Il Codice della Verità Rivelazioni Finali
Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.
Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.
mare, fossero i soldati addestrati alla guerra, mentre i nobili e iprincipi si tenessero sulla retrovia e fossero, quindi, gli ultimi aentrare. Per questo motivo, quando il mare si chiuse dietro di loro,essi erano ancora vicini alla costa, ossia a Nuweiba.Wyatt inoltre ritrovò sul fondo marino ossa equine e umane.Uno dei reperti rilevati da Bill FreyNel dicembre del 1998 iricercatori Bill Frey e Ron Wyatt, accompagnati da altre ottopersone, si recarono a Nuweiba per un’ulteriore immersione nelleacque in cui in passato lo stesso Wyatt aveva trovato i reperti di cuisopra. Frey e un collega si immersero e ben presto trovarono ilperno di un carro a una profondità di circa sessanta centimetri sottoil fondo marino, a cui era ancora attaccata una ruota a sei raggi;entrambi erano ricoperti di coralli. Per accertarsi che si trattasseeffettivamente di residui di carri e non di semplici coralli, utilizzaronoun rilevatore di metalli che emise segnali positivi in tutti i casi,provando che i coralli coprivano materiali di questo genere.Gli altri ricercatori rilevarono ulteriori ruote e persino telai di carri.Ciò che più li sorprese, tuttavia, fu il rilevamento di ossa umane, inparte sparpagliate qua e là e in parte raggruppate, racchiuseall’interno di coralli.183
A destra l'osso di un arto inferiore umano ricoperto di coralli,esaminato all'università di Stoccolma. Fu attribuito a un uomodell'altezza di circa un metro e sessanta. A sinistra un altro ossodello stesso genere, a titolo comparativo.Un osso ritrovato CostoleumaneNel maggio del 2000 furono effettuate ulteriori immersioni da gruppidi ricerca guidati dal norvegese Mark Krassberg e da altri notiricercatori, fra i quali l’australiano Ron Peterson, la svedese ViokaFonten, i britannici Michael Redman e Aron San e il norvegese ThorLarsen. Fra loro si trovava anche il dott. Lanert Mullar, chedisponeva di una sofisticata macchina fotografica subacquea,dotata di un telecomando. Egli si unì al gruppo, insieme ad altri184
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mare, fossero i soldati addestrati alla guerra, mentre i nobili e i
principi si tenessero sulla retrovia e fossero, quindi, gli ultimi a
entrare. Per questo motivo, quando il mare si chiuse dietro di loro,
essi erano ancora vicini alla costa, ossia a Nuweiba.
Wyatt inoltre ritrovò sul fondo marino ossa equine e umane.
Uno dei reperti rilevati da Bill FreyNel dicembre del 1998 i
ricercatori Bill Frey e Ron Wyatt, accompagnati da altre otto
persone, si recarono a Nuweiba per un’ulteriore immersione nelle
acque in cui in passato lo stesso Wyatt aveva trovato i reperti di cui
sopra. Frey e un collega si immersero e ben presto trovarono il
perno di un carro a una profondità di circa sessanta centimetri sotto
il fondo marino, a cui era ancora attaccata una ruota a sei raggi;
entrambi erano ricoperti di coralli. Per accertarsi che si trattasse
effettivamente di residui di carri e non di semplici coralli, utilizzarono
un rilevatore di metalli che emise segnali positivi in tutti i casi,
provando che i coralli coprivano materiali di questo genere.
Gli altri ricercatori rilevarono ulteriori ruote e persino telai di carri.
Ciò che più li sorprese, tuttavia, fu il rilevamento di ossa umane, in
parte sparpagliate qua e là e in parte raggruppate, racchiuse
all’interno di coralli.
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