Il Codice della Verità Rivelazioni Finali
Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.
Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.
suo confine, per Hashèm, e sarà un segno e una testimonianza peril Dio delle Schiere in terra d’Egitto (19, 19).Le ruote dei carriDa quanto esposto, emerge che gli ebrei attraversarono il MarRosso partendo dalla spiaggia di Nuweiba e raggiungendo quellache si trovava di fronte, nell’attuale Arabia Saudita, che all’epoca, inbase a tutte le mappe antiche, corrispondeva alla terra di Midyàn.I figli di Israele entrarono nel mare, all’asciutto, e l’acqua faceva loroda muro alla loro destra e alla loro sinistra. Gli egizi – tutti i cavalli diPar’ò, i suoi cocchi e i suoi cavalieri - [li] inseguirono andando lorodietro fin dentro il mare. E fu all’alba, che Hashèm scrutòl’accampamento egizio [per distruggerlo] con una colonna di fumo euna nube, scompigliando l’accampamento degli egizi. Staccò leruote dei loro cocchi e lo trattò con durezza. Gli egiziani dissero:«Fuggiamo da Israele, poiché Hashèm combatte per loro contro gliegizi!» (Shemòt 14, 22-25).Nel 1978, un ricercatore di nome Ron Wyatt (uno dei più noti nelcampo) si immerse nell’area in cui, in base a quanto esposto sopra,avvenne l’Apertura del Mare, ossia nella parte meridionale dellaspiaggia di Nuweiba. Vi trovò dei resti di carri ormai ricoperti da unospesso strato di corallo, che ne aveva consentito la preservazionenel corso dei millenni.181
Una delle ruote d'oro ritrovate da Ron Wyatt, rimaste quasi intatte inquanto i coralli si attaccano difficilmente a questo materiale.Sul fondo del mare furono poi ritrovate ruote a quattro, sei e ottoraggi. Wyatt riuscì a portare in superficie il perno di un carro a cuierano attaccati otto raggi di ruota. Lo portò al Cairo a farloesaminare dal professor Nassif Muhammad Hassan, direttore delreparto di ricerca sulle antichità.In seguito a un rapido esame, Hassan informò Wyatt del fatto che ilreperto risaliva alla XVIII dinastia egizia, che corrisponde a quellache sottopose il popolo ebraico alla schiavitù.E’ interessante notare che furono ritrovati residui di carri d’oro sullasponda egiziana del golfo, ossia a Nuweiba, il punto cioè in cuiebbe inizio l’attraversamento del mare. Questo genere di carriveniva utilizzato nelle cerimonie e apparteneva alle caste più altedella società dell’antico Egitto. Non erano adatti alle battaglie comegli altri, fatto che rende comprensibile il luogo in cui furono ritrovati:infatti, è logico che in capo all’esercito, ossia i primi ad entrare nel182
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Una delle ruote d'oro ritrovate da Ron Wyatt, rimaste quasi intatte in
quanto i coralli si attaccano difficilmente a questo materiale.
Sul fondo del mare furono poi ritrovate ruote a quattro, sei e otto
raggi. Wyatt riuscì a portare in superficie il perno di un carro a cui
erano attaccati otto raggi di ruota. Lo portò al Cairo a farlo
esaminare dal professor Nassif Muhammad Hassan, direttore del
reparto di ricerca sulle antichità.
In seguito a un rapido esame, Hassan informò Wyatt del fatto che il
reperto risaliva alla XVIII dinastia egizia, che corrisponde a quella
che sottopose il popolo ebraico alla schiavitù.
E’ interessante notare che furono ritrovati residui di carri d’oro sulla
sponda egiziana del golfo, ossia a Nuweiba, il punto cioè in cui
ebbe inizio l’attraversamento del mare. Questo genere di carri
veniva utilizzato nelle cerimonie e apparteneva alle caste più alte
della società dell’antico Egitto. Non erano adatti alle battaglie come
gli altri, fatto che rende comprensibile il luogo in cui furono ritrovati:
infatti, è logico che in capo all’esercito, ossia i primi ad entrare nel
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