Il Codice della Verità Rivelazioni Finali
Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.
Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.
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Secondo l’analisi un sangue con una stranissima peculiarità. Invece
di 46 cromosomi ne aveva solo 24 di cui 22 autosomi e un
cromosoma x e un cromosoma y. Quindi, secondo Wyatt, doveva
essere per forza essere sangue di un uomo che non aveva avuto
padre umano. Ritenne così che si trattasse del sangue di Gesù
Cristo. Che per un vero e proprio miracolo era colato dalla croce
sull’Arca.
Ricapitolando.
L’arca si trovava nascosta in una grotta proprio sotto il Golgota in
prossimità della tomba dove sarebbe stato sepolto il corpo di Gesù.
Al momento della morte di Cristo la terra avrebbe tremato
squarciandosi. In questo modo il sangue sarebbe potuto colare
dalla ferita del costato, prodotta dalla Lancia di Longino, prima
lungo tutta la lunghezza del legno della croce, poi attraverso la
fenditura della roccia nella terra fino a depositarsi sull’Arca.
Ora, nessuno ha sottolineato l’importanza simbolica di questo
ritrovamento. La scoperta di Wyatt è rimasta inascoltata.
Se effettivamente il sangue di Cristo fosse colato sull’Arca
dell’Alleanza ciò andrebbe interpretato come un vero e proprio
miracolo: il sangue di Cristo rappresenta il frutto della Nuova
Alleanza tra Dio e gli uomini, Alleanza che si ottiene proprio tramite
il sacrificio di Gesù. Il sangue che cola sull’Arca – che lo ricordiamo
è il simbolo della Vecchia Alleanza – avrebbe segnato il passaggio
supremo dalla Vecchia alla Nuova Alleanza, proprio attraverso il
sangue che sarebbe poi stato raccolto da Giuseppe d’Arimatea
nella coppa che noi tutti conosciamo come Santo Graal.
In realtà, avremmo già una prefigurazione della coppa: è l’Arca
stessa che si rivela essere un contenitore. Così il sacrificio di
sangue di Gesù sarebbe stato il perfetto sacrificio dell’Agnello di
Dio effettuato nel Tempio, ovvero sopra l’Arca dell’Alleanza -
secondo i dettami della legge ebraica – contenuta sotto i piedi della
Croce. Tutto ciò a insaputa dei romani che non potevano sapere
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