenti<br />
in merito.<br />
La mail alla quale poterla contattare<br />
è:<br />
mauraianni08@gmail.com<br />
E da aprile, come accennato, il<br />
libro sarà disponibile sia in libreria<br />
che sugli shop online.<br />
Per informazioni:<br />
www.edizionijollyroger.it<br />
info@edizionijollyroger.it<br />
L’ESSERE UMANO<br />
È IMPERFETTO<br />
In tutte le librerie, e sui principali shop online<br />
8 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO 2<strong>02</strong>3
AUTORI JOLLY ROGER<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
IL GALEONE SOGNANTE<br />
salpa di nuovo le ancore<br />
Il libro di Federica Terrida prende nuovamente il mare<br />
su una rotta tra sogno e realtà tracciata con saggezza lieve<br />
Imprenditrice, scrittrice, ma<br />
soprattutto Donna. Chi è Federica<br />
Terrida?<br />
Prima di tutto grazie Fabio di<br />
aver pensato a me per questa<br />
intervista.<br />
Sempre difficile rispondere a<br />
questo genere di domanda, perchè<br />
identificarsi con un ruolo<br />
non è da me. Federica è Federica.<br />
Una donna semplice e<br />
complessa nello stesso tempo.<br />
La vita insegna ad adattarci alle<br />
varie situazioni che ci presenta.<br />
Ho il mio mondo interiore che<br />
mi accompagna ogni giorno e<br />
che non dimentico mai, anche<br />
e soprattutto nei momenti più<br />
difficili. Mi piace e apprezzo<br />
il mio lavoro, con impegno e<br />
passione mi dedico all’azienda<br />
di famiglia e adoro scrivere,<br />
perchè è il mezzo per esprimere<br />
il mio sentire e nello stesso<br />
tempo la mia osservazione del<br />
mondo, senza nessuna pretesa<br />
di verità. Chi sono come Donna<br />
? Una donna che crede nel<br />
cuore e sempre nella possibilità<br />
di scegliere e di cambiare<br />
per essere nel proprio percorso.<br />
Come disse Einstein a un pesce<br />
non puoi insegnare ad arrampicarsi<br />
su un albero altrimenti<br />
sarà infelice tutta la vita, l’albero<br />
non è il suo percorso, mentre<br />
Un libro, un vascello,<br />
due personaggi,<br />
l’amore.<br />
E tutto intorno<br />
la saggezza profonda<br />
e lieve al tempo stesso<br />
di un’Autrice<br />
che ha saputo unire<br />
filosofie antiche<br />
alla musica di Spotify<br />
con disarmante<br />
semplicità.<br />
Un libro da tenere<br />
sul comodino,<br />
ma soprattutto<br />
sul cuore<br />
lo è l’acqua. Ecco io sono così,<br />
voglio essere nel mio percorso,<br />
vederlo, percepirlo, sentirlo e<br />
se mi sposto, non sono più io. E<br />
già capire questo nella mia vita,<br />
mi sono resa conto, significa<br />
molto.<br />
Il Galeone Sognante ha preso<br />
il largo da un po’. Dove è arrivato?<br />
Una bella avventura quella del<br />
Galeone Sognante. Mi è piaciuto<br />
scriverla. Un sogno realizzato.<br />
Dove è arrivato ? Spero<br />
al cuore di chi lo ha letto. Poi<br />
vedremo nel tempo.<br />
So che stai rielaborando il testo<br />
per inserire delle novità in vista<br />
di una nuova edizione. Come è<br />
nata questa esigenza?<br />
Sì, un’esigenza che nasce da<br />
diverse osservazioni. Il libro è<br />
stato pubblicato nel 2<strong>02</strong>1 durante<br />
il periodo della pandemia<br />
e ora desidero aggiungere alcune<br />
riflessioni, senza comunque<br />
stravolgere nulla della storia.<br />
Paolo e Francesca, i protagonisti<br />
del libro, chi sono in realtà?<br />
Sono un uomo e una donna che<br />
hanno iniziato una relazione<br />
senza sapere dove li porterà.<br />
Loro sono il collante dei viaggi<br />
del Galeone. Viaggi di crescita<br />
personale. In entrambi i<br />
protagonisti c’è un po’ di me.<br />
Potrei dire che Paolo sono io e<br />
Francesca sono io. Nello stesso<br />
tempo io cresco con loro.<br />
Sono sempre stata studiosa e in<br />
loro trovate una parte del mio<br />
mondo letterario e romantico.<br />
Nel contempo mi sono divertita<br />
molto a scrivere di una Francesca<br />
innamoratissima e di un Paolo<br />
sfuggente. Vedremo come<br />
proseguirà la loro storia.<br />
Nelle pagine del “Galeone sognante”<br />
sei riuscita a fondere<br />
armoniosamente Lao Tze con<br />
Peter Gabriel. Come ci sei riuscita?<br />
Leggo qualcosa, sento qualcosa<br />
e collego. Non saprei dire<br />
come ci riesco. Mi piace e mi<br />
diverto. Adoro collegare personaggi<br />
diversi e di epoche lontane.<br />
In fondo tutto è collegato da<br />
fili dorati, basta vederli.<br />
Yoga, meditazione e contatto<br />
con la Natura quanto influiscono<br />
sul tuo modo di affrontare la<br />
vita in ogni sua sfaccettatura?<br />
Ogni mattina quando mi alzo so<br />
di essere nella vita. Yoga, meditazione<br />
e Natura sono mezzi per<br />
stare bene con se stessi, come<br />
possono esserlo la musica, una<br />
lettura, un sorriso, una gentilezza<br />
. Cerco di trovare nella mia<br />
quotidianità ciò che è utile per<br />
stare centrata.<br />
Perché oggi le persone sono<br />
così superficiali?<br />
Più che di superficialità forse<br />
direi non consapevolezza di sè<br />
che appartiene un po’ a tutti a<br />
seconda dei momenti vissuti.<br />
A volte si riesce a essere lucidi<br />
e vedere. Altre volte ci si trova<br />
come in un labirinto e ci si<br />
perde, ma di mio confido nella<br />
potenzialità singola di costruirsi,<br />
portando poi il meglio di sè<br />
ovunque.<br />
Esiste un “metodo Federica”<br />
per riportare l’armonia in questo<br />
pianeta alla deriva?<br />
L’armonia è un qualcosa di interiore<br />
che appartiene ad ognuno<br />
di noi solo se impariamo a<br />
conoscerci. In questo pianeta<br />
l’armonia è un’utopia, potrebbe<br />
invece esserci armonia tra<br />
alcuni gruppi di esseri umani,<br />
se riuscissimo a fare emergere<br />
le nostre potenzialità creative<br />
e a sviluppare i nostri talenti,<br />
diventando co-creatori consapevoli.<br />
Quali sono i tuoi progetti per<br />
il futuro? anche e soprattutto<br />
come Autrice.<br />
Sicuramente la seconda edizione<br />
dei Viaggi del Galeone<br />
Sognante e poi sto pensando<br />
a una nuova storia completamente<br />
diversa, nella quale però<br />
Paolo e Francesca saranno presenti.<br />
Può piovere per sempre?<br />
No, però bisogna imparare a saper<br />
ballare sotto la pioggia, perchè<br />
poi arriva sempre il sole. La<br />
vita è così . Saper apprezzare la<br />
pioggia che insegna ad amare il<br />
sole.<br />
10 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO 2<strong>02</strong>3 www.edizionijollyroger.it<br />
11
AUTORI JOLLY ROGER<br />
UN VIAGGIO<br />
Cosa desideri più di ogni altra<br />
cosa?<br />
Mi piacerebbe avere una bacchetta<br />
magica e portare tutti gli<br />
esseri umani al giorno in cui<br />
stanno per andarsene da questa<br />
vita.La finalità di questo<br />
gesto sta nel fatto che vorrei<br />
tutti voltassero il loro sguardo<br />
indietro e osservassero la loro<br />
vita, come fossero dei testimoni<br />
esterni delle loro azioni e si<br />
ponessero delle domande. Poi<br />
li riporterei alla loro quotidianità<br />
e dal quel momento in poi<br />
ognuno sarebbe nella situazione<br />
di poter scegliere veramente<br />
chi essere. Sorrido, rispondendo<br />
così, perchè so che la mia<br />
una risposta è particolare, ma<br />
questo forse sarebbe l’unico<br />
modo affinchè la bellezza della<br />
vita venga “imbibita” dall’essere<br />
umano. Poi certo, caro Fabio,<br />
con questa bacchetta magica<br />
sai quante altre cose farei...<br />
immagina !<br />
NEL CUORE DELL’ANIMA<br />
AI CONFINI DELL’UNIVESO<br />
Federica Terrida.<br />
Inizia fin da piccola il suo<br />
viaggio nell’Amore attraverso<br />
i testi romantici di varie epoche<br />
e provenienza. Scrive una<br />
tesi di laurea sulla figura della<br />
donna nelle fiabe dei fratelli<br />
Grimm, sottolineando i ruoli<br />
di protezione del femminile<br />
sul maschile, il coraggio, e<br />
anche, soprattutto, la necessaria<br />
unione dei generi e la loro<br />
indispensabile collaborazione.<br />
Insieme alla sorella Alessia<br />
crea la Collana di Poesie<br />
Amore alle Porte, pubblicata<br />
nel 2<strong>02</strong>1 da Eifis Editore, e<br />
lovewaves.it che include la<br />
linea di borse LovUnlimited,<br />
impreziosite dalle frasi delle<br />
poesie di Federica.<br />
Scrive per svariati giornali,<br />
trattando il tema dell’amore,<br />
ma anche il made in Italy, la<br />
sostenibilità, l’uso consapevole<br />
delle materie che la terra<br />
ci dona, con riferimenti a temi<br />
di attualità, storia, filosofia e<br />
spiritualità. Federica si dedica<br />
con gioia e impegno da anni<br />
a proporre il suo sentire per<br />
una vita non sempre in rosa,<br />
ma sicuramente che tende ad<br />
avere sfumature arcobaleno,<br />
donando prima a se stessa e<br />
poi a chi legge i suoi scritti,<br />
un momento di pace, divertimento<br />
e gioia.<br />
I VIAGGI<br />
DEL GALEONE SOGNANTE<br />
di FEDERICA TERRIDA<br />
Illustrazioni di Lisa Tessari<br />
Firenze, Giugno 2<strong>02</strong>1<br />
Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />
Collana METAFISICA<br />
ISBN 9788831938594<br />
cm 14x21, copertina flessibile<br />
240 pagine<br />
Prezzo di copertina € 15 ,00<br />
Distribuito da LibroCo Italia Srl<br />
In tutte le librerie, e sui principali shop online<br />
12 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO 2<strong>02</strong>3
AUTORI JOLLY ROGER<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
L’amore all’occorrenza<br />
per lisa di giovanni<br />
“La ferocia con il pizzo” raccoglie poesie e pensieri<br />
capaci di accarezzare l’anima fino a farla sanguinare<br />
esia classica, quella visiva e poi<br />
altre forme di componimenti<br />
che ho chiamato #shortpoem,<br />
mi piace pensare di poter arrivare<br />
anche a un pubblico più giovane<br />
o a piattaforme digitale che<br />
prediligono degli stili più simili<br />
agli Haiku o Aforismi.<br />
Le illustrazioni. Tante e belle.<br />
Ce ne vuoi parlare?<br />
“Leggere le poesie di una persona<br />
è come entrare nella sua<br />
vita dalla porta di ingresso<br />
principale. Te lo devi meritare<br />
e non devi gettare al vento questa<br />
possibilità. Devi dimostrare<br />
rispetto e lungimiranza. Devi<br />
aprire il tuo cuore e non avere<br />
paura di ascoltarlo. Lei lo ha<br />
fatto, perché tu devi temere di<br />
ascoltare quello che ti vuole comunicare?<br />
La poesia non mente,<br />
lo puoi fare con un racconto<br />
o un romanzo o con qualsiasi<br />
altra opera di narrativa ma con<br />
la lirica no. Puoi anche provarci<br />
a prenderla bellamente per il<br />
naso, ma poi rimarrai con un<br />
pugno di sabbia in mano perché<br />
lei è più scaltra di te: non la freghi<br />
la poesia”.<br />
Lisa Di Giovanni scrittrice,<br />
Lisa Di Giovanni manager, Lisa<br />
Di Giovanni psicologa, Lisa Di<br />
Giovanni giornalista… siete<br />
quattro gemelle o fai tutto tu?<br />
La donna che sono e la professionista<br />
che sono diventata nei<br />
vari ambiti sono il frutto di un<br />
percorso di vita, di studi e di passione<br />
fatto con costanza e dedizione.<br />
Nulla mi è stato regalato,<br />
lo dico con orgoglio e umiltà.<br />
I mille volti<br />
dell’Amore in una<br />
raccolta di versi<br />
nei quali dolcezza,<br />
nostalgia, gioia<br />
e tristezza si<br />
rincorrono in un<br />
gioco di ombre<br />
celate dietro<br />
a quel Pizzo che<br />
impreziosisce<br />
tutto ciò che riveste,<br />
ma che non può<br />
imbrigliare<br />
la ferocia<br />
dei sentimenti<br />
Cosa ti ha portato ad affacciarti<br />
alla scrittura?<br />
Ho sempre sognato sin da piccola<br />
che avrei scritto un libro.<br />
Prima della scrittura, la mia vera<br />
passione è stata la lettura e poi<br />
la pittura, in un certo qual modo<br />
adesso tutte le passioni le ritrovo<br />
nelle mie pubblicazioni, sovente<br />
associo il disegno o l’arte<br />
alle mie opere.<br />
Cosa sono le “poesie d’amore<br />
all’occorrenza”?<br />
Fai prima a chiedermi di cosa<br />
non parlano quando si tratta<br />
d’amore! L’amore è passione,<br />
l’amore è sofferenza, l’amore<br />
è carburante puro per anima e<br />
corpo, l’amore è feroce, l’amore<br />
è universale e soprattutto non è<br />
un sentimento che si può misurare<br />
né soffocare: parlo di tutto<br />
questo.<br />
Perché la ferocia, secondo<br />
quanto scrivi, si impreziosisce<br />
con “il pizzo”?<br />
Perché il pizzo è prezioso, pieno<br />
di trame, permette al corpo di<br />
essere abbellito e soprattutto il<br />
pizzo lascia intravedere ma non<br />
troppo, quindi dietro il ‘pizzo’<br />
si nascondono: amore, rispetto,<br />
brama, ferocia e infinito desiderio.<br />
Perché si scrivono poesie<br />
d’amore, e perché tu le scrivi?<br />
Io le scrivo perché ho il ‘vizietto’,<br />
non potrei fare altro nella<br />
mia vita, perché la mia ‘penna’ è<br />
questa: parla d’amore…sempre.<br />
Gli altri perché scrivono? Non<br />
saprei, ma mi piace pensare che<br />
lo fanno perché ardono e quindi<br />
non possono che scrivere del<br />
fuoco.<br />
A chi è destinato il tuo libro?<br />
A chiunque ami la Poesia, ai<br />
curiosi e a coloro che vogliono<br />
regalare dei versi scritti ‘all’occorrenza’.<br />
Oggi, nell’era dei Social e del<br />
“tutto subito e a meno” la gente<br />
sa ancora amare?<br />
Questa è una domanda complessa<br />
e meriterebbe molte pagine<br />
come risposta per fa sì che<br />
io possa essere esaustiva. Allora<br />
ti rispondo con semplicità:<br />
l’avvento dei social network ha<br />
mercificato qualsiasi cosa ed<br />
molto difficile stabilire qual è la<br />
vera definizione di saper ancora<br />
amare. I rapporti sia aprono e si<br />
chiudono come si fanno con gli<br />
account.<br />
Il tuo libro è composto da componimenti<br />
poetici veri e propri<br />
alternati a rarefatti haiku. Perché?<br />
Ho sempre cercato di far evolvere<br />
il mio stile di scrittura, ma<br />
soprattutto ho voluto sperimentare,<br />
anche se non ho inventato<br />
nulla, mettendo insieme la po-<br />
Come ho detto in precedenza<br />
amo disegnare e credo molto<br />
nella poesia visiva, così ho inserito<br />
dei disegni in stile manga,<br />
credo siano adatti a ciò che scrivo<br />
e soprattutto rendono la mia<br />
raccolta fruibile in una doppia<br />
versione!<br />
“… e che puoi contribuire con<br />
un verso”. Walt Whitman è<br />
ancora attuale come ai tempi<br />
dell’Attimo fuggente?<br />
Io resto con i piedi per terra<br />
sempre, non ho mai avuto grosse<br />
aspettative, altroché sono<br />
stata molto severa con me stessa:<br />
quello che scrivo non è mai<br />
abbastanza. Per quanto riguarda<br />
Walt Whitman è attualissimo per<br />
le anime che hanno attraversato<br />
il mare in tempesta o si preparano<br />
a farlo.<br />
“O Capitano! mio Capitano! il<br />
nostro viaggio tremendo è finito,<br />
la nave ha superato ogni tempesta,<br />
l’ambito premio è vinto,<br />
Il porto è vicino, odo le campane,<br />
il popolo è esultante, gli<br />
occhi seguono la solida chiglia,<br />
l’audace e altero vascello; Ma o<br />
cuore! cuore! cuore!”<br />
Quale coniglio è rimasto nel tuo<br />
cilindro, e quando pensi di farlo<br />
uscire?<br />
14 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO 2<strong>02</strong>3 www.edizionijollyroger.it<br />
15
È un fumetto, è rimasto ancora<br />
nel fondo del cilindro, credo sia<br />
il genere più affine a me e devo<br />
necessariamente mettermi di<br />
nuovo alla prova anche su questo.<br />
C’è un progetto passato che<br />
vorrei riprendere…<br />
Un consiglio a chi pensa di non<br />
scrivere cose abbastanza interessanti<br />
per volerle divulgare.<br />
‘Azione’ è la parola d’ordine,<br />
tutto il resto è noia o frustrazione<br />
o bassa autostima. Non importa<br />
quanti no si ricevono perché<br />
alla fine è l’unico sì che ti<br />
apre le porte.<br />
Esprimi un desiderio, tranne la<br />
pace nel mondo, che per quella<br />
c’è Salsomaggione Terme.<br />
Di sogni ne ho tanti e solitamente<br />
mi piace prima provare a realizzarli<br />
in silenzio e poi parlarne,<br />
sono sempre stata predisposta a<br />
fare i fatti e a parlare poco.<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
Lisa Di Giovanni è nata a Teramo e vive a<br />
Roma da oltre vent’anni. Laureata in psicologia,<br />
lavora per una società di telecomunicazioni<br />
come business manager. È il portavoce<br />
di ANAS (Associazione Nazionale di<br />
Azione Sociale), dove si occupa di pubbliche<br />
relazioni e progetti di inclusione sociale,<br />
nonché il tesoriere di CardioRes. È giornalista<br />
pubblicista e collabora con quotidiano<br />
“Paese Roma”, il Quotidiano sociale, Mob<br />
Magazine e Blasting News giornale partecipativo,<br />
ed è inoltre il Direttore del semestrale<br />
cartaceo ‘La finestra sul Gran Sasso’,<br />
un <strong>magazine</strong> che parla di: tradizioni, arte,<br />
cultura, poesia e attualità. È scrittrice e poetessa,<br />
il suo ultimo libro di poesia è stato<br />
pubblicato in inglese e italiano, intitolato “Daylight” contenente poesie,<br />
racconti e riflessioni. Ha pubblicato, in collaborazione con Marco Sciame,<br />
la serie di fumetti “Human’s end” e, insieme a Nicola Magnolia, un saggio<br />
sul grande Go Nagai. A gennaio 2<strong>02</strong>1 ha pubblicato un libro di narrativa<br />
autobiografica in collaborazione con Salvatore Cafiero, edito da L’Erudita<br />
Edizioni di Giulio Perrone, intitolato “Phoenix-Il potere immenso della musica”.<br />
È responsabile unico dell’ufficio stampa ‘P.R. & Editoria’, agenzia di<br />
comunicazione e consulenza strategica per scrittori, case editrici e agenzie<br />
che opera a livello nazionale e ha sede a Roma, è anche l’ideatrice del<br />
Concorso Letterario Nazionale ‘FavolosaMente’. Collabora, inoltre, con<br />
diverse reti televisive che si occupano di diffondere libri. Da giugno 2<strong>02</strong>1 fa<br />
parte di un “Team di professioniste e imprenditrici” di eccellenze italiane,<br />
gruppo coadiuvato dalla Confederazione AEPI (Associazioni Europee di<br />
professionisti e Imprese), ed è cofondatrice del marchio ‘Sinapsi 180’ insieme<br />
alla prof.ssa Maura Ianni.<br />
LA FEROCIA CON IL PIZZO<br />
Poesie d’amore all’occorrenza<br />
di LISA DI GIOVANNI<br />
Illustrazioni di Stefania Diaferia<br />
Firenze, Dicembre 2<strong>02</strong>2<br />
Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />
Collana POESIA<br />
ISBN 9788831938723<br />
cm 14x21, copertina flessibile<br />
104 pagine<br />
Prezzo di copertina € 15 ,00<br />
Distribuito da LibroCo Italia Srl<br />
L’AMORE SENZA PIETÀ<br />
... all’occorrenza<br />
Poesie e pensieri di Lisa Di Giovanni<br />
In tutte le librerie, e sui principali shop online<br />
16 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO 2<strong>02</strong>3
LIBRO E PROFESSIONI<br />
LIBRO E PROFESSIONI<br />
AGENTE LETTERARIO<br />
LICENZA DI PUBBLICARE<br />
Riservata e professionale come e più di James Bond.<br />
Le sue armi segrete sono l’amore per il lavoro e l’etica.<br />
Iniziamo facendo un po’ di<br />
necessaria chiarezza: chi è<br />
l’Agente Letterario e in cosa<br />
consiste il suo lavoro?<br />
L’agente letterario è quel professionista<br />
che conosce bene<br />
il mercato editoriale e le linee<br />
editoriali delle varie case editrici,<br />
pertanto sa far incontrare<br />
le opere, in base al genere e ai<br />
contenuti, con gli editori che<br />
sarebbero più interessati a pubblicarle;<br />
inoltre ha le competenze<br />
per la negoziazione delle<br />
proposte contrattuali per una<br />
maggiore tutela degli interessi<br />
dell’autore e, in un secondo<br />
momento, ha l’autorizzazione<br />
a controllare il corretto adempimento<br />
del contratto da parte<br />
dell’editore.<br />
E adesso parliamo di BieMme<br />
servizi letterari. Quale carnet<br />
offre agli Autori e cosa differenzia<br />
la struttura da altre<br />
agenzie presenti sul territorio<br />
nazionale?<br />
Anche se spesso e volentieri<br />
chiamiamo l’agenzia “BieMme”<br />
in realtà il nome per esteso<br />
è BieMme servizi letterari e nel<br />
nome stesso è presente la proposta<br />
della mia attività. In BieMme<br />
io e i miei collaboratori<br />
siamo tutti chi editor chi grafici<br />
BieMme Servizi<br />
di Marcella Brianda.<br />
Un’Agenzia<br />
letteraria che va<br />
al di là delle normali<br />
aspettative.<br />
Un faro situato<br />
in Sardegna con la<br />
capacità di guidare<br />
gli Autori verso<br />
approdi sicuri<br />
nel difficile mare<br />
dell’editoria.<br />
Ma chi è veramente<br />
l’Agente letterario?<br />
e chi correttori di bozze, poi ci<br />
sono io che sono anche agente<br />
e rappresento gli autori presso<br />
gli Editori. Così configurata la<br />
mia agenzia propone una serie<br />
di servizi che spaziano dall’editing<br />
alla correzione di bozze al<br />
progetto grafico alla rappresentanza.<br />
Non credo che la BieMme<br />
in questo si differenzi in<br />
maniera particolare dalle altre<br />
agenzie, ci sono agenzie che<br />
come noi forniscono tutti questi<br />
servizi (e anche altri) e agenzie<br />
che invece si occupano solo di<br />
rappresentanza.<br />
Sicuramente un aspetto che ci<br />
contraddistingue, che io ho imposto<br />
come condizione necessaria,<br />
è che ogni libro che “esce”<br />
dalla BieMme per andare incontro<br />
agli Editori, e poi ai lettori,<br />
deve essere prima passato<br />
attraverso il nostro editing. Ma<br />
per spiegare il perché di questa<br />
scelta bisogna fare un’intervista<br />
a parte sull’editing e il rapporto<br />
scrittore – editor!<br />
Chi è Marcella Brianda e qual<br />
è la sua storia?<br />
Marcella Brianda è un’editor<br />
che proprio questa sera ha pianto<br />
perché ha finito di editare un<br />
libro dal contenuto profondo e<br />
grave; una persona altamente<br />
sensibile; un libro aperto ma<br />
decifrabile solo da chi sa leggere.<br />
E quanti sanno veramente<br />
leggere?<br />
La mia storia è contemporaneamente<br />
banale e straordinaria.<br />
Ho studiato al Liceo Classico,<br />
che ho amato tantissimo, poi ho<br />
preso una sbandata per il diritto,<br />
laureandomi in Giurisprudenza,<br />
facoltà che non ho amato tanto<br />
quanto gli studi alle superiori,<br />
ma che mi ha dato un bagaglio<br />
culturale fondamentale e determinante<br />
anche nel mio lavoro di<br />
agente. Quindi, una volta conseguita<br />
la laurea, sono tornata<br />
alla mia passione per le materie<br />
più strettamente umanistiche e<br />
la letteratura e mi sono proposta<br />
ad un noto editore locale.<br />
Presso la sua casa editrice ho<br />
imparato tutti i trucchi del mestiere<br />
di editor e copywriter e<br />
quando ero nel pieno di questa<br />
attività mi sono fatta travolgere<br />
dalla follia di mia sorella Beatrice<br />
(che dopo qualche tempo<br />
è entrata da tirocinante nella<br />
stessa casa editrice): “perché<br />
non apriamo un’agenzia letteraria?”.<br />
Credo di aver pensato<br />
che fosse completamente impazzita,<br />
poi ho aperto la BieMme<br />
e si è capito che la pazza<br />
sono io. La mia follia poi si è<br />
confermata quando ho rifiutato<br />
un posto fisso nella redazione<br />
di una notissima casa editrice<br />
perché la condizione era lasciare<br />
la BieMme. Ho da poco raggiunto<br />
la maggiore età: sono in<br />
editoria da 18 anni.<br />
Tre aggettivi per descrivere la tua<br />
Agenzia e la loro motivazione.<br />
Onesta.<br />
Entusiasta.<br />
Tenace.<br />
In BieMme siamo onesti, su<br />
questo non transigo. Attenzione!<br />
Non sto dicendo che non<br />
sbagliamo. Quello capita, ovviamente,<br />
ma ciò che non può<br />
capitare è che si facciano ingiustizie<br />
e carte false per ottenere<br />
una pubblicazione, una vittoria<br />
in qualche concorso letterario,<br />
o qualche agevolazione non dovuta.<br />
Non vedrete mai un’autrice<br />
o un autore della BieMme<br />
raggiungere dei buoni risultati<br />
per altre ragioni che non siano<br />
quella del merito.<br />
Entusiasta perché in BieMme<br />
siamo tutti, a partire da me, pieni<br />
di entusiasmo per quello che<br />
facciamo. Non mi risulta che ci<br />
sia qualcuno in agenzia, né tra<br />
gli editor, né tra gli scrittori, che<br />
non sia spinto ad andare avanti<br />
da un fortissimo entusiasmo,<br />
anche quando la vita propone<br />
dei percorsi spesso davvero impervi.<br />
Tenace: noi non ci arrendiamo<br />
mai. In questo forse trasmetto<br />
un po’ della mia testardaggine<br />
sarda anche agli autori e autrici<br />
non sardi! Se siamo convinti<br />
che un’opera sia di valore e meriti<br />
di essere pubblicata non ce<br />
lo facciamo dire di no! Magari<br />
accettiamo rispettosamente i no<br />
e le lungaggini, ma un sì prima<br />
o poi qualcuno ce lo deve dire,<br />
perché non possiamo permettere<br />
che dei messaggi e delle<br />
storie importanti come quelli<br />
che scrivono i nostri autori non<br />
arrivino ai lettori.<br />
Adesso uno sguardo sul panorama<br />
editoriale. Come vedi<br />
passato, presente e futuro<br />
dell’editoria italiana?<br />
Nel passato l’editoria italiana<br />
era un settore meno impenetrabile.<br />
Gli aiuti statali all’editoria<br />
consentivano agli editori<br />
maggiore raggio di azione, sia<br />
nell’accoglienza dei prodotti<br />
letterari che nell’organizzazione<br />
della struttura interna della<br />
casa editrice. E poi l’editoria<br />
italiana del passato poteva contare<br />
su un fatto non trascurabile:<br />
si leggeva molto di più. Ovviamente<br />
non era tutto rosa e fiori,<br />
ci mancherebbe, ma la mia<br />
sensazione è che fosse tutto un<br />
po’, un bel po’, più semplice e<br />
fattibile.<br />
Il presente dell’editoria risente<br />
della crisi economica, della<br />
pandemia poi non se ne parli<br />
e della crisi dei lettori che appunto<br />
non leggono. Pare che in<br />
Italia ci siano più scrittori che<br />
lettori: tutti scrivono e quasi<br />
nessuno legge. A fronte di tutto<br />
questo guardo con estrema<br />
18 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO 2<strong>02</strong>3 www.edizionijollyroger.it<br />
19
LIBRO E PROFESSIONI<br />
LIBRO E PROFESSIONI<br />
ammirazione la media e piccola<br />
editoria indipendente che<br />
resiste e va avanti, producendo<br />
ottima letteratura. In riferimento<br />
alla grande editoria anch’essa<br />
non naviga in buone acque.<br />
Immaginiamo che nelle grandi<br />
case editrici, le cosidette “Big”,<br />
ci siano 20 persone per ufficio,<br />
poi a ben guardare la realtà non<br />
è questa, il più delle volte le redazioni<br />
sono composte da tre<br />
o al massimo quattro persone,<br />
gli uffici stampa da una o due,<br />
e così via.<br />
Il futuro dell’editoria italiana e<br />
non solo lo vedo pieno di libri<br />
di scrittrici e scrittori della BieMme.<br />
(Se non fossi una folle sognatrice<br />
non potrei fare questo lavoro.)<br />
Quali sono le caratteristiche<br />
che cerchi in un Autore da rappresentare?<br />
Onestà e rispettosità, sempre.<br />
Contenuti carichi di significato<br />
e talento. Ma voglio fare una<br />
precisazione: per talento non<br />
intendo che debbano anche essere<br />
dei cultori del linguaggio e<br />
della sintassi. In quello possiamo<br />
fare un percorso insieme per<br />
colmare delle eventuali lacune.<br />
Per me il talento nella scrittura<br />
è la capacità di emozionare. Se<br />
mi sai far provare emozioni con<br />
quello che scrivi inizierai a vedere<br />
la porta aprirsi.<br />
E quali sono le caratteristiche<br />
che cerchi in un Editore?<br />
Onestà e rispettosità, sempre.<br />
E lo so che sembro un disco<br />
rotto! ma queste sono caratteristiche<br />
irrinunciabili per me.<br />
Nell’editore poi cerco: le capacità<br />
imprenditoriali, la capacità<br />
di appassionarsi alle opere che<br />
propongo come io stessa mi<br />
sono appassionata, la voglia<br />
di fare squadra, e poi l’empatia<br />
verso i miei scrittori. In<br />
quest’ultimo aspetto i migliori<br />
editori sono quelli che a loro<br />
volta scrivono e pubblicano le<br />
proprie opere.<br />
Ci sono dei generi sui quali lavori<br />
più volentieri e generi che<br />
non seguiresti mai?<br />
Mai dire mai nella vita ma in<br />
linea di massima non mi piace<br />
l’erotico.<br />
L’unico tipo di testo che non<br />
potrei curare è la manualistica<br />
matematica perché sono discalculica,<br />
per il resto, e a parte la<br />
premessa di prima sull’erotico,<br />
più c’è varietà più sono felice!<br />
Mi piace da matti lavorare su<br />
qualsiasi tipo di testo! Ma da<br />
matti proprio!<br />
poco conto, nel senso che in<br />
editoria potrebbero esser migliaia<br />
le occasioni per arrabbiarsi<br />
ma se la si prende così ci<br />
si ammala.<br />
Meglio ridurre le questioni<br />
all’essenziale e puntare all’obbiettivo.<br />
La più grande soddisfazione che<br />
il tuo lavoro ti ha regalato?<br />
La più grande soddisfazione la<br />
provo ogni volta che una persona<br />
con cui ho lavorato è felice<br />
del mio intervento e parlando<br />
del proprio libro lo chiama “il<br />
nostro libro”. Quello è un momento<br />
davvero intenso e che mi<br />
restituisce le motivazioni che<br />
occorrono per andare avanti in<br />
percorsi non facili.<br />
Progetti per il futuro?<br />
La felicità.<br />
Questa è l’unica cosa per ora<br />
non coperta da segreto che ti<br />
posso rivelare.<br />
Incontri un Genio taccagno e<br />
ti concede un solo desiderio.<br />
Cosa chiedi?<br />
Che mi conceda altri desideri!<br />
MARCELLA E IO<br />
La conoscenza con Marcella Brianda è davvero molto recente,<br />
ma in un certo senso è come se la conoscessi da sempre.<br />
E attenzione: questa non è una delle solite frasi fatte che si<br />
buttano là per riempire uno spazio vuoto o per ammantarsi<br />
di un’empatia spesso difficile da sostenere. Chi mi conosce<br />
sa come per me l’empatia sia una moneta rarissima, e che<br />
spesso la sostituisco con una educata disponibilità dietro alla<br />
quale occhieggia sempre un vaffanculo pronto a esplodere<br />
come un fuoco d’artificio... o uno schrapnel, che forse è un<br />
paragone più calzante.<br />
Ma con Marcella le cose sono andate diversamente. Forse<br />
perché pensiamo agli Autori nello stesso modo, prendendocene<br />
cura come se fossero una propaggine di noi stessi; forse<br />
perché rispettiamo i libri al punto tale da non pubblicarli<br />
quando ci rendiamo conto che sarebbe una decisione sbagliata,<br />
assumendoci tutte le responsabilità e sorbendoci le rampogne<br />
di chi si sente rifiutato. O forse perché, dato che abbiamo<br />
resistito per tanti anni in questo ambiente luciferino, atto a<br />
divorare le persone per poi restituirle al mondo in un modo<br />
tutt’altro che elegante, riconosciamo l’uno la scorza dell’altra<br />
e intravediamo sotto di essa ciò che veramente “move il sole<br />
e l’altre stelle”: l’amore per i libri.<br />
Fatto sta che si è venuta a creare una collaborazione quasi<br />
istintiva, il primo frutto della quale è in lavorazione e vedrà<br />
la luce tra pochissimo tempo, ma non voglio anticipare altro.<br />
Per concludere, proprio come me Marcella Brianda è una<br />
professionista, ma non vive il proprio lavoro come se fosse<br />
una condanna ai lavori forzati, anzi!<br />
Ed ecco il motivo per il quale, oltre alle foto “serie” che corredano<br />
l’articolo, ho deciso di inserire (piccole, così limitiamo i<br />
danni) quelle che più me la fanno apprezzare anche dal punto<br />
di vista umano, per le quali sicuramente verrò pesantemente<br />
insultato, ma va bene così!<br />
Cosa ti fa veramente infuriare<br />
professionalmente?<br />
Indovina?! La disonestà. E con<br />
me non si scappa, io la fiuto da<br />
lontano. Il resto sono cose di<br />
20 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO 2<strong>02</strong>3 www.edizionijollyroger.it<br />
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AUTORI JOLLY ROGER<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
IL PROCESSO AGLI UNTORI<br />
RACCONTATO DA STEFANO D’AURIA<br />
Una pandemia, quattro secoli fa, e il suo capro espiatorio.<br />
Corsi e ricorsi nell’opera d’esordio di un Autore illuminato<br />
La figura dell’untore<br />
e la Milano del 1600.<br />
All’ombra della<br />
grande pestilenza<br />
si snoda il romanzo<br />
dell’avvocato<br />
Stefano D’Auria,<br />
tra inquietanti<br />
similitudini con<br />
i giorni nostri<br />
e la ricerca<br />
di un colpevole<br />
a ogni costo.<br />
Un libro avvincente<br />
e basato su rigorose<br />
ricerche storiche.<br />
Chi è Stefano D’Auria, avvocato,<br />
scrittore e che altro? In quale<br />
ruolo ti senti più a tuo agio?<br />
Svolgo la professione di avvocato<br />
da circa 20 anni. Ho conseguito<br />
una specializzazione in<br />
Scienze Forensi subito dopo la<br />
laurea e, per qualche anno, ho<br />
collaborato attivamente con la<br />
cattedra di Criminologia presso<br />
la facoltà di Sociologia all’università<br />
degli studi “La Sapienza”<br />
di Roma - sostanzialmente<br />
provvedevo ad interrogare gli<br />
studenti nelle sedute d’esame e<br />
a scrivere articoli scientifici per<br />
riviste specializzate. Tra i miei<br />
hobby preferiti c’è sempre stata<br />
la lettura con una predilezione<br />
per i romanzi, soprattutto per<br />
quelli storici o comunque tratti<br />
da storie vere. La pandemia da<br />
Covid-19 mi ha dato l’occasione<br />
e fornito nello stesso tempo<br />
l’ispirazione per passare la linea<br />
di confine posta tra l’appassionato<br />
lettore e lo scrittore.<br />
La scrittura creativa è molto diversa<br />
da quella scientifica – nel<br />
primo caso l’autore ha sicuramente<br />
una maggiore libertà di<br />
manovra e nello stesso tempo ha<br />
la possibilità di raggiungere un<br />
numero di lettori notevolmente<br />
più ampio. Il mio libro “Il romanzo<br />
del Processo agli untori”<br />
è essenzialmente un romanzo<br />
però con frequenti parentesi<br />
di carattere saggistico, con una<br />
scrittura, quindi, che si avvicina<br />
molto a quella scientifica da<br />
me già adottata nei miei articoli<br />
in materia di Diritto e Criminologia.<br />
Mi trovo a mio agio sia<br />
nella professione forense, che<br />
comunque è una fonte di sostentamento<br />
per me e per la mia<br />
famiglia, sia in quella di scrittore<br />
che al momento rappresenta<br />
una novità con tratti pertanto<br />
maggiormente stimolanti. In<br />
ogni caso non va dimenticato<br />
che il mio è un romanzo di un<br />
processo dal quale emerge con<br />
evidenza una stretta correlazione<br />
tra queste due ruoli.<br />
Il tuo libro d’esordio “Il romanzo<br />
del processo agli untori” è<br />
avvincente e al tempo stesso<br />
molto curato dal punto di vista<br />
della ricerca storica. Da dove<br />
origina la scintilla che ti ha fatto<br />
scegliere proprio il periodo<br />
della peste a Milano?<br />
Ho scelto di raccontare proprio<br />
la peste di Milano del 1630 per<br />
una serie di motivazioni. Qualche<br />
anno fa in edicola un importante<br />
quotidiano nazionale<br />
stava facendo uscire in allegato<br />
settimanale una collezione<br />
di piccoli saggi, a mio avviso<br />
davvero ben fatta, sui processi<br />
più importanti che sono stati<br />
celebrati nel corso della storia.<br />
All’inizio del 2<strong>02</strong>0 ne è uscito<br />
uno sul Processo agli untori<br />
– qualche settimana dopo il<br />
Paese è andato in lockdown. I<br />
Tribunali sono stati chiusi e ho<br />
iniziato ad avere molto tempo<br />
a disposizione. La mattina ero<br />
occupato nell’attività di giardinaggio<br />
per aiutare mia suocera<br />
e il pomeriggio ero libero. Ho<br />
iniziato subito a scorgere varie<br />
attinenze tra la situazione che<br />
stavamo vivendo e la peste milanese<br />
– per di più, proprio alla<br />
peste milanese era stato dato<br />
ampio risalto nella letteratura.<br />
Manzoni, nel suo celeberrimo<br />
capolavoro “I promessi sposi”,<br />
ne aveva parlato ampiamente<br />
vedendo nella stessa una sorta<br />
di segno della Provvidenza<br />
per porre rimedio a una serie<br />
di ingiustizie terrene. Lontani<br />
ricordi liceali mi hanno fatto<br />
ritornare in mente che il grande<br />
scrittore si era occupato in<br />
maniera specifica anche del<br />
Processo agli untori dedicandogli<br />
dei capitoli ne “I promessi<br />
sposi” – capitoli molto spesso<br />
trattati sommariamente (e oggi<br />
dico anche ingiustamente) dai<br />
professori che ne ravvisavano<br />
quasi esclusivamente un rallentamento<br />
nelle vicende di Renzo<br />
e Lucia. Nel piccolo saggio di<br />
cui sopra acquistato in edicola<br />
erano indicati una serie di<br />
testi per tutti coloro che erano<br />
interessati ad approfondire l’argomento<br />
– ho iniziato quindi<br />
a reperirli, cosa non semplice<br />
dato che potevano essere trovati<br />
solo su alcuni siti Internet<br />
dove venivano messi a disposizione<br />
libri da anni ormai fuori<br />
catalogo. Ho iniziato così a studiare<br />
più in profondità questo<br />
particolare processo e con altrettanta<br />
attenzione lo scenario<br />
storico in cui è stato celebrato.<br />
La scintilla finale che mi ha indotto<br />
a raccontare questa storia<br />
è stata l’assenza di un romanzo<br />
che la raccontasse – vi erano diversi<br />
e validissimi saggi dedicati<br />
all’argomento ma incredibilmente<br />
nessun romanzo. Una<br />
storia tanto crudele – e nello<br />
stesso tempo caratterizzata da<br />
tanti episodi esilaranti – andava<br />
diffusa sotto forma di racconto.<br />
Avrebbe in tal modo potuto<br />
raggiungere un pubblico di lettori<br />
notevolmente più ampio,<br />
non limitandosi all’ambito dei<br />
giuristi e degli storici.<br />
Le attinenze tra l’epidemia<br />
del XVII secolo e quella dalla<br />
quale ancora non siamo usciti<br />
sono evidenti, ma quali sono,<br />
secondo te, le principali similitudini?<br />
La pandemia da Covid-19 -<br />
dalla quale non si è ancora definitivamente<br />
usciti e della quale,<br />
affinché possa rappresentare<br />
solo un ricordo, dovrà trascorrere<br />
ancora molto tempo – costituisce<br />
un evento di fondamentale<br />
importanza nella storia<br />
dell’umanità. Forse addirittura<br />
una sorta di spartiacque storico<br />
– un avvenimento che gli<br />
storiografi possono adottare per<br />
separare due ere storiche. Forse<br />
non inferiore alla scoperta<br />
dell’America e alla Rivoluzio-<br />
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AUTORI JOLLY ROGER<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
ne francese - non è comunque<br />
questa la sede per approfondire<br />
questo discorso. Le analogie<br />
con la peste milanese del 1630<br />
sono tante. Forse è meglio partire<br />
dalle differenze. La differenza<br />
basilare è quella che il<br />
Covid-19 ha interessato un’area<br />
geografica notevolmente più<br />
estesa – e questa è probabilmente<br />
una conseguenza della<br />
globalizzazione la quale fa sì<br />
che un evento locale si diffonda<br />
con notevole velocità e intensità<br />
sino ad interessare gran parte<br />
del pianeta. Le similitudini<br />
sono davvero tante. Entrambe<br />
sono state causa di un elevato<br />
numero di morti e di un intenso<br />
clima di paura che ha interessato<br />
soprattutto la fase iniziale di<br />
entrambe le epidemie. A Milano<br />
in quei mesi tanti contagiati<br />
venivano improvvisamente<br />
strappati ai loro affetti e trasferiti<br />
sine die nei lazzaretti – lo<br />
stesso è avvenuto con il Covid-19<br />
dove sono stati isolati<br />
e/o ricoverati in ospedali, a volte<br />
persino nelle sale di terapia<br />
intensiva. Il sovraffollamento<br />
negli ospedali oggi è stata fonte<br />
di grande preoccupazione per<br />
le autorità così come lo è stata<br />
quella nei lazzaretti. Nel XVII<br />
secolo si parlava di quarantena<br />
generale e di bollette di sanità<br />
per spostarsi da una zona a<br />
un’altra, attualmente invece di<br />
lockdown e di autocertificazioni<br />
(successivamente di Greenpass)<br />
– si tratta, però, di differenze<br />
terminologiche che non<br />
hanno alcunché di sostanziale.<br />
Con il Covid ci sono ancora<br />
ferventi negazionisti così come<br />
nella Milano del 1630 vi erano<br />
gli antipestisti. La similitudine<br />
maggiore e più interessante l’ho<br />
ravvisata nel modus operandi di<br />
entrambi i governi: il continuo<br />
bisogno di contemperare le esigenze<br />
sanitarie e di sicurezza<br />
con conseguente chiusura delle<br />
attività commerciali e non solo<br />
con la necessità di non paralizzare<br />
l’economia del Paese.<br />
Cosa ha portato, nel 1600, alla<br />
creazione della figura dell’Untore?<br />
E perché si è sentito il bisogno<br />
di porre sulla scena un<br />
simile personaggio?<br />
All’epoca la causa principe, e<br />
forse unica, della diffusione nel<br />
morbo pestifero veniva attribuita<br />
alla figura dell’untore. E questa<br />
è una caratteristica specifica<br />
della peste milanese del 1630.<br />
Costoro erano degli uomini<br />
scellerati che andavano diffondendo<br />
il male. Sulle motivazioni<br />
alla base di queste loro atroci<br />
azioni si erano formate opinioni<br />
diverse: alcuni li ritenevano<br />
agenti di potenze straniere con<br />
l’intento di distruggere il Ducato<br />
di Milano, per altri erano<br />
emissari alle dirette dipendenze<br />
del demonio, per altri ancora<br />
erano dei malati di mente o persone<br />
mosse dall’unica intenzione<br />
di fare degli scherzi. Anche<br />
le persone maggiormente colte<br />
a agiate del tempo identificavano<br />
nell’untore la causa principale<br />
della propagazione della<br />
peste. Del resto, un validissimo<br />
complice di questa diffusissima<br />
credenza andava ravvisato<br />
nell’allora scarsità di conoscenze<br />
scientifiche in grado di<br />
fornire valide spiegazioni sulle<br />
reali motivazioni dell’espandersi<br />
dell’epidemia. Ad isolare<br />
il c.d. bacillo di Kitasato che<br />
sorge e prolifera nella sporcizia<br />
– vero agente della contaminazione<br />
pestifera – si è pervenuti<br />
solo nel 1895, ben due secoli e<br />
mezzo dopo i fatti de quibus.<br />
Oggi la storiografia sulla reale<br />
esistenza degli untori è divisa.<br />
Ovviamente non si dibatte<br />
sull’effettiva causa di diffusione<br />
della peste – questa va attribuita<br />
senza ombra di dubbio al<br />
bacillo di cui sopra. La maggior<br />
parte degli storici comunque ritiene<br />
che esistevano davvero<br />
questi uomini che credevano<br />
di diffondere la peste con i loro<br />
unguenti e polveri.<br />
La figura dell’untore ha comunque<br />
rappresentato un capro<br />
espiatorio per il Governo del<br />
Ducato e soprattutto per i suoi<br />
tanti errori posti in essere nella<br />
gestione dell’epidemia. Sin<br />
dagli inizi (novembre 1629)<br />
vengono attuate le prime mosse<br />
inappropriate. La strategia<br />
adottata dalle autorità ospedaliere<br />
e cittadine è caratterizzata<br />
dal c.d. “silenzio cautelare”:<br />
costoro per “coprire” la loro<br />
inoperosità e le loro inefficienze<br />
vanno piuttosto a “coprire”<br />
il morbo. Parallelamente vi è<br />
stata la sostanziale assenza del<br />
governo di vertice del Ducato,<br />
maggiormente preoccupato<br />
dalla guerra di successione di<br />
Mantova e del Monferrato e<br />
dai risvolti politico-economici<br />
della stessa. In questo scenario<br />
identificare nell’untore l’unica<br />
causa di spargimento dell’epidemia<br />
pestifera rappresentava<br />
un ottimo alibi per tanti.<br />
Nel libro compaiono stralci<br />
processuali molto ampi del resoconto<br />
originale. Ci vuoi rac-<br />
contare le fasi della tua ricerca?<br />
Nel momento in cui ho trovato<br />
e acquistato i saggi di approfondimento<br />
riguardo il processo in<br />
esame ho iniziato a leggerli e a<br />
studiarli. Un testo imprescindibile<br />
in tal senso è stato Atti del<br />
processo agli untori. Ricostruzione<br />
e trascrizione integrale,<br />
cronologia note esplicative e filologiche<br />
di Giuseppe Farinelli<br />
– esso riproduce integralmente<br />
gli atti del Processo agli untori.<br />
Ho preferito quindi incominciare<br />
leggendo i verbali degli interrogatori<br />
e gli atti del processo<br />
– per la verità si tratta di una<br />
documentazione molto ampia in<br />
una lingua che è quella del Ducato<br />
di Milano del Seicento un<br />
po’ diversa dall’italiano in uso<br />
oggi. Pertanto mi sono servito<br />
de Il processo degli untori nella<br />
peste del 1630 di Piero Clini di<br />
grande aiuto nell’individuazione<br />
delle parti più rilevanti del<br />
processo e nella “traduzione”<br />
Stefano D’Auria.<br />
Nasce a Formia nel 1970.<br />
Laureatosi in Giurisprudenza presso l’università<br />
degli studi di Roma “La Sapienza”, nel 2004<br />
consegue il Master Universitario di II livello in<br />
“Scienze forensi”presso il Dipartimento di scienze<br />
psichiatriche e medicina psicologica discutendo<br />
la tesi dal titolo “Waco e il problema delle<br />
sette nel mondo contemporaneo”. Dal 2003 al<br />
2007 collabora con la cattedra di Criminologia<br />
presso la facoltà di sociologia de “La Sapienza”<br />
(Roma). Ha al suo attivo la pubblicazione di numerosi<br />
articoli su riviste specializzate in diritto e<br />
in criminologia.<br />
Attualmente svolge la professione forense principalmente<br />
presso il Foro di Cassino.<br />
“Il romanzo del processo agli untori” è la sua<br />
Opera d’esordio.<br />
dei verbali. Nel frattempo ho<br />
ritenuto opportuna una conoscenza<br />
più specifica dello scenario<br />
storico-politico nel quale<br />
si muovevano i personaggi del<br />
futuro romanzo – ho consultato<br />
quindi dei manuali di storia<br />
delle scuole superiori oltre ad<br />
articoli in punto scaricati da Internet.<br />
Successivamente ho iniziato a<br />
comprendere che - senza una<br />
conoscenza più profonda dei<br />
meccanismi del processo penale<br />
inquisitorio vigente al tempo<br />
e del ruolo dei giudici e della<br />
difesa al suo interno - mi sarebbe<br />
stato impossibile proseguire<br />
nella ricerca così come nella<br />
stesura di un romanzo sull’argomento.<br />
È stata indispensabile<br />
pertanto un’attenta lettura de<br />
La fabbrica della peste del Prof.<br />
Franco Cordero.<br />
Ho dato quindi il via al racconto<br />
continuando a raccogliere e<br />
studiare articoli specialistici<br />
sull’argomento.<br />
La tortura come mezzo per ottenere<br />
la verità: drammatica<br />
necessità o aberrazione?<br />
La tortura non può essere considerata<br />
un quid separato dal<br />
processo inquisitorio. Ovviamente<br />
mi sto riferendo alla<br />
versione “arcaica” vigente nel<br />
XVII secolo – va fatta questa<br />
precisazione in quanto esso, nei<br />
suoi tratti fondamentali, è stato<br />
applicato in Italia sino alla riforma<br />
Vassalli (1988). La tortura<br />
costituisce un cardine fondamentale<br />
del rito inquisitorio<br />
e un mezzo molto efficace per<br />
ottenere notevoli risultati. Nessun<br />
altro strumento era in grado<br />
di condurre alla condanna di un<br />
numero tanto alto di imputati<br />
e, soprattutto, di ottenere una<br />
grandissima quantità di informazioni<br />
riguardo nomi, tempi,<br />
luoghi, modi,, ecc.. Va detto<br />
che delle storture erano comunque<br />
all’ordine del giorno: l’individuo<br />
sottoposto ai tormenti<br />
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AUTORI JOLLY ROGER<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
era indotto a parlare e molto<br />
spesso, pur di far cessare prima<br />
possibile queste indicibili sofferenze,<br />
tendeva ad inventare<br />
delitti inesistenti e, cosa ancor<br />
più grave, ad accusare persone<br />
del tutto innocenti.<br />
Più che di una drammatica<br />
necessità essa va considerata<br />
come un’aberrazione tenuto<br />
conto della crudeltà e della disumanità<br />
che ne derivava dalla<br />
sua applicazione. Cosa ancor<br />
più sconcertante è che essa non<br />
costituisce un ricordo dei tempi<br />
passati - attualmente, in molti<br />
regimi autoritari, soprattutto in<br />
quelli teocratici, essa trova ancora<br />
notevole applicazione. Tali<br />
pratiche, palesemente aberranti,<br />
non possono essere tollerate nel<br />
terzo millennio dove i diritti civili<br />
costituiscono una premessa<br />
imprescindibile e basilare<br />
nelle società democratiche ed<br />
evolute.<br />
Oggi con cosa sono stati sostituiti<br />
i sistemi inquisitori del<br />
1600?<br />
I sistemi inquisitori del Seicento<br />
– seppur soprattutto dopo<br />
l’Illuminismo e l’ancien régime<br />
siano stato liberati dalla tortura<br />
e dalle altre connotazioni più<br />
crudeli – sono sopravvissuti<br />
per secoli. Pressocché sconosciuto<br />
nei sistemi di common<br />
law il rito inquisitorio ha trovato<br />
grande applicazione in quelli<br />
di civil law. In Italia esso è stato<br />
in uso sino alla fine degli anni<br />
Ottanta. Nel 1989, con l’entrata<br />
in vigore del codice di procedura<br />
penale ispirato a un modello<br />
tendenzialmente accusatorio,<br />
la cultura che aveva generato<br />
e sostenuto il rito inquisitorio<br />
di stampo autoritario ha subito<br />
una battuta d’arresto. Le nuove<br />
regole processuali erano, infatti,<br />
frutto di una stagione in cui<br />
ideali liberali e democratici in<br />
materia di giustizia avevano<br />
trovato fecondo terreno nella<br />
società e nella cultura. Si è incominciato<br />
a considerare superato<br />
e dannoso per l’accertamento<br />
della verità processuale un sistema<br />
che affidava al P.M. o al<br />
Giudice Istruttore il monopolio<br />
della prova che, poi, transitava<br />
a dibattimento sostanzialmente<br />
immodificabile, senza che<br />
la difesa potesse effettivamente<br />
incidere su di un prodotto<br />
preconfezionato. Il nuovo rito<br />
accusatorio (anche se non si<br />
trattava di un accusatorio puro)<br />
mutava queste regole: le indagini<br />
svolte dal P.M. dovevano<br />
essere limitate nel tempo e funzionali<br />
alla mera raccolta di elementi<br />
– e non prove – per verificare<br />
la sostenibilità dell’accusa<br />
in un eventuale dibattimento,<br />
dove le parti, nel contraddittorio,<br />
avrebbero effettivamente<br />
partecipato alla formazione<br />
della prova. Il contraddittorio,<br />
dunque, veniva eletto, a ragione,<br />
come il metodo scientifico<br />
più affidabile per evitare errori<br />
e rendere giustizia.<br />
Senza addentrarsi troppo<br />
nell’argomento perché si entrerebbe<br />
troppo nel tecnico va detto<br />
che, seppur innegabilmente<br />
siano stati fatti dei progressi<br />
rispetto alla vigenza dell’inquisitorio,<br />
molto resta ancora da<br />
fare per addivenire ad un rito<br />
che sia garantista il più possibile<br />
per gli indagati/imputati ma<br />
che nello stesso tempo punisca<br />
con decisione gli autori dei delitti<br />
più gravi.<br />
Le presentazioni de libro “Il romanzo<br />
del processo agli untori”<br />
generano crediti formativi per<br />
la categoria degli avvocati. Ti<br />
aspettavi un simile risultato?<br />
Mi fa molto piacere che le presentazioni<br />
del mio romanzo<br />
generino crediti formativi per<br />
la categoria forense. Questo<br />
non solo perché gli scrittori<br />
sono tutti un po’ narcisi. Ma<br />
proprio perché è bene porre in<br />
evidenza i progressi giuridici<br />
che sono stati fatti nel tempo<br />
nella direzione di un maggiore<br />
garantismo. Ciò può indurre ad<br />
un maggior impegno per cercare<br />
di addivenire ad un sistema<br />
giudiziario quanto più giusto<br />
possibile. Dibattere a proposito<br />
di un romanzo, invece che su<br />
un testo tecnico decisamente<br />
più pesante, può condurre a risultati<br />
pratici più tangibili.<br />
Qualche giorno fa una<br />
collega che fa parte del Consiglio<br />
dell’Ordine degli Avvocati<br />
al quale appartengo mi diceva<br />
che la maggior parte degli avvocati<br />
non sono grandi lettori.<br />
Penso che questo sia dovuto al<br />
fatto che occupano tanto tempo<br />
nel leggere gli atti e dei provvedimenti<br />
dei giudici che preferiscono<br />
passare il loro tempo<br />
libero con hobby diversi dalla<br />
lettura.<br />
Mi aspetto comunque in futuro<br />
un’intensa partecipazione da<br />
parte dei colleghi ai miei incontri.<br />
Pensi che l’ambiente scolastico<br />
possa essere coinvolto da attività<br />
incentrate sul tuo libro? E<br />
perché.<br />
Sto provando a portare “Il romanzo<br />
del Processo agli untori”<br />
nelle scuole. Questo proposito<br />
mi è stato rafforzato anche<br />
dal collega Presidente dell’Ordine<br />
che ha partecipato come<br />
relatore al mio ultimo incontro.<br />
Ritengo le presentazioni nelle<br />
scuole superiori ancor più importanti<br />
di quelle effettuate per<br />
conferire crediti agli avvocati.<br />
La spiegazione di ciò è molto<br />
semplice. Tanti ragazzi credono<br />
che i diritti fondamentali<br />
della persona rappresentino un<br />
qualcosa di connaturato nelle<br />
società umane. Bisogna invece<br />
quanto più renderli edotti che<br />
l’affermazione dei diritti de quibus<br />
è stata il frutto di progressi<br />
nella conoscenza e di battaglie<br />
che hanno comportato sacrifici<br />
altissimi.<br />
L’Illuminismo andrebbe studiato<br />
nelle scuole in maniera ancora<br />
più profonda. Si è trattato<br />
di un movimento che ha indotto<br />
una rivoluzione culturale senza<br />
precedenti nella storia dell’umanità.<br />
Soprattutto dovrebbe essere<br />
approfondito lo studio<br />
dell’illuminismo giuridico – in<br />
nessun altro settore, a mio avviso,<br />
i mutamenti scaturiti dal<br />
movimento de quo sono stati<br />
più importanti e concreti come<br />
in quello giuridico e i giuristi<br />
italiani hanno avuto in esso un<br />
ruolo fondamentale. Il Beccaria<br />
ravvisava nel rito inquisitorio<br />
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una distorsione estremamente<br />
pericolosa caratterizzata dal cumulo<br />
nella stessa persona delle<br />
funzioni inquirenti con quelle<br />
giudicanti. Altrettanto importante<br />
è stato il contributo di letterati<br />
e filosofi del tempo quali<br />
il Filangieri, il Voltaire, il Montesquieu,<br />
ecc.. Il Processo agli<br />
untori per i giuristi illuministi<br />
ha rappresentato un evento importantissimo<br />
per criticare i sistemi<br />
inquisitori e autoritari del<br />
tempo – basti pensare che due<br />
illuministi d’eccezione, Pietro<br />
Verri e Alessandro Manzoni, vi<br />
hanno dedicato studi specifici<br />
rispettivamente nelle Osservazioni<br />
sulla tortura e nella Storia<br />
della colonna infame.<br />
Per tali ragioni ritengo<br />
molto importante portare il mio<br />
romanzo nelle scuole superiori<br />
– potrebbe essere un’ottima occasione,<br />
tra l’altro, per spiegare<br />
agli studenti quanto sia importante<br />
adoperarsi per sistemi sociali,<br />
politici e giuridici sempre<br />
migliori e più giusti.<br />
Quali sono i tuoi prossimi progetti<br />
in campo letterario?<br />
Ho sicuramente dei progetti<br />
per il futuro in campo letterario.<br />
Non sono facilmente realizzabili<br />
perché devo trovare<br />
il tempo – cosa tutt’altro che<br />
semplice – per attuarli. Mi piace<br />
pensare che “Il romanzo del<br />
Processo agli untori” possa rappresentare<br />
l’inizio di un nuovo<br />
genere romanzesco che è quello<br />
del legal thriller storico. Sono<br />
appassionato di legal thriller,<br />
anche perché trattano temi vicini<br />
alla mia professione. Leggo<br />
molto volentieri i libri di John<br />
Grisham e Scott Turow. Non<br />
disdegno neanche il noir italiano.<br />
Esporre sotto forma di romanzo<br />
un processo realmente<br />
avvenuto, restando quanto più<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
possibile fedeli alla realtà, potrebbe<br />
rappresentare una novità<br />
e un’attrattiva per i lettori. Se<br />
poi si riesce ad agganciarlo a<br />
tematiche attuali, ecco che il libro<br />
può essere presentato nelle<br />
scuole e nelle università, oltre<br />
a generare crediti formativi per<br />
categorie di professionisti.<br />
Per il momento, però, preferisco<br />
concentrarmi su Il romanzo<br />
del Processo agli untori.<br />
La domanda di rito: incontri<br />
un genio taccagno che ti concede<br />
un solo desiderio. Cosa<br />
gli chiedi?<br />
Sono molto più sintetico rispetto<br />
alle altre domande. Gli chiederei<br />
di poter realizzare qualcosa<br />
di veramente buono per<br />
me, per le persone a me vicine<br />
e anche per tutti gli altri che lo<br />
meritino.<br />
Grazie. A presto.<br />
LA PANDEMIA<br />
... QUATTRO SECOLI FA<br />
IL ROMANZO<br />
DEL PROCESSO AGLI UNTORI<br />
il diffondersi delle epidemie può condurre<br />
a un obnubilamento della ragione<br />
di STEFANO D’AURIA<br />
Illustrazioni di David Vecchiariello<br />
Firenze, Gennaio 2<strong>02</strong>2<br />
Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />
Collana ROMANZO STORICO<br />
ISBN 9788831938624<br />
cm 14x21, copertina flessibile<br />
304 pagine<br />
Prezzo di copertina € 17 ,00<br />
Distribuito da LibroCo Italia Srl<br />
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28 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO 2<strong>02</strong>3
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