Powertrain 2023-1/2
AUTOMOTIVE Euro 7: abbiamo messo il dito tra le pieghe delle bozze Unem: Un software per confrontare consumi e carburanti Hyvia: La jv di Renault e Plug Power ci racconta il “suo” idrogeno Punch Torino: Losanga sugli scudi. Con Punch per l’Euro 7 Hyundai: Questione di “Enginius”... fuel cell con i tedeschi EVENTI Cnh Industrial Tech Day: a Phoenix il trattore elettrico e il Gnl ALTERNATIVI Ngv Powertrain: FP087 è “fuel agnostic” ANTEPRIME Agco Power: Core75 INTERVISTE Volvo Penta: Ilenia Procicchiani CONFRONTI 11 litri: è di Scania la new entry COMPONENTI Bosch Rexroth Allison e Dana Parker Comer Industries Mta DIESEL MARE Cartello: Respiro mediterraneo RUBRICHE Editoriale; Hi-Tech; VeT Network; Oem&Motori
AUTOMOTIVE
Euro 7: abbiamo messo il dito tra le pieghe delle bozze
Unem: Un software per confrontare consumi e carburanti
Hyvia: La jv di Renault e Plug Power ci racconta il “suo” idrogeno
Punch Torino: Losanga sugli scudi. Con Punch per l’Euro 7
Hyundai: Questione di “Enginius”... fuel cell con i tedeschi
EVENTI
Cnh Industrial Tech Day: a Phoenix il trattore elettrico e il Gnl
ALTERNATIVI
Ngv Powertrain: FP087 è “fuel agnostic”
ANTEPRIME
Agco Power: Core75
INTERVISTE
Volvo Penta: Ilenia Procicchiani
CONFRONTI
11 litri: è di Scania la new entry
COMPONENTI
Bosch Rexroth
Allison e Dana
Parker
Comer Industries
Mta
DIESEL MARE
Cartello: Respiro mediterraneo
RUBRICHE
Editoriale; Hi-Tech; VeT Network; Oem&Motori
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GENNAIO-FEBBRAIO<br />
<strong>2023</strong><br />
N°1-2<br />
EURO 5,00<br />
Il bello<br />
della catena<br />
AUTOMOTIVE<br />
LE INTEPRETAZIONI<br />
DELL’EURO 7<br />
CONFRONTO<br />
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ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.<br />
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
art. 1, comma 1, LO/MI<br />
CNH TECH DAY<br />
SUL TRATTORE ELETTRICO<br />
E SU QUELLO A GNL
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Gennaio-Febbraio <strong>2023</strong><br />
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IL SONDAGGIO<br />
DEL MESE<br />
Idrogeno per applicazioni<br />
stradali: il termico vincerà<br />
la sfida con le fuel cell?<br />
Rispondi su<br />
powertrainweb.it<br />
Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni non sono<br />
basate su un campione scientifico<br />
LE RISPOSTE DI<br />
DICEMBRE<br />
Questo è l’ultimo numero di<br />
DIESEL. Da gennaio <strong>2023</strong> la nostra<br />
testata si chiamerà POWERTRAIN.<br />
Anche voi la ritenete una scelta<br />
consapevole?<br />
82%<br />
sì<br />
18%<br />
no<br />
18<br />
AUTOMOTIVE<br />
10. Euro 7:<br />
Abbiamo messo il dito tra<br />
le pieghe delle bozze<br />
12. Unem:<br />
Un software per confrontare<br />
consumi e carburanti<br />
14. Hyvia:<br />
La jv di Renault e Plug Power<br />
ci racconta il “suo” idrogeno<br />
16. Punch Torino:<br />
Losanga sugli scudi. Con Punch<br />
per l’Euro 7<br />
17. Hyundai:<br />
Questione di “Enginius”...<br />
fuel cell con i tedeschi<br />
EVENTI<br />
18. Cnh Industrial Tech Day:<br />
A Phoenix il trattore<br />
elettrico e il Gnl<br />
ALTERNATIVI<br />
20. Ngv <strong>Powertrain</strong>:<br />
FP087 è “fuel agnostic”<br />
24 26<br />
ANTEPRIME<br />
24. Agco Power: Core75<br />
INTERVISTE<br />
26. Volvo Penta:<br />
Ilenia Procicchiani<br />
CONFRONTI<br />
28. 11 litri:<br />
È di Scania la new entry<br />
COMPONENTI<br />
32. Bosch Rexroth<br />
34. Allison e Dana<br />
36. Parker<br />
38. Comer Industries<br />
39. Mta<br />
DIESEL MARE<br />
40. Cartello: Respiro mediterraneo<br />
RUBRICHE<br />
4. Editoriale 6. Hi-Tech 42. VeT<br />
Network 50. Oem&Motori<br />
SOMMARIO<br />
3
COMPAGNI DI STRADA<br />
di Monica Leonardi<br />
EDITORIALE<br />
Fino al mese scorso questa rivista<br />
si è fregiata della testata DIESEL.<br />
Eppure, sfogliando il numero di<br />
dicembre, si legge dei combustibili<br />
alternativi di Kohler, dell’ibrido di AS<br />
Labruna, delle batterie Vanguard, di<br />
quelle a firma di Caterpillar e di Perkins,<br />
delle sinergie di John Deere e Kreisel.<br />
Le immagini testimoniano la presenza<br />
di pacchi batterie anche agli stand di Fpt<br />
Industrial e di Hatz, dell’ibridizzazione<br />
vista da Kubota, della presentazione in<br />
grande stile della powertrain elettrica<br />
di Eleo, in conto Yanmar. Il dual fuel a<br />
idrogeno di Volvo Penta. E anche all’Eima<br />
c’è chi ha spinto sull’elettrico a tutta<br />
tavoletta, vedi Geminiani. Il numero citato,<br />
l’ultimo dei 37 anni della rivista DIESEL,<br />
non è stato semplicemente un ponte,<br />
un’anticipazione di POWERTRAIN,<br />
come si potrebbe erroneamente<br />
supporre dalla presenza combinata in<br />
copertina dei moduli elettrici di Perkins<br />
e di Eleo-Yanmar. POWERTRAIN ha<br />
semplicemente raccolto il testimone<br />
di DIESEL, per fornire ai costruttori<br />
un supporto sfogliabile, o cliccabile, a<br />
seconda del formato, per orientarsi nella<br />
Babele dei sistemi propulsivi. Quando<br />
l’Italia era reginetta della produzione<br />
dei motori a ciclo Diesel, soprattutto<br />
nelle potenze d’attacco (l’epoca dei<br />
Lombardini, Ruggerini e compagnia<br />
cantante), l’associazione “diesel = motore”<br />
era istintiva, immediata, ineludibile.<br />
Nel <strong>2023</strong>, e sarà così ancora per un<br />
lungo, lunghissimo periodo, anni, anzi,<br />
lustri, la transizione non percorrerà una<br />
strada univoca, perfettamente rettilinea,<br />
categorica. Sarà un percorso accidentato,<br />
fatto di inversioni a U e deviazioni<br />
improvvise, dossi rallentatori e incursioni<br />
di animali allo stato brado, limiti di<br />
velocità non segnalati, contestazioni al<br />
Giudice di pace e, probabilmente, autisti<br />
della domenica e qualche pirata della<br />
strada positivo all’alcol test. Serve dunque<br />
un compagno di strada affidabile. Non<br />
pretendiamo di rubare il lavoro e Tom<br />
Tom e Garmin, ci accontenteremo di farvi<br />
compagnia, durante questo lunghissimo<br />
percorso, raccontandovi cosa “passa<br />
il convento”, segnalandovi i pericoli e<br />
le ostruzioni, collezionando per voi gli<br />
strumenti che vi consentiranno di sfuggire<br />
ai miraggi e di decidere quale strada<br />
percorrere, in totale autonomia. La patente<br />
l’avete, l’esperienza pure.<br />
Anche la<br />
formaldeide e il<br />
biossido di azoto<br />
nel mirino dei<br />
legislatori europei.<br />
Scontentare tutti non era<br />
certo una missione impossibile.<br />
Ma il nuovo<br />
standard di emissioni Euro<br />
7 è riuscito, incredibilmente,<br />
a mettere tutti d’accordo<br />
nel criticare i tecnici di Bruxelles<br />
che l’hanno partorito.<br />
Che peraltro replicano: il beneficio<br />
ambientale stimato di<br />
Euro 7 ha un rapporto tra impatto<br />
sulla salute dei cittadini<br />
e costi di 5 a 1, ottenuto con<br />
interventi dell’ordine di 90-<br />
150 euro per le auto e 2.500-<br />
2.700 euro per i camion.<br />
Anche Euro 7 fa cose buone<br />
Senza entrare nella polemica,<br />
un elemento positivo va<br />
riconosciuto alla nuova normativa<br />
dell’Unione europea:<br />
finalmente tratta alla stesso<br />
modo tutti i veicoli e tutti<br />
i tipi di alimentazione dei<br />
propulsori. Principio condivisibile,<br />
ma con un impatto<br />
decisamente più significativo<br />
per i mezzi pesanti. In fatto<br />
di ossidi di azoto, se per auto<br />
e furgoni la riduzione è del<br />
35 per cento, per i camion<br />
siamo al 56 per cento; idem<br />
GLI STANDARD CHE SCONTENTANO TUTTI<br />
Norme Euro 7<br />
nella bufera<br />
Bruxelles sceglie di usare la mano pesante con<br />
i costruttori, forse fin troppo. La normativa<br />
entrebbe in vigore su camion e autobus<br />
pochi anni prima dell’eutanasia del diesel<br />
per il particolato dove al delta<br />
negativo del 13 per cento di<br />
auto e commerciali corrisponde<br />
il 39 per cento dei camion.<br />
Che si beccano anche il monitoraggio<br />
delle emissioni di<br />
formaldeide (CH 2<br />
O) e biossido<br />
di azoto (N 2<br />
O).<br />
In cambio, sul versante dei<br />
mezzi più leggeri, può rappresentare<br />
un macigno la<br />
scelta di ampliare i test Rde<br />
(Real driving emissions) per<br />
l’omologazione a temperature<br />
esterne fino a 45 °C e,<br />
soprattutto, alle brevi percorrenze<br />
tipiche dei pendolari.<br />
Senza dimenticare un altro<br />
dettaglio imposto dalla cronaca<br />
quotidiana: tachigrafi e<br />
tachimetri, sistemi di iniezione<br />
e centraline dovranno<br />
essere dotati di dispositivi<br />
anti manipolazione nonché di<br />
on-board-monitoring in grado<br />
di verificare gli sforamenti<br />
nelle emissioni del veicolo e<br />
trasmetterli in modalità wireless.<br />
La scelta di Bruxelles che più<br />
di tutte ha suscitato scalpore<br />
riguarda comunque i tempi<br />
di entrata in vigore, fattore<br />
“incandescente” in vista della<br />
data limite del 2035 per i<br />
motori endotermici. Salvo re-<br />
tromarce, infatti gli standard<br />
Euro 7 saranno in vigore da<br />
luglio 2025 per auto e furgoni,<br />
due anni più tardi per<br />
i mezzi pesanti quali bus e<br />
camion. Con un corollario<br />
inaspettato che ha fatto andare<br />
su tutte le furie molti<br />
costruttori. Dal 1° settembre<br />
<strong>2023</strong> le auto di nuova omologazione<br />
dovranno rispettare<br />
un aggiornamento degli standard<br />
Euro 6d.<br />
Euro 6d? Euro 6e?<br />
Quello che di fatto sarebbe<br />
un livello Euro 6e – e come<br />
tale potrebbe essere indicato<br />
sui fogli di circolazione con<br />
le conseguenze commerciali<br />
del caso, vista l’obbligatorietà<br />
all’immatricolazione<br />
dal settembre 2024 – prevederebbe<br />
una “stretta” sui<br />
test Rde con un fattore di<br />
conversione degli NOx che<br />
scende da 1,43 a 1,1 e da<br />
1,5 a 1,34 per il particolato.<br />
Il condizionale è d’obbligo<br />
perché c’è chi afferma che,<br />
date le reazioni, gli eurotecnici<br />
si siano presi una pausa<br />
di ripensamento...<br />
4<br />
5
Microchannel Devices<br />
Cummins New Power<br />
ALFIERI DELLA<br />
FOTOINCISIONE<br />
Microchannel Devices è un’azienda<br />
ubicata nella cintura torinese, specializzata<br />
nella fotoincisione industriale. Si tratta<br />
sostanzialmente di un processo mediante<br />
il quale si riveste una lastra di metallo<br />
di una resina fotosensibile. Il General<br />
Manager Carlo Actis ci ha concesso<br />
udienza per comprendere i meccanismi<br />
e le potenzialità di questa tecnologia<br />
È<br />
Carlo Actis a illuminarci<br />
su Microchannel Devices<br />
(Mcd). Ingegnere nucleare,<br />
scuola Politecnico di Torino, dopo<br />
una vita professionale spesa tra Fca<br />
e Cnh Industrial, con una recente<br />
incursione in Ricardo, è General<br />
Manager della start-up della cintura<br />
torinese. Fondata nel 2019,<br />
detiene lo stato di Pmi innovativa<br />
ed ha acquisito il know-how di un<br />
gruppo operante su scala europea,<br />
la Stv, un’azienda specializzata nella<br />
fotoincisione industriale fondata<br />
negli anni ’60 a Venaria Reale che<br />
più di dieci anni fa aveva iniziato a<br />
cimentarsi in applicazioni nucleari<br />
di questa tecnologia. Con questa<br />
operazione Mcd ha assimilato la<br />
competenza della fotoincisione dei<br />
metalli, per realizzare piastre con<br />
canali di qualunque forma, sia li-<br />
neare che frattale.<br />
Per chi ne<br />
sapesse poco,<br />
o nulla, Actis<br />
si è speso in<br />
una parentesi<br />
didascalica.<br />
«La fotoincisione<br />
è una<br />
tecnica molto<br />
più economica<br />
di una lavorazione<br />
meccanica. È un processo per<br />
cui si prende una lastra di metallo<br />
e la si riveste di una resina fotosensibile.<br />
Sulla resina si applica una<br />
pellicola fotografica, in negativo<br />
compare quello che vuoi realizzare.<br />
Si espone dunque ai raggi ultravioletti<br />
questo sandwich. La frazione<br />
di resina che riceve la luce diventa<br />
resistente, mentre la parte residuale<br />
è sottoposta a lavaggio. Si ottiene<br />
dunque una piastra protetta<br />
in maniera selettiva dagli agenti<br />
aggressivi. Spessa da pochi decimi<br />
a 5 millimetri, questa piastra è sottoposta<br />
ai citati agenti aggressivi<br />
e si presenta alla fine del processo<br />
con tutti questi canali, che siano<br />
essi diritti o sagomati in qualsiasi<br />
modo. Gli utilizzi sono molteplici.<br />
L’impiego principe è il seguente:<br />
saldate con processo di “diffusion<br />
bonding”, con due disegni sovrapposti<br />
in sequenza ripetitiva, queste<br />
piastre costituiscono un “core”<br />
monolitico che può essere utilizzato<br />
come scambiatore di calore,<br />
detto Pche (Printed circuit heat<br />
exchanger). Nasce da un brevetto<br />
scaduto, di 40<br />
anni fa, della<br />
Heatric, del<br />
Gruppo Meggit<br />
(da ottobre<br />
2022 Parker<br />
Meggit, ndr),<br />
ed è usato dove<br />
c’è bisogno di<br />
estrema compattezza,<br />
i canali<br />
sono molto<br />
piccoli e consentono uno scambio<br />
di calore efficiente. Le applicazioni<br />
sono piattaforme petrolifere, navi<br />
metaniere, Gnl e, più recentemente,<br />
l’idrogeno. Per conservare l’idrogeno<br />
nelle bombole si va fino<br />
a 700 bar, i compressori arrivano<br />
fino a 900 bar, avvalendosi di uno<br />
scambiatore di calore nelle varie<br />
fasi di compressione e di un altro<br />
scambiatore di calore, dalle dimensioni<br />
ridotte, che comparirà in ogni<br />
distributore di idrogeno».<br />
Mcd si sta dotando di un forno di<br />
“diffusion bonding” per confezionare<br />
il core completo di uno scambiatore.<br />
«Queste piastre trovano<br />
anche altri impieghi. Collaboriamo<br />
con alcuni istituti di ricerca per realizzare<br />
dei bioreattori. Disponendo<br />
di questi canali e promuovendo<br />
la turbolenza è possibile miscelare<br />
reagenti chimici e biologici e ottenere<br />
dei sottoprodotti, per esempio<br />
nella “carbon segregation”.<br />
In ultimo, stiamo sviluppando delle<br />
bipolar plates per fuel cells ed<br />
elettrolizzatori, sempre basate sul<br />
processo di fotoincisione».<br />
MERITOR E SIEMENS<br />
S’intende Siemens veicoli commerciali, la divisione<br />
incorporata in Cummins New Power, sotto l’egida<br />
di Meritor. Mart Verschoor transiterà dal ruolo di<br />
amministratore delegato di Siemens Commercial<br />
Vehicles a quello di Vice President Traction Systems<br />
del segmento New Power<br />
Cummins ha completato, attraverso<br />
la controllata Meritor,<br />
l’acquisizione del business<br />
veicoli commerciali di Siemens, leader<br />
mondiale nel campo dei sistemi<br />
di azionamento elettrico ad alte<br />
prestazioni per veicoli commerciali.<br />
Nel maggio 2022, Meritor ha<br />
annunciato di aver stipulato un accordo<br />
per l’acquisizione dell’attività<br />
per un valore aziendale di circa<br />
190 milioni di euro; Cummins ha<br />
successivamente completato l’acquisizione<br />
di Meritor nell’agosto<br />
2022. Questa acquisizione aggiunge<br />
capacità chiave nei motori elettrici<br />
a trasmissione diretta e a montaggio<br />
remoto, inverter, software e<br />
servizi correlati che sono elementi<br />
critici nella prossima generazione<br />
di propulsori elettrici e integra le<br />
competenze di Cummins sui veicoli<br />
commerciali con i quasi 200<br />
dipendenti principalmente in Germania,<br />
Cina e Stati Uniti.<br />
«Siamo entusiasti di accogliere in<br />
Cummins il business dei sistemi di<br />
azionamento elettrico per veicoli<br />
commerciali di Siemens», ha affermato<br />
Jennifer Rumsey, presidente<br />
e amministratore delegato di Cummins.<br />
«Unendo la nostra profonda<br />
conoscenza collettiva del settore<br />
e del modo in cui i nostri clienti<br />
utilizzano le nostre applicazioni,<br />
innoveremo e avanzeremo le tecnologie<br />
chiave».<br />
«So che forniremo le tecnologie necessarie<br />
per accelerare l’adozione<br />
di propulsori a emissioni zero che<br />
soddisfino i nostri clienti e facciano<br />
progredire le nostre comunità», ha<br />
affermato Mart Verschoor, ex Ceo<br />
di Siemens Commercial Vehicles,<br />
che assumerà il ruolo di Vice President<br />
Traction Systems nel segmento<br />
New Power di Cummins. L’attività<br />
acquisita riporterà attraverso la<br />
BU Cummins New Power.<br />
Deutz sta approvando<br />
l’utilizzo dell’Hvo su tutti i<br />
Tcd, inclusa la serie Tcd 5.2.<br />
«L’approvazione dell’Hvo<br />
e di carburanti aggiuntivi<br />
completa il nostro programma<br />
E-Deutz e le nostre attività<br />
sull’idrogeno. Questo è un<br />
altro grande passo nella<br />
nostra strategia di sostenibilità<br />
Taking Responsibility», afferma<br />
Markus Müller, Cto e membro<br />
del CdA di Deutz AG. Il<br />
Mart Verschoor,<br />
futuro Vice<br />
President Traction<br />
Systems nel<br />
segmento New<br />
Power di Cummins<br />
Deutz e l’olio idrogenato<br />
carburante paraffinico standard<br />
EN 15940 è compatibile<br />
con il diesel fossile e i due<br />
combustibili possono essere<br />
miscelati e utilizzati in qualsiasi<br />
rapporto. I carburanti sintetici,<br />
noti come e-carburanti,<br />
integreranno i carburanti diesel<br />
paraffinici a medio termine.<br />
La Circolare Tecnica “Fuels<br />
0199-99-01218/6” fornisce tutti<br />
i dettagli per comprenderne<br />
l’applicazione.<br />
HI-TECH<br />
Eni Sustainable Mobility<br />
Eni ha annunciato la creazione di Eni<br />
Sustainable Mobility, la nuova società<br />
dedicata alla mobilità sostenibile che<br />
ha l’obiettivo di fornire servizi e prodotti<br />
progressivamente decarbonizzati per la<br />
transizione energetica. Eni Sustainable<br />
Mobility svilupperà la bioraffinazione, il<br />
biometano e la vendita di prodotti, servizi<br />
e soluzioni per la mobilità, in Italia e<br />
all’estero, in un percorso che la vedrà<br />
evolvere verso una società multi-service e<br />
multi-energy. Nella società sono confluiti<br />
gli asset della bioraffinazione e del<br />
biometano, che includono le bioraffinerie<br />
di Venezia e di Gela e lo sviluppo di nuovi<br />
progetti quali Livorno e Pengerang, in<br />
Malesia, oggi in corso di valutazione;<br />
il marketing e la commercializzazione,<br />
attraverso una rete di oltre 5.000<br />
punti vendita in Europa, di tutti i vettori<br />
energetici tra cui l’idrogeno e l’elettrico,<br />
i carburanti anche di natura biologica<br />
come l’Hvo e il biometano, nonché gli altri<br />
prodotti e i servizi connessi alla mobilità,<br />
come il car sharing Enjoy, la ristorazione<br />
e i negozi di prossimità. Claudio<br />
Descalzi, Amministratore delegato di<br />
Eni, ha commentato: «Questa società<br />
rappresenta la seconda leva strategica,<br />
assieme a Plenitude, nell’ambito del<br />
nostro percorso di transizione energetica<br />
per l’abbattimento delle emissioni Scope<br />
3, le più significative e difficili da eliminare<br />
poiché generate dai clienti attraverso<br />
l’utilizzo dei prodotti. Attraverso questa<br />
operazione integriamo e liberiamo nuovo<br />
valore dalle nostre iniziative industriali,<br />
prodotti e servizi basati su tecnologie<br />
innovative e che andranno a costituire<br />
un’offerta unica e decarbonizzata per<br />
la mobilità». AD di Eni Sustainable<br />
Mobility è Stefano Ballista, già Direttore<br />
Sustainable Mobility di Energy Evolution.<br />
Esm è direttamente controllata da Eni,<br />
che ne detiene il 100% del capitale.<br />
6<br />
7
BorgWarner Fuel Systems e Aftermarket<br />
WEICHAI. Efficienza a 52,28% e 54,16%<br />
E VAI DI<br />
SPIN-OFF!<br />
BorgWarner ha annunciato uno spin-off<br />
dei segmenti Fuel Systems e Aftermarket<br />
in una NewCo quotata in borsa. Prende<br />
così forma un’azienda da 3,3 miliardi<br />
di dollari. Dopo il completamento<br />
dell’operazione, l’azienda consisterà<br />
nei segmenti e-Propulsion & Drivetrain<br />
e Air Management<br />
HI-TECH<br />
8<br />
Commenta Alexis P. Michas,<br />
presidente non<br />
esecutivo del CdA di<br />
BorgWarner: «Il consiglio di amministrazione<br />
di BorgWarner ritiene<br />
che uno spin-off strategico<br />
dei nostri segmenti Fuel Systems<br />
e Aftermarket sarebbe il miglior<br />
percorso per promuovere la trasformazione<br />
della nostra azienda.<br />
L’anno alle spalle ha consegnato<br />
a Vanzetti Engineering un<br />
incremento del fatturato del<br />
32% rispetto al 2021 (il 15% del<br />
fatturato proviene dal mercato<br />
italiano). Metà del fatturato totale è<br />
maturato in Europa; nel resto del<br />
mondo l’Asia-Pacifico è cresciuta<br />
del 14%.Valeria Vanzetti Ghio,<br />
amministratore unico di Vanzetti<br />
Engineering, ha commentato:<br />
«Quest’anno i cambiamenti<br />
geopolitici ci hanno dato la<br />
possibilità di rivedere i nostri piani,<br />
dando spazio a strategie nuove e<br />
a mercati finora ancora inesplorati.<br />
Con la consapevolezza che la<br />
strada da percorrere sia ancora<br />
molta, sono felice che anche<br />
nel 2022 Vanzetti<br />
Engineering abbia<br />
fortemente consolidato<br />
il proprio business<br />
navale, ma che<br />
abbia anche saputo<br />
difendere le altre aree<br />
di business. Il trend<br />
positivo è segno di<br />
come il mercato sia in<br />
attesa di nuove risposte<br />
tecnologiche immediate<br />
e sostenibili».<br />
In generale, il<br />
Il 2022 di Vanzetti Engineering<br />
portafoglio ordini del 2022 ha<br />
registrato +70% . A trainare la<br />
crescita dell’ultimo anno è stato<br />
soprattutto il settore navale, che<br />
ha raddoppiato il fatturato. Nello<br />
specifico, c’è stato un notevole<br />
incremento della vendita di<br />
pompe criogeniche alternative<br />
ad alta pressione (VT-3) e il<br />
consolidamento di quelle a<br />
bassa pressione (serie Artika)<br />
per sistemi di alimentazione per<br />
motori marini e di rifornimento<br />
navi. Vanzetti Engineering è<br />
entrata nel mondo dell’alta<br />
pressione già nel 2019 con le<br />
prime referenze nel settore navale<br />
provenienti dalla bassa pressione.<br />
Quest’anno l’incremento è dipeso<br />
La separazione prevista supporta<br />
l’ottimizzazione del nostro portafoglio<br />
di combustione e l’avanzamento<br />
del nostro percorso di<br />
elettrificazione, mentre NewCo<br />
sarebbe in grado di perseguire<br />
opportunità di crescita nei combustibili<br />
alternativi, come l’idrogeno,<br />
e nell’aftermarket»<br />
Frédéric B. Lissalde, presidente<br />
e amministratore delegato di<br />
BorgWarner. ha precisato che: «Il<br />
nostro business dei veicoli elettrici<br />
sta accelerando. Riteniamo di<br />
essere già sulla buona strada per<br />
superare il nostro obiettivo di vendita<br />
di veicoli elettrici del 2025<br />
e negli ultimi due anni abbiamo<br />
annunciato o completato quattro<br />
acquisizioni. La prevista separazione<br />
dei nostri segmenti<br />
Fuel Systems<br />
e Aftermarket<br />
sarebbe un importante<br />
passo<br />
successivo per<br />
promuovere il nostro<br />
passaggio ai veicoli elettrici e<br />
far progredire la nostra visione di<br />
un mondo pulito ed efficiente dal<br />
punto di vista energetico, creando<br />
allo stesso tempo una nuova entità<br />
focalizzata con solide finanze per<br />
sostenere il suo futuro. Con Fuel<br />
Systems che cresce più velocemente<br />
del mercato e Aftermarket<br />
che dovrebbe beneficiare di tendenze<br />
favorevoli a lungo termine,<br />
riteniamo che anche NewCo<br />
sarebbe ben posizionata per il<br />
successo come azienda pubblica<br />
autonoma».<br />
dal progressivo processo di<br />
decarbonizzazione nello shipping<br />
(Gnl). L’uso crescente di questo<br />
combustibile è possibile grazie<br />
all’aumento dei flussi commerciali<br />
di gas naturale importati in<br />
Europa su navi metanifere, con<br />
l’obiettivo di sostituire i flussi di<br />
gas prima veicolati attraverso<br />
i gasdotti tra Europa e Russia.<br />
Per quanto riguarda l’Europa, la<br />
Germania si conferma per Vanzetti<br />
il mercato più consistente, con un<br />
consolidamento in ambito navale,<br />
dovuto soprattutto al rafforzamento<br />
dei rapporti commerciali, e un<br />
buon andamento anche del settore<br />
dei gas industriali. Si è verificata<br />
una crescita nel Regno Unito in<br />
tutti in settori, in special modo<br />
nella business unit industriale e<br />
dei gas industriali: un trend che<br />
riprende la crescita registrata nel<br />
2020, che aveva invece subito<br />
un rallentamento nel 2021. Una<br />
quota è stata segnata anche per<br />
la BU navale che fino al 2021<br />
non aveva registrato ordini in<br />
questo mercato. Anche il mercato<br />
francese e spagnolo hanno visto<br />
un consolidamento nel settore dei<br />
gas industriali, con un fatturato<br />
raddoppiato rispetto al 2021.<br />
NON LASCIA RADDOPPIA<br />
Dopo avere scosso le acque della motoristica con l’annuncio della massima<br />
efficienza termica mai raggiunta da un ciclo Diesel, Weichai si è superata a più<br />
riprese, toccando ora il 52,28%. A questo risultato ha recentemente affiancato<br />
un motore a gas con il 54,16% di efficienza<br />
Di fronte all’offensiva di Scania, che ha esteso<br />
i criteri di efficienza della piattaforma Super<br />
alle applicazioni industriali, Weichai non si<br />
formalizza, anzi, rilancia. Facciamo un passo indietro:<br />
nel 2020 Bosch ha fornito il common rail per<br />
il diesel a sei cilindri da 12,9 litri di Weichai. Nel<br />
mirino il traguardo dell’efficienza, quintessenza di<br />
qualsiasi scuola ingegneristica. Come noto agli addetti<br />
ai lavori, il sistema Bosch può essere utilizzato<br />
per pressioni da 1.800 a 2.500 bar ed è configurato<br />
per applicazioni fino a otto cilindri. A seconda delle<br />
esigenze, il sistema è in grado di durare fino a 1,6<br />
milioni di chilometri ed è stato progettato anche per<br />
funzionare con una propulsione elettrificata.<br />
Dopo avere varcato per prima la fatidica soglia del<br />
50% di efficienza su un motore a ciclo Diesel, nel<br />
mese di gennaio del 2022 l’azienda ha incrementato<br />
ulteriormente questo valore, raggiungendo il<br />
51,09%. Nemmeno il tempo di strappare l’ultima<br />
pagina del calendario e alla fine dell’anno scorso è<br />
arrivata la notizia che il primato era stato ulteriormente<br />
ritoccato verso l’alto. I cinesi hanno infatti<br />
comunicato di disporre di un diesel per veicoli commerciali<br />
con un’efficienza termica del 52,28%. Non<br />
paghi di avere migliorato il proprio stesso record, lo<br />
hanno affiancato a una unità a gas naturale dall’efficienza<br />
termica del<br />
54,16%. Rispetto ai<br />
prodotti comunemente<br />
sul mercato (motori<br />
diesel con un’efficienza<br />
termica media del<br />
46/47%), applicare<br />
un’efficienza termica<br />
del 52,28% significa<br />
ottimizzare la combustione<br />
e ridurre di<br />
conseguenza il consumo<br />
di carburante e le<br />
emissioni di anidride<br />
carbonica. Weichai ha<br />
stimato questi effetti<br />
nella misura del 12%.<br />
Come anticipato,<br />
Weichai ha addirittura<br />
raddoppiato, ciclo Diesel, ciclo Otto, poco<br />
importa. Risalgono al 2008 i primi avvicinamenti<br />
all’iniezione diretta di gas nel cilindro; nel 2012 il<br />
primo motore cinese a combustione con iniezione<br />
diretta di gas naturale compresso ad alta pressione<br />
nel cilindro. Dal 2018 il gruppo di lavoro di Weichai<br />
ha compiuto due importanti passi in avanti in<br />
termini di efficienza termica dei motori base a gas<br />
naturale, superando il 45% nel 2020 e il 50% nel<br />
2021. A novembre di quest’anno l’efficienza termica<br />
dei motori base a gas naturale è stata migliorata<br />
al 54,16%, conforme agli standard di emissioni China<br />
VI, e superando il livello più elevato del settore<br />
pari a 47,6%.<br />
Effetto a catena<br />
Hanno espresso il loro apprezzamento Steven<br />
Hartong, AD del Gruppo Bosch, Chris Mason,<br />
AD dell’International Federation of Automotive<br />
Engineers, Walter Downing, AD del Southwest<br />
Research Institute, Helmut Lister, CEO di AVL,<br />
Wei, Presidente di Chinese Engine Engineers Association<br />
of North America, China Mechanical<br />
Engineering Society, China Internal Combustion<br />
Engine Society, China Internal Combustion Engine<br />
Industry Association.<br />
13 litri Weichai<br />
diesel e gas.<br />
La galassia di<br />
Weifang annovera<br />
anche Baudouin,<br />
Ferretti, Kion, Linde<br />
Hydraulics, Psi.<br />
AUTOMOTIVE<br />
9
Euro 7, una tempesta in un bicchiere<br />
NAVIGANDO<br />
NEL DOMANI<br />
Concluso il fuoco d’artificio delle dichiarazioni,<br />
comincia ad emergere una realtà meno catastrofica<br />
di quanto annunciato. L’Euro 7 rimane comunque<br />
opacizzato da un velo di incertezza, dovuto anche<br />
alla contingenza politica all’Europarlamento, ma<br />
gli spiragli di luce ci sono. L’Euro 7G, per esempio,<br />
premia gli ibridi plug-in con geofencing<br />
AUTOMOTIVE<br />
C<br />
’è chi vince l’Oscar e chi si guadagna la Legion<br />
d’Onore. E, secondo i più maliziosi, il riconoscimento<br />
conferito a cavallo di Capodanno<br />
dal presidente Macron a Luca de Meo, non sarebbe<br />
legato all’eccellente lavoro svolto negli ultimi due<br />
anni come Ceo del gruppo Renault. Né un garbato<br />
invito a non lasciare la Régie, controllata dallo<br />
Stato francese, per prendere le redini di Stellantis,<br />
come vorrebbero le voci di corridoio. Ma il premio<br />
per la sua “dichiarazione capolavoro” nell’assumere<br />
l’incarico di presidente dell’Acea, l’Associazione<br />
europea dei costruttori di auto, va a Martin Lundstedt,<br />
Ceo Volvo: «La proposta di norme Euro 7,<br />
nella sua forma attuale, sottrarrebbe ingenti risorse<br />
umane e finanziarie all’elettrificazione, proprio nel<br />
momento in cui altre regioni del mondo stanno creando<br />
un ambiente di investimento attraente per la<br />
mobilità a emissioni zero». Nulla a che fare né con<br />
il bellicoso diktat di Carlos Tavares, Ceo di Stellantis,<br />
che ha parlato apertamente di «spreco di denaro<br />
per adeguare prodotti che avranno comunque vita<br />
breve» facendo riferimento allo stop UE ai motori<br />
a combustione interna a partire dal 2035. Né con la<br />
drastica presa di posizione di Oliver Blume, Ceo del<br />
gruppo Volkswagen che, fin dai tempi in cui guidava<br />
Porsche, va predicando «decideremo se aggiornare o<br />
meno tutti i nostri motori alle norme Euro 7 oppure<br />
offrire versioni esclusivamente elettriche». Visione<br />
smentita dai dati del mercato europeo per il primo<br />
semestre 2022, dove per ogni Bev Volkswagen ID.3<br />
venduta sono state commercializzate cinque Golf a<br />
benzina o gasolio, nonostante l’ondata di incentivi<br />
per le elettriche che ha investito i tre mercati chiave<br />
di Germania, Francia e Italia.<br />
Solo l’Europa ha detto stop<br />
Il problema vero è che l’Unione Europea resta per<br />
ora l’unico mercato al mondo ad aver messo nero su<br />
bianco l’addio ai motori endotermici nel 2035. Certo,<br />
la Cina si è posta l’obiettivo di farlo già nel 2030, ma<br />
resta soltanto un obiettivo, come pure dichiarano di<br />
voler fare, senza andare oltre, Brasile e India, mentre<br />
Canada e Taiwan parlano del 2040, nel silenzio<br />
totale degli Stati Uniti, dove solo la California sta<br />
valutando la scadenza al 2035. Se poi si aggiunge<br />
l’ipotesi, nutrita di fantapolitica, che lo scandalo Qatargate<br />
possa mettere in discussione la maggioranza<br />
green al Parlamento Europeo e far slittare più avanti<br />
il termine del 2035, ecco che le nuove norme Euro 7<br />
trovano una nuova luce. Potrebbero infatti dimostrarsi<br />
un prezioso “regolamento quadro” che, una volta per<br />
tutte, cancella il garbuglio di mezzi trucchi di omologazione<br />
trascinato di direttiva in direttiva, senza però<br />
chiedere interventi “impossibili” ai costruttori. Gruppi<br />
industriali multimiliardari che dietro la cortina fumogena<br />
delle dichiarazioni alla stampa, in realtà erano<br />
pronti a porre limiti ben più severi alle emissioni dei<br />
loro motori. Come ha scritto il quotidiano francese<br />
Le Monde, senza essere smentito, mettere il limite<br />
delle emissioni di NOx a 60 mg/km per le Euro 7<br />
è stato una scelta politica della Commissione Europea,<br />
a fronte della manifestata disponibilità di Acea<br />
di scendere fino a quota 35. «Era difficile chiedere ai<br />
costruttori di fare investimenti contemporaneamente<br />
su elettrico e termico» ha commentato sul quotidiano<br />
francese Pascal Canfin, presidente della Commissione<br />
ambiente del Parlamento di Strasburgo. Il merito?<br />
In primo luogo del commissario europeo al mercato<br />
interno, il francese Thierry Breton, che ha più volte<br />
sottolineato i rischi strategici e sociali dell’eutanasia<br />
del motore a combustione interna.<br />
Limiti raggiungibili<br />
Un esempio che dà il senso della nuova direttiva<br />
è proprio il nuovo limite “unico”, dalle utilitarie<br />
ai bus granturismo, di 60 mg/km per le emissioni<br />
di NOx, rimasto quello della norma Euro 6 per i<br />
propulsori delle auto a benzina e sceso da quota<br />
80 per le diesel. Un dato limite molto più oneroso<br />
da rispettare soltanto per il comparto dei mezzi<br />
pesanti dove i costi dei dispositivi per allineare a<br />
quota 60 i camion (56 per cento in meno rispetto a<br />
Euro 6) sono oggettivamente meglio “spalmabili”<br />
sui robusti listini di quei veicoli. Senza nascondere<br />
che, in attesa della ratifica della direttiva e dei<br />
regolamenti di attuazione delle norme Euro 7, si<br />
stanno sgonfiando pure due “bolle mediatiche”. La<br />
L’India per ora punta sul metano<br />
Ci vuole un briciolo di<br />
allenamento per capire, nel<br />
traffico di Mumbai, che diavolo si<br />
celi dietro la due volumi Toyota<br />
Glanza, con tanto di sigla Cng<br />
sulla coda. In un Paese da<br />
1,4 miliardi di abitanti, dove<br />
circolano 21 milioni di auto,<br />
la nuova frontiera green più<br />
che l’elettrico resta il metano,<br />
che oggi alimenta oltre il 6 per<br />
cento delle auto circolanti. E<br />
un discreto successo lo sta<br />
raccogliendo la compatta<br />
Toyota, in realtà un rebadging<br />
locale della Suzuki Baleno, il cui<br />
motore da 1,2 litri alimentato a<br />
gas naturale eroga 77 cavalli<br />
e 98 Nm di coppia. Il listino<br />
da 7.500 euro può apparire<br />
ridicolo, ma va tenuto presente<br />
un reddito medio pro capite 15<br />
volte più basso rispetto a quello<br />
dell’Italia.<br />
prima riguarda il fatto che i nuovi test Rde (Real<br />
driving emission) prevedano condizioni più severe<br />
per i test condotti a motore freddo, limitando ai<br />
primi 1.600 metri di percorrenza, con temperature<br />
esterne comprese tra -10 e +45 °C, la fase di riscaldamento<br />
del propulsore. L’altra tocca l’estensione<br />
a 240mila chilometri (Euro 6 si fermava a<br />
100mila) dell’obbligo di conformità dei dispositivi<br />
antinquinamento, un valore che in prima battuta<br />
può impressionare ma in realtà allinea l’Europa<br />
a Usa e Canada, che impongono 200mila miglia,<br />
semplificando di fatto la vita ai costruttori che operano<br />
nel mercato globale e non saranno più chiamati<br />
a realizzare serie differenti dispositivi per i<br />
due continenti.<br />
Che bello “switch”!<br />
Da ultimo, una vera propria chicca che potrebbe<br />
dimostrarsi anche un importante assist ai mezzi<br />
con propulsione convenzionale in vista di una proroga<br />
post 2035: tra le pieghe della nuova direttiva<br />
emerge la nascita dei veicoli a norma Euro 7G,<br />
riservata ai modelli ibridi plug-in dotati di geofencing,<br />
ovvero di un navigatore satellitare in grado<br />
di commutare automaticamente alla modalità<br />
emissioni zero (solo elettrica) la catena cinematica<br />
nel momento in cui il veicolo entra in un un centro<br />
urbano dove sia in vigore una Lez o Zez (Low o<br />
Zero emission zone).<br />
Martin Lundstedt,<br />
Ceo Volvo e<br />
presidente di Acea:<br />
«Con le nuove<br />
norme i produttori<br />
di camion<br />
dovranno trasferire<br />
sostanziali risorse<br />
ingegneristiche<br />
e finanziarie dai<br />
veicoli elettrici a<br />
batteria e a celle<br />
a combustibile<br />
al motore a<br />
combustione<br />
interna con un<br />
forte impatto sulla<br />
nostra transizione<br />
verso veicoli a<br />
emissioni zero.<br />
Non fa bene al<br />
clima, non fa bene<br />
alla salute delle<br />
persone e non fa<br />
bene al settore».<br />
10
UNEM. Fit for 55 e i biocarburanti<br />
ENDORSEMENT<br />
TECNOLOGICO<br />
Il Fit for 55 ha obliterato l’opposto della neutralità<br />
tecnologica sbandierata dall’UE. L’Unem ha presentato<br />
una piattaforma digitale che confronta le emissioni di<br />
CO 2<br />
delle auto e dei carburanti sull’intero ciclo di vita.<br />
Quanto abbiamo sentito ci è sembrato interessante e<br />
confuta il pensiero unico sulla elettrificazione come<br />
sinonimo di transizione ecologica<br />
AUTOMOTIVE<br />
12<br />
Unem, un acronimo quasi onomatopeico (almeno<br />
per la fonetica dei dialetti del Nord<br />
Italia). Unire, quindi fare massa critica, è la<br />
precondizione per riequilibrare gli assetti del Fit for<br />
55, decisamente sbilanciati a favore della elettrificazione.<br />
L’Unione energia per la mobilità, Unem,<br />
appunto, dal dopoguerra riunisce gli operatori della<br />
filiera dei combustibili a basso tenore di carbonio.<br />
L’associazione ha deciso di scendere attivamente in<br />
campo e promuovere la differenziazione e “personalizzazione”<br />
delle ricette per curare il morbo della<br />
diffusione atmosferica degli agenti inquinanti della<br />
combustione. L’introduzione è stata a cura del Presidente<br />
di Unem, Claudio Spinaci.<br />
«Le politiche europee hanno trascurato la sicurezza<br />
energetica a favore di obiettivi di decarbonizzazione,<br />
più a parole che a fatti» premette Spinaci.<br />
Claudio Spinaci - Unem<br />
«Obiettivi che devono essere sostenuti da sostenibilità<br />
economica e sociale» prosegue. Il costo dell’energia<br />
è fuori controllo per la scarsa attenzione<br />
nell’instaurare una struttura energetica sicura, mediante<br />
la diversificazione delle fonti e delle tecnologie.<br />
Il prezzo del gas è in salita dal 2021, la guerra<br />
ha semplicemente accentuato la tendenza. Spinaci<br />
entra nel merito della questione: «Vogliamo riportare<br />
il discorso sulla fattibilità tecnica, e abbandonare<br />
i presupposti ideologici, in particolar modo nella<br />
mobilità, dove sembra che sia contemplata solo<br />
l’elettrificazione». Insomma, Unem auspica scenari<br />
differenziati, includendo quello dei carburanti<br />
alternativi. Le emissioni calcolate solo allo scarico<br />
e non sull’intero ciclo di vita. «La tutela ambientale<br />
è assolutamente necessaria, ma se a questa non<br />
affianchiamo contemporaneamente la sostenibilità<br />
economica e sociale, e quindi la sicurezza energetica,<br />
i risultati sono quelli che oggi abbiamo davanti<br />
ai nostri occhi» è la sintesi del suo discorso.<br />
Viene in soccorso di questa impostazione uno studio<br />
che la Rie (Ricerche industriali energetiche) di<br />
Bologna ha condotto insieme a Unem. Lo studio ha<br />
analizzato le potenzialità dei biocarburanti, e degli<br />
Lcf in generale (Low carbon fuel), lo stato dell’arte<br />
delle tecnologie, le principali caratteristiche tecniche,<br />
logistiche ed economiche, i fattori abilitanti, la<br />
disponibilità di materie prime per la loro produzione,<br />
nonché le possibilità di sviluppo in relazione agli<br />
scenari energetici attesi per il 2030.<br />
Lisa Orlandi - Rie<br />
In rappresentanza del Rie è intervenuta la Direttrice<br />
responsabile Lisa Orlandi. Ha illustrato le ragioni<br />
degli e-fuel, di origine biogenica o sintetica, che riducono<br />
le emissioni fino al 90 per cento rispetto ai<br />
combustibili fossili nell’intero ciclo di vita. Oltretutto<br />
non richiedono infrastrutture ex novo. Sono però stati<br />
considerati cruciali dal programma Fit for 55 per il<br />
trasporto aereo e per quello marino, non nello stradale.<br />
«Ci sono due fattori determinanti per il successo<br />
di una nuova fonte: l’economia di scala e l’apprendimento»<br />
dice Orlandi. «I biocarburanti avanzati e gli<br />
e-fuel richiedono tempo per la penetrazione su larga<br />
scala. La principale differenza tra scenario delineato<br />
dall’Rse e quello disegnato dalla ricerca riguarda le<br />
macchine elettriche e i low carbon fuel». Come asserisce<br />
l’Associazione, lo scenario elaborato da Unem<br />
è alternativo ma non antitetico a quello adottato da<br />
Claudio Spinaci<br />
I numeri del mercato. Aci dixit<br />
Riportiamo i dati dell’Aci relativi al mese di<br />
novembre. Ancora in sofferenza il mercato<br />
delle auto di secondo mano, che a<br />
novembre ha messo a bilancio l’ennesimo<br />
risultato negativo, con un calo dell’8,3%<br />
dei passaggi di proprietà al netto delle<br />
minivolture rispetto allo stesso mese del<br />
2021. Per ogni 100 autovetture nuove ne<br />
sono state vendute 198 usate a novembre<br />
e 205 nei primi undici mesi dell’anno. Ai<br />
primi posti si confermano sempre i motori<br />
a gasolio e a benzina. La quota delle ibride<br />
Rse, traguarda un maggior sviluppo dei Lcf e una<br />
più realistica penetrazione dei veicoli elettrici (3,4<br />
milioni, equamente ripartiti tra Bev e Phev rispetto<br />
agli oltre 7 milioni previsti dallo scenario Rse).<br />
Gianni Murano - Esso Italia<br />
Il confronto tra gli scenari rende evidente come l’uso<br />
di Lcf, in combinazione con la parziale elettrificazione<br />
del parco veicoli nel trasporto leggero su<br />
strada, risulti altrettanto efficace ed efficiente nella<br />
riduzione delle emissioni rispetto all’elettrificazione<br />
spinta del comparto.<br />
«Lo studio illustrato oggi (mercoledì 30 novembre<br />
2022, ndr)» ha aggiunto Gianni Murano, presidente<br />
Esso Italiana e chairman del Gruppo strategico<br />
carburanti alternativi ed energie per la mobilità di<br />
Unem, «sviluppa uno scenario che, pur traguardando<br />
gli obiettivi 2030, presenta un parco circolante<br />
più realistico di quelli elaborati nel Pniec e da Rse.<br />
Appare infatti significativo notare come lo scenario<br />
Rse preveda 6,2 milioni di autovetture elettriche pure<br />
(Bev) al 2030 a fronte di poco meno di 40.000 unità<br />
immatricolate nei primi dieci mesi del 2022. Ferme<br />
restando queste tendenze, sarebbe quindi necessario<br />
che per i prossimi sette anni l’80 per cento di tutte<br />
le nuove immatricolazioni fossero elettriche per<br />
a benzina si attesta invece al 3,7%, mentre<br />
stenta ancora a decollare un mercato delle<br />
elettriche di seconda mano. In totale nei<br />
primi undici mesi del 2022 rispetto allo<br />
stesso periodo del 2021 i trasferimenti<br />
netti di proprietà hanno archiviato flessioni<br />
del 10,7% per le autovetture, del 5,2% per<br />
i motocicli e dell’8,7% per tutti i veicoli. In<br />
terreno ampiamente negativo a novembre<br />
le radiazioni di autovetture, che hanno<br />
archiviato un calo del 29,1% rispetto al<br />
mese di novembre 2021, con solo 79.983<br />
pratiche (numero più basso in assoluto<br />
per novembre) rispetto alle 112.738 dello<br />
stesso mese del 2021. Il tasso unitario di<br />
sostituzione mensile si attesta pertanto a<br />
0,68 (ogni 100 auto nuove ne sono state<br />
radiate 86), salendo complessivamente<br />
a 0,79 nei primi undici mesi dell’anno.<br />
Da gennaio a novembre 2022 rispetto<br />
allo stesso periodo del 2021 le radiazioni<br />
hanno archiviato decrementi del 29,6%<br />
per le autovetture, del 3,2% per i motocicli<br />
e del 27,1% per tutti i veicoli.<br />
arrivare agli obiettivi indicati da Rse». Il vicepresidente<br />
di Unem sottolinea un aspetto interessante,<br />
apparentemente rispondente all’eterogenesi dei fini.<br />
In questa congiuntura, all’insegna dell’indecisione,<br />
la rottamazione è ferma, bloccando il fisiologico ricambio<br />
del vetusto parco circolante con automobili<br />
omologate Euro 6. Insomma, più che agire a favore<br />
della riduzione degli inquinanti allo scarico, si ottiene<br />
un decadimento dell’efficienza dell’esistente.<br />
Lca secondo il Concawe<br />
Questa è stata l’occasione per presentare la piattaforma<br />
digitale “Car CO 2<br />
comparator”, in grado di<br />
calcolare e confrontare, in tempo reale, le emissioni<br />
di gas serra di auto e di carburanti, valutandone<br />
l’impronta ambientale lungo il suo intero ciclo di<br />
vita. Dal “tank-to-wheel” all’Lca, “Life cycle assessment”.<br />
Lo strumento del Concawe include diversi<br />
parametri: powertrain, carburanti, profilo di guida,<br />
intensità carbonica nella produzione di elettricità o<br />
di fuel, condizioni ambientali. Nel corso della conferenza<br />
stampa sono stati presentati quattro casi<br />
mettendo a confronto un’auto elettrica (Bev), una<br />
ibrida non ricaricabile (Hev) e una Plug-in ricaricabile<br />
(Phev) con diversi tipi di alimentazione: B7,<br />
Hvo ed e-fuel.<br />
Cos’è l’Unem?<br />
Aderisce a<br />
Confindustria<br />
dal 1977 e a<br />
Confindustria<br />
Energia dal 2005.<br />
L’Unione Energie<br />
per la Mobilità<br />
intende promuovere,<br />
accompagnare<br />
e sostenere<br />
l’evoluzione dei<br />
propri associati e<br />
rappresentare le<br />
nuove realtà attive<br />
nelle tematiche<br />
ambientali, nei<br />
low carbon fuels,<br />
nell’innovazione<br />
di processo, anche<br />
in ambito digitale.<br />
Lisa Orlandi<br />
Gianni Murano Franco Del Manso<br />
13
IDROGENO. Hyvia: Renault e Plug Power<br />
PER I FURGONI<br />
CI SONO<br />
LE CELLE<br />
L’endotermico è rivitalizzato dal’idrogeno soprattutto<br />
sulle taglie forti. Fu allo Iaa di Hannover che vedemmo<br />
13 e 15 litri agli stand Cummins, Fpt Industrial e<br />
Weichai. I commerciali sembrano invece più inclini<br />
alle celle a combustibile. Abbiamo parlato con<br />
il massimo dirigente di Hyvia, la joint-venture che<br />
equipaggia il Renault Master H2 Tech<br />
«In Germania ci sono già oltre 80 stazioni di rifornimento,<br />
in Francia circa 20. Esiste un progetto europeo<br />
per accelerarne la diffusione, anche in Italia<br />
(dove ricordiamo essercene soltanto una, quella di<br />
Mestre, di cui abbiamo raccontato sul numero di luglio/agosto<br />
2022, ndr). La maggior parte dei clienti<br />
dispone di un parco tra 100 e 200 furgoni; quindi,<br />
hanno installato pompe di rifornimento in sede. In<br />
quel caso possiamo fornire gli impianti per l’idrogeno.<br />
Hyvia è in grado di installare erogatori all’interno<br />
dei plessi interessati, ci stiamo confrontando con<br />
diversi interlocutori per produrre idrogeno verde e<br />
possiamo assemblare gli elettrolizzatori».<br />
E l’endotermico?<br />
«Abbiamo investigato l’opportunità di adattare il<br />
motore endotermico all’idrogeno, ma si è rivelata<br />
una strada problematica. La molecola dell’idrogeno<br />
è piccola e il motore esistente richiede un profondo<br />
adattamento».<br />
Come procede la road map di Hyvia?<br />
«In linea con le aspettative. Beneficiamo della piattaforma<br />
di Renault, del loro know-how veicolare,<br />
Plug Power ci ha messo le competenze sulle celle a<br />
combustibile e sulle stazioni di ricarica. In Spagna<br />
Plug Power ha un accordo con Acciona Energía<br />
per la produzione di idrogeno verde. Col porto di<br />
Anversa, in Belgio, esiste un accordo analogo. Per<br />
noi significa avere accesso ai nostri clienti».<br />
Hyvia e Faurecia.<br />
I sistemi di<br />
stoccaggio<br />
dell’idrogeno<br />
prodotti da<br />
Faurecia saranno<br />
montati sui veicoli<br />
commerciali<br />
Hyvia alimentati<br />
a idrogeno.<br />
La produzione<br />
dei sistemi di<br />
stoccaggio<br />
dell’idrogeno di<br />
Faurecia avverrà<br />
nello stabilimento<br />
di Allenjoie<br />
(Francia).<br />
AUTOMOTIVE<br />
Si fa un gran parlare dell’idrogeno, prevalentemente<br />
associato alla produzione di energia da<br />
stazionari (vedi il gruppo di Bruno Generators,<br />
con lo zampino di Punch Hydrocells), a qualche<br />
ragionamento su barche da lavoro e camion (Hyundai<br />
è in consegna, anzi, ha consegnato: basta dare<br />
un’occhiata alla rete stradale svizzera). E sui commerciali,<br />
che in ragione della massa critica potrebbero<br />
consacrare questa tecnologia? Un esempio lo<br />
trovate nel box, e riguarda la sinergia tra Iveco e<br />
Hyundai. Un altro ve lo riportiamo qui, a seguire, e<br />
risponde al caso di Hyvia, joint-venture tra il Gruppo<br />
Renault e Plug Power, specialista statunitense<br />
di fuel cell. La data di battesimo è il 3 giugno del<br />
2021. L’impianto di Flins, nell’Île-de-France, è il<br />
primo passo di un progetto industriale più ampio,<br />
che parte dagli attuali 3.000 metri quadrati.<br />
«La fabbrica Hyvia fa parte del pilastro “re-energy”<br />
della nostra fabbrica strategica di Flins. Contribuirà<br />
ad aumentare l’integrazione locale, creando<br />
valore in Francia e in Europa», ha dichiarato,<br />
a suo tempo, Luca de Meo, direttore generale del<br />
Gruppo Renault.<br />
«Siamo presenti in Europa da oltre dieci anni, essendo<br />
uno dei principali investitori nello sviluppo<br />
del settore europeo delle celle a combustibile», ha<br />
aggiunto Andy Marsh, amministratore delegato di<br />
Plug Power.<br />
La cella a combustibile da 30 chilowatt che sarà<br />
prodotta a Flins è una tecnologia a membrana a<br />
scambio protonico. I flussi di aria e idrogeno entrano<br />
nello stack delle celle a combustibile che alimenteranno<br />
l’intera gamma di Renault Master H2-Tech.<br />
Il furgone alimentato a idrogeno con la losanga sul<br />
muso ha un volume di carico di 12 metri cubi. È dotato<br />
di una cella a combustibile da 30 chilowatt, una<br />
batteria da 33 kWh e serbatoi contenenti 6,4 chili<br />
di idrogeno (4 serbatoi da 1,6 chili). Per completare<br />
il quadro, recuperiamo alcuni passaggi della nostra<br />
chiacchierata con David Holderbach, presidente<br />
di Hyvia.<br />
Perché dovrei scegliere questo veicolo commerciale<br />
a idrogeno, invece di uno elettrico?<br />
«Renault Master e2Tech è un complemento della<br />
versione elettrica. Per un utilizzo non troppo intensivo<br />
si può scegliere l’elettrico, ma la maggior<br />
parte dei clienti dei veicoli commerciali spesso devono<br />
viaggiare a un regime sostenuto, con un utilizzo<br />
intenso dalla mattina alla sera. In questo caso<br />
le nostre simulazioni ci indicano che l’elettrico non<br />
è efficiente. Con l’idrogeno possiamo rispettare il<br />
range richiesto e fare rifornimento in pochi minuti».<br />
Ma sulla media e lunga tratta le imprese di trasporto<br />
utilizzano ancora il diesel…<br />
«Sì, però devono rispettare le prescrizioni normative<br />
e ridurre l’impronta di carbonio. Solo in Francia<br />
sono più di 50 le città che stanno pianificando<br />
di proibire il termico. Oggi, la maggior parte dei<br />
magazzini di consegna si trova in prossimità delle<br />
grandi città, per le consegne richiedono da 45<br />
minuti a un’ora e mezza di tempo. Servono quindi<br />
batterie e velocità. Quando si arriva al 20 per cento<br />
di carica hai necessariamente bisogno di ricaricare,<br />
magari mentre stai ancora lavorando».<br />
E il tema nevralgico delle infrastrutture?<br />
L’eDaily di Iveco visto da Hyundai<br />
Il Daily alimentato a idrogeno, che<br />
vedremo non prima del 2024, è<br />
equipaggiato con sistema a celle a<br />
combustibile e motore elettrico da 190<br />
cavalli forniti da Hyundai. Mentre 6<br />
serbatoi offrono una capacità di stoccaggio<br />
combinata di 12 chili di idrogeno. Ce ne<br />
parlano Martin Zeilinger per Hyundai<br />
Motor e Marco Liccardo per Iveco Group.<br />
Le celle a combustibile sono<br />
effettivamente sviluppate da Hyundai<br />
Motor? E i serbatoi di idrogeno?<br />
Zeilinger: «Il nostro Fuel cell center conta<br />
sull’intera catena di fornitura basata<br />
in Corea, con i componenti principali<br />
provenienti da fornitori nazionali coreani,<br />
mentre lo stack della cella a combustibile<br />
è sviluppato e prodotto da Hyundai Motor<br />
Group. Il sistema di celle a combustibile<br />
Hyundai è ampiamente testato nel mondo<br />
delle autovetture. I serbatoi non sono<br />
prodotti da Hyundai, che si occupa però<br />
dell’integrazione elettrica nel sistema a<br />
celle a combustibile».<br />
Quali sono le peculiarità della catena<br />
Gli incentivi?<br />
«Sono necessari per partire. Oggi siamo in possesso<br />
di prototipi e volumi modesti, è un po’ l’approccio<br />
delle auto di lusso. Se guardo alla produzione<br />
di massa di domani, lavorando al prossimo veicolo,<br />
possiamo vedere i costi contrarsi già del 20%».<br />
cinematica del Daily Fcev?<br />
Liccardo: «Il gruppo propulsore,<br />
compreso l’assale posteriore, è<br />
realizzato da Fpt Industrial. Noi<br />
abbiamo eseguito internamente<br />
l’integrazione e la calibrazione<br />
di come il veicolo deve<br />
muoversi in base agli input<br />
che riceve, sia dalle batterie,<br />
sia dalle celle a combustibile.<br />
Si tratta di una e-machine con<br />
assale convenzionale, poiché<br />
volevamo un’architettura<br />
molto compatta per conservare tutta la<br />
modularità che la linea Daily oggi offre».<br />
Le celle a combustibile possono essere<br />
una tecnologia appetibile per tutti i<br />
segmenti di veicoli commerciali?<br />
Liccardo: «Dobbiamo considerare due<br />
aspetti. Primo, quando si ha bisogno di<br />
un’elevata quantità di energia, riteniamo<br />
che l’idrogeno possa svolgere un ruolo<br />
migliore rispetto alle batterie. I sistemi<br />
a celle a combustibile possono essere<br />
utilizzati, oltre che per aumentare<br />
l’autonomia del veicolo, anche per fornire<br />
energia ad apparecchiature come le unità<br />
di refrigerazione<br />
o le applicazioni di bordo altamente<br />
energivore».<br />
Zeilinger: «È importante la questione<br />
dei tempi di rifornimento più brevi. Per<br />
l’idrogeno, stiamo parlando di 15 minuti<br />
per una ricarica completa, che è molto<br />
meno rispetto al minimo di un’ora per i<br />
veicoli full electric. Il rifornimento breve,<br />
per sua natura, è un vantaggio notevole<br />
per chi utilizza veicoli commerciali».<br />
14<br />
15
PUNCH. Fa l’Euro 7 con Renault<br />
HYUNDAI. Idrogeno con Enginius<br />
SIAMO APPENA AGLI INIZI<br />
Punch Torino e il Gruppo Renault hanno da poco firmato un accordo di<br />
collaborazione sulle unità a 4 cilindri che si apprestano a varcare il Rubicone<br />
dell’Euro 7. In prospettiva si va anche oltre ai fossili: tramite Punch Hydrocells<br />
si aprono finestre sugli endotermici a idrogeno<br />
IN MEDIO STAT VIRTUS<br />
Dove per “medio” si intede la taglia camionistica. I camion da<br />
distribuzione si prestano all’adozione delle fuel cell a idrogeno,<br />
come dimostra l’accordo tra Htwo, il marchio specializzato sulle celle<br />
a combustibile di Hyundai, ed Enginius, del gruppo Faun<br />
In basso, Pierpaolo<br />
Antonioli, Cto del<br />
Gruppo Punch<br />
e Ceo di Punch<br />
Torino.<br />
AUTOMOTIVE<br />
Abbiamo imparato a conoscere<br />
Punch principalmente per le<br />
interpretazioni endotermiche<br />
del mondo stazionario e nautico. Il<br />
gruppo belga, però, rimane ancorato<br />
alle origini automobilistiche. Del<br />
resto proviene tutto da lì, dalle quattro<br />
ruote, a cascata, su industriale e<br />
marino. L’Euro 7 sarà una bella gatta<br />
da pelare, le anticipazioni non sono<br />
confortanti, e l’Unione Europea non<br />
ha ancora sciolto le riserve relative<br />
alle bozze sul tavolo.<br />
Sarà un lustro intenso e il Gruppo<br />
Renault ha deciso di viverlo proprio<br />
insieme a Punch Torino. Le due<br />
aziende a cavallo delle Alpi hanno<br />
siglato un protocollo d’intesa vincolante<br />
relativo alla collaborazione<br />
sui motori diesel Renault, 4 cilindri,<br />
per i veicoli commerciali leggeri. In base ai termini<br />
dell’accordo, Punch potrà acquistare, utilizzare<br />
e rivendere gli attuali e i futuri diesel 4 cilindri<br />
della Losanga. Il Gruppo Renault farà rientrare<br />
questa partnership nell’ambito del Progetto Horse<br />
annunciato in occasione del Capital Market Day.<br />
Nell’ambito del Progetto Horse, i team di ingegneri<br />
del Gruppo Renault continueranno a sviluppare<br />
motori diesel a basse emissioni per i veicoli commerciali<br />
leggeri, collaborando anche con le risorse<br />
ingegneristiche di Punch. I due partner uniranno le<br />
forze per lo sviluppo delle varianti Euro 6 ed Euro<br />
7 dei motori diesel Renault 4 cilindri per i veicoli<br />
commerciali leggeri, la cui produzione è prevista a<br />
partire dal 2025. La produzione di motori per soddisfare<br />
le esigenze dei partner sarà realizzata presso<br />
lo stabilimento Renault di Cleon in Normandia,<br />
Francia.<br />
Gilles Le Borgne, Direttore Ingegneria del Gruppo<br />
Renault, ha dichiarato: «Siamo lieti di stringere<br />
una partnership con Punch Torino, che acquisterà<br />
i motori diesel Renault 4 cilindri per i suoi clienti<br />
dei veicoli commerciali leggeri. È una prova concreta<br />
dell’importanza del Progetto Horse, che apre<br />
nuove opportunità di mercato. La condivisione delle<br />
competenze e degli investimenti è di fondamentale<br />
importanza per sviluppare motori a combustione<br />
a basse emissioni in grado di soddisfare le future<br />
normative europee e di fornire ai nostri clienti<br />
le migliori soluzioni della categoria, riducendo al<br />
tempo stesso l’impatto ambientale».<br />
«Siamo entusiasti di questa nuova partnership con<br />
un attore mondiale come il Gruppo Renault. La<br />
nostra storia come parte di un costruttore automobilistico<br />
ci ha sicuramente aiutato a conquistare la<br />
credibilità necessaria per instaurare questa collaborazione.<br />
Non vediamo l’ora di cogliere le opportunità<br />
offerte da una gamma di motori ancora più<br />
ampia», ha dichiarato Pierpaolo Antonioli, Chief<br />
Technology Officer del Gruppo Punch e Chief Executive<br />
Officer di Punch Torino.<br />
Sono oltre 5 milioni i chilometri percorsi in<br />
Svizzera in poco più di due anni dagli Xcient<br />
di Hyundai. Il camion è dotato di un sistema<br />
di celle a combustibile a idrogeno da 180 chilowatt<br />
con due stack da 90 chilowatt ciascuno. Il motore<br />
elettrico eroga 350 chilowatt e 2.237 Newtonmetro.<br />
I sette serbatoi offrono una capacità di stoccaggio<br />
combinata di circa 31 chili, il set di tre batterie garantisce<br />
complessiva 72 kWh, per un’autonomia<br />
di 400 chilometri in condizioni reali. Le interpretazioni<br />
di Hyundai sui veicoli commerciali non si<br />
fermano però a medi e pesanti; Htwo, la divisione<br />
di Hyundai Motor Group dedicata ai sistemi<br />
a celle a combustibile di idrogeno, ha<br />
firmato un accordo di cooperazione<br />
con Enginius, sussidiaria del gruppo<br />
tedesco Faun, per la fornitura di<br />
celle a combustibile destinata alla<br />
produzione di massa di camion<br />
commerciali alimentati a idrogeno.<br />
Grazie alla collaborazione<br />
con il gruppo Faun, uno dei principali<br />
attori del mercato europeo<br />
dei camion per la raccolta dei rifiuti,<br />
Htwo accelererà ulteriormente il proprio<br />
business dei sistemi a celle a combustibile.<br />
Attraverso<br />
questa collaborazione,<br />
il sistema fuel cell da<br />
90 chilowatt di Htwo<br />
sarà abbinato al telaio<br />
Enginius su applicazioni<br />
commerciali:<br />
si va dai camion per<br />
la raccolta dei rifiuti<br />
e ai distribuzione.<br />
Enginius è il primo<br />
produttore europeo<br />
di camion ad ottenere<br />
l’omologazione UE<br />
per i veicoli Fcev (la<br />
sigla che indica i veicoli<br />
elettrificati con<br />
celle a combustibile)<br />
e ha fornito 60 camion<br />
Bluepower per<br />
la raccolta dei rifiuti<br />
in Europa. L’autocarro di sarà equipaggiato con il<br />
sistema di celle a combustibile Htwo. I test sul medio<br />
Citypower, presentato da Enginius all’Iaa Transportation<br />
2022, saranno effettuati nel 2024; mentre<br />
la produzione in serie è prevista a partire dal 2025.<br />
«È la prima volta che forniamo il nostro sistema<br />
a celle a combustibile a un altro Oem su larga<br />
scala. La flotta di Enginius, che inizialmente<br />
sarà composta da oltre 1.100 autocarri fuel cell,<br />
segnerà un’espansione significativa del business<br />
dei sistemi a idrogeno di Hyundai», ha dichiarato<br />
Taewon Lim, Executive Vice President<br />
dell’Hydrogen and Fuel Cell Business<br />
Center di Hyundai Motor<br />
Group. «È la prima volta che<br />
forniamo il nostro sistema<br />
a celle a combustibile a<br />
un altro Oem su larga<br />
scala. La flotta di<br />
Enginius, che inizialmente<br />
sarà composta<br />
da oltre 1.100 autocarri<br />
fuel cell, segnerà un’espansione<br />
significativa del<br />
business dei sistemi a idrogeno<br />
di Hyundai».<br />
Taewon Lim,<br />
Executive Vice<br />
President<br />
dell’Hydrogen and<br />
Fuel Cell Business<br />
Center Hyundai<br />
Motor Group,<br />
insieme a Patrick<br />
Hermanspann, Ceo<br />
del gruppo Faun.<br />
AUTOMOTIVE<br />
16<br />
17
CNH INDUSTRIAL. Tech Day. Phoenix, Arizona<br />
TRA LA VIA<br />
EMILIA E IL MID<br />
(E FAR) WEST<br />
Guccini si è fermato al West, Cnh pure,<br />
e noi con loro. La tappa intermedia nel<br />
Midwest si riferisce alla dialettica tra gli<br />
R&D di Modena e Burr Ridge, vicino a<br />
Detroit, che ha partorito due anteprime:<br />
il T4 Electric Power, utility elettrificato, e<br />
il T7 Methane Power, a Gpl. Il Tech Day si<br />
è svolto a Phoenix. Noi c’eravamo e ve lo<br />
raccontiamo qui<br />
Terra<br />
C<br />
’era una volta il West, secondo Sergio Leone, ed<br />
è in Arizona, nel profondo sud-ovest degli Stati<br />
Uniti, che Cnh Industrial ha svelato le sue accelerazioni<br />
sul cammino della transizione energetica.<br />
Si chiamano rispettivamente T4 Electric Power e T7<br />
Methane Power i due assi nella manica che abbiamo<br />
saggiato nel deserto, poco distante da Phoenix. Giovedì<br />
8 dicembre, quei 19 gradi di temperatura hanno<br />
riscaldato il trattore aziendale a emissioni zero allo<br />
scarico (al momento, un unicum su scala mondiale) e<br />
il T7, evoluzione heavy-duty per i trattori da campo<br />
aperto. Anche lui un pioniere: il combustibile è il Gnl.<br />
Il sole è stato un’autentica manna dal cielo dopo il diluvio<br />
dei giorni precedenti. Come ci ha ricordato Scott<br />
Wine, l’Amministratore delegato di Cnh Industrial,<br />
tra domenica e lunedì sono scesi circa 43,2 millimetri<br />
di pioggia. La media stagionale, su base annuale, ammonta<br />
a circa 102 mm… È lo stesso Ceo a inquadrare<br />
l’epifania dei due “alternativi”. «Sono soluzioni ispirate<br />
ai clienti, sia il trattore elettrico che quello a gas<br />
naturale liquefatto (Gnl o, se preferite, Lng, nell’acronimo<br />
in lingua inglese, ndr)». Un’ispirazione scaturita<br />
dalla interazione tra i centri di ricerca e sviluppo sulle<br />
due sponde dell’Atlantico: Modena e Burr Ridge, tra<br />
Chicago e Detroit. Cominciamo dal tema più in voga:<br />
l’elettrificazione. Il Gruppo Cnh Industrial ha investito<br />
in una quota azionaria di Monarch Tractors, partner<br />
per il T4, e dispone di un’altra palestra di idee: Fpt<br />
Industrial. Seppure ufficialmente annoverata tra le fila<br />
del Gruppo Iveco, dopo lo spin-off tra automotive pesante<br />
e applicazioni mobili industriali, Fpt rimane lo<br />
specialista di riferimento per l’assetto propulsivo. A<br />
supporto dell’ingegneria torinese ricordiamo le acquisizioni<br />
di Potenza Technology, che a Coventry,<br />
nel Regno Unito, da oltre vent’anni si occupa della<br />
elettrificazione parziale e totale della catena cinematica,<br />
e di Microvast, acquartierata a Houston, in Texas,<br />
specialista delle batterie a ricarica ultra-rapida, della<br />
chimica e dei sistemi di controllo. Una massa critica<br />
che trova terreno fertile su strada, come dimostra il<br />
Crossway, autobus concepito a quattro mani da Iveco<br />
e dalla stessa Microvast. Le principali variabili da<br />
affrontare nella elettrificazione sono la calibrazione<br />
dei picchi di carico, il dimensionamento delle batterie<br />
e l’elaborazione dei sistemi di controllo elettronico<br />
(ci riferiamo al nevralgico ganglio del Bms, Battery<br />
management system). Ma torniamo al nostro. Come<br />
suggerisce Marc Kermisch, Chief Digital & Information<br />
Officer di Cnh Industrial: «Il T4 Electric Power è<br />
la soluzione ideale per operazioni che richiedono una<br />
bassa potenza. È adatto per aziende agricole miste,<br />
zootecniche, frutticole, per le municipalità, e per le<br />
applicazioni specialistiche». In attesa di tastarne il polso<br />
in campo, possiamo anticipare che il motore elettrico<br />
eroga fino a 120 cavalli (88,2 chilowatt), con una<br />
coppia massima di 440 Newtonmetro, che consentono<br />
una traslazione fino alla velocità di punta di 40 km/h.<br />
Chiaramente dipende dalla tipologia di utilizzo, ma<br />
tendenzialmente il pacco batterie è in grado di coprire<br />
l’intera giornata di lavoro.<br />
E l’autonomia?<br />
La risposta di Cnh alla fatidica domanda sull’autonomia<br />
è la seguente: utilizzando i sistemi di ricarica<br />
rapida basta un’ora per raggiungere il 100 per cento.<br />
Le prese elettriche del trattore supportano altre attività<br />
dell’azienda agricola, e possono fungere da generatore<br />
di energia di riserva. L’output elettrico soddisfa anche<br />
i dispositivi a bordo; per esempio, la camera che<br />
monitora a 360 gradi e il fleet manager system che<br />
interagisce con l’interfaccia sul cellulare. I benefici<br />
immediati di questo genere di alimentazione si manifestano<br />
nell’abbattimento di vibrazioni e rumore, quelli<br />
a medio termine nella riduzione dei costi di gestione.<br />
In entrambi i casi la stima del costruttore è un taglio<br />
del 90 per cento. Per farla breve, l’elettrico fornisce<br />
più trazione, una migliore guidabilità del mezzo e la<br />
quasi totale radiazione di quegli elementi di disturbo<br />
dell’agricoltore chiamati rumore e vibrazioni.<br />
L’epifania del Gnl<br />
È una ricetta applicabile ai veicoli a bassa richiesta<br />
energetica. La portata “disruptive” del T4 Electric<br />
Power, per dirla come i nostri ospiti americani, risiede<br />
anche nella autonomizzazione della guida. Come<br />
anticipato poco fa, una camera è posizionata sul tetto,<br />
insieme ad altre telecamere e centraline di controllo,<br />
per sovrintendere alle funzioni automatizzate. Gli agricoltori<br />
possono attivare a distanza il trattore tramite<br />
un’app per smartphone. Con la modalità “Shadow -<br />
Follow Me” gli operatori sincronizzano le macchine,<br />
coadiuvati da un sistema di percezione a 360° gradi che<br />
rileva ed evita gli ostacoli. Le funzionalità di gestione<br />
della flotta permettono di assegnare compiti a ogni<br />
singola macchina e di tenerla sotto controllo ovunque<br />
e comunque. Si scaldino ora i 270 cavalli dell’N67<br />
NG di Fpt, che equipaggia il T7 Methane Power. Il gas<br />
nel serbatoio può derivare anche da biomasse, perché<br />
la molecola è la stessa, CH 4<br />
. Anzi, come sottolinea<br />
Oscar Baroncelli, New Holland Agriculture Tractors<br />
Product Management Leader Global (qualcuno lo ricorderà<br />
per la sua recente militanza in Fpt Industrial):<br />
«Cnh Industrial riconosce solo il biometano, non ha<br />
senso parlare di gas metano dalla rete, specialmente<br />
in questa congiuntura». Soffermiamoci sul serbatoio,<br />
criogenico, perché rispetto al T6 Cng, anch’esso motorizzato<br />
dal 6 in linea, assistiamo all’apparizione della<br />
versione liquefatta del metano (nb: il gas è sottoposto<br />
al processo di liquefazione a una temperatura compresa<br />
tra -157°C e -162°C). Concepito originariamente<br />
per le navi cargo, è stato implementato da Iveco sugli<br />
stradali pesanti Stralis, attualmente S-Way. Parliamo<br />
proprio di quel camion che nel 2018 ha percorso 1.728<br />
km da Londra a Madrid con un solo pieno di Gnl. Perché<br />
questa è la chiave di volta, la densità energetica,<br />
che si riflette nella esponenziale lievitazione dell’autonomia.<br />
La conditio sine qua non per consentire agli<br />
agricoltori di effettuare operazioni sfidanti, sotto l’aspetto<br />
dell’assorbimento di potenza, come aratura o<br />
traslazione, senza dovere fare tappa al “distributore”.<br />
La gestione e l’immagazzinamento del Gnl sono state<br />
sviluppate in collaborazione con Bennamann, start-up<br />
britannica specializzata in sistemi per catturare e riutilizzare<br />
le emissioni di metano per la generazione. La<br />
collaborazione è iniziata nel marzo 2021, quando Cnh<br />
ha acquisito una quota di minoranza. Il target principe<br />
di questa macchina sono le aziende lattiero-casearie di<br />
taglia media (circa 110 capi), che<br />
scontano il deficit di sostenibilità<br />
ambientale delle emissioni metanifere<br />
aeree dovute alle deiezioni<br />
bovine. Per capirci, un chilo di biogas<br />
rilasciato nell’ambiente produce<br />
effetti equivalenti a 25 chili di<br />
CO 2<br />
. Due aziende agricole stanno<br />
testando questo sistema, in Cornovaglia,<br />
altre ne seguiranno nel<br />
Regno Unito, dove sono vigenti i<br />
crediti della CO 2<br />
. A Modena c’è un<br />
allevamento pionieristico in Italia.<br />
Stanno convertendo il bio-digestore<br />
di un sito di grandi dimensioni,<br />
dove allevano bovini da latte per il<br />
parmigiano-reggiano.<br />
In questa foto<br />
il connubio tra<br />
Cnh Industrial<br />
e Bennamann.<br />
Il pieno di Gpl<br />
si fa in azienda.<br />
In basso, l’N67 NG<br />
di Fpt Industrial che<br />
equipaggia il T6,<br />
a gas compresso,<br />
e il T7, a gas<br />
liquefatto. Sopra,<br />
il cofano del T4: la<br />
sorpresa è il pacco<br />
batterie al posto<br />
dell’endotermico.<br />
18<br />
19
NGV POWERTRAIN. 8,7 litri “alternativi”<br />
COMPRESSO<br />
LIQUIDO O<br />
ALCOLICO?<br />
Con Clino D’Epiro abbiamo già affrontato<br />
il tema alcoli. Ngv <strong>Powertrain</strong> è infatti<br />
proiettata nella rivalutazione del peso<br />
specifico del motore termico. A lui<br />
si è affiancato Cesare D’Ippolito per<br />
raccontarci “vita, morte e miracoli”<br />
dell’FP087, sviluppato sulla base<br />
del Cursor 9, sia in versione a metano<br />
che bioetanolo e metanolo<br />
Terra<br />
Clino D’Epiro ci ha accompagnati, in un precedente<br />
articolo, alla scoperta degli alcoli, nella<br />
ricetta energetica di Ngv <strong>Powertrain</strong>. Approfondiamo<br />
il tema e, insieme a lui e a Cesare D’Ippolito,<br />
ci avviciniamo all’Ngv-FP087, il motore “fuel agnostic”<br />
di Ngv <strong>Powertrain</strong>, come lo definiscono loro<br />
stessi. Un aggettivo entrato da poco nella semantica<br />
di questo settore, ma già molto in voga. E c’è una<br />
ragione, anzi, più di una.<br />
D’Epiro: «Questo motore è espressione di una filosofia<br />
che stanno abbracciando i motoristi puri,<br />
conseguenza del fenomeno della elettrificazione, più<br />
futuro che presente ma che già oggi drena imponenti<br />
investimenti. Quella che appena qualche anno fa<br />
sembrava una prevedibile tendenza è diventata però<br />
velocemente una realtà. Molte case stanno razionalizzando<br />
gli investimenti sui motori, limitando le<br />
varianti, soprattutto quelle a combustibili non main<br />
stream».<br />
D’Ippolito: «Ngv <strong>Powertrain</strong> è “fuel agnostic” per<br />
dna. Siamo sempre partiti da un hardware comune<br />
per sviluppare le nostre versioni. È una tendenza<br />
latente, che avevamo in potenza e abbiamo adesso<br />
messo in atto. Con Ngv-FP087 siamo partiti da un<br />
8,7 litri, sulla base del Cursor 9 di Fpt Industrial, inizialmente<br />
a metano e biometano, muovendoci successivamente<br />
sul bioetanolo e sul metanolo, transitando<br />
per la versione marina del motore a biometano. È il<br />
motore pivotale della nostra gamma, concepito in<br />
un range dove i grossi motoristi sono assenti, perché<br />
orientati sulle cilindrate tipiche dell’heavy-duty (i<br />
13 e 15 litri avvistati agli stand Cummins, Fpt Industrial<br />
e Weichai dello Iaa, lo scorso settembre, ndr),<br />
pensate per il “long haulage”, mentre noi ci siamo<br />
orientati su una taglia più piccola, applicabile ad<br />
un più ampio ventaglio di applicazioni, ad esempio<br />
agli autobus urbani o i veicoli speciali allestiti. Riceviamo,<br />
infatti, molte richieste su tali applicazioni,<br />
dal momento che il nostro motore Ngv-FP087 a Cng<br />
è stato recentemente omologato allo standard Euro<br />
6 Step E ed è, quindi, disponibile sul mercato. La<br />
nostra ambizione è guidare la transizione “net zero”,<br />
nel brevissimo termine; abbiamo per esempio pensato<br />
all’Ngv-FP087 anche per il retrofit degli asset<br />
esistenti».<br />
D’Epiro: «Una grossa percentuale del circolante,<br />
compresa, quasi integralmente, la flotta Iveco Bus,<br />
è equipaggiata con il Cursor 9 diesel. L’impegno<br />
motoristico del retrofit è ridotto, dal momento che<br />
ingombri e attacchi sono gli stessi. La frazione di<br />
veicoli elettrici sul mercato è minima, ma gli investimenti<br />
sull’elettrico drenano parecchie risorse. La<br />
razionalizzazione sta avvenendo a una velocità impressionante.<br />
Di riflesso, chi costruisce motori deve<br />
ottimizzare un hardware di base che possa funzionare<br />
con più combustibili e in diverse applicazioni.<br />
Da quanto ci risulta Ngv ha in sviluppo oggigiorno<br />
il maggior numero di varianti dello stesso motore,<br />
in termine di combustibili. Abbiamo delle richieste<br />
anche per il syngas».<br />
Come può lo stesso monoblocco digerire combustibili<br />
così diversi?<br />
D’Epiro: «Diciamo che alla base c’è la scelta di<br />
adottare una tecnologia di combustione ad accensione<br />
per scintilla e catalizzatore tre vie allo scarico,<br />
che permette di spaziare sul combustibile, agendo<br />
sul sistema di iniezione. Nel corso degli anni, chi si<br />
è esercitato nei sistemi dual-fuel si è scontrato con<br />
le emissioni. Fino all’Euro 4 alcuni aggiungevano<br />
iniezioni di gas al diesel originario: iniettori posizionati<br />
sul collettore d’aspirazione aggiungevano gas,<br />
metano o Gpl. La seppur ridotta iniezione di gasolio<br />
incendia anche il gas precedentemente iniettato. Un<br />
metodo semplice e vantaggioso, ma rivelatosi quasi<br />
impraticabile già dall’Euro 5, con l’eccezione di un<br />
sistema per camion di Volvo, e decaduto definitivamente<br />
con l’Euro 6. L’unica soluzione diversa dallo<br />
spark ignited in grado di raggiungere i limiti Euro<br />
6 è l’Hpdi: è un iniettore concentrico, che inietta<br />
gasolio come accensione pilota e metano direttamente<br />
in camera durante la combustione. Quest’ultima<br />
soluzione, però, seppur “motoristicamente” molto<br />
valida, lato veicolo impone obblighi elevati, dal momento<br />
che il gas deve essere iniettato ad almeno 300<br />
bar. È quindi una tecnologia possibile solo con il<br />
cosiddetto Gnl freddo, a meno 160°, perché obbliga<br />
al prelievo del gas in fase liquida dal serbatoio. Ngv<br />
ha fatto una scelta cha sconta qualche punto efficienza<br />
in meno ma pone meno vincoli: funziona anche<br />
con le bombole. Normalmente i camion adottano il<br />
Gnl saturo, a meno 135°C, prelevato gassoso dalla<br />
sommità del serbatoio: l’evaporazione conseguente<br />
refrigera il liquido rimanente. Per il sistema “tipo<br />
Volvo” (l’Hpdi di Westport) serve una bombola molto<br />
più isolata e corredata da un sistema di pompe<br />
criogeniche che gestisce il metano liquido. Con l’idrogeno<br />
poi, ne esiste anche una versione per questo<br />
combustibile, il problema è ancora più esasperato».<br />
Cosa cambia nella calibrazione e nella componentistica<br />
minuta?<br />
D’Epiro: «Il motore utilizza il combustibile, per la<br />
tecnologia di combustione stechiometrica adottata,<br />
nella fase gas/vapore. La fase liquida, che potrebbe<br />
rivelarsi aggressiva, è limitata all’impianto di iniezione,<br />
che adotta componenti idonei a qualsiasi tipo<br />
di combustibile. Sostanzialmente ad essere specifici<br />
sono gli iniettori e gli O-ring di tenuta dell’impianto<br />
di iniezione. Tipicamente, c’è una parte di immagazzinamento<br />
veicolare che è specifica del combustibile.<br />
La parte riguardante il motore si compone del rail<br />
di combustibile, in alluminio, e degli iniettori stessi,<br />
omologati per il combustibile prescelto. Il resto del<br />
motore viene a contatto solo con la fase gas/vapore.<br />
Siamo quindi scevri dall’attacco chimico».<br />
Il telaio per<br />
applicazioni<br />
camionistiche<br />
votate al gas<br />
naturale.<br />
20<br />
21
Terra<br />
D’Ippolito: «Gli iniettori, in alcuni casi, sono customizzati<br />
– sviluppati appositamente da noi – per<br />
esempio quello del bioetanolo e quello del metanolo,<br />
con portate elevate e con una cannula dalla lunghezza<br />
pronunciata».<br />
D’Epiro: «La sfida per i combustibili liquidi come<br />
gli alcoli è portare il punto iniezione il più possibile<br />
vicino alle valvole di aspirazione. L’iniettore ha la<br />
parte anteriore molto lunga per spruzzare il combustibile<br />
il più possibile vicino alla valvola, per limitare<br />
i depositi di liquido sulle pareti del motore, il cosiddetto<br />
impingement. Il flusso d’aria a quel punto porta<br />
il carburante tutto nel cilindro, dove la successiva<br />
fase di compressione, fino a 500°C, completa l’evaporazione<br />
e agevola la combustione completa. Sono<br />
combustibili che faticano a evaporare. Un’operazione<br />
facilitata da un dispositivo brevettato di Ngv».<br />
Perché il Cursor 9? Solo per il rapporto privilegiato<br />
che vi lega a Fpt Industrial?<br />
D’Epiro: «In effetti abbiamo un rapporto privilegiato<br />
con Fpt, ma ci sono anche ragioni tecniche. Il<br />
Cursor 9 è un motore baricentrico per tante applicazioni,<br />
come quella degli autobus precedentemente<br />
citata o i veicoli raccolta rifiuti nel campo on-road,<br />
ma in termini di potenza sviluppata ed affidabilità<br />
si presta anche a moltissime applicazioni off-road,<br />
come la generazione di energia stazionaria. Nella<br />
nostra versione eroga 230 chilowatt. Il motore avrebbe<br />
potenzialità superiori, ma nei nostri mercati di<br />
riferimento l’affidabilità e la durata di vita sono caratteristiche<br />
essenziali».<br />
D’Ippolito: «Una delle argomentazioni vincenti della<br />
nostra proposta, ad esempio per il “fast charging”<br />
delle auto elettriche, è che i carburanti “bio”<br />
in un approccio “well to wheel”, in molti casi, sono<br />
inferiori alla “carbon intensity” della rete elettrica<br />
nazionale. Abbiamo stimato un’emissione di 0,24 kg<br />
di CO 2<br />
equivalente al kWh per il nostro motore a<br />
bioetanolo, rispetto a una media della rete elettrica<br />
di distribuzione che in UE è di 0,35 kg/kWh. Questo<br />
valore sale ulteriormente in quei paesi che fanno<br />
un massiccio ricorso a fonti ad elevata impronta<br />
di CO 2<br />
, come per esempio il carbone: si pensi, in<br />
NGV-FP087<br />
Marca NGV POWERTRAIN NGV POWERTRAIN<br />
Modello CNG/LNG ETANOLO-METANOLO<br />
CARTA D’IDENTITÀ<br />
A x C mm - C/A 117 x 135 - 1,15 117 x 135 - 1,15<br />
N. cilindri - litri 6 - 8,70 6 - 8,70<br />
Potenza intermittente kW - rpm 230 - 2.100 230 - 2.100<br />
Pme bar 15,4 15,4<br />
Velocità lineare pistone m/s 9,5 9,5<br />
Coppia max Nm - rpm 1.695 - 1.200 1470 - 1.500<br />
Pme a coppia max bar 25 21,6<br />
Riserva di coppia % 63,6 53,9<br />
Coppia a potenza max Nm 1.049 1.049<br />
% Potenza a coppia max (kW) 92,7 (213) 100,50 (231)<br />
Arco di utilizzo giri 900 600<br />
NELLO SPECIFICO<br />
Potenza kW/litro 26,4 26,4<br />
Coppia Nm/litro 194,6 168,7<br />
Potenza areale kW/dm 2 35,66 35,66<br />
primis, in Unione Europea, a Germania e Polonia».<br />
Perché questa tecnologia non si è ancora affermata<br />
come “game changer”?<br />
D’Epiro: «C’è purtroppo un approccio ideologico<br />
su molti fronti. Tante aziende hanno adottato un approccio,<br />
dettato più dall’ideologia che dai risultati<br />
pratici, che potremmo definire “combustione zero”,<br />
piuttosto che un più pratico “net zero”, riferito alle<br />
emissioni di gas serra ovviamente. Noi di Ngv scommettiamo<br />
su quella parte dell’economia che vive del<br />
proprio lavoro, senza sovvenzioni pubbliche, e vuole<br />
essere green per scelta e non per obbligo. La versione<br />
stradale del motore a metano/biometano è già<br />
omologata, quella off-road è in corso di omologazione,<br />
quella marina è in piena sperimentazione, l’etanolo<br />
in fase avanzata di sviluppo. La versione a metanolo<br />
arriverà in coda a quella a etanolo, il syngas<br />
è invece ancora allo stadio di progettazione. Questo<br />
combustibile ha un elevato contenuto di inerti, fino<br />
alla metà di sola anidride carbonica. Il controllo del<br />
motore è complesso perché ogni sorgente di syngas<br />
ha una sua formulazione di uscita, una composizione<br />
variabile a seconda di processo e origine. Il motore<br />
agnostico è particolarizzato in base al combustibile<br />
disponibile per il cliente. Per esempio, in questo<br />
momento non esiste un serbatoio camionistico per<br />
l’alcol, che necessita di volumi duplicati rispetto al<br />
gasolio. Le diverse combinazioni di serbatoi disponibili<br />
per un camion, fino a 1.500 litri di gasolio,<br />
sono in lamiera, mentre quello dell’alcol dovrebbe<br />
essere di plastica e nessuno si è finora cimentato in<br />
uno stampo per questa applicazione».<br />
D’Ippolito: «Non è comunque un’impresa più ardua<br />
del creare un’infrastruttura elettrica sufficiente all’elettrificazione<br />
mainstream».<br />
D’Epiro: «La sfida di Ngv è prevalentemente di componentistica<br />
veicolare, più che di infrastruttura, che<br />
ha un ordine di grandezza infinitamente superiore».<br />
D’Ippolito: «Non solo camion, le applicazioni più<br />
promettenti per i combustibili alternativi, nel breve,<br />
sono quelle con un percorso prevedibile, assegnato,<br />
come gli autobus, le imbarcazioni commerciali o gli<br />
stazionari; il motivo di ciò è, essenzialmente, aggirare<br />
i problemi legati all’infrastruttura e alla logistica del<br />
vettore energetico “non convenzionale”. Per quanto<br />
riguarda il motore Ngv-FP087, la nostra azienda sta<br />
lavorando su una varietà di progetti e di carburanti<br />
alternativi. Per esempio, su un progetto legato alla<br />
raccolta rifiuti con veicoli speciali, che, attraverso<br />
l’utilizzo del biometano, si inserisce all’interno di un<br />
perfetto esempio di economia circolare; nel <strong>2023</strong> è<br />
previsto il lancio anche della versione non-road con<br />
omologazione Stage V. Oppure sull’impiego di combustibili<br />
rinnovabili come il bioetanolo o il biometanolo,<br />
per la generazione di potenza stazionaria. O, ancora,<br />
per il primo progetto in Europa di navigazione fluviale<br />
a biometano, attraverso un powertrain ibrido, per la<br />
consegna delle merci all’interno dei grandi centri urbani,<br />
decongestionando il traffico cittadino da dozzine<br />
di mezzi pesanti, rumorosi e inquinanti».<br />
Prima delle battute finali, un’incursione che ci lascia<br />
con il fiato sospeso. È da parte di Adela Tocaru,<br />
Responsabile Marketing & Esg di Ngv <strong>Powertrain</strong>:<br />
«Posso annunciare una sorpresa a idrogeno, che<br />
sarà lanciata alla fiera Hyvolution di Parigi, che si<br />
svolgerà l’1 e il 2 febbraio».<br />
Il collettore di<br />
aspirazione della<br />
versione alimentata<br />
a etanolo.<br />
22<br />
23
AGCO POWER. Core75<br />
SULLE RENNE DI<br />
BABBO NATALE<br />
Linnavuori, sede produttiva di Agco Power, e Rovaniemi,<br />
si trovano ai poli opposti della Finlandia. Se non c’è<br />
lo zampino di Babbo Natale, però, sicuramente la<br />
puntigliosità finnica ha consentito la genesi del pioniere<br />
della nuova piattaforma motoristica: il Core75, 7,5 litri da<br />
223 kW e 1.450 Nm, equipaggia il Fendt 728 Vario<br />
Terra<br />
24<br />
Adomanda esplicita, Juha Tervala, Ceo di Agco<br />
Power, nel 2021 ci rispose così: «Sappiamo che<br />
nelle applicazioni pesanti di alta potenza il motore<br />
diesel sarà la principale fonte di energia ancora a<br />
lungo, ragione per la quale vediamo ancora spazio per<br />
un motore diesel di moderna concezione. La famiglia<br />
comprenderà versioni a 4 e 6 cilindri e fin dall’inizio<br />
del progetto sono stati considerati i combustibili alternativi».<br />
Orizzonte temporale il 2022, sempre a dir loro.<br />
E così è stato. Al Bauma abbiamo potuto toccare con<br />
mano l’apripista della rinnovata famiglia di Agco Power,<br />
il Core75. Lo abbiamo pure “ascoltato” all’Eima,<br />
sfilare nella passerella dei vincitori del Tractor of the<br />
Year <strong>2023</strong> (vedi box). Al Bauma abbiamo incontrato<br />
Tommi Puomisto, Marketing Manager di Agco Power.<br />
Ci ha parlato non più di un progetto, ma di una realtà.<br />
«Questo motore è completamente nuovo!» esordisce,<br />
con malcelato orgoglio. «Tra i componenti principali,<br />
nessuno è uguale a quello dei modelli precedenti.<br />
La differenza più grande è nel motore stesso. Questa<br />
piattaforma è stata progettata in modo da agevolare<br />
ulteriori sviluppi dei carburanti alternativi e per essere<br />
pronta alle future esigenze specifiche dell’agricoltura<br />
e del settore off-road in generale. Il motore attuale è<br />
un’unità ad alte prestazioni compatibile con l’Hvo per<br />
impiegi mobili industriali. Con questo combustibile e<br />
l’elevata efficienza dei consumi possiamo ridurre radicalmente<br />
l’utilizzo dei combustibili fossili senza alcun<br />
compromesso per gli utenti o i progettisti. Abbiamo<br />
bisogno di questo passo nel viaggio tecnologico che<br />
stiamo percorrendo verso la neutralità del carbonio.<br />
È un dato di fatto che la tecnologia non sia pronta sul<br />
mercato al 100% per la neutralità del carbonio, ma<br />
dobbiamo compiere tutti i passi tecnologici per avvicinarci<br />
ad essa. Il consumo specifico è di 188 g/kwh (siamo<br />
ben lieti di confrontarlo con quello di qualsiasi altro<br />
concorrente con le sue schede tecniche pubbliche. I valori<br />
di consumo specifico sono spesso superiori a 200<br />
g/kwh). I clienti si sono rivelati soddisfatti anche della<br />
capacità di ridurre le emissioni grazie al miglioramento<br />
dei consumi. Ciò consentirà loro di risparmiare denaro,<br />
riducendo gli elevati costi del carburante». Entriamo<br />
finalmente nel “cuore” del nostro. Puomisto sottolinea<br />
che «il Core75, con una potenza di 223 chilowatt e una<br />
coppia di 1.450 Newtonmetro, equipaggia attualmente<br />
il Fendt 728 Vario, vincitore di numerosi premi (Tractor<br />
of the Year <strong>2023</strong> e Farm Machine <strong>2023</strong>). Per ora è presente<br />
esclusivamente su questo trattore, ma in futuro lo<br />
commercializzeremo anche per altre applicazioni. L’aspetto<br />
interessante di questa tecnologia è che possiamo<br />
utilizzare Hvo al 100%, riducendo quindi le emissioni<br />
di gas serra. Ma soprattutto, in futuro, a seconda delle<br />
tendenze del mercato e della legislazione, avremo<br />
più opzioni, che si tratti di idrogeno, biogas, etanolo,<br />
metanolo. Saremo quindi in grado di seguire i nuovi<br />
sviluppi, basandoci sulla base di questa piattaforma<br />
e modificandone solo alcune parti. L’idea è quella di<br />
poter soddisfare più rapidamente le esigenze dei clienti.<br />
In generale, sul mercato molti produttori di motori non<br />
producono piattaforme completamente nuove da tempo.<br />
Abbiamo diverse versioni per le applicazioni agricole<br />
e per le costruzioni. Ad esempio, questa ha un volano<br />
realizzato secondo specifiche precise. Alla fine del 2022<br />
è stato lanciato per la prima volta con Fendt e presto<br />
sarà aperto al mercato globale in generale, per gli Oem<br />
di applicazioni off-road. Questo motore è solo il primo<br />
della famiglia Core, in quanto non abbiamo ancora rilasciato<br />
le versioni o i modelli successivi. Nei prossimi<br />
anni ne parleremo ancora, non solo ci sarà il motore<br />
da 7,5 litri come questo, ma avremo diverse dimensioni<br />
per soddisfare le diverse esigenze».<br />
Perché l’ingegneria Agco Power ha scelto questa<br />
cilindrata?<br />
Giunta alla settima generazione, la serie<br />
700 Vario di Fendt si conferma un must<br />
nelle medie-alte potenze. Tra le new<br />
entry principali del Vario 728, Tractor<br />
of the Year <strong>2023</strong>, il nuovo motore<br />
Agco Power da 7,5 litri e 283 cavalli<br />
(208 chilowatt) e il Fendt Dynamic<br />
Performance che consente di<br />
avere fino a 20 cavalli extra<br />
in ogni condizione. A valle la<br />
trasmissione VarioDrive con<br />
pompa idraulica che alimenta<br />
due motori idraulici, uno<br />
per l’assale anteriore e uno<br />
dedicato all’assale posteriore<br />
trasferendo automaticamente<br />
la coppia motrice in base alle<br />
esigenze. La cabina, per la<br />
prima volta disponibile con<br />
sistema di filtraggio aria cat. 4,<br />
è dotata dell’interfaccia Fendt<br />
One che consente di sfruttare<br />
fino a tre monitor per gestire<br />
tutte le funzioni smart e digital<br />
AGCO POWER CORE75<br />
Marca<br />
Modello<br />
«È una scelta derivata da diverse esigenze. L’alesaggio<br />
è più grande a causa della rimozione delle canne<br />
dei cilindri, ma il motore è più compatto. In generale,<br />
abbiamo mirato a ridurre le dimensioni mantenendo<br />
pressioni elevate e ottenendo una coppia e, in genera-<br />
AGCO POWER<br />
CORE75<br />
CARTA D’IDENTITÀ<br />
A x C mm - C/A 110 x 132 - 1,20<br />
N. cilindri - litri 6 - 7,52<br />
Potenza intermittente kW - rpm 223 - 1.700<br />
Pme bar 21,3<br />
Velocità lineare pistone m/s 7,5<br />
Coppia max Nm - rpm 1.450 - 1.200<br />
Pme a coppia max bar 24,7<br />
Riserva di coppia % 55,1<br />
Coppia a potenza max Nm 1.254<br />
% Potenza a coppia max (kW) 81,8 (182)<br />
Arco di utilizzo giri 500<br />
NELLO SPECIFICO<br />
Potenza kW/litro 29,6<br />
Coppia Nm/litro 192,6<br />
Potenza areale kW/dm 2 39,12<br />
METRO E BILANCIA<br />
Peso kg<br />
NP<br />
L x W x H mm<br />
1.080x710x1.240<br />
Ingombro m 3 0,95<br />
Densità relativa litri/m 3 7,92<br />
le, prestazioni superiori<br />
e maggiore affidabilità.<br />
E lo abbiamo fatto. Stiamo<br />
lavorando con Bosch<br />
per l’iniezione; Proventia<br />
è uno dei partner con i<br />
sistemi di post-trattamento.<br />
Abbiamo confermato<br />
l’intero Ats, necessario<br />
per essere conforme allo<br />
Stage V. Come nota speciale,<br />
questo è un motore<br />
senza Egr. Con un design<br />
senza ricircolo dei<br />
gas e Hla (Hydraulic<br />
lash adjuster), è di facile<br />
manutenzione. Inoltre,<br />
un posizionamento<br />
intelligente dei filtri e<br />
un’accessibilità del servizio<br />
ben ponderata rappresentano<br />
un grande vantaggio per gli utenti e fanno<br />
risparmiare tempo e denaro ai clienti».<br />
Cosa ci racconta dello stabilimento rinnovato?<br />
«Negli ultimi dieci anni, Agco ha investito oltre 100<br />
milioni di euro nello stabilimento di Linnavuori. C’è<br />
un impianto di assemblaggio a linea singola completamente<br />
nuovo per il Core75 e la nostra ricerca e<br />
sviluppo ha effettuato grandi investimenti per studiare<br />
e sviluppare tecnologie future. Lo stabilimento di Linnavuori<br />
è quanto di più sofisticato e moderno si possa<br />
trovare ed è pronto a diversificare la produzione in<br />
base alle richieste del mercato».<br />
Fendt 728 Vario Tractor of the Year <strong>2023</strong><br />
del trattore. Le caratteristiche principali<br />
del vincitore del Tractor of the Year<br />
<strong>2023</strong> includono il motore Agco Power<br />
a 6 cilindri da 7,5 litri, protagonista<br />
di questo servizio, che consente una<br />
potenza extra fino a 20 cavalli in tutte<br />
le condizioni; una nuova trasmissione,<br />
Juha Tervala,<br />
AD di Agco Power<br />
(intervista a DIESEL<br />
luglio-agosto 2021):<br />
«Non abbiamo per<br />
nulla rinunciato<br />
alla nostra identità<br />
finlandese, anche<br />
se facciamo parte<br />
di un grande<br />
gruppo americano.<br />
Non usiamo più<br />
il marchio ‘Sisu’,<br />
ma tutte le qualità<br />
contenute in<br />
questa parola<br />
molto finlandese<br />
fanno ancora<br />
parte di tutti noi:<br />
perseveranza,<br />
onestà, apertura,<br />
duro lavoro,<br />
diligenza».<br />
un nuovo sistema idraulico e di<br />
raffreddamento e una filtrazione sicura<br />
della cabina (cat. 4). Tra le nuove<br />
caratteristiche possiamo trovare: i<br />
motori idraulici separati che azionano<br />
gli assali anteriore e posteriore; la<br />
trazione integrale costante regolata<br />
automaticamente per una<br />
migliore trazione, il pull-in turn<br />
per ridurre il raggio di sterzata<br />
fino al 10%; il concetto a<br />
bassa velocità Fendt iD,<br />
il VarioDrive intelligente,<br />
il sistema integrato di<br />
controllo della pressione dei<br />
pneumatici,<br />
una manovrabilità superiore, il<br />
rapporto peso/ potenza molto<br />
ridotto, il caricatore frontale di<br />
nuova generazione, il nuovo<br />
sedile di guida premium<br />
e l’universo digitale “on &<br />
offboard” chiamato Fendt<br />
One.<br />
25
VOLVO PENTA. Intervista a Ilenia Procicchiani<br />
PRESA DI<br />
COSCIENZA<br />
La sezione industriale del listino di Volvo Penta è<br />
diventata grande, e ne è perfettamente consapevole.<br />
La maturità della proposta nel poliedrico scenario<br />
delle applicazioni industriali è testimoniata dalla<br />
volontà di stabilizzarsi, dopo un lungo periodo di<br />
crescita in doppia cifra. All’Eima abbiamo incontrato<br />
Ilenia Procicchiani, Industrial Sales Manager<br />
Ilenia Procicchiani<br />
ha la responsabilità<br />
dei motori<br />
industriali di Volvo<br />
Penta per Italia,<br />
Francia e Spagna.<br />
Terra<br />
Volvo Penta si è affrancata dal monopolio della<br />
nautica nelle proprie economie di scala. Per<br />
capirci, se da un lato l’effetto Ips ha contribuito<br />
a far lievitare ulteriormente la posizione egemonica<br />
tra gli yacht e a sconfinare nel segmento<br />
mega-yacht (compatibilmente alle potenze in campo<br />
e in configurazione multipla, s’intende), nell’industriale<br />
l’ascesa ha definitivamente consacrato i<br />
“verdoni” tra le applicazioni mobili più disparate.<br />
Senza citare le unità per la generazione, dove da<br />
sempre Volvo si è ritagliata un posto al sole.<br />
Che fare, dunque, in questa fase di evoluzione tecnologica,<br />
seppure tra le mille incertezze contestuali?<br />
La vocazione di Göteborg per l’elettrificazione<br />
è certificata dall’implementazione nelle macchine<br />
domestiche, a cascata dai bus urbani (Volvo Bus è<br />
stata la prima azienda a radiare gli endotermici dal<br />
listino dei Classe I), ai camion da distribuzione,<br />
quindi i pesanti e gli escavatori. Nell’industriale,<br />
però, la “teslificazione” (perdonateci il neologismo)<br />
procede a singhiozzo (se non a meri slogan<br />
pubblicitari). Anche qui, però, “no problem”. La<br />
segmentazione del listino, fino a 16 litri, è equilibrata<br />
e funzionale. Rimane il problema del “che<br />
fare”, contestualizzato in una fase espansiva che<br />
non può giocoforza essere infinita. Di questo è<br />
perfettamente consapevole Ilenia Procicchiani,<br />
un percorso cominciato in Volvo Penta nel 2010,<br />
all’interno del reparto ricambi, che nel 2019 si è<br />
trasferita alle vendite dell’industriale (quindi sia<br />
per la generazione di potenza che per l’off-road)<br />
di Italia e Spagna, raccogliendo l’eredità di Renato<br />
Deda. La sua ascensione nelle gerarchie di Volvo<br />
non si è fermata qui, e ce lo racconta lei stessa.<br />
«A livello di fatturato totale, registriamo un sostanziale<br />
equilibrio tra le aree di business relative<br />
al gruppo elettrogeno ed all’off-road. Dal 2021,<br />
a seguito di una riorganizzazione decisa da Volvo<br />
Penta secondo linea di business – Marina ed<br />
Industriale – è stato individuato l’hub del Sud<br />
Europa. Ho così assunto anche la responsabilità<br />
del mercato francese: un’area che può esprimere<br />
sinergie significative. È molto importante per<br />
quanto riguarda i gruppi elettrogeni e ci permette<br />
di avere una visione a 360 gradi del settore perché<br />
coinvolgiamo diversi tra i principali costruttori.<br />
Ci ritroviamo quindi nelle condizioni di gestire al<br />
meglio le esigenze dei clienti. Per quanto riguarda<br />
il settore del gruppo elettrogeno, la forza di<br />
Volvo Penta è di essere un fornitore indipendente.<br />
Non produciamo gruppi elettrogeni e cerchiamo di<br />
istaurare un rapporto di partnership con i nostri<br />
clienti. Per quanto riguarda l’Italia, siamo anche<br />
un mercato di pregio nell’off-road, con la peculiarità<br />
di essere costituita da diversi costruttori<br />
medio-piccoli».<br />
E quali sono le taglie motoristiche in cui andate<br />
più forte?<br />
«In Italia ci confermiamo un fornitore importante<br />
per i 5 e gli 8 litri, per impieghi medium-duty.<br />
Ultimamente si sta alzando la domanda di motori<br />
heavy-duty, quindi 11, 13 e 16 litri. Nella generazione<br />
c’è un mix assoluto, con una fortissima<br />
richiesta per il Tcd16803 Stage V, perché la domanda<br />
si sta orientando su potenze più elevate.<br />
Questo motore ha la doppia targhetta, per il mercato<br />
europeo e per quello nordamericano, cosa<br />
assai favorevole agli operatori del rental. La fame<br />
di energia è dovuta alla crisi contingente, la continuità<br />
di energia la garantisci del resto proprio<br />
con il gruppo elettrogeno. Alcuni Oem utilizzano<br />
il prime power per erogare energia anche in linea<br />
di produzione. C’è chi è passato da 20 a 60mila<br />
euro mensili di bolletta».<br />
Quali sono le aspettative di Volvo Penta, anche<br />
in considerazione dei mercati di cui lei si<br />
occupa?<br />
«L’Italia è un paese molto importante per l’entourage<br />
delle attrezzature e la filiera meccatronica.<br />
La Francia è invece cruciale per l’assorbimento di<br />
macchine agricole. La prima sfida che ci attende<br />
è consolidare il mercato, siamo cresciuti molto e<br />
il panorama concorrenziale è sempre più agguerrito.<br />
La seconda sfida è introdurre lo Stage V nel<br />
gruppo elettrogeno; col Covid si è rallentato il<br />
passaggio di consegne. La terza sfida, quella più<br />
impegnativa, riguarda la transizione tecnologica.<br />
Il mercato non è completamente maturo, dobbiamo<br />
cooperare con gli Oem sia per i gruppi che per la<br />
electric driveline sulle macchine mobili. C’è poi<br />
il caso del nostro motore dual-fuel. Volvo lavora<br />
ad ampio raggio, con l’ibrido e l’elettrico, con gli<br />
“alternative fuel” e le celle a combustibile. A proposito,<br />
voglio ricordare l’accordo con Daimler per<br />
Cellcentric. La domanda rimane altissima e con la<br />
produzione sotto stress la priorità percepita non<br />
è la transizione, che va però assolutamente fatta.<br />
In alcuni settori la 4.0 sta incentivando l’acquisto<br />
di macchinari e segnerà probabilmente una stasi<br />
dal 2024, anche se nel mondo dell’energia non<br />
prevediamo un rallentamento.<br />
Ci sono picchi di richiesta in tutti i settori, construction,<br />
agricolo e generazione; la domanda<br />
omogenea implica necessariamente difficoltà a<br />
soddisfare la domanda, anche se non per tutti i<br />
modelli».<br />
Infine un’incursione sulla decarbonizzazione vista<br />
da Götebörg. «La batteria a cubo in mostra si colloca<br />
all’interno del subsistema, parte della batteria<br />
deriva dall’alleanza con Samsung. Il dual-fuel<br />
è il primo motore Volvo di questo genere, il D8<br />
per applicazioni “versatile”, a diesel e a idrogeno.<br />
Funziona sia con l’uno che con l’altro combustibile<br />
e deriva dalla partnership con Cmb-Tech,<br />
che fornisce il kit idrogeno. L’accensione avviene<br />
col diesel poi si utilizza il gasolio o l’idrogeno,<br />
in base al ciclo di lavoro. L’obiettivo è il “clean<br />
hydrogen” ma Volvo esige che l’intera catena di<br />
produzione sia sostenibile e oggi l’idrogeno verde<br />
non è facilmente reperibile. In esposizione trovate<br />
anche il D16, il top di gamma, “dual-label” (Tier<br />
4 F e Stage V), che garantisce un basso Tco, con<br />
intervalli manutenzione a 1.000 ore. Mi conceda<br />
un’ultima battuta sulla connettività. Tutti i nuovi<br />
sistemi sono connessi con il Gps e permettono un<br />
“uptime”, perché se interviene il “default code”,<br />
il sistema invia una mail al dealer o ad altri soggetti,<br />
quali il contoterzista, il padroncino o altri,<br />
in base al setup di ogni codice».<br />
Raul Lovati,<br />
responsabile<br />
Aftermarker Marino,<br />
ha dichiarato:<br />
«Il trend nella<br />
vendita di parti è<br />
in rapida crescita:<br />
nel 2021 abbiamo<br />
registrato un<br />
+23%, nel 2022<br />
un +39%. Si tratta<br />
di un incremento<br />
impressionante<br />
rispetto a un<br />
paio di anni fa,<br />
un risultato molto<br />
concreto ottenuto<br />
nonostante le<br />
difficoltà che<br />
conosciamo e<br />
dovuto, secondo<br />
me, alla grande<br />
capacità di Volvo<br />
Penta di adattarsi<br />
a situazioni molto<br />
dinamiche. Vi<br />
posso anticipare<br />
che nel prossimo<br />
futuro avremo<br />
molte novità<br />
entusiasmanti<br />
da comunicare».<br />
26<br />
27
CONFRONTO. 10-11 litri industriali<br />
11 litri industriali<br />
CALA L’ASSO<br />
DI BRISCOLA<br />
Come noto a chiunque abbia un minimo di<br />
confidenza con i giochi di carte, l’asso di briscola<br />
vale undici punti, come i litri del nuovissimo DW5.<br />
Scania ha varato la piattaforma Super e dopo appena<br />
un anno l’ha adattata anche alle esigenze delle<br />
applicazioni mobili industriali. Tra i motori da 10 e 11<br />
litri, l’arancione si guadagna l’Indice Diesel<br />
TERRA<br />
28<br />
Il Super lo conosciamo, è il 13 litri che compete con<br />
Weichai per il primato di efficienza su strada. Un dualismo<br />
che non si ripropone negli scenari industriali,<br />
dal momento che Scania ha sfornato l’unico monoblocco<br />
in grado di sfondare il muro del suono del 50% di<br />
efficienza. «Grazie al nuovo sistema per il trattamento<br />
dei gas di scarico, alla riduzione dell’attrito interno<br />
e all’aumento dell’efficienza del turbocompressore, la<br />
nuova generazione di motori Scania stabilisce un nuovo<br />
standard di efficienza nelle applicazioni industriali e<br />
di alimentazione. La nostra leadership ora si espande<br />
anche alle power solutions», ha commentato a proposito<br />
Joel Granath, Senior Vice President e Head of<br />
Power Solutions di Scania. Quello che forse non tutti<br />
ricordano è che Scania ha spezzato l’incantesimo della<br />
trilogia: tra il 9 e il 13 litri, senza scomodare Sua<br />
Maestà il V8, ha piazzato un 11 litri. Dopo la stagione<br />
dell’esacilindrico da 11,7 litri, successore maggiorato di<br />
un avo dell’11 litri (vedi box) è venuto il momento di<br />
allargare la famiglia svedese. La base di partenza è il<br />
DW6, del quale rimane integro l’alesaggio, 130 millimetri,<br />
con una robusta aggiunta di slancio verticale. La<br />
corsa sale infatti da 140 a 160 millimetri. Il risultato è<br />
un 10,6 litri, distribuiti su 5 cilindri, come il 9. Anche il<br />
nostro, infatti, è un dispari, come il fratello minore, ed<br />
è espressione di una piattaforma modulare che condivide<br />
con il Super da 13 litri. All’atto della presentazione<br />
il Grifone prometteva l’8% di risparmio rispetto alla<br />
precedente versione del 13 litri. Durante l’usuale conferenza<br />
stampa di fine anno, però, Scania ha corretto il<br />
tiro, verso l’alto, il 10%.<br />
Per gli Anni 20. E non solo<br />
«I carburanti rinnovabili e i veicoli elettrificati aumenteranno<br />
drasticamente la loro quota nei prossimi anni,<br />
ma tutti noi dipendiamo ancora dai motori a combustione<br />
per la nostra vita quotidiana. Ecco perché il nuovo<br />
motore è così importante, in quanto contribuirà a<br />
una sostanziale decarbonizzazione per il resto di questo<br />
decennio». Questa è stata la premessa e la promessa di<br />
Alexander Vlaskamp, Executive Vice President and<br />
Head of Sales and Marketing. Come prassi, abbiamo<br />
DA 5 A 7 CILINDRI<br />
Marca AGCO POWER LIEBHERR MAN MTU SCANIA VOLVO PENTA<br />
Modello 98 CTA SCR D936 A7 D20 6R1100 DW5 TAD1183V3<br />
CARTA D’IDENTITÀ<br />
A x C mm - C/A 111 x 145 - 1,31 122 x 150 - 1,23 120 x 155 - 1,29 125 x 145 - 1,16 130 x 160 - 1,23 123 x 152 - 1,24<br />
N. cilindri - litri 7 - 9,82 6 - 10,52 6 - 10,51 6 - 10,67 5 - 10,61 6 - 10,83<br />
Potenza intermittente kW - rpm 365 - 2.100 320 - 1.900 324 - 1.800 320 - 1.900 368 - 1.900 315 - 1.700<br />
Pme bar 21,7 19,6 20,9 19,3 22,3 20,9<br />
Velocità lineare pistone m/s 10,2 9,5 9,3 9,2 10,1 8,6<br />
Coppia max Nm - rpm 1.901 - 1.500 1.970 - 1.000 2.097 - 1.000 2.100 - 1.000 2.523 - 1.200 1.938 - 1.400<br />
Pme a coppia max bar 24,8 24 25,6 25,2 30,5 22,9<br />
Riserva di coppia % 42,1 51,6 54,7 55,6 58,6 51,6<br />
Coppia a potenza max Nm 1.656 1.607 1.715 1.607 1.842 1.764<br />
% Potenza a coppia max (kW) 81,9 (299) 64,50 (206) 67,80 (220) 68,80 (220) 86,20 (317) 90,30 (284)<br />
NELLO SPECIFICO<br />
Potenza kW/litro 37,1 30,4 30,8 29,9 34,6 29<br />
Coppia Nm/litro 193,5 187,2 199,3 196,6 237,5 178,8<br />
Potenza areale kW/dm 2 53,91 45,65 47,72 43,48 55,42 44,18<br />
METRO E BILANCIA<br />
Peso kg 850 1.150 975 990 970 1.127<br />
L x W x H mm 1.200 x 850 x 1.100 1.592 x 918 x 1.151 1.630 x 893 x 1.046 1.325 x 955 x 1.230 1.235 x 1.171 x 931 1.398 x 921 x 1.153<br />
Ingombro m 3 1,12 1,68 1,52 1,56 1,35 1,48<br />
Massa/potenza kg/kW 2,3 3,6 3 3,1 2,6 3,6<br />
Densità globale kg/litri 86,5 109,3 92,7 92,7 91,3 104<br />
Densità di potenza kW/m 3 325,9 190,5 213,2 205,1 272,6 212,8<br />
Densità assoluta t/m 3 0,76 0,68 0,64 0,63 0,72 0,76<br />
Densità relativa litri/m 3 8,77 6,26 6,92 6,84 7,87 7,32<br />
INDICI<br />
ELASTICITÀ 9,2 12 11,1 12,1 10,9 6,1<br />
PRESTAZIONI 7,3 6,9 7,2 7 8,2 6,6<br />
SOLLECITAZIONE 11,7 11,2 11,6 11,5 13,5 10,5<br />
LEGGEREZZA 11,2 14,1 11,5 11,9 12 13,6<br />
COMPATTEZZA 11 7,2 8,3 8 11,5 7,8<br />
DIESEL INDUSTRIALI 7,9 7,4 7,7 7,7 8,1 6,6<br />
Scania: la base di<br />
partenza è il DW6,<br />
del quale rimane<br />
integro l’alesaggio,<br />
con una robusta<br />
aggiunta di slancio<br />
verticale. La corsa<br />
sale da 140 a 160<br />
millimetri e il<br />
risultato è un 10,6<br />
litri, distribuiti su<br />
5 cilindri.<br />
29
inserito nella griglia di confronto la taratura più performante,<br />
368 kW. La scala delle potenze disponibili<br />
comincia a 202 kW. La sezione vitale della famiglia<br />
Super conferma gli ingredienti del successo recente di<br />
Scania, si intende cioè dallo Stage IIIB e dall’Euro 4<br />
in avanti. Il sistema di gestione motore è il collaudato<br />
Ems, che sovrintende l’erogazione degli ugelli dell’Xpi,<br />
e dialoga con il turbo a geometria variabile. La distribuzione<br />
è affidata al doppio albero a camme in testa.<br />
L’attenzione alla gestione dei flussi è una delle chiavi di<br />
lettura dell’implementazione dell’efficienza, comprendendo<br />
anche la messa a punto del raffreddamento, insieme<br />
ai benefici di blocco motore e testa cilindri e alla<br />
trasmissione ad ingranaggi. Il filtro carburante è mon-<br />
kW!<br />
370!<br />
340!<br />
310!<br />
280!<br />
250!<br />
220!<br />
190!<br />
160!<br />
130!<br />
AGCO POWER<br />
100!<br />
rpm!<br />
49!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
kW!<br />
370!<br />
340!<br />
310!<br />
280!<br />
250!<br />
220!<br />
190!<br />
160!<br />
130!<br />
ROLLS ROYCE<br />
AGCO POWER<br />
2.749!<br />
Nm!<br />
2.449!<br />
2.149!<br />
1.849!<br />
1.549!<br />
1.249!<br />
949!<br />
649!<br />
349!<br />
3.120!<br />
Nm!<br />
2.820!<br />
2.520!<br />
2.220!<br />
1.920!<br />
1.620!<br />
1.320!<br />
1.020!<br />
720!<br />
100!<br />
rpm!<br />
420!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
kW!<br />
370!<br />
340!<br />
310!<br />
280!<br />
250!<br />
220!<br />
190!<br />
160!<br />
130!<br />
100!<br />
rpm!<br />
456!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
kW!<br />
370!<br />
340!<br />
310!<br />
280!<br />
250!<br />
220!<br />
190!<br />
160!<br />
130!<br />
LIEBHERR<br />
LIEBHERR<br />
SCANIA<br />
3.156!<br />
Nm!<br />
2.856!<br />
2.556!<br />
2.256!<br />
1.956!<br />
1.656!<br />
1.356!<br />
1.056!<br />
756!<br />
100!<br />
rpm!<br />
303!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
tato sul motore, il prefiltro supplementare è dotato di<br />
separatore d’acqua. Il radiatore dell’olio è integrato nel<br />
blocco cilindri. La frenata ausiliaria integrata è garantita<br />
dal freno a rilascio di compressione (Crb), integrato nel<br />
motore, che pesa 7 chili.<br />
Sotto a chi tocca<br />
Entriamo in presa diretta con gli altri protagonisti<br />
dell’agone. Abbiamo selezionato solamente le cilindrate<br />
più affini, quindi nel ristretto fazzoletto di un litro<br />
circa compreso tra 9,8 e 10,8 litri. In passato avevamo<br />
allargato la forbice ai 9 litri, includendo così due<br />
giganti della doppia fase, intesa come competenza sia<br />
nello stradale che nell’industriale, come Cummins e Fpt<br />
3.003!<br />
Nm!<br />
2.703!<br />
2.403!<br />
2.103!<br />
1.803!<br />
1.503!<br />
1.203!<br />
903!<br />
603!<br />
kW!<br />
370!<br />
340!<br />
310!<br />
280!<br />
250!<br />
220!<br />
190!<br />
160!<br />
130!<br />
MAN<br />
100!<br />
rpm!<br />
421!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
kW!<br />
370!<br />
340!<br />
310!<br />
280!<br />
250!<br />
220!<br />
190!<br />
160!<br />
130!<br />
VOLVO PENTA<br />
MAN ENGINES<br />
3.121!<br />
Nm!<br />
2.821!<br />
2.521!<br />
2.221!<br />
1.921!<br />
1.621!<br />
1.321!<br />
1.021!<br />
721!<br />
948!<br />
648!<br />
348!<br />
100!<br />
rpm!<br />
48!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
2.748!<br />
Nm!<br />
2.448!<br />
2.148!<br />
1.848!<br />
1.548!<br />
1.248!<br />
Industrial, oltre a Caterpillar e Perkins. Peraltro<br />
i “gemelli” anglo-americani si erano aggiudicati<br />
l’Indice Diesel del confronto di due anni<br />
or sono. A Torino l’11 litri c’è, il Cursor<br />
11, attualmente destinato però alle<br />
applicazioni veicolari della casa<br />
madre Iveco, l’S-Way. Cominciamo<br />
dalle buone notizie, anche<br />
se questo comporta dover partire<br />
dalla fine: l’Indice Diesel è<br />
appannaggio del DW5, al pari<br />
dell’Indice Prestazioni e dell’Indice<br />
Compattezza. Scania condivide<br />
con l’altra scandinava, Agco<br />
Power, la singolare attitudine al<br />
“dispari”. Si tratta di un’analogia a<br />
sua volta sui generis, dal momento<br />
che dispari per Scania significa<br />
5 cilindri, mentre Agco fraziona<br />
la cubatura su 7 cilindri. Il<br />
risultato è il faccia a faccia di<br />
una canna da 2,12 e una<br />
da 1,4 litri che, peraltro,<br />
in termini di sollecitazione<br />
si assomigliano<br />
molto, disegnando curve<br />
non così differenti e con<br />
la medesima velocità del<br />
pistone. Anche le rispettive<br />
pressioni medie effettive<br />
si issano sui gradini più alti del<br />
podio, a testimonianza di una precisa volontà ingegneristica.<br />
Uscendo da questo dualismo “ugrofinnico”, quali<br />
sono le carte vincenti di Scania in questo confronto?<br />
Sicuramente quelle che rispondono al tormentone di<br />
qualsiasi comparazione motoristica: coppia specifica e<br />
compattezza. Per esprimere questo concetto in numeri,<br />
basti pensare al distacco con il secondo classificato nella<br />
parziale classifica del rapporto tra momento torcente<br />
e cilindrata: quasi il 20%, in assonanza con il gap con il<br />
pari cilindrata (10,6 litri, anche se frazionati a 6 cilindri)<br />
di Rolls-Royce Power Systems, in questo caso nei valori<br />
assoluti di coppia (423 Nm di scarto). È invece Agco<br />
a catturare la luce dei riflettori per quanto riguarda la<br />
potenza specifica, in ragione dei 365 kW spalmati su<br />
7 cilindri e appena 9,8 litri. Con 37,1 kW/litro stacca<br />
gli altri concorrenti i quali, tutto sommato, sono abbastanza<br />
allineati, con l’eccezione di Volvo Penta, più<br />
opaca che in altre situazioni. Inutile sottolineare che si<br />
ragiona solamente di sovralimentati, e la Vgt soffia a<br />
gran voce, di controllo elettronico e common rail manco<br />
a scherzarci su. Quella che riportiamo in chiusura è<br />
un’impressione. In attesa della redazione del testo finale<br />
della normativa Euro 7, non sappiamo quanto e come i<br />
costruttori automotive si ingegneranno per adattarvisi e<br />
se travaseranno nei listini industriali. Di sicuro Scania<br />
ha accelerato sulla valorizzazione dell’endotermico, per<br />
quanto sarà concesso fare dai legislatori europei, e non<br />
solo. Ah, l’impressione... o intuizione, riguarda la possibile<br />
adesione in misura massiccia all’alimentazione a<br />
idrogeno dei motori compresi nella fascia tra 9 e 13 litri.<br />
SCANIA GIOCA ANCHE IN 11<br />
TERRA<br />
ROLLS-ROYCE<br />
SCANIA<br />
VOLVO<br />
Gli antenati di Scania: DSC11 - DSC 12<br />
Affonda le radici negli anni ’60 la<br />
genesi dell’11 litri di Scania (AxC 127<br />
x 145 mm). Nel 1983 prende il via un<br />
minuzioso restyling che si valorizza<br />
pienamente con la “release” del 1989:<br />
consumo specifico di 195 g/kWh,<br />
rendimento termodinamico pari al<br />
44,1%. La versione marinizzata monta<br />
una pompa Bosch P7100 e guadagna<br />
l’11% di potenza, 285 chilowatt a<br />
2.100 giri. La testa dei pistoni è<br />
anodizzata, presenta una galleria di<br />
scorrimento dell’olio, per il controllo<br />
della temperatura. Il primo segmento di<br />
compressione è di tipo “keystone”, gli<br />
altri sono in una lega più resistente e<br />
autolubrificante. Nel 1998 l’11 litri cede<br />
il passo al 12, in seguito a un generoso<br />
allungamento della corsa (DSC12: AxC<br />
127x154 mm), che non compromette<br />
la compattezza. Metro alla mano, le<br />
misure sostanzialmente non cambiano.<br />
Qui l’impronta camionistica è ancora più<br />
evidente. Le valvole sono 4, a corona<br />
su ogni cilindro, controllo elettronico<br />
dell’iniezione a firma Dec 2, filtrazione<br />
dell’olio a due stadi, teste singole, canne<br />
bagnate tipo “midstop”, per minimizzare<br />
corrosione e cavitazione, albero a<br />
camme posizionato in alto con punterie<br />
a rullo, che consente una distribuzione<br />
precisa, cinghia Poly-V, che si presta al<br />
trascinamento di ausiliari, e scambiatore<br />
olio piatto integrato nel monoblocco.<br />
L’iniezione è affidata a pompe Bosch,<br />
3000 e 8000 a seconda dei modelli.<br />
Già all’epoca il regolatore, che controlla<br />
l’iniezione in funzione del carico e della<br />
potenza richiesta, era predisposto per<br />
l’integrazione di altri sistemi di controllo,<br />
via Can. Ultima botta di vita nel 2001,<br />
con il passaggio all’iniezione Hpi,<br />
concepita a quattro mani con Cummins<br />
(operazione successivamente replicata<br />
con l’Xpi).<br />
30<br />
31
BOSCH REXROTH. Dal Bauma al <strong>2023</strong><br />
TRASFORMAZIONE<br />
IN CORSO<br />
D’OPERA<br />
È quella che condurrà Bosch Rexroth al ruolo di fornitore<br />
di servizi applicati alla elettrificazione. Nel frattempo non<br />
vuole cedere il timone della leadership in campo elettricoidraulico.<br />
Al momento rafforza l’offerta di remotizzazione<br />
e digitalizzazione, compresi servizi “over the air”<br />
compatibili anche con centraline di costruttori terzi<br />
Terra<br />
Per comprendere l’entità dell’impronta di Bosch<br />
Rexroth in un palcoscenico come il Bauma occorre<br />
abbracciare una prospettiva poliedrica.<br />
Perché il <strong>2023</strong> di Rexroth sarà caratterizzato dalla<br />
diversificazione: certamente ci sarà ancora la tecnologia<br />
idraulica, e ci saranno sempre più elettronica e<br />
digitalizzazione.<br />
Edg-Piloted<br />
Ragionando in termini di continuità vi presentiamo<br />
le valvole direzionali compatte “Edg-Piloted”: una<br />
soluzione elettroidraulica, “load-sensing”, flessibile<br />
e configurabile. La compattezza e la modularità<br />
consentono alla Edg di interfacciarsi con qualsiasi<br />
altra famiglia di valvole Rexroth e di sciorinare una<br />
significativa flessibilità applicativa. Nel ventaglio di<br />
applicazioni, il cosiddetto MH (carrelli elevatori e<br />
sollevatori telescopici), piattaforme di lavoro mobili,<br />
gru su autocarro, mietitrebbie agricole, veicoli per le<br />
municipalizzate e macchine compatte per l’edilizia.<br />
La valvola Edg-Piloted è capace di un controllo della<br />
portata dell’attacco di lavoro fino a 60 l/min e di<br />
una pressione dell’attacco di lavoro fino a 350 bar<br />
(5.076 psi). Inoltre, le valvole secondarie integrate<br />
garantiscono ulteriori funzionalità anti-shock e anticavitazione.<br />
È integrata anche la valvola di sicurezza<br />
LS sulle porte A e/o B. Gli alloggiamenti in ghisa,<br />
ottimizzati per il flusso, garantiscono di minimizzare<br />
la caduta di pressione. Il design della sezione di ingresso<br />
dedicata, Teg-13, con compensatore di standby<br />
a bassa pressione (a doppio stadio) è adatto sia per<br />
circuiti a centro aperto che a centro chiuso.<br />
A36VM<br />
Un must del repertorio di Bosch Rexroth è la produzione<br />
di motori variabili a pistoni assiali, come<br />
l’A36VM, ottimizzato per le trasmissioni. Un maggiore<br />
raggio di rotazione e una pressione massima di<br />
530 bar agevolano le macchine mobili in termini di<br />
efficienza e velocità di traslazione: quest’ultima è consentita<br />
fino a 40 km/h senza cambio supplementare.<br />
Il campo di rotazione per le dimensioni nominali di<br />
125 cm 3 è di 5-38°, mentre nella versione da 255 cm 3<br />
è possibile raggiungere i 5°-36°. L’A36VM si candida<br />
per le trasmissioni idrostatiche soprattutto in ragione<br />
del controllo elettronico per il campo di rotazione,<br />
espanso fino a 38°, e della pressione massima, portata<br />
a 530 bar. La velocità massima di traslazione è dunque<br />
raggiungibile senza stressare il motore e senza integrare<br />
un cambio di velocità. Lo spostamento delle valvole<br />
rende più efficiente l’A36VM, che ora presenta anche<br />
un minor numero di punti di tenuta. Il software Bodas<br />
eDA permette agli Oem di calibrare potenza e consumi<br />
in base al ciclo di lavoro. Inoltre, nel software<br />
della trasmissione sono contemplati la protezione dai<br />
picchi del regime di rotazione e dal surriscaldamento,<br />
nonchè il controllo della limitazione del carico. La<br />
pompa elettroidraulica eOC con sensore di angolo di<br />
rotazione e sensori di pressione è il componente centrale<br />
dell’architettura eOC (electronic Open Circuit).<br />
La sua funzione è il controllo dei valori nominali necessari<br />
per la coppia, la pressione o la portata, oltre<br />
all’impostazione degli stessi, tramite un’interfaccia<br />
Can bus. La pressione, la coppia, la portata e l’angolo<br />
di rotazione sono controllati indipendentemente l’uno<br />
dall’altro in un circuito chiuso elettronicamente.<br />
Il software eOC può essere installato su un controller<br />
Rexroth Bodas o su un controller di un produttore<br />
terzo. Adatta costantemente la potenza idraulica alla<br />
coppia disponibile, consentendo così funzioni di lavoro<br />
dinamiche e ottimizzando il consumo energetico<br />
dell’intero sistema idraulico, con benefici per il consumo<br />
di carburante o l’utilizzo della batteria.<br />
Tra le applicazioni che dal 2021 hanno integrato questo<br />
dispositivo, Rexroth cita un escavatore compatto<br />
che dispone di una modalità operativa di potenza per<br />
i lavori di scavo più impegnativi e la massima dinamica<br />
del gradiente di pressione, ad esempio durante<br />
lo svuotamento della pala. Allo stesso tempo, la macchina<br />
agevola un funzionamento fluido e senza scosse.<br />
Chiamatelo eOC<br />
Come soluzione scalabile, la famiglia eOC consente<br />
un’implementazione graduale: dalla pompa elettroidraulica<br />
eOC con sensore di angolo di rotazione e<br />
sensori di pressione alla copertura dell’intero sistema<br />
idraulico. A tal fine sono previsti un blocco di controllo<br />
principale eOC e un joystick elettrico. Citiamo,<br />
infine, l’autocalibrazione, in cui il componente viene<br />
calibrato all’interno della macchina stessa, e la traslazione,<br />
che nell’eOC funziona secondo il concetto di<br />
controllo secondario. Questo combina la funzionalità<br />
di un sistema di traslazione a circuito chiuso con il layout<br />
fisico di un sistema a circuito aperto che richiede<br />
una sola pompa per le funzioni di traslazione e lavoro.<br />
Tutte le utenze rotanti sono dunque collegate direttamente<br />
alla linea di pressione. Un sistema logico secondario,<br />
senza valvole direzionali aggiuntive, controlla la<br />
cilindrata e la coppia in uscita dei motori idraulici per<br />
ottenere la velocità di rotazione desiderata.<br />
Bodas Connect<br />
È l’ora di passare alla remotizzazione, svelando così<br />
l’anima digitale di Rexroth. Al Bauma il modulo<br />
Bodas Connect si è proposto agli Oem per gli aggiornamenti<br />
via etere delle unità di controllo. Il nuovo<br />
servizio Ota (Over the air) funziona con tutte le<br />
centraline Rexroth e in futuro anche con dispositivi<br />
“allogeni”, se implementati dai partner. I produttori<br />
che desiderano introdurre rapidamente funzioni innovative<br />
necessitano di servizi over-the-air sicuri per<br />
l’architettura dei veicoli elettrici ed elettronici. L’unità<br />
di connettività Rexroth (Rcu) funge da connessione<br />
sicura tra il cloud e il veicolo. La robusta unità telematica<br />
assicura innanzitutto un trasferimento completo<br />
dei file, dopodiché viene fornita l’autorizzazione<br />
corrispondente prima che il dispositivo di destinazione<br />
venga aggiornato nel veicolo tramite il CanBus<br />
mediante una connessione cablata.<br />
Bodas Connect consente un approccio asincrono e<br />
parallelo e soddisfa quindi altri due requisiti per gli<br />
aggiornamenti Ota su larga scala: gli operatori possono<br />
eseguire l’aggiornamento indipendentemente e<br />
gli aggiornamenti a tappeto possono essere attivati<br />
contemporaneamente da un’unica postazione.<br />
Con il nome di eLion abbiamo conosciuto il portafoglio<br />
scalabile di componenti ad alta tensione per<br />
l’elettrificazione delle funzioni di guida e di lavoro.<br />
La piattaforma modulare è stata sviluppata appositamente<br />
per il settore off-highway e comprende motori<br />
elettrici, inverter, riduttori, software, accessori e sistemi<br />
idraulici coordinati. Altri componenti chiave,<br />
come i convertitori DC/DC e i caricabatterie di bordo,<br />
completano il portafoglio eLion e consentiranno,<br />
in futuro, di realizzare soluzioni integrate da un<br />
unico fornitore, grazie alla collaborazione con Brusa<br />
HyPower. La gamma di potenze nominali va da 20 a<br />
230 chilowatt (potenza di picco superiore a 500 kW).<br />
L’architettura idraulica a controllo elettronico eOC<br />
(electronic Open Circuit)<br />
consente agli Oem di<br />
controllare dinamicamente<br />
le<br />
funzioni di<br />
attuazione<br />
e gli azionamenti<br />
di<br />
traslazione in un<br />
circuito aperto per<br />
sfruttare appieno il potenziale<br />
della macchina mobile.<br />
Sopra, la<br />
piattaforma<br />
eLion, in basso,<br />
il pacchetto Edg.<br />
32<br />
33
TRASMISSIONE DI POTENZA. Allison e Dana<br />
ELETTRIFICARE<br />
LE COSTRUZIONI<br />
Allison e Dana al Bauma hanno<br />
sciorinato l’ennesimo assaggio delle<br />
rispettive capacità di integrazione<br />
della catena cinematica all’interno<br />
di uno scenario post-fossile.<br />
Chiaramente le applicazioni delle<br />
due “major” americane divergono:<br />
Allison è prevalentemente orientata<br />
sui cava cantiere, Dana sulle<br />
macchine per edilizia e dintorni<br />
Terra<br />
Carta d’identità: passaporto<br />
americano. Professione:<br />
trasmissione di potenza. Stato<br />
civile: single (nel senso che, a differenza della<br />
connazionale Meritor, non sono convolate a nozze<br />
con nessuno, per il momento). La descrizione corrisponde<br />
ad Allison e Dana, che interpretano due<br />
dimensioni parallele e comunicanti del movimento<br />
terra: i camion cava cantiere e le macchine da costruzione.<br />
Al Bauma hanno aderito alla “nouvelle<br />
vague” della elettrificazione. Cominciamo dagli Allison<br />
eGen Power per applicazioni rivolte all’edilizia,<br />
come autocarri ribaltabili, betoniere e trattori<br />
pesanti. Quella definita eGen Power è una soluzione<br />
“drop-in” di assali elettrificati, compatibile con molti<br />
telai di autocarri esistenti. È dotata di motori elettrici<br />
completamente integrati, un cambio a due velocità,<br />
un radiatore dell’olio e una pompa integrati per garantire<br />
efficienza e prestazioni ottimali ed è compatibile<br />
con un vasto spettro di declinazioni elettrificate:<br />
sia con i veicoli a batteria che a celle a combustibile,<br />
oltre alle formulazioni ibride.<br />
Allison eGen Power 130D<br />
L’eGen Power 130D, con architettura a due motori,<br />
è una variante da 13 tonnellate progettata specificamente<br />
per i mercati europei e dell’Apac. La<br />
potenza continua è di 454 chilowatt, con un picco<br />
di 652 chilowatt, che la certificano come una delle<br />
soluzioni più potenti sul mercato. È stato progettato<br />
per garantire grandi capacità di avviamento e di salita,<br />
una velocità sostenuta e un’elevata efficienza.<br />
Allison fornisce anche due versioni per un tonnellaggio,<br />
e quindi con una potenza, inferiore. Si tratta<br />
dell’eGen Power 100D, una variante da 10 tonnellate<br />
del 130D, e l’eGen Power 100S, a motore singolo,<br />
da 10,4 tonnellate, con una potenza continua di 227<br />
chilowatt e una potenza di picco di 326 kW. Risale<br />
ad appena un mese prima l’introduzione del 130S.<br />
Tra i componenti chiave troviamo i sistemi di sospensione,<br />
le staffe delle bielle a V, l’alloggiamento<br />
del banjo, i freni, le estremità delle ruote e il fuso<br />
dell’assale, progettati per supportare un peso lordo<br />
di 13 tonnellate, spesso richiesto dai veicoli commerciali<br />
nei mercati di Europa, Asia e Australia. Il<br />
130S utilizza un unico motore per generare 225 kW<br />
di potenza continua (325 kW di picco), e 26.000 Nm<br />
di coppia alle ruote. È inoltre dotato di un’architettura<br />
di ingranaggi ad asse parallelo a due velocità,<br />
che concilia le esigenze di queste specifiche applicazioni<br />
e i percorsi in autostrada, massimizzando al<br />
contempo il recupero di energia grazie alla capacità<br />
di frenata rigenerativa al 100%. «Siamo consapevoli<br />
che non esiste un approccio unico quando si parla<br />
di elettrificazione e che sarà necessaria una varietà<br />
di prodotti per affrontare l’ampia gamma di mercati<br />
serviti da Allison», ha dichiarato Heidi Schutte, Vice<br />
President Vendite di Allison Transmission per Emea,<br />
Apac e Sud America Sales. Risale al 9 di novembre<br />
del 2021 l’annuncio della nuova linea altamente automatizzata<br />
di assemblaggio di assali elettrici, tra cui<br />
gli eGen PowerTM, ad Auburn Hills, nel Michigan.<br />
Allison ha anche codificato un protocollo di test di<br />
verifica della costruzione dell’assale. Ogni “e-axle”<br />
completerà una serie di test per verificare il funzionamento<br />
di ogni sistema in conformità ai livelli di<br />
prestazione individuati. Ad Auburn Hills si realizzeranno,<br />
quindi, l’eGen Power 100D per applicazioni<br />
6x2 e l’eGen Power 130D, per impieghi gravosi, e<br />
il 100S, destinato a trattori 6x4.<br />
Dana e-SP502<br />
Il Bauma è stato la vetrina scelta da Dana per la presentazione<br />
di e-SP502, trasmissione elettrificata della<br />
famiglia Spicer. Sfruttando la tecnologia powershift<br />
di Dana, la trasmissione elettronica eSP502 si caratterizza<br />
per un design a due motori e due velocità. L’approccio<br />
modulare alla progettazione della trasmissione<br />
consente una soluzione a motore singolo e una presa<br />
di forza opzionale, a seconda dei requisiti specifici del<br />
veicolo. L’eSP502 è dotato di un software di controllo<br />
di nuova generazione e di una predisposizione per la<br />
sicurezza funzionale, che semplificano installazione<br />
integrazione. La versione a doppio motore supporta<br />
potenze continue fino a 240 chilowatt, mentre la<br />
configurazione a motore singolo è progettata per 140<br />
kW di potenza continua. È dotata di motori ad alta<br />
tensione Dana TM4 collaudati sul campo, fino a 800<br />
volt, per migliorare l’efficienza, ridurre le dimensioni<br />
totali del pacchetto e fornire ridondanza, se necessario.<br />
Il design compatto e modulare dell’e-transmission<br />
eSP502 consente di adattarlo all’uso in applicazioni<br />
per veicoli 4x2 o 4x4 con una serie di opzioni di rapporto<br />
per supportare una varietà di macchine, tra cui<br />
le pale gommate e le gru per terreni accidentati nel<br />
settore delle costruzioni; carrelli elevatori di grandi<br />
dimensioni, movimentatori di container vuoti, reach<br />
stacker; dumper e spedizionieri forestali.<br />
Qui, l’eGen Power<br />
130D di Allison.<br />
A destra, l’inverter<br />
SP502 e l’eSaw07,<br />
in “quota” Dana.<br />
Applicazioni a<br />
confronto: un<br />
camion, terreno di<br />
conquista Allison, e<br />
una pala gommata,<br />
“cibo” per Dana.<br />
34<br />
35
PARKER. Bauma Monaco<br />
HA IL PALLINO<br />
CRIOGENICO<br />
Il cammino verso l’idrogeno risulta sicuramente<br />
agevolato. È il caso di Parker, che a Monaco ha<br />
esposto componentistica sia per le applicazioni<br />
a gas metano compresso che a idrogeno. La familiarità<br />
con gli ambienti criogenici facilitano lo scivolo verso<br />
le temperature e le pressioni richieste dal trattamento<br />
e dallo stoccaggio dell’idrogeno<br />
Terra<br />
36<br />
Risale ormai a due anni fa l’incursione di Parker<br />
Hannifin, il 25 marzo 2021, all’Hydrogen Online<br />
Workshop. Allo stand virtuale Parker ha sfogliato<br />
il catalogo applicabile ai sistemi alimentati a idrogeno,<br />
come raccordi, valvole, guarnizioni, prodotti per la filtrazione<br />
o per la desalinizzazione dell’acqua. «Parker<br />
si occupa già da molti anni di idrogeno» ha detto Robert<br />
Airey, Parker UK Applications & Product Business<br />
Development Manager. «La fase di progettazione<br />
di sistemi e componenti può rappresentare una vera e<br />
propria sfida per via delle caratteristiche intrinseche<br />
della tecnologia». La svolta verso l’idrogeno è la logica<br />
implementazione delle competenze maturate nella<br />
tecnologia del gas, compresso e liquefatto. Prima di<br />
addentrarci su quanto abbiamo visto al Bauma, citiamo<br />
un esempio delle applicazioni elettriche di Parker.<br />
Risale all’epilogo 2020 ma è sempre di attualità il motore<br />
a magneti permanenti per generatori e propulsori<br />
heavy-duty destinato ai veicoli commerciali elettrici e<br />
ibridi su strada e fuoristrada. L’Pmac Gvm310 si aggiunge<br />
alla gamma di motori a corrente alternata e a<br />
magneti permanenti. Dotato di un telaio motore da 310<br />
mm, il Gvm310 rappresenta una soluzione di trazione<br />
per i veicoli commerciali elettrici e per i veicoli elettrici<br />
ibridi sia su strada che fuoristrada. Tra questi sono<br />
inclusi anche i veicoli da cantiere, autobus urbani e i<br />
veicoli leggeri per il trasporto di materiali e minerari.<br />
Questi motori sono disponibili con valori di potenza di<br />
picco da 147 e 409 chilowatt. In esposizione a Monaco<br />
c’era di tutto un po’: elettrificazione e idrogeno,<br />
i materiali compatibili all’idrogeno, l’IoT, i sistemi di<br />
erogazione di carburanti alternativi, componenti per gli<br />
endotermici e per la filtrazione idraulica.<br />
Al Bauma con Duricky<br />
Abbiamo esplorato le aree di nostro interesse con Steve<br />
Duricky, Parker Fluid Connectors Group. «Parker,<br />
nello sviluppo di componentistica di precisione per i<br />
motori a gas rispetta i requisiti Ansi (American national<br />
standards institute, ndr) Ngv 3.1. Noi abbiamo una<br />
soluzione sia per il lato alta pressione che per il lato<br />
a bassa pressione».<br />
Quali differenze ci sono tra i materiali utilizzati per<br />
l’alta pressione e quelli per la bassa pressione?<br />
«L’alta pressione, a 3.600 Psi o 250 bar, deve avere<br />
una tenuta robusta per contenere il metano. Abbiamo<br />
concepito un regolatore di pressione, l’FM80, espressamente<br />
progettato per il gas naturale compresso».<br />
Questo regolatore ha una portata fino a 90 kg/h, una<br />
pressione di ingresso di 4.250 Psig e un sistema di<br />
filtraggio opzionale. «Lo stoccaggio del gas compresso<br />
avviene a 3.600 psi o 250 bar» riprende Duricky.<br />
«Abbiamo integrato un filtro FM80, per assicurarci<br />
che il gas metano sia ripulito da zolfo, oli e particolato.<br />
L’olio, in quanto lubrificante del compressore, può<br />
infiltrarsi nel carburante; pertanto, è fondamentale<br />
disporre di un filtro per assicurarsi che non vi sia un<br />
riporto di olio che possa danneggiare il motore». Riagganciamoci<br />
all’idrogeno. In comune con il gas naturale<br />
liquefatto c’è l’ambiente criogenico.<br />
Ci racconta Duricky che «lo stoccaggio di idrogeno<br />
ad altissima pressione è estremamente importante per<br />
ottenere un collegamento forte, affidabile e sicuro. È<br />
importante prestare attenzione alla fisica che sta dietro<br />
all’utilizzo dell’idrogeno, per cui abbiamo lavorato<br />
allo sviluppo di O-ring compatibili, utilizzati nei nostri<br />
raccordi O-ring a faccia piana (Seal-Lok/O-Lok) per<br />
ottenere una soluzione senza perdite. A dire il vero,<br />
questa tecnologia esiste da trent’anni ed è presente<br />
in molte apparecchiature per applicazioni idrauliche.<br />
Quindi, abbiamo implementato la tecnologia, adattando<br />
l’O-ring per lavorare con l’idrogeno. Considerate<br />
che l’idrogeno ha una pressione più elevata, pari a 700<br />
bar. Per evitare l’infragilimento dovuto all’idrogeno,<br />
è necessario che i raccordi siano realizzati in acciaio<br />
inox 316.».<br />
Con l’Istituto Fraunhofer<br />
La divisione Engine Mobile Filtration<br />
Emea di Parker Hannifin e l’Istituto<br />
Fraunhofer per la microingegneria e<br />
i microsistemi hanno congiungono<br />
le forze per sviluppare e testare una<br />
tecnologia proprietaria a membrana a<br />
fibra cava progettata per applicazioni di<br />
umidificazione delle celle a combustibile.<br />
Parker ha una vasta esperienza nello<br />
sviluppo di soluzioni di filtrazione a<br />
membrana per una gran varietà di<br />
applicazioni, tra cui le celle a combustibile.<br />
L’azienda ha introdotto per la prima volta<br />
le fibre a membrana per la separazione<br />
E cosa succede se non si produce abbastanza idrogeno<br />
per alimentare la filiera?<br />
«È come l’uovo e la gallina. Se non c’è idrogeno, non<br />
ci sono veicoli che funzionano a idrogeno, quindi non<br />
ha senso avere una catena di approvvigionamento.<br />
Attualmente si investe molto negli elettrolizzatori e<br />
nella generazione di idrogeno, che chiamiamo idrogeno<br />
verde. Inoltre, gli attuali processi di generazione<br />
dell’idrogeno possono essere utilizzati in combinazione<br />
con la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Lo chiamiamo<br />
idrogeno blu. Possiamo iniziare a far crescere<br />
la domanda di idrogeno utilizzandolo innanzitutto nella<br />
generazione di energia. Proprio da qui può partire<br />
una domanda più forte di idrogeno, che sarebbe successivamente<br />
trasferita ai veicoli pesanti su strada e<br />
fuori strada. Abbiamo due soluzioni: si può mettere<br />
l’idrogeno a bordo e usarlo per alimentare i motori a<br />
combustione interna, oppure si può utilizzare l’idrogeno<br />
per le celle a combustibile. Penso che le celle a<br />
combustibile abbiano ancora tempo prima di maturare<br />
ed essere disponibile. Vedo questa tecnologia, applicata<br />
agli endotermici, evolversi giorno dopo giorno ed è<br />
quella che si sta sviluppando per prima, rispetto alle<br />
fuel cell. Per il momento possiamo utilizzare la tecnologia<br />
a gas naturale, che sia compresso o liquefatto,<br />
sui camion e non solo.<br />
H2? Prima col termico<br />
Le celle a combustibile sono legate alla elettrificazione,<br />
sono come “una batteria”, non c’è combustione<br />
ma una reazione chimica: si prende l’idrogeno, si usa<br />
un catalizzatore con l’ossigeno, serve l’elettricità. È<br />
una sfida più impegnativa, una tecnologia che richiederà<br />
ancora qualche anno. È necessario che i filtri<br />
dell’aria siano adeguati, e poi dobbiamo regolare accuratamente<br />
la temperatura e l’umidità del sistema,<br />
perché si tratta di una reazione chimica, che devono<br />
essere omogenee in tutta la cella a combustibile. Altrimenti<br />
il sistema non sarà efficiente».<br />
dei gas negli anni ’80.<br />
«Siamo lieti di avviare questa<br />
collaborazione con Fraunhofer, leader<br />
mondiale nella ricerca applicata», ha<br />
dichiarato Jonathan Griffith, General<br />
Manager di Emfe presso Parker.<br />
«La tecnologia delle celle a combustibile<br />
è fondamentale per contribuire alla<br />
riduzione delle emissioni in tutto il mondo.<br />
Siamo fiduciosi che con l’assistenza allo<br />
sviluppo del Fraunhofer e il supporto del<br />
sito di ricerca e sviluppo Emfe di Parker<br />
a Stoccarda, tra gli altri, continueremo<br />
a migliorare la nostra tecnologia a<br />
INNESTI RAPIDI<br />
FEM E FMC<br />
Gli innesti<br />
presentano<br />
una caduta di<br />
pressione minima<br />
a favore della<br />
massima efficacia<br />
in termini di costi.<br />
Gli innesti Fem<br />
sono disponibili<br />
con soppressore<br />
di pressione e<br />
conseguente<br />
possibilità di<br />
collegare gli<br />
innesti in presenza<br />
di pressione<br />
accumulata o<br />
residua senza<br />
problemi.<br />
Una valvola<br />
miniaturizzata<br />
riduce<br />
automaticamente<br />
la pressione in fase<br />
di connessione.<br />
membrana a fibra cava, ad estendere<br />
la durata degli umidificatori a celle a<br />
combustibile e ad aumentare l’efficienza<br />
per i nostri clienti». La partnership,<br />
dalla durata biennale, si concentrerà<br />
sulla valutazione dell’efficienza degli<br />
umidificatori per celle a combustibile<br />
esistenti progettati da Parker e sullo<br />
sviluppo e utilizzo di un banco di prova<br />
specializzato. Infine saranno effettuate<br />
simulazioni delle prestazioni per<br />
identificare gli effetti della lunghezza, del<br />
diametro e della permeabilità delle fibre<br />
sugli umidificatori.<br />
37
COMER INDUSTRIES. Con Walterscheid<br />
BALLO<br />
DI GALA<br />
Il Bauma 2022 si può ragionevolmente<br />
considerare il “debutto in società” dell’asse<br />
del Brennero, arricchito dalle recenti<br />
acquisizioni di Benevelli e Sitem. Non<br />
passa inosservato l’ammiccamento<br />
alla elettrificazione, nel<br />
rispetto della vocazione<br />
idraulica: planetari, cardani,<br />
trasmissioni<br />
TERRA<br />
38<br />
All’apertura dei tornelli del Bauma, non erano trascorsi<br />
sedici mesi dalla fusione di Walterscheid<br />
<strong>Powertrain</strong> Group e Comer Industries. Senza<br />
considerare lo “shopping” di fine 2022, con le reggiane<br />
Benevelli e Sitem. Passiamo in rassegna lo stand. Il<br />
planetario a due stadi PG 1500 EX è stato progettato<br />
per gli escavatori da 20 tonnellate. Più leggero del 20%<br />
Carraro: Bei, Bauma ed elettrificazione<br />
Carraro Finance ha siglato con la<br />
Banca europea degli investimenti<br />
un contratto di finanziamento<br />
da 32 milioni di euro a supporto<br />
dell’R&D del Gruppo per il periodo<br />
<strong>2023</strong>-2026. Si tratta della seconda<br />
operazione firmata fra la Bei e<br />
il Gruppo Carraro, per un totale<br />
di 82 milioni di euro. Grazie alle<br />
risorse messe a disposizione dalla<br />
banca dell’UE, sostenute da una<br />
garanzia del Fondo europeo per<br />
gli investimenti strategici, il Gruppo<br />
Carraro realizzerà investimenti nel<br />
campo delle tecnologie<br />
di elettrificazione delle macchine<br />
agricole e dei sistemi di<br />
trasmissione di potenza per trattori<br />
e veicoli fuoristrada. Del resto a<br />
Monaco abbiamo assistito alla<br />
presentazione del Transmission<br />
hydrostatic electric (sintetizzabile<br />
nella sigla The). Si tratta di una<br />
famiglia di prodotti sviluppata sotto<br />
la stella della intercambiabilità tra<br />
l’applicazione idrostatica e quella<br />
elettrica. L’obiettivo di questo<br />
approccio è quello di offrire una<br />
soluzione ai costruttori di veicoli<br />
che consiste nel poter allestire<br />
rispetto al precedente, può essere fornito come pacchetto<br />
completo o solo come riduttore: pur rimanendo<br />
abbinabile ai più comuni motori idraulici del mercato,<br />
questa nuova ralla è predisposta per applicazioni elettriche.<br />
Si passa al mining, con il 17C, l’ultima taglia di<br />
giunto cardanico del marchio Mechanics, colmando il<br />
divario tra le taglie 15,5C e 20C per impieghi gravosi.<br />
Può trasmettere fino a 120 kNm di coppia, con una<br />
capacità torcente superiore del 33% rispetto al modello<br />
più piccolo, e consente un’articolazione<br />
intermittente di 25°, riducendo<br />
i tempi di manutenzione<br />
ridotti e accrescendo la<br />
durata in condizioni difficili.<br />
Il 17C serve principalmente<br />
per l’albero<br />
dell’elica nelle applicazioni<br />
minerarie, come i<br />
dumper rigidi e le grandi<br />
pale gommate.<br />
La<br />
trasmissione<br />
sincronizzata<br />
a due<br />
velocità S529<br />
Easy Shift evita<br />
i tempi di arresto del veicolo, nel<br />
passare dalla velocità di lavoro a quella di marcia.<br />
È disponibile come trasmissione indipendente o direttamente<br />
flangiata sugli assali Comer Industries. Infine<br />
I-S428 HS, l’ultima generazione di trasmissioni elettrificate<br />
con una velocità massima in ingresso aumentata<br />
a 9.000 giri. Disponibile come riduttore autonomo o<br />
flangiato all’FC08 HD, la nuova serie di assali compatti<br />
per pale fino a 4,5 t di peso operativo, densità di coppia<br />
superiore del 15% rispetto alla versione standard.<br />
un veicolo in versione idrostatica<br />
oppure elettrica senza varianti<br />
al telaio o al lay-out della<br />
driveline. Le trasmissioni The<br />
saranno disponibili in due<br />
versioni: con cambio a 2 velocità<br />
sincronizzato e powershift. Fra<br />
le configurazioni opzionali, le<br />
trasmissioni The dispongono di<br />
freno di stazionamento e sistema<br />
di disconnessione 4WD. Questa<br />
soluzione risulta particolarmente<br />
adatta per sollevatori telescopici,<br />
terne, pale e pale compatte,<br />
escavatori gommati.<br />
MTA. Per le applicazioni mobili industriali<br />
UNITÀ DI<br />
CONTROLLO<br />
Titolo che echeggia film polizieschi e spy story e<br />
che in realtà sottintende alle competenze di Mta.<br />
Al Bauma abbiamo apprezzato alcuni spunti nel<br />
comune denominatore della gestione e amministrazione<br />
dei dati. Centraline e architetture pensate proprio<br />
per l’off-higway<br />
Qui, la mappatura<br />
del sistema AgriSic.<br />
In alto, la centralina<br />
Mec97 e l’unità<br />
Can.<br />
Che sia Bauma che sia Eima, si ragiona comunque<br />
di off-highway e Mta applica nel contesto industriale<br />
la medesima expertise rodata in decenni<br />
di ricerca e sviluppo in campo stradale. Lo certifica il<br />
sistema “human-to-machine interface” specificamente<br />
sviluppato per applicazioni off-highway. AgriSic è<br />
una piattaforma veicolare integrata che riunisce tutta<br />
la potenza di calcolo in un’unità centrale in grado di<br />
gestire e controllare quadro di bordo e display presenti<br />
in cabina. Questa architettura dà la possibilità di<br />
spostare dinamicamente le applicazioni grafiche sul<br />
display preferito, raggiungendo un elevato grado di<br />
configurabilità utente e condividendo su più schermi<br />
informazioni e dati provenienti dalla stessa unità di<br />
elaborazione centrale. La presenza di tale unità fa sì<br />
che i display e il quadro di bordo diventino periferiche<br />
del sistema, consentendo così agli Oem di sostituirli<br />
facilmente nel passaggio da un’applicazione. AgriSic<br />
può pilotare fino a quattro display full hd all’interno<br />
della cabina, raccogliere e trasmettere le informazioni<br />
provenienti dal veicolo stesso e le immagini delle telecamere<br />
attraverso la tecnologia BroadR-Reach. L’architettura<br />
software è basata su Linux, un sistema open<br />
molto flessibile che consente di personalizzare l’unità<br />
in base alle esigenze specifiche dell’applicazione del<br />
cliente, supportando ad esempio applicazioni Isobus.<br />
Passiamo a Mec97, una centralina plug & play, progettata<br />
per l’installazione nel vano motore e realizzata<br />
con la logica di circuito stampato (Pcb: Printed circuit<br />
board) e modalità di inserimento press-fit. La presenza<br />
del modulo CanBus plug-in soddisfa l’esigenza dei<br />
costruttori di collegarsi alla rete Can del veicolo. Attraverso<br />
tale rete, infatti, il modulo trasmette i comandi<br />
per pilotare i relè e generare le attuazioni necessarie,<br />
oltre a veicolare le informazioni diagnostiche. Il<br />
modulo Can è programmabile grazie a Mta Studio,<br />
un software che consente di personalizzare in modo<br />
rapido tutti i quadri di bordo, display e centraline elettroniche<br />
proposti da Mta, sia off-the-shelf sia custom.<br />
Edn e i caricabatteria<br />
Di Edn, azienda in orbita Mta, abbiamo parlato anche<br />
in ambito nautico. In questo caso rispolveriamo dal<br />
“cofanetto” del Bauma i caricabatteria di bordo Bhp19<br />
(per il mercato Usa) e Bhp22 (per l’Europa) destinati<br />
ad applicazioni elettriche e ibride plug-in. Hanno<br />
classi di potenza pari a 19,2 e 22 chilowatt rispettivamente,<br />
con corrente alternata monofase o trifase;<br />
si distinguono per una tecnologia di conversione che<br />
migliora la densità di potenza e la potenza specifica<br />
e per la loro bidirezionalità che consente il flusso di<br />
energia in due direzioni, da e verso la batteria.<br />
TERRA<br />
39
CARTELLO. Parte seconda<br />
NAVIGANDO<br />
NEL DOMANI<br />
Qui si conclude la panoramica di Cartello, da quasi<br />
quarant’anni al servizio dei cantieri nautici. Yanmar<br />
è affiancata dai fuoribordo diesel Cox Marine e dalle<br />
soluzioni ibride di e-Motion. L’ibridizzazione è una<br />
delle frontiere più plausibili perché l’endotermico<br />
rimane l’applicazione tecnologica che meglio<br />
risponde alle esigenze della nautica<br />
MARE<br />
Cartello, distributore dei motori marini di Yanmar<br />
dal 1984, avviata a fornire qualsiasi integrazione<br />
di sistema a cantieri nautici e armatori. Riprendiamo<br />
da dove ci eravamo lasciati a dicembre.<br />
Potreste citare alcuni casi studio: uno nel commerciale,<br />
uno nel diporto? Quali sono le applicazioni<br />
light o medium-duty del commerciale che seguite<br />
maggiormente con Yanmar?<br />
«Potremmo citare per il diporto, l’imbarcazione<br />
Aquariva motorizzata da una coppia di 8LV370 con<br />
invertitore Two Speed ZF 90Ivts, in tutte le versioni,<br />
standard e Anniversary. Si tratta di un’imbarcazione<br />
iconica che ha fatto la storia della nautica. Sono centinaia<br />
le installazioni circolanti con piena soddisfazione<br />
del cantiere del Gruppo Ferretti e dei clienti. Per il<br />
lavoro, potremmo citare i taxi di Venezia: si tratta di<br />
un’imbarcazione classica, Venezia Taxi Boat, equipaggiata<br />
con motore Yanmar 4LV150 e piede poppiero.<br />
Le caratteristiche sono: elevate prestazioni, ridotta<br />
rumorosità e vibrazioni per il comfort dei passeggeri,<br />
utilizzo intensivo durante tutto l’anno».<br />
A proposito dei giapponesi: potete raccontarci del<br />
6,7 litri esposto a Genova e dell’accordo con Fpt<br />
Industrial nel suo complesso?<br />
«Il motore esposto a Genova era un 8.3 litri. Yanmar<br />
e Fpt hanno raggiunto un accordo riguardante i motori<br />
a 6,7 litri e 8,3 litri, quindi, fino a 550 cavalli<br />
per il primo e 640 cavalli per il secondo. Credo che<br />
Yanmar stesse cercando di ampliare verso l’alto il suo<br />
portfolio e abbia riconosciuto in Fpt un partner con<br />
delle basi motore che hanno analizzato per bene. Sono<br />
stati fatti vari test e modifiche dedicate a Yanmar, che<br />
rispondessero in modo più fedele agli standard giapponesi<br />
e posso dire con certezza che, anche se i motori<br />
appaiono uguali, in realtà ci sono delle differenze peculiari<br />
ed esclusive per Yanmar. Io credo che i nostri<br />
clienti potranno apprezzare la qualità Yanmar come<br />
su tutti gli altri prodotti, sia che siano base Yanmar<br />
sia che siano base Toyota, come per alcuni e sia con<br />
questi ultimi arrivati».<br />
Sempre a proposito di Yanmar, come procede la<br />
transizione al controllo elettronico? Potreste descrivere<br />
sommariamente la gamma, in termini di<br />
cilindrate e potenze?<br />
«Ad oggi, a parte i motori da 9 a 29 cavalli, tutti gli<br />
altri motori da diporto sono a controllo elettronico e<br />
sono tutti common rail, per rispondere alle più stringenti<br />
norme sulle emissioni a livello globale. Anzi, se<br />
devo dirla tutta, dopo una partenza lenta rispetto alla<br />
concorrenza, tipica dell’approccio giapponese, oggi<br />
credo che Yanmar sia il produttore con i motori più<br />
tecnologi e puliti nel suo segmento di mercato. Altri<br />
competitor hanno a listino ancora modelli a controllo<br />
meccanico oppure hanno basi motori e tecnologie che<br />
arrivano appena ai limiti di legge e solo in condizione<br />
di prova a banco. Yanmar è davvero green anche<br />
in condizioni di utilizzo non ottimale (penso a barche<br />
sporche o sovraccariche). Siamo molto fieri di questo<br />
e secondo me non lo diciamo abbastanza».<br />
La nicchia di mercato dei Cox nel mercato italiano?<br />
«Il brand Cox è un progetto molto interessante con un<br />
prodotto innovativo nel suo insieme (non è innovativo<br />
il diesel e non lo è il fuoribordo, ma lo è l’insieme). Anche<br />
se trattiamo questo prodotto da alcuni anni, devo<br />
dire che fino alla scorsa stagione era da considerarsi<br />
a tutti gli effetti ancora un prodotto acerbo, perciò abbiamo<br />
deciso a suo tempo di attenderne la maturazione.<br />
Oggi, però, il prodotto è pronto per essere spinto<br />
sul mercato e pensiamo che conquisterà un posto sia<br />
in ambito professionale che da diporto. Innanzitutto,<br />
perché risparmia risorse (dal 25 per cento almeno di<br />
risparmio energetico) e poi perché, paragonandolo a<br />
motori fuoribordo benzina non catalizzati, vediamo<br />
che la differenza di inquinamento è notevole. In ultimo,<br />
perché unisce la forza e la coppia di un motore<br />
diesel alla praticità di un fuoribordo... Ha tutto per<br />
essere un successo. Unico neo, il prezzo molto alto se<br />
paragonato a un fuoribordo a benzina: sarà compito<br />
nostro spiegare che il paragone giusto da fare è con<br />
un entrofuoribordo diesel».<br />
Alla voce differenziazione spunta il nome di E-motion.<br />
In che misura e in quali forme collaborate con<br />
Maggi e quale ventaglio di potenze potete fornire?<br />
Potreste descrivere brevemente l’approccio tecnologico<br />
di questi ibridi?<br />
«Con E-motion collaboriamo già da alcuni anni. Le<br />
potenze che forniamo al momento arrivano fino a 440<br />
HP, sia come propulsione ibrida che come power unit<br />
per generatori a giri variabili, che E-motion progetta<br />
e assembla in toto. Oggi l’argomento ibrido è molto<br />
attuale e credo sia la giusta via nel settore nautico per<br />
delocalizzare inquinamento acustico ed emissioni in<br />
luoghi dove questo fa meno danni. Una barca non è<br />
una vettura e ottenere una neutralità delle emissioni è<br />
molto più complesso e richiederà molti anni; intanto,<br />
questi prodotti aiutano a migliorare la situazione dove<br />
è più urgente (parchi marini, porti, zone protette) e<br />
dove più è apprezzabile dai clienti (navigazione diurna,<br />
spostamenti brevi o medio-brevi, hotelerie senza<br />
utilizzo di generatore, ma solo in accumulo su batterie).<br />
L’approccio E-motion, secondo noi, è tra i più<br />
completi sul mercato ed è orientato a yacht di media e<br />
grande taglia, che sono quelli più indicati da un punto<br />
di vista economico (l’extra costo è una frazione inferiore<br />
del costo totale dello yacht), da un punto di vista<br />
degli spazi (peso e spazio per le batterie impattano<br />
meno su peso e spazio totale dello yacht) e del pattern<br />
di utilizzo del mezzo (maggior numero di ore di utilizzo<br />
medio e maggior prominenza della velocità di crociera<br />
o in dislocamento). Per le barche più piccole, specialmente<br />
plananti, la strada è ancora lunga e necessita di<br />
un ulteriore salto tecnologico, specialmente per quanto<br />
riguarda l’accumulo di energia, che oggi risulta ancora<br />
troppo pesante, sia in termini di peso sia di costi. Ci<br />
si arriverà, ma non penso che la nostra generazione<br />
vedrà una barca full electric che non sia un concept<br />
o un esercizio di stile, ma un vero mezzo utilizzabile.<br />
Credo che invece di ibrido se ne parlerà sempre di più<br />
ed E-motion potrà dire certamente la sua».<br />
Sulle grandi cilindrate il metanolo sembra un’opzione<br />
strategica. Se l’idrogeno ha problemi di stoccaggio<br />
e il Bev non è replicabile in acqua per gli<br />
ingombri, non resta altro che l’ibridizzazione? Yanmar<br />
sta però investendo risorse nel test sull’idrogeno,<br />
insieme a Toyota. È trapelato qualche cosa di più<br />
sullo stato delle prove in acqua? Perché nel diporto<br />
non si invoca l’Hvo come nell’automotive pesante,<br />
nel construction e nella generazione di potenza?<br />
«Come dicevo, l’ibrido è l’opzione più realistica ed<br />
immediata al momento, perciò anche in Yanmar stanno<br />
lavorando con i loro tempi. Però, mi lasci dire che pensare<br />
all’ ibrido in nautica apre un mondo di possibilità<br />
che ogni produttore declinerà in modo diverso, perciò<br />
in futuro avremo diversi produttori con diverse soluzioni...<br />
sarà una giungla, temo. Un ibrido per barca a vela<br />
non è lo stesso di uno per motoscafo. Da un lato, sarà<br />
interessante vedere chi avrà le idee migliori; dall’altro,<br />
mi preoccupa la confusione che si creerà per i clienti.<br />
Per quanto riguarda l’idrogeno, invece, Yanmar sta<br />
cooperando con Toyota, come comunicato in maniera<br />
ufficiale, ma tendo a pensare che questo tipo di progetto<br />
sia un po’ lontano nel tempo, almeno per quanto<br />
riguarda il diporto. Nel commerciale, invece, potrebbe<br />
avere tempi leggermente più veloci. Riguardo all’Hvo,<br />
Yanmar ha già approvato l’utilizzo di questi carburanti<br />
fino a 125 cavalli, mentre sono in fase di valutazione<br />
per potenze superiori. Da qui a diventare una possibilità<br />
reale, occorre che le reti distributive dei carburanti<br />
nel settore nautico ne abbiano disponibilità».<br />
COX 300<br />
DIESEL-IDROGENO<br />
Notizia che risale<br />
al dicembre 2021,<br />
sintomatica della<br />
lugimiranza del<br />
progetto: «Cox<br />
lavorerà con il<br />
l’Università di<br />
Brighton per<br />
convertire uno dei<br />
motori fuoribordo<br />
diesel Cxo300<br />
dell’azienda in<br />
un motore a<br />
idrogeno a doppia<br />
alimentazione e<br />
per dimostrarne il<br />
funzionamento in<br />
ambito portuale.<br />
La conversione e<br />
la dimostrazione<br />
fanno parte del più<br />
ampio progetto<br />
Hydrogen & Port<br />
Ecosystems UK<br />
(Shape UK) volto<br />
a mostrare un<br />
sistema modulare<br />
realizzabile di<br />
generazione di<br />
idrogeno verde<br />
all’interno del Porto<br />
Internazionale di<br />
Portsmouth».<br />
40<br />
41
VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
Vadoetorno<br />
network<br />
STY I VINCITORI DEGLI AWARDS <strong>2023</strong> ● MERCATO CORRE<br />
SULLE MONTAGNE RUSSE MA SI FESTEGGIA ● DECARBON SI FA<br />
PRESTO A DIRE ELETTRICO ● SUPERTEST DAF-RENAULT- SCANIA<br />
RIVOLUZIONATO IL PODIO ● DAKAR LA PRIMA VOLTA SENZA<br />
KAMAZ ● GOVERNO E ASSOCIAZIONI È COLPO DI FULMINE<br />
due volte<br />
in<br />
in vetta<br />
GENNAIO<br />
<strong>2023</strong><br />
MENSILE<br />
€ 3,00<br />
Prima immissione:<br />
9 gennaio <strong>2023</strong><br />
1<br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />
Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />
in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
GENNAIO N. 1 - <strong>2023</strong><br />
ANNO 32°- euro 5,00<br />
Sul podio<br />
del<br />
mercato<br />
IN QUESTO NUMERO<br />
NUMERI E TREND DEL MERCATO AUTOBUS<br />
E FILOBUS 2022, TESTA A TESTA TRA MIILD<br />
HYBRID, FOCUS SULL’ISUZU NOVOCITI LIFE,<br />
IL TPL ELETTRICO DI DOHA, I CANDIDATI<br />
AL TENDER ELETTRICO CONSIP<br />
da Vadoetorno n. 1/<strong>2023</strong> da AUTOBUS n. 1/<strong>2023</strong><br />
VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />
N.1 - <strong>2023</strong> ANNO 28°<br />
GENNAIO<br />
Il primo Lng<br />
CNH TECH DAY: REPORTAGE DA PHOENIX. TUTTE LE NEW ENTRY<br />
SPECIALE: IBRIDI ED ELETTRICI. COSA OFFRE IL MERCATO<br />
da TRATTORI n. 1/<strong>2023</strong><br />
La rivista VADO E TORNO<br />
affonda le radici nel 1962.<br />
Praticamente rappresenta<br />
l’antologia del camion dal<br />
boom economico ai nostri<br />
giorni. Le riviste AUTOBUS<br />
e TRATTORI affiancarono<br />
successivamente VADO E<br />
TORNO nella descrizione<br />
incalzante a aggiornata<br />
di quanto avviene nel<br />
trasporto persone e nella<br />
meccanizzazione agricola.<br />
Mondi che rappresentano,<br />
per noi di POWERTRAIN,<br />
gli scenari di quelle che su<br />
queste pagine chiamiamo<br />
applicazioni. Ad ogni uscita<br />
proporremo la sintesi di<br />
un articolo pubblicato sui<br />
numeri precedenti delle<br />
riviste di VADO E TORNO<br />
EDIZIONI, la nostra casa<br />
comune. Senza timore di<br />
smentita possiamo parlare<br />
di “filiera corta”: la catena<br />
cinematica e le macchine<br />
che la sostanziano.<br />
42<br />
43
VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
due volte<br />
in<br />
in vetta<br />
Estratto da ‘Vado e Torno’ n. 1, <strong>2023</strong><br />
STY I VINCITORI DEGLI AWARDS <strong>2023</strong> ● MERCATO CORRE<br />
SULLE MONTAGNE RUSSE MA SI FESTEGGIA ● DECARBON SI FA<br />
PRESTO A DIRE ELETTRICO ● SUPERTEST DAF-RENAULT- SCANIA<br />
RIVOLUZIONATO IL PODIO ● DAKAR LA PRIMA VOLTA SENZA<br />
KAMAZ ● GOVERNO E ASSOCIAZIONI È COLPO DI FULMINE<br />
GENNAIO<br />
<strong>2023</strong><br />
MENSILE<br />
€ 3,00<br />
Prima immissione:<br />
9 gennaio <strong>2023</strong><br />
1<br />
Avvicina il<br />
primato del<br />
Supertest<br />
mostrando le<br />
qualità dei grandi<br />
interpreti del<br />
lungo raggio. E<br />
lo fa, il trattore<br />
T480 Tc di<br />
Renault Trucks,<br />
realizzando<br />
quella che<br />
appare come<br />
una vera e<br />
propria svolta,<br />
affidandosi in<br />
sala macchine<br />
all’intesa<br />
tra motore<br />
di 12,8 litri<br />
equipaggiato col<br />
Turbocompound<br />
e cambio<br />
automatizzato<br />
Optidriver,<br />
con l’aggiunta<br />
del prezioso<br />
Optivision<br />
Serie T e Renault Trucks<br />
si erano sempre fermati<br />
ai piedi del podio del nostro<br />
Supertest 500 km. Magari<br />
di poco, certo, questione di una<br />
manciata di metri, ma pur sempre<br />
di quel tanto che bastava<br />
Renault: a un passo dal record<br />
Mette il doppio<br />
turbo e vola<br />
per non potersi godere la soddisfazione<br />
di confrontarsi con<br />
la concorrenza da una diversa<br />
prospettiva. Questo fino a ieri,<br />
inteso come anno 2022. Poi è<br />
arrivato il T480 Tc, con quelle<br />
due ultime lettere a identificare<br />
la versione con Turbocompound.<br />
E tutto è cambiato.<br />
Sceso nell’arena di un percorso<br />
che non fa sconti e che da oltre<br />
sessant’anni mette in fila i<br />
pesanti stradali misurandoli col<br />
metro dei consumi, l’ammiraglia<br />
della Losanga ha piazzato la sua<br />
migliore prestazione di sempre:<br />
3,86 km/litro. Un risultato che<br />
vale il secondo gradino di quel<br />
podio sempre accarezzato ma<br />
mai calcato, e avvicina il primato<br />
assoluto che è lì, a soli 40 metri.<br />
Oltretutto con la soddisfazione di<br />
aver marciato a una media più<br />
veloce del Daf Xg Plus 480 (l’attuale<br />
detentore): 77,2 contro 75,7<br />
all’ora.<br />
La spinta decisiva del<br />
Turbocompound<br />
È la conferma delle qualità di un<br />
modello che ha sempre fatto della<br />
concretezza il proprio segno<br />
distintivo, ma che oggi, ha in un<br />
certo senso svoltato, migliorandosi<br />
abbondantemente (nel 2021<br />
il T480 High con cabina High<br />
sleeper si era infatti fermato a<br />
3,43 km/litro), aggiungendo una<br />
robusta dose di efficienza, inaugurando<br />
così un nuovo capitolo<br />
della propria storia.<br />
Una svolta che ha il suo volano<br />
proprio nell’adozione del<br />
Turbocompound, ovvero quella<br />
seconda turbina con cui trasformare<br />
l’energia residua dei gas di<br />
scarico in energia meccanica da<br />
portare in dote all’albero motore<br />
sotto forma di coppia supplementare.<br />
Niente retarder, solo freno<br />
motore<br />
E così, ecco una coppia più elevata<br />
(276 kgm) disponibile a regimi<br />
inferiori e costante già dai<br />
900 giri (fino a 1.250). Il tutto si<br />
combina con un motore anch’esso<br />
ottimizzato (sono nuovi albero<br />
motore, iniettori e pistoni) così<br />
come lo sono le 12 marce del<br />
cambio automatizzato Optidrive.<br />
(...)<br />
Prosegue a pag. 44 di<br />
Vado e Torno Gennaio <strong>2023</strong>.<br />
Inquadra il QRcode e leggi<br />
l’articolo integrale.<br />
44<br />
45
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />
Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />
in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
GENNAIO N. 1 - <strong>2023</strong><br />
ANNO 32°- euro 5,00<br />
Estratto da ‘Autobus’ n. 1, <strong>2023</strong><br />
Sul podio<br />
del<br />
mercato<br />
IN QUESTO NUMERO<br />
NUMERI E TREND DEL MERCATO AUTOBUS<br />
E FILOBUS 2022, TESTA A TESTA TRA MIILD<br />
HYBRID, FOCUS SULL’ISUZU NOVOCITI LIFE,<br />
IL TPL ELETTRICO DI DOHA, I CANDIDATI<br />
AL TENDER ELETTRICO CONSIP<br />
Sette lotti e<br />
dieci offerenti<br />
per una gara<br />
destinata a<br />
imprimere<br />
un’accelerata<br />
elettrica al<br />
tpl tricolore.<br />
Solaris e Iveco<br />
Bus fanno la<br />
voce grossa,<br />
Irizar e Vdl<br />
disertano,<br />
Smartbus fa<br />
capolino. In<br />
palio ci sono<br />
mille e-bus<br />
per una base<br />
d’asta di oltre<br />
660 milioni di<br />
euro<br />
Ci sono dieci costruttori sulla<br />
griglia di partenza per aggiudicarsi<br />
la gara Consip per un<br />
totale di 1.000 bus elettrici. La terza<br />
sulla tecnologia battery-electric.<br />
E anche questa volta la risposta è<br />
di massa, segno di un mercato su<br />
Dieci contendenti per i mille elettrici<br />
Mille<br />
alla spina<br />
cui l’asticella della competizione<br />
si è alzata in maniera estrema. Il<br />
numero di mezzi a gara è impressionante,<br />
se si pensa che parliamo<br />
di un mercato che nell’intero 2022<br />
ha fatto registrare poco più di un<br />
centinaio di pezzi.<br />
Partiamo dai mini. 40 le unità in<br />
palio. Inevitabile la presenza di<br />
Rampini e Karsan, campioni del 6<br />
metri elettrico. L’e-Jest, secondo i<br />
dati diramati dal costruttore, ha figurato<br />
tanto nel 2020 che nel 2021<br />
come market leader in Europa nel<br />
segmento (ma sarebbe più corretto<br />
chiamarla “nicchia”) dei mini elettrici.<br />
Share? 43 per cento nel ’20,<br />
51 nel 2021. I turchi, del resto,<br />
hanno vissuto un 2022 caratterizzato<br />
da un immane sforzo di comunicazione<br />
e presenze fieristiche<br />
e sono reduci dall’aggiudicazione<br />
della gara Tper per 24 dodecametrici<br />
(con condizioni di full service<br />
particolarmente sfidanti…).<br />
Midibus, un lotto goloso<br />
Rappresenta una novità la partecipazione<br />
di Otokar con l’e-Centro C<br />
messo in mostra a Milano. Assente<br />
Bluebus, che pure aveva presentato<br />
offerta in passato ad una gara Arst.<br />
Corti? Qui il gioco si fa duro: il<br />
lotto degli 8-9 metri rappresenta il<br />
secondo più goloso dopo quello dei<br />
12 metri, con ben 280 pezzi in gioco.<br />
La novità si chiama Solaris: il<br />
lancio dell’Urbino 9 Le electric ha<br />
fornito il tassello mancante in una<br />
gamma che ha permesso al gruppo<br />
polacco di presentare offerta<br />
in cinque lotti su sette. A superare<br />
Solaris, in termini di lotti coperti,<br />
è solo Iveco, candidata a ben sei<br />
lotti con l’E-Way grazie alle quattro<br />
declinazioni (9,5, 10,7, 12, 18<br />
metri) e alla predisposizione per il<br />
pantografo. Sui medi alza la mano<br />
anche Industria Italiana Autobus,<br />
evidentemente con un Citymood<br />
10 a batteria ancora da presentare.<br />
Che sfida sui 12 metri<br />
Affollamento massimo, prevedibilmente,<br />
sul lotto dei 12 metri plugin.<br />
Le sorprese arrivano tutte dalle<br />
assenze. In primis quella di Karsan,<br />
che punta tutto sui piccoli e diserta<br />
tanto il lotto dei 12 quanto quello<br />
dei 18 metri. Niente offerta nemmeno<br />
per Vdl: la nuova gamma Citea<br />
mancherebbe dei requisiti omologativi<br />
per prendere parte al tender.<br />
(...)<br />
Prosegue a pag. 18 di<br />
Autobus Gennaio <strong>2023</strong>.<br />
Inquadra il QRcode e leggi<br />
l’articolo integrale.<br />
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N.1 - <strong>2023</strong> ANNO 28°<br />
GENNAIO<br />
VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />
Il primo Lng<br />
Estratto da ‘Trattori’ n. 1, <strong>2023</strong><br />
CNH TECH DAY: REPORTAGE DA PHOENIX. TUTTE LE NEW ENTRY<br />
SPECIALE: IBRIDI ED ELETTRICI. COSA OFFRE IL MERCATO<br />
Probabilmente<br />
in un futuro<br />
prossimo, tutte<br />
le funzionalità<br />
viste per un<br />
cliente avanzato,<br />
saranno le prime<br />
a partire come<br />
servitizzate e<br />
potranno essere<br />
aggiunte in<br />
un secondo<br />
momento, proprio<br />
come upgrade.<br />
Vendendo un<br />
trattore per<br />
esempio potrei<br />
aggiungere,<br />
quando serve,<br />
alcune specifiche<br />
funzioni come la<br />
svolta automatica<br />
a fine campo e la<br />
guida automatica<br />
RTK<br />
I<br />
nostro mondo si sta spostando<br />
verso la servitizzazione già<br />
alcuni servizi vengono visti in<br />
questo senso, per esempio gli abbonamenti<br />
per ricevere il segnale<br />
di correzione RTK (Real-Time<br />
Kinematic – con la precisione di<br />
Inchiesta. Focus Big Data<br />
Dal Data Act alla<br />
servitizzazione<br />
1,5 cm) sono già mensili o annuali,<br />
ma arriveremo al punto<br />
in cui il cliente potrà chiedere<br />
il servizio solo quando gli serve<br />
davvero».<br />
È questa l’introduzione al tema<br />
dati, un po’ spiazzante di Guido<br />
Fastellini e Alberto Benatti<br />
esperti di tecnologie di precisione<br />
per CNH Industrial. «Stessa<br />
cosa per la telematica, abbiamo<br />
abbonamenti annuali, che permettono<br />
di scambiare i dati tra<br />
cloud, campo e i mezzi, ma la<br />
richiesta è di avere il servizio, o<br />
anche cavalli e altre funzionalità<br />
solo quando veramente necessari.<br />
Adesso forse ne parliamo in maniera<br />
un po’ scherzosa, ma il futuro<br />
è lì. Veniamo da una riunione<br />
con i concessionari dove abbiamo<br />
mostrato una ricerca europea che<br />
evidenzia come nei prossimi 10<br />
anni ad aumentare vertiginosamente<br />
saranno i servizi digitali».<br />
Probabilmente in un futuro prossimo,<br />
tutte le funzionalità viste<br />
per un cliente avanzato, saranno<br />
le prime a partire come servitizzate<br />
e potranno essere aggiunte<br />
in un secondo momento, proprio<br />
come upgrade. Vendendo un trattore<br />
per esempio potrei aggiungere,<br />
quando serve, alcune specifiche<br />
funzioni come la svolta<br />
automatica a fine campo, la guida<br />
automatica RTK oppure, tra<br />
qualche anno, la guida autonoma<br />
potrebbe essere un’ulteriore soluzione<br />
premium aggiunta e pagata<br />
solo quando necessaria. Possono<br />
apparire scenari futuri, mentre in<br />
realtà sono più prossimi di quanto<br />
non si creda e saranno resi possibili<br />
da una gestione intelligente<br />
e funzionale dei dati. Considerarli<br />
la risorsa immateriale del futuro<br />
è ormai banale, forse però è più<br />
interessante analizzare quanto<br />
molto presto i dati risulteranno<br />
decisivi nel mutare i consueti modelli<br />
di business. Questo nel mondo<br />
agricolo non è ancora molto<br />
chiaro, sebbene molti, soprattutto<br />
i grandi gruppi, inizino a capirlo e<br />
a lavorarci con attenzione.<br />
In generale è un mondo ancora<br />
poco conosciuto, alcuni risultati,<br />
per esempio quelli relativi alle<br />
applicazioni dell’intelligenza artificiale<br />
(...)<br />
Prosegue a pag. 14 di<br />
Trattori Gennaio <strong>2023</strong>.<br />
Inquadra il QRcode e leggi<br />
l’articolo integrale.<br />
48<br />
49
Motori e componenti per OEM<br />
Cultura, tecnica, impieghi<br />
e mercato del motore diesel.<br />
Fondato nel 1986<br />
Direttore responsabile<br />
Maurizio Cervetto<br />
Coordinatore redazionale<br />
Fabio Butturi<br />
In redazione<br />
Stefano Agnellini, Ornella Cavalli,<br />
Fabrizio Dalle Nogare, Stefano Eliseo,<br />
Fabio Franchini, Riccardo Schiavo,<br />
Cristina Scuteri, Luca Vitali<br />
Ha collaborato<br />
Maria Grazia Gargioni<br />
Lekker 44 e Volvo Penta D6<br />
Impaginazione e grafica<br />
Marco Zanusso<br />
Gestione editoriale<br />
Fabio Zammaretti<br />
PIÙ DEFENDER<br />
O CADILLAC?<br />
Insieme alla Porsche, questi sono gli<br />
accostamenti al Lekker 44 suggeriti<br />
dal fondatore del cantiere olandese,<br />
Meindert Wolfraad. Il 44 piedi olandese<br />
è equipaggiato con il D6 di Volvo Penta,<br />
anche in formato Ips<br />
OEM E MOTORI<br />
La convergenza tra quattro<br />
ruote e diporto è evidente.<br />
Non si tratta solamente del<br />
travaso della tecnologia automobilistica<br />
nella nautica da “diletto”.<br />
Basti pensare a Formentor,<br />
nome traslato dalla sportiva della<br />
Cupra alle barche di De Antonio<br />
Yachts. Qual è invece l’imprinting<br />
stradale della Lekker 44<br />
(foto in alto)? Il fondatore del<br />
cantiere, Meindert Wolfraad, ha<br />
paragonato questa barca a «una<br />
Land Rover Defender. Solo che<br />
è dotata della tecnologia più<br />
avanzata e della velocità di<br />
una Porsche. E proprio come in<br />
una Cadillac classica, al volante<br />
ci si può sedere in quattro».<br />
Il 13,5 metri, 4 di larghezza, è<br />
equipaggiato dal D6 di Volvo<br />
Penta, disponibile su richiesta<br />
anche in versione Ips. Esacilindrico<br />
da 5,5 litri, common rail,<br />
doppio albero a camme in testa.<br />
Alla taratura massima eroga 280<br />
chilowatt a 3.500 giri. Il 44 piedi<br />
olandese si è mostrato ai saloni<br />
nautici di Genova, Monaco<br />
e Fort Lauderdale e ha trovato i<br />
primi estimatori in quel di Amsterdam,<br />
di Cannes e di Miami.<br />
Così di cono di lui i costruttori:<br />
«Perfetto per fare il bagno alle<br />
Bahamas, per una cena romantica<br />
lungo la costa adriatica o per<br />
godersi le isole greche, il Lekker<br />
44 è un “weekender” adatto al<br />
mare con una velocità massima<br />
di oltre 50 nodi (92 km/h)». Può<br />
ospitare fino a sedici passeggeri e<br />
comprende anche una cabina per<br />
quattro persone. È disponibile in<br />
tre versioni, Sport, Adventure e<br />
Ultimate, ed è progettato, testato<br />
e costruito nei Paesi Bassi.<br />
Stampa<br />
Industrie Grafiche RGM srl,<br />
Rozzano (Mi)<br />
Fotolito<br />
Industrie Grafiche RGM srl,<br />
Rozzano (Mi)<br />
Autorizzazione del tribunale<br />
di Milano n.860 del 18 dicembre 1987<br />
Registro Nazionale della Stampa<br />
n. 4596 del 20/04/1994<br />
n. iscrizione R.O.C. 2880 del 30-11-2001<br />
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. -<br />
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004<br />
n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
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