Il Codice della Verità Rivelazioni Finali
Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.
Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.
L’entrata nella grottaCosì facendo trovò una grotta.Mandò un bambino – il figlio del proprietario arabo del terreno - perlo stretto cunicolo ma quando questi tornò indietro non osò riferirgliche cosa aveva visto. Era pallido e spaventato. Così dovetteroallargare il cunicolo in modo che lo stesso Wyatt potesse entrare.Erano le due del pomeriggio del 6 gennaio 1982. Erano passatiquasi quattro anni dall’inizio delle ricerche, tre dagli scavi.Quando finalmente Ron riuscì ad accedere alla cripta, vide molticimeli, che ritenne essere appartenuti al Tempio di Salomone. Icimeli erano coperti da pelli. Tra questi la Tavola per lapresentazione del pane, il candelabro a sette braccia e una spadagigantesca che pensò potesse essere addirittura quella di Golia!In un angolo c’era una nicchia in cui vide una cassa d’oro, sulcoperchio due cherubini che la proteggevano. Fu certo, in quelmomento di essere in presenza dell’Arca. Dall’emozione ebbe unsussulto e perse conoscenza. L’aria rarefatta, la stanchezza, loshock per essersi trovato dinanzi al reperto più importante dellastoria ebraica ne causarono lo svenimento.Rinvenne 45 minuti dopo.In tutto rimase nella grotta per circa un’ora. Quando uscì raccontòquanto aveva visto e informò le autorità dell’incredibile scoperta.La notizia ovviamente trapelò in fretta. Avvertito il Direttore delMuseo di Antichità, questo accorse sul luogo del ritrovamento, maurtò la schiena, cadde e fu ricoverato in ospedale per duesettimane. Sembrava che una forza potente impedisse ad altri dipenetrare nella grotta. Una forza sovrannaturale come quella checausò morti e sciagure al ritrovamento della tomba di Tutankhamonda parte di Carter e Carnavon. La storia della “maledizione” delFaraone è nota. Meno nota la considerazione che certi luoghi“sacri” non possono essere profanati, le “divinità” che vi dimorano -per quanto “antiche” - non gradiscono l’accesso sconsiderato daparte dei profani…167
Una nube dorata avvolge l’ArcaAvvisate le autorità, in vista delle implicazioni politiche che lascoperta dell’Arca avrebbe potuto avere, un funzionario avrebbecercato di proibire la continuazione dei lavori che in effetti venneropresto interdetti per evitare disordini data l’affluenza di curiosi sulluogo dello scavo. La scoperta dell’Arca avrebbe infatti indotto ifedeli a voler ricostruire il terzo Tempio a costo di distruggere ilDuomo della Rocca arabo che sorge sul luogo su cui si crede cheAbramo fosse stato sul punto di sacrificare Isacco. Ciò avrebbesignificato un conflitto tra Israele e l’intero mondo islamico di portatainaudita.Nel frattempo quel funzionario e un altro curioso che avevaintenzione di rivelare per primo la notizia della scoperta ai giornalistivennero colti da un malore e trovati misteriosamente morti.Wyatt scattò diverse fotografie con diverse apparecchiature ma tuttigli scatti dell’arca risultarono offuscati da una misteriosa nubedorata mentre il resto della grotta era ben visibile. Era come sel’Arca volesse impedire al mondo di essere vista. Si utilizzaronodiverse apparecchiature, persino una telecamera, ma l’Arca nonrimaneva impressa su pellicola.Il parlamento israeliano costrinse in ogni caso Ron a sigillarel’apertura della grotta e a confondere l’accesso con arbusti e pietre.Il sangue sull’ArcaAppena uscito dalla grotta, Wyatt raccontò ai colleghi che nellafenditura sul coperchio dell’Arca aveva visto e toccato una stranasostanza scura che aveva prelevato per farla analizzare.Si chiedeva perché mai Dio avesse potuto permettere a unasostanza di colare su un oggetto tanto sacro come l’Arca. Icampioni analizzati confermarono i dubbi di Wyatt.Quella sostanza era sangue.168
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L’entrata nella grotta
Così facendo trovò una grotta.
Mandò un bambino – il figlio del proprietario arabo del terreno - per
lo stretto cunicolo ma quando questi tornò indietro non osò riferirgli
che cosa aveva visto. Era pallido e spaventato. Così dovettero
allargare il cunicolo in modo che lo stesso Wyatt potesse entrare.
Erano le due del pomeriggio del 6 gennaio 1982. Erano passati
quasi quattro anni dall’inizio delle ricerche, tre dagli scavi.
Quando finalmente Ron riuscì ad accedere alla cripta, vide molti
cimeli, che ritenne essere appartenuti al Tempio di Salomone. I
cimeli erano coperti da pelli. Tra questi la Tavola per la
presentazione del pane, il candelabro a sette braccia e una spada
gigantesca che pensò potesse essere addirittura quella di Golia!
In un angolo c’era una nicchia in cui vide una cassa d’oro, sul
coperchio due cherubini che la proteggevano. Fu certo, in quel
momento di essere in presenza dell’Arca. Dall’emozione ebbe un
sussulto e perse conoscenza. L’aria rarefatta, la stanchezza, lo
shock per essersi trovato dinanzi al reperto più importante della
storia ebraica ne causarono lo svenimento.
Rinvenne 45 minuti dopo.
In tutto rimase nella grotta per circa un’ora. Quando uscì raccontò
quanto aveva visto e informò le autorità dell’incredibile scoperta.
La notizia ovviamente trapelò in fretta. Avvertito il Direttore del
Museo di Antichità, questo accorse sul luogo del ritrovamento, ma
urtò la schiena, cadde e fu ricoverato in ospedale per due
settimane. Sembrava che una forza potente impedisse ad altri di
penetrare nella grotta. Una forza sovrannaturale come quella che
causò morti e sciagure al ritrovamento della tomba di Tutankhamon
da parte di Carter e Carnavon. La storia della “maledizione” del
Faraone è nota. Meno nota la considerazione che certi luoghi
“sacri” non possono essere profanati, le “divinità” che vi dimorano -
per quanto “antiche” - non gradiscono l’accesso sconsiderato da
parte dei profani…
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