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Il Codice della Verità Rivelazioni Finali

Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.

Sicilia, Palermo, il giovane cristiano Cardullo, in una corsa contro il tempo, cerca in tutti i modi di testimoniare al mondo con un ultimo gesto disperato, come un ultima chiamata a credere in Dio. Un ultimo gesto per far nascere la fede anche ai più scettici, attraverso una raccolta di ricerche archeologiche, scientifiche e dimostrazione pratiche della verità con appunti, testi e manoscritti per togliere agli increduli l'incredulità e agli scettici lo scettiscismo e far scattare un allarme dentro di sè così da aprire il cuore ed accettare di amare la verità per essere salvati. L'autore, perseverante, ha ottenuto quello che voleva, dimostrare che Dio esiste ed ha un nome, annunciarlo al mondo intero. Al mondo resta poco tempo di vita, sarà mutato, togliendo il male e divenendo nuovo e buono, come un vecchio vestito che passa per indossarne uno nuovo. Una luce in una grotta come copertina. La scena che si presenta agli occhi è togliere il buio con la luce. Così sia per il lettore del Codice della Verità. Francesco Cardullo è riuscito nella sua missione prima di morire, racchiudere delle realtà con un testo che portano soltanto un nome: il Figlio.

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Francesco Cardullo

IL CODICE

DELLA VERITÀ

Rivelazioni Finali

REALE EDITORIAL


Francesco Cardullo

IL CODICE DELLA VERITÀ

Dossier Rivelazioni Finali

Ricerche di immagini, testi, appunti e manoscritti a cura di Francesco Cardullo

1


«Acquista verità e non la vendere, acquista

saggezza, istruzione e intelligenza.»

Proverbi 23:23

«La somma della tua parola è verità; tutti i tuoi

giusti giudizi durano in eterno. (SIN)»

Salmi 119:160

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IL CODICE DELLA VERITÀ,

Dossier Rivelazioni Finali

Ricerche di immagini, testi, appunti e manoscritti

a cura di Francesco Cardullo

© Copyright: Creative Commons Attribution-NonCommercial

Non commercial

Edizione cartacea gratuita destinata alla diffusione gratuita.

Farne richiesta a

Francesco Cardullo

francescomariocardullo@gmail.com

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Ricerche completate nel 2023

Palermo, Sicilia

Questo Dossier non è in vendita

È gratis

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Indice

Prefazione _________________________________________7

Cosa c’è dopo la morte? _____________________________8

La Bibbia è vera lo dice la scienza ____________________16

Il libro di Enoch di cosa parla? _______________________ 43

I giganti sono esistiti _______________________________ 93

Ritrovamenti Arca di Noè, arca dell’alleanza, Sodoma e

Gomorra _________________________________________104

Lettere ebraiche e codice Bibbia parlano di

Gesù ____________________________________________187

La Scritta sulla croce dice che Gesù è Dio ____________202

Salmo 119 parla di Gesù ____________________________205

Elohim cosa significa? _____________________________329

1948 si è compiuta una profezia

Biblica ___________________________________________345

Testimonianza dell’Autenticità e Autorevolezza della

Bibbia ___________________________________________350

Conclusioni _______________________________________355

Bibliografia e sitografia _____________________________360

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PREFAZIONE

Questo è un Dossier che intende dimostrare che la Bibbia è la

Parola di Dio, ed è l’unica verità, ove in questa società moderna

l’uomo cita sempre quel versetto di Tommaso « Ma egli disse loro:

«Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e se non metto il

mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo

costato, io non crederò».» Vangelo secondo Giovanni 20:25

Nella speranza che chi leggerà questo volume, possa riconoscere

che oggi la conoscenza della verità sta aumentando come ha

profetizzato il profeta Daniele nella Bibbia.

Il mio desiderio è che questo dossier sia di utilità nella conoscenza

e ricerca di Gesù Cristo come Messia e Salvatore Dio in primis per

gli ebrei, poi per tutti coloro che non sono nella fede in Cristo Gesù,

per gli atei, gli agnostici, e gli uomini di tutto il mondo di ogni

religione, lingua e tribù.

Non occorre alcuna autorizzazione per citazioni, è riproduzioni

parziali di questo dossier (che non è un libro , ma un documento di

raccolta di informazioni) in qualsiasi forma avvengano, si invita

soltanto a citare l’autore ricerche di immagini, testi, appunti e

manoscritti, il titolo del dossier e la data di pubblicazione. In merito

alle foto prese da libri, parti di libro, quotidiani, riviste o articoli dalla

rete internet, che si trovano in questo dossier, vengono usati

secondo usi consentiti dalla legge italiana: È consentita la libera

pubblicazione attraverso la rete internet a titolo gratuito, d’immagini

e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o

scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro

(Articolo 70 della legge sui diritti d’autore, 1bis-).

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Ciò che leggerai è un dossier storico, scientifico, archeologico,

biblico.

Se alla fine della lettura del dossier potresti rimanere sorpreso, ma

anche rincuorato perché avrai ricevuto delle risposte definitive ad

alcune domande che fino a poco tempo fa ti sembravano irrisolte e

senza risposta, oggi queste risposte sono arrivate adesso dipende

solo da te credere nel Dio vivente il Signore Gesù Cristo.

Dio ti benedica

COSA C’È DOPO LA MORTE?

C’è vita dopo la morte? | La risposta in queste sconvolgenti

testimonianze. Le esperienze di queste persone potrebbero aver

assistito all’esistenza della vita dopo la morte. La questione

dell’aldilà è in realtà un tema eterno che trascende secoli e culture

fino alla venuta dell’unico Cristo, che, come Figlio di Dio, ha vinto

con successo la morte attraverso la sua risurrezione.

La sconvolgente miriade di esperienze di pre-morte

Tuttavia, negli ultimi secoli, grazie all’avvento dei mass media,

molte storie di uomini e donne che hanno avuto esperienze di

pre-morte sono venute alla luce o nell’aldilà riprendere conoscenza.

In questo modo è stata trovata una prova molto tangibile che la vita

non finisce in questo mondo, ma continua dopo la morte.

Alcuni di questi casi di pre-morte sono anche molto noti e hanno

vissuto l’aldilà in prima persona. Ad esempio, queste persone

hanno visto la luce in queste storie e sono persino riuscite a

incontrare i loro cari defunti.

Infatti, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, si parla di una vera e

propria “risurrezione della carne”, attraverso la quale lo stato finale

dell’uomo non sarà solo la separazione dell’anima spirituale dal

corpo, ma il corpo sarà riportato in vita. Poi si spiega che la vita

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eterna comincerà subito dopo la morte, che non ci sarà fine alla vita

eterna, e che ogni persona sarà soggetta a un giudizio specifico di

Cristo prima di essere riconosciuta dal giudizio finale. Per questo si

dice che Gesù «verrà di là per giudicare i vivi ei morti».

Vita dopo la morte: medici che indagano il problema da una

prospettiva scientifica

Negli Stati Uniti, ci sono diversi medici che hanno cercato di

analizzare il problema da una prospettiva scientifica sin dal secolo

scorso. Ad esempio, il medico americano Raymond Moody, nel suo

libro “Life Beyond Life”, ha analizzato le testimonianze di persone

che “sono morte clinicamente” e sono successivamente resuscitate.

La sorprendente scoperta del dottore è stata che tutte queste

persone mostravano una cosa in comune: un senso di

disincarnazione e di pace interiore. Vedere un tunnel di luce,

incontrare immortali, un senso di guardarsi indietro davanti agli

occhi, la sensazione di una vita. Ad un certo punto, però, tutte

queste persone si presentano a “un’entità immateriale” che le

rimanda nel mondo dei vivi. Proclamando così che il loro tempo non

è ancora arrivato.

Ad esempio, Valerie, 47 anni, ha detto: “Mi sentivo come se stessi

fluttuando. Il dolore era scomparso e non avevo paura. Ho solo

provato una felicità indescrivibile. Poi ho visto una luce, un uomo

all’inizio del tunnel. Non so se la luce proveniva da quell’uomo, o il

tunnel lo illuminava. Era una luce accecante, ma non ti ha fatto

male agli occhi. Anzi, abbastanza soddisfacente.”

Esperienze di pre morte: testimonianze da non credere

Kati Irrente 14 Luglio 2014

Le seguenti esperienze di premorte ci fanno chiedere ancora una

volta cosa succede quando si muore? L’anima resiste al corpo? C’è

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un aldilà? Dalle testimonianze raccolte in giro per il mondo si

potrebbe dire che sono davvero tante le persone che hanno vissuto

(e raccontato) esperienze del genere, trovandosi tra la vita e la

morte. Le esperienze ai confini della morte sono note anche come

NDE. Abbiamo raccolto alcune di queste storie pazzesche che

riguardano esperienze di premorte, racconti su cui riflettere, se non

altro! Sono veramente migliaia le storie di persone che da

clinicamente morte poi sono tornate in vita. Tutte queste persone

raccontano di essere state inondate da una luce bianca e calda,

confortevole, vista alla fine di una sorta di tunnel buio. In alcuni casi

c’è chi ha visto amici e parenti morti, quasi tutti raccontano la

sensazione di benessere e di avvolgente amore e pace che li ha

pervasi. Ma c’è pure chi ha avuto esperienze di premorte negative.

Anita Moorjani: il paradiso è uno stato mentale

Morendo ho Ritrovato Me Stessa è il titolo di un libro scritto da Anita

Moorjani. Partendo dall’esperienza di premorte, Anita Moorjani ha

voluto condividere in modo toccante e con grande ispirazione tutto

quello che ha imparato sulla malattia, sulla guarigione, sulla paura,

sull’amore e sulla potenziale grandezza riposta in ciascuno di noi.

“Ho avuto la possibilità di tornare indietro... oppure di restare

dov’ero. Ho scelto di ritornare quando ho capito che il ‘paradiso’ è

uno stato mentale, non un luogo da raggiungere“,

ha detto. Nata e cresciuta in una famiglia tradizionale hindu, fin da

bambina Anita è stata condizionata dagli usi e costumi della cultura

e della religione. Nel 2002 le fu diagnosticato il cancro e la malattia

progredì nei quattro anni successivi. Nel 2006 il cancro era allo

stadio terminale, e secondo i dottori non le restavano che poche ore

di vita. Pesava solo 37 chili. Il due febbraio 2006 gli organi smisero

di funzionare e andò in coma. Ciononostante era consapevole di

tutto quello che avveniva intorno a sé. “E fu un’esperienza

assolutamente straordinaria“, racconta Anita “Mi sentivo connessa

con tutto e tutti. Ero libera e leggera, non provavo più dolore né

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disagio. Poco dopo ebbi altre esperienze in quella dimensione.

Incontrai mio padre che era morto dieci anni prima, mi resi conto

che non era ancora giunto per me il momento di morire. Inoltre capii

perché mi era venuto il cancro. Capii a che cosa era collegato e

capii alcune cose del mio passato, della mia infanzia che avevano

contribuito allo sviluppo del cancro. Così mi resi conto che se

avessi scelto di tornare alla vita, di tornare nel mio corpo, sarei

guarita dal cancro. Mi fu data la possibilità di scegliere se tornare

alla vita oppure no. Ed è ciò di cui parlo in dettaglio nel mio libro e

parlo anche di alcune cose della mia infanzia. Uno degli argomenti

principali del libro è di come abbia vissuto una vita di paura. La mia

esperienza di premorte mi ha liberato da questa paura e mi ha

portato a vivere una vita molto più libera, leggera e felice. Ed è

proprio quello che vorrei condividere con tutti voi, perché credo che

tutti noi meritiamo una vita simile senza bisogno di andare in uno

stato di premorte. ”

Eben Alexander, la sua esperienza è una bufala?

Eben Alexander è un neurochirurgo americano diventato celebre in

Usa dopo aver pubblicato A Proof of Heaven (in Italia pubblicato da

Mondadori con il titolo Milioni di farfalle), un libro autobiografico in

cui parla di un’esperienza di pre-morte che Alexander avrebbe

vissuto quando, a causa di una malattia che colpì il suo sistema

nervoso, rimase in stato di coma per sette giorni, dal 10 al 17

novembre 2008. Nel libro, Alexander afferma l’esistenza di un luogo

“che è molto più che un paradiso“, e in cui ciò che resta della

persona si fonde con un’entità che lui chiama Dio. Dopo circa un

anno dalla pubblicazione, nel 2013, il magazine Esquire ha

pubblicato una lunga inchiesta del giornalista Luke Dittrich, il quale

ha fatto a pezzi l’argomento principale sul quale è fondato il libro.

Secondo Dittrich le esperienze raccontate da Alexander non

possono essere scientificamente compatibili con il suo quadro

medico. Alexander sostiene che durante il coma il suo cervello “non

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funzionava per nulla“. Per questo, sostiene, non sarebbe stato

scientificamente possibile avere visioni, anche di tipo allucinatorio

oppure onirico. Ma Dittrich contesta e ricostruisce la biografia di

Alexander, mettendo pesantemente in dubbio la sua sincerità e

correttezza. Ad ogni modo, nel libro viene spiegata la storia di

Eben, che è la seguente. Ricoverato dopo un’infezione causata dal

batterio Escherichia coli, Alexander arrivò all’ospedale di Lynchburg

con le sue funzioni cerebrali già ridotte al minimo. La dottoressa

Laura Potter, di turno quando Alexander arrivò in ospedale, dispose

il coma farmacologico. Da quel momento iniziarono le visioni;

Alexander ha raccontato di essersi trovato in un posto quasi

idilliaco, assieme a altre persone in abiti da contadini e a milioni di

farfalle. Intorno a lui sentiva una melodia soffusa e celestiale.

Appena avvertì di essere arrivato in questo luogo, una donna che

cavalcava una farfalla gli si avvicinò, sussurrandogli: “Sei amato e

benvoluto, non hai nulla da temere. Non hai fatto nulla di male“.

Oliver Sacks, il famoso neurochirurgo inglese ha fornito una

possibile spiegazione di quanto è successo a Alexander. Secondo

Sacks spesso le allucinazioni sembrano così reali perché “attivano

le stesse aree cerebrali che vengono stimolate dalle percezioni

tangibili". L'ipotesi più plausibile,

nel caso del dottor Alexander, è che la sua esperienza pre-morte

sia avvenuta non durante lo stato di coma, ma quando si stava

risvegliando da esso, cioè mentre la sua corteccia cerebrale stava

tornando a funzionare“.

Howard Storm, l’uomo tornato dall’inferno

Esistono anche esperienze di premorte negative. Non tutti

sperimentano sensazioni positive o che lasciano addosso un senso

di pace. L’incredibile esperienza di premorte di Howard Storm è

stata scritta in un libro, non ancora tradotto in italiano, My Descent

into Death. Lui spiega come sia precipitato all’inferno “dove c’erano

ombre cattive che mi mordevano e mi volevano sbranare“. Prima

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della sua NDE, Howard Storm, insegnante d’arte all’Università del

Kentucky, ha vissuto la sua vita dando molto spazio alla collera. In

pratica non era una persona molto gradevole. Ateo dichiarato, ostile

a qualsiasi forma di religione ed a coloro che la praticavano, era il

tipico ‘San Tommaso’ che non crede se non vede con i suoi occhi.

Nel giugno 1985, all’età di 38 anni, Storm ebbe una esperienza di

premorte in conseguenza di una perforazione allo stomaco, mentre

era in viaggio in Europa. I medici gli avevano dato cinque ore di

vita. Ma la sua esistenza era destinata a cambiare per sempre.

Questo cambiamento fu così radicale da indurlo a dare le dimissioni

dalla sua attività di professore ed a dedicarsi allo studio della

teologia presso un seminario, fino a diventare pastore della United

Church of Christ. Howard ha detto di aver visto l’anticamera

dell’inferno e ha detto che è un posto brutto, disgustoso e orribile.

Di certo abitato da malvagi. “E’ peggio di qualsiasi cosa abbiate mai

visto o immaginato in un film dell’orrore, molto peggio“. Dopo

essere stato ricoverato e avere perso i sensi, l’uomo ritiene di

essere morto, di avere lasciato il proprio corpo e di avere seguito

delle voci misteriose che lo hanno chiamato dal corridoio, fuori dalla

stanza dove era ricoverato.

“C’erano tutte queste persone, uomini e donne adulti, ma era

difficile vederli. Mi hanno subito circondato, si avvicinavano e man

mano che aumentava l’oscurità lo spazio si faceva più angusto. Ero

completamente terrorizzato, hanno iniziato a spingermi e a tirarmi,

stavano cercando di provocarmi dolore. All’inizio mordevano e

graffiavano. Poi la situazione è decisamente peggiorata. Avevo le

loro bocche dappertutto, mi stavano sbranando. Io urlavo e cercavo

di oppormi“. Pur non essendo una persona religiosa, Storm ricorda

di avere pronunciato alcune preghiere che aveva imparato a

catechismo da piccolo, “Dopo aver sentito la parola Dio, sono

diventati più violenti e agitati. Con quanto fiato avevo in gola ho

urlato ‘Gesù salvami’ e lui è venuto da me, mi ha toccato e mi ha

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tranquillizzato abbracciandomi e colmandomi di tutto il suo amore“.

Dopo l’intervento allo stomaco Storm si è ripreso, e ha voluto dare

un consiglio a tutti gli esseri umani: “Quella doveva essere la porta

dell’inferno, l’ingresso degli inferi. La gente deve rendersi conto che

in ogni momento sta costruendo la propria vita eterna, anche in

questo preciso istante.

Cosa dice la Bibbia riguardo le esperienze extra-corporee e la

risurrezione?

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LA BIBBIA È VERA INIZIA AD AMMETTERLO ANCHE LA

SCIENZA:

Ancor prima che lo confermasse, o scoprisse la Scienza, l’Universo

con il Sole e la Terra erano stati descritti nella Bibbia, e

precisamente nel Libro di Giobbe, in cui già 3.500 anni fa (Età del

Bronzo), era specificato che la Terra aveva una forma sferica ed era

sospesa nel nulla, e si parlava del suo viaggio intorno al Sole, che

sorgeva e tramontava dando vita ai giorni e alle notti. Ma non è

tutto, poiché riportava anche che all’interno della Terra c’era il

fuoco, si parlava del ciclo dell’acqua, e di tutte quelle cose che,

seppur sommariamente descritte, fanno parte delle moderne

scoperte scientifiche.

Non tutti però credettero alla Bibbia finché, nel 1687, Newton non

provò che la Terra fluttuava realmente nello Spazio, attraverso la

Legge di Gravità. Prima che nascesse la Scienza, infatti, la Bibbia

veniva considerata parte della mitologia, tant’è che neanche le

antiche civiltà le avevano dato credito, dal punto di vista scientifico

(o astronomico), sviluppando una personale teoria sulla

composizione della Terra e del cielo, ivi compresi il Sole e

l’Universo. Alcune addirittura credevano che la Terra fosse

sostenuta da elefanti ed una gigantesca tartaruga.

Adesso, invece, con l’avvento della Scienza Spaziale, la Scienza

stessa prova che la Bibbia è vera. Sono tutte cose trascritte nel

Libro di Giobbe, che noi abbiamo scientificamente scoperto in tempi

moderni, ben lontani da 3.500 anni fa, quando queste cose già si

sapevano, e come si sapevano, questo resta un mistero. Anche in

un versetto biblico di Isaia, risalente a 2700 anni fa, viene ribadito il

concetto, affermando che Dio è seduto sul globo della Terra

(testuali parole), “Egli distende i cieli come un velo e li dispiega

come una

tenda in cui abitarvi”.

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Oltre a ciò, comunque, ci sono innumerevoli reperti archeologici che

confermano le parole della Bibbia, luoghi citati che sono

perfettamente coincidenti, ancora oggi. Dunque la Bibbia non ha

puramente valenza religiosa ma anche storica, addirittura

scientifica. Duemila anni prima della scoperta delle Americhe, essa

già specificava che la Terra era tonda, eppure neanche la Chiesa le

credé, ancora convinta che la Terra fosse piatta e poggiata sulle

acque per miracolo divino, e che Dio sosteneva i quattro angoli

della Terra tra le mani.

Questa concezione comunque è abbastanza remota, fa riferimento

a teorie di natura poetica risalenti a pochi secoli dopo Cristo, quello

che è certo è che la maggior parte della popolazione diceva che la

Terra era piatta su imposizione della Chiesa. Ma, già dal VI secolo

a.C., tra Pitagora e Aristotele, si teorizzava che la Terra fosse una

sfera, e nel III secolo Eratostene ne misurò la circonferenza, quei

calcoli che poi vennero usati da Cristoforo Colombo per

intraprendere il suo viaggio verso le Indie.

Si dice che la Chiesa impose questa visione della forma della Terra

proprio per non contraddire la Bibbia, ma probabilmente ciò derivò

da una personale e canonica interpretazione della stessa. In effetti,

la lingua biblica non è perfettamente decifrabile, a maggior ragione

a quell’epoca in cui ci si affidava più al misticismo che alla

descrizione dei fatti. Generalmente tutto veniva trasformato in

favola, per incrementare la potenza assoluta di Dio, creatore e

distruttore al tempo stesso, padrone del mondo e di tutte le anime

che lo abitavano. Questo dimostra che le realtà storiche leggono i

libri in maniera diversa, e che la verità emerge solo quando esiste

libertà da preconcetti e convinzioni assolutistiche.

Testi originali di Video&Magie, data 18 giugno 2017

LA BIBBIA È VERA LO CONFERMA LA SCIENZA:

Circa 3.500 anni fa, la Bibbia affermava che la terra è sospesa “sul

nulla”. (Giobbe 26:7)

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Nell’VIII secolo a. Cristo Isaia menzionò il “circolo [o sfera] della

terra”. (Isaia 40:22)

L’immagine di una terra sferica sospesa nel vuoto, senza nessun

sostegno visibile, non è eccezionalmente moderna?

Nei tempi antichi molte credenze errate avevano il consenso della

maggioranza.

Le idee riguardo alla terra andavano dalla concezione che fosse

piatta a quella che fosse sostenuta da oggetti o elementi tangibili.

Nel nostro tempo la scienza ha fatto grandi progressi. Teorie

obsolete hanno ceduto il passo a nuove concezioni. Idee che un

tempo erano inoppugnabili oggi hanno perso ogni credibilità. I libri

di scienze hanno bisogno di essere rivisti spesso.

LA BIBBIA non è un libro di scienze, eppure quando parla di

argomenti scientifici si distingue non solo per quello che dice ma

anche per quello che non dice.

Anziché raccontare le fantasiose teorie dell’epoca, come quella

secondo cui la terra era sostenuta da elefanti, la Bibbia dichiarava

ciò che è stato poi dimostrato come verità scientifica, cioè che la

terra è ‘sospesa’ nello spazio.

Oltre a ciò, più di duemila anni prima di Cristoforo Colombo, la

Bibbia diceva chiaramente che la terra è rotonda. — Isaia 40:22.

Canale youtube laBibbia

Gli scienziati dicono di aver trovato tracce del Diluvio Universale

È del tutto coerente che il Diluvio abbia provocato la rapida

erosione e il deposito dei sedimenti

Pezzi misteriosi di metalli scoperti sul fondo dell'oceano hanno

posto gli scienziati davanti a un rompicapo, ma finora questo fatto

non ha provocato altro che tiri a indovinare

“Queste palline metalliche forniscono una prova consistente del

fatto che la maggior parte dei sedimenti del fondale marino è stato

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depositato rapidamente, non in modo lento e graduale, durante

milioni di anni. Sono una prova del Diluvio della Genesi?”, ha scritto

lo scienziato Jake Hebert.

Anche se in passato erano stati scoperti altri pezzi, nessuno di

questi era stato trovato in una zona tanto concentrata, per cui gli

scienziati evoluzionisti sono perplessi.

“Erano molto, molto circolari, il che è strano”, ha commentato Colin

Devey, responsabile scientifico della spedizione e vulcanologo del

Geomar Helmholtz Centre for Ocean Research a LiveScience.

Per Hebert, ad ogni modo, si tratta di una prova del Diluvio della

Genesi e dell'Arca di Noè. “Verso la fine del Diluvio della Genesi, le

acque, ritirandosi dai continenti, avrebbero provocato una rapida

erosione e riversato enormi quantità di sedimenti nelle cavità

oceaniche”, ha scritto Hebert.

“Per gli scienziati, di fronte alla presenza di caratteristiche

geologiche chiamate superfici piane in tutti i continenti è molto

difficile dare una spiegazione uniforme, ma è perfettamente

coerente che il Diluvio abbia provocato la rapida erosione e il

deposito dei sedimenti. Dall'altro lato, gli oceani caldi e ricchi di

minerali durante e dopo l'inondazione sono stati propizi allo

sviluppo di fitoplancton come le alghe”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

It.aleteia.org

Ci sono prove geologiche del diluvio universale?

Vari studiosi l' ammettono da parecchio tempo. Per esempio, nel

1761 Alexander Catcott scrisse A Treatise on the Deluge, dove citó

quella che a suo avviso era una prova del cataclisma. Egli avrebbe

detto:" Ci appelliamo ancora una volta alla Natura e riscontriamo

che, in questo giorno, esistono sulla terra prove del Diluvio così

evidenti, così chiare, così incontestabili….. come se fosse stato

l'anno scorso… Cercate nella terra; troverete l'alce americano,

nativo dell'America, sepolto in Irlanda; elefanti, nativi dell'Asia e

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dell'Africa, sepolti nel cuore dell'Inghilterra; coccodrilli, nativi del

Nilo, nel cuore della Germania; molluschi, sconosciuti nei mari

americani, insieme a scheletri interi di balene, nelle regioni più

interne dell'Inghilterra; alberi di vaste dimensioni, con le radici e la

cima, e certuni anche con le foglie e il frutto, in fondo alle miniere".

Per non parlare di ritrovamento di dinosauri e simili bloccati nel

ghiaccio della Siberia e Mammut ancora con l'erba nello stomaco, a

riprova del modo repentino in cui si abbatté il Diluvio biblico. Nella

mia zona c'è un paesino di nome Pietraroja, dove durante il

prelevamento di pietre da lavorazione, fu rinvenuto un piccolo di T

Rex, che chiamarono Ciro. Come si è ritrovato a più di 800 m,

fossilizzato nella pietra? Il diluvio universale ha provocato uno

sconvolgimento tale nella crosta terrestre da non poterlo nemmeno

immaginare, la bibbia narra:" Stabilì la terra sulle sue fondamenta:

mai e poi mai sarà smossa. Tu la copristi con profonde acque come

una veste. Le acque stavano sopra i monti; al tuo rimprovero

fuggirono, al fragore del tuono scapparono in preda al panico verso

il luogo che stabilisti per loro; i monti si sollevarono e le valli si

abbassarono"(Salmo 104:5–8).

Si formarono profondi abissi marini per accogliere una quantità

d'acqua incalcolabile scesa dal cielo, e piccoli colli lasciarono il

posto a catene montuose come oggi le conosciamo. Non importa

se sia stata ritrovata o meno l'arca di Noè. Gesù fece riferimento a

quell'evento catastrofico come una prova certa poiché ne fu

testimone oculare dai cieli, e disse:" Come furono i giorni di Noè,

così sarà la presenza del figlio dell'uomo. Infatti come nei giorni

prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini si sposavano

e le donne erano date in moglie, fino al giorno in cui Noè entrò

nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e li

spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell'uomo (Gesù

Cristo)".

Questo è il tempo di prestare attenzione alle parole di Gesù, poiché

ciò che disse circa 2000 anni fa, sta per adempiersi nei nostri giorni

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e questa pandemia è una delle tante prove che la fine della

malvagità è imminente, ma che anche è prossima la liberazione di

chi ascolta le verità contenute nella Bibbia e si sforza di applicarle

a livello individuale nella propria vita, come Noè e la sua famiglia.

Quora.com

Le parti della Bibbia la cui veridicità è stata confermata dalla

scienza

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IL LIBRO DI ENOCH DI COSA PARLA?

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Come si è potuto osservare anche il libro di Enoch parla del Dio

d’Israele, parla di Gesù Cristo il Signore.

Il libro di Enoch è un libro canonico ed la chiesa ortodossa etiope in

particolare il libro etiopico di Enoch.

I primi cristiani avevano grande considerazione verso gli scritti di

Enoch, infatti li consideravano parola ispirata, basti leggere Giuda

verso 14 nella Sacra Bibbia.

Tra tutti gli scritti il libro di Enoch Etiope è la versione originale

secondi gli studiosi copti.

Quanto alla tradizione ebraica, il libro di Enoch venne definito come

apocrifo, cioè non accolto tra i libri canonici biblici durante il Concilio

di Jamnia ( fine 1 ° secolo d.C.) forse anche perché non era scritto

in Ebraico.

Il libro poi fu riscoperto è tradotto dalla lingua etiope antica.

La più recente fu la traduzione del 1912.

Il libro di Enoch come avete potuto leggere narra di angeli e del

paradiso, degli elementi del vento, fuoco, grandine,pioggia ecc..

Forse è stato escluso dal canone ebraico anche perché parla di

Cristo e del suo ritorno.

La visione di Enoch è adatta al Cristianesimo, come si può leggere

dagli scritti, ci sono tantissimi riferimenti e collegamenti tra i versetti

del libro di Enoch e la sacra Bibbia.

Questi scritti narrano del figlio di Dio il Messia Gesù Cristo, Enoch

narra della divinità di Gesù.

Forse non è stato inserito nella Bibbia per motivi teologici o per la

sola fede nella Bibbia una cosa è certa. Il libro di Enoch non narra

di macchine spaziali, ne di ufo o alieni, è questo dossier vuole

dimostrarlo con le prove che abbiamo riportato.

Spieghiamo invece cosa sono gli extraterrestri.

Il credo dice : Credo in un solo Dio Padre Onnipotente, creatore del

cielo e della terra e di tutte le cose visibili e invisibili (senza corpo

umano o spesso visibile ad occhio nudo) , ( entità diversa da quella

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umana, originata e creata da Dio stesso). 1 Colossesi : 13 Poiché

egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel

regno del suo amato Figlio, 14 in cui abbiamo la redenzione per

mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati. 15 Egli è l'immagine

dell'invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura, 16 poiché in lui

sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle

che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie,

principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui

e in vista di lui. 17 Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose

sussistono in lui. 18 Egli stesso è il capo del corpo, cioè della

chiesa; egli è il principio, il primogenito dai morti, affinché abbia il

primato in ogni cosa, 19 perché è piaciuto al Padre di far abitare in

lui tutta la pienezza, 20 e, avendo fatta la pace per mezzo del

sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutte le

cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei

cieli.

Dagli anni 70’ si parla di extraterrestri che dominano la cultura

occidentale, oggi dominano il mondo privo di una vera spiritualità

nel Dio vivente e vero Gesù Cristo.

Il mondo si aggrappa a menzogne perpetrate da chi specula con gli

alieni tra film, libri e documentari.

Questi cosiddetti extraterrestri dell’ ultimo secolo sono entità

ingannatrici in realtà angeli caduti, che in principio angeli creati da

Dio ma in seguito ribellandosi a Dio, espulsi dal cielo hanno

generato il male unendosi con l’essere umano facendo nascere

così i giganti (nephilim) i caduti- eroi caduti,

seminano ancora oggi il male.

Questi eroi dell’antichità uomini famosi Dio li distrusse con il diluvio

universale ma gli spiriti non morirono e o giganti non si erano estinti

completamente (vedi Golia), ora questo spiriti maligni dipartiti dai

giganti continuano ad ingannare

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(sono gli spiriti maligni sulla terra, sono spiriti dei giganti) a

confondere l’umanità e ad allontanare dal vero Dio è Signore Gesù

Cristo.

Quindi gli extraterrestri non sono altro che angeli caduti ribelli a Dio

oggi sono i demoni contro l’umanità.

Il culto degli extraterrestri diffuso negli anni 60’ non è casuale, vuole

portare l’umanità lontano dalla verità con un inganno finale.

Facciamo attenzione perché attraverso proiettori olografici e i droni

di oggi, tecnologia 5g e 6 g+, il mondo viene ingannato con un

progetto di proiezione di luci e di immagini nel cielo come per

intrattenere il pubblico, ma in realtà si vuole ingannarlo con il Blue

beam project della NASA per illudere la gente di una finta invasione

aliena e per presentare l’anticristo.

La tecnologia si fonda nel riscaldamento della ionosfera, così che le

luci inviate ad essa anziché attraversare, vengono riflesse verso il

basso creando con i proiettori olografici immagini tridimensionali.

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Non cadete nell’inganno a causa di un assente spiritualità e fede

nel Signore Gesù, tra propaganda di insabbiamento della verità.

Gesù ha detto : IO SONO LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA!

L’uomo uomini del mondo monderai ormai oggi crede a tutto, gli

uomini di oggi credono a cose che fino a qualche tempo fa erano

ritenute folli, e che oggi molti invece considerano normali e veritiere.

Gilbert Keith Chesterton disse: «Quando la gente smette di credere

in Dio, non è vero che non crede in niente, perché crede in tutto»

aggiungo crede in tutto ciò che gli propinano.

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Il progetto Blue Beam Project potrebbe essere utilizzato per

terrorizzare le popolazioni a causa della finta invasione aliena,

facendole rinunciare spontaneamente ai loro diritti in cambio di

protezione da parte delle autorità (del nuovo ordine mondiale).

Negli ultimi anni questo è stato già testato, con la pandemia “covid

-19 che hanno voluto come primo step per assoggettare il mondo,

attuare l’agenda 2030 e il nuovo governo mondiale con la nuova

religione mondiale dell’anticristo con il suo marchio della bestia per

chi lo seguirà. Chi ha deciso già che doveva esserci la cosiddetta

pandemia da coronavirus (vedi Davos, World Economic Forum,

Harari, Bill Gates ecc..).

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Fino a poco tempo fa non riuscivano a proiettare le immagini nel

cielo, oggi con la collaborazione del progetto HAARP riescono a

proiettare le immagini nel cielo molto più volte rispetto al passato,

questo è uno dei motivi per cui sono aumentati i cosiddetti

“avvistamenti ufo” e in concomitanza abbiamo assistito alla

diffusione delle false dottrine sull’esistenza degli alieni con il l

sostegno dei governi del mondo ad uno sviluppo di investimenti e

per l'intelligenza artificiale, digitalizzazione e transizione ecologica.

Quindi molti dei cosiddetti ufo che abbiamo visto nei cieli negli ultimi

anni sono in realtà proiezioni olografiche.

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I GIGANTI SONO ESISTITI:

Dai miti che ci hanno affascinato, alle scoperte e alle prove che ci

portano ad una realtà poco conosciuta. I giganti sono presenti in

innumerevoli testi, storie e tradizioni dei popoli di tutto il mondo

antico. In molti siti archeologici mondiali, sono stati scoperti resti

umani di giganti.

La Genesi della Bibbia, menziona la presenza di giganti.

"A quel tempo vi erano dei giganti sulla terra e anche dopo, quando

i figli di Dio andarono con le figlie degli uomini, e divennero padri.

Questi erano i famosi eroi dell'antichità. Il prodotto dell'unione tra le

figlie degli uomini e i figli di Dio, i Nephilim.

Nella Bibbia, ci sono alcuni passaggi che dicono: Yahweh parlò a

Mosè, dicendo: Invia alcuni uomini a esplorare il paese di Canaan "

Dopo 40 giorni al ritorno, gli esploratori hanno detto quanto segue:

La terra che abbiamo percorso ed esplorato è un paese che divora i

suoi abitanti. Gli uomini sono di grande statura. Abbiamo visto i

giganti, i figli di Anak; Ci sembrava di essere come cavallette in

confronto a loro. Parlano dei Refaim.

La tribù Refait è conosciuta con diversi nomi. E' nota come

"Refaíta" il nome che avevano prima del diluvio. Dopo, erano

conosciuti come Anakim.

La tribù refait, i Moabiti, come Emim. Secondo le scritture, Og, re di

Basan era presumibilmente l'ultimo dei Refaim.

Og è descritto come un gigante alto circa 4,20 metri. Gli Emim

sembra fossero stati numerosi, e alti come gli Anakim. Og, re di

Basan, aveva Il letto fatto di ferro lungo 4,50 mt, e largo 1, 90.

Anakim o figli di Anak, un'altro nome dato ai Refaim dopo il diluvio,

si suppone discendesse da un gigante di nome Anak. Si può

dedurre che i Refaim erano discendenti dei Nephilim. Golia,

probabilmente, fu un discendente dei Nephilim.

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Tra la Bibbia e il Libro di Enoch c'è una forte somiglianza sull'origine

dei giganti. Il Libro di Enoch racconta come 200 angeli ribelli, noti

anche come "osservatori" decisero di trasgredire alle leggi celesti

prendendo mogli fra le donne umane. Il sito in cui si sono verificati

gli eventi è la vetta del Monte Hermon o Monte Libano, a nord della

Palestina. Attraverso queste unioni, sono nati figli giganti che

chiamiamo Nephilim, una parola ebraica che significa "coloro che

sono caduti" ma per i greci erano i giganti.

Purtroppo, questi esseri, divoravano tutti i prodotti del lavoro degli

uomini, fino a quando divenne impossibile dar loro da mangiare. Si

rivoltarono contro gli uomini e cominciarono a uccidere gli uccelli e

tutte le specie animali, rettili e pesci, per mangiare la loro carne uno

dopo l'altro.

Sia la Bibbia che il Libro di Enoch dicono che moltissimi morirono

durante il diluvio.

Secondo le leggende, i giganti furono distrutti dal cielo attraverso il

diluvio come giusta punizione per la loro iniquità. Essi possedevano

una grande conoscenza, soprattutto in agricoltura, in metallurgia,

nell'artigianato, nel creare gioielli, ecc, e probabilmente furono loro

a costruire enormi templi di pietra sparsi nel mondo.

Varie tribù native del Nord America ancora raccontano leggende sui

giganti dai capelli rossi e come i loro antenati ebbero lunghe lotte

contro questi esseri colossali circa 15.000 anni fa. Purtroppo la

storia si è disinteressata di queste storie e di tutte le leggende dei

popoli antichi.

Dalla pagina Facebook:La verità rende liberi andrei lì Osvaldo

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23 I figli di Agar, che cercano sapienza terrena,

i mercanti di Merra e di Teman,

i narratori di favole, i ricercatori dell'intelligenza

non hanno conosciuto la via della sapienza,

non si son ricordati dei suoi sentieri.

24 Israele, quanto è grande la casa di Dio,

quanto è vasto il luogo del suo dominio!

25 È grande e non ha fine,

è alto e non ha misura!

26 Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi,

alti di statura, esperti nella guerra;

27 ma Dio non scelse costoro

e non diede loro la via della sapienza:

28 perirono perché non ebbero saggezza,

perirono per la loro insipienza.

Baruc 3:23-28

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RITROVAMENTI ARCA DI NOÈ:

L’Arca di Noè e il suo presunto ritrovamento è una questione che

ormai viene discussa da secoli. L’avvistamento di un’anomalia

attraverso fotografie satellitari confermano soltanto le numerose

testimonianze storiche presenti già dall’antichità. La presenza

dell’Arca di Noè sul Monte Ararat, secondo numerose fonti, pare

quindi essere reale.

Il Monte Ararat

Il Monte Ararat è la montagna più alta della Turchia, la sua cima

tocca i 5.200 metri ed è considerata la montagna più grande del

mondo per volume. Il significato del nome “Ararat” in armeno

significa “la madre del mondo“, in turco “il monte impervio” mentre

gli iraniani la definiscono semplicemente “la montagna di Noè“.

Sorge sulla parte orientale della Turchia e dista solo 240 chilometri

dall’Iraq.

È indispensabile sapere che la cima del monte è ricoperta da un

grande strato di ghiaccio permanente che raggiunge la grandezza

di 40.000 metri quadrati il cui spessore è invece di 91 metri. È

dunque facilmente intuibile la grande difficoltà nel raggiungere e

praticare questo luogo così impervio. Oltre alle difficoltà geografiche

e climatiche si aggiunge anche la politica. La zona in cui sorge il

monte infatti è altamente militarizzata per cui è molto difficile farsi

concedere un permesso per poterla visitare.

Arca di Noè, riferimenti storici

Nonostante le grandissime difficoltà, durante l’arco del XX secolo,

le spedizioni non sono mancate affatto. Ma perchè ostinarsi a

cercare questa leggendaria Arca? Le testimonianze durante il corso

degli ultimi 2.000 anni, ritrovate all’interno dei testi antichi e

attraverso le testimonianze di alcuni personaggi, sono bastate per

far ostinare qualche ricercatore avventuroso.

La Bibbia

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La storia dell’Arca di Noè si trova all’interno della Genesi,

esattamente dal sesto al nono capitolo. Narra la storia di Noè che,

incaricato da Dio, costruisce una grande imbarcazione con la quale

si mette in salvo dal Diluvio Universale insieme alle specie animali.

Uno dei versetti citati “nel settimo mese, il diciassette del mese,

l’arca si posò sui monti dell’Ararat” (Genesi, 8,4). Questo è bastato

per incoraggiare numerosissimi archeologi ed esploratori ad

avventurarsi. All’interno della Genesi sono anche riportate con

esattezza le misure che l’arca avrebbe dovuto avere. Grazie a tutte

queste informazioni riportate all’interno della sacra Bibbia è stato

facilmente possibile individuare una strana anomalia proprio sul

Monte Ararat.

Altri testi antichi La Bibbia non è l’unico testo antico nel quale si

racconta la storia di una grande nave costruita per scampare ad un

grande Diluvio. Infatti sia nel Corano, nell’Epopea di Gilgamesh che

nella storia dell’antica Grecia, sono presenti molti riferimenti che

parlano di una misteriosa arca. Insomma, tante, se non tutte le

civiltà antiche sono a conoscenza di questa incredibile storia. Forse

è un mito di tutti i popoli arcaici? Un mito dal quale la Bibbia si è

ispirata? Chissà. Una cosa però è certa, delle prove sono state

effettivamente trovate.

Le testimonianze

Nel 1274 un uomo citò la presenza di uno strano oggetto sul “monte

più alto del mondo“. Lui era il re Aitone d’Armenia il quale giurò di

aver visto uno “strano oggetto nero” sulla vetta del Monte Ararat.

Ma non è l’unico, anche Marco Polo raccontò di aver incontrato

numerosi testimoni che gli avrebbero confermato la presenza

dell’Arca.

Le esplorazioni nel 1869 un nobile inglese dal nome James Bryce

andò sull’Ararat e tornò in patria con una prova tangibile. Raccolse

in loco un pezzo di legno lungo più di un metro. Ma dato che il

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sistema di datazione al carbonio 14 non era ancora stato scoperto,

l’oggetto venne abbandonato. Per un po’ le esplorazioni si

fermarono finché nel 1936 un giovane archeologo, Hardwicke

Knight, trovò delle enormi assi di legno al di sotto del grande strato

di ghiaccio che copre il monte. Da quel momento durante tutto il XX

secolo si scatenarono ossessive ricerche e spedizioni nel tentativo

di scoprire la reale presenza dell’Arca.

Le prove

Nel 1955 per la prima volta nella storia furono filmate alcune

immagini dell’Arca con le quali Fernand Navarra produsse un

documentario. L’ingegnere francese Navarra, riuscì anche a

recuperare un pezzo di legno che venne però datato negli anni

successivi. Negli anni ’50 infatti non era ancora possibile effettuare

la datazione al carbonio 14. Ma nel ’69 sì. In quello stesso anno ci

fu un’altra spedizione guidata, ancora una volta, da Fernand

Navarra. Trovarono altro legno sotto i ghiacci e grazie alla

datazione al carbonio 14 si scoprì che i due legni erano identici. Il

legno, oltretutto, appartiene ad una quercia che non è reperibile per

centinaia di chilometri dal luogo del ritrovamento.

Spedizione recente

Durante la spedizione sul Monte Ararat del 2010, condotta dalla

“Noah’s Ark Ministries International“, in accordo tra la Turchia e

Hong Kong, è stata trovata una misteriosa caverna con pareti in

legno. In un luogo dove non sono mai esistiti insediamenti umani. Il

legno ritrovato risale inoltre a 4.800 anni fa. Yeung Wing-Cheung,

membro della spedizione, ha dichiarato di essere sicuro al 99,9%

che si tratti della famigerata Arca di Noè.

Rebecca Romano

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Foto del monte Ararat dove si fermò l’Arca di Noè come descritto

nella Bibbia

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Immagini da Google Maps

Noemova archa (Noah’s ark)

https://maps.app.goo.gl/WErkgwsy4qD6qxzx9?g_st=ic

Unnamed Road, 04400, Üzengili/Doğubayazıt/Ağrı, Turchia

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Prove del diluvio:

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Dal libro Cosa sta facendo Dio sulla terra? Di Rob Clark

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Riguardo ai fossili come quelli visti nelle immagini precedenti

occorre parlare della creazione del mondo.

i pesci erano del tutto simili a quelli odierni.

• Un intero banco di piccoli pesci preistorici incastonato per

sempre in una lastra di calcare;

• è il meraviglioso fossile scoperto dagli scienziati nella

ricchissima Green River in Colorado , Wyoming e Utah,

• uno dei siti paleontologici più importanti al mondo relativi

all'Eocene .

• La scena immortalata è così vivida e descrittiva del

comportamento degli animali – si muovevano tutti assieme come

fanno i pesci moderni – da renderlo uno dei fossili più belli mai

recuperati,

• al pari del meraviglioso nodosauro“scolpito” nella roccia

scoperto in Canada nel 2011.

A scoprire e descrivere lo spettacolare fossile è stato un team di

ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università Statale

dell'Arizona, che hanno collaborato con un collega dell'Oishi Fossils

Gallery del Mizuta Memorial Museum, che fa capo alla Josai

University Educational Corporation (Giappone).

I paleontologi, guidati dal professor Stephen C. Pratt, docente

presso la Scuola di Scienze della Vita dell'ateneo di Tempe, hanno

analizzato, misurato e mappato ogni singolo pesce presente nel

fossile.

In totale hanno contato ben 259 giovanissimi esemplari (avannotti)

di Erismatopterus levatus, un pesce ormai estinto.

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Gli esemplari adulti di questa specie misuravano poco più di 6

centimetri, mentre i piccoli rimasti fossilizzati erano lunghi appena

una ventina di millimetri.

Sono morti tutti insieme migliaia di anni fa.

Secondo gli autori dello studio a uccidere i pesci potrebbe essere

stato il crollo improvviso di una duna di sabbia sulle acque basse in

cui si trovavano.

L'aspetto più affascinante del reperto risiede nel fatto che mostra un

comportamento presente ancora oggi in questo eterogeneo gruppo

di animali,

quello di spostarsi in banchi per ridurre le probabilità di essere

divorati da un predatore.

Per essere sicuri del movimento all'unisono gli scienziati hanno

condotto oltre mille simulazioni al computer, che hanno dimostrato

chiaramente la relazione tra i singoli esemplari.

• Dai fossili può essere molto complicato determinare il

comportamento di animali vissuti migliaia di anni fa.

• ma questa piccola finestra sull'Eocene ci descrive i processi per

aumentare le chance di sopravvivenza, perfettamente uguali da

migliaia di anni.

I dettagli sul fossile sono stati pubblicati nell'articolo “Inferring

collective behaviour from a fossilized fish shoal” pubblicato sulla

rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B.

Gli avannotti di migliaia di anni fa, erano del tutto simili a quelli

odierni.

Questo conferma che non c’è stata evoluzione ma bensì una

creazione.

Dalla pagina Facebook la verità rende liberi

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Dal libro Cosa sta facendo Dio sulla terra? Di Rob Clark (ex

ingegnere meccanico nella marina militare

Monte Ararat, trovata l’Arca di Noè?

9 Maggio 2021

Comunque la si pensi.... in quasi tutte le religioni antiche si trova

traccia di un disastroso diluvio in epoca remota, dal quale si

sarebbero salvati solo in pochi. E sarebbero scampati alla morte

grazie a un vascello costruito appositamente: l’arca. Oltre alla

Bibbia, ne parlano leggende e testi sacri sumeri, babilonesi, assiri,

greci, indiani, esquimesi, persiani, scandinavi, irlandesi, hawaiani,

cinesi, aztechi, maya. Il mito non riguarda quindi una zona

circoscritta, ma l’intero globo e tutti, o quasi, questi racconti hanno

in comune alcuni particolari, il più importante dei quali è che l’arca,

oltre che per salvare un gruppo di persone dell’ umanità, fu

costruita anche per salvare un certo numero di animali.

— L’Arca di Noè ai 4000 metri d’altezza del monte Ararat. Questa

l’incredibile rivelazione annunciata nei giorni scorsi da un gruppo di

ricercatori turchi e cinesi, che avrebbero ritrovato, nelle cavità della

roccia, resti di legno risalenti a circa 4.800 anni fa. Esattamente il

periodo temporale in cui si vuole collocare l’episodio dell’Antico

Testamento.

Autori della scoperta 15 ricercatori, metà di nazionalità turca, metà

cinese. Gli studiosi ci lavoravano da tempo, e del resto il Monte

Ararat, la vetta più alta della Turchia che supera i 5.100 metri,

sarebbe stato indicato dalle stesse Antiche Scritture come possibile

sede della mitica imbarcazione. L’Arca infatti, si sarebbe arenata

proprio sulla cima di quel monte quando le acque si ritirarono al

termine del diluvio.

Secondo quanto riportato dalla stampa turca, si troverebbe a 4000

metri di altezza. Qui i ricercatori hanno rinvenuto pezzi di una

struttura di legno, che, in base a quanto emerso dal test del

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carbonio 14, risalirebbero a circa 4800 anni fa, l’epoca in cui si

suole collocare il diluvio universale. I resti quindi sarebbero

appartenuti niente meno che all’Arca di Noè. A conferma di questa

incredibile ipotesi, ci sarebbe il fatto che la struttura è suddivisa in

vari compartimenti, che potrebbero essere stati destinati al

trasporto di animali.

“Non possiamo dire al cento per cento che si tratti dell’Arca di Noè -

avrebbe dichiarato un documentarista del team, Yang Ving Cing,

all’agenzia turca Anadolu -, ma pensiamo di poterlo affermare al

99,9 per cento”. ANKARA, Turchia, di Valentina d’Angella

I resti di legno dell’arca di Noè;

La cima del monte Ararat alta 5.137 metri, su cui la storia biblica

vuole si sia fermata l’Arca di Noè dopo il diluvio, è stata riaperta

all’alpinismo dalle autorità turche. La vetta più alta della Turchia,

con la sorella del “piccolo Ararat”, alto 3.925 metri, e’ situata

nell’estremo est della Turchia, ai confini di Iran e Armenia.

Considerata sacra dagli armeni, finì sotto controllo di Ankara nel

1921 in seguito al trattato di Kars. Una concessione di Stalin alla

nuova Turchia di Mustafa Kemal Ataturk, con il leader sovietico

interessato più al controllo di Georgia, Armenia e Azerbaigian. Da

allora una ferita aperta per gli armeni, ma anche una zona in

passato non facile da controllare per Ankara.

L’ascensione è stata vietata a partire dal 1984 a causa del conflitto

tra la Turchia e la guerriglia separatista curda del Pkk. Tra il 2004 e

il 2015 vi si poteva salire solo con un permesso militare,

accompagnati da guide della federazione turca. Poi un divieto totale

che ha iniziato ad avere delle eccezioni nell’ultimo anno, fino alla

riapertura di questi giorni. Una buona notizia per gli alpinisti di tutto

il mondo, ma soprattutto per la popolazione locale, di etnia curda,

che potrà contare su una importante risorsa per il turismo,

nell’organizzazione di una escursione non difficile tecnicamente ,

ma che per scarsità" di acqua e rarefazione dell’ossigeno richiede

almeno 4 giorni e l’allestimento di 2 campi.

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“Il Pkk ha smesso di arruolare gente nei villaggi ormai da anni, ma

la povertà prima spingeva verso la guerra, ora spinge i giovani ad

emigrare. Questa riapertura per noi rappresenta l'opportunità" di

chiudere con il passato. Se c’è lavoro nessuno si arruola con il Pkk

e i giovani smetteranno di andare via”, afferma Mehmet, uno dei

portatori impegnati nell’organizzazione di spedizioni sulla cima.

Comunque la si pensi.... in quasi tutte le religioni antiche si trova

traccia di un disastroso diluvio in epoca remota, dal quale si

sarebbero salvati solo in pochi. E sarebbero scampati alla morte

grazie a un vascello costruito appositamente: l’arca. Oltre alla

Bibbia, ne parlano leggende e testi sacri sumeri, babilonesi, assiri,

greci, indiani, esquimesi, persiani, scandinavi, irlandesi, hawaiani,

cinesi, aztechi, maya. Il mito non riguarda quindi una zona

circoscritta, ma l’intero globo e tutti, o quasi, questi racconti hanno

in comune alcuni particolari, il più importante dei quali è che l’arca,

oltre che per salvare un gruppo di persone dell’ umanità, fu

costruita anche per salvare un certo numero di animali.

Le origini del racconto. Secondo alcuni studiosi, il fatto si riferirebbe

a un immane cataclisma avvenuto sulla Terra tra 10500 e 12 mila

anni fa. L’austriaco Otto Munch, basandosi su documenti e ricerche

archeologiche, si dice addirittura certo che il disastro avvenne nel

8496 avanti Cristo. In quell’anno il nostro pianeta sarebbe stato

colpito da un asteroide e l’impatto avrebbe provocato terremoti e

maremoti in tutto il globo.

I resti non si trovano? Ricerche più recenti fanno risalire l’impatto al

2300 a. C. A cercare l’arca, o almeno i suoi resti, ci hanno provato

in molti. Nel 1960 il maggiore dell’aviazione turca S. Kurtis durante

una ricognizione aerea sul monte Ararat, sul quale, secondo la

Bibbia appunto, si sarebbe posata l’arca, fotografò uno strano

oggetto dalla forma ovale stranamente simile a una nave. Conferme

e smentite si sono da allora succedute, ma a nulla di preciso hanno

portato le numerose spedizioni organizzate periodicamente fino a

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oggi in quella regione, compresa quella del novarese Angelo

Palego.

Da segnalare l’ultima catastrofe sul monte biblico. Ci sarebbe un

terremoto all’origine della catastrofe naturale che nel 1840

sconvolse la regione turca alle pendici del monte Ararat, il vulcano

coperto dai ghiacci dove, secondo la tradizione, si sarebbe

incagliata l’arca di Noè dopo il diluvio universale. A ricostruire la

dinamica di questo recente ma oscuro episodio è lo studio

pubblicato sulla rivista Geomorphology dall’Università Statale di

Milano in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Università

dello Utah.

Lo studio di immagini da satellite del versante nord-est del vulcano

evidenzia la presenza di un profondo canyon, chiamato Ahora,

descritto anche nei resoconti di viaggio di alcuni esploratori di fine

‘800 e inizio ‘900. Le cronache raccontano in particolare di un

disastro avvenuto allo sbocco del canyon nel luglio del 1840,

definito da alcuni autori tedeschi come ‘katastrophe diluviale’.

Questo diluvio provocò la distruzione di villaggi e centinaia di

vittime, ma la sua natura rimase poco chiara.

Per ricostruire l’accaduto, i ricercatori della Statale di Milano hanno

esaminato anche i rilievi del terreno effettuati in collaborazione con

il Comitato Scientifico Centrale del Club Alpino Italiano. Hanno così

scoperto che tutto sarebbe cominciato con un evento sismico

connesso a un’eruzione vulcanica laterale, che avrebbe causato la

rapida fusione di parte della calotta glaciale del monte Ararat:

questa avrebbe generato l’imponente colata di fango e detriti lungo

la gola di Ahora che distrusse i villaggi alla base del vulcano.

L’evento portò all’approfondimento della gola e alla costruzione di

un enorme cono di detriti alla base del vulcano. I ricercatori hanno

messo in evidenza anche la presenza di un ghiacciaio coperto da

detriti sul fondovalle che si è sviluppato dopo l’evento del 1840 e

che ha rimodellato la morfologia della gola di Ahora.

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La ricerca conferma dunque l’importanza del glacialismo quale

agente geomorfologico nella regione ed evidenzia la possibilità che

simili catastrofi possano ripetersi in futuro, rappresentando un

rischio per la popolazione.

Storia Sacra: Ritrovata l’Arca di Noè sul monte Ararat?

Un gruppo di quindici archeologi cinesi e turchi ha annunciato di

aver ritrovato sul Monte Ararat, nell’est della Turchia, qualcosa di

molto simile a quella che le Sacre Scritture indicano come l’Arca di

Noè. Secondo il tabloid britannico The Sun, il gruppo ha spiegato di

aver individuato i resti di una struttura in legno e di aver sottoposto

alcuni campioni al test del carbonio 14. Da questo esame sarebbe

risultato che il reperto risale a circa 4.800 anni fa, epoca in cui

avvenne il diluvio universale raccontato dalla Bibbia.

La spedizione, la prima che ha visto coinvolto il governo turco,

risale allo scorso ottobre e ha visto impegnati, oltre ai funzionari di

Ankara, anche il Media Evangelism di Hong Kong e il Noah’s Ark

Ministry International. A circa 4000 metri di altitudine sul monte

Ararat, in un punto di cui non sono state rivelate le coordinate, i

quindici archeologi hanno rinvenuto una struttura dai tratti curvi, con

contenitori, porte, chiodi e resti di funi, che potrebbero essere

cavezze per legare animali.

Un archeologo turco presente sul posto, Oktay Belli, dell’Università

di Istanbul, ha spiegato che è impensabile che si tratti di ciò che

avanza di un insediamento umano perché non sono mai stati trovati

villaggi o abitazioni sopra i 3.500 metri d’altezza. Un altro

ricercatore, l’olandese Gerrit Alten, ha dichiarato alla stampa di

Hong Kong che «c’è un’eccezionale quantità di prove concrete che

la struttura trovata sull’Ararat sia l’Arca di Noè».

Uno degli esploratori, Yeung Wing-cheung, di Hong Kong, ha

affermato che «non possiamo dire al 100% che si tratta dell’Arca di

Noè, ma pensiamo di poterlo dire al 99,9%». Il gruppo di archeologi

ha spiegato di aver già invitato le autorità turche a richiedere

all’Unesco che il sito sia inserito nella lista del patrimonio mondiale

142


dell’umanità e di proteggerlo fino a quando un’indagine

archeologica più approfondita non possa esservi condotta.

Misure precise nel luogo dove si poggió l’Arca di Noè

La prima fase di studio, prima parte dello studio è stata quella di

esaminare l'oggetto e prendere le sue misure. La forma

assomigliava allo scafo di una nave. Un'estremità a forma di punta

come ci si aspetterebbe dalla prua [ di seguito: D ] e l'estremità

opposta è stata smussata come una poppa. La distanza da prua a

poppa era di 515 piedi, o esattamente 300 cubiti egiziani. La

larghezza media era di 50 cubiti. Queste erano le misure esatte

menzionate nella Bibbia.

Genesi 6: 13 E DIO disse a Noè: «Ho deciso di porre fine ad ogni

carne, perché la terra a motivo degli uomini è piena di violenza;

ecco, io li distruggerò insieme alla terra. 14 Fatti un'arca di legno di

gofer; fa' l'arca a stanze, e spalmala di bitume di dentro e di fuori.

15 Or tu la farai in questo modo: la lunghezza dell'arca sarà di

trecento cubiti, la larghezza di cinquanta cubiti e l'altezza di trenta

cubiti.

143


Immagini esplicative e satellitari e del professore Branderburg del

luogo dove si fermò l’Arca di Noè

144


145


146


147


148


L’asteroide di Sodoma e Gomorra

Gli scavi archeologici condotti nei resti dell'antica città mediorientale

di Tall el-Hammam hanno portato alla luce quelli che potrebbero

essere gli indizi di un evento molto

simile alla catastrofe di Tunguska, ma avvenuta nel 1650 a.C. La

testimonianza di questo evento potrebbe spiegare il passo della

Genesi in cui si parla della distruzione di Sodoma e Gomorra

Albino Carbognani

Gli scavi archeologici condotti nei resti dell'antica città mediorientale

di Tall el-Hammam hanno portato alla luce quelli che potrebbero

essere gli indizi di un evento molto simile alla catastrofe di

Tunguska, ma avvenuta nel 1650 a.C. La testimonianza di questo

evento potrebbe spiegare il passo della Genesi in cui si parla della

distruzione di Sodoma e Gomorra

Poco più di un anno fa su Scientific Reports uscì un interessante

articolo in cui si esponevano i risultati ottenuti analizzando

l’insediamento preistorico di Abu Hureyra in Siria. In base alle

tracce di vetro fuso e di nano diamanti ritrovati in sito i ricercatori

concludono che circa 12.800 anni fa la zona poteva essere stata

colpita da una piccola cometa. Ciò renderebbe Abu Hureyra il più

antico insediamento umano conosciuto distrutto a causa di un

impatto. Probabilmente Abu Hureyra non è il solo caso di questo

tipo: i risultati degli scavi archeologici effettuati nell’antica città

mediorientale di Tall el-Hammam (TeH), mostrano che ha tutte le

carte in regola per essere considerata una Tunguska protostorica.

Tutto inizia nel 2005 con

l’inizio degli scavi

archeologici condotti a Tall

el-Hammam, un’antica città

fortificata che si trova nella

valle del Giordano

meridionale, a nord-est del

149


Mar Morto: le rovine di

questo antico insediamento

sono situate all’estremità

meridionale della valle tra il

Lago di Tiberiade e il Mar

Morto. Il sito archeologico contiene i resti di un centro urbano

fortificato che è stata la più grande città dell’età del bronzo della

zona. Più che una semplice città, TeH comprendeva il nucleo

urbano di una città-stato che fiorì senza sosta per circa 3000 anni a

partire dal 4700 a.C. fino a quando fu distrutta circa nel 1650 a.C..

La cosa interessante è che TeH non era una città isolata. Attraverso

la bassa valle del Giordano ci sono i resti di altre 15 città e più di

100

villaggi più piccoli che furono tutti abbandonati

contemporaneamente alla fine della media età del bronzo per

rimanere in gran parte disabitati per circa 300-600 anni. Che cosa

determinò questo abbandono contemporaneo e generalizzato di

così tanti nuclei abitati peraltro in una delle zone più fertili del Medio

Oriente? Lo scopo principale della ricerca degli archeologi era

proprio cercare di risolvere questo mistero, e per questo si sono

concentrati sui resti databili nel periodo che va dal 1800 al 1550

a.C. circa.

La parte superiore di TeH aveva mura spesse circa 4 metri con

massicce fondamenta che sostenevano bastioni fatti con mattoni di

fango, edifici a più piani (sempre in mattoni di fango).

Mappa creata con Google Earth che mostra la collocazione

geografica del sito archeologico di Tall el-Hammam (Crediti: Google

Earth).complesso di palazzi e un ingresso monumentale.

Oggi quasi nessun mattone di fango rimane sulle fondamenta in

pietra, fatta eccezione per una dozzina di strati di mattoni

sopravvissuti sul lato nord-est della parte superiore alta 33 metri.

Tutti i muri sono stati apparentemente tranciati quasi a livello con la

cima delle fondamenta delle mura della città alta. In sintesi, i pochi

150


mattoni di fango rimasti dalle sezioni di muro disintegrate sono per

lo più polverizzati, raramente sono stati trovati intatti e talvolta

arrossati dal fuoco. Non sono stati trovati segni di erosione naturale

né da parte del vento né dall’acqua, il che significa che i mattoni di

fango mancanti non si sono erosi nel tempo: all’appello manca il

materiale equivalente a milioni di mattoni. Gli archeologi,

analizzando il sito, hanno

trovato grani di quarzo shockati che possono essersi formati solo a

pressioni di circa 5-10 GPa, ceramiche – che fondono a

temperature superiori a 1500 °C – con vescicole, mattoni di fango e

tegole di argilla fusi, processo che può avvenire solo a temperatura

superiore a 1400 °C; elevate concentrazioni di sale nei sedimenti,

compresi i sali di cloruro di potassio (KCl) e cloruro di sodio (NaCl)

incorporati in mattoni di fango fusi, pezzi di carbonio simile al

diamante che si sono formati ad alta pressione e temperatura,

fuliggine, carbone e cenere che indicano la presenza di incendi

avvenuti ad alta temperatura e sferule ricche di ferro e silicio,

alcune delle quali fuse a temperature superiori a 1590 °C. Infine,

nei sedimenti della città è stato trovato iridio, elemento molto raro

nella crosta terrestre, ma abbondante negli asteroidi.

Analizzando i diversi eventi che potrebbero dare luogo almeno a

una parte dei ritrovamenti (attività umane, fabbricazione di

ceramiche, incendi, terremoti, guerre, fulmini, airburst e

craterizzazione da impatto), gli archeologi hanno concluso che

l’unico meccanismo che può spiegare l’intera gamma di prove

raccolte è un impatto in grado di formare un cratere o un’esplosione

cosmica. L’estensione dell’esplosione di Tunguska sovrapposta

all’area del Mar Morto. L’esplosione di Tunguska era larga circa 75

km nella direzione N–S, con un’area di 2200 kmq. Questa

immagine mostra che un'esplosione cosmica con un’energia simile

a quella di Tunguska potrebbe coprire un ampio segmento del Mar

Morto e della Valle del Giordano. Notare che questa

sovrapposizione è solo a scopo di confronto; la posizione,

151


l’orientamento, la direzione di arrivo dell’asteroide e le dimensioni

dell’area dell’impatto proposto per la distruzione di TeH sono

sconosciuti (Crediti: Bunch et al., Scientific Reports 11, 2021).

atmosfera, molto probabilmente con un’energia un po’ più grande

dell’esplosione avvenuta a Tunguska nel 1908.

I dati raccolti nel sito archeologico suggeriscono che si sia verificata

un’esplosione in atmosfera pochi chilometri a sud-ovest di Tall

el-Hammam causando, in rapida successione, un’onda termica ad

alta temperatura – generata dalla palla di fuoco dell’esplosione –

che ha fuso i manufatti più esposti, tra cui tetti, mattoni e oggetti in

ceramica. A questa è seguita

un’onda d’urto ad alta temperatura e ipervelocità che ha demolito

e polverizzato i muri di mattoni di fango, livellando la città e

causando un’ampia mortalità umana. Gli effetti dell’onda d’urto si

sarebbero fatti sentire a decine di chilometri di distanza causando

l’abbandono di villaggi e città vicine. Si spiegherebbe così il cessare

simultaneo di un gran numero di insediamenti, grandi e piccoli. Fra

gli insediamenti abbandonati ci fu anche la città di Gerico, che si

trova 22 chilometri a ovest di TeH, che venne ripopolata solo 300

anni più tardi. Nel complesso, si stima che la popolazione dell’area

passò da circa 40.000-60.000 abitanti del periodo prima dell’impatto

a solo alcune centinaia dopo l’impatto. Qualche testimonianza

oculare di questo probabile evento catastrofico che 3600 anni fa

distrusse Tall el-Hammam potrebbe essere stata tramandata

oralmente e alla fine potrebbe essere diventata il racconto biblico

della distruzione di Sodoma e Gomorra riportato nella Genesi, che

narra:

Il sole spuntava sulla terra ... quand’ecco il Signore fece piovere dal

cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal

Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti

delle città e la vegetazione del suolo. Abramo ... contemplò dall’alto

Sodoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo

saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.

152


Gli scritti che compongono la Genesi sono databili al VI-V secolo

a.C., quindi il passo che descrive la distruzione delle due città

deriverebbe da una tradizione orale o scritta (andata perduta),

risalente a circa 1000 anni prima. La descrizione delle due città

bibliche si adatta abbastanza bene agli effetti di un’esplosione in

atmosfera paragonabile a quella di Tunguska. In effetti sappiamo

che i piccoli asteroidi di “classe Tunguska” sono molto più numerosi

degli asteroidi più grandi (quelli in grado di provocare un’estinzione

di massa tanto per intenderci), quindi è statisticamente lecito

aspettarsi un certo numero di impatti avvenuti in epoca storica, una

frazione dei quali possono senz’altro venire alla luce con gli scavi

archeologici di antichi insediamenti o città del passato. Tutto

sommato, i nostri antichi progenitori avevano i loro buoni motivi per

temere l’ira degli Dei.

Per saperne di più:

Leggi su Scientific Reports l’articolo “A Tunguska sized airburst

destroyed Tall el-Hammam a Middle Bronze Age city in the Jordan

Valley near the Dead Sea” di Ted E. Bunch, Malcolm A.

LeCompte, A. Victor Adedeji, James H. Wittke, T. David Burleigh,

Robert E. Hermes, Charles Mooney, Dale Batchelor, Wendy S.

Wolbach, Joel Kathan, Gunther Kletetschka, Mark C. L. Patterson,

Edward C. Swindel, Timothy Witwer, George A. Howard, Siddhartha

Mitra, Christopher R. Moore, Kurt Langworthy, James P. Kennett,

Allen West & Phillip J. Silvia

Guarda il servizio video su Media Inaf Tv:

153


154


BIBBIA: SCOPERTE ARCHEOLOGICHE

Egitto: ritrovati ruote e pezzi vari dei carri egiziani che

attraversarono il Mar Rosso e furono sommersi nelle acque...

Recenti scoperte archeologiche confermano la veridicità della

bibbia!

Alcuni esempi dei numerosi reperti archeologici che hanno

confermato l'autenticità della narrazione e degli eventi della Sacra

Bibbia.

Le prove sono così schiaccianti che il rinomato archeologo Nelson

Glueck ha dichiarato: "Si può affermare categoricamente che

nessuna scoperta archeologica abbia mai contraddetto i riferimenti

biblici". Huston Smith, uno studioso, ha giustamente affermato che

se i canoni rigorosi impiegati per verificare l'affidabilità storica della

155


Bibbia fossero stati applicati anche agli studi classici, la nostra

visione del mondo Greco-Romano oggi sarebbe in frantumi.

Relativamente all'Antico Testamento, l'evento biblico maggiormente

documentato è quello del diluvio descritto nella Genesi. Il racconto

del diluvio si trova in più di 500 miti, nelle diverse civiltà, in popoli

lontani geograficamente e culturalmente.

Di particolare rilevanza sono i ritrovamenti Babilonesi, Sumeri, e

Assiri. Molti di quelli Babilonesi ne parlano con dovizia di particolari;

un esempio è l'undicesima tavoletta del poema epico su

Gilgamesh, che descrive accuratamente gli eventi secondo lo

schema biblico (si veda anche questo documento).

La scoperta dell'archivio di Ebla, nel nord della Siria, verso la fine

degli anni 1970 ha dimostrato che il racconto biblico che riguarda i

Patriarchi è attendibile. I documenti scritti su tavole di creta a partire

dal 2300 a.C. circa confermano che diversi nomi di persone e di

luoghi nella narrativa della Genesi sono autentici. Ad esempio, era

in uso ad Ebla il nome "Canaan", che un tempo i critici dichiaravano

non usato in quell'epoca e quindi adoperato a sproposito nei primi

capitoli della Bibbia. Si affermava che la parola "tehom" ("l'abisso")

in Genesi 1:2 fosse una parola tardiva e quindi una prova della

tarda composizione del racconto della Creazione. Ma "tehom"

faceva parte del vocabolario in uso ad Ebla, circa 800 anni prima

del tempo di Mosè! I costumi antichi riflessi nelle narrative dei

Patriarchi sono stati confermati anche da tavole di creta rinvenute a

Nuzi e a Mari.

Le "cinque città della pianura", citate nella Bibbia, fra cui Sodoma e

Gomorra (il cui nome attuale è Bab edh-Dhra e Numeira) e altre

città della valle di Siddim, erano iscritte su una tavoletta dell'archivio

del palazzo di Ebla addirittura nella stesso ordine di Genesi 14:2.

156


"La distruzione catastrofica di Sodoma e Gomorra avvenne

verosimilmente intorno al 1900 a.C." - scrive nel 1951 lo scienziato

americano Jack Finegan. "Un minuzioso esame dei documenti

letterari, geologici ed archeologici porta alla conclusione che la

scomparsa terra di quella regione (Genesi 19:29) era situata nel

territorio attualmente sommerso sotto le acque che vanno

lentamente crescendo nella parte meridionale del Mar Morto, e che

la causa della distruzione fu un grande terremoto, probabilmente

accompagnato da esplosioni e da fulmini, dallo sprigionamento di

gas e da fenomeni ignei". Intorno al 1900 a.C.: l'epoca di Abramo!

Inoltre, nel settembre del 1977 in un numero di "Scientific

American" apparve un articolo delle scoperte fatte ad Ebla. Vi si

legge: "La lista delle "cinque città della pianura", Sodoma, Gomorra,

Adma, Tseboim e Bela (cfr. Genesi 14:2), è ripetuta in un testo di

Ebla e i nomi appaiono nello stesso ordine". Due mesi dopo, in una

conferenza, il prof. Noel Freedman, direttore dell'Istituto di Ricerca

Archeologica di Gerusalemme W.F. Albright, confermò la notizia. Fu

reso noto perfino il numero della tavoletta (n° 1860) che menziona

le cinque città nello stesso ordine di Genesi cap. 14. Nelle tavolette

era anche menzionato anche il re Birsha, lo stesso nome che il re di

Gomorra aveva nel tempo di Abrahamo (Genesi 14:2). Si potrebbe

dire molto di più su questa sensazionale scoperta che, via via che

le tavolette sono lette dall'epigrafista, fornisce costantemente nuove

rivelazioni (le tavolette ritrovate nelle rovine del palazzo di Ebla che

nel 1975 erano circa 15.000, salirono poi a circa 20.000 durante gli

scavi del 1976-77).

Gli Hittiti (o Ittiti, o Hittei) una volta si pensava fossero una leggenda

biblica, fino a quando nel 1906 la loro capitale e i loro archivi furono

scoperti a Bogazkoy in Turchia.

157


Ancora, molti pensavano che le descrizioni bibliche delle ricchezze

di Salomone fossero fortemente esagerate. Ma i documenti

recuperati da epoche remote mostrano che ai tempi antichi, la

ricchezza era concentrata in mano ai re, e che la ricchezza di

Salomone era perfettamente verosimile.

Una volta, si pretendeva che non fosse mai esistito un re assiro di

nome Sargon, come riferito in Isaia 20:1, perché tale nome non era

noto da nessun'altra fonte. Poi il palazzo di Sargon fu scoperto a

Khorsabad nell'Iraq. Proprio lo stesso evento menzionato in Isaia

cap. 20, cioè la sua conquista di Asdod (Ashdod), veniva ricordato

sulle pareti del palazzo! Inoltre, frammenti di una stele che

commemorava la vittoria furono rinvenuti ad Asdod stessa.

Gli scavi della biblica Sichem presentarono nel 1960 nuove prove a

favore di una data per il regno del re Abimelec, il figlio del giudeo

Gedeone. Quando si scavò il tempio di Baal Berith a Sichem,

menzionato in Giudici cap. 9, gli archeologi furono in grado di

datare la distruzione di quel tempio da parte di Abimelec. Tale data

era in accordo con quella del breve regno di tre anni di Abimelec a

cui si era già arrivati esclusivamente sulla base dei dati cronologici

trovati nella Bibbia.

Un altro re la cui esistenza era stata messa in dubbio era Baldassar

(o Belshatsar), re di Babilonia, nominato in Daniele cap. 5. Secondo

gli storiografi, l'ultimo re di Babilonia era stato Nabonide. Poi furono

ritrovate delle tavole che mostravano che Baldassar fu il figlio di

Nabonide e che regnò come suo co-reggente a Babilonia. Così,

Baldassar poté offrire di costituire Daniele "terzo signore del regno"

(Dan. 5:16), la posizione più elevata a disposizione, per essere

riuscito a leggere il testo scritto sulla parete. Qui risalta la natura di

"testimonianza oculare" del testo biblico, come tante volte viene

messo in evidenza dalle scoperte archeologiche.

158


Coerenti con la narrazione biblica sono anche un antico elenco di re

Sumeri (il prisma Weld-Blundell, composto da molti frammenti il

primo dei quali fu scoperto nel 1906 a Nippur, in Iraq), e una

tavoletta sumera che descrive la confusione risultante dall'evento

della Torre di Babele, attribuendola al "dio della sapienza".

Nel secolo scorso scavi hanno portato alla luce i resti di una grande

città. Lo storico W. Keller riepiloga così i risultati: "Nel 1899 la

Società Orientale Tedesca inviò una grossa spedizione sotto la

direzione del Professor Robert Koldewey, per esaminare i famosi

resti di Babil. Gli scavi richiesero molto più tempo del previsto.

Durante un periodo di 18 anni, fu portata alla luce la più famosa

metropoli del mondo antico, il regno di Nabucodonosor, e al tempo

stesso, una delle Sette Meraviglie del Mondo, i Giardini Pensili, e

"E-temen-an-ki", la leggendaria Torre di Babele. Nel palazzo di

Nabucodonosor e sul Cancello di Ishtar, che si trovava dietro di

esso, furono scoperte innumerevoli iscrizioni" (W. Keller, The Bible

as History, 1980, p. 302).

La cattività di Ioiachin, re di Giuda, in Babilonia (2 Re 24:15-16) è

riportata in alcune tavolette in cuneiforme contenenti la cronaca dei

primi anni di regno di Nabucodonosor. Esse si riferiscono alla presa

di Gerusalemme, alla sua cattività e all'internamento di Sedekia,

l'ultimo re di Giuda, il 16/17 marzo del 697 a.C. (riferito al nostro

calendario).

La dinastia del re Davide è confermata dalle iscrizioni in aramaico

su una tavoletta commemorativa rinvenuta a Tel Dan (a nord di

Israele), datata IX secolo a.C., probabilmente parte di un

monumento ad Hazael, re di Aram. La tavoletta cita diversi eventi

registrati nel primo libro dei Re.

159


La campagna del faraone Shishak contro Israele (1 Re 14:25-26) è

riportata sulle mura del Tempio di Amun a Tebe, in Egitto.

La rivolta di Moab contro Israele (2 Re 1:1; 3:4-27) è descritta

nell'iscrizione di Mesha.

La caduta di Samaria (2 Re 17:3-6, 24; 18:9-11) per mano di

Sargon II, re d'Assiria, è descritta sulle mura del suo palazzo.

La sconfitta di Ashdod per mano di Sargon II (Isaia 20:1) è descritta

sulle mura del suo palazzo.

La campagna del re assiro Sennacherib contro Giuda (2 Re cap. 18

e 19; 2 Cronache 32; Isaia 37) è riportata dal prisma Taylor, e nelle

diverse stele biografiche di Tirhaka in Nubia.

L'assedio di Lachish da parte di Sennacherib (2 Re 18:14,17) è

descritto nei bassorilievi di Lachish.

L'assassinio di Sennacherib per mano dei suoi stessi figli (2 Re

19:37) è descritto negli annali di suo figlio Esarhaddon.

La caduta di Ninive predetta dai profeti Nahum e Sofonia (2:13-15)

è riportata sulla tavoletta di Nabopolasar.

La caduta di Gerusalemme per mano di Nabucodonosor, re di

Babilonia (2 Re 24:10-14) è riportata nelle cronache Babilonesi.

La caduta di Babilonia sotto i Medi e i Persiani (Daniele 5:30-31) è

riportata sul cilindro di Ciro.

160


La narrazione biblica del profeta Balaam è confermata dalle

iscrizioni su 119 frammenti rinvenuti a Deir 'Alla.

Nel 1868 fu rinvenuta una tavoletta Moabita. Clermont-Ganneau ne

prese l'impronta prima che gli arabi la rompessero in più parti per

venderla. L'iscrizione convalida il contenuto del capitolo 16 del

primo libro dei Re e del capitolo 3 del secondo libro dei Re. Essa

cita anche il nome (Yahweh) con cui Dio si fece conoscere a Israele

in Esodo.

La liberazione degli schiavi in Babilonia per mano di Ciro il Grande

(Esra 1:1-4; 6:3-4) è riportata sul cilindro di Ciro.

L'obbligo di lasciare Roma per tutti i Giudei durante il regno di

Claudio (41-54 d.C.) è riportato da Svetonio.

La scoperta di un grosso altare di pietra fornito di corna, negli scavi

di Beer-Seba nel 1973 fece luce su due versetti del libro del profeta

Amos (5:5 e 8:14) che sembravano suggerire che in quella città

esistesse un santuario.

La distruzione di Tiro, famoso porto fenicio dell'antichità noto per il

culto orgiastico e crudele di Baal, fu profetizzata nei minimi dettagli

(Ezechiele 26:3-14) dal profeta Ezechiele nel 586 a.C., l'anno che

precedette la sua caduta.

Arca di Noè è stata trovata... Il governo turco ha condotto una

ricerca con archeologi nel sito di Arca di Noè nelle montagne di

Ararat. le strutture erano state scoperte nel 2007 e nel 2008 . Sono

ritornati nel sito nell’ottobre del 2009 per filmarlo...

161


(L’archeologo Mike Pitt fa però notare come manchino ancora delle

prove inoppugnabili: “Se c’è stato un diluvio capace di sollevare una

grande nave a 4 km di altezza sul lato di una montagna 4800 anni

fa, penso che ci sarebbero delle notevoli prove geologiche per

questa inondazione del mondo. E non ce ne sono”.)

L'esistenza di Gesù Cristo è riportata anche dal Talmud Babilonese

e da diversi autori non cristiani, tra cui Giuseppe Flavio, Svetonio,

Plinio il Giovane, Luciano, e altri, che confermano anche eventi

come quello della crocifissione e la vita dei primi cristiani.

SE L'ARCA DELL'ALLEANZA FOSSE IL GRAAL. LA STORIA DI

RON WYATT

di Enrica Perucchietti

La “chiamata”

Poche persone hanno suscitato reazioni così controverse nel

mondo accademico e nell’opinione pubblica come Ron Wyatt.

Archeologo dilettante e autodidatta, Wyatt ha dedicato la sua vita

alla ricerca delle massime reliquie del mondo ebraico. Gli scavi che

lo hanno reso famoso sono stati quelli sul Monte Ararat dove

avrebbe rinvenuto i reperti dell’Arca di Noè.

Sostenuto da una fede incrollabile in Dio ha indirizzato le sue

ricerche nella direzione che “segnali” da lui ritenuti soprannaturali

gli hanno indicato. Non si è fermato di fronte a nulla, neppure

davanti alle avversità o al biasimo dei colleghi accademici. L’unica

cosa che l’ha fermato è stata la malattia.

Morto di cancro alle ossa nel 2000, fu davvero un personaggio

singolare. Infermiere anestesista di Nashville, a un certo punto della

sua vita dichiarò di essere stato “chiamato” da un’entità angelica a

scoprire alcuni dei misteri dell’Antico Testamento. Sarebbe stata la

prima di diverse “visioni” o miracoli che avrebbero costellato la sua

162


esistenza. Semplicemente egli si sentiva “chiamato” a intraprendere

una missione, solo indirettamente religiosa. Avrebbe dovuto

riportare alla luce i misteri della religione ebraica.

Nelle sue ricerche arrivò a ad affermare di aver identificato il luogo

in cui sorsero Sodoma e Gomorra, il punto in cui Mosè ricevette le

tavole della Legge sul Sinai, il punto in cui gli ebrei avrebbero

oltrepassato il Mar Rosso, il posto esatto della crocifissione, la

tomba di Cristo, i dodici altari costruiti da Mosè, la tomba di

Abramo, l’Arca di Noè e ovviamente il luogo dove venne nascosta

l’Arca dell’Alleanza.

Sicuramente un po’ troppi reperti per essere stati rinvenuti dalla

stessa persona nell’arco di una sola vita…

Il suo operato fu discusso e screditato a priori dall’archeologia

ufficiale in quanto si trattava di un dilettante autodidatta. Il sapere

accademico può essere davvero tremendo con gli “eretici” che

arrivano ad abbracciare dottrine alternative bollate come

fantastiche, figurarsi un ex infermiere che un bel giorno aveva

deciso di calarsi nei panni di Indiana Jones. Allo stesso modo le

sue dichiarazioni furono accolte con scetticismo.

Nonostante abbia avuto contro tutto il mondo scientifico, è passato

alla storia come uno dei maggiori scopritori di reperti antichi. Molti

hanno pensato alla sua mala fede. Non lo ha aiutato ad avere una

moltitudine di seguaci tra gli aderenti di numerose sette pseudo

cristiane che allignano negli Stati Uniti.

Ho avuto modo di lavorare con persone fidate che l’hanno

conosciuto quando era ancora in vita e che hanno continuato a

sentire via mail la moglie e che mi hanno assicurato – lontano da

orecchie indiscrete - che magari poteva essere una persona naif,

sicuramente originale, che si sentiva chiamata a compiere una

missione, ma in buona fede. Non potrei però giurare che queste

stesse dichiarazioni private potrebbero essere confermate

pubblicamente. A uno studioso “conviene” sempre spalleggiare i

163


colleghi per non finire anch’esso deriso dai più. Sarebbe la sua fine

accademica.

Poi esiste una classe limitata di soggetti che antepone il bene

comune, il sapere, la verità e dunque il progresso dell’umanità, al

plauso dell’ortodossia scientifica, a costo di finire deriso, bollato

come “eretico” o come un venditore di miracoli.

Ron Wyatt era uno di questi.

Alla ricerca dell’Arca: la tomba di Gordon

La teoria di Wyatt sull’Arca dell’Alleanza partiva da premesse

indubbiamente logiche. L’ultima citazione che ci parla dell’Arca nella

Bibbia è quella di Cronache 35,3. Dopo questo passo, abbiamo il

Secondo Libro dei Maccabei, che ci racconta come Geremia

nascose l’arca: “Il profeta, avvertito da un oracolo, ordinò che la

tenda e l’arca lo seguissero, mentre egli si recava al monte sul

quale Mosè era salito per contemplare l’eredità di Dio”. Qui

ovviamente il testo fa riferimento al Monte Nebo in Giordania, come

citato in Deuteronomio 34,1: “Giunto là Geremia trovò un abitacolo

a forma di antro; vi introdusse la tenda, l’arca e l’altare dei profumi e

ne ostruì l’accesso. Alcuni di quelli che l’avevano seguito,

s’avvicinarono per segnare la via; ma non riuscirono a trovarla.

Quando Geremia lo seppe, rimproverandogli disse loro: ‘Il luogo

resterà ignoto sino a quando Dio avrà radunato la comunità e gli

userà misericordia’”. Questo passo di Maccabei sostiene dunque

che Geremia salì sul Monte da cui Mosè vide l’eredità del Signore e

trovò una grotta nascosta. Questo però non sta a significare

necessariamente che la grotta fosse sul monte Nebo, ma

semplicemente che dal Nebo si poteva vedere la Grotta dove

Geremia nascose la reliquia.

E’ un’interpretazione che ha la sua validità e che forse in futuro

potrebbe anche trovare conferma, se solo l’archeologia ortodossa

non si facesse inutilmente beffa dei dilettanti come Wyatt. Sono

stati infatti molti coloro che hanno accettato questa teoria anche

164


perché sembra più facile cercare una grotta visibile dal Nebo che

mettersi a cercare un antro su quella montagna.

Ovviamente Wyatt prese in considerazione il fatto che l’Arca

potesse essere stata nascosta prima dell’assedio di Gerusalemme

da parte di Nabucodonosor nel 586 a. C., dato che non risulta che

essa sia stata trafugata e portata a Babilonia.

Nelle sue ricerche del luogo Wyatt seguì le indicazioni del Generale

Gordon che nel 1882, di ritorno dalla Campagna Cinese, aveva

scoperto il sito di una tomba che credeva potesse essere il sepolcro

di Cristo. Dalla scoperta di Gordon Wyatt arrivò a identificare la

collina adiacente alla tomba come quella del Golgota, proprio come

ipotizzato dal Generale.

I padroni del terreno, un arabo e un europeo diedero a Wyatt il

permesso di scavare. Il fatto avveniva nel 1979.

Su quel sito, in breve tempo, Wyatt dichiarò di aver trovato una

tomba. Gli sembrò addirittura che potesse corrispondere alla

descrizione del sepolcro di Cristo, in quanto scavata nella roccia, in

un giardino nelle vicinanze della collina. In prossimità del sepolcro,

trovò una pietra che copriva un buco squadrato. Vicino a quello ne

trovò altri simili che gli parvero scavi fatti per infilarvi le basi delle

croci romane, come quelle usate per la Crocifissione. Ritenne

dunque di aver individuato i fori delle tre croci della Passione di

Gesù.

Un radar che venne utilizzato per analizzare il sottosuolo, gli rivelò

la presenza di una vasta grotta sotterranea. Trovò anche una

grande pietra circolare, molto pesante, che ritenne potesse essere

quella che era stata usata per chiudere il sepolcro. Non cercò di

estrarla perché era sepolta in profondità, ma dai rilevamenti

sembrava coincidere con le dimensioni dell’apertura della tomba.

La pietra non poteva essere rotolata a destra a causa di un’altra

pietra che era stata intagliata nella fossa, presumibilmente per

arrestare il movimento.

165


Riscontrò anche una spaccatura della roccia in prossimità del foro

della croce più elevato e concluse che potesse essere stato

causato dal terremoto descritto da Matteo 27, 51 quando Cristo

morì.

Fra le macerie furono inoltre trovate delle monete, nessuna delle

quali risalenti a un periodo posteriore al 130 d. C.

La visione

Dopo circa due anni di ricerche, Wyatt non aveva però ancora

trovato tracce dell’Arca. Neppure l’entrata della grotta. Il lavoro

quotidiano era estenuante e gli uomini iniziavano a perdere la

speranza di venire a capo della missione. Wyatt iniziò ovviamente a

essere preoccupato per i permessi e per lo scavo.

Ma ancora una volta fu un intervento esterno, che egli giudicò

soprannaturale, a incoraggiarlo a continuare nelle ricerche.

Un giorno come un altro, Wyatt stava scavando alla base del solco,

quando alzò lo sguardo e vide sopra di lui un uomo molto alto che

vestiva i classici abiti degli arabi. "Dio ti benedica Ron, per ciò che

stai facendo", gli disse l’uomo. "Chi sei? come fai a sapere che

cosa sto facendo?", gli chiese meravigliato Wyatt. "Io so tutto",

rispose l’arabo. "Vivi qui vicino?", lo incalzò Wyatt. "No" rispose

l’uomo. "Come fai a sapere il mio nome? Da dove vieni?", continuò

a interrogarlo Wyatt. "Vengo dal Sud Africa e sto andando alla

Nuova Gerusalemme, Dio ti benedica" si limitò a concludere lo

sconosciuto. Vedendolo andar via Ron balzò su dallo scavo.

Raggiungendo la cima del fosso chiese agli altri 2 compagni che

stavano scavando in superficie che strada avesse preso l'uomo, ma

loro risposero che non avevano visto nessuno nei paraggi. Fu allora

che Ron capì di aver conversato con un “angelo”, che gli era stato

mandato per incoraggiarlo a proseguire gli scavi.

Con ritrovato entusiasmo continuò la missione che di cui si sentiva

incaricato di svolgere.

166


L’entrata nella grotta

Così facendo trovò una grotta.

Mandò un bambino – il figlio del proprietario arabo del terreno - per

lo stretto cunicolo ma quando questi tornò indietro non osò riferirgli

che cosa aveva visto. Era pallido e spaventato. Così dovettero

allargare il cunicolo in modo che lo stesso Wyatt potesse entrare.

Erano le due del pomeriggio del 6 gennaio 1982. Erano passati

quasi quattro anni dall’inizio delle ricerche, tre dagli scavi.

Quando finalmente Ron riuscì ad accedere alla cripta, vide molti

cimeli, che ritenne essere appartenuti al Tempio di Salomone. I

cimeli erano coperti da pelli. Tra questi la Tavola per la

presentazione del pane, il candelabro a sette braccia e una spada

gigantesca che pensò potesse essere addirittura quella di Golia!

In un angolo c’era una nicchia in cui vide una cassa d’oro, sul

coperchio due cherubini che la proteggevano. Fu certo, in quel

momento di essere in presenza dell’Arca. Dall’emozione ebbe un

sussulto e perse conoscenza. L’aria rarefatta, la stanchezza, lo

shock per essersi trovato dinanzi al reperto più importante della

storia ebraica ne causarono lo svenimento.

Rinvenne 45 minuti dopo.

In tutto rimase nella grotta per circa un’ora. Quando uscì raccontò

quanto aveva visto e informò le autorità dell’incredibile scoperta.

La notizia ovviamente trapelò in fretta. Avvertito il Direttore del

Museo di Antichità, questo accorse sul luogo del ritrovamento, ma

urtò la schiena, cadde e fu ricoverato in ospedale per due

settimane. Sembrava che una forza potente impedisse ad altri di

penetrare nella grotta. Una forza sovrannaturale come quella che

causò morti e sciagure al ritrovamento della tomba di Tutankhamon

da parte di Carter e Carnavon. La storia della “maledizione” del

Faraone è nota. Meno nota la considerazione che certi luoghi

“sacri” non possono essere profanati, le “divinità” che vi dimorano -

per quanto “antiche” - non gradiscono l’accesso sconsiderato da

parte dei profani…

167


Una nube dorata avvolge l’Arca

Avvisate le autorità, in vista delle implicazioni politiche che la

scoperta dell’Arca avrebbe potuto avere, un funzionario avrebbe

cercato di proibire la continuazione dei lavori che in effetti vennero

presto interdetti per evitare disordini data l’affluenza di curiosi sul

luogo dello scavo. La scoperta dell’Arca avrebbe infatti indotto i

fedeli a voler ricostruire il terzo Tempio a costo di distruggere il

Duomo della Rocca arabo che sorge sul luogo su cui si crede che

Abramo fosse stato sul punto di sacrificare Isacco. Ciò avrebbe

significato un conflitto tra Israele e l’intero mondo islamico di portata

inaudita.

Nel frattempo quel funzionario e un altro curioso che aveva

intenzione di rivelare per primo la notizia della scoperta ai giornalisti

vennero colti da un malore e trovati misteriosamente morti.

Wyatt scattò diverse fotografie con diverse apparecchiature ma tutti

gli scatti dell’arca risultarono offuscati da una misteriosa nube

dorata mentre il resto della grotta era ben visibile. Era come se

l’Arca volesse impedire al mondo di essere vista. Si utilizzarono

diverse apparecchiature, persino una telecamera, ma l’Arca non

rimaneva impressa su pellicola.

Il parlamento israeliano costrinse in ogni caso Ron a sigillare

l’apertura della grotta e a confondere l’accesso con arbusti e pietre.

Il sangue sull’Arca

Appena uscito dalla grotta, Wyatt raccontò ai colleghi che nella

fenditura sul coperchio dell’Arca aveva visto e toccato una strana

sostanza scura che aveva prelevato per farla analizzare.

Si chiedeva perché mai Dio avesse potuto permettere a una

sostanza di colare su un oggetto tanto sacro come l’Arca. I

campioni analizzati confermarono i dubbi di Wyatt.

Quella sostanza era sangue.

168


Secondo l’analisi un sangue con una stranissima peculiarità. Invece

di 46 cromosomi ne aveva solo 24 di cui 22 autosomi e un

cromosoma x e un cromosoma y. Quindi, secondo Wyatt, doveva

essere per forza essere sangue di un uomo che non aveva avuto

padre umano. Ritenne così che si trattasse del sangue di Gesù

Cristo. Che per un vero e proprio miracolo era colato dalla croce

sull’Arca.

Ricapitolando.

L’arca si trovava nascosta in una grotta proprio sotto il Golgota in

prossimità della tomba dove sarebbe stato sepolto il corpo di Gesù.

Al momento della morte di Cristo la terra avrebbe tremato

squarciandosi. In questo modo il sangue sarebbe potuto colare

dalla ferita del costato, prodotta dalla Lancia di Longino, prima

lungo tutta la lunghezza del legno della croce, poi attraverso la

fenditura della roccia nella terra fino a depositarsi sull’Arca.

Ora, nessuno ha sottolineato l’importanza simbolica di questo

ritrovamento. La scoperta di Wyatt è rimasta inascoltata.

Se effettivamente il sangue di Cristo fosse colato sull’Arca

dell’Alleanza ciò andrebbe interpretato come un vero e proprio

miracolo: il sangue di Cristo rappresenta il frutto della Nuova

Alleanza tra Dio e gli uomini, Alleanza che si ottiene proprio tramite

il sacrificio di Gesù. Il sangue che cola sull’Arca – che lo ricordiamo

è il simbolo della Vecchia Alleanza – avrebbe segnato il passaggio

supremo dalla Vecchia alla Nuova Alleanza, proprio attraverso il

sangue che sarebbe poi stato raccolto da Giuseppe d’Arimatea

nella coppa che noi tutti conosciamo come Santo Graal.

In realtà, avremmo già una prefigurazione della coppa: è l’Arca

stessa che si rivela essere un contenitore. Così il sacrificio di

sangue di Gesù sarebbe stato il perfetto sacrificio dell’Agnello di

Dio effettuato nel Tempio, ovvero sopra l’Arca dell’Alleanza -

secondo i dettami della legge ebraica – contenuta sotto i piedi della

Croce. Tutto ciò a insaputa dei romani che non potevano sapere

169


che sopra il luogo della Crocifissione sorgesse la grotta dove

Geremia aveva nascosto l’Arca.

Il sangue di nessun animale offerto in sacrificio a Dio poteva infatti

lavare via le colpe dei fedeli: era necessario il sangue del Figlio di

Dio che prendesse su di sé i peccati dell’umanità e li mondasse

attraverso il suo omicidio cruento, come scritto in Ebrei 9: 12, “Tu

non hai voluto ne' sacrificio ne' offerta, ma mi hai preparato un

corpo, non hai gradito ne' olocausti ne' sacrifici per il peccato. Allora

ho detto: Ecco Io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”.

Non solo.

Nel Vecchio Testamento l’Arca custodisce le Tavole della Legge, e

proprio il significato supremo della teologia ebraica si esprime nella

Legge che Dio dona a Mosè. Supponendo ovviamente che l’Arca

sia stata nascosta sotto il luogo della crocifissione di Gesù, il

sangue colando sull’arca avrebbe reso l’Arca stessa – contenitore

delle Tavole della Legge.. Un contenitore del sangue simbolo del

sacrificio del Figlio di Dio.

Tra l’altro alcuni teologi medioevali assimilavano il Sangue di Cristo

all’Arca dell’Alleanza, mentre secondo alcune tradizioni l’Arca

avrebbe contenuto al suo interno il graal il che il terzogenito di

Adamo, Seth, era riuscito a ritornare in possesso per tramandarlo di

padre in figlio in un luogo sicuro.

dove, forse, riposa ancora.

E nelle scritture stesse si conteneva come il profeta per avviso

datogli da Dio, ordinò, che il tabernacolo, e l'arca andassero seco,

fino che arrivò a quel monte, sul quale salì Mosè, e donde vide

l'eredità di Dio: 5 E giunto colà Geremia trovò una caverna, e vi

ripose dentro il tabernacolo, e l'arca, e l'altare degli incensi, e ne

accecò l'ingresso. 6 E alcuni di quelli, che lo seguivano si

avvicinarono per notare il luogo, ma non poteron poi rinvenirlo. 7 E

quando Geremia seppe tal cosa gli sgridò, e disse: Il luogo sarà

ignoto, fino a tanto che Dio riunisca tutto il popolo, e faccia

170


misericordia. 8 E allora il Signore manifesterà tali cose, e apparirà

la Maestà del Signore, e verrà la nuvola, quale fa veduta da Mosè,

e quale apparve allorché Salomone domandò che il tempio fosse

consacrato al grande Iddio. 9 Perocché egli fece grandiosa mostra

di sua sapienza, e come sapiente offerse il sacrificio della

dedicazione, e santificazione del tempio. 10 Come Mosè fece

orazione al Signore, e scese fuoco dal cielo, e consumò l'olocausto;

così ancor Salomone fece orazione, e scese fuoco dal cielo, e

consumò l'olocausto.

2 Maccabei 4-10

Allora si aperse nel cielo il tempio di Dio e in esso apparve l'arca

del suo patto, e ci furono lampi, voci, tuoni, un terremoto e una forte

tempesta di grandine.

Apocalisse 11:19

E dopo queste cose, io vidi, ed ecco aprirsi nel cielo il tempio del

tabernacolo della testimonianza. Apocalisse 15:5

E udii una gran voce dal cielo, che diceva: «Ecco il tabernacolo di

Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; e essi saranno suo

popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Apocalisse 21:3

L’Arca è stata nascosta al suo posto” (Talmud – Yoma).

171


Leggete questa relazione sull’ arca del patto, che nel 586 aC è

scomparsa e solo fino ad oggi, dopo più di 2500 anni è stata

trovata. Cosa c'era di così speciale dentro, a causa di lei, che il re

Salomone costruì un tempio inestimabile? Perché ora si sta

trovando il suo segreto ancora mantenuto? Ron Wyatt a

Gerusalemme ha fatto diverse scoperte. Ha trovato il posto giusto

la crocifissione di Gesù Cristo, vicino alla roccia del Golgota, come

la tomba probabile in cui fu sepolto Gesù. Sotto il Calvario ha fatto

la più grande scoperta nella storia. È stata scoperta da contratti di

petto e sopra la fenditura nella roccia che conduce alla croce su cui

Cristo fu crocifisso.

L’Arca dell'Alleanza è una grande prova che Gesù Cristo è il vero

Messia, e che il suo sangue è stato versato per i nostri peccati.

Tutto l'Antico Testamento ha sottolineato che le vittime tipiche degli

agnelli a questo evento, in cui Gesù Cristo ha versato il suo

sangue, il propiziatorio Dopo questi risultati diciamo Gesù sta

preparando il mondo per la sua seconda venuta.

8 Tre ancora sono quelli che rendono testimonianza sulla terra: lo

Spirito, l'acqua e il sangue; e questi tre sono d'accordo come uno. 9

Se noi accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di

Dio è ancora più grande, poiché questa è la testimonianza di Dio

che egli ha dato circa il suo Figlio (Gesù Cristo).

1Giovanni 5:8-9

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L'APERTURA DEL MAR ROSSO SCOPERTE A FAVORE DELLA

BIBBIA

L’apertura del Mar Rosso: riscontri storici ed archeologici

dell’evento

Numerosi ricercatori hanno tentato per anni di reperire l’esatta

località in cui si svolse il miracolo dell’Apertura del Mar Rosso. Per

secoli, nessuno di essi fu in grado di spiegare dove fosse

scomparso il possente esercito del faraone, finché alla fine del XX

secolo, avvenne una notevole svolta in questo senso.

Il seguente approfondimento espone dati di notevole interesse

riguardo ai risultati delle nuove ricerche.

L’itinerario dell’Esodo

All’epoca della schiavitù, gli ebrei vivevano nella regione del delta

del Nilo, in una località denominata Ra’msès.

I figli d'Israele partirono da Ra’msès verso Sukkòt, circa

seicentomila uomini a piedi, oltre ai bambini. (Shemòt 12, 37)

Usciti dall’Egitto, gli ebrei sostarono nella località di Sukkòt, situata

all’estremità settentrionale dello Stretto di Suez.

Fotografia ripresa dal satellite, dove è segnato l'itinerario percorso

dagli ebrei, dall'Egitto fino a Etàm. La localizzazione di Sukkòt

Esiste una località denominata “Tharu”, “T’aru” o “Takut” che

corrisponde precisamente alla descrizione di Sukkòt. Da alcuni

175


antichi manoscritti emerge che “Tharu era situata presso il delta” o

Ra’msès, “dove gli ebrei avevano risieduto. Era anche il luogo dove

l’esercito egizio si preparava per uscire verso il nord”.

Giuseppe Flavio, nella sua opera Antichità (libro II, cap. X) scrive:

“In quanto guida militare, Moshè conosceva Tharu; fu lì che preparò

il suo enorme esercito all’Esodo. Da lì partirono per Etàm”.

La tappa successiva: Etàm

Partirono da Sukkòt e si accamparono a Etàm, all’estremità del

deserto (Shemòt 13, 20)

Etàm era situata all’estremità del deserto, presso il Mar Rosso (o

Mare dei Giunchi): Dio fece quindi deviare il popolo attraverso il

deserto, verso il Mare dei Giunchi; i figli d'Israele erano saliti armati

dal paese d’Egitto (Shemòt 13, 18)

Dal deserto al mare

Mentre il popolo ebraico percorreva il deserto, in fuga dall’esercito

egizio, Hashèm disse a Mosè di dirigersi verso sud e di raggiungere

il mare. A quel punto gli ebrei dovettero percorrere un wadi che

portava appunto alla costa:

«Parla a figli di Israele, che tornino indietro e si accampino dinanzi

Pi Hakiròt, tra Migdòl e il mare, dinanzi a Ba’al Tzefòn, di fronte a

esso, accampatevi presso il mare. Par’ò dirà dei figli di Israele:

“Essi sono intrappolati, il deserto li ha serrati!” (Shemòt 14, 2-3).

Da un’attenta analisi delle descrizioni bibliche emerge che per

giungere dal deserto del Mare dei Giunchi alla costa, gli ebrei

176


avrebbero dovuto attraversare un wadi con le seguenti

caratteristiche:

che fosse circondato da alte montagne dalle quali non ci fosse

possibilità di fuga o ritirata, affinché fossero intrappolati;

che esso potesse accogliere alcuni milioni di persone, oltre al loro

bestiame e ai loro averi;

che li portasse a una spiaggia abbastanza grande da poterli

contenere tutti.

Vista della spiaggia di Nuweiba da Wadi Watir, nel punto in cui esso

si incontra con la spiaggia. Si noti la vicinanza tra la spiaggia e

l'Arabia Saudita, di fronte.L’unico wadi della regione che risponda a

questi requisiti è quello denominato Wafi Watir. Esso è l’unico tratto

che avrebbe potuto ospitare il numero ingente di ebrei usciti

dall’Egitto e portarli dal deserto al mare.

Sempre nella sua opera Antichità (Libro II, cap. XV) Giuseppe

Flavio aggiunge interessanti informazioni concernenti

l’inseguimento del popolo ebraico da parte delle milizie del faraone:

“Essi inoltre ostruirono i passaggi da cui ritenevano che gli ebrei

potessero fuggire, rinchiudendoli fra i precipizi inaccessibili e il

mare. Così bloccarono gli ebrei nel punto in cui le montagne si

rinchiudevano presso il mare”.

La spiaggia presso la quale avvenne l’Apertura del Mare

177


Esaminando la piantina della regione si può trovare un’unica

spiaggia abbastanza grande da contenere almeno due milioni di

persone: Nuweiba.

Fotografia satellitare della spiaggia di Nuweiba,

Si notino le dimensioni della stessa e il grande wadi che conduce

dal deserto al mare.Questa spiaggia si estende su un’area

particolarmente vasta, nella quale gli ebrei poterono facilmente

sostare, con il loro bestiame e i loro beni.

Giunti alla costa, gli ebrei si trovarono letteralmente intrappolati.

Non potevano tornare indietro a causa delle milizie egiziane al loro

inseguimento, né potevano dirigersi a nord, in quanto all’estremità

settentrionale della spiaggia si ergeva una fortezza egizia, tutt’oggi

esistente (in ristrutturazione).

Quanto all’estremità meridionale della spiaggia, come scrive Flavio

(Antichità, Libro II, 3-15) era chiusa dalle montagne: “Là si ergeva

infatti una catena montuosa impossibile da valicare, che impediva

la loro fuga”.

178


La spiaggia di Nuweiba

La fortezza egizia presso la spiaggia di Nuweiba.

Le colonne

Nel 1978 furono scoperte due colonne di granito uguali fra loro, che

si ergevano ai due lati dello stretto del Mare dei Giunchi.

179


La colonna ritrovata sulla spiaggia di Nuweiba Una di esse, rilevata

nella spiaggia di Nuweiba, era in parte immersa nell’acqua e

l’iscrizione che la caratterizzava era quasi del tutto cancellata.

All’epoca Nuweiba era ancora in territorio israeliano. In seguito la

colonna fu trasferita dall’altra parte della strada.

L’altra colonna, invece, fu ritrovata sull’altra sponda dello stretto, in

territorio arabo-saudita. Su di essa le scritte, in ebraico, erano

ancora leggibili: מצרים (Egitto); מתו (morirono); שלמה (Shelomò);

(acqua) e il Nome di מים (Moshè); משה (Par’ò); פרעה (idumea); אדום

Hashèm.

La colonna rinvenuta sulla sponda saudita.Si presume che re

Shelomò avesse eretto queste colonne quattrocento anni dopo il

miracolo dell’Apertura del Mar Rosso. Il suo porto si trovava

all’estremità settentrionale dello stretto, ossia il Golfo di Aqaba, che

corrisponde all’odierna Eilat. Egli conosceva bene il punto in cui gli

ebrei attraversarono il Mare, in quanto si trovava proprio in

prossimità.

Re Shelomò costruì una nave a ‘Etziyòn Ghèver, che si trovava

presso Elòt, sulla costa del Mare dei Giunchi, in terra di Edòm

(Melakhìm I, 9-26).

Inoltre, è probabile che il seguente versetto tratto da Yesha’yà si

riferisca alla colonna di cui sopra: In quel giorno verrà eretto un

altare per Hashèm in terra d’Egitto e una stele (o colonna) presso il

180


suo confine, per Hashèm, e sarà un segno e una testimonianza per

il Dio delle Schiere in terra d’Egitto (19, 19).

Le ruote dei carri

Da quanto esposto, emerge che gli ebrei attraversarono il Mar

Rosso partendo dalla spiaggia di Nuweiba e raggiungendo quella

che si trovava di fronte, nell’attuale Arabia Saudita, che all’epoca, in

base a tutte le mappe antiche, corrispondeva alla terra di Midyàn.

I figli di Israele entrarono nel mare, all’asciutto, e l’acqua faceva loro

da muro alla loro destra e alla loro sinistra. Gli egizi – tutti i cavalli di

Par’ò, i suoi cocchi e i suoi cavalieri - [li] inseguirono andando loro

dietro fin dentro il mare. E fu all’alba, che Hashèm scrutò

l’accampamento egizio [per distruggerlo] con una colonna di fumo e

una nube, scompigliando l’accampamento degli egizi. Staccò le

ruote dei loro cocchi e lo trattò con durezza. Gli egiziani dissero:

«Fuggiamo da Israele, poiché Hashèm combatte per loro contro gli

egizi!» (Shemòt 14, 22-25).

Nel 1978, un ricercatore di nome Ron Wyatt (uno dei più noti nel

campo) si immerse nell’area in cui, in base a quanto esposto sopra,

avvenne l’Apertura del Mare, ossia nella parte meridionale della

spiaggia di Nuweiba. Vi trovò dei resti di carri ormai ricoperti da uno

spesso strato di corallo, che ne aveva consentito la preservazione

nel corso dei millenni.

181


Una delle ruote d'oro ritrovate da Ron Wyatt, rimaste quasi intatte in

quanto i coralli si attaccano difficilmente a questo materiale.

Sul fondo del mare furono poi ritrovate ruote a quattro, sei e otto

raggi. Wyatt riuscì a portare in superficie il perno di un carro a cui

erano attaccati otto raggi di ruota. Lo portò al Cairo a farlo

esaminare dal professor Nassif Muhammad Hassan, direttore del

reparto di ricerca sulle antichità.

In seguito a un rapido esame, Hassan informò Wyatt del fatto che il

reperto risaliva alla XVIII dinastia egizia, che corrisponde a quella

che sottopose il popolo ebraico alla schiavitù.

E’ interessante notare che furono ritrovati residui di carri d’oro sulla

sponda egiziana del golfo, ossia a Nuweiba, il punto cioè in cui

ebbe inizio l’attraversamento del mare. Questo genere di carri

veniva utilizzato nelle cerimonie e apparteneva alle caste più alte

della società dell’antico Egitto. Non erano adatti alle battaglie come

gli altri, fatto che rende comprensibile il luogo in cui furono ritrovati:

infatti, è logico che in capo all’esercito, ossia i primi ad entrare nel

182


mare, fossero i soldati addestrati alla guerra, mentre i nobili e i

principi si tenessero sulla retrovia e fossero, quindi, gli ultimi a

entrare. Per questo motivo, quando il mare si chiuse dietro di loro,

essi erano ancora vicini alla costa, ossia a Nuweiba.

Wyatt inoltre ritrovò sul fondo marino ossa equine e umane.

Uno dei reperti rilevati da Bill FreyNel dicembre del 1998 i

ricercatori Bill Frey e Ron Wyatt, accompagnati da altre otto

persone, si recarono a Nuweiba per un’ulteriore immersione nelle

acque in cui in passato lo stesso Wyatt aveva trovato i reperti di cui

sopra. Frey e un collega si immersero e ben presto trovarono il

perno di un carro a una profondità di circa sessanta centimetri sotto

il fondo marino, a cui era ancora attaccata una ruota a sei raggi;

entrambi erano ricoperti di coralli. Per accertarsi che si trattasse

effettivamente di residui di carri e non di semplici coralli, utilizzarono

un rilevatore di metalli che emise segnali positivi in tutti i casi,

provando che i coralli coprivano materiali di questo genere.

Gli altri ricercatori rilevarono ulteriori ruote e persino telai di carri.

Ciò che più li sorprese, tuttavia, fu il rilevamento di ossa umane, in

parte sparpagliate qua e là e in parte raggruppate, racchiuse

all’interno di coralli.

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A destra l'osso di un arto inferiore umano ricoperto di coralli,

esaminato all'università di Stoccolma. Fu attribuito a un uomo

dell'altezza di circa un metro e sessanta. A sinistra un altro osso

dello stesso genere, a titolo comparativo.Un osso ritrovato Costole

umane

Nel maggio del 2000 furono effettuate ulteriori immersioni da gruppi

di ricerca guidati dal norvegese Mark Krassberg e da altri noti

ricercatori, fra i quali l’australiano Ron Peterson, la svedese Vioka

Fonten, i britannici Michael Redman e Aron San e il norvegese Thor

Larsen. Fra loro si trovava anche il dott. Lanert Mullar, che

disponeva di una sofisticata macchina fotografica subacquea,

dotata di un telecomando. Egli si unì al gruppo, insieme ad altri

184


ricercatori che disponevano di altri apparecchi molto sofisticati per

la ricerca sottomarina.

Una delle ruote ritrovate sul lato saudita del fondo (fotografia di

Vioka Fonten)Con la loro imbarcazione, navigarono in direzione

dell’Arabia Saudita (l’altra sponda del Mare dei Giunchi) e

riuscirono a superare il segnale di “metà strada” (tra Nuweiba e

l’Arabia Saudita); si immersero con l’Excalibur 1000, un

apparecchio che consente di rilevare metalli che giacciono anche a

grandissime profondità. Durante un’immersione a ventotto metri di

profondità scoprirono dei reperti a forma circolare ricoperti di coralli,

della stessa misura delle ruote di un carro. Il perno e i sei raggi

della ruota erano chiaramente visibili. Con l’ausilio del rilevatore,

185


furono ritrovati, inoltre, numerosi oggetti di metallo, anch’essi

ricoperti dai coralli.

Anche sulla sponda saudita, infine, trovarono dei resti di carri, fatto

che confermò l’ipotesi secondo cui l’itinerario dell’attraversamento

del mare partisse da Nuweiba e raggiungesse l’Arabia Saudita.

Fonte: Khumash: Esodo – Shemòt, edizione gennaio 2010,

Mamash (da pag. 819 a pag. 826).

Data di pubblicazione: 10/06/2010 12:50:00 AM

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Parole chiave: Approfondimento, Storia

Si invita ad ascoltare e guardare l’intervista a Ron Wyatt nel canale

YouTube Carlo Fanni 2.

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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA PARLANO DI GESÙ

CRISTO MESSIA E DIO:

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Gesù Disse: distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò

risorgere… parlava del Tempio del suo corpo. (Giovanni 2:19-21)

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200


201


SOPRA LA CROCE DI GESU' LA SCRITTA IN EBRAICO RIVELA

CHE EGLI E' DIO:

Il Titulus Crucis, conservato a Roma nella Basilica di Santa Croce

in Gerusalemme, riporta la scritta in

greco, in latino (Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, il cui

acronimo è INRI) e in ebraico (il cui acronimo è YHWH, cioè Jahvè,

il nome di Dio dell'Antico Testamento)

di Daniele Di Luciano

In Esodo 20,2 Dio rivela il suo nome a Mosè: "Io sono il Signore,

tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto". La parola tradotta

con "il Signore" è il famoso Tetragramma che gli ebrei non possono

neanche pronunciare: "YHWH", vocalizzato in diversi modi tra i

quali "Yahweh". Le quattro lettere ebraiche che lo compongono

sono queste: .yod-he-waw-he. Ricordiamo che l'ebraico si legge da

" יהוה ," sinistra destra verso

Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 19 versetti 16-22, leggiamo:

202


"Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il

luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e

con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo.

Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era

scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero

questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino

alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei

sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: «Il re dei

Giudei», ma: «Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei»». Rispose

Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto»."

IL TITULUS CRUCIS

Nonostante il brano in questione sia famosissimo, la scena che si è

svolta davanti a Gesù crocifisso dev'essere stata un po' diversa da

come ce la siamo sempre immaginata. Giovanni, forse, ha provato

a sottolinearlo, ma il lettore, non conoscendo la lingua ebraica, è

impossibilitato a comprendere.

L'iscrizione di cui parla Giovanni è la famosa sigla "INRI", raffigurata

ancora oggi sopra Gesù crocifisso. L'acronimo, che sta per il latino

"Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum", significa appunto "Gesù il

Nazareno, il re dei Giudei".

Ma Giovanni specifica che l'iscrizione era anche in ebraico. Non

solo: in un momento così importante l'evangelista sembra

soffermarsi su dei particolari apparentemente di poco conto:

1) il fatto che molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo

dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città

2) i capi dei sacerdoti che si rivolgono a Pilato per far modificare

l'iscrizione

3) Pilato che si rifiuta di cambiarla.

Ponzio Pilato, che era romano, probabilmente non capiva che,

senza volerlo, aveva creato un po' d'imbarazzo - se vogliamo

definirlo così - agli ebrei che osservavano Gesù crocifisso con

quell'iscrizione sopra la testa.

LA CLAMOROSA SCOPERTA

203


Henri Tisot, esperto di ebraico, si è rivolto a diversi rabbini per

chiedere quale fosse l'esatta traduzione ebraica dell'iscrizione fatta

compilare da Pilato. Ne parla nel suo libro "Eva, la donna" nelle

pagine da 216 a 220.

Ha scoperto che è grammaticalmente obbligatorio, in ebraico,

scrivere "Gesù il ."

" Nazareno e re dei

Giudei". Con le lettere ebraiche otteniamo Ricordiamo la lettura da

destra verso sinistra.

Queste lettere equivalgono alle nostre "Yshu Hnotsri Wmlk

Hyhudim" vocalizzate "Yeshua Hanotsri Wemelek Hayehudim".

" Quindi, come per il latino si ottiene l'acronimo "INRI", per יהוה ,"

l'ebraico si ottiene "YHWH".

Ecco spiegata l'attenzione che Giovanni riserva per la situazione

che si svolge sotto Gesù crocifisso. In quel momento gli ebrei

vedevano l'uomo che avevano messo a morte, che aveva affermato

di essere il Figlio di Dio, con il nome di Dio, il Tetragramma.

ישוע הנוצרי ומלך היהודים

Non poteva andar bene che YHWH fosse scritto lì, visibile a tutti, e

provarono a convincere Pilato a cambiare l'incisione. Ecco che la

frase del procuratore romano "Quel che ho scritto, ho scritto"

acquista un senso molto più profondo.

Sembra incredibile? Pensate che Gesù aveva profetizzato

esattamente questo momento. In Giovanni 8,28 troviamo scritto:

"Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo,

allora conoscerete che Io Sono"

Per "innalzare" Gesù intende la crocifissione. "Io Sono" allude

proprio al nome che Dio ha rivelato a Mosè in Esodo 3,14:

"Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così

dirai agli Israeliti: «Io- Sono mi ha mandato a voi»"

Titolo originale: Sopra la croce di Gesù non era scritto solo INRI.

Ecco il vero significato dell'iscrizione ebraica

Fonte: Sito del Timone, 5 febbraio 2016

Pubblicato su BastaBugie n. 694

204


SALMO 119 PARLA DI GESÚ:

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CODICI BIBBIA CONFERMANO LA PAROLA DI DIO E CHE

GESÙ È IL MESSIA:

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238


I codici ELS della Bibbia sono un "marchio di qualità" del Libro

Sacro. È un'impronta lasciata da Dio per testimoniare la Sua

grandezza e intelligenza infinita.

Sono stati pubblicati molti libri e articoli riguardo ai codici ELS della

Bibbia. Anche Time e Newsweek ne hanno parlato. Negli USA sono

anche stati oggetto di trasmissioni alla radio e alla televisione. Di

che cosa si tratta?

I codici ELS della Bibbia sono una specie di sigillo, di marchio di

qualità per il libro più importante dell'umanità. Sono come l'impronta

digitale dell'autore che nel corso di molti secoli ha ispirato gli

scrittori nella redazione del testo. Vi si possono trovare dettagli su

eventi accaduti migliaia di anni dopo la redazione. Chi, se non Dio

stesso, avrebbe mai potuto codificare tutti questi dettagli?

È vero che possediamo già molti indizi sulla veridicità della Bibbia.

L'archeologia ne è un esempio. Il più famoso archeologo ebraico di

questo secolo, dott. Nelson Glueck, ha passato la sua vita alla

ricerca di reperti archeologici nella terra d'Israele. Il risultato delle

sue ricerche ha permesso al dott.

Glueck di affermare che la Bibbia è assolutamente precisa in ogni

settore in cui è stato possibile confrontarne il contenuto con le

scoperte archeologiche. Egli riassume così le migliaia di scoperte

archeologiche di questo secolo: "Si può affermare categoricamente

che nessuna scoperta archeologica ha confutato un testo biblico.

Sono stati scoperti dozzine di reperti archeologici che confermano a

grandi linee o nei minimi dettagli delle affermazioni storiche della

Bibbia." (Nelson Glueck, "Rivers in the Desert: History of the

Negev", 1969)

Alcune delle ricerche più affascinanti riguardo ai codici ELS sono

quelle fatte da Yacov Rambsel, che in Isaia 52-53 ha scoperto i

nomi di Gesù, dei Suoi discepoli, di Maria, Giuseppe e molti altri

protagonisti della vita di Cristo, compresi re Erode e il sommo

sacerdote Caiafa. Questi dettagli sono contenuti nei capitoli di Isaia

239


sul Servo di Dio sofferente, scritti più di sette secoli prima che Egli

nascesse!

I codici Yeshua – dal nome ebraico di Gesù – rivelano e

confermano per chi non crede ancora che Gesù di Nazaret è il vero

Messia, e ne sono il "marchio di qualità".

Che cosa sono i codici ELS della Bibbia?

I testi antichi della Torah non hanno spazi né punteggiatura. Ecco

per esempio i primi due versetti di Genesi in italiano:

1. Nel principio Dio creò i cieli e la terra.

2. La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia

dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.

Negli antichi testi ortodossi sarebbero scritti così:

N E LPR I N C I PI O D I O C R E O I C I E LI E LAT E R R ALAT E

R R AE R AI N FO R M E E V U O T ALE T E N E B R E C O PR I

V AN O LAFAC C I AD E LLAB I S S O E LO S PI R I T O D I D I O

ALE G G I AV AS U LLAS U PE R FI C I E D E LLE AC Q U E

Usando questo testo in italiano, vi si possono trovare codificate

parole come RAME, LATO, TIRI, DARE, EST, SOLE, TERRA, LEA,

eccetera. Difficilmente si trovano delle parole più lunghe, ma

aumentando la lunghezza del testo è possibile trovarne.

Ecco qui un esercizio. Cerca alcune delle parole indicate sopra e

trovane anche delle nuove. Per facilitare il compito si mette il testo

in modo da formare una griglia. Disponendo diversamente la

lunghezza delle righe diventa più facile o più difficile trovare

determinate parole.

Esempio: Partendo dalla 17a lettera (R), e contando per tre volte

ogni 16 lettere, si ottiene la parola RAME.

Evidentemente questo testo non è l'originale, e la traduzione non

mantiene le codifiche. Inoltre è un fatto che qualsiasi testo

sufficientemente lungo contiene dei codici ELS. La domanda che si

pone è se questi sono significativi o meno, cioè se sono presenti

dei codici multipli in prossimità (vicini l'uno all'altro), e se sono in

240


relazione con il testo "in superficie", quello che si legge

direttamente.

La storia dei codici ELS

Gli ultimi anni ci hanno dato molte informazioni sui codici ELS della

Bibbia. Ma già molti secoli fa sono state fatte delle scoperte

riguardo a essi.

600 anni fa, Rabbi Bachya, un rabbino europeo, scrisse un libro in

cui descriveva la sua scoperta di una struttura di lettere della Torah,

disposte a intervalli, che formano delle parole con un senso.

Egli scoprì che iniziando dall'ultima lettera "tav" ( ת ) della prima

parola di Genesi 1:1 – "nel principio", bereishit ( תישארב ) – e

saltando 49 lettere, si formava la parola Torah ( הרות ). In altre

parole, partendo dalla prima "tav" di Genesi, e contando ogni 50a

lettera si forma la parola ebraica Torah, che significa "legge" o

"dottrina" (per antonomasia i primi 5 libri di Mosè).

Rabbi Bachya scoprì che pure in Esodo si formava la parola Torah

partendo dalla prima "tav" e contando ogni 50a lettera.

Ma non con Levitico. Esaminando il primo versetto di Levitico non

trovò Torah. In sua vece scoprì che partendo dalla prima

apparizione di "iod" ( י ), e contando ogni 8a lettera, si formava la

parola ebraica HaShem, che significa "il Nome" – sottinteso, "di

Dio".

Esaminando "Numeri" trovò che Torah era codificato ogni 50a

lettera, ma all'inverso (haroT), mentre in "Deuteronomio" trovò

Torah all'inverso, ma ogni 49a lettera, iniziando dal versetto 5.

Il dott. Daniel Michelson ha calcolato che statisticamente la

probabilità che Torah sia stato codificato per caso all'inizio dei 4 libri

di Mosè è di 1 a 3'000'000.

La riscoperta

Rabbi Michael Dov Weissmandl (1903-1957) fece delle ricerche

simili e negli anni '40 scoprì con stupore codificati molti altri nomi. I

suoi studenti continuarono il suo lavoro, che sfociò in uno studio

approfondito all'Università Ebraica. Questi codici sono oggi noti con

241


il nome di "sequenze equidistanti di lettere" (ELS). Durante gli ultimi

15 anni l'introduzione dell'uso del computer ha

NELPRINCIPIODI OCREOICIELIELA TERRALATERRAER

AINFORMEEVUOTA LETENEBRECOPRI VANOLAFACCIADE

LLABISSOELOSPI RITODIDIOALEGI AVASULLASUPERF

ICIEDELLEACQUE

permesso di esplorare il testo della Torah in un modo mai

immaginato. Nel 1988 tre matematici dell'Università Ebraica e

dell'Istituto Tecnologico di Gerusalemme (dott. Doron Witztum, dott.

Yoav Rosenberg, dott. Eliyahu Rips) hanno completato il progetto di

ricerca iniziato da Rabbi Weissmandl.

Come possiamo essere sicuri della precisione dei testi oggi a

disposizione?

Per trovare dei codici significativi è necessario che il testo sia

preservato, senza alterazioni nelle parole e nel numero di lettere

che lo compongono. Alcune lettere in più o in meno, oppure un

sinonimo, possono alterare completamente la codifica ELS,

rendendo il testo inutilizzabile per una parte delle ricerche e degli

esperimenti. Diversi fattori contribuiscono a darci una certa

garanzia sulla genuinità dei testi oggi disponibili.

L'estrema cura nella trascrizione dell'AT

Mentre per il Nuovo Testamento esistono letteralmente decine di

migliaia di copie di interi brani o di NT completi, ma non sempre

scritti con la dovuta cura, l'Antico Testamento ha a suo vantaggio

che i testi sono stati copiati in modo estremamente meticoloso. I

talmudisti dovevano seguire minuziosamente le regole per la

copiatura dei rotoli della Legge (Codici). Ne riassumo alcune.

1° Ogni pergamena deve contenere un certo numero di colonne,

sempre uguale per tutto il Codice.

2° La lunghezza di ogni colonna non deve essere inferiore a 48

linee né superiore a 60.

3° Un originale autenticato deve servire da riferimento e lo scriba

non deve assolutamente deviare dal testo.

242


4° Nessuna parola né lettera, nemmeno uno iod ( י ), deve essere

scritto da memoria, senza che lo scriba abbia guardato il codice

davanti a lui.

5° Fra ogni consonante si deve lasciare lo spazio di un capello o un

filo.

6° Fra un paragrafo (o sezione) e il successivo si lascia lo spazio di

nove consonanti.

7° Fra un libro e il successivo si lascino tre righe.

8° Il quinto libro di Mosè deve terminare esattamente con una riga, i

rimanenti non necessariamente.

9° Lo scriba deve essere vestito dell'intero ambito giudaico.

10° Dev'essere lavato.

11° Non può scrivere il nome di Dio con una penna appena intinta

nell'inchiostro.

12° Anche se un re gli rivolgesse la parola mentre scrive quel

Nome, non deve prestargli attenzione.

Seguono poi le istruzioni per il tipo di pergamena, le corde per

legarla, la ricetta per l'inchiostro. I rotoli che non venivano copiati

secondo queste regole erano destinati ad esser sepolti o bruciati,

oppure venivano banditi dal servizio sacro e utilizzati come libri di

lettura.

I masoreti (500-900 d.C.) hanno applicato un complicato sistema di

verifica dei rotoli. Per

esempio contavano quante volte ogni lettera dell'alfabeto

compariva in un libro. Sapevano quale lettera si trovava

esattamente a metà di ogni libro, del Pentateuco, e della Bibbia (per

loro era l'AT). Sapevano quanti erano i paragrafi, le parole e le

lettere di ogni singolo libro; conoscevano quali versetti contenevano

tutte le lettere e quali ne contenevano solo una parte, eccetera.

Questi dettagli apparentemente banali erano finalizzati ad avere la

massima precisione nella trasmissione del testo sacro. Si può dire

con certezza che nessun altro documento dell'antichità è stato

trasmesso con altrettanta cura come l'Antico Testamento.

243


Senza tale meticolosità nella trascrizione dei testi sacri sarebbe

stato impossibile scoprire i codici ELS della Bibbia.

L'età dei più antichi manoscritti e l'intervallo fra la redazione e il più

antico reperto

Fino alla scoperta dei rotoli nelle grotte di Qumran del Mar Morto

negli anni '50, il più antico testo dell'AT risaliva al 900 d.C.

Considerando che la redazione dell'AT era praticamente terminata

nel 400 a.C., rimanevano 1300 anni d'intervallo fra la redazione e la

copia più antica. Questo poteva indicare che l'AT non era più

affidabile di altre opere antiche.

Con la scoperta dei rotoli del Mar Morto la situazione cambiò

drasticamente. All'improvviso, per un certo numero di libri dell'AT,

erano disponibili dei rotoli di 9 secoli più antichi. Il confronto fra

questi rotoli e quelli fino ad allora disponibili ha permesso di

confermare l'accuratezza del testo oggi a nostra disposizione. Il

credente può dunque prendere in mano la sua Bibbia senza

temere, sapendo di avere in mano la vera Parola di Dio, ricopiata

con cura e precisione da una generazione all'altra nel corso dei

secoli.

Il rotolo di Isaia trovato nelle grotte di Qumran nel 1947 era 1000

anni più antico del più vecchio manoscritto disponibile fino a quel

tempo (980 d.C.). Il confronto ha rivelato una corrispondenza del

95%. Il rimanente 5% è costituito da variazioni ortografiche e

qualche lapsus; e il messaggio biblico non ne è minimamente

alterato.

Gli esperimenti

Per cercare se i testi sacri contengono veramente informazioni

codificate è stato necessario fare alcuni esperimenti.

Le 300 coppie di parole

I tre ricercatori, Doron Witztum, Yoav Rosenberg ed Eliyahu Rips,

hanno fatto un esperimento nel quale hanno scelto 300 coppie di

parole in relazione logica, per esempio martello – incudine, albero –

foglia, uomo – donna. Avendo introdotto le coppie nel programma

244


contenente la Genesi in ebraico, hanno chiesto di trovare le coppie

di parole codificate nel testo. I ricercatori furono stupiti di trovare

ogni parola della coppia in stretta vicinanza all'altra parola.

I 66 rabbini famosi

L'esperimento dei "rabbini famosi" è stato pubblicato su diverse

riviste bibliche e statistiche. In questo esperimento i ricercatori

israeliani hanno cercato i nomi e le date di nascita o di morte di una

serie di rabbini. Inizialmente sono stati selezionati 34 rabbini vissuti

fra il 90 e il 1900 d.C. Erano i rabbini con le biografie più lunghe

nell'Enciclopedia degli uomini famosi d'Israele.

Hanno introdotto i nomi e le date nel programma contenente la

Genesi, con il compito di cercare le codifiche. Per tutti e 34 i rabbini

si sono trovati i nomi codificati in stretta prossimità con le date di

nascita o di morte del rabbino. La probabilità che questi nomi si

trovassero in prossimità alle rispettive date è di 1 su 700'000'000.

Per eliminare ogni possibilità di trucchi, la rivista Statistical Science

chiese di ripetere l'esperimento con altri 32 rabbini (i successivi, in

ordine d'importanza), prima di pubblicare l'articolo dell'esperimento.

Alla sorpresa dei critici più scettici, l'esperimento fu nuovamente

coronato da successo. L'esito mostrò che le date di nascita o di

morte dei rabbini erano codificate in stretta prossimità con i nomi.

Per cui l'editore di Statistical Science fu costretto a pubblicare

l'articolo. Nel suo commento egli scrisse: "I nostri critici erano

perplessi: le loro convinzioni erano che il libro della Genesi non

potesse contenere riferimenti sensati a individui dell'era moderna

[...] L'articolo viene perciò offerto ai lettori come una sfida."

In un articolo di Bible Reviev il dott. Satinover riferisce che la

probabilità matematica di ritrovare codificati i nomi di 66 saggi ebrei

associati alle loro date di nascita o di morte è inferiore a 1 a 2,5

miliardi.

Quando i ricercatori hanno provato a rifare l'esperimento

analizzando altri testi religiosi ebraici, come il Talmud, non hanno

ottenuto risultati significativi. Perfino con il Pentateuco samaritano –

245


che è una variante dei 5 libri di Mosè con numerose piccole

differenze di testo e di dettagli – non si sono trovati risultati di

valore.

Il professor Harold Gans, matematico e autore di più di 180 saggi

tecnici, è stato un autorevole ricercatore al Pentagono. Quando è

venuto a conoscenza di questi fatti era scettico, e dichiarava

"ridicole" le affermazioni fatte. Però, avendo a disposizione dei

computer, nel 1989 creò un programma per verificare le

affermazioni di Witztum, Rosenberg e Rips. Durante 19 giorni e

notti il programma esaminò il testo della Genesi (78'064 caratteri).

Alla fine Gans concluse che i codici ELS sono effettivamente

presenti nella Bibbia – e che è impossibile che vi siano apparsi per

caso o per disegno umano. In seguito continuò le ricerche e

scoperse che oltre ai nomi e alle date dei saggi, erano codificate

anche le città dove ognuno dei 66 rabbini era nato.

Oggi il dott. Gans insegna nelle sinagoghe di tutto il mondo e

condivide l'incredibile evidenza che dimostra l'autenticità divina

della Bibbia.

Eminenti matematici di importanti università (Università Ebraica di

Gerusalemme, Università di Tel Aviv, Università di Yale, Harvard)

riconoscono e confermano la presenza di codici.

Altri ricercatori

Guy Cramer e Lori Eldridge hanno pubblicato su internet

(http://www.cadence.bc.ca/trinity/ye- shuacodes.html) una ricerca

sui codici Yeshua. Eccone un riassunto. Queste frasi hanno un

certo significato che è dovuto alla loro posizione nel testo. La

colonna di destra indica la probabilità di ottenere questo codice –

cioè in quanti testi di simile lunghezza è necessario cercare per

trovarlo (s'intende l'intero Genesi, o Levitico, eccetera).

Testo codificato Probabilità

Yeshua trionfa 1 / 59'394

Yeshua aiuta (assiste) 1 / 367

246


L'evento di Yeshua / Maestro di Giustizia 1 / 58'507'687

Ecco! Il sangue di Yeshua 1 / 69'711

Deuteronomio 34:4 Salmo 22:1-12

Salmo 22:14-17 Salmo 41:9-12

Yeshua Torah 1 / 99

Yeshua Messia 1 / 480.

Un segno di Yeshua 1 / 1'182

Yeshua, il gioiello lucente 1 / 145

Osservazioni

È chiaro che qualsiasi testo contiene dei codici ELS. Gesù è

codificato anche in altri libri, così come Buddha, Maometto, Lenin,

Hitler eccetera. Queste sono codifiche casuali poiché la loro

probabilità statistica di apparire è alta. Più un codice è complesso –

per esempio nella sua lunghezza, nella combinazione di diverse

parole, nella formazione di frasi oppure nella diretta relazione che

ha con il testo – più difficilmente appare.

Nel testo biblico si può anche trovare "Gesù falso profeta", oppure

"Gesù bugiardo", o altri ancora, ma sono: 1° rari, 2° posti a

intervallo molto grande, 3° normalmente non in diretta relazione con

il testo in cui si trovano. In pratica non hanno importanza dal punto

di vista statistico. Sono casuali e prevedibili in qualsiasi testo.

Inoltre è da notare che la ricerca dei codici ELS è ancora allo stadio

iniziale. Una certa dose di prudenza è utile.

Passaggi biblici che potrebbero riferirsi ai codici ELS

Proverbi 25:2 Daniele 12:4

Daniele 12:9

Domande aperte

È gloria di Dio nascondere le cose; ma la gloria dei re sta

nell'investigarle.

Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al

tempo della fine. Molti lo studieranno con cura e la conoscenza

aumenterà.

247


Va' Daniele; perché queste parole sono nascoste e sigillate fino al

tempo della fine...

La ricerca per codici nel Nuovo Testamento non è ancora così

avanzata come per l'AT. Sembra che sia più difficile trovarne,

oppure appaiono diversamente.

Conclusioni

Come agisce il Signore? Tramite la parola! Con la Sua parola ha

creato l'universo (Genesi 1; Salmo 33; Salmo 148); la Sua parola è

diventata carne e ha abitato fra di noi rivelandoci la natura di Dio

Padre (Giovanni 1); con la Sua parola guarisce, scaccia demoni,

controlla la tempesta della natura, offre il perdono dei peccati; "di'

soltanto una parola e il mio servo sarà guarito" (Matteo 8:8), "Gesù

sgridò il demone, che uscì da lui; e da quell'istante il fanciullo fu

guarito" (Matteo 17:18)...

Ci sono molte testimonianze sulla veracità della Bibbia, i codici ELS

ne rappresentano soltanto una. Sommando tutta l'evidenza siamo

costretti a considerare seriamente la sua importanza per la nostra

vita. Se non siamo indifferenti dovrebbe essere una sfida costante

al nostro modo di pensare, scegliere, decidere, agire, parlare...

La Bibbia è importante per noi perché Dio si è rivelato essa. Egli ci

ha dato la parola scritta affinché potessimo avere qualcosa di

affidabile a cui affidare la nostra vita e il nostro pensiero, qualcosa

che non cambia con il tempo.

A che cosa mi servono i codici ELS della Bibbia?

Per me personalmente, i codici ELS sono un'ulteriore dimostrazione

che la Bibbia è d'ispirazione divina. Una volta accertato questo fatto

devo chiedermi che cosa ne faccio di questa evidenza.

Se rimango indifferente e la mia vita non cambia, sarò

maggiormente responsabile davanti a Dio. Se, invece, permetto alla

Parola di Dio di cambiare il mio modo di pensare, allora si apriranno

orizzonti completamente nuovi. È chiaro che le mie idee ed opinioni

dovranno conformarsi a quelle che il Signore ha rivelato nella Sua

248


Parola. E si dovranno anche poter osservare dei cambiamenti

esterni: nel modo di parlare, negli atteggiamenti, nelle azioni.

Ciò non significa che diventò perfetto, ma che permetto al Signore

di portare alla luce ciò che in me non è giusto, con tutte le sue

conseguenze.

La parola di Dio mi serve...

· per conoscere la natura di Dio Padre, del Figlio, dello Spirito

Santo, e il loro modo di operare, di manifestarsi, pensare...

· per conoscere la Sua volontà e le sue intenzioni per me

personalmente, i Suoi piani per Israele, il Suo popolo eletto, per le

nazioni, e per il futuro dell'universo;

· per conoscere le realtà e le leggi del mondo spirituale;

· per trasformarmi completamente, se le permetto di permeare ogni

sfera della mia vita, se mi

conformità ad essa;

· per combattere contro le insidie e le menzogne di Satana.

L'essenziale

Per concludere vorrei dire che la cosa fondamentale è conoscere

Dio personalmente, stabilire una relazione con lui. Nella Sua parola

posso trovare tutte le indicazioni a proposito. Se mi adeguo a ciò

che sta scritto – anche se mi costa – avrò una speranza per il

presente e il futuro, quando Gesù ritornerà e instaurerà il Suo

Regno sulla terra.

Alcuni riferimenti utili sulla Parola

Questi ci aiutano a focalizzare il significato della Bibbia per noi.

Deuteronomio Il Signore ti ha umiliato, ti ha fatto provar la fame, poi

ti ha 8:3 nutrito di manna che tu non conoscevi e che neppure i tuoi

(e vangeli)

Salmo 119:105 (e Giovanni 1:9)

Geremia 23:29 Matteo 7:24

Giovanni 6:63 Efesini 6:17 Ebrei 4:12

249


I padri avevano mai conosciuto, per farti comprendere che l'uomo

non vive soltanto di pane, ma vive di ogni parola che procede dalla

bocca del Signore.

La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio

sentiero.

"La mia parola non è come il fuoco?", dice il Signore, "e come un

martello che spezza il sasso?"

Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo

paragono a un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra

la roccia.

È lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla. Le parole che vi

dico sono spirito e vita.

Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è

la parola di Dio.

La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque

spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello

spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i

pensieri e le intenzioni del cuore.

Il suono delle lettere dipende dalla posizione e, nella lingua

moderna, dai segni aggiuntivi.

L'alfabeto ebraico contiene 22 lettere, alcune delle quali possono

avere diverse forme quando appaiono alla fine della parola. Queste

lettere "finali" non cambiano il significato della parola, e nell'analisi

dei codici ELS della Bibbia vengono trattate allo stesso modo come

quelle che si trovano in un'altra posizione.

Dati sui testi biblici

Genesi

Esodo

Levitico

Numeri Deuteronomio Tutto il Pentateuco

Ci sono certamente nuovi libri in italiano. Per i link non garantisco il

funzionamento poiché possono cambiare senza preavviso.

Grant R. Jeffrey Grant R. Jeffrey Yacov Rambsel

250


Yacov Rambsel Josh McDowell Lee Strobel

Ebraico

Gesù: Yeshua עושי Messia: Mashiach חישמ

Altri appunti

Quando Dio si manifesta, non è limitato nei Suoi mezzi. Può

rivelarsi ai Suoi servi e parlare in vari modi, per esempio:

· ad Abrahamo

· con Mosè

· a Giuseppe

· a Daniele

· a Maria

· a Balaam

apparve

parlava faccia a faccia

diede dei sogni

diede delle visioni inviò un angelo

parlò tramite un asino

Genesi 12:7; 17:1

Esodo 33:11; Numeri 12:8; Deuteronomio 34:10

Genesi 37:5; 37;9

Daniele 2:19; 7:1; 8:1; 10:7 Matteo 1:20; Luca 1:26 Numeri

22:21-34

Il Signore può parlarmi tramite un libro, un giornale, un amico – o

anche un nemico –, in una preghiera o una profezia. Ma in qualsiasi

modo Egli mi parli, posso star certo che non contraddirà

mai la Sua parola scritta! Ecco perché la Bibbia è così importante.

Autore e osservazioni Pubblicazione Homepage & Webmaster

Sandro Ribi, compilato usando fonti da internet e dalla bibliografia

(vedi sopra). Ringrazio il signor Bixio Monti per le sue indicazioni.

251


252


Codice della Torah

253


La scoperta di parole significative enunciate in sequenze di lettere

saltate equidistanti nel testo originale della Bibbia ebraica è una

prova evidente che la Bibbia è un'opera di Dio piuttosto che

un'opera degli uomini.

La via della giustizia di Dio è mediante la fede in Gesù Cristo. La

fede implica una decisione di fidarsi, senza prove. Per coloro che

fanno quel passo, Dio manda lo Spirito Santo per rendere viva la

Bibbia e porta il credente in un viaggio dove la fede cresce e

matura. Abbiamo l'opportunità di aumentare la fede quando

comprendiamo quello che è stato chiamato il Codice della Torah,

uno schema sottostante di parole enunciate in sequenze di salti

equidistanti in tutto il testo originale della Bibbia ebraica.

Un esempio ...

Usando il testo masoretico troviamo la parola TORAH enunciata in

sequenze di salti di lettere equidistanti all'inizio dei libri della

Genesi, dell'Esodo, dei Numeri e del Deuteronomio.

La parola ebraica TORAH (che significa “legge) è il titolo che i

rabbini usano per descrivere i primi cinque libri della Bibbia, la

Legge di Mosè.

Trovare questo schema non confonde la Bibbia. È semplicemente

lì. È un fatto. Può essere verificato contando le lettere manualmente

o con programmi per computer. Che lo schema ci sia è notevole. Si

verifica troppe volte per essere considerata una coincidenza. È

un'indicazione – un sigillo per così dire – della paternità divina.

La prima parola in Genesi 1:1 è BERESHEET ("In principio"):

L'ultima lettera di questa parola ebraica è una tav:

Tav è la prima lettera della parola TORAH:

Conta sette volte sette lettere, o 49 caratteri, da quella tav. La 50a

lettera nel testo ebraico è vav – la seconda lettera nella parola

TORAH:

Continua in questo modo, ogni 50 lettere, e TORAH viene

enunciato. Nel libro dell'Esodo, a partire dalla prima occorrenza

della lettera

254


tav, la parola TORAH è scritta nello stesso modo.

Facciamo lo stesso esercizio nel quarto e quinto libro della Bibbia –

Numeri e Deuteronomio – e troviamo lo stesso fenomeno, tranne

per il fatto che la parola TORAH è scritta al contrario; rivolto verso

l'interno, per così dire. E il Levitico, il libro centrale dei primi cinque

libri della Bibbia?

In quel libro troviamo enunciata la parola ebraica che rappresenta il

nome di Dio:

Partendo dalla prima lettera yud, saltando sette lettere e contando

l'ottava, troviamo la parola YHWH, che alcune persone traslitterano

in inglese come Yahweh o Jehovah (ma guarda il nostro video che

insegna " Il nome di Dio " per una spiegazione più completa).

È impossibile che ciò sia potuto accadere per caso. L'unica

conclusione è che lo Spirito di Dio ha diretto gli uomini che hanno

scritto il testo. Come vedrai nella prossima sezione, le ricerche sul

computer hanno scoperto altri codici di parole che indicano eventi

che si sono verificati nella storia.

Questa non è numerologia. Non sta usando la Bibbia per predire il

futuro. Dio ci dice di non farlo.

Il semplice testo della Bibbia dà avvertimenti sugli eventi che si

verificheranno negli ultimi giorni, ma ci viene detto che nessuno può

prevedere il tempo della fine. Non dovremmo cercare di essere

predittivi. La profezia è data per due ragioni:

Pietre miliari

Si verificano eventi che erano stati predetti nella Bibbia – come il

raduno di Israele nella Terra Promessa – e ci rendiamo conto che

solo Dio avrebbe potuto conoscere queste cose. La nostra fede è

rafforzata.

Motivazione

Quando vediamo svolgersi gli eventi predetti, è un segnale per

essere pronti, per prendere Dio sul serio.

255


La conoscenza del codice della Torah conferma semplicemente che

la nostra fiducia nella Parola di Dio poggia su un fondamento

sicuro.

Scoperte informatiche

L'esistenza della parola TORAH incorporata in una sequenza di

salto equidistante nel testo ebraico è stata scoperta dai rabbini

molto.

Non si trovi tra voi nessuno che... pratichi la divinazione o la

stregoneria, interpreti presagi, si dedichi alla stregoneria, o faccia

incantesimi, o che sia medium o spiritista o che consulti i morti.

Chiunque fa queste cose è in abominio al Signore ...”

(Deuteronomio 18:10-12)

Tempo fa hanno contato le lettere a mano.

Tuttavia, negli ultimi 20 anni, utilizzando i computer, è stata trovata

un'incredibile

complessità di codici di parole.

La Bibbia è unica. Porta il sigillo di Dio

Naturalmente, in qualsiasi campione di testo abbastanza grande

un computer può trovare parole in sequenze di salto di lettere

equidistanti. Non sarebbe degno di nota. Ma quando una parola

come TORAH ricorre come accade, e nel modo in cui accade, nei

primi libri della Bibbia, non può essere liquidata come una

coincidenza. Le probabilità contro di esso sono troppo grandi.

Negli ultimi anni ciò che è stato fatto con i computer è cercare nel

testo biblico una parola come, diciamo, Hitler. In questo caso, è

stato trovato all'interno di un passaggio in Deuteronomio 10,

contando ogni ventiduesima lettera. Il programma per computer è

quindi impostato per trovare parole correlate, come nazista,

nemico, massacro e uomo malvagio. Tutte queste parole sono state

trovate nella stessa parte del testo biblico in diverse sequenze di

256


salto. Le probabilità che un tale fenomeno si verifichi per caso

possono essere calcolate e sono astronomiche.

I matematici che hanno lavorato a questo progetto hanno applicato

il processo a testi diversi dalla Bibbia. Hanno eseguito il modello al

computer sulla traduzione ebraica di Guerra e pace di Tolstoj e sul

Talmud. Il codice compare solo nella Bibbia ebraica.

Migliaia di gruppi di parole correlate sono stati scoperti incorporati

nel testo ebraico. A titolo di esempio ecco un piccolo esempio di

parole che sono raggruppate insieme:

1. Uomo sulla luna - astronave - Apollo 13

2. Shakespeare – Macbeth – Amleto – palcoscenico

3. Hussein – scuds – missile – guerra

4. Rabin – assassino – Amir – Tel Aviv

5. Edison – elettricità – lampadina

6. Presidente Kennedy - a morire - Dallas

7. Rivoluzione francese – Bastiglia – Louis

Gli studi di matematica e informatica sono stati rigorosamente

testati dall'inizio degli anni '90 e le prove sono inconfutabili. Un

articolo sul fenomeno di tre matematici di fama mondiale ha

superato tre revisioni senza precedenti prima di essere pubblicato

sull'autorevole rivista Statistical Science nel 1994.

La Bibbia è unica. Porta il sigillo di Dio.

Il codice della Torah rivela il Messia

Rivelato anche nelle sequenze saltate nella Bibbia ebraica è il

nome ebraico di Gesù, YESHUA:

Esempio 1:

A partire dallo yud in BERESHEET, la prima parola in Genesi 1:1, e

saltando 521 lettere consecutivamente, la frase è

enunciata: YESHUA YAKOL, che significa: "Gesù è capace".

Esempio 2:

Il libro del Levitico dà istruzioni sui sacrifici di sangue per coprire il

peccato. Tutti indicano il perfetto sacrificio di Gesù sulla croce. Il

257


Levitico descrive anche le regole per i sacerdoti e per il Sommo

Sacerdote. Gesù è il nostro grande Sommo Sacerdote.

Levitico 21:10 dice: "E il Sommo Sacerdote, quello tra i suoi fratelli

a cui è stato versato l'olio dell'unzione sulla sua testa ..."

Iniziando con heh, la seconda lettera in ebraico: VE HA'COHEN

HA'GADOL, "E il sommo sacerdote ..." e contando ogni terza

lettera, rivela la frase: HAIN DAM YESHUA, che significa: "Ecco il

sangue di Gesù."

Esempio 3:

Isaia 53 è uno dei grandi passaggi della Bibbia ebraica che indica

l'opera e la persona del Messia.

Isaia 53:8-10 recita:

Con l'oppressione e il giudizio Egli fu portato via. E chi può parlare

della sua discendenza? Poiché fu reciso dalla terra dei viventi; per

la trasgressione del mio popolo fu colpito. Gli fu assegnata una

sepoltura con i malvagi e con i ricchi nella sua morte, sebbene non

avesse commesso violenza né vi fosse alcun inganno nella sua

bocca. Eppure era volontà del Signore schiacciarlo e farlo soffrire, e

sebbene il Signore faccia della sua vita un'offerta per la colpa,

vedrà la sua progenie e prolungherà i suoi giorni, e la volontà del

Signore prospererà nelle sue mani.

Incorporata in questo passaggio c'è la frase YESHUA SHMI (che

significa "Gesù è il mio nome").

Si trova iniziando dal secondo yud nella parola YARIK – “Egli

prolungherà” – nel versetto 10, e contando a ritroso attraverso i

versi ogni ventesima lettera.

Dio sta chiamando Israele e il mondo a riconoscere il suo Messia e

Dio.

La prova che la Bibbia è la Parola di Dio – Messaggi correlati: La

Bibbia è vera e accurata?

258


La Bibbia è storia accurata, con uno scopo, uno standard morale,

un piano di salvezza e una spiegazione per ogni cosa. Profezie su

Gesù adempiute

La Torah contiene molte profezie della venuta del Messia che si

sono adempiute in Gesù di Nazareth.

Israele si è riunito

Dio avvertì Israele che li avrebbe dispersi se gli avessero

disobbedito. Promise anche che li avrebbe riuniti negli ultimi giorni.

Quelle profezie, date migliaia di anni fa, si stanno adempiendo ora.

Dr Eliyahu Rips , uno dei maggiori esperti mondiali di teoria dei

gruppi, un campo della matematica che è alla base della fisica

quantistica. Il dottor Rips è stato responsabile delle rivoluzionarie

scoperte informatiche del codice della Torah.

Codice biblico Salmi 22: Gesù Messia

Pubblicato in Codice biblico , Senza categoria

Mio Dio! Mio Dio! Perché mi hai abbandonato? Perché sei così

lontano da [aiutare, salvare, liberare] me, le mie parole e il mio

gemito?

Salmi 22:1 (o 2 in ebraico), Matteo 27:46, Marco 15:34

Due anni fa, ho partecipato alla Quaresima, dove il Signore mi

faceva digiunare e leggere i Salmi 22 ogni giorno, scomponendo 1

versetto in ebraico al giorno. Ho conosciuto bene questo Salmo, e

ho sentito di averne sondato un po' in profondità. Ciò che mi

interessava di più erano le parole morenti del nostro Signore e

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Salvatore, Gesù Cristo, mentre era appeso alla croce. Ci stava

indicando questo Salmo per ottenere intuizioni dalla sua prospettiva

nei suoi ultimi giorni?

Due famosi capitoli sono usati dai cristiani per indirizzare i non

credenti ebrei a Gesù Cristo, Isaia 53 e Salmi 22. Per i cristiani, è

piuttosto ovvio a chi si riferiscono questi due capitoli, Gesù Cristo.

Gli ebrei lottano con questa accettazione o la negano

completamente. Mentre sto viaggiando attraverso il Codice della

Bibbia, sono andato da solo e ho cercato un messaggio in codice

nei Salmi 22.

Come Isaia 53 con un ELS di 20 fornito alla fine del capitolo,

Yeshua Shemi (Gesù è il mio nome, o ristabilirò su Gesù il mio

nome), ho trovato il nome Yeshua Meshi che appare in un ELS 45

nei Salmi 22, eccetto questa volta era all'inizio. Le ultime tre lettere

sono le stesse lettere ebraiche di Isaia 53, ma un ordine diverso.

Ho pensato che questa potesse essere una derivazione della

parola per nome, come il suo nome, ma la parola Meshi tradotta

come seta o indumento pregiato. Ecco un'altra lezione di ebraico e

scritture.

Avevo tralasciato il titolo del Salmo, che gli ebrei usano come primo

versetto. Dopo aver incluso il titolo, l'ELS di 45 terminava con

Yeshua Maschiach, o Gesù Cristo, o Gesù Messia. Oh! Nascosto in

forma ELS in Isaia 53 e Salmi 22, Gesù è il mio nome e Gesù

Messia. Dato che ho imparato questo metodo di studio ELS, non

sono ancora convinto del codice biblico. Non posso attribuire

questo alla coincidenza che due diversi scrittori, a più di 500 anni di

distanza, abbiano usato nel loro passaggio per il Messia queste due

frasi nascoste.

Ho fatto una ricerca su YouTube per codice biblico e Salmi 22, che

un'altra persona aveva trovato la stessa frase. Ok, quindi non sono

stato il primo, ma è stato divertente trovarlo da solo e farlo

convalidare. Come con Isaia 53, ho creato una matrice utilizzando

l'ELS in cui è stato trovato il nome Yeshua, 45 colonne, e ho fatto

260


una ricerca di parole per vedere cosa potevo trovare. Ricorda, sono

limitato all'ebraico perché non parlo la lingua e mi sono dilettato

nella lingua antica solo da due anni.

Ecco la matrice:

Nella colonna 35, righe da 1 a 8, evidenziate con un riquadro

azzurro e cerchi arancioni, è dove si trova Gesù Messia. La matrice

dei Salmi 22 non era carica come quella di Isaia 53. I professori ei

rabbini che usano il codice biblico insegnano una volta trovata una

parola o una frase, le altre parole trovate dovrebbero corrispondere.

Più lunga è la frase, maggiore è il significato statistico che non è

una coincidenza.

Ho trovato un lungo messaggio in questa matrice che scende

diagonalmente da destra a sinistra, evidenziato in riquadri rossi

pieni e lettere bianche. Per rafforzare il messaggio, ho ricordato che

c'era una parola ebraica contestata e una traduzione tra cristiani ed

ebraismo. Ho evidenziato questa parola nella quattordicesima riga ,

colonne da 27 a 24. L'ultima lettera è in blu, per un motivo.

Il testo ebraico che sto usando ha la parola Ca-Ari, che il giudaismo

traduce come "come un leone"; tuttavia, i cristiani lo traducono

come trafitto. Quando ho fatto ricerche su questa parola

controversa due anni fa, ho scoperto che nei rotoli del Mar Morto,

datati prima del testo che sto usando, c'era scritto la parola

CARaVa, che significa che hanno scavato. Sebbene sia solo una

differenza di lettera, fa una grande differenza per il "codice

nascosto".

חדתא יש עיפ היום שי ואלי יכחד

Al meglio delle mie abilità nell'ebraico antico, usando la Bibbia,

parole radice e lessici, ho tradotto questo come:

Un nuovo fuoco arde, il giorno un tributo (o dono), e il mio Dio sarà

stroncato.

Questo messaggio è biblico? Ti lascerò decidere, ma qui ci sono

alcuni versetti da considerare.

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"Sono venuto a mandare il fuoco sulla terra, e come vorrei che

fosse già acceso!" Luca 12:49

“Poiché il salario del peccato è la morte, ma il dono [gratuito] di Dio

è la vita eterna”. Rm 6:23

stroncato" [ E dopo le sessantadue settimane il Messia sarà יכרת ) ."

Daniele 9:26a

Ecco le altre parole che ho trovato che si riferiscono a Gesù

Messia.

Alcuni indicheranno questi Salmi dal punto di vista del re David,

quindi potrei avventurarmi nell'usare l'ELS per vedere se si può

trovare qualcosa per David. Dato che Isaia 53 e Salmi 22 hanno

Gesù è il mio nome e Gesù Messia, sto cominciando a chiedermi

se questo metodo di "codifica nascosta" abbia qualche validità dopo

tutto, e forse può essere usato per rispondere alle domande sui

passaggi che ho. Per prima cosa, questo strumento di studio

richiede più tempo rispetto agli altri metodi che imploro.

Codice biblico: Yeshua Shemi

Pubblicato in Senza categoria

È stato tratto dalla prigione e dal giudizio, e chi annuncerà la sua

generazione ? Poiché fu reciso dalla terra dei viventi; Per le

trasgressioni del mio popolo è stato colpito. Isaia 53:8

Per avere uno sfondo in questo studio, si prega di leggere Isaia

52:12-53:13, che è indicato da ebrei e cristiani allo stesso modo

come il Servo sofferente. Ci sono opinioni diverse, ma da quello

che ho studiato, la maggior parte di entrambe le parti concordano

che questo passaggio si riferisce alla venuta del Messia.

Quanto segue è stato scoperto (o pubblicizzato per la prima volta)

da Yacov Rambsel, un ebreo messianico che ha ricercato un noto

metodo di studio chiamato ELS (Equidistant Letter Spacing) per

circa cinquant'anni. Con l'invenzione dei personal computer è stato

coniato un termine più comune, il codice biblico. Sono ancora nelle

prime fasi dello studio di questo metodo, ma sono limitato nella mia

262


conoscenza della lingua ebraica, lasciandomi in balia dei moderni

motori di traduzione o, se del caso, delle traduzioni utilizzate

nell'Antico Testamento.

Questo è il mio terzo articolo sul Codice biblico, che ho usato per

dimostrare il mio programma e ottenere informazioni su come Dio

possa avere messaggi nascosti codificati nella Bibbia. Mentre

studiavo parte del lavoro di Yacov Rambsel, ho sentito che se la

sua scoperta è un messaggio in codice, Dio avrebbe dato un

suggerimento nelle scritture.

Come ho letto il contenuto, ci sono tre domande poste:

Chi ha creduto alla nostra predicazione? Versetto 1 Chi è il braccio

del Signore rivelato? Versetto 1 Chi dichiarerà la Sua generazione?

Versetto 8

Nella ricerca di un Remez o di un accenno, la terza domanda

sembra “fuori posto” nella linearità del modo in cui leggo il testo. Chi

è questo Servo sofferente? Ebbene, secondo Yacov, se si inizia con

la terza parola per chi , che in ebraico è מי “mi” e si conta sempre la

ventesima lettera dopo, si arriva a chi è il Servo sofferente.

Gesù è il mio nome. Questo è piuttosto interessante. Ho visto il

suggerimento e la soluzione; tuttavia, non so perché venga

utilizzato un ELS di 20, né riesco a trovare un accenno che mi

indichi a 20. Sul lato critico, il professore di ebraico che studio

afferma che 1/6 della popolazione ai tempi di Gesù era chiamato

Yeshua, ma solo un Yeshua è risorto dalla tomba, vincendo il

peccato, la morte e l'inferno.

Ora, faremo un ulteriore passo avanti con l'uso dei computer e

costruiremo una matrice attorno alla scoperta di questo fenomeno

ELS per i versetti 8-12 con un conteggio delle colonne di 20.

Come ho imparato e attualmente capisco, non c'è manipolazione

delle scritture, si legge ancora lo stesso da destra a sinistra, è solo

inserito in una matrice per ulteriori studi. Per coloro che potrebbero

non saperlo, gli spazi non erano usati nei tempi antichi per separare

263


le parole, motivo per cui sono state implementate le forme finali

delle lettere ebraiche. Dopo aver costruito la matrice, ho utilizzato

colori diversi per distinguere le interruzioni di parole accettate.

Le prime 7 righe della colonna all'estrema sinistra indicano Yeshua

Shemi. Il numero sette è considerato un numero di immersione, con

una rappresentazione di completamento.

Ora che è stata sviluppata una matrice, i professori e gli studiosi

ebraici in Israele che hanno lavorato con il codice biblico usando i

computer, ti diranno di cercare altre parole che circondano la frase

o la parola che hai trovato. La matrice diventa un gioco di ricerca di

parole, ed è qui che ho raggiunto i miei limiti nell'antica lingua

ebraica, trascorrendo molto tempo a rintracciare potenziali parole.

Questo è un esercizio più impegnativo rispetto agli altri metodi di

studio che imploro.

Pronto a vedere le parole che circondano Yeshua Shemi?

Innanzitutto, se continuo l'ELS di 20 fino alla fine del capitolo, che

sarà anche la ventesima colonna completa, ho trovato una frase:

.ristabilirò su Yeshua il mio nome

Utilizzando i metodi del codice biblico, inizia il gioco di ricerca delle

parole e, a causa della mancanza di ridondanza della lingua

ebraica (nessuna vocale), ci sono molte parole e significati che

possono essere raggiunti. Attorno alla frase Yeshua Shemi si vede

una relazione familiare.

Il nome Mary è in realtà al contrario, poiché l'ebraico va da destra a

sinistra. Maria (Mem-Resh-Yod) è una parola che significa amaro, e

gli studiosi cristiani hanno problemi con la madre di Gesù che ha

questa associazione. Il Peshittant, la Bibbia aramaica, traduce il

suo nome in Maryam, che è il nome usato nel Corano. Sì, la

vergine Maria

e Gesù sono nel Corano.

C'è un inno su Gesù: "È mio padre, mia madre, mia sorella, mio

fratello, è tutto per me". Tutte queste parole si trovano intorno a

Yeshua Shemi; tuttavia la parola sorella è אחוֹת , ed è arrivata

אשקקם על ישוע שמי

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riordinando le lettere che ho evidenziato. Quali sono le probabilità

statistiche di trovare questo raggruppamento?

Una colonna a destra della parola madre è una frase "e un padre

risplende" o "il padre risplende".

La parola per brillare inizia con la lettera taw, che indica che si tratta

di un'azione incompleta o che deve ancora venire.

Accanto alla parola padre c'è la parola manna, che termina con

Final Nun, a segnalare la fine di una parola. Mi piace associare

questa parola e relazione al Messia con:

“Questo è il pane che è venuto dal cielo, non come i vostri padri che

mangiarono la manna e morirono. Chi mangia questo pane vivrà

per sempre». Giovanni 6:58

Questo probabilmente viola le regole stabilite dai professori del

Codice biblico e viola le regole del nostro gioco di ricerca di parole,

ma la radice per crocifiggere צלב è raggruppata.

Poiché questo è il mio terzo articolo sul codice biblico, non sono

sicuro di dove andrò da qui con esso. Ho scritto il programma e ho

imparato come l'hanno usato i professori in Israele. Usare il codice

biblico è un metodo di studio che richiede più tempo.

Personalmente non mi piace l'uso del codice biblico per cercare di

prevedere eventi futuri, ma voglio usarlo per trovare i messaggi che

Dio potrebbe averci nascosto per farci vedere quando i computer

sono diventati disponibili.

Immagino che in sostanza, in che modo il codice biblico mi aiuti ad

amare Dio e ad amare le persone? In che modo mi rende un

testimone migliore? Mi ha mostrato la vastità della parola di Dio, e

perché è un bene che studiosi, antichi rabbini e saggi, o i meglio

addestrati non raggiungano mai le sue profondità. Come ha detto

una persona del codice biblico, i programmi per computer

sembrano solo bidimensionali, c'è qualcos'altro tridimensionale?

Tutto questo conta davvero? Non lo so, forse fa parte di una

profezia secondo cui le persone alla fine dei tempi si sarebbero

aggrappate agli ebrei. Il più delle volte, i miei studi biblici scendono

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al cuore di Dio, creano una relazione con Lui e costruiscono la mia

fede. Spero che tu l'abbia trovato interessante, ma per me mi ha

mostrato quanto sono veramente piccolo. Anche se alcuni mi

considererebbero una persona che studia la Bibbia, in apparenza,

questi tre studi sul codice

biblico mi hanno mostrato che non sono neanche lontanamente in

grado di comprendere Dio o la sua parola.

Dalla trilogia Codice Genesi (Rizzoli):

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(Occorre citare questa spiegazione per chi avrebbe detto che

nell’anno ebraico citato sopra 1996 non accadde alcuna guerra

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atomica è per un semplice motivo, le profezie devono adempiersi al

tempo fissato e prestabilito da Dio, è quel tempo è in corso adesso,

guardiamo oggi cosa sta accadendo nel mondo con guerre, rumori

di guerre ed epidemie, quelle profezie si stanno adempiendo e si

adempiranno in questo tempo attuale)

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E disse: «Ecco, io ti faccio conoscere ciò che avverrà nell'ultimo

tempo dell'indignazione, perché riguarda il tempo fissato della fine.

Daniele 8:19

Poiché la visione è per un tempo già fissato, ma alla fine parlerà e

non mentirà; se tarda, aspettala, perché certamente verrà e non

tarderà».Abac 2:3

Annunciate ciò che avverrà nel futuro, e così sapremo che siete dèi;

sì, fate del bene o del male affinché rimaniamo sbigottiti nel vederlo

insieme. Isaia 41:23

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È chiaro che alla luce di queste scoperte, si comprende

ulteriormente che la sacra Bibbia non è un libro qualunque ma il

libro della Vita vero l’unico.

In questa ultima immagine si riporta il codice salverà, ma non è

questo il senso reale, in questa fine dei giorni del mondo che

stiamo vivendo questo codice con la mole di scoperte a conferma

della Sacra Bibbia deve condurre il lettore a credere che la Bibbia è

la Parola di Dio e unica verità così da riconoscere che Dio c’è ed

essere così salvati da Gesù Cristo il Signore.

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Che cos’è l’orologio dell’apocalisse?

Gli scienziati atomici hanno ripristinato l’orologio dell’apocalisse,

spostando le lancette a 90 secondi dalla mezzanotte, l’ora più

vicina che mai alla catastrofe.

Che cos’è l’orologio dell’apocalisse? Il Doomsday Clock, è un

segnatempo simbolico che mostra quanto il mondo sia vicino alla

sua fine. La mezzanotte segna il punto teorico dell'annientamento.

Le lancette dell'orologio si avvicinano o si allontanano dalla

mezzanotte in base alla lettura degli scienziati rispetto per esempio

alle minacce di un olocausto nucleare.

Un'organizzazione senza scopo di lucro con sede a Chicago

chiamata Bulletin of the Atomic Scientists aggiorna ogni anno l'ora

in base alle informazioni sui rischi nucleari per il pianeta e l'umanità.

Per minacce apocalittiche si intendono quelle situazioni derivate per

esempio da tensioni politiche, armi, tecnologia, cambiamenti

climatici o malattie pandemiche.

In base alla lettura che gli scienziati danno di questi eventi le

lancette dell'orologio si avvicinano o si allontanano dalla

mezzanotte.

Un team di scienziati composto da esperti di tecnologia nucleare e

di scienza del clima, tra cui 13 premi Nobel, discutono degli eventi

mondiali e determinano, ogni anno, la posizione delle lancette

dell'orologio.

L'orologio è stato creato nel 1947 da un gruppo di scienziati

atomici, tra cui Albert Einstein, che aveva lavorato al Progetto

Manhattan per sviluppare le prime armi nucleari al mondo durante

la Seconda guerra mondiale.

Che ore sono adesso?

Martedì 24 gennaio gli scienziati atomici hanno stabilito che siamo

a 90 secondi dalla mezzanotte, il Doomsday Clock non è mai stato

così vicino alla mezzanotte.

È la prima volta che si sposta da quando è stato fissato a 100

secondi dalla mezzanotte nel 2020.

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L'avvicinarsi della catastrofe nucleare è imputabile «In gran parte,

ma non solo, all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e al

rischio crescente di un'escalation nucleare» hanno scritto gli

scienziati atomici, che quest'anno per la prima volta hanno diffuso il

comunicato con la loro decisione, oltre alla lingua inglese anche in

russo e in ucraino nel tentativo di far arrivare il monito alle capitali

più interessate.

L’invasione russa dell'Ucraina ha ravvivato i timori di una guerra

nucleare. Durante la Seconda guerra mondiale, più di 75 anni fa,

l'orologio aveva iniziato a ticchettare a sette minuti dalla

mezzanotte.

Il tempo più lontano segnato dall’orologio dal giorno della catastrofe

invece è di 17 minuti alla mezzanotte, rilevato nel 1991, quando la

Guerra Fredda finì e gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica firmarono il

Trattato di riduzione delle armi strategiche che diminuì

sostanzialmente gli arsenali di armi nucleari di entrambi i Paesi.

Fonte Reuters

di Stella Tortora

25 gennaio 2023

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ELOHIM COSA SIGNIFICA?

"Negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a

spiriti seduttori e a dottrine di demoni" (1 Timoteo 4:1)

(Glossario Biblico N.D.)

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Biglino parla di ufo in vista dell’anticristo satana inganna il mondo

con false dottrine, dottrine di demoni.

Il NUOVO ORDINE MONDIALE VUOLE ATTUARE IL PROGETTO

BLUE BEAM vorrebbero usare una tecnologia sofisticata per

creare l’illusione ottica attraverso immagini ad ologrammi di

un’invasione da parte di UFO e PER PRESENTARE

L’ANTICRISTO.

Ciò darà ai governi e alle Nazioni Unite la scusa per proclamare

uno Stato globale di emergenza e tutti i poteri straordinari e i decreti

presidenziali saranno attuati e in seguito una nuova unica religione

mondiale.

Moltissima gente cosa segue? E chi seguirà? RIFLETTETE e non

prendete nulla alla leggera perchè questi demoni vogliono rubare

l'anima in tutti i modi possibili sottomettendo i popoli e facendo

deviare su strade finte, la povera gente e allontanarla da Dio Padre

che è nei cieli, date la mano a Gesù Cristo e a nessun altro

intercessore tra Dio Padre e noi, siate forti sulla Sua Roccia, solo

così non avrete nulla da temere .

Elohim riferito a YHWH è inteso come il Dio unico di Israele[3].

Viene utilizzato il termine al plurale per riferirsi ad una entità singola

per vari motivi. Il principale è quello di esaltare la grandezza di Dio,

ma è anche perché "Elohim" significa letteralmente "Essere

sovrannaturale", quindi nella Bibbia viene usato per indicare "gli

angeli", "Dio e gli angeli".

Con il significato di "dio, divinità", il nome è attribuito anche ad altre

divinità individuali[4], ad esempio Astarte, Moloch, Chemosh e Kos,

dèi nazionali rispettivamente dei Sidoni, degli Ammoniti, dei

Moabiti[5] e degli Edomiti[6]. Anche il Sinedrio, Mosè e Davide

vengono chiamati "elohim", in questo caso con il significato di

"legislatore".

333


La parola elohim ricorre più di 2.500 volte nella Bibbia ebraica, solo

circa un centinaio di parole al plurale. Con significati che vanno da

"dio" in senso generale (come in Esodo 12:12[23], dove descrive

"gli dèi d'Egitto"), ad un dio specifico (per esempio in 1 Re

11:33[24], dove descrive Camos "dio dei Moabiti", o ai frequenti

riferimenti a Yahweh quale "elohim" di Israele), a demoni, serafini e

altri esseri soprannaturali, agli spiriti dei morti fatti evocare da Re

Saul in 1 Samuele 28:13[25] e persino a re e profeti (per es. Esodo

4:16[26]).[11]

Elohim occupa il settimo rango su dieci, nella famosa gerarchia

angelica ebraica del rinomato rabbino e filosofo medievale

Maimonide. Maimonide afferma: "Devo premettere che ogni ebreo

[ora] sa che il termine elohim è un omonimo e denota Dio, gli

angeli, i giudici e i sovrani delle nazioni..."[27]

Letteralmente è il plurale di El (ebraico אל , greco Ἔλ) o Eli, in

accadico Ilu


di Samuele e dei Salmi in cui elohim viene generalmente tradotto

con Dio nonostante sia seguito da un verbo coniugato al

plurale[35][36][37][38]. I nomi correlati elohah (in ebraico: אלוה ) e el

(in ebraico: אֵ‏ ל ) sono usati sia come nomi propri che come generici,

nel qual caso sono intercambiabili con elohim. In altri passi elohim

viene tradizionalmente tradotto con angeli (Salmi 8:6; 97:7;

138:1[39] e, con riferimento allo spettro di Samuele, in Samuele

28:13[40]), nonostante tale significato non sia filologicamente

fondato[41]. In Esodo elohim viene anche attribuito come titolo

vicariale a Mosè (4:16; 7:1)[41]

come titolo proprio della divinità suprema, non è generalmente

considerato sinonimo del termine elohim, "dèi" (plurale, sostantivo

semplice). La grammatica ebraica consente questa forma

nominalmente plurale a significare "Egli è la potenza (singolare)

sopra le potenze (plurale)", o grossomodo "Dio degli dèi". Il

rinomato studioso rabbinico Maimonide scrisse che i vari altri usi

sono comunemente intesi come omonimi.[27] La forma plurale

terminante in -im può essere intesa anche come astrazione, vedi la

parola ebraica chayyim ("vita") o betulim ("verginità"). Se inteso in

questo modo, elohim significa "divinità" o "deità".[Nota 5]

Elohim, uno dei nomi di Dio, è considerato uno di questi casi.

Infatti, quando la parola si riferisce al Dio d'Israele, è il più delle

volte concordata con aggettivi al singolare (es.: Elohim tzaddiq, il

Dio giusto, Salmo 7:10); non mancano le eccezioni, che il Gesenius

ritiene comunque spiegabili. Elohim quindi non significherebbe

dunque semplicemente "Dio" o "Dei", ma "Divinita'

Olamim (Eternità) è per il Gesenius un plurale di durata.

335


Elohim è quindi grammaticalmente un plurale accrescitivo che, in

ebraico, indica la massima espressione di un concetto. Elohim

pertanto non indica una pluralità di dei ma il Dio per eccellenza.[45]

«Dio disse: facciamo l'uomo, con la nostra immagine, a nostra

somiglianza […] Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi»

(Genesi 1,26; 3,22)

"Elohim" con verbi al plurale Modifica

Il nome elohim è usato con un verbo plurale in 1 Samuele

28:13[47]. La Strega di Endor, negromante, evoca lo spirito di

Samuele e dice a Saul di aver visto "essere divino" (elohim) salire

(olim עֹלִ‏ ים , verbo plurale) dalla terra.[Nota 8]

In Genesi 20:13[48] Abramo, davanti al re filisteo politeista

Abimelech, dice che "gli dèi (elohim) mi hanno fatto (verbo plurale)

errare lungi dalla casa di mio padre".

Nella Bibbia ebraica elohim, quando significa Dio d'Israele, è di

solito grammaticalmente al singolare. In Genesi 1:26[51] abbiamo

un connubio di entrambe le forme(singolare prima e plurale poi): "E

Dio disse: 'Facciamo (plurale) l'uomo a nostra immagine, a nostra

somiglianza'."

Gesenius commenta che Elohim singolare deve essere distinto da

elohim (dèi) al plurale e asserisce che:

«la supposizione che Elohim sia da considerarsi semplicemente un

residuo di precedenti vedute politeiste (cioè come originariamente

solo un plurale numerico) è perlomeno altamente improbabile e,

inoltre, non spiegherebbe i plurali analoghi (sotto). Alla stessa

classe (e probabilmente formata sull'analogia di elohim)

336


appartengono i plurali kadoshim, che significano "il Santissimo"

(solo di Yahweh, Osea 12:1[52], Proverbi 9:10,30:3[53] - cfr.

El hiym kadoshim in Giosuè 24:19[54] e il singolare aramaico

"l'Altissimo", Daniele 7:18,22,25[55])

Esistono alcune eccezioni alla regola che elohim venga accordato

al singolare quando ci si riferisce al Dio d'Israele, tra cui Genesi

20:13; 35:7[58]; 2 Samuele 7:23[59] e Salmi 58:11[60] e in

particolare l'epiteto del "Dio vivente" (Deuteronomio 5:26[61] ecc.),

che è costruito con l'aggettivo al plurale, elohim hayiym in ebraico:

? אלהים חיים

gli Elohim saranno conosciuti anche come il coro angelico delle

Potestà.[64] In alcuni passi della Septuaginta (LXX), del resto,

l'ebraico elohim col verbo plurale, o in contesto plurale implicito,

veniva reso con angeloi ("angeli") o pros to kriterion tou Theou

("davanti al giudizio di Dio").[65] Questi passi vennero poi messi

prima in latino nel Vulgata, poi in italiano con "angeli" e "giudici"

rispettivamente. Da qui il risultato che per esempio fa mettere a

James Strong (nella sua Concordanza)[66] "angeli" e "giudici" quali

possibili significati di elohim con verbo al plurale; lo stesso vale per

molte altre opere di riferimento dei secoli XVII-XX. Sia il Dizionario

Ebraico di Gesenius che quello di Brown-Driver-Briggs[67]

elencano sia angeli che giudici come possibili significati alternativi

di elohim con verbi e aggettivi plurali.

Salmi 82:1[80] Dio si alza nell'assemblea divina, giudica in mezzo

agli dèi.

Salmi 82:6[81] Io ho detto: "Voi siete dèi, siete tutti figli

dell'Altissimo".

337


«Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora

manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quando egli sarà

manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.»

Prima lettera di Giovanni 3:2 NR06

«Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla

sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua.»

Lettera ai Romani 6:5 NR06

Il termine ebraico benei Elohim ("figli di Dio", Figli di Dio (in ebraico:

?, Bənê hāʼĕlōhîm,[1] Benei Elohim.

«Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme

alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli

uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che

strisciano sulla terra».»

Genesi 1:26 NR06

בני האלהים

«e giurò per colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il

cielo e le cose che sono in esso, e la terra e le cose che sono in

essa, e il mare e le cose che sono in esso, dicendo che non ci

sarebbe stato piú indugio.»

Apocalisse di Giovanni 10:6 NR94

Gli EBREI rispondono a BIGLINO:

– Il prof biglino può far dire quello che gli piace al primo verso di

Genesi se estrapolato dal suo contesto, ma poi… della grammatica

che se ne fa? Il primo termine “ בראשית ” significa “nel principio di” e

non semplicemente “nel principio”, questo termine si attacca

sempre al successivo. Quindi abbiamo ” nel principio di creare” con

” vocalizzato all’infinito. Il professore ha poi detto che il testo ברא “

parli di Elohim al plurale. Una cosa che desta non poca meraviglia

che un professore di ebraico non sappia distinguere un semplice

plurale da un plurale di astrazione, che è un singolare a tutti gli

effetti.

338


I verbi ad esso collegati sono infatti singolari ed “Elohim” non ha

l’articolo determinativo ed è quindi un nome proprio.

“Eloha” di radice “alah”=comporre norme giuridiche. Quindi significa

“Legislatore” che con il plurale di astrazione (“Elohim) diviene:

Legislatore Supremo.

Il termine “shemim” di cui parla il prof. non esiste, il termine rimane

“shammaim” anch’esso plurale di astrazione, che significa “Cielo”. Il

” קרקע “ termine ” da cui deriva anche il רקע “ radice ” è di רקיע “ termine

che significa “suolo”.Il professore dice che le sue deduzioni

provengono dalla Bibbia, ma a me pare che siano solo frutto della

sua fantasia o qualcos’altro. (…)

Il divenire spirito dopo la morte deriva proprio da questa concezione

antica del ritorno alla polvere assimilata al vento che la porta via. In

ebraico infatti vento e spirito sono espressi con il medesimo termine

ruach da cui deriva reach. Il reach nichoach è il vento che sale con

la cenere che successivamente si riposa, ossia torna allo stato di

non vita e provoca soddisfazione nella divinità perché così facendo

gli umani mostrano la buona volontà di intraprendere un cammino

verso la perfezione ove si predilige la ragione agli istinti animali.

Sugli ufo occorre dire che il termine extraterrestre può essere

considerato vero ma non con il significato attribuito da Biglino, o

con il significato che l’uomo da come essere viventi di altri pianeti,

no.

Ma semplicemente extraterrestri cioè al di fuori di ciò che è visibile

dalla terra, quindi invisibili.

339


Gli extraterrestri sono gli angeli caduti che si sono ribellati a Dio e

gettati fuori dal suo regno, sono cioè gli spiriti malvagi, i demoni che

causano il male nel mondo.

Quelli che vengono spacciati per navicelle ufo in realtà sono

ologrammi e tecnologie Militari utilizzate nel corso degli anni e nel

futuro prossimo (vedi Blue beam project) per ingannare l’essere

umano della presenza di altre forme di vita al di fuori della terra.

Sono ologrammi, satelliti e oggetti lanciati nei cieli dall’uomo.

La Bibbia non ha parlato molto di altri pianeti e dello spazio. Gesù

disse: "12 Se ti ho detto cose terrene, e tu non credi, come

crederai, se ti dico delle cose celesti? (Giovanni 3:12)

La Bibbia parla della "terra abitata avvenire" . Gesù fu il primo uomo

che ascese al cielo, e la Bibbia mostra che andrà in cielo un esiguo

numero di persone scelte per uno scopo specifico. Accanto a Gesù

"esse regneranno sulla terra" ( Rivelazione [Apocalisse] 5:9, 10;

Luca 12:32; Giovanni 3:13 ).

Nel principio, il Dio infinito creò i cieli e la terra, e l'uomo a Sua

immagine; e dopo aver finito dichiarò che il tutto era buono (Genesi

1:1-31). Egli pose l'uomo e la donna in un ambiente perfetto, nel

quale tutti i loro bisogni erano soddisfatti, dandogli una sola

restrizione: per evitare la morte, non dovevano mangiare del frutto

dell'Albero della conoscenza del bene e del male ( Genesi 2:17 ).

Solo del nostro pianeta la Sacra Bibbia dichiara che Dio "la formò

pure per essere abitata".

La Parola di Dio dichiarò che i cieli appartengono al Creatore, "ma

la terra l'ha data ai figli degli uomini"(Sal. 115:15, 16).

La Bibbia indica che è molto improbabile che finora Dio abbia

creato creature materiali intelligenti su altri pianeti all'infuori del

nostro.

Comunque, il semplice fatto che le sonde spaziali non hanno

rivelato nessun segno di vita intelligente non significa che non ci sia

vita intelligente nello spazio extraterrestre. C’è senz’altro ma non

come si vuole fare intendere oggi all’uomo.

340


Le persone intelligenti che esistono al di fuori della terra furono

create da Dio, e la loro creazione ebbe luogo ancor prima che il

pianeta Terra fosse preparato come dimora umana. La Parola di

Dio parla di quel tempo in cui Dio fondò la terra. A quel tempo, egli

spiega, “le stelle del mattino gridarono gioiosamente insieme, e tutti

i figli di Dio emettevano urla d’applauso”. (Giob. 38:4-7) Questi “figli

di Dio” sono angeli che in realtà hanno capacità e conoscenza

assai maggiori delle nostre. Nel passato furono spesso usati da Dio

per comunicare con gli uomini.

Non tutte le visite alla terra, comunque, sono state fatte da persone

angeliche mandate da Dio con importanti comunicazioni da Lui.

Infatti, alcuni angelici figli di Dio si ribellarono e abbandonarono il

loro posto celeste, vennero sulla terra in forma di uomini, e “si

presero delle mogli, cioè tutte quelle che scelsero”. La Bibbia dice

che questi “angeli che non mantennero la loro posizione originale

ma abbandonarono il loro proprio luogo di dimora [Dio] . . . riservati

al giudizio del gran giorno”, tempo in cui dovranno smettere di

affliggere il genere umano. Che sollievo sarà quello! — Gen. 6:1, 2;

Giuda 6.

Quindi, le leggende interpretate da alcuni scienziati come possibili

indicazioni di visite dallo spazio extraterrestre hanno davvero un

fondamento, furono effettivamente compiute visite sulla terra da

persone intelligenti non umane dotate.

Occorre dire infine che questi però non erano organismi di altri

pianeti che avessero sviluppato un’intelligenza superiore a quella

dell’uomo, come possono supporre alcuni scienziati, ma furono

disubbidienti creazioni angeliche di Dio. — 1 Piet. 3:19, 20.

Biglino ha cercato di utilizzare la Bibbia (con ogni sorta di

menzogna...) per "dimostrare" che DIO non esiste e per NEGARE il

Figlio di Dio.

Per lui Satana (è una creatura ovviamente che nega totalmente...)

341


Nei nomi dei Profeti di Dio e nel nome di Gesù Dio Figlio c’è il nome

di Dio padre che è uno (Yahweh):

ZACCARIA Eb. ZEKARYAH (" Yah [weh] ricorda") Il nome

"Zekar-Yah" significa "YHWH si è ricordato

Geremia eb. YIRMEYAHU ("Yah[weh])

Yirmeyah come un nome a sé stante, gli danno il significato di

"possa YHWH esaltare", "YHWH ha innalzato" o anche, al rovescio,

"sublimità del Signore" o "esaltazione del Signore".

Isaia eb. (Yesha'yahu) che significa "YHWH è la salvezza", dalle

radici יָשַׁ‏ ע (yasha') che significa "salvare" e יָה (yah) che si riferisce a

DIO.

Neemia eb.(Nehemyah ), che significa "confortato da YHWH " [1]

oppure "il Signore conforta" [2] (o "ha confortato").

Abdia eb.nome ebraico עֹבַ‏ דְ‏ יָה ( 'Ovadyah, Obhadyah), che significa

"servo di Yahweh ", in quanto basato su abhadh ("egli servì", "egli

venerò").

Sofonia. In ebraico, «Yhwh nasconde»

Malachia dall'ebraico מַ‏ לְ‏ אָ‏ כִ‏ י (Mal'âkhî) che significa "mio

messaggero", "mio angelo", in quanto basato su mal'akh,

"messaggero" (la stessa radice da cui deriva il nome Malak); alcune

fonti ipotizzano poi che nome completa del profeta possa essere

stato Mal'âkhiyyah, un composto di mal'akh e Yah, contrazione di

YHWH, quindi "messaggero di Dio", "inviato di Dio".

Gesù " deriva in dall'aramaico Yehošuah (in ebraico Yēshūa῾ ) e

che pacificamente significa "Yahweh è salvezza", molto simile (e

corrispondente per significato) al nome ebraico Yěhōshūa῾.

342


343


344


1948 SI È COMPIUTA UNA PROFEZIA BIBLICA:

«Il Signore udì le vostre parole, mentre mi parlavate; e il Signore mi

disse: “Io ho udito le parole che questo popolo ti ha rivolto; tutto

quello che hanno detto sta bene. Oh, avessero sempre un simile

cuore da temermi e da osservare tutti i miei comandamenti, affinché

venga del bene a loro e ai loro figli per sempre! Tu invece resta qui

con me e io ti dirò tutti i comandamenti, tutte le leggi e le

prescrizioni che insegnerai loro, perché le mettano in pratica nel

paese che io do loro in possesso”. Abbiate dunque cura di fare ciò

che il Signore, il vostro Dio, vi ha comandato; non ve ne sviate né a

destra né a sinistra; camminate in tutto e per tutto per la via che il

Signore, il vostro Dio, vi ha prescritta, affinché viviate e siate felici e

prolunghiate i vostri giorni nel paese che voi possederete.»

Deuteronomio 5:28-29, 31-33

«Tu li scongiuravi per farli tornare alla tua legge; ma essi si

inorgoglivano e non ubbidivano ai tuoi comandamenti, peccavano

contro le tue prescrizioni che fanno vivere chi le mette in pratica. La

loro spalla rifiutava il giogo, essi irrigidivano i loro colli e non

volevano ubbidire.»

Neemia 9:29

Sunday, September 9, 2012

345


1948: Israele compie le profezie della Bibbia

Prima del 1948, Israele ultima esistita come una nazione

indipendente nel 606 a.c. quando i primi prigionieri di Israele sono

stati presi da Nabucodonosor. La distruzione di Israele per mano

dei Babilonesi fu completata nel 587 a.c. con la distruzione di

Gerusalemme e il tempio. Per 70 anni biblici (circa 69 anni del

calendario gregoriano), il popolo ebraico si tennero come prigionieri

in Babilonia. Nel 537 a.c., il re persiano Ciro conquistò Babilonia ed

emise un decreto per gli ebrei a tornare alla loro terra e ricostruire il

tempio. Fu durante la cattività babilonese e questo ritorno in Israele

che Ezechiele è apparso come un profeta e fornite le seguenti

informazioni sulla futura esistenza di Israele come una nazione

indipendente:

"Ora si trovano sul lato sinistro e posizionare i peccati di Israele su

te stesso. Vi sono a sopportare i loro peccati per il numero di giorni

che ci si trovano sul lato. Si sopporterà i peccati di Israele per 390

giorni – un giorno per ogni anno del loro peccato. Dopo di che, gira

e si trovano sul lato destro per 40 giorni – un giorno per ogni anno

del peccato di Giuda. Ezechiele 4:4-6 (nuova traduzione vivente)

Secondo questo passo, il popolo di Israele non sarebbe libero fino a

questo periodo di punizione passata. Questa volta è conosciuta

come la "servitù della nazione", e il tempo assegnato da Dio è 430

anni. Tuttavia, 70 anni di espiazione per i loro peccati erano già

state servite durante la cattività babilonese, così solo 360 anni di

punizione rimase. Gli ebrei che ritornarono in Israele nel 537 a.c.

rifiutarono di pentirsi dei loro peccati come Ezechiele ha avvertito.

Di conseguenza, Israele ha continuato ad essere governata da

potenze straniere: i Persiani, i greci e i Romani. Nel 70 d.c., Tito e

le legioni romane distrussero il tempio e sparse il popolo ebraico

346


come schiavi tra le varie province dell'Impero romano. Anno 176

a.c. era venuto e non andato, ancora Israele mai emerso come una

nazione indipendente. Così che cosa è accaduto? La Bibbia ha

sbagliato? Dio cambiò la sua mente?

Assolutamente no.

Vari passaggi precedenti al vecchio testamento fanno luce su

questo mistero. Nel libro del Levitico, essi rivelano che se, al loro

ritorno in terra di Israele, il popolo avesse rifiutato di obbedire a Dio,

egli avrebbe aumentato le loro punizioni seven-fold. Questo è

ripetuto più volte:

'E se nonostante ciò, ancora disobbedite me, io punirò voi per i

vostri peccati sette volte sopra. Levitico 26:18

"Se anche poi restano ostili verso di me e si rifiutano di obbedire,

infliggeranno si con sette ulteriori catastrofi per i vostri peccati."

Levitico 26

"E se non si riesce a imparare una lezione da questo e continuare

la tua ostilità verso di me, quindi io stesso sarà ostile verso di voi, e

io personalmente colpirà voi sette volte sopra per i tuoi peccati".

Levitico 26-24

"Se dopo questo ancora si rifiutano di ascoltare e rimangono

ancora ostili verso di me, poi darà pieno sfogo alla mia ostilità. Io

punirò te sette volte sopra per i vostri peccati." Levitico

dichiarerò-28

Nell'anno 537 a.c., 360 anni di punizione è rimasto sul calendario di

Dio. Tuttavia, quando il popolo di Israele ha rifiutato di pentirsi dei

loro peccati, questa punizione è stata moltiplicata sette volte da 360

347


anni a 2.520 anni. 360 giorni comprendono un anno biblico, così il

tempo eguagliato 907.200 giorni.

Tuttavia, in tempi moderni, non utilizzare il calendario ebraico, ma

piuttosto il calendario gregoriano che ha 365.2425 giorni in un

anno. Se i giorni di 907.200 sono divisi da 365.2425, otteniamo

circa 2,483.8292 anni.

Gli storici hanno stabilito che Ciro il persiano ha emesso la sua

proclamazione per ricostruire il tempio di Gerusalemme a volte

nella prima metà dell'anno 537 a.c. Non sappiamo il giorno esatto

della proclamazione, ma la Bibbia rivela che doveva essere prima

del settimo mese del calendario ebraico, perché in quel mese, "gli

Israeliti erano insediati nella loro città, tutte le persone assemblati

insieme come una sola persona a Gerusalemme." Esdra 3:1

(Senza una data esatta di partenza, è più preciso contare

all'indietro 907.200 giorni dal giorno della restaurazione di Israele.

Israele dichiarò lo stato come una nazione indipendente il 14

maggio 1948. Numerosi strumenti di conversione calendario online

sono disponibili per contare i giorni così come conversione tra il

calendario gregoriano e il calendario ebraico. Basta provare

Googling "conversione calendario ebreo" a trovarne uno.

Sottraendo 907.200 giorni dalla data gregoriana del 14 maggio

1948, la calcolatrice rivela una data del 15 luglio del 537 a.c.

Calendario gregoriano: 14 maggio 1948 è stato rifondato lo stato

d’Israele è da quel giorno più di 6 milioni di ebrei sono rientrati nella

loro terra.

Calendario ebreo: 5 Iyyar 5708

-907.200 giorni (360 giorni x 2.520 anni)

348


Calendario gregoriano: 15 luglio 537 a.c.

Calendario ebreo: 15 Av 3224

Si concilia con l'istruzione biblica che gli ebrei avevano reinsediati a

Gerusalemme nel settimo mese del 537 a.c.?

La data equivalente sul calendario ebraico è 15 Av 3224 - il

quindicesimo giorno del quinto mese. Poiché circa 900 km

separano Babilonia e Gerusalemme (la distanza geografica è

minore, ma l'itinerario di viaggio antico è stimato a 900 km) e

roulotte antiche raramente viaggiarono più di 20 km al giorno,

questa data non sembra contraddire il racconto biblico. Gli ebrei

avrebbero avuto solo 74 giorni per rendere il loro viaggio.

Contabilità per il giorno di sabato di riposo, che lascia circa il

viaggio effettivo 63 giorni per raggiungere Gerusalemme prima

della fine del settimo mese. Per coprire 900 km in quel momento,

avevano bisogno di media 14,29 km / giorno, 6 giorni alla settimana

- un compito ben a portata di mano.

Inoltre sembra molto probabile che Cyrus ha fatto sua

proclamazione in questa parte dell'anno, perché la festa ebraica

Tisha b'AV, una settimana tre veloce che commemora la distruzione

del tempio di 50 anni precedenti finisce il 9 di Av 9 Av 537 a.c. era

all'interno di una settimana il 50 ° anniversario della distruzione del

tempio, un raccordo a tempo per la proclamazione di un re a

ricostruirla.

«Hanno rifiutato di ubbidire e non si sono ricordati delle meraviglie

da te fatte in loro favore; e hanno irrigidito i loro colli e, nella loro

ribellione, si sono voluti dare un capo per tornare alla loro schiavitù.

Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di

349


compassione, lento all’ira e di gran bontà, e non li hai

abbandonati.»

Neemia 9:17

«Voi nazioni, ascoltate la parola del Signore e proclamatela alle

isole lontane; dite: “Colui che ha disperso Israele lo raccoglie, lo

custodisce come fa il pastore con il suo gregge”.»

Geremia 31:10 ( Ezechiele 39:25-29, Geremia 30:3)

Anche se il 15 luglio del 537 a.c. non può essere verificata da fonti

esterne come il giorno esatto della proclamazione di Cyrus,

sappiamo che 537 a.c. fu l'anno in cui egli ha fatto.

Come tale, possiamo sapere per certo che la Bibbia, in una delle

profezie più notevole nella storia, ha previsto con precisione l'anno

della restaurazione di Israele come una nazione indipendente circa

duemilacinquecento anni prima che l'evento si sia verificato.

TESTIMONIANZA DELL’AUTENTICITÀ E AUTOREVOLEZZA

DELLA BIBBIA

TESTIMONIANZA DELL’AUTENTICITÀ E AUTOREVOLEZZA

DELLA BIBBIA

LA SCRITTURA CONFERMA LA SCRITTURA

350


Le testimonianze ebraiche

Per gli Ebrei i vari libri dell’Antico Testamento sono stati normativi

fin dalla loro redazione.

Infatti, gli scritti di un profeta (o di un autore cui si riconosceva

l’ispirazione divina) si imponevano da sé.

Inoltre, il fatto che il Nuovo Testamento indichi l’Antico Testamento

con il termine tecnico di “Scrittura” (il sostantivo gr. graphê vanta 30

ricorrenze al singolare e 20 al plurale) suggerisce l’esistenza di una

raccolta ben definita di scritti riconosciuti come ispirati.

Diverse prove estrinseche quali, ad esempio, le testimonianze di

Giuseppe Flavio confermano come la raccolta di 39 libri oggi ritenuti

canonici fosse chiaramente riconosciuta fin dal primo secolo.

Da Artaserse in poi fino ai nostri tempi attuali, benché si sia

registrato ogni cosa, pure questi libri non sono reputati degni di

quella fede che si ha per i precedenti, dal momento che la

successione dei Profeti non è stata [da allora] sufficientemente

chiara.

Ora i fatti mostrano con evidenza quale fede noi abbia mo nelle

nostre Scritture dal momento che durante tutti i secoli che sono

trascorsi non c’è stato nessuno che abbia osato ag giungervi, o

togliervi, o cambiarvi alcunché.

Anzi, tutti i Giudei, fin dal loro nascere, portano innestata la

credenza che siano dei comandamenti di Dio e la volontà di metterli

in pratica e, se occorra, di morire per essi.

Giuseppe Flavio, Contro Apione 1.8

Dal canto suo, anche il Nuovo Testamento accenna sovente alla

tripar tizione dell’Antico Testamento propria del testo ebraico Legge,

Profeti, Scritti,(vd. ad es. Luca 24:44) e cita spesso alcuni passi dei

vari libri, riconoscendone l’autorevo lezza.

351


«Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero

ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me

nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi». Allora aprí loro la

mente per capire le Scritture e disse loro: «Cosí è scritto, che il

Cristo avrebbe sofferto e sarebbe risorto dai morti il terzo giorno, e

che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il

perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme.

Voi siete testimoni di queste cose.»

Vangelo secondo Luca 24:44-48

1 Timoteo 5:18 cita un passo tratto da Luca 10:7 introducendo con

l’espressione già usata per i testi dell’Antico Testamento: “La

Scrit tura dice...”.

Con riferimento alle lettere di Paolo, Pietro parla di “altre Scritture”:

ciò significa che l’apostolo riconosceva le lettere paoline come

“Scrittura+” (vd. 2 Pietro 3:15-16).

Successivamente al ministero di Gesù iniziarono ben presto a

circolare le prime lettere di Paolo (“l’apostolo delle genti” iniziò a

scrivere intorno al 50 d.C.) e, in seguito, i Vangeli (quelli di Matteo,

Marco e Luca a partire dal 60-70 d.C.)

Nella storia della Chiesa questi primi libri hanno iniziato a

diffondersi rapidamente quale “deposito” prezioso da conservarsi

fe delmente (vd. 1 Timoteo 6:20; 2 Timoteo 1:13-14).

Antichi scrittori cristiani citano i passi del Nuovo Testamento come

insegnamenti autorevoli:

E neppure pregate come gli ipocriti, ma come comandò il Signo re

nel suo vangelo, così pregate:

“Padre nostro che sei nel cielo, sia santificato il tuo nome, venga il

tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi il nostro debito,

come anche noi lo rimettiamo ai nostri debitori, e non ci esporre alla

352


tentazione, ma liberaci dal male; perché tua è la potenza e la gloria

nei secoli”.

Didachè+ 8.2 (in cui si cita Matteo 6:5, 9-13)

Credo che voi siate molto versati nelle sacre lettere; esse non

hanno più per voi alcun segreto, cosa che a me non è concessa.

Questo solo vi ricordo, come è detto nella Scrittura: sdegnatevi

pure, ma non vogliate peccare e il sole non tramonti sopra l’ira

vostra. Beato chi se ne ricorderà, come io credo che facciate voi.

Policarpo+ di Smirne, Lettera ai Filippesi 12:1 (citando Efesini 4:26,

tra il 110 e il 120)

Diversi passi biblici indicano che gli autori ispirati consideravano i

pro pri scritti come parte di un insieme coeso e ben definito (Matteo

5:18; Apocalisse 22:7, 18-19).

I libri apocrifi se fai delle ricerche vedrai che sono

(l'interpretazione) che venne fatta per votazione nel concilio di

Nicea.

Nel concilio delle Chiese di Antiochia furono scelti i 4 vangeli detti

canonici poi la Chiesa Cattolica Romana li aggiunse ufficialmente

alla sua Bibbia durante il Concilio di Trento a metà del XVI sec.

Queste aggiunte furono considerate ufficialmente dalla chiesa

cattolica romana "scrittura ispirata da Dio" solo nel 1546, col

concilio di Trento.

E quindi parliamo di interpretazione.. aggiunzioni, non parliamo

della bibbia di 3500 anni fa tradotta dal greco e letta così com'è

senza aggiunzioni nel corso del Tempo.

La maggior parte dei vangeli apocrifi non stravolgono i fatti descritti

nei quattro vangeli canonici, ma aggiungono interpretazioni o

aneddoti di dubbia veridicità. In alcuni casi, i vangeli apocrifi sono

nati dall’influenza di altre correnti di pensiero, come lo gnosticismo,

353


considerate posizioni eretiche non in linea con l’insegnamento della

Chiesa.

Vangeli apocrifi e gnostici

Come abbiamo detto, alcuni dei vangeli apocrifi fanno riferimento

allo gnosticismo. Si tratta di una corrente filosofica e spirituale, in

parte legata anche a religioni esoteriche antiche, secondo cui

l’anima si salva grazie a una conoscenza superiore e illuminata,

derivante da esperienza personale e ricerca della verità. Fin

dall’inizio, le interpretazioni cristiano-gnostiche vennero considerate

eretiche dalla Chiesa: secondo la dottrina ecclesiale infatti l’uomo

non può salvarsi da solo, ma ha bisogno del Salvatore Gesù Cristo.

354


CONCLUSIONI:

Con questa raccolta di informazioni si è voluto dimostrare in

definitiva che la Bibbia è veritiera e perfetta, oggi più che mai urge il

bisogno di credere in Dio nel nome di Gesù perché solo in lui c’è la

salvezza. Non trascurare nulla di ciò che è riportato in questo

dossier, oggi puoi ancora leggere e documentarti per conoscere la

Bibbia e Cristo, domani forse potrà essere tardi, non sprecare

l’opportunità più grande della tua vita la salvezza dell’anima per

mezzo del sangue di Gesù Cristo alla croce.

Fai un passo verso Dio e lui ne farà molti di più verso di te perché

egli ha gli occhi su di te, aspetta soltanto te che vai a lui per

cercarlo.

Ringrazio Dio per i fratelli: Marco, Giuseppe, Antonio e Rosario per

avermi incentivato a studiare l’ebraico e fare ricerche.

Ti lascio con un versetto per ogni argomento di ogni capitolo che è

stato affrontato, a conferma di ciò che è stato scritto fin qui.

Dio ti benedica nel nome di Gesù il Figlio di Dio

“E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;

non ci sarà più la morte,

né lutto, né lamento, né affanno,

perché le cose di prima sono passate” Apocalisse 21:4

«e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture,

le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza

mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e

utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla

giustizia,»

Seconda lettera a Timoteo 3:15-16

«Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi

modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha

parlato a noi per mezzo del Figlio» Ebrei 1,1-2

355


«Poiché non vi è nulla che sia nascosto se non per essere

manifestato; e nulla è stato tenuto segreto se non per essere

messo in luce. Se uno ha orecchi per udire oda».»

Vangelo secondo Marco 4:22-23

«Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di

Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue

vie! Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato

suo consigliere?» «O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da

riceverne il contraccambio?» Perché da lui, per mezzo di lui e per

lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen.»

Lettera ai Romani 11:33-36

«Ora vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte; se si

scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe

contenere i libri che se ne scriverebbero.»

Vangelo secondo Giovanni 21:25

Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola

era Dio. Giovanni 1:1

E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi; e noi abbiamo

contemplato la sua gloria, come gloria dell'unigenito proceduto dal

Padre, piena di grazia e di verità.

Giovanni 1:14

«Quando sentirete parlare di guerre e di sommosse, non siate

spaventati, perché bisogna che queste cose avvengano prima; ma

la fine non verrà subito». Allora disse loro: «Insorgerà nazione

contro nazione e regno contro regno; vi saranno grandi terremoti e,

in vari luoghi, pestilenze e carestie; vi saranno fenomeni spaventosi

e grandi segni dal cielo. Quando vedrete Gerusalemme circondata

356


da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora

quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, e quelli che sono in

città se ne allontanino; e quelli che sono nella campagna non

entrino nella città. Perché quelli sono giorni di vendetta, affinché si

adempia tutto quello che è stato scritto. Guai alle donne che

saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei giorni! Perché vi

sarà grande calamità nel paese e ira su questo popolo. Cadranno

sotto il taglio della spada e saranno condotti prigionieri fra tutti i

popoli; e Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i tempi

delle nazioni siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e

nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal

rimbombo del mare e delle onde. Gli uomini verranno meno per la

paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo, poiché le

potenze dei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio

dell’uomo venire su una nuvola con potenza e grande gloria.»

Vangelo secondo Luca 21:9-11

«Allora, se qualcuno vi dice: “Il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non lo

credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno

grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli

eletti. Se dunque vi dicono: “Eccolo, è nel deserto”, non vi andate;

“Eccolo, è nelle stanze interne”, non lo credete; infatti, come il

lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta

del Figlio dell’uomo. Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le

aquile. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà,

la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e

le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il

segno del Figlio dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno

cordoglio e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo

con gran potenza e gloria.»

Vangelo secondo Matteo 24:23-24

357


«Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il

nostro incontro con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così presto

sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da

discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno

del Signore fosse già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo;

poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e

non sia stato manifestato l’uomo del peccato, il figlio della

perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è

chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel

tempio di Dio, mostrando se stesso e proclamandosi Dio. Non vi

ricordate che quando ero ancora con voi vi dicevo queste cose?

Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo

tempo. Infatti il mistero dell’empietà è già in atto, soltanto c’è chi ora

lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. E allora sarà manifestato

l’empio, che il Signore {Gesù} distruggerà col soffio della sua

bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta. La venuta

di quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di Satana, con ogni

sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo

d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non

hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati.

Perciò Dio manda loro una potenza d’errore perché credano alla

menzogna; affinché tutti quelli che non hanno creduto alla verità,

ma si sono compiaciuti nell’iniquità, siano giudicati.»

Seconda lettera ai Tessalonicesi 2:1-12

«O Timoteo, custodisci il deposito; evita i discorsi vuoti e profani e

le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza;»

Prima lettera a Timoteo 6:20

«Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda

agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano,»

Atti degli Apostoli 17:30

358


«Infatti, «ogni carne è come l’erba, e ogni sua gloria come il fiore

dell’erba. L’erba diventa secca e il fiore cade, ma la parola del

Signore rimane in eterno». E questa è la parola della Buona Notizia

che vi è stata annunciata.»

Prima lettera di Pietro 1:24-25

Stiamo vivendo nell’ultima generazione sul pianeta terra, come lo è

oggi.

«Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate

che egli è vicino, alle porte. In verità vi dico che questa generazione

non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e

la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.»

Vangelo secondo Marco 13:29-31

359


BIBLIOGRAFIA :

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1 Enoch o Enoch etiope,

2 Enoch o Enoch slavo o Apocalisse di Enoch o Segreti di Enoch;

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Novità sui codici della Bibbia (aggiornato al 1999...)

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Sitografia:

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La distruzione di Sodoma e Gomorra: è davvero una

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Benvenuti in Bibbiaweb (Welcome to Bibbiaweb) - di Alessandro

Conti Puorger

https://www.huffingtonpost.it/2015/10/14/citta-sodoma-trovata-giord

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https://www.nanopress.it/articolo/esperienze-di-premorte-testimonia

nze-da-non-credere/68846/

https://aiconfinidellanima.com/esperienza-di-premorte-di-una-donna

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Ossa dei giganti - Preistoria Siracusaantoniorandazzo.it

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-appare-in-studio-ma-stava-a-los-angeles-magia-della-tecnologia/

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to-larca-dellalleanza/

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https://bibbiaescienza.altervista.org/testi/esodoc.pdf

365


In “Il Codice della Verità“,

Francesco Cardullo ha raccolto

dati scientifici e archeologici di

ricercatori, studi da lui

effettuati, articoli e altro

ancora, per illustrare come

scienza e fede oggi hanno una

relazione profonda. L’autore

vuole portare il mondo a

riflettere per poter scegliere al

meglio il proprio futuro alla

luce delle “Rivelazioni finali“.

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