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Powertrain 2023-1/2

AUTOMOTIVE Euro 7: abbiamo messo il dito tra le pieghe delle bozze Unem: Un software per confrontare consumi e carburanti Hyvia: La jv di Renault e Plug Power ci racconta il “suo” idrogeno Punch Torino: Losanga sugli scudi. Con Punch per l’Euro 7 Hyundai: Questione di “Enginius”... fuel cell con i tedeschi EVENTI Cnh Industrial Tech Day: a Phoenix il trattore elettrico e il Gnl ALTERNATIVI Ngv Powertrain: FP087 è “fuel agnostic” ANTEPRIME Agco Power: Core75 INTERVISTE Volvo Penta: Ilenia Procicchiani CONFRONTI 11 litri: è di Scania la new entry COMPONENTI Bosch Rexroth Allison e Dana Parker Comer Industries Mta DIESEL MARE Cartello: Respiro mediterraneo RUBRICHE Editoriale; Hi-Tech; VeT Network; Oem&Motori

AUTOMOTIVE
Euro 7: abbiamo messo il dito tra le pieghe delle bozze
Unem: Un software per confrontare consumi e carburanti
Hyvia: La jv di Renault e Plug Power ci racconta il “suo” idrogeno
Punch Torino: Losanga sugli scudi. Con Punch per l’Euro 7
Hyundai: Questione di “Enginius”... fuel cell con i tedeschi
EVENTI
Cnh Industrial Tech Day: a Phoenix il trattore elettrico e il Gnl
ALTERNATIVI
Ngv Powertrain: FP087 è “fuel agnostic”
ANTEPRIME
Agco Power: Core75
INTERVISTE
Volvo Penta: Ilenia Procicchiani
CONFRONTI
11 litri: è di Scania la new entry
COMPONENTI
Bosch Rexroth
Allison e Dana
Parker
Comer Industries
Mta
DIESEL MARE
Cartello: Respiro mediterraneo
RUBRICHE
Editoriale; Hi-Tech; VeT Network; Oem&Motori

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GENNAIO-FEBBRAIO<br />

<strong>2023</strong><br />

N°1-2<br />

EURO 5,00<br />

Il bello<br />

della catena<br />

AUTOMOTIVE<br />

LE INTEPRETAZIONI<br />

DELL’EURO 7<br />

CONFRONTO<br />

SCANIA SFODERA L’ASSO<br />

E SPARIGLIA GLI 11 LITRI<br />

VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com<br />

ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

art. 1, comma 1, LO/MI<br />

CNH TECH DAY<br />

SUL TRATTORE ELETTRICO<br />

E SU QUELLO A GNL


KOHLERENGINES.COM<br />

Gennaio-Febbraio <strong>2023</strong><br />

SEGUICI SUI<br />

SOCIAL:<br />

powertrainweb.it<br />

MARCH 14-18, <strong>2023</strong> | LAS VEGAS<br />

SOUTH HALL 4 / BOOTH S84406<br />

28<br />

THE POWER<br />

TO BUILD<br />

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We are not afraid of heights or confined spaces. We work on<br />

the tallest buildings and in the deepest quarries. And we love it.<br />

KOHLER® KDI engines were designed to guarantee safety and<br />

durability. Our engines will not be retiring anytime soon.<br />

The power to bring you here.<br />

IL SONDAGGIO<br />

DEL MESE<br />

Idrogeno per applicazioni<br />

stradali: il termico vincerà<br />

la sfida con le fuel cell?<br />

Rispondi su<br />

powertrainweb.it<br />

Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni non sono<br />

basate su un campione scientifico<br />

LE RISPOSTE DI<br />

DICEMBRE<br />

Questo è l’ultimo numero di<br />

DIESEL. Da gennaio <strong>2023</strong> la nostra<br />

testata si chiamerà POWERTRAIN.<br />

Anche voi la ritenete una scelta<br />

consapevole?<br />

82%<br />

sì<br />

18%<br />

no<br />

18<br />

AUTOMOTIVE<br />

10. Euro 7:<br />

Abbiamo messo il dito tra<br />

le pieghe delle bozze<br />

12. Unem:<br />

Un software per confrontare<br />

consumi e carburanti<br />

14. Hyvia:<br />

La jv di Renault e Plug Power<br />

ci racconta il “suo” idrogeno<br />

16. Punch Torino:<br />

Losanga sugli scudi. Con Punch<br />

per l’Euro 7<br />

17. Hyundai:<br />

Questione di “Enginius”...<br />

fuel cell con i tedeschi<br />

EVENTI<br />

18. Cnh Industrial Tech Day:<br />

A Phoenix il trattore<br />

elettrico e il Gnl<br />

ALTERNATIVI<br />

20. Ngv <strong>Powertrain</strong>:<br />

FP087 è “fuel agnostic”<br />

24 26<br />

ANTEPRIME<br />

24. Agco Power: Core75<br />

INTERVISTE<br />

26. Volvo Penta:<br />

Ilenia Procicchiani<br />

CONFRONTI<br />

28. 11 litri:<br />

È di Scania la new entry<br />

COMPONENTI<br />

32. Bosch Rexroth<br />

34. Allison e Dana<br />

36. Parker<br />

38. Comer Industries<br />

39. Mta<br />

DIESEL MARE<br />

40. Cartello: Respiro mediterraneo<br />

RUBRICHE<br />

4. Editoriale 6. Hi-Tech 42. VeT<br />

Network 50. Oem&Motori<br />

SOMMARIO<br />

3


COMPAGNI DI STRADA<br />

di Monica Leonardi<br />

EDITORIALE<br />

Fino al mese scorso questa rivista<br />

si è fregiata della testata DIESEL.<br />

Eppure, sfogliando il numero di<br />

dicembre, si legge dei combustibili<br />

alternativi di Kohler, dell’ibrido di AS<br />

Labruna, delle batterie Vanguard, di<br />

quelle a firma di Caterpillar e di Perkins,<br />

delle sinergie di John Deere e Kreisel.<br />

Le immagini testimoniano la presenza<br />

di pacchi batterie anche agli stand di Fpt<br />

Industrial e di Hatz, dell’ibridizzazione<br />

vista da Kubota, della presentazione in<br />

grande stile della powertrain elettrica<br />

di Eleo, in conto Yanmar. Il dual fuel a<br />

idrogeno di Volvo Penta. E anche all’Eima<br />

c’è chi ha spinto sull’elettrico a tutta<br />

tavoletta, vedi Geminiani. Il numero citato,<br />

l’ultimo dei 37 anni della rivista DIESEL,<br />

non è stato semplicemente un ponte,<br />

un’anticipazione di POWERTRAIN,<br />

come si potrebbe erroneamente<br />

supporre dalla presenza combinata in<br />

copertina dei moduli elettrici di Perkins<br />

e di Eleo-Yanmar. POWERTRAIN ha<br />

semplicemente raccolto il testimone<br />

di DIESEL, per fornire ai costruttori<br />

un supporto sfogliabile, o cliccabile, a<br />

seconda del formato, per orientarsi nella<br />

Babele dei sistemi propulsivi. Quando<br />

l’Italia era reginetta della produzione<br />

dei motori a ciclo Diesel, soprattutto<br />

nelle potenze d’attacco (l’epoca dei<br />

Lombardini, Ruggerini e compagnia<br />

cantante), l’associazione “diesel = motore”<br />

era istintiva, immediata, ineludibile.<br />

Nel <strong>2023</strong>, e sarà così ancora per un<br />

lungo, lunghissimo periodo, anni, anzi,<br />

lustri, la transizione non percorrerà una<br />

strada univoca, perfettamente rettilinea,<br />

categorica. Sarà un percorso accidentato,<br />

fatto di inversioni a U e deviazioni<br />

improvvise, dossi rallentatori e incursioni<br />

di animali allo stato brado, limiti di<br />

velocità non segnalati, contestazioni al<br />

Giudice di pace e, probabilmente, autisti<br />

della domenica e qualche pirata della<br />

strada positivo all’alcol test. Serve dunque<br />

un compagno di strada affidabile. Non<br />

pretendiamo di rubare il lavoro e Tom<br />

Tom e Garmin, ci accontenteremo di farvi<br />

compagnia, durante questo lunghissimo<br />

percorso, raccontandovi cosa “passa<br />

il convento”, segnalandovi i pericoli e<br />

le ostruzioni, collezionando per voi gli<br />

strumenti che vi consentiranno di sfuggire<br />

ai miraggi e di decidere quale strada<br />

percorrere, in totale autonomia. La patente<br />

l’avete, l’esperienza pure.<br />

Anche la<br />

formaldeide e il<br />

biossido di azoto<br />

nel mirino dei<br />

legislatori europei.<br />

Scontentare tutti non era<br />

certo una missione impossibile.<br />

Ma il nuovo<br />

standard di emissioni Euro<br />

7 è riuscito, incredibilmente,<br />

a mettere tutti d’accordo<br />

nel criticare i tecnici di Bruxelles<br />

che l’hanno partorito.<br />

Che peraltro replicano: il beneficio<br />

ambientale stimato di<br />

Euro 7 ha un rapporto tra impatto<br />

sulla salute dei cittadini<br />

e costi di 5 a 1, ottenuto con<br />

interventi dell’ordine di 90-<br />

150 euro per le auto e 2.500-<br />

2.700 euro per i camion.<br />

Anche Euro 7 fa cose buone<br />

Senza entrare nella polemica,<br />

un elemento positivo va<br />

riconosciuto alla nuova normativa<br />

dell’Unione europea:<br />

finalmente tratta alla stesso<br />

modo tutti i veicoli e tutti<br />

i tipi di alimentazione dei<br />

propulsori. Principio condivisibile,<br />

ma con un impatto<br />

decisamente più significativo<br />

per i mezzi pesanti. In fatto<br />

di ossidi di azoto, se per auto<br />

e furgoni la riduzione è del<br />

35 per cento, per i camion<br />

siamo al 56 per cento; idem<br />

GLI STANDARD CHE SCONTENTANO TUTTI<br />

Norme Euro 7<br />

nella bufera<br />

Bruxelles sceglie di usare la mano pesante con<br />

i costruttori, forse fin troppo. La normativa<br />

entrebbe in vigore su camion e autobus<br />

pochi anni prima dell’eutanasia del diesel<br />

per il particolato dove al delta<br />

negativo del 13 per cento di<br />

auto e commerciali corrisponde<br />

il 39 per cento dei camion.<br />

Che si beccano anche il monitoraggio<br />

delle emissioni di<br />

formaldeide (CH 2<br />

O) e biossido<br />

di azoto (N 2<br />

O).<br />

In cambio, sul versante dei<br />

mezzi più leggeri, può rappresentare<br />

un macigno la<br />

scelta di ampliare i test Rde<br />

(Real driving emissions) per<br />

l’omologazione a temperature<br />

esterne fino a 45 °C e,<br />

soprattutto, alle brevi percorrenze<br />

tipiche dei pendolari.<br />

Senza dimenticare un altro<br />

dettaglio imposto dalla cronaca<br />

quotidiana: tachigrafi e<br />

tachimetri, sistemi di iniezione<br />

e centraline dovranno<br />

essere dotati di dispositivi<br />

anti manipolazione nonché di<br />

on-board-monitoring in grado<br />

di verificare gli sforamenti<br />

nelle emissioni del veicolo e<br />

trasmetterli in modalità wireless.<br />

La scelta di Bruxelles che più<br />

di tutte ha suscitato scalpore<br />

riguarda comunque i tempi<br />

di entrata in vigore, fattore<br />

“incandescente” in vista della<br />

data limite del 2035 per i<br />

motori endotermici. Salvo re-<br />

tromarce, infatti gli standard<br />

Euro 7 saranno in vigore da<br />

luglio 2025 per auto e furgoni,<br />

due anni più tardi per<br />

i mezzi pesanti quali bus e<br />

camion. Con un corollario<br />

inaspettato che ha fatto andare<br />

su tutte le furie molti<br />

costruttori. Dal 1° settembre<br />

<strong>2023</strong> le auto di nuova omologazione<br />

dovranno rispettare<br />

un aggiornamento degli standard<br />

Euro 6d.<br />

Euro 6d? Euro 6e?<br />

Quello che di fatto sarebbe<br />

un livello Euro 6e – e come<br />

tale potrebbe essere indicato<br />

sui fogli di circolazione con<br />

le conseguenze commerciali<br />

del caso, vista l’obbligatorietà<br />

all’immatricolazione<br />

dal settembre 2024 – prevederebbe<br />

una “stretta” sui<br />

test Rde con un fattore di<br />

conversione degli NOx che<br />

scende da 1,43 a 1,1 e da<br />

1,5 a 1,34 per il particolato.<br />

Il condizionale è d’obbligo<br />

perché c’è chi afferma che,<br />

date le reazioni, gli eurotecnici<br />

si siano presi una pausa<br />

di ripensamento...<br />

4<br />

5


Microchannel Devices<br />

Cummins New Power<br />

ALFIERI DELLA<br />

FOTOINCISIONE<br />

Microchannel Devices è un’azienda<br />

ubicata nella cintura torinese, specializzata<br />

nella fotoincisione industriale. Si tratta<br />

sostanzialmente di un processo mediante<br />

il quale si riveste una lastra di metallo<br />

di una resina fotosensibile. Il General<br />

Manager Carlo Actis ci ha concesso<br />

udienza per comprendere i meccanismi<br />

e le potenzialità di questa tecnologia<br />

È<br />

Carlo Actis a illuminarci<br />

su Microchannel Devices<br />

(Mcd). Ingegnere nucleare,<br />

scuola Politecnico di Torino, dopo<br />

una vita professionale spesa tra Fca<br />

e Cnh Industrial, con una recente<br />

incursione in Ricardo, è General<br />

Manager della start-up della cintura<br />

torinese. Fondata nel 2019,<br />

detiene lo stato di Pmi innovativa<br />

ed ha acquisito il know-how di un<br />

gruppo operante su scala europea,<br />

la Stv, un’azienda specializzata nella<br />

fotoincisione industriale fondata<br />

negli anni ’60 a Venaria Reale che<br />

più di dieci anni fa aveva iniziato a<br />

cimentarsi in applicazioni nucleari<br />

di questa tecnologia. Con questa<br />

operazione Mcd ha assimilato la<br />

competenza della fotoincisione dei<br />

metalli, per realizzare piastre con<br />

canali di qualunque forma, sia li-<br />

neare che frattale.<br />

Per chi ne<br />

sapesse poco,<br />

o nulla, Actis<br />

si è speso in<br />

una parentesi<br />

didascalica.<br />

«La fotoincisione<br />

è una<br />

tecnica molto<br />

più economica<br />

di una lavorazione<br />

meccanica. È un processo per<br />

cui si prende una lastra di metallo<br />

e la si riveste di una resina fotosensibile.<br />

Sulla resina si applica una<br />

pellicola fotografica, in negativo<br />

compare quello che vuoi realizzare.<br />

Si espone dunque ai raggi ultravioletti<br />

questo sandwich. La frazione<br />

di resina che riceve la luce diventa<br />

resistente, mentre la parte residuale<br />

è sottoposta a lavaggio. Si ottiene<br />

dunque una piastra protetta<br />

in maniera selettiva dagli agenti<br />

aggressivi. Spessa da pochi decimi<br />

a 5 millimetri, questa piastra è sottoposta<br />

ai citati agenti aggressivi<br />

e si presenta alla fine del processo<br />

con tutti questi canali, che siano<br />

essi diritti o sagomati in qualsiasi<br />

modo. Gli utilizzi sono molteplici.<br />

L’impiego principe è il seguente:<br />

saldate con processo di “diffusion<br />

bonding”, con due disegni sovrapposti<br />

in sequenza ripetitiva, queste<br />

piastre costituiscono un “core”<br />

monolitico che può essere utilizzato<br />

come scambiatore di calore,<br />

detto Pche (Printed circuit heat<br />

exchanger). Nasce da un brevetto<br />

scaduto, di 40<br />

anni fa, della<br />

Heatric, del<br />

Gruppo Meggit<br />

(da ottobre<br />

2022 Parker<br />

Meggit, ndr),<br />

ed è usato dove<br />

c’è bisogno di<br />

estrema compattezza,<br />

i canali<br />

sono molto<br />

piccoli e consentono uno scambio<br />

di calore efficiente. Le applicazioni<br />

sono piattaforme petrolifere, navi<br />

metaniere, Gnl e, più recentemente,<br />

l’idrogeno. Per conservare l’idrogeno<br />

nelle bombole si va fino<br />

a 700 bar, i compressori arrivano<br />

fino a 900 bar, avvalendosi di uno<br />

scambiatore di calore nelle varie<br />

fasi di compressione e di un altro<br />

scambiatore di calore, dalle dimensioni<br />

ridotte, che comparirà in ogni<br />

distributore di idrogeno».<br />

Mcd si sta dotando di un forno di<br />

“diffusion bonding” per confezionare<br />

il core completo di uno scambiatore.<br />

«Queste piastre trovano<br />

anche altri impieghi. Collaboriamo<br />

con alcuni istituti di ricerca per realizzare<br />

dei bioreattori. Disponendo<br />

di questi canali e promuovendo<br />

la turbolenza è possibile miscelare<br />

reagenti chimici e biologici e ottenere<br />

dei sottoprodotti, per esempio<br />

nella “carbon segregation”.<br />

In ultimo, stiamo sviluppando delle<br />

bipolar plates per fuel cells ed<br />

elettrolizzatori, sempre basate sul<br />

processo di fotoincisione».<br />

MERITOR E SIEMENS<br />

S’intende Siemens veicoli commerciali, la divisione<br />

incorporata in Cummins New Power, sotto l’egida<br />

di Meritor. Mart Verschoor transiterà dal ruolo di<br />

amministratore delegato di Siemens Commercial<br />

Vehicles a quello di Vice President Traction Systems<br />

del segmento New Power<br />

Cummins ha completato, attraverso<br />

la controllata Meritor,<br />

l’acquisizione del business<br />

veicoli commerciali di Siemens, leader<br />

mondiale nel campo dei sistemi<br />

di azionamento elettrico ad alte<br />

prestazioni per veicoli commerciali.<br />

Nel maggio 2022, Meritor ha<br />

annunciato di aver stipulato un accordo<br />

per l’acquisizione dell’attività<br />

per un valore aziendale di circa<br />

190 milioni di euro; Cummins ha<br />

successivamente completato l’acquisizione<br />

di Meritor nell’agosto<br />

2022. Questa acquisizione aggiunge<br />

capacità chiave nei motori elettrici<br />

a trasmissione diretta e a montaggio<br />

remoto, inverter, software e<br />

servizi correlati che sono elementi<br />

critici nella prossima generazione<br />

di propulsori elettrici e integra le<br />

competenze di Cummins sui veicoli<br />

commerciali con i quasi 200<br />

dipendenti principalmente in Germania,<br />

Cina e Stati Uniti.<br />

«Siamo entusiasti di accogliere in<br />

Cummins il business dei sistemi di<br />

azionamento elettrico per veicoli<br />

commerciali di Siemens», ha affermato<br />

Jennifer Rumsey, presidente<br />

e amministratore delegato di Cummins.<br />

«Unendo la nostra profonda<br />

conoscenza collettiva del settore<br />

e del modo in cui i nostri clienti<br />

utilizzano le nostre applicazioni,<br />

innoveremo e avanzeremo le tecnologie<br />

chiave».<br />

«So che forniremo le tecnologie necessarie<br />

per accelerare l’adozione<br />

di propulsori a emissioni zero che<br />

soddisfino i nostri clienti e facciano<br />

progredire le nostre comunità», ha<br />

affermato Mart Verschoor, ex Ceo<br />

di Siemens Commercial Vehicles,<br />

che assumerà il ruolo di Vice President<br />

Traction Systems nel segmento<br />

New Power di Cummins. L’attività<br />

acquisita riporterà attraverso la<br />

BU Cummins New Power.<br />

Deutz sta approvando<br />

l’utilizzo dell’Hvo su tutti i<br />

Tcd, inclusa la serie Tcd 5.2.<br />

«L’approvazione dell’Hvo<br />

e di carburanti aggiuntivi<br />

completa il nostro programma<br />

E-Deutz e le nostre attività<br />

sull’idrogeno. Questo è un<br />

altro grande passo nella<br />

nostra strategia di sostenibilità<br />

Taking Responsibility», afferma<br />

Markus Müller, Cto e membro<br />

del CdA di Deutz AG. Il<br />

Mart Verschoor,<br />

futuro Vice<br />

President Traction<br />

Systems nel<br />

segmento New<br />

Power di Cummins<br />

Deutz e l’olio idrogenato<br />

carburante paraffinico standard<br />

EN 15940 è compatibile<br />

con il diesel fossile e i due<br />

combustibili possono essere<br />

miscelati e utilizzati in qualsiasi<br />

rapporto. I carburanti sintetici,<br />

noti come e-carburanti,<br />

integreranno i carburanti diesel<br />

paraffinici a medio termine.<br />

La Circolare Tecnica “Fuels<br />

0199-99-01218/6” fornisce tutti<br />

i dettagli per comprenderne<br />

l’applicazione.<br />

HI-TECH<br />

Eni Sustainable Mobility<br />

Eni ha annunciato la creazione di Eni<br />

Sustainable Mobility, la nuova società<br />

dedicata alla mobilità sostenibile che<br />

ha l’obiettivo di fornire servizi e prodotti<br />

progressivamente decarbonizzati per la<br />

transizione energetica. Eni Sustainable<br />

Mobility svilupperà la bioraffinazione, il<br />

biometano e la vendita di prodotti, servizi<br />

e soluzioni per la mobilità, in Italia e<br />

all’estero, in un percorso che la vedrà<br />

evolvere verso una società multi-service e<br />

multi-energy. Nella società sono confluiti<br />

gli asset della bioraffinazione e del<br />

biometano, che includono le bioraffinerie<br />

di Venezia e di Gela e lo sviluppo di nuovi<br />

progetti quali Livorno e Pengerang, in<br />

Malesia, oggi in corso di valutazione;<br />

il marketing e la commercializzazione,<br />

attraverso una rete di oltre 5.000<br />

punti vendita in Europa, di tutti i vettori<br />

energetici tra cui l’idrogeno e l’elettrico,<br />

i carburanti anche di natura biologica<br />

come l’Hvo e il biometano, nonché gli altri<br />

prodotti e i servizi connessi alla mobilità,<br />

come il car sharing Enjoy, la ristorazione<br />

e i negozi di prossimità. Claudio<br />

Descalzi, Amministratore delegato di<br />

Eni, ha commentato: «Questa società<br />

rappresenta la seconda leva strategica,<br />

assieme a Plenitude, nell’ambito del<br />

nostro percorso di transizione energetica<br />

per l’abbattimento delle emissioni Scope<br />

3, le più significative e difficili da eliminare<br />

poiché generate dai clienti attraverso<br />

l’utilizzo dei prodotti. Attraverso questa<br />

operazione integriamo e liberiamo nuovo<br />

valore dalle nostre iniziative industriali,<br />

prodotti e servizi basati su tecnologie<br />

innovative e che andranno a costituire<br />

un’offerta unica e decarbonizzata per<br />

la mobilità». AD di Eni Sustainable<br />

Mobility è Stefano Ballista, già Direttore<br />

Sustainable Mobility di Energy Evolution.<br />

Esm è direttamente controllata da Eni,<br />

che ne detiene il 100% del capitale.<br />

6<br />

7


BorgWarner Fuel Systems e Aftermarket<br />

WEICHAI. Efficienza a 52,28% e 54,16%<br />

E VAI DI<br />

SPIN-OFF!<br />

BorgWarner ha annunciato uno spin-off<br />

dei segmenti Fuel Systems e Aftermarket<br />

in una NewCo quotata in borsa. Prende<br />

così forma un’azienda da 3,3 miliardi<br />

di dollari. Dopo il completamento<br />

dell’operazione, l’azienda consisterà<br />

nei segmenti e-Propulsion & Drivetrain<br />

e Air Management<br />

HI-TECH<br />

8<br />

Commenta Alexis P. Michas,<br />

presidente non<br />

esecutivo del CdA di<br />

BorgWarner: «Il consiglio di amministrazione<br />

di BorgWarner ritiene<br />

che uno spin-off strategico<br />

dei nostri segmenti Fuel Systems<br />

e Aftermarket sarebbe il miglior<br />

percorso per promuovere la trasformazione<br />

della nostra azienda.<br />

L’anno alle spalle ha consegnato<br />

a Vanzetti Engineering un<br />

incremento del fatturato del<br />

32% rispetto al 2021 (il 15% del<br />

fatturato proviene dal mercato<br />

italiano). Metà del fatturato totale è<br />

maturato in Europa; nel resto del<br />

mondo l’Asia-Pacifico è cresciuta<br />

del 14%.Valeria Vanzetti Ghio,<br />

amministratore unico di Vanzetti<br />

Engineering, ha commentato:<br />

«Quest’anno i cambiamenti<br />

geopolitici ci hanno dato la<br />

possibilità di rivedere i nostri piani,<br />

dando spazio a strategie nuove e<br />

a mercati finora ancora inesplorati.<br />

Con la consapevolezza che la<br />

strada da percorrere sia ancora<br />

molta, sono felice che anche<br />

nel 2022 Vanzetti<br />

Engineering abbia<br />

fortemente consolidato<br />

il proprio business<br />

navale, ma che<br />

abbia anche saputo<br />

difendere le altre aree<br />

di business. Il trend<br />

positivo è segno di<br />

come il mercato sia in<br />

attesa di nuove risposte<br />

tecnologiche immediate<br />

e sostenibili».<br />

In generale, il<br />

Il 2022 di Vanzetti Engineering<br />

portafoglio ordini del 2022 ha<br />

registrato +70% . A trainare la<br />

crescita dell’ultimo anno è stato<br />

soprattutto il settore navale, che<br />

ha raddoppiato il fatturato. Nello<br />

specifico, c’è stato un notevole<br />

incremento della vendita di<br />

pompe criogeniche alternative<br />

ad alta pressione (VT-3) e il<br />

consolidamento di quelle a<br />

bassa pressione (serie Artika)<br />

per sistemi di alimentazione per<br />

motori marini e di rifornimento<br />

navi. Vanzetti Engineering è<br />

entrata nel mondo dell’alta<br />

pressione già nel 2019 con le<br />

prime referenze nel settore navale<br />

provenienti dalla bassa pressione.<br />

Quest’anno l’incremento è dipeso<br />

La separazione prevista supporta<br />

l’ottimizzazione del nostro portafoglio<br />

di combustione e l’avanzamento<br />

del nostro percorso di<br />

elettrificazione, mentre NewCo<br />

sarebbe in grado di perseguire<br />

opportunità di crescita nei combustibili<br />

alternativi, come l’idrogeno,<br />

e nell’aftermarket»<br />

Frédéric B. Lissalde, presidente<br />

e amministratore delegato di<br />

BorgWarner. ha precisato che: «Il<br />

nostro business dei veicoli elettrici<br />

sta accelerando. Riteniamo di<br />

essere già sulla buona strada per<br />

superare il nostro obiettivo di vendita<br />

di veicoli elettrici del 2025<br />

e negli ultimi due anni abbiamo<br />

annunciato o completato quattro<br />

acquisizioni. La prevista separazione<br />

dei nostri segmenti<br />

Fuel Systems<br />

e Aftermarket<br />

sarebbe un importante<br />

passo<br />

successivo per<br />

promuovere il nostro<br />

passaggio ai veicoli elettrici e<br />

far progredire la nostra visione di<br />

un mondo pulito ed efficiente dal<br />

punto di vista energetico, creando<br />

allo stesso tempo una nuova entità<br />

focalizzata con solide finanze per<br />

sostenere il suo futuro. Con Fuel<br />

Systems che cresce più velocemente<br />

del mercato e Aftermarket<br />

che dovrebbe beneficiare di tendenze<br />

favorevoli a lungo termine,<br />

riteniamo che anche NewCo<br />

sarebbe ben posizionata per il<br />

successo come azienda pubblica<br />

autonoma».<br />

dal progressivo processo di<br />

decarbonizzazione nello shipping<br />

(Gnl). L’uso crescente di questo<br />

combustibile è possibile grazie<br />

all’aumento dei flussi commerciali<br />

di gas naturale importati in<br />

Europa su navi metanifere, con<br />

l’obiettivo di sostituire i flussi di<br />

gas prima veicolati attraverso<br />

i gasdotti tra Europa e Russia.<br />

Per quanto riguarda l’Europa, la<br />

Germania si conferma per Vanzetti<br />

il mercato più consistente, con un<br />

consolidamento in ambito navale,<br />

dovuto soprattutto al rafforzamento<br />

dei rapporti commerciali, e un<br />

buon andamento anche del settore<br />

dei gas industriali. Si è verificata<br />

una crescita nel Regno Unito in<br />

tutti in settori, in special modo<br />

nella business unit industriale e<br />

dei gas industriali: un trend che<br />

riprende la crescita registrata nel<br />

2020, che aveva invece subito<br />

un rallentamento nel 2021. Una<br />

quota è stata segnata anche per<br />

la BU navale che fino al 2021<br />

non aveva registrato ordini in<br />

questo mercato. Anche il mercato<br />

francese e spagnolo hanno visto<br />

un consolidamento nel settore dei<br />

gas industriali, con un fatturato<br />

raddoppiato rispetto al 2021.<br />

NON LASCIA RADDOPPIA<br />

Dopo avere scosso le acque della motoristica con l’annuncio della massima<br />

efficienza termica mai raggiunta da un ciclo Diesel, Weichai si è superata a più<br />

riprese, toccando ora il 52,28%. A questo risultato ha recentemente affiancato<br />

un motore a gas con il 54,16% di efficienza<br />

Di fronte all’offensiva di Scania, che ha esteso<br />

i criteri di efficienza della piattaforma Super<br />

alle applicazioni industriali, Weichai non si<br />

formalizza, anzi, rilancia. Facciamo un passo indietro:<br />

nel 2020 Bosch ha fornito il common rail per<br />

il diesel a sei cilindri da 12,9 litri di Weichai. Nel<br />

mirino il traguardo dell’efficienza, quintessenza di<br />

qualsiasi scuola ingegneristica. Come noto agli addetti<br />

ai lavori, il sistema Bosch può essere utilizzato<br />

per pressioni da 1.800 a 2.500 bar ed è configurato<br />

per applicazioni fino a otto cilindri. A seconda delle<br />

esigenze, il sistema è in grado di durare fino a 1,6<br />

milioni di chilometri ed è stato progettato anche per<br />

funzionare con una propulsione elettrificata.<br />

Dopo avere varcato per prima la fatidica soglia del<br />

50% di efficienza su un motore a ciclo Diesel, nel<br />

mese di gennaio del 2022 l’azienda ha incrementato<br />

ulteriormente questo valore, raggiungendo il<br />

51,09%. Nemmeno il tempo di strappare l’ultima<br />

pagina del calendario e alla fine dell’anno scorso è<br />

arrivata la notizia che il primato era stato ulteriormente<br />

ritoccato verso l’alto. I cinesi hanno infatti<br />

comunicato di disporre di un diesel per veicoli commerciali<br />

con un’efficienza termica del 52,28%. Non<br />

paghi di avere migliorato il proprio stesso record, lo<br />

hanno affiancato a una unità a gas naturale dall’efficienza<br />

termica del<br />

54,16%. Rispetto ai<br />

prodotti comunemente<br />

sul mercato (motori<br />

diesel con un’efficienza<br />

termica media del<br />

46/47%), applicare<br />

un’efficienza termica<br />

del 52,28% significa<br />

ottimizzare la combustione<br />

e ridurre di<br />

conseguenza il consumo<br />

di carburante e le<br />

emissioni di anidride<br />

carbonica. Weichai ha<br />

stimato questi effetti<br />

nella misura del 12%.<br />

Come anticipato,<br />

Weichai ha addirittura<br />

raddoppiato, ciclo Diesel, ciclo Otto, poco<br />

importa. Risalgono al 2008 i primi avvicinamenti<br />

all’iniezione diretta di gas nel cilindro; nel 2012 il<br />

primo motore cinese a combustione con iniezione<br />

diretta di gas naturale compresso ad alta pressione<br />

nel cilindro. Dal 2018 il gruppo di lavoro di Weichai<br />

ha compiuto due importanti passi in avanti in<br />

termini di efficienza termica dei motori base a gas<br />

naturale, superando il 45% nel 2020 e il 50% nel<br />

2021. A novembre di quest’anno l’efficienza termica<br />

dei motori base a gas naturale è stata migliorata<br />

al 54,16%, conforme agli standard di emissioni China<br />

VI, e superando il livello più elevato del settore<br />

pari a 47,6%.<br />

Effetto a catena<br />

Hanno espresso il loro apprezzamento Steven<br />

Hartong, AD del Gruppo Bosch, Chris Mason,<br />

AD dell’International Federation of Automotive<br />

Engineers, Walter Downing, AD del Southwest<br />

Research Institute, Helmut Lister, CEO di AVL,<br />

Wei, Presidente di Chinese Engine Engineers Association<br />

of North America, China Mechanical<br />

Engineering Society, China Internal Combustion<br />

Engine Society, China Internal Combustion Engine<br />

Industry Association.<br />

13 litri Weichai<br />

diesel e gas.<br />

La galassia di<br />

Weifang annovera<br />

anche Baudouin,<br />

Ferretti, Kion, Linde<br />

Hydraulics, Psi.<br />

AUTOMOTIVE<br />

9


Euro 7, una tempesta in un bicchiere<br />

NAVIGANDO<br />

NEL DOMANI<br />

Concluso il fuoco d’artificio delle dichiarazioni,<br />

comincia ad emergere una realtà meno catastrofica<br />

di quanto annunciato. L’Euro 7 rimane comunque<br />

opacizzato da un velo di incertezza, dovuto anche<br />

alla contingenza politica all’Europarlamento, ma<br />

gli spiragli di luce ci sono. L’Euro 7G, per esempio,<br />

premia gli ibridi plug-in con geofencing<br />

AUTOMOTIVE<br />

C<br />

’è chi vince l’Oscar e chi si guadagna la Legion<br />

d’Onore. E, secondo i più maliziosi, il riconoscimento<br />

conferito a cavallo di Capodanno<br />

dal presidente Macron a Luca de Meo, non sarebbe<br />

legato all’eccellente lavoro svolto negli ultimi due<br />

anni come Ceo del gruppo Renault. Né un garbato<br />

invito a non lasciare la Régie, controllata dallo<br />

Stato francese, per prendere le redini di Stellantis,<br />

come vorrebbero le voci di corridoio. Ma il premio<br />

per la sua “dichiarazione capolavoro” nell’assumere<br />

l’incarico di presidente dell’Acea, l’Associazione<br />

europea dei costruttori di auto, va a Martin Lundstedt,<br />

Ceo Volvo: «La proposta di norme Euro 7,<br />

nella sua forma attuale, sottrarrebbe ingenti risorse<br />

umane e finanziarie all’elettrificazione, proprio nel<br />

momento in cui altre regioni del mondo stanno creando<br />

un ambiente di investimento attraente per la<br />

mobilità a emissioni zero». Nulla a che fare né con<br />

il bellicoso diktat di Carlos Tavares, Ceo di Stellantis,<br />

che ha parlato apertamente di «spreco di denaro<br />

per adeguare prodotti che avranno comunque vita<br />

breve» facendo riferimento allo stop UE ai motori<br />

a combustione interna a partire dal 2035. Né con la<br />

drastica presa di posizione di Oliver Blume, Ceo del<br />

gruppo Volkswagen che, fin dai tempi in cui guidava<br />

Porsche, va predicando «decideremo se aggiornare o<br />

meno tutti i nostri motori alle norme Euro 7 oppure<br />

offrire versioni esclusivamente elettriche». Visione<br />

smentita dai dati del mercato europeo per il primo<br />

semestre 2022, dove per ogni Bev Volkswagen ID.3<br />

venduta sono state commercializzate cinque Golf a<br />

benzina o gasolio, nonostante l’ondata di incentivi<br />

per le elettriche che ha investito i tre mercati chiave<br />

di Germania, Francia e Italia.<br />

Solo l’Europa ha detto stop<br />

Il problema vero è che l’Unione Europea resta per<br />

ora l’unico mercato al mondo ad aver messo nero su<br />

bianco l’addio ai motori endotermici nel 2035. Certo,<br />

la Cina si è posta l’obiettivo di farlo già nel 2030, ma<br />

resta soltanto un obiettivo, come pure dichiarano di<br />

voler fare, senza andare oltre, Brasile e India, mentre<br />

Canada e Taiwan parlano del 2040, nel silenzio<br />

totale degli Stati Uniti, dove solo la California sta<br />

valutando la scadenza al 2035. Se poi si aggiunge<br />

l’ipotesi, nutrita di fantapolitica, che lo scandalo Qatargate<br />

possa mettere in discussione la maggioranza<br />

green al Parlamento Europeo e far slittare più avanti<br />

il termine del 2035, ecco che le nuove norme Euro 7<br />

trovano una nuova luce. Potrebbero infatti dimostrarsi<br />

un prezioso “regolamento quadro” che, una volta per<br />

tutte, cancella il garbuglio di mezzi trucchi di omologazione<br />

trascinato di direttiva in direttiva, senza però<br />

chiedere interventi “impossibili” ai costruttori. Gruppi<br />

industriali multimiliardari che dietro la cortina fumogena<br />

delle dichiarazioni alla stampa, in realtà erano<br />

pronti a porre limiti ben più severi alle emissioni dei<br />

loro motori. Come ha scritto il quotidiano francese<br />

Le Monde, senza essere smentito, mettere il limite<br />

delle emissioni di NOx a 60 mg/km per le Euro 7<br />

è stato una scelta politica della Commissione Europea,<br />

a fronte della manifestata disponibilità di Acea<br />

di scendere fino a quota 35. «Era difficile chiedere ai<br />

costruttori di fare investimenti contemporaneamente<br />

su elettrico e termico» ha commentato sul quotidiano<br />

francese Pascal Canfin, presidente della Commissione<br />

ambiente del Parlamento di Strasburgo. Il merito?<br />

In primo luogo del commissario europeo al mercato<br />

interno, il francese Thierry Breton, che ha più volte<br />

sottolineato i rischi strategici e sociali dell’eutanasia<br />

del motore a combustione interna.<br />

Limiti raggiungibili<br />

Un esempio che dà il senso della nuova direttiva<br />

è proprio il nuovo limite “unico”, dalle utilitarie<br />

ai bus granturismo, di 60 mg/km per le emissioni<br />

di NOx, rimasto quello della norma Euro 6 per i<br />

propulsori delle auto a benzina e sceso da quota<br />

80 per le diesel. Un dato limite molto più oneroso<br />

da rispettare soltanto per il comparto dei mezzi<br />

pesanti dove i costi dei dispositivi per allineare a<br />

quota 60 i camion (56 per cento in meno rispetto a<br />

Euro 6) sono oggettivamente meglio “spalmabili”<br />

sui robusti listini di quei veicoli. Senza nascondere<br />

che, in attesa della ratifica della direttiva e dei<br />

regolamenti di attuazione delle norme Euro 7, si<br />

stanno sgonfiando pure due “bolle mediatiche”. La<br />

L’India per ora punta sul metano<br />

Ci vuole un briciolo di<br />

allenamento per capire, nel<br />

traffico di Mumbai, che diavolo si<br />

celi dietro la due volumi Toyota<br />

Glanza, con tanto di sigla Cng<br />

sulla coda. In un Paese da<br />

1,4 miliardi di abitanti, dove<br />

circolano 21 milioni di auto,<br />

la nuova frontiera green più<br />

che l’elettrico resta il metano,<br />

che oggi alimenta oltre il 6 per<br />

cento delle auto circolanti. E<br />

un discreto successo lo sta<br />

raccogliendo la compatta<br />

Toyota, in realtà un rebadging<br />

locale della Suzuki Baleno, il cui<br />

motore da 1,2 litri alimentato a<br />

gas naturale eroga 77 cavalli<br />

e 98 Nm di coppia. Il listino<br />

da 7.500 euro può apparire<br />

ridicolo, ma va tenuto presente<br />

un reddito medio pro capite 15<br />

volte più basso rispetto a quello<br />

dell’Italia.<br />

prima riguarda il fatto che i nuovi test Rde (Real<br />

driving emission) prevedano condizioni più severe<br />

per i test condotti a motore freddo, limitando ai<br />

primi 1.600 metri di percorrenza, con temperature<br />

esterne comprese tra -10 e +45 °C, la fase di riscaldamento<br />

del propulsore. L’altra tocca l’estensione<br />

a 240mila chilometri (Euro 6 si fermava a<br />

100mila) dell’obbligo di conformità dei dispositivi<br />

antinquinamento, un valore che in prima battuta<br />

può impressionare ma in realtà allinea l’Europa<br />

a Usa e Canada, che impongono 200mila miglia,<br />

semplificando di fatto la vita ai costruttori che operano<br />

nel mercato globale e non saranno più chiamati<br />

a realizzare serie differenti dispositivi per i<br />

due continenti.<br />

Che bello “switch”!<br />

Da ultimo, una vera propria chicca che potrebbe<br />

dimostrarsi anche un importante assist ai mezzi<br />

con propulsione convenzionale in vista di una proroga<br />

post 2035: tra le pieghe della nuova direttiva<br />

emerge la nascita dei veicoli a norma Euro 7G,<br />

riservata ai modelli ibridi plug-in dotati di geofencing,<br />

ovvero di un navigatore satellitare in grado<br />

di commutare automaticamente alla modalità<br />

emissioni zero (solo elettrica) la catena cinematica<br />

nel momento in cui il veicolo entra in un un centro<br />

urbano dove sia in vigore una Lez o Zez (Low o<br />

Zero emission zone).<br />

Martin Lundstedt,<br />

Ceo Volvo e<br />

presidente di Acea:<br />

«Con le nuove<br />

norme i produttori<br />

di camion<br />

dovranno trasferire<br />

sostanziali risorse<br />

ingegneristiche<br />

e finanziarie dai<br />

veicoli elettrici a<br />

batteria e a celle<br />

a combustibile<br />

al motore a<br />

combustione<br />

interna con un<br />

forte impatto sulla<br />

nostra transizione<br />

verso veicoli a<br />

emissioni zero.<br />

Non fa bene al<br />

clima, non fa bene<br />

alla salute delle<br />

persone e non fa<br />

bene al settore».<br />

10


UNEM. Fit for 55 e i biocarburanti<br />

ENDORSEMENT<br />

TECNOLOGICO<br />

Il Fit for 55 ha obliterato l’opposto della neutralità<br />

tecnologica sbandierata dall’UE. L’Unem ha presentato<br />

una piattaforma digitale che confronta le emissioni di<br />

CO 2<br />

delle auto e dei carburanti sull’intero ciclo di vita.<br />

Quanto abbiamo sentito ci è sembrato interessante e<br />

confuta il pensiero unico sulla elettrificazione come<br />

sinonimo di transizione ecologica<br />

AUTOMOTIVE<br />

12<br />

Unem, un acronimo quasi onomatopeico (almeno<br />

per la fonetica dei dialetti del Nord<br />

Italia). Unire, quindi fare massa critica, è la<br />

precondizione per riequilibrare gli assetti del Fit for<br />

55, decisamente sbilanciati a favore della elettrificazione.<br />

L’Unione energia per la mobilità, Unem,<br />

appunto, dal dopoguerra riunisce gli operatori della<br />

filiera dei combustibili a basso tenore di carbonio.<br />

L’associazione ha deciso di scendere attivamente in<br />

campo e promuovere la differenziazione e “personalizzazione”<br />

delle ricette per curare il morbo della<br />

diffusione atmosferica degli agenti inquinanti della<br />

combustione. L’introduzione è stata a cura del Presidente<br />

di Unem, Claudio Spinaci.<br />

«Le politiche europee hanno trascurato la sicurezza<br />

energetica a favore di obiettivi di decarbonizzazione,<br />

più a parole che a fatti» premette Spinaci.<br />

Claudio Spinaci - Unem<br />

«Obiettivi che devono essere sostenuti da sostenibilità<br />

economica e sociale» prosegue. Il costo dell’energia<br />

è fuori controllo per la scarsa attenzione<br />

nell’instaurare una struttura energetica sicura, mediante<br />

la diversificazione delle fonti e delle tecnologie.<br />

Il prezzo del gas è in salita dal 2021, la guerra<br />

ha semplicemente accentuato la tendenza. Spinaci<br />

entra nel merito della questione: «Vogliamo riportare<br />

il discorso sulla fattibilità tecnica, e abbandonare<br />

i presupposti ideologici, in particolar modo nella<br />

mobilità, dove sembra che sia contemplata solo<br />

l’elettrificazione». Insomma, Unem auspica scenari<br />

differenziati, includendo quello dei carburanti<br />

alternativi. Le emissioni calcolate solo allo scarico<br />

e non sull’intero ciclo di vita. «La tutela ambientale<br />

è assolutamente necessaria, ma se a questa non<br />

affianchiamo contemporaneamente la sostenibilità<br />

economica e sociale, e quindi la sicurezza energetica,<br />

i risultati sono quelli che oggi abbiamo davanti<br />

ai nostri occhi» è la sintesi del suo discorso.<br />

Viene in soccorso di questa impostazione uno studio<br />

che la Rie (Ricerche industriali energetiche) di<br />

Bologna ha condotto insieme a Unem. Lo studio ha<br />

analizzato le potenzialità dei biocarburanti, e degli<br />

Lcf in generale (Low carbon fuel), lo stato dell’arte<br />

delle tecnologie, le principali caratteristiche tecniche,<br />

logistiche ed economiche, i fattori abilitanti, la<br />

disponibilità di materie prime per la loro produzione,<br />

nonché le possibilità di sviluppo in relazione agli<br />

scenari energetici attesi per il 2030.<br />

Lisa Orlandi - Rie<br />

In rappresentanza del Rie è intervenuta la Direttrice<br />

responsabile Lisa Orlandi. Ha illustrato le ragioni<br />

degli e-fuel, di origine biogenica o sintetica, che riducono<br />

le emissioni fino al 90 per cento rispetto ai<br />

combustibili fossili nell’intero ciclo di vita. Oltretutto<br />

non richiedono infrastrutture ex novo. Sono però stati<br />

considerati cruciali dal programma Fit for 55 per il<br />

trasporto aereo e per quello marino, non nello stradale.<br />

«Ci sono due fattori determinanti per il successo<br />

di una nuova fonte: l’economia di scala e l’apprendimento»<br />

dice Orlandi. «I biocarburanti avanzati e gli<br />

e-fuel richiedono tempo per la penetrazione su larga<br />

scala. La principale differenza tra scenario delineato<br />

dall’Rse e quello disegnato dalla ricerca riguarda le<br />

macchine elettriche e i low carbon fuel». Come asserisce<br />

l’Associazione, lo scenario elaborato da Unem<br />

è alternativo ma non antitetico a quello adottato da<br />

Claudio Spinaci<br />

I numeri del mercato. Aci dixit<br />

Riportiamo i dati dell’Aci relativi al mese di<br />

novembre. Ancora in sofferenza il mercato<br />

delle auto di secondo mano, che a<br />

novembre ha messo a bilancio l’ennesimo<br />

risultato negativo, con un calo dell’8,3%<br />

dei passaggi di proprietà al netto delle<br />

minivolture rispetto allo stesso mese del<br />

2021. Per ogni 100 autovetture nuove ne<br />

sono state vendute 198 usate a novembre<br />

e 205 nei primi undici mesi dell’anno. Ai<br />

primi posti si confermano sempre i motori<br />

a gasolio e a benzina. La quota delle ibride<br />

Rse, traguarda un maggior sviluppo dei Lcf e una<br />

più realistica penetrazione dei veicoli elettrici (3,4<br />

milioni, equamente ripartiti tra Bev e Phev rispetto<br />

agli oltre 7 milioni previsti dallo scenario Rse).<br />

Gianni Murano - Esso Italia<br />

Il confronto tra gli scenari rende evidente come l’uso<br />

di Lcf, in combinazione con la parziale elettrificazione<br />

del parco veicoli nel trasporto leggero su<br />

strada, risulti altrettanto efficace ed efficiente nella<br />

riduzione delle emissioni rispetto all’elettrificazione<br />

spinta del comparto.<br />

«Lo studio illustrato oggi (mercoledì 30 novembre<br />

2022, ndr)» ha aggiunto Gianni Murano, presidente<br />

Esso Italiana e chairman del Gruppo strategico<br />

carburanti alternativi ed energie per la mobilità di<br />

Unem, «sviluppa uno scenario che, pur traguardando<br />

gli obiettivi 2030, presenta un parco circolante<br />

più realistico di quelli elaborati nel Pniec e da Rse.<br />

Appare infatti significativo notare come lo scenario<br />

Rse preveda 6,2 milioni di autovetture elettriche pure<br />

(Bev) al 2030 a fronte di poco meno di 40.000 unità<br />

immatricolate nei primi dieci mesi del 2022. Ferme<br />

restando queste tendenze, sarebbe quindi necessario<br />

che per i prossimi sette anni l’80 per cento di tutte<br />

le nuove immatricolazioni fossero elettriche per<br />

a benzina si attesta invece al 3,7%, mentre<br />

stenta ancora a decollare un mercato delle<br />

elettriche di seconda mano. In totale nei<br />

primi undici mesi del 2022 rispetto allo<br />

stesso periodo del 2021 i trasferimenti<br />

netti di proprietà hanno archiviato flessioni<br />

del 10,7% per le autovetture, del 5,2% per<br />

i motocicli e dell’8,7% per tutti i veicoli. In<br />

terreno ampiamente negativo a novembre<br />

le radiazioni di autovetture, che hanno<br />

archiviato un calo del 29,1% rispetto al<br />

mese di novembre 2021, con solo 79.983<br />

pratiche (numero più basso in assoluto<br />

per novembre) rispetto alle 112.738 dello<br />

stesso mese del 2021. Il tasso unitario di<br />

sostituzione mensile si attesta pertanto a<br />

0,68 (ogni 100 auto nuove ne sono state<br />

radiate 86), salendo complessivamente<br />

a 0,79 nei primi undici mesi dell’anno.<br />

Da gennaio a novembre 2022 rispetto<br />

allo stesso periodo del 2021 le radiazioni<br />

hanno archiviato decrementi del 29,6%<br />

per le autovetture, del 3,2% per i motocicli<br />

e del 27,1% per tutti i veicoli.<br />

arrivare agli obiettivi indicati da Rse». Il vicepresidente<br />

di Unem sottolinea un aspetto interessante,<br />

apparentemente rispondente all’eterogenesi dei fini.<br />

In questa congiuntura, all’insegna dell’indecisione,<br />

la rottamazione è ferma, bloccando il fisiologico ricambio<br />

del vetusto parco circolante con automobili<br />

omologate Euro 6. Insomma, più che agire a favore<br />

della riduzione degli inquinanti allo scarico, si ottiene<br />

un decadimento dell’efficienza dell’esistente.<br />

Lca secondo il Concawe<br />

Questa è stata l’occasione per presentare la piattaforma<br />

digitale “Car CO 2<br />

comparator”, in grado di<br />

calcolare e confrontare, in tempo reale, le emissioni<br />

di gas serra di auto e di carburanti, valutandone<br />

l’impronta ambientale lungo il suo intero ciclo di<br />

vita. Dal “tank-to-wheel” all’Lca, “Life cycle assessment”.<br />

Lo strumento del Concawe include diversi<br />

parametri: powertrain, carburanti, profilo di guida,<br />

intensità carbonica nella produzione di elettricità o<br />

di fuel, condizioni ambientali. Nel corso della conferenza<br />

stampa sono stati presentati quattro casi<br />

mettendo a confronto un’auto elettrica (Bev), una<br />

ibrida non ricaricabile (Hev) e una Plug-in ricaricabile<br />

(Phev) con diversi tipi di alimentazione: B7,<br />

Hvo ed e-fuel.<br />

Cos’è l’Unem?<br />

Aderisce a<br />

Confindustria<br />

dal 1977 e a<br />

Confindustria<br />

Energia dal 2005.<br />

L’Unione Energie<br />

per la Mobilità<br />

intende promuovere,<br />

accompagnare<br />

e sostenere<br />

l’evoluzione dei<br />

propri associati e<br />

rappresentare le<br />

nuove realtà attive<br />

nelle tematiche<br />

ambientali, nei<br />

low carbon fuels,<br />

nell’innovazione<br />

di processo, anche<br />

in ambito digitale.<br />

Lisa Orlandi<br />

Gianni Murano Franco Del Manso<br />

13


IDROGENO. Hyvia: Renault e Plug Power<br />

PER I FURGONI<br />

CI SONO<br />

LE CELLE<br />

L’endotermico è rivitalizzato dal’idrogeno soprattutto<br />

sulle taglie forti. Fu allo Iaa di Hannover che vedemmo<br />

13 e 15 litri agli stand Cummins, Fpt Industrial e<br />

Weichai. I commerciali sembrano invece più inclini<br />

alle celle a combustibile. Abbiamo parlato con<br />

il massimo dirigente di Hyvia, la joint-venture che<br />

equipaggia il Renault Master H2 Tech<br />

«In Germania ci sono già oltre 80 stazioni di rifornimento,<br />

in Francia circa 20. Esiste un progetto europeo<br />

per accelerarne la diffusione, anche in Italia<br />

(dove ricordiamo essercene soltanto una, quella di<br />

Mestre, di cui abbiamo raccontato sul numero di luglio/agosto<br />

2022, ndr). La maggior parte dei clienti<br />

dispone di un parco tra 100 e 200 furgoni; quindi,<br />

hanno installato pompe di rifornimento in sede. In<br />

quel caso possiamo fornire gli impianti per l’idrogeno.<br />

Hyvia è in grado di installare erogatori all’interno<br />

dei plessi interessati, ci stiamo confrontando con<br />

diversi interlocutori per produrre idrogeno verde e<br />

possiamo assemblare gli elettrolizzatori».<br />

E l’endotermico?<br />

«Abbiamo investigato l’opportunità di adattare il<br />

motore endotermico all’idrogeno, ma si è rivelata<br />

una strada problematica. La molecola dell’idrogeno<br />

è piccola e il motore esistente richiede un profondo<br />

adattamento».<br />

Come procede la road map di Hyvia?<br />

«In linea con le aspettative. Beneficiamo della piattaforma<br />

di Renault, del loro know-how veicolare,<br />

Plug Power ci ha messo le competenze sulle celle a<br />

combustibile e sulle stazioni di ricarica. In Spagna<br />

Plug Power ha un accordo con Acciona Energía<br />

per la produzione di idrogeno verde. Col porto di<br />

Anversa, in Belgio, esiste un accordo analogo. Per<br />

noi significa avere accesso ai nostri clienti».<br />

Hyvia e Faurecia.<br />

I sistemi di<br />

stoccaggio<br />

dell’idrogeno<br />

prodotti da<br />

Faurecia saranno<br />

montati sui veicoli<br />

commerciali<br />

Hyvia alimentati<br />

a idrogeno.<br />

La produzione<br />

dei sistemi di<br />

stoccaggio<br />

dell’idrogeno di<br />

Faurecia avverrà<br />

nello stabilimento<br />

di Allenjoie<br />

(Francia).<br />

AUTOMOTIVE<br />

Si fa un gran parlare dell’idrogeno, prevalentemente<br />

associato alla produzione di energia da<br />

stazionari (vedi il gruppo di Bruno Generators,<br />

con lo zampino di Punch Hydrocells), a qualche<br />

ragionamento su barche da lavoro e camion (Hyundai<br />

è in consegna, anzi, ha consegnato: basta dare<br />

un’occhiata alla rete stradale svizzera). E sui commerciali,<br />

che in ragione della massa critica potrebbero<br />

consacrare questa tecnologia? Un esempio lo<br />

trovate nel box, e riguarda la sinergia tra Iveco e<br />

Hyundai. Un altro ve lo riportiamo qui, a seguire, e<br />

risponde al caso di Hyvia, joint-venture tra il Gruppo<br />

Renault e Plug Power, specialista statunitense<br />

di fuel cell. La data di battesimo è il 3 giugno del<br />

2021. L’impianto di Flins, nell’Île-de-France, è il<br />

primo passo di un progetto industriale più ampio,<br />

che parte dagli attuali 3.000 metri quadrati.<br />

«La fabbrica Hyvia fa parte del pilastro “re-energy”<br />

della nostra fabbrica strategica di Flins. Contribuirà<br />

ad aumentare l’integrazione locale, creando<br />

valore in Francia e in Europa», ha dichiarato,<br />

a suo tempo, Luca de Meo, direttore generale del<br />

Gruppo Renault.<br />

«Siamo presenti in Europa da oltre dieci anni, essendo<br />

uno dei principali investitori nello sviluppo<br />

del settore europeo delle celle a combustibile», ha<br />

aggiunto Andy Marsh, amministratore delegato di<br />

Plug Power.<br />

La cella a combustibile da 30 chilowatt che sarà<br />

prodotta a Flins è una tecnologia a membrana a<br />

scambio protonico. I flussi di aria e idrogeno entrano<br />

nello stack delle celle a combustibile che alimenteranno<br />

l’intera gamma di Renault Master H2-Tech.<br />

Il furgone alimentato a idrogeno con la losanga sul<br />

muso ha un volume di carico di 12 metri cubi. È dotato<br />

di una cella a combustibile da 30 chilowatt, una<br />

batteria da 33 kWh e serbatoi contenenti 6,4 chili<br />

di idrogeno (4 serbatoi da 1,6 chili). Per completare<br />

il quadro, recuperiamo alcuni passaggi della nostra<br />

chiacchierata con David Holderbach, presidente<br />

di Hyvia.<br />

Perché dovrei scegliere questo veicolo commerciale<br />

a idrogeno, invece di uno elettrico?<br />

«Renault Master e2Tech è un complemento della<br />

versione elettrica. Per un utilizzo non troppo intensivo<br />

si può scegliere l’elettrico, ma la maggior<br />

parte dei clienti dei veicoli commerciali spesso devono<br />

viaggiare a un regime sostenuto, con un utilizzo<br />

intenso dalla mattina alla sera. In questo caso<br />

le nostre simulazioni ci indicano che l’elettrico non<br />

è efficiente. Con l’idrogeno possiamo rispettare il<br />

range richiesto e fare rifornimento in pochi minuti».<br />

Ma sulla media e lunga tratta le imprese di trasporto<br />

utilizzano ancora il diesel…<br />

«Sì, però devono rispettare le prescrizioni normative<br />

e ridurre l’impronta di carbonio. Solo in Francia<br />

sono più di 50 le città che stanno pianificando<br />

di proibire il termico. Oggi, la maggior parte dei<br />

magazzini di consegna si trova in prossimità delle<br />

grandi città, per le consegne richiedono da 45<br />

minuti a un’ora e mezza di tempo. Servono quindi<br />

batterie e velocità. Quando si arriva al 20 per cento<br />

di carica hai necessariamente bisogno di ricaricare,<br />

magari mentre stai ancora lavorando».<br />

E il tema nevralgico delle infrastrutture?<br />

L’eDaily di Iveco visto da Hyundai<br />

Il Daily alimentato a idrogeno, che<br />

vedremo non prima del 2024, è<br />

equipaggiato con sistema a celle a<br />

combustibile e motore elettrico da 190<br />

cavalli forniti da Hyundai. Mentre 6<br />

serbatoi offrono una capacità di stoccaggio<br />

combinata di 12 chili di idrogeno. Ce ne<br />

parlano Martin Zeilinger per Hyundai<br />

Motor e Marco Liccardo per Iveco Group.<br />

Le celle a combustibile sono<br />

effettivamente sviluppate da Hyundai<br />

Motor? E i serbatoi di idrogeno?<br />

Zeilinger: «Il nostro Fuel cell center conta<br />

sull’intera catena di fornitura basata<br />

in Corea, con i componenti principali<br />

provenienti da fornitori nazionali coreani,<br />

mentre lo stack della cella a combustibile<br />

è sviluppato e prodotto da Hyundai Motor<br />

Group. Il sistema di celle a combustibile<br />

Hyundai è ampiamente testato nel mondo<br />

delle autovetture. I serbatoi non sono<br />

prodotti da Hyundai, che si occupa però<br />

dell’integrazione elettrica nel sistema a<br />

celle a combustibile».<br />

Quali sono le peculiarità della catena<br />

Gli incentivi?<br />

«Sono necessari per partire. Oggi siamo in possesso<br />

di prototipi e volumi modesti, è un po’ l’approccio<br />

delle auto di lusso. Se guardo alla produzione<br />

di massa di domani, lavorando al prossimo veicolo,<br />

possiamo vedere i costi contrarsi già del 20%».<br />

cinematica del Daily Fcev?<br />

Liccardo: «Il gruppo propulsore,<br />

compreso l’assale posteriore, è<br />

realizzato da Fpt Industrial. Noi<br />

abbiamo eseguito internamente<br />

l’integrazione e la calibrazione<br />

di come il veicolo deve<br />

muoversi in base agli input<br />

che riceve, sia dalle batterie,<br />

sia dalle celle a combustibile.<br />

Si tratta di una e-machine con<br />

assale convenzionale, poiché<br />

volevamo un’architettura<br />

molto compatta per conservare tutta la<br />

modularità che la linea Daily oggi offre».<br />

Le celle a combustibile possono essere<br />

una tecnologia appetibile per tutti i<br />

segmenti di veicoli commerciali?<br />

Liccardo: «Dobbiamo considerare due<br />

aspetti. Primo, quando si ha bisogno di<br />

un’elevata quantità di energia, riteniamo<br />

che l’idrogeno possa svolgere un ruolo<br />

migliore rispetto alle batterie. I sistemi<br />

a celle a combustibile possono essere<br />

utilizzati, oltre che per aumentare<br />

l’autonomia del veicolo, anche per fornire<br />

energia ad apparecchiature come le unità<br />

di refrigerazione<br />

o le applicazioni di bordo altamente<br />

energivore».<br />

Zeilinger: «È importante la questione<br />

dei tempi di rifornimento più brevi. Per<br />

l’idrogeno, stiamo parlando di 15 minuti<br />

per una ricarica completa, che è molto<br />

meno rispetto al minimo di un’ora per i<br />

veicoli full electric. Il rifornimento breve,<br />

per sua natura, è un vantaggio notevole<br />

per chi utilizza veicoli commerciali».<br />

14<br />

15


PUNCH. Fa l’Euro 7 con Renault<br />

HYUNDAI. Idrogeno con Enginius<br />

SIAMO APPENA AGLI INIZI<br />

Punch Torino e il Gruppo Renault hanno da poco firmato un accordo di<br />

collaborazione sulle unità a 4 cilindri che si apprestano a varcare il Rubicone<br />

dell’Euro 7. In prospettiva si va anche oltre ai fossili: tramite Punch Hydrocells<br />

si aprono finestre sugli endotermici a idrogeno<br />

IN MEDIO STAT VIRTUS<br />

Dove per “medio” si intede la taglia camionistica. I camion da<br />

distribuzione si prestano all’adozione delle fuel cell a idrogeno,<br />

come dimostra l’accordo tra Htwo, il marchio specializzato sulle celle<br />

a combustibile di Hyundai, ed Enginius, del gruppo Faun<br />

In basso, Pierpaolo<br />

Antonioli, Cto del<br />

Gruppo Punch<br />

e Ceo di Punch<br />

Torino.<br />

AUTOMOTIVE<br />

Abbiamo imparato a conoscere<br />

Punch principalmente per le<br />

interpretazioni endotermiche<br />

del mondo stazionario e nautico. Il<br />

gruppo belga, però, rimane ancorato<br />

alle origini automobilistiche. Del<br />

resto proviene tutto da lì, dalle quattro<br />

ruote, a cascata, su industriale e<br />

marino. L’Euro 7 sarà una bella gatta<br />

da pelare, le anticipazioni non sono<br />

confortanti, e l’Unione Europea non<br />

ha ancora sciolto le riserve relative<br />

alle bozze sul tavolo.<br />

Sarà un lustro intenso e il Gruppo<br />

Renault ha deciso di viverlo proprio<br />

insieme a Punch Torino. Le due<br />

aziende a cavallo delle Alpi hanno<br />

siglato un protocollo d’intesa vincolante<br />

relativo alla collaborazione<br />

sui motori diesel Renault, 4 cilindri,<br />

per i veicoli commerciali leggeri. In base ai termini<br />

dell’accordo, Punch potrà acquistare, utilizzare<br />

e rivendere gli attuali e i futuri diesel 4 cilindri<br />

della Losanga. Il Gruppo Renault farà rientrare<br />

questa partnership nell’ambito del Progetto Horse<br />

annunciato in occasione del Capital Market Day.<br />

Nell’ambito del Progetto Horse, i team di ingegneri<br />

del Gruppo Renault continueranno a sviluppare<br />

motori diesel a basse emissioni per i veicoli commerciali<br />

leggeri, collaborando anche con le risorse<br />

ingegneristiche di Punch. I due partner uniranno le<br />

forze per lo sviluppo delle varianti Euro 6 ed Euro<br />

7 dei motori diesel Renault 4 cilindri per i veicoli<br />

commerciali leggeri, la cui produzione è prevista a<br />

partire dal 2025. La produzione di motori per soddisfare<br />

le esigenze dei partner sarà realizzata presso<br />

lo stabilimento Renault di Cleon in Normandia,<br />

Francia.<br />

Gilles Le Borgne, Direttore Ingegneria del Gruppo<br />

Renault, ha dichiarato: «Siamo lieti di stringere<br />

una partnership con Punch Torino, che acquisterà<br />

i motori diesel Renault 4 cilindri per i suoi clienti<br />

dei veicoli commerciali leggeri. È una prova concreta<br />

dell’importanza del Progetto Horse, che apre<br />

nuove opportunità di mercato. La condivisione delle<br />

competenze e degli investimenti è di fondamentale<br />

importanza per sviluppare motori a combustione<br />

a basse emissioni in grado di soddisfare le future<br />

normative europee e di fornire ai nostri clienti<br />

le migliori soluzioni della categoria, riducendo al<br />

tempo stesso l’impatto ambientale».<br />

«Siamo entusiasti di questa nuova partnership con<br />

un attore mondiale come il Gruppo Renault. La<br />

nostra storia come parte di un costruttore automobilistico<br />

ci ha sicuramente aiutato a conquistare la<br />

credibilità necessaria per instaurare questa collaborazione.<br />

Non vediamo l’ora di cogliere le opportunità<br />

offerte da una gamma di motori ancora più<br />

ampia», ha dichiarato Pierpaolo Antonioli, Chief<br />

Technology Officer del Gruppo Punch e Chief Executive<br />

Officer di Punch Torino.<br />

Sono oltre 5 milioni i chilometri percorsi in<br />

Svizzera in poco più di due anni dagli Xcient<br />

di Hyundai. Il camion è dotato di un sistema<br />

di celle a combustibile a idrogeno da 180 chilowatt<br />

con due stack da 90 chilowatt ciascuno. Il motore<br />

elettrico eroga 350 chilowatt e 2.237 Newtonmetro.<br />

I sette serbatoi offrono una capacità di stoccaggio<br />

combinata di circa 31 chili, il set di tre batterie garantisce<br />

complessiva 72 kWh, per un’autonomia<br />

di 400 chilometri in condizioni reali. Le interpretazioni<br />

di Hyundai sui veicoli commerciali non si<br />

fermano però a medi e pesanti; Htwo, la divisione<br />

di Hyundai Motor Group dedicata ai sistemi<br />

a celle a combustibile di idrogeno, ha<br />

firmato un accordo di cooperazione<br />

con Enginius, sussidiaria del gruppo<br />

tedesco Faun, per la fornitura di<br />

celle a combustibile destinata alla<br />

produzione di massa di camion<br />

commerciali alimentati a idrogeno.<br />

Grazie alla collaborazione<br />

con il gruppo Faun, uno dei principali<br />

attori del mercato europeo<br />

dei camion per la raccolta dei rifiuti,<br />

Htwo accelererà ulteriormente il proprio<br />

business dei sistemi a celle a combustibile.<br />

Attraverso<br />

questa collaborazione,<br />

il sistema fuel cell da<br />

90 chilowatt di Htwo<br />

sarà abbinato al telaio<br />

Enginius su applicazioni<br />

commerciali:<br />

si va dai camion per<br />

la raccolta dei rifiuti<br />

e ai distribuzione.<br />

Enginius è il primo<br />

produttore europeo<br />

di camion ad ottenere<br />

l’omologazione UE<br />

per i veicoli Fcev (la<br />

sigla che indica i veicoli<br />

elettrificati con<br />

celle a combustibile)<br />

e ha fornito 60 camion<br />

Bluepower per<br />

la raccolta dei rifiuti<br />

in Europa. L’autocarro di sarà equipaggiato con il<br />

sistema di celle a combustibile Htwo. I test sul medio<br />

Citypower, presentato da Enginius all’Iaa Transportation<br />

2022, saranno effettuati nel 2024; mentre<br />

la produzione in serie è prevista a partire dal 2025.<br />

«È la prima volta che forniamo il nostro sistema<br />

a celle a combustibile a un altro Oem su larga<br />

scala. La flotta di Enginius, che inizialmente<br />

sarà composta da oltre 1.100 autocarri fuel cell,<br />

segnerà un’espansione significativa del business<br />

dei sistemi a idrogeno di Hyundai», ha dichiarato<br />

Taewon Lim, Executive Vice President<br />

dell’Hydrogen and Fuel Cell Business<br />

Center di Hyundai Motor<br />

Group. «È la prima volta che<br />

forniamo il nostro sistema<br />

a celle a combustibile a<br />

un altro Oem su larga<br />

scala. La flotta di<br />

Enginius, che inizialmente<br />

sarà composta<br />

da oltre 1.100 autocarri<br />

fuel cell, segnerà un’espansione<br />

significativa del<br />

business dei sistemi a idrogeno<br />

di Hyundai».<br />

Taewon Lim,<br />

Executive Vice<br />

President<br />

dell’Hydrogen and<br />

Fuel Cell Business<br />

Center Hyundai<br />

Motor Group,<br />

insieme a Patrick<br />

Hermanspann, Ceo<br />

del gruppo Faun.<br />

AUTOMOTIVE<br />

16<br />

17


CNH INDUSTRIAL. Tech Day. Phoenix, Arizona<br />

TRA LA VIA<br />

EMILIA E IL MID<br />

(E FAR) WEST<br />

Guccini si è fermato al West, Cnh pure,<br />

e noi con loro. La tappa intermedia nel<br />

Midwest si riferisce alla dialettica tra gli<br />

R&D di Modena e Burr Ridge, vicino a<br />

Detroit, che ha partorito due anteprime:<br />

il T4 Electric Power, utility elettrificato, e<br />

il T7 Methane Power, a Gpl. Il Tech Day si<br />

è svolto a Phoenix. Noi c’eravamo e ve lo<br />

raccontiamo qui<br />

Terra<br />

C<br />

’era una volta il West, secondo Sergio Leone, ed<br />

è in Arizona, nel profondo sud-ovest degli Stati<br />

Uniti, che Cnh Industrial ha svelato le sue accelerazioni<br />

sul cammino della transizione energetica.<br />

Si chiamano rispettivamente T4 Electric Power e T7<br />

Methane Power i due assi nella manica che abbiamo<br />

saggiato nel deserto, poco distante da Phoenix. Giovedì<br />

8 dicembre, quei 19 gradi di temperatura hanno<br />

riscaldato il trattore aziendale a emissioni zero allo<br />

scarico (al momento, un unicum su scala mondiale) e<br />

il T7, evoluzione heavy-duty per i trattori da campo<br />

aperto. Anche lui un pioniere: il combustibile è il Gnl.<br />

Il sole è stato un’autentica manna dal cielo dopo il diluvio<br />

dei giorni precedenti. Come ci ha ricordato Scott<br />

Wine, l’Amministratore delegato di Cnh Industrial,<br />

tra domenica e lunedì sono scesi circa 43,2 millimetri<br />

di pioggia. La media stagionale, su base annuale, ammonta<br />

a circa 102 mm… È lo stesso Ceo a inquadrare<br />

l’epifania dei due “alternativi”. «Sono soluzioni ispirate<br />

ai clienti, sia il trattore elettrico che quello a gas<br />

naturale liquefatto (Gnl o, se preferite, Lng, nell’acronimo<br />

in lingua inglese, ndr)». Un’ispirazione scaturita<br />

dalla interazione tra i centri di ricerca e sviluppo sulle<br />

due sponde dell’Atlantico: Modena e Burr Ridge, tra<br />

Chicago e Detroit. Cominciamo dal tema più in voga:<br />

l’elettrificazione. Il Gruppo Cnh Industrial ha investito<br />

in una quota azionaria di Monarch Tractors, partner<br />

per il T4, e dispone di un’altra palestra di idee: Fpt<br />

Industrial. Seppure ufficialmente annoverata tra le fila<br />

del Gruppo Iveco, dopo lo spin-off tra automotive pesante<br />

e applicazioni mobili industriali, Fpt rimane lo<br />

specialista di riferimento per l’assetto propulsivo. A<br />

supporto dell’ingegneria torinese ricordiamo le acquisizioni<br />

di Potenza Technology, che a Coventry,<br />

nel Regno Unito, da oltre vent’anni si occupa della<br />

elettrificazione parziale e totale della catena cinematica,<br />

e di Microvast, acquartierata a Houston, in Texas,<br />

specialista delle batterie a ricarica ultra-rapida, della<br />

chimica e dei sistemi di controllo. Una massa critica<br />

che trova terreno fertile su strada, come dimostra il<br />

Crossway, autobus concepito a quattro mani da Iveco<br />

e dalla stessa Microvast. Le principali variabili da<br />

affrontare nella elettrificazione sono la calibrazione<br />

dei picchi di carico, il dimensionamento delle batterie<br />

e l’elaborazione dei sistemi di controllo elettronico<br />

(ci riferiamo al nevralgico ganglio del Bms, Battery<br />

management system). Ma torniamo al nostro. Come<br />

suggerisce Marc Kermisch, Chief Digital & Information<br />

Officer di Cnh Industrial: «Il T4 Electric Power è<br />

la soluzione ideale per operazioni che richiedono una<br />

bassa potenza. È adatto per aziende agricole miste,<br />

zootecniche, frutticole, per le municipalità, e per le<br />

applicazioni specialistiche». In attesa di tastarne il polso<br />

in campo, possiamo anticipare che il motore elettrico<br />

eroga fino a 120 cavalli (88,2 chilowatt), con una<br />

coppia massima di 440 Newtonmetro, che consentono<br />

una traslazione fino alla velocità di punta di 40 km/h.<br />

Chiaramente dipende dalla tipologia di utilizzo, ma<br />

tendenzialmente il pacco batterie è in grado di coprire<br />

l’intera giornata di lavoro.<br />

E l’autonomia?<br />

La risposta di Cnh alla fatidica domanda sull’autonomia<br />

è la seguente: utilizzando i sistemi di ricarica<br />

rapida basta un’ora per raggiungere il 100 per cento.<br />

Le prese elettriche del trattore supportano altre attività<br />

dell’azienda agricola, e possono fungere da generatore<br />

di energia di riserva. L’output elettrico soddisfa anche<br />

i dispositivi a bordo; per esempio, la camera che<br />

monitora a 360 gradi e il fleet manager system che<br />

interagisce con l’interfaccia sul cellulare. I benefici<br />

immediati di questo genere di alimentazione si manifestano<br />

nell’abbattimento di vibrazioni e rumore, quelli<br />

a medio termine nella riduzione dei costi di gestione.<br />

In entrambi i casi la stima del costruttore è un taglio<br />

del 90 per cento. Per farla breve, l’elettrico fornisce<br />

più trazione, una migliore guidabilità del mezzo e la<br />

quasi totale radiazione di quegli elementi di disturbo<br />

dell’agricoltore chiamati rumore e vibrazioni.<br />

L’epifania del Gnl<br />

È una ricetta applicabile ai veicoli a bassa richiesta<br />

energetica. La portata “disruptive” del T4 Electric<br />

Power, per dirla come i nostri ospiti americani, risiede<br />

anche nella autonomizzazione della guida. Come<br />

anticipato poco fa, una camera è posizionata sul tetto,<br />

insieme ad altre telecamere e centraline di controllo,<br />

per sovrintendere alle funzioni automatizzate. Gli agricoltori<br />

possono attivare a distanza il trattore tramite<br />

un’app per smartphone. Con la modalità “Shadow -<br />

Follow Me” gli operatori sincronizzano le macchine,<br />

coadiuvati da un sistema di percezione a 360° gradi che<br />

rileva ed evita gli ostacoli. Le funzionalità di gestione<br />

della flotta permettono di assegnare compiti a ogni<br />

singola macchina e di tenerla sotto controllo ovunque<br />

e comunque. Si scaldino ora i 270 cavalli dell’N67<br />

NG di Fpt, che equipaggia il T7 Methane Power. Il gas<br />

nel serbatoio può derivare anche da biomasse, perché<br />

la molecola è la stessa, CH 4<br />

. Anzi, come sottolinea<br />

Oscar Baroncelli, New Holland Agriculture Tractors<br />

Product Management Leader Global (qualcuno lo ricorderà<br />

per la sua recente militanza in Fpt Industrial):<br />

«Cnh Industrial riconosce solo il biometano, non ha<br />

senso parlare di gas metano dalla rete, specialmente<br />

in questa congiuntura». Soffermiamoci sul serbatoio,<br />

criogenico, perché rispetto al T6 Cng, anch’esso motorizzato<br />

dal 6 in linea, assistiamo all’apparizione della<br />

versione liquefatta del metano (nb: il gas è sottoposto<br />

al processo di liquefazione a una temperatura compresa<br />

tra -157°C e -162°C). Concepito originariamente<br />

per le navi cargo, è stato implementato da Iveco sugli<br />

stradali pesanti Stralis, attualmente S-Way. Parliamo<br />

proprio di quel camion che nel 2018 ha percorso 1.728<br />

km da Londra a Madrid con un solo pieno di Gnl. Perché<br />

questa è la chiave di volta, la densità energetica,<br />

che si riflette nella esponenziale lievitazione dell’autonomia.<br />

La conditio sine qua non per consentire agli<br />

agricoltori di effettuare operazioni sfidanti, sotto l’aspetto<br />

dell’assorbimento di potenza, come aratura o<br />

traslazione, senza dovere fare tappa al “distributore”.<br />

La gestione e l’immagazzinamento del Gnl sono state<br />

sviluppate in collaborazione con Bennamann, start-up<br />

britannica specializzata in sistemi per catturare e riutilizzare<br />

le emissioni di metano per la generazione. La<br />

collaborazione è iniziata nel marzo 2021, quando Cnh<br />

ha acquisito una quota di minoranza. Il target principe<br />

di questa macchina sono le aziende lattiero-casearie di<br />

taglia media (circa 110 capi), che<br />

scontano il deficit di sostenibilità<br />

ambientale delle emissioni metanifere<br />

aeree dovute alle deiezioni<br />

bovine. Per capirci, un chilo di biogas<br />

rilasciato nell’ambiente produce<br />

effetti equivalenti a 25 chili di<br />

CO 2<br />

. Due aziende agricole stanno<br />

testando questo sistema, in Cornovaglia,<br />

altre ne seguiranno nel<br />

Regno Unito, dove sono vigenti i<br />

crediti della CO 2<br />

. A Modena c’è un<br />

allevamento pionieristico in Italia.<br />

Stanno convertendo il bio-digestore<br />

di un sito di grandi dimensioni,<br />

dove allevano bovini da latte per il<br />

parmigiano-reggiano.<br />

In questa foto<br />

il connubio tra<br />

Cnh Industrial<br />

e Bennamann.<br />

Il pieno di Gpl<br />

si fa in azienda.<br />

In basso, l’N67 NG<br />

di Fpt Industrial che<br />

equipaggia il T6,<br />

a gas compresso,<br />

e il T7, a gas<br />

liquefatto. Sopra,<br />

il cofano del T4: la<br />

sorpresa è il pacco<br />

batterie al posto<br />

dell’endotermico.<br />

18<br />

19


NGV POWERTRAIN. 8,7 litri “alternativi”<br />

COMPRESSO<br />

LIQUIDO O<br />

ALCOLICO?<br />

Con Clino D’Epiro abbiamo già affrontato<br />

il tema alcoli. Ngv <strong>Powertrain</strong> è infatti<br />

proiettata nella rivalutazione del peso<br />

specifico del motore termico. A lui<br />

si è affiancato Cesare D’Ippolito per<br />

raccontarci “vita, morte e miracoli”<br />

dell’FP087, sviluppato sulla base<br />

del Cursor 9, sia in versione a metano<br />

che bioetanolo e metanolo<br />

Terra<br />

Clino D’Epiro ci ha accompagnati, in un precedente<br />

articolo, alla scoperta degli alcoli, nella<br />

ricetta energetica di Ngv <strong>Powertrain</strong>. Approfondiamo<br />

il tema e, insieme a lui e a Cesare D’Ippolito,<br />

ci avviciniamo all’Ngv-FP087, il motore “fuel agnostic”<br />

di Ngv <strong>Powertrain</strong>, come lo definiscono loro<br />

stessi. Un aggettivo entrato da poco nella semantica<br />

di questo settore, ma già molto in voga. E c’è una<br />

ragione, anzi, più di una.<br />

D’Epiro: «Questo motore è espressione di una filosofia<br />

che stanno abbracciando i motoristi puri,<br />

conseguenza del fenomeno della elettrificazione, più<br />

futuro che presente ma che già oggi drena imponenti<br />

investimenti. Quella che appena qualche anno fa<br />

sembrava una prevedibile tendenza è diventata però<br />

velocemente una realtà. Molte case stanno razionalizzando<br />

gli investimenti sui motori, limitando le<br />

varianti, soprattutto quelle a combustibili non main<br />

stream».<br />

D’Ippolito: «Ngv <strong>Powertrain</strong> è “fuel agnostic” per<br />

dna. Siamo sempre partiti da un hardware comune<br />

per sviluppare le nostre versioni. È una tendenza<br />

latente, che avevamo in potenza e abbiamo adesso<br />

messo in atto. Con Ngv-FP087 siamo partiti da un<br />

8,7 litri, sulla base del Cursor 9 di Fpt Industrial, inizialmente<br />

a metano e biometano, muovendoci successivamente<br />

sul bioetanolo e sul metanolo, transitando<br />

per la versione marina del motore a biometano. È il<br />

motore pivotale della nostra gamma, concepito in<br />

un range dove i grossi motoristi sono assenti, perché<br />

orientati sulle cilindrate tipiche dell’heavy-duty (i<br />

13 e 15 litri avvistati agli stand Cummins, Fpt Industrial<br />

e Weichai dello Iaa, lo scorso settembre, ndr),<br />

pensate per il “long haulage”, mentre noi ci siamo<br />

orientati su una taglia più piccola, applicabile ad<br />

un più ampio ventaglio di applicazioni, ad esempio<br />

agli autobus urbani o i veicoli speciali allestiti. Riceviamo,<br />

infatti, molte richieste su tali applicazioni,<br />

dal momento che il nostro motore Ngv-FP087 a Cng<br />

è stato recentemente omologato allo standard Euro<br />

6 Step E ed è, quindi, disponibile sul mercato. La<br />

nostra ambizione è guidare la transizione “net zero”,<br />

nel brevissimo termine; abbiamo per esempio pensato<br />

all’Ngv-FP087 anche per il retrofit degli asset<br />

esistenti».<br />

D’Epiro: «Una grossa percentuale del circolante,<br />

compresa, quasi integralmente, la flotta Iveco Bus,<br />

è equipaggiata con il Cursor 9 diesel. L’impegno<br />

motoristico del retrofit è ridotto, dal momento che<br />

ingombri e attacchi sono gli stessi. La frazione di<br />

veicoli elettrici sul mercato è minima, ma gli investimenti<br />

sull’elettrico drenano parecchie risorse. La<br />

razionalizzazione sta avvenendo a una velocità impressionante.<br />

Di riflesso, chi costruisce motori deve<br />

ottimizzare un hardware di base che possa funzionare<br />

con più combustibili e in diverse applicazioni.<br />

Da quanto ci risulta Ngv ha in sviluppo oggigiorno<br />

il maggior numero di varianti dello stesso motore,<br />

in termine di combustibili. Abbiamo delle richieste<br />

anche per il syngas».<br />

Come può lo stesso monoblocco digerire combustibili<br />

così diversi?<br />

D’Epiro: «Diciamo che alla base c’è la scelta di<br />

adottare una tecnologia di combustione ad accensione<br />

per scintilla e catalizzatore tre vie allo scarico,<br />

che permette di spaziare sul combustibile, agendo<br />

sul sistema di iniezione. Nel corso degli anni, chi si<br />

è esercitato nei sistemi dual-fuel si è scontrato con<br />

le emissioni. Fino all’Euro 4 alcuni aggiungevano<br />

iniezioni di gas al diesel originario: iniettori posizionati<br />

sul collettore d’aspirazione aggiungevano gas,<br />

metano o Gpl. La seppur ridotta iniezione di gasolio<br />

incendia anche il gas precedentemente iniettato. Un<br />

metodo semplice e vantaggioso, ma rivelatosi quasi<br />

impraticabile già dall’Euro 5, con l’eccezione di un<br />

sistema per camion di Volvo, e decaduto definitivamente<br />

con l’Euro 6. L’unica soluzione diversa dallo<br />

spark ignited in grado di raggiungere i limiti Euro<br />

6 è l’Hpdi: è un iniettore concentrico, che inietta<br />

gasolio come accensione pilota e metano direttamente<br />

in camera durante la combustione. Quest’ultima<br />

soluzione, però, seppur “motoristicamente” molto<br />

valida, lato veicolo impone obblighi elevati, dal momento<br />

che il gas deve essere iniettato ad almeno 300<br />

bar. È quindi una tecnologia possibile solo con il<br />

cosiddetto Gnl freddo, a meno 160°, perché obbliga<br />

al prelievo del gas in fase liquida dal serbatoio. Ngv<br />

ha fatto una scelta cha sconta qualche punto efficienza<br />

in meno ma pone meno vincoli: funziona anche<br />

con le bombole. Normalmente i camion adottano il<br />

Gnl saturo, a meno 135°C, prelevato gassoso dalla<br />

sommità del serbatoio: l’evaporazione conseguente<br />

refrigera il liquido rimanente. Per il sistema “tipo<br />

Volvo” (l’Hpdi di Westport) serve una bombola molto<br />

più isolata e corredata da un sistema di pompe<br />

criogeniche che gestisce il metano liquido. Con l’idrogeno<br />

poi, ne esiste anche una versione per questo<br />

combustibile, il problema è ancora più esasperato».<br />

Cosa cambia nella calibrazione e nella componentistica<br />

minuta?<br />

D’Epiro: «Il motore utilizza il combustibile, per la<br />

tecnologia di combustione stechiometrica adottata,<br />

nella fase gas/vapore. La fase liquida, che potrebbe<br />

rivelarsi aggressiva, è limitata all’impianto di iniezione,<br />

che adotta componenti idonei a qualsiasi tipo<br />

di combustibile. Sostanzialmente ad essere specifici<br />

sono gli iniettori e gli O-ring di tenuta dell’impianto<br />

di iniezione. Tipicamente, c’è una parte di immagazzinamento<br />

veicolare che è specifica del combustibile.<br />

La parte riguardante il motore si compone del rail<br />

di combustibile, in alluminio, e degli iniettori stessi,<br />

omologati per il combustibile prescelto. Il resto del<br />

motore viene a contatto solo con la fase gas/vapore.<br />

Siamo quindi scevri dall’attacco chimico».<br />

Il telaio per<br />

applicazioni<br />

camionistiche<br />

votate al gas<br />

naturale.<br />

20<br />

21


Terra<br />

D’Ippolito: «Gli iniettori, in alcuni casi, sono customizzati<br />

– sviluppati appositamente da noi – per<br />

esempio quello del bioetanolo e quello del metanolo,<br />

con portate elevate e con una cannula dalla lunghezza<br />

pronunciata».<br />

D’Epiro: «La sfida per i combustibili liquidi come<br />

gli alcoli è portare il punto iniezione il più possibile<br />

vicino alle valvole di aspirazione. L’iniettore ha la<br />

parte anteriore molto lunga per spruzzare il combustibile<br />

il più possibile vicino alla valvola, per limitare<br />

i depositi di liquido sulle pareti del motore, il cosiddetto<br />

impingement. Il flusso d’aria a quel punto porta<br />

il carburante tutto nel cilindro, dove la successiva<br />

fase di compressione, fino a 500°C, completa l’evaporazione<br />

e agevola la combustione completa. Sono<br />

combustibili che faticano a evaporare. Un’operazione<br />

facilitata da un dispositivo brevettato di Ngv».<br />

Perché il Cursor 9? Solo per il rapporto privilegiato<br />

che vi lega a Fpt Industrial?<br />

D’Epiro: «In effetti abbiamo un rapporto privilegiato<br />

con Fpt, ma ci sono anche ragioni tecniche. Il<br />

Cursor 9 è un motore baricentrico per tante applicazioni,<br />

come quella degli autobus precedentemente<br />

citata o i veicoli raccolta rifiuti nel campo on-road,<br />

ma in termini di potenza sviluppata ed affidabilità<br />

si presta anche a moltissime applicazioni off-road,<br />

come la generazione di energia stazionaria. Nella<br />

nostra versione eroga 230 chilowatt. Il motore avrebbe<br />

potenzialità superiori, ma nei nostri mercati di<br />

riferimento l’affidabilità e la durata di vita sono caratteristiche<br />

essenziali».<br />

D’Ippolito: «Una delle argomentazioni vincenti della<br />

nostra proposta, ad esempio per il “fast charging”<br />

delle auto elettriche, è che i carburanti “bio”<br />

in un approccio “well to wheel”, in molti casi, sono<br />

inferiori alla “carbon intensity” della rete elettrica<br />

nazionale. Abbiamo stimato un’emissione di 0,24 kg<br />

di CO 2<br />

equivalente al kWh per il nostro motore a<br />

bioetanolo, rispetto a una media della rete elettrica<br />

di distribuzione che in UE è di 0,35 kg/kWh. Questo<br />

valore sale ulteriormente in quei paesi che fanno<br />

un massiccio ricorso a fonti ad elevata impronta<br />

di CO 2<br />

, come per esempio il carbone: si pensi, in<br />

NGV-FP087<br />

Marca NGV POWERTRAIN NGV POWERTRAIN<br />

Modello CNG/LNG ETANOLO-METANOLO<br />

CARTA D’IDENTITÀ<br />

A x C mm - C/A 117 x 135 - 1,15 117 x 135 - 1,15<br />

N. cilindri - litri 6 - 8,70 6 - 8,70<br />

Potenza intermittente kW - rpm 230 - 2.100 230 - 2.100<br />

Pme bar 15,4 15,4<br />

Velocità lineare pistone m/s 9,5 9,5<br />

Coppia max Nm - rpm 1.695 - 1.200 1470 - 1.500<br />

Pme a coppia max bar 25 21,6<br />

Riserva di coppia % 63,6 53,9<br />

Coppia a potenza max Nm 1.049 1.049<br />

% Potenza a coppia max (kW) 92,7 (213) 100,50 (231)<br />

Arco di utilizzo giri 900 600<br />

NELLO SPECIFICO<br />

Potenza kW/litro 26,4 26,4<br />

Coppia Nm/litro 194,6 168,7<br />

Potenza areale kW/dm 2 35,66 35,66<br />

primis, in Unione Europea, a Germania e Polonia».<br />

Perché questa tecnologia non si è ancora affermata<br />

come “game changer”?<br />

D’Epiro: «C’è purtroppo un approccio ideologico<br />

su molti fronti. Tante aziende hanno adottato un approccio,<br />

dettato più dall’ideologia che dai risultati<br />

pratici, che potremmo definire “combustione zero”,<br />

piuttosto che un più pratico “net zero”, riferito alle<br />

emissioni di gas serra ovviamente. Noi di Ngv scommettiamo<br />

su quella parte dell’economia che vive del<br />

proprio lavoro, senza sovvenzioni pubbliche, e vuole<br />

essere green per scelta e non per obbligo. La versione<br />

stradale del motore a metano/biometano è già<br />

omologata, quella off-road è in corso di omologazione,<br />

quella marina è in piena sperimentazione, l’etanolo<br />

in fase avanzata di sviluppo. La versione a metanolo<br />

arriverà in coda a quella a etanolo, il syngas<br />

è invece ancora allo stadio di progettazione. Questo<br />

combustibile ha un elevato contenuto di inerti, fino<br />

alla metà di sola anidride carbonica. Il controllo del<br />

motore è complesso perché ogni sorgente di syngas<br />

ha una sua formulazione di uscita, una composizione<br />

variabile a seconda di processo e origine. Il motore<br />

agnostico è particolarizzato in base al combustibile<br />

disponibile per il cliente. Per esempio, in questo<br />

momento non esiste un serbatoio camionistico per<br />

l’alcol, che necessita di volumi duplicati rispetto al<br />

gasolio. Le diverse combinazioni di serbatoi disponibili<br />

per un camion, fino a 1.500 litri di gasolio,<br />

sono in lamiera, mentre quello dell’alcol dovrebbe<br />

essere di plastica e nessuno si è finora cimentato in<br />

uno stampo per questa applicazione».<br />

D’Ippolito: «Non è comunque un’impresa più ardua<br />

del creare un’infrastruttura elettrica sufficiente all’elettrificazione<br />

mainstream».<br />

D’Epiro: «La sfida di Ngv è prevalentemente di componentistica<br />

veicolare, più che di infrastruttura, che<br />

ha un ordine di grandezza infinitamente superiore».<br />

D’Ippolito: «Non solo camion, le applicazioni più<br />

promettenti per i combustibili alternativi, nel breve,<br />

sono quelle con un percorso prevedibile, assegnato,<br />

come gli autobus, le imbarcazioni commerciali o gli<br />

stazionari; il motivo di ciò è, essenzialmente, aggirare<br />

i problemi legati all’infrastruttura e alla logistica del<br />

vettore energetico “non convenzionale”. Per quanto<br />

riguarda il motore Ngv-FP087, la nostra azienda sta<br />

lavorando su una varietà di progetti e di carburanti<br />

alternativi. Per esempio, su un progetto legato alla<br />

raccolta rifiuti con veicoli speciali, che, attraverso<br />

l’utilizzo del biometano, si inserisce all’interno di un<br />

perfetto esempio di economia circolare; nel <strong>2023</strong> è<br />

previsto il lancio anche della versione non-road con<br />

omologazione Stage V. Oppure sull’impiego di combustibili<br />

rinnovabili come il bioetanolo o il biometanolo,<br />

per la generazione di potenza stazionaria. O, ancora,<br />

per il primo progetto in Europa di navigazione fluviale<br />

a biometano, attraverso un powertrain ibrido, per la<br />

consegna delle merci all’interno dei grandi centri urbani,<br />

decongestionando il traffico cittadino da dozzine<br />

di mezzi pesanti, rumorosi e inquinanti».<br />

Prima delle battute finali, un’incursione che ci lascia<br />

con il fiato sospeso. È da parte di Adela Tocaru,<br />

Responsabile Marketing & Esg di Ngv <strong>Powertrain</strong>:<br />

«Posso annunciare una sorpresa a idrogeno, che<br />

sarà lanciata alla fiera Hyvolution di Parigi, che si<br />

svolgerà l’1 e il 2 febbraio».<br />

Il collettore di<br />

aspirazione della<br />

versione alimentata<br />

a etanolo.<br />

22<br />

23


AGCO POWER. Core75<br />

SULLE RENNE DI<br />

BABBO NATALE<br />

Linnavuori, sede produttiva di Agco Power, e Rovaniemi,<br />

si trovano ai poli opposti della Finlandia. Se non c’è<br />

lo zampino di Babbo Natale, però, sicuramente la<br />

puntigliosità finnica ha consentito la genesi del pioniere<br />

della nuova piattaforma motoristica: il Core75, 7,5 litri da<br />

223 kW e 1.450 Nm, equipaggia il Fendt 728 Vario<br />

Terra<br />

24<br />

Adomanda esplicita, Juha Tervala, Ceo di Agco<br />

Power, nel 2021 ci rispose così: «Sappiamo che<br />

nelle applicazioni pesanti di alta potenza il motore<br />

diesel sarà la principale fonte di energia ancora a<br />

lungo, ragione per la quale vediamo ancora spazio per<br />

un motore diesel di moderna concezione. La famiglia<br />

comprenderà versioni a 4 e 6 cilindri e fin dall’inizio<br />

del progetto sono stati considerati i combustibili alternativi».<br />

Orizzonte temporale il 2022, sempre a dir loro.<br />

E così è stato. Al Bauma abbiamo potuto toccare con<br />

mano l’apripista della rinnovata famiglia di Agco Power,<br />

il Core75. Lo abbiamo pure “ascoltato” all’Eima,<br />

sfilare nella passerella dei vincitori del Tractor of the<br />

Year <strong>2023</strong> (vedi box). Al Bauma abbiamo incontrato<br />

Tommi Puomisto, Marketing Manager di Agco Power.<br />

Ci ha parlato non più di un progetto, ma di una realtà.<br />

«Questo motore è completamente nuovo!» esordisce,<br />

con malcelato orgoglio. «Tra i componenti principali,<br />

nessuno è uguale a quello dei modelli precedenti.<br />

La differenza più grande è nel motore stesso. Questa<br />

piattaforma è stata progettata in modo da agevolare<br />

ulteriori sviluppi dei carburanti alternativi e per essere<br />

pronta alle future esigenze specifiche dell’agricoltura<br />

e del settore off-road in generale. Il motore attuale è<br />

un’unità ad alte prestazioni compatibile con l’Hvo per<br />

impiegi mobili industriali. Con questo combustibile e<br />

l’elevata efficienza dei consumi possiamo ridurre radicalmente<br />

l’utilizzo dei combustibili fossili senza alcun<br />

compromesso per gli utenti o i progettisti. Abbiamo<br />

bisogno di questo passo nel viaggio tecnologico che<br />

stiamo percorrendo verso la neutralità del carbonio.<br />

È un dato di fatto che la tecnologia non sia pronta sul<br />

mercato al 100% per la neutralità del carbonio, ma<br />

dobbiamo compiere tutti i passi tecnologici per avvicinarci<br />

ad essa. Il consumo specifico è di 188 g/kwh (siamo<br />

ben lieti di confrontarlo con quello di qualsiasi altro<br />

concorrente con le sue schede tecniche pubbliche. I valori<br />

di consumo specifico sono spesso superiori a 200<br />

g/kwh). I clienti si sono rivelati soddisfatti anche della<br />

capacità di ridurre le emissioni grazie al miglioramento<br />

dei consumi. Ciò consentirà loro di risparmiare denaro,<br />

riducendo gli elevati costi del carburante». Entriamo<br />

finalmente nel “cuore” del nostro. Puomisto sottolinea<br />

che «il Core75, con una potenza di 223 chilowatt e una<br />

coppia di 1.450 Newtonmetro, equipaggia attualmente<br />

il Fendt 728 Vario, vincitore di numerosi premi (Tractor<br />

of the Year <strong>2023</strong> e Farm Machine <strong>2023</strong>). Per ora è presente<br />

esclusivamente su questo trattore, ma in futuro lo<br />

commercializzeremo anche per altre applicazioni. L’aspetto<br />

interessante di questa tecnologia è che possiamo<br />

utilizzare Hvo al 100%, riducendo quindi le emissioni<br />

di gas serra. Ma soprattutto, in futuro, a seconda delle<br />

tendenze del mercato e della legislazione, avremo<br />

più opzioni, che si tratti di idrogeno, biogas, etanolo,<br />

metanolo. Saremo quindi in grado di seguire i nuovi<br />

sviluppi, basandoci sulla base di questa piattaforma<br />

e modificandone solo alcune parti. L’idea è quella di<br />

poter soddisfare più rapidamente le esigenze dei clienti.<br />

In generale, sul mercato molti produttori di motori non<br />

producono piattaforme completamente nuove da tempo.<br />

Abbiamo diverse versioni per le applicazioni agricole<br />

e per le costruzioni. Ad esempio, questa ha un volano<br />

realizzato secondo specifiche precise. Alla fine del 2022<br />

è stato lanciato per la prima volta con Fendt e presto<br />

sarà aperto al mercato globale in generale, per gli Oem<br />

di applicazioni off-road. Questo motore è solo il primo<br />

della famiglia Core, in quanto non abbiamo ancora rilasciato<br />

le versioni o i modelli successivi. Nei prossimi<br />

anni ne parleremo ancora, non solo ci sarà il motore<br />

da 7,5 litri come questo, ma avremo diverse dimensioni<br />

per soddisfare le diverse esigenze».<br />

Perché l’ingegneria Agco Power ha scelto questa<br />

cilindrata?<br />

Giunta alla settima generazione, la serie<br />

700 Vario di Fendt si conferma un must<br />

nelle medie-alte potenze. Tra le new<br />

entry principali del Vario 728, Tractor<br />

of the Year <strong>2023</strong>, il nuovo motore<br />

Agco Power da 7,5 litri e 283 cavalli<br />

(208 chilowatt) e il Fendt Dynamic<br />

Performance che consente di<br />

avere fino a 20 cavalli extra<br />

in ogni condizione. A valle la<br />

trasmissione VarioDrive con<br />

pompa idraulica che alimenta<br />

due motori idraulici, uno<br />

per l’assale anteriore e uno<br />

dedicato all’assale posteriore<br />

trasferendo automaticamente<br />

la coppia motrice in base alle<br />

esigenze. La cabina, per la<br />

prima volta disponibile con<br />

sistema di filtraggio aria cat. 4,<br />

è dotata dell’interfaccia Fendt<br />

One che consente di sfruttare<br />

fino a tre monitor per gestire<br />

tutte le funzioni smart e digital<br />

AGCO POWER CORE75<br />

Marca<br />

Modello<br />

«È una scelta derivata da diverse esigenze. L’alesaggio<br />

è più grande a causa della rimozione delle canne<br />

dei cilindri, ma il motore è più compatto. In generale,<br />

abbiamo mirato a ridurre le dimensioni mantenendo<br />

pressioni elevate e ottenendo una coppia e, in genera-<br />

AGCO POWER<br />

CORE75<br />

CARTA D’IDENTITÀ<br />

A x C mm - C/A 110 x 132 - 1,20<br />

N. cilindri - litri 6 - 7,52<br />

Potenza intermittente kW - rpm 223 - 1.700<br />

Pme bar 21,3<br />

Velocità lineare pistone m/s 7,5<br />

Coppia max Nm - rpm 1.450 - 1.200<br />

Pme a coppia max bar 24,7<br />

Riserva di coppia % 55,1<br />

Coppia a potenza max Nm 1.254<br />

% Potenza a coppia max (kW) 81,8 (182)<br />

Arco di utilizzo giri 500<br />

NELLO SPECIFICO<br />

Potenza kW/litro 29,6<br />

Coppia Nm/litro 192,6<br />

Potenza areale kW/dm 2 39,12<br />

METRO E BILANCIA<br />

Peso kg<br />

NP<br />

L x W x H mm<br />

1.080x710x1.240<br />

Ingombro m 3 0,95<br />

Densità relativa litri/m 3 7,92<br />

le, prestazioni superiori<br />

e maggiore affidabilità.<br />

E lo abbiamo fatto. Stiamo<br />

lavorando con Bosch<br />

per l’iniezione; Proventia<br />

è uno dei partner con i<br />

sistemi di post-trattamento.<br />

Abbiamo confermato<br />

l’intero Ats, necessario<br />

per essere conforme allo<br />

Stage V. Come nota speciale,<br />

questo è un motore<br />

senza Egr. Con un design<br />

senza ricircolo dei<br />

gas e Hla (Hydraulic<br />

lash adjuster), è di facile<br />

manutenzione. Inoltre,<br />

un posizionamento<br />

intelligente dei filtri e<br />

un’accessibilità del servizio<br />

ben ponderata rappresentano<br />

un grande vantaggio per gli utenti e fanno<br />

risparmiare tempo e denaro ai clienti».<br />

Cosa ci racconta dello stabilimento rinnovato?<br />

«Negli ultimi dieci anni, Agco ha investito oltre 100<br />

milioni di euro nello stabilimento di Linnavuori. C’è<br />

un impianto di assemblaggio a linea singola completamente<br />

nuovo per il Core75 e la nostra ricerca e<br />

sviluppo ha effettuato grandi investimenti per studiare<br />

e sviluppare tecnologie future. Lo stabilimento di Linnavuori<br />

è quanto di più sofisticato e moderno si possa<br />

trovare ed è pronto a diversificare la produzione in<br />

base alle richieste del mercato».<br />

Fendt 728 Vario Tractor of the Year <strong>2023</strong><br />

del trattore. Le caratteristiche principali<br />

del vincitore del Tractor of the Year<br />

<strong>2023</strong> includono il motore Agco Power<br />

a 6 cilindri da 7,5 litri, protagonista<br />

di questo servizio, che consente una<br />

potenza extra fino a 20 cavalli in tutte<br />

le condizioni; una nuova trasmissione,<br />

Juha Tervala,<br />

AD di Agco Power<br />

(intervista a DIESEL<br />

luglio-agosto 2021):<br />

«Non abbiamo per<br />

nulla rinunciato<br />

alla nostra identità<br />

finlandese, anche<br />

se facciamo parte<br />

di un grande<br />

gruppo americano.<br />

Non usiamo più<br />

il marchio ‘Sisu’,<br />

ma tutte le qualità<br />

contenute in<br />

questa parola<br />

molto finlandese<br />

fanno ancora<br />

parte di tutti noi:<br />

perseveranza,<br />

onestà, apertura,<br />

duro lavoro,<br />

diligenza».<br />

un nuovo sistema idraulico e di<br />

raffreddamento e una filtrazione sicura<br />

della cabina (cat. 4). Tra le nuove<br />

caratteristiche possiamo trovare: i<br />

motori idraulici separati che azionano<br />

gli assali anteriore e posteriore; la<br />

trazione integrale costante regolata<br />

automaticamente per una<br />

migliore trazione, il pull-in turn<br />

per ridurre il raggio di sterzata<br />

fino al 10%; il concetto a<br />

bassa velocità Fendt iD,<br />

il VarioDrive intelligente,<br />

il sistema integrato di<br />

controllo della pressione dei<br />

pneumatici,<br />

una manovrabilità superiore, il<br />

rapporto peso/ potenza molto<br />

ridotto, il caricatore frontale di<br />

nuova generazione, il nuovo<br />

sedile di guida premium<br />

e l’universo digitale “on &<br />

offboard” chiamato Fendt<br />

One.<br />

25


VOLVO PENTA. Intervista a Ilenia Procicchiani<br />

PRESA DI<br />

COSCIENZA<br />

La sezione industriale del listino di Volvo Penta è<br />

diventata grande, e ne è perfettamente consapevole.<br />

La maturità della proposta nel poliedrico scenario<br />

delle applicazioni industriali è testimoniata dalla<br />

volontà di stabilizzarsi, dopo un lungo periodo di<br />

crescita in doppia cifra. All’Eima abbiamo incontrato<br />

Ilenia Procicchiani, Industrial Sales Manager<br />

Ilenia Procicchiani<br />

ha la responsabilità<br />

dei motori<br />

industriali di Volvo<br />

Penta per Italia,<br />

Francia e Spagna.<br />

Terra<br />

Volvo Penta si è affrancata dal monopolio della<br />

nautica nelle proprie economie di scala. Per<br />

capirci, se da un lato l’effetto Ips ha contribuito<br />

a far lievitare ulteriormente la posizione egemonica<br />

tra gli yacht e a sconfinare nel segmento<br />

mega-yacht (compatibilmente alle potenze in campo<br />

e in configurazione multipla, s’intende), nell’industriale<br />

l’ascesa ha definitivamente consacrato i<br />

“verdoni” tra le applicazioni mobili più disparate.<br />

Senza citare le unità per la generazione, dove da<br />

sempre Volvo si è ritagliata un posto al sole.<br />

Che fare, dunque, in questa fase di evoluzione tecnologica,<br />

seppure tra le mille incertezze contestuali?<br />

La vocazione di Göteborg per l’elettrificazione<br />

è certificata dall’implementazione nelle macchine<br />

domestiche, a cascata dai bus urbani (Volvo Bus è<br />

stata la prima azienda a radiare gli endotermici dal<br />

listino dei Classe I), ai camion da distribuzione,<br />

quindi i pesanti e gli escavatori. Nell’industriale,<br />

però, la “teslificazione” (perdonateci il neologismo)<br />

procede a singhiozzo (se non a meri slogan<br />

pubblicitari). Anche qui, però, “no problem”. La<br />

segmentazione del listino, fino a 16 litri, è equilibrata<br />

e funzionale. Rimane il problema del “che<br />

fare”, contestualizzato in una fase espansiva che<br />

non può giocoforza essere infinita. Di questo è<br />

perfettamente consapevole Ilenia Procicchiani,<br />

un percorso cominciato in Volvo Penta nel 2010,<br />

all’interno del reparto ricambi, che nel 2019 si è<br />

trasferita alle vendite dell’industriale (quindi sia<br />

per la generazione di potenza che per l’off-road)<br />

di Italia e Spagna, raccogliendo l’eredità di Renato<br />

Deda. La sua ascensione nelle gerarchie di Volvo<br />

non si è fermata qui, e ce lo racconta lei stessa.<br />

«A livello di fatturato totale, registriamo un sostanziale<br />

equilibrio tra le aree di business relative<br />

al gruppo elettrogeno ed all’off-road. Dal 2021,<br />

a seguito di una riorganizzazione decisa da Volvo<br />

Penta secondo linea di business – Marina ed<br />

Industriale – è stato individuato l’hub del Sud<br />

Europa. Ho così assunto anche la responsabilità<br />

del mercato francese: un’area che può esprimere<br />

sinergie significative. È molto importante per<br />

quanto riguarda i gruppi elettrogeni e ci permette<br />

di avere una visione a 360 gradi del settore perché<br />

coinvolgiamo diversi tra i principali costruttori.<br />

Ci ritroviamo quindi nelle condizioni di gestire al<br />

meglio le esigenze dei clienti. Per quanto riguarda<br />

il settore del gruppo elettrogeno, la forza di<br />

Volvo Penta è di essere un fornitore indipendente.<br />

Non produciamo gruppi elettrogeni e cerchiamo di<br />

istaurare un rapporto di partnership con i nostri<br />

clienti. Per quanto riguarda l’Italia, siamo anche<br />

un mercato di pregio nell’off-road, con la peculiarità<br />

di essere costituita da diversi costruttori<br />

medio-piccoli».<br />

E quali sono le taglie motoristiche in cui andate<br />

più forte?<br />

«In Italia ci confermiamo un fornitore importante<br />

per i 5 e gli 8 litri, per impieghi medium-duty.<br />

Ultimamente si sta alzando la domanda di motori<br />

heavy-duty, quindi 11, 13 e 16 litri. Nella generazione<br />

c’è un mix assoluto, con una fortissima<br />

richiesta per il Tcd16803 Stage V, perché la domanda<br />

si sta orientando su potenze più elevate.<br />

Questo motore ha la doppia targhetta, per il mercato<br />

europeo e per quello nordamericano, cosa<br />

assai favorevole agli operatori del rental. La fame<br />

di energia è dovuta alla crisi contingente, la continuità<br />

di energia la garantisci del resto proprio<br />

con il gruppo elettrogeno. Alcuni Oem utilizzano<br />

il prime power per erogare energia anche in linea<br />

di produzione. C’è chi è passato da 20 a 60mila<br />

euro mensili di bolletta».<br />

Quali sono le aspettative di Volvo Penta, anche<br />

in considerazione dei mercati di cui lei si<br />

occupa?<br />

«L’Italia è un paese molto importante per l’entourage<br />

delle attrezzature e la filiera meccatronica.<br />

La Francia è invece cruciale per l’assorbimento di<br />

macchine agricole. La prima sfida che ci attende<br />

è consolidare il mercato, siamo cresciuti molto e<br />

il panorama concorrenziale è sempre più agguerrito.<br />

La seconda sfida è introdurre lo Stage V nel<br />

gruppo elettrogeno; col Covid si è rallentato il<br />

passaggio di consegne. La terza sfida, quella più<br />

impegnativa, riguarda la transizione tecnologica.<br />

Il mercato non è completamente maturo, dobbiamo<br />

cooperare con gli Oem sia per i gruppi che per la<br />

electric driveline sulle macchine mobili. C’è poi<br />

il caso del nostro motore dual-fuel. Volvo lavora<br />

ad ampio raggio, con l’ibrido e l’elettrico, con gli<br />

“alternative fuel” e le celle a combustibile. A proposito,<br />

voglio ricordare l’accordo con Daimler per<br />

Cellcentric. La domanda rimane altissima e con la<br />

produzione sotto stress la priorità percepita non<br />

è la transizione, che va però assolutamente fatta.<br />

In alcuni settori la 4.0 sta incentivando l’acquisto<br />

di macchinari e segnerà probabilmente una stasi<br />

dal 2024, anche se nel mondo dell’energia non<br />

prevediamo un rallentamento.<br />

Ci sono picchi di richiesta in tutti i settori, construction,<br />

agricolo e generazione; la domanda<br />

omogenea implica necessariamente difficoltà a<br />

soddisfare la domanda, anche se non per tutti i<br />

modelli».<br />

Infine un’incursione sulla decarbonizzazione vista<br />

da Götebörg. «La batteria a cubo in mostra si colloca<br />

all’interno del subsistema, parte della batteria<br />

deriva dall’alleanza con Samsung. Il dual-fuel<br />

è il primo motore Volvo di questo genere, il D8<br />

per applicazioni “versatile”, a diesel e a idrogeno.<br />

Funziona sia con l’uno che con l’altro combustibile<br />

e deriva dalla partnership con Cmb-Tech,<br />

che fornisce il kit idrogeno. L’accensione avviene<br />

col diesel poi si utilizza il gasolio o l’idrogeno,<br />

in base al ciclo di lavoro. L’obiettivo è il “clean<br />

hydrogen” ma Volvo esige che l’intera catena di<br />

produzione sia sostenibile e oggi l’idrogeno verde<br />

non è facilmente reperibile. In esposizione trovate<br />

anche il D16, il top di gamma, “dual-label” (Tier<br />

4 F e Stage V), che garantisce un basso Tco, con<br />

intervalli manutenzione a 1.000 ore. Mi conceda<br />

un’ultima battuta sulla connettività. Tutti i nuovi<br />

sistemi sono connessi con il Gps e permettono un<br />

“uptime”, perché se interviene il “default code”,<br />

il sistema invia una mail al dealer o ad altri soggetti,<br />

quali il contoterzista, il padroncino o altri,<br />

in base al setup di ogni codice».<br />

Raul Lovati,<br />

responsabile<br />

Aftermarker Marino,<br />

ha dichiarato:<br />

«Il trend nella<br />

vendita di parti è<br />

in rapida crescita:<br />

nel 2021 abbiamo<br />

registrato un<br />

+23%, nel 2022<br />

un +39%. Si tratta<br />

di un incremento<br />

impressionante<br />

rispetto a un<br />

paio di anni fa,<br />

un risultato molto<br />

concreto ottenuto<br />

nonostante le<br />

difficoltà che<br />

conosciamo e<br />

dovuto, secondo<br />

me, alla grande<br />

capacità di Volvo<br />

Penta di adattarsi<br />

a situazioni molto<br />

dinamiche. Vi<br />

posso anticipare<br />

che nel prossimo<br />

futuro avremo<br />

molte novità<br />

entusiasmanti<br />

da comunicare».<br />

26<br />

27


CONFRONTO. 10-11 litri industriali<br />

11 litri industriali<br />

CALA L’ASSO<br />

DI BRISCOLA<br />

Come noto a chiunque abbia un minimo di<br />

confidenza con i giochi di carte, l’asso di briscola<br />

vale undici punti, come i litri del nuovissimo DW5.<br />

Scania ha varato la piattaforma Super e dopo appena<br />

un anno l’ha adattata anche alle esigenze delle<br />

applicazioni mobili industriali. Tra i motori da 10 e 11<br />

litri, l’arancione si guadagna l’Indice Diesel<br />

TERRA<br />

28<br />

Il Super lo conosciamo, è il 13 litri che compete con<br />

Weichai per il primato di efficienza su strada. Un dualismo<br />

che non si ripropone negli scenari industriali,<br />

dal momento che Scania ha sfornato l’unico monoblocco<br />

in grado di sfondare il muro del suono del 50% di<br />

efficienza. «Grazie al nuovo sistema per il trattamento<br />

dei gas di scarico, alla riduzione dell’attrito interno<br />

e all’aumento dell’efficienza del turbocompressore, la<br />

nuova generazione di motori Scania stabilisce un nuovo<br />

standard di efficienza nelle applicazioni industriali e<br />

di alimentazione. La nostra leadership ora si espande<br />

anche alle power solutions», ha commentato a proposito<br />

Joel Granath, Senior Vice President e Head of<br />

Power Solutions di Scania. Quello che forse non tutti<br />

ricordano è che Scania ha spezzato l’incantesimo della<br />

trilogia: tra il 9 e il 13 litri, senza scomodare Sua<br />

Maestà il V8, ha piazzato un 11 litri. Dopo la stagione<br />

dell’esacilindrico da 11,7 litri, successore maggiorato di<br />

un avo dell’11 litri (vedi box) è venuto il momento di<br />

allargare la famiglia svedese. La base di partenza è il<br />

DW6, del quale rimane integro l’alesaggio, 130 millimetri,<br />

con una robusta aggiunta di slancio verticale. La<br />

corsa sale infatti da 140 a 160 millimetri. Il risultato è<br />

un 10,6 litri, distribuiti su 5 cilindri, come il 9. Anche il<br />

nostro, infatti, è un dispari, come il fratello minore, ed<br />

è espressione di una piattaforma modulare che condivide<br />

con il Super da 13 litri. All’atto della presentazione<br />

il Grifone prometteva l’8% di risparmio rispetto alla<br />

precedente versione del 13 litri. Durante l’usuale conferenza<br />

stampa di fine anno, però, Scania ha corretto il<br />

tiro, verso l’alto, il 10%.<br />

Per gli Anni 20. E non solo<br />

«I carburanti rinnovabili e i veicoli elettrificati aumenteranno<br />

drasticamente la loro quota nei prossimi anni,<br />

ma tutti noi dipendiamo ancora dai motori a combustione<br />

per la nostra vita quotidiana. Ecco perché il nuovo<br />

motore è così importante, in quanto contribuirà a<br />

una sostanziale decarbonizzazione per il resto di questo<br />

decennio». Questa è stata la premessa e la promessa di<br />

Alexander Vlaskamp, Executive Vice President and<br />

Head of Sales and Marketing. Come prassi, abbiamo<br />

DA 5 A 7 CILINDRI<br />

Marca AGCO POWER LIEBHERR MAN MTU SCANIA VOLVO PENTA<br />

Modello 98 CTA SCR D936 A7 D20 6R1100 DW5 TAD1183V3<br />

CARTA D’IDENTITÀ<br />

A x C mm - C/A 111 x 145 - 1,31 122 x 150 - 1,23 120 x 155 - 1,29 125 x 145 - 1,16 130 x 160 - 1,23 123 x 152 - 1,24<br />

N. cilindri - litri 7 - 9,82 6 - 10,52 6 - 10,51 6 - 10,67 5 - 10,61 6 - 10,83<br />

Potenza intermittente kW - rpm 365 - 2.100 320 - 1.900 324 - 1.800 320 - 1.900 368 - 1.900 315 - 1.700<br />

Pme bar 21,7 19,6 20,9 19,3 22,3 20,9<br />

Velocità lineare pistone m/s 10,2 9,5 9,3 9,2 10,1 8,6<br />

Coppia max Nm - rpm 1.901 - 1.500 1.970 - 1.000 2.097 - 1.000 2.100 - 1.000 2.523 - 1.200 1.938 - 1.400<br />

Pme a coppia max bar 24,8 24 25,6 25,2 30,5 22,9<br />

Riserva di coppia % 42,1 51,6 54,7 55,6 58,6 51,6<br />

Coppia a potenza max Nm 1.656 1.607 1.715 1.607 1.842 1.764<br />

% Potenza a coppia max (kW) 81,9 (299) 64,50 (206) 67,80 (220) 68,80 (220) 86,20 (317) 90,30 (284)<br />

NELLO SPECIFICO<br />

Potenza kW/litro 37,1 30,4 30,8 29,9 34,6 29<br />

Coppia Nm/litro 193,5 187,2 199,3 196,6 237,5 178,8<br />

Potenza areale kW/dm 2 53,91 45,65 47,72 43,48 55,42 44,18<br />

METRO E BILANCIA<br />

Peso kg 850 1.150 975 990 970 1.127<br />

L x W x H mm 1.200 x 850 x 1.100 1.592 x 918 x 1.151 1.630 x 893 x 1.046 1.325 x 955 x 1.230 1.235 x 1.171 x 931 1.398 x 921 x 1.153<br />

Ingombro m 3 1,12 1,68 1,52 1,56 1,35 1,48<br />

Massa/potenza kg/kW 2,3 3,6 3 3,1 2,6 3,6<br />

Densità globale kg/litri 86,5 109,3 92,7 92,7 91,3 104<br />

Densità di potenza kW/m 3 325,9 190,5 213,2 205,1 272,6 212,8<br />

Densità assoluta t/m 3 0,76 0,68 0,64 0,63 0,72 0,76<br />

Densità relativa litri/m 3 8,77 6,26 6,92 6,84 7,87 7,32<br />

INDICI<br />

ELASTICITÀ 9,2 12 11,1 12,1 10,9 6,1<br />

PRESTAZIONI 7,3 6,9 7,2 7 8,2 6,6<br />

SOLLECITAZIONE 11,7 11,2 11,6 11,5 13,5 10,5<br />

LEGGEREZZA 11,2 14,1 11,5 11,9 12 13,6<br />

COMPATTEZZA 11 7,2 8,3 8 11,5 7,8<br />

DIESEL INDUSTRIALI 7,9 7,4 7,7 7,7 8,1 6,6<br />

Scania: la base di<br />

partenza è il DW6,<br />

del quale rimane<br />

integro l’alesaggio,<br />

con una robusta<br />

aggiunta di slancio<br />

verticale. La corsa<br />

sale da 140 a 160<br />

millimetri e il<br />

risultato è un 10,6<br />

litri, distribuiti su<br />

5 cilindri.<br />

29


inserito nella griglia di confronto la taratura più performante,<br />

368 kW. La scala delle potenze disponibili<br />

comincia a 202 kW. La sezione vitale della famiglia<br />

Super conferma gli ingredienti del successo recente di<br />

Scania, si intende cioè dallo Stage IIIB e dall’Euro 4<br />

in avanti. Il sistema di gestione motore è il collaudato<br />

Ems, che sovrintende l’erogazione degli ugelli dell’Xpi,<br />

e dialoga con il turbo a geometria variabile. La distribuzione<br />

è affidata al doppio albero a camme in testa.<br />

L’attenzione alla gestione dei flussi è una delle chiavi di<br />

lettura dell’implementazione dell’efficienza, comprendendo<br />

anche la messa a punto del raffreddamento, insieme<br />

ai benefici di blocco motore e testa cilindri e alla<br />

trasmissione ad ingranaggi. Il filtro carburante è mon-<br />

kW!<br />

370!<br />

340!<br />

310!<br />

280!<br />

250!<br />

220!<br />

190!<br />

160!<br />

130!<br />

AGCO POWER<br />

100!<br />

rpm!<br />

49!<br />

900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />

kW!<br />

370!<br />

340!<br />

310!<br />

280!<br />

250!<br />

220!<br />

190!<br />

160!<br />

130!<br />

ROLLS ROYCE<br />

AGCO POWER<br />

2.749!<br />

Nm!<br />

2.449!<br />

2.149!<br />

1.849!<br />

1.549!<br />

1.249!<br />

949!<br />

649!<br />

349!<br />

3.120!<br />

Nm!<br />

2.820!<br />

2.520!<br />

2.220!<br />

1.920!<br />

1.620!<br />

1.320!<br />

1.020!<br />

720!<br />

100!<br />

rpm!<br />

420!<br />

900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />

kW!<br />

370!<br />

340!<br />

310!<br />

280!<br />

250!<br />

220!<br />

190!<br />

160!<br />

130!<br />

100!<br />

rpm!<br />

456!<br />

900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />

kW!<br />

370!<br />

340!<br />

310!<br />

280!<br />

250!<br />

220!<br />

190!<br />

160!<br />

130!<br />

LIEBHERR<br />

LIEBHERR<br />

SCANIA<br />

3.156!<br />

Nm!<br />

2.856!<br />

2.556!<br />

2.256!<br />

1.956!<br />

1.656!<br />

1.356!<br />

1.056!<br />

756!<br />

100!<br />

rpm!<br />

303!<br />

900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />

tato sul motore, il prefiltro supplementare è dotato di<br />

separatore d’acqua. Il radiatore dell’olio è integrato nel<br />

blocco cilindri. La frenata ausiliaria integrata è garantita<br />

dal freno a rilascio di compressione (Crb), integrato nel<br />

motore, che pesa 7 chili.<br />

Sotto a chi tocca<br />

Entriamo in presa diretta con gli altri protagonisti<br />

dell’agone. Abbiamo selezionato solamente le cilindrate<br />

più affini, quindi nel ristretto fazzoletto di un litro<br />

circa compreso tra 9,8 e 10,8 litri. In passato avevamo<br />

allargato la forbice ai 9 litri, includendo così due<br />

giganti della doppia fase, intesa come competenza sia<br />

nello stradale che nell’industriale, come Cummins e Fpt<br />

3.003!<br />

Nm!<br />

2.703!<br />

2.403!<br />

2.103!<br />

1.803!<br />

1.503!<br />

1.203!<br />

903!<br />

603!<br />

kW!<br />

370!<br />

340!<br />

310!<br />

280!<br />

250!<br />

220!<br />

190!<br />

160!<br />

130!<br />

MAN<br />

100!<br />

rpm!<br />

421!<br />

900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />

kW!<br />

370!<br />

340!<br />

310!<br />

280!<br />

250!<br />

220!<br />

190!<br />

160!<br />

130!<br />

VOLVO PENTA<br />

MAN ENGINES<br />

3.121!<br />

Nm!<br />

2.821!<br />

2.521!<br />

2.221!<br />

1.921!<br />

1.621!<br />

1.321!<br />

1.021!<br />

721!<br />

948!<br />

648!<br />

348!<br />

100!<br />

rpm!<br />

48!<br />

900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />

2.748!<br />

Nm!<br />

2.448!<br />

2.148!<br />

1.848!<br />

1.548!<br />

1.248!<br />

Industrial, oltre a Caterpillar e Perkins. Peraltro<br />

i “gemelli” anglo-americani si erano aggiudicati<br />

l’Indice Diesel del confronto di due anni<br />

or sono. A Torino l’11 litri c’è, il Cursor<br />

11, attualmente destinato però alle<br />

applicazioni veicolari della casa<br />

madre Iveco, l’S-Way. Cominciamo<br />

dalle buone notizie, anche<br />

se questo comporta dover partire<br />

dalla fine: l’Indice Diesel è<br />

appannaggio del DW5, al pari<br />

dell’Indice Prestazioni e dell’Indice<br />

Compattezza. Scania condivide<br />

con l’altra scandinava, Agco<br />

Power, la singolare attitudine al<br />

“dispari”. Si tratta di un’analogia a<br />

sua volta sui generis, dal momento<br />

che dispari per Scania significa<br />

5 cilindri, mentre Agco fraziona<br />

la cubatura su 7 cilindri. Il<br />

risultato è il faccia a faccia di<br />

una canna da 2,12 e una<br />

da 1,4 litri che, peraltro,<br />

in termini di sollecitazione<br />

si assomigliano<br />

molto, disegnando curve<br />

non così differenti e con<br />

la medesima velocità del<br />

pistone. Anche le rispettive<br />

pressioni medie effettive<br />

si issano sui gradini più alti del<br />

podio, a testimonianza di una precisa volontà ingegneristica.<br />

Uscendo da questo dualismo “ugrofinnico”, quali<br />

sono le carte vincenti di Scania in questo confronto?<br />

Sicuramente quelle che rispondono al tormentone di<br />

qualsiasi comparazione motoristica: coppia specifica e<br />

compattezza. Per esprimere questo concetto in numeri,<br />

basti pensare al distacco con il secondo classificato nella<br />

parziale classifica del rapporto tra momento torcente<br />

e cilindrata: quasi il 20%, in assonanza con il gap con il<br />

pari cilindrata (10,6 litri, anche se frazionati a 6 cilindri)<br />

di Rolls-Royce Power Systems, in questo caso nei valori<br />

assoluti di coppia (423 Nm di scarto). È invece Agco<br />

a catturare la luce dei riflettori per quanto riguarda la<br />

potenza specifica, in ragione dei 365 kW spalmati su<br />

7 cilindri e appena 9,8 litri. Con 37,1 kW/litro stacca<br />

gli altri concorrenti i quali, tutto sommato, sono abbastanza<br />

allineati, con l’eccezione di Volvo Penta, più<br />

opaca che in altre situazioni. Inutile sottolineare che si<br />

ragiona solamente di sovralimentati, e la Vgt soffia a<br />

gran voce, di controllo elettronico e common rail manco<br />

a scherzarci su. Quella che riportiamo in chiusura è<br />

un’impressione. In attesa della redazione del testo finale<br />

della normativa Euro 7, non sappiamo quanto e come i<br />

costruttori automotive si ingegneranno per adattarvisi e<br />

se travaseranno nei listini industriali. Di sicuro Scania<br />

ha accelerato sulla valorizzazione dell’endotermico, per<br />

quanto sarà concesso fare dai legislatori europei, e non<br />

solo. Ah, l’impressione... o intuizione, riguarda la possibile<br />

adesione in misura massiccia all’alimentazione a<br />

idrogeno dei motori compresi nella fascia tra 9 e 13 litri.<br />

SCANIA GIOCA ANCHE IN 11<br />

TERRA<br />

ROLLS-ROYCE<br />

SCANIA<br />

VOLVO<br />

Gli antenati di Scania: DSC11 - DSC 12<br />

Affonda le radici negli anni ’60 la<br />

genesi dell’11 litri di Scania (AxC 127<br />

x 145 mm). Nel 1983 prende il via un<br />

minuzioso restyling che si valorizza<br />

pienamente con la “release” del 1989:<br />

consumo specifico di 195 g/kWh,<br />

rendimento termodinamico pari al<br />

44,1%. La versione marinizzata monta<br />

una pompa Bosch P7100 e guadagna<br />

l’11% di potenza, 285 chilowatt a<br />

2.100 giri. La testa dei pistoni è<br />

anodizzata, presenta una galleria di<br />

scorrimento dell’olio, per il controllo<br />

della temperatura. Il primo segmento di<br />

compressione è di tipo “keystone”, gli<br />

altri sono in una lega più resistente e<br />

autolubrificante. Nel 1998 l’11 litri cede<br />

il passo al 12, in seguito a un generoso<br />

allungamento della corsa (DSC12: AxC<br />

127x154 mm), che non compromette<br />

la compattezza. Metro alla mano, le<br />

misure sostanzialmente non cambiano.<br />

Qui l’impronta camionistica è ancora più<br />

evidente. Le valvole sono 4, a corona<br />

su ogni cilindro, controllo elettronico<br />

dell’iniezione a firma Dec 2, filtrazione<br />

dell’olio a due stadi, teste singole, canne<br />

bagnate tipo “midstop”, per minimizzare<br />

corrosione e cavitazione, albero a<br />

camme posizionato in alto con punterie<br />

a rullo, che consente una distribuzione<br />

precisa, cinghia Poly-V, che si presta al<br />

trascinamento di ausiliari, e scambiatore<br />

olio piatto integrato nel monoblocco.<br />

L’iniezione è affidata a pompe Bosch,<br />

3000 e 8000 a seconda dei modelli.<br />

Già all’epoca il regolatore, che controlla<br />

l’iniezione in funzione del carico e della<br />

potenza richiesta, era predisposto per<br />

l’integrazione di altri sistemi di controllo,<br />

via Can. Ultima botta di vita nel 2001,<br />

con il passaggio all’iniezione Hpi,<br />

concepita a quattro mani con Cummins<br />

(operazione successivamente replicata<br />

con l’Xpi).<br />

30<br />

31


BOSCH REXROTH. Dal Bauma al <strong>2023</strong><br />

TRASFORMAZIONE<br />

IN CORSO<br />

D’OPERA<br />

È quella che condurrà Bosch Rexroth al ruolo di fornitore<br />

di servizi applicati alla elettrificazione. Nel frattempo non<br />

vuole cedere il timone della leadership in campo elettricoidraulico.<br />

Al momento rafforza l’offerta di remotizzazione<br />

e digitalizzazione, compresi servizi “over the air”<br />

compatibili anche con centraline di costruttori terzi<br />

Terra<br />

Per comprendere l’entità dell’impronta di Bosch<br />

Rexroth in un palcoscenico come il Bauma occorre<br />

abbracciare una prospettiva poliedrica.<br />

Perché il <strong>2023</strong> di Rexroth sarà caratterizzato dalla<br />

diversificazione: certamente ci sarà ancora la tecnologia<br />

idraulica, e ci saranno sempre più elettronica e<br />

digitalizzazione.<br />

Edg-Piloted<br />

Ragionando in termini di continuità vi presentiamo<br />

le valvole direzionali compatte “Edg-Piloted”: una<br />

soluzione elettroidraulica, “load-sensing”, flessibile<br />

e configurabile. La compattezza e la modularità<br />

consentono alla Edg di interfacciarsi con qualsiasi<br />

altra famiglia di valvole Rexroth e di sciorinare una<br />

significativa flessibilità applicativa. Nel ventaglio di<br />

applicazioni, il cosiddetto MH (carrelli elevatori e<br />

sollevatori telescopici), piattaforme di lavoro mobili,<br />

gru su autocarro, mietitrebbie agricole, veicoli per le<br />

municipalizzate e macchine compatte per l’edilizia.<br />

La valvola Edg-Piloted è capace di un controllo della<br />

portata dell’attacco di lavoro fino a 60 l/min e di<br />

una pressione dell’attacco di lavoro fino a 350 bar<br />

(5.076 psi). Inoltre, le valvole secondarie integrate<br />

garantiscono ulteriori funzionalità anti-shock e anticavitazione.<br />

È integrata anche la valvola di sicurezza<br />

LS sulle porte A e/o B. Gli alloggiamenti in ghisa,<br />

ottimizzati per il flusso, garantiscono di minimizzare<br />

la caduta di pressione. Il design della sezione di ingresso<br />

dedicata, Teg-13, con compensatore di standby<br />

a bassa pressione (a doppio stadio) è adatto sia per<br />

circuiti a centro aperto che a centro chiuso.<br />

A36VM<br />

Un must del repertorio di Bosch Rexroth è la produzione<br />

di motori variabili a pistoni assiali, come<br />

l’A36VM, ottimizzato per le trasmissioni. Un maggiore<br />

raggio di rotazione e una pressione massima di<br />

530 bar agevolano le macchine mobili in termini di<br />

efficienza e velocità di traslazione: quest’ultima è consentita<br />

fino a 40 km/h senza cambio supplementare.<br />

Il campo di rotazione per le dimensioni nominali di<br />

125 cm 3 è di 5-38°, mentre nella versione da 255 cm 3<br />

è possibile raggiungere i 5°-36°. L’A36VM si candida<br />

per le trasmissioni idrostatiche soprattutto in ragione<br />

del controllo elettronico per il campo di rotazione,<br />

espanso fino a 38°, e della pressione massima, portata<br />

a 530 bar. La velocità massima di traslazione è dunque<br />

raggiungibile senza stressare il motore e senza integrare<br />

un cambio di velocità. Lo spostamento delle valvole<br />

rende più efficiente l’A36VM, che ora presenta anche<br />

un minor numero di punti di tenuta. Il software Bodas<br />

eDA permette agli Oem di calibrare potenza e consumi<br />

in base al ciclo di lavoro. Inoltre, nel software<br />

della trasmissione sono contemplati la protezione dai<br />

picchi del regime di rotazione e dal surriscaldamento,<br />

nonchè il controllo della limitazione del carico. La<br />

pompa elettroidraulica eOC con sensore di angolo di<br />

rotazione e sensori di pressione è il componente centrale<br />

dell’architettura eOC (electronic Open Circuit).<br />

La sua funzione è il controllo dei valori nominali necessari<br />

per la coppia, la pressione o la portata, oltre<br />

all’impostazione degli stessi, tramite un’interfaccia<br />

Can bus. La pressione, la coppia, la portata e l’angolo<br />

di rotazione sono controllati indipendentemente l’uno<br />

dall’altro in un circuito chiuso elettronicamente.<br />

Il software eOC può essere installato su un controller<br />

Rexroth Bodas o su un controller di un produttore<br />

terzo. Adatta costantemente la potenza idraulica alla<br />

coppia disponibile, consentendo così funzioni di lavoro<br />

dinamiche e ottimizzando il consumo energetico<br />

dell’intero sistema idraulico, con benefici per il consumo<br />

di carburante o l’utilizzo della batteria.<br />

Tra le applicazioni che dal 2021 hanno integrato questo<br />

dispositivo, Rexroth cita un escavatore compatto<br />

che dispone di una modalità operativa di potenza per<br />

i lavori di scavo più impegnativi e la massima dinamica<br />

del gradiente di pressione, ad esempio durante<br />

lo svuotamento della pala. Allo stesso tempo, la macchina<br />

agevola un funzionamento fluido e senza scosse.<br />

Chiamatelo eOC<br />

Come soluzione scalabile, la famiglia eOC consente<br />

un’implementazione graduale: dalla pompa elettroidraulica<br />

eOC con sensore di angolo di rotazione e<br />

sensori di pressione alla copertura dell’intero sistema<br />

idraulico. A tal fine sono previsti un blocco di controllo<br />

principale eOC e un joystick elettrico. Citiamo,<br />

infine, l’autocalibrazione, in cui il componente viene<br />

calibrato all’interno della macchina stessa, e la traslazione,<br />

che nell’eOC funziona secondo il concetto di<br />

controllo secondario. Questo combina la funzionalità<br />

di un sistema di traslazione a circuito chiuso con il layout<br />

fisico di un sistema a circuito aperto che richiede<br />

una sola pompa per le funzioni di traslazione e lavoro.<br />

Tutte le utenze rotanti sono dunque collegate direttamente<br />

alla linea di pressione. Un sistema logico secondario,<br />

senza valvole direzionali aggiuntive, controlla la<br />

cilindrata e la coppia in uscita dei motori idraulici per<br />

ottenere la velocità di rotazione desiderata.<br />

Bodas Connect<br />

È l’ora di passare alla remotizzazione, svelando così<br />

l’anima digitale di Rexroth. Al Bauma il modulo<br />

Bodas Connect si è proposto agli Oem per gli aggiornamenti<br />

via etere delle unità di controllo. Il nuovo<br />

servizio Ota (Over the air) funziona con tutte le<br />

centraline Rexroth e in futuro anche con dispositivi<br />

“allogeni”, se implementati dai partner. I produttori<br />

che desiderano introdurre rapidamente funzioni innovative<br />

necessitano di servizi over-the-air sicuri per<br />

l’architettura dei veicoli elettrici ed elettronici. L’unità<br />

di connettività Rexroth (Rcu) funge da connessione<br />

sicura tra il cloud e il veicolo. La robusta unità telematica<br />

assicura innanzitutto un trasferimento completo<br />

dei file, dopodiché viene fornita l’autorizzazione<br />

corrispondente prima che il dispositivo di destinazione<br />

venga aggiornato nel veicolo tramite il CanBus<br />

mediante una connessione cablata.<br />

Bodas Connect consente un approccio asincrono e<br />

parallelo e soddisfa quindi altri due requisiti per gli<br />

aggiornamenti Ota su larga scala: gli operatori possono<br />

eseguire l’aggiornamento indipendentemente e<br />

gli aggiornamenti a tappeto possono essere attivati<br />

contemporaneamente da un’unica postazione.<br />

Con il nome di eLion abbiamo conosciuto il portafoglio<br />

scalabile di componenti ad alta tensione per<br />

l’elettrificazione delle funzioni di guida e di lavoro.<br />

La piattaforma modulare è stata sviluppata appositamente<br />

per il settore off-highway e comprende motori<br />

elettrici, inverter, riduttori, software, accessori e sistemi<br />

idraulici coordinati. Altri componenti chiave,<br />

come i convertitori DC/DC e i caricabatterie di bordo,<br />

completano il portafoglio eLion e consentiranno,<br />

in futuro, di realizzare soluzioni integrate da un<br />

unico fornitore, grazie alla collaborazione con Brusa<br />

HyPower. La gamma di potenze nominali va da 20 a<br />

230 chilowatt (potenza di picco superiore a 500 kW).<br />

L’architettura idraulica a controllo elettronico eOC<br />

(electronic Open Circuit)<br />

consente agli Oem di<br />

controllare dinamicamente<br />

le<br />

funzioni di<br />

attuazione<br />

e gli azionamenti<br />

di<br />

traslazione in un<br />

circuito aperto per<br />

sfruttare appieno il potenziale<br />

della macchina mobile.<br />

Sopra, la<br />

piattaforma<br />

eLion, in basso,<br />

il pacchetto Edg.<br />

32<br />

33


TRASMISSIONE DI POTENZA. Allison e Dana<br />

ELETTRIFICARE<br />

LE COSTRUZIONI<br />

Allison e Dana al Bauma hanno<br />

sciorinato l’ennesimo assaggio delle<br />

rispettive capacità di integrazione<br />

della catena cinematica all’interno<br />

di uno scenario post-fossile.<br />

Chiaramente le applicazioni delle<br />

due “major” americane divergono:<br />

Allison è prevalentemente orientata<br />

sui cava cantiere, Dana sulle<br />

macchine per edilizia e dintorni<br />

Terra<br />

Carta d’identità: passaporto<br />

americano. Professione:<br />

trasmissione di potenza. Stato<br />

civile: single (nel senso che, a differenza della<br />

connazionale Meritor, non sono convolate a nozze<br />

con nessuno, per il momento). La descrizione corrisponde<br />

ad Allison e Dana, che interpretano due<br />

dimensioni parallele e comunicanti del movimento<br />

terra: i camion cava cantiere e le macchine da costruzione.<br />

Al Bauma hanno aderito alla “nouvelle<br />

vague” della elettrificazione. Cominciamo dagli Allison<br />

eGen Power per applicazioni rivolte all’edilizia,<br />

come autocarri ribaltabili, betoniere e trattori<br />

pesanti. Quella definita eGen Power è una soluzione<br />

“drop-in” di assali elettrificati, compatibile con molti<br />

telai di autocarri esistenti. È dotata di motori elettrici<br />

completamente integrati, un cambio a due velocità,<br />

un radiatore dell’olio e una pompa integrati per garantire<br />

efficienza e prestazioni ottimali ed è compatibile<br />

con un vasto spettro di declinazioni elettrificate:<br />

sia con i veicoli a batteria che a celle a combustibile,<br />

oltre alle formulazioni ibride.<br />

Allison eGen Power 130D<br />

L’eGen Power 130D, con architettura a due motori,<br />

è una variante da 13 tonnellate progettata specificamente<br />

per i mercati europei e dell’Apac. La<br />

potenza continua è di 454 chilowatt, con un picco<br />

di 652 chilowatt, che la certificano come una delle<br />

soluzioni più potenti sul mercato. È stato progettato<br />

per garantire grandi capacità di avviamento e di salita,<br />

una velocità sostenuta e un’elevata efficienza.<br />

Allison fornisce anche due versioni per un tonnellaggio,<br />

e quindi con una potenza, inferiore. Si tratta<br />

dell’eGen Power 100D, una variante da 10 tonnellate<br />

del 130D, e l’eGen Power 100S, a motore singolo,<br />

da 10,4 tonnellate, con una potenza continua di 227<br />

chilowatt e una potenza di picco di 326 kW. Risale<br />

ad appena un mese prima l’introduzione del 130S.<br />

Tra i componenti chiave troviamo i sistemi di sospensione,<br />

le staffe delle bielle a V, l’alloggiamento<br />

del banjo, i freni, le estremità delle ruote e il fuso<br />

dell’assale, progettati per supportare un peso lordo<br />

di 13 tonnellate, spesso richiesto dai veicoli commerciali<br />

nei mercati di Europa, Asia e Australia. Il<br />

130S utilizza un unico motore per generare 225 kW<br />

di potenza continua (325 kW di picco), e 26.000 Nm<br />

di coppia alle ruote. È inoltre dotato di un’architettura<br />

di ingranaggi ad asse parallelo a due velocità,<br />

che concilia le esigenze di queste specifiche applicazioni<br />

e i percorsi in autostrada, massimizzando al<br />

contempo il recupero di energia grazie alla capacità<br />

di frenata rigenerativa al 100%. «Siamo consapevoli<br />

che non esiste un approccio unico quando si parla<br />

di elettrificazione e che sarà necessaria una varietà<br />

di prodotti per affrontare l’ampia gamma di mercati<br />

serviti da Allison», ha dichiarato Heidi Schutte, Vice<br />

President Vendite di Allison Transmission per Emea,<br />

Apac e Sud America Sales. Risale al 9 di novembre<br />

del 2021 l’annuncio della nuova linea altamente automatizzata<br />

di assemblaggio di assali elettrici, tra cui<br />

gli eGen PowerTM, ad Auburn Hills, nel Michigan.<br />

Allison ha anche codificato un protocollo di test di<br />

verifica della costruzione dell’assale. Ogni “e-axle”<br />

completerà una serie di test per verificare il funzionamento<br />

di ogni sistema in conformità ai livelli di<br />

prestazione individuati. Ad Auburn Hills si realizzeranno,<br />

quindi, l’eGen Power 100D per applicazioni<br />

6x2 e l’eGen Power 130D, per impieghi gravosi, e<br />

il 100S, destinato a trattori 6x4.<br />

Dana e-SP502<br />

Il Bauma è stato la vetrina scelta da Dana per la presentazione<br />

di e-SP502, trasmissione elettrificata della<br />

famiglia Spicer. Sfruttando la tecnologia powershift<br />

di Dana, la trasmissione elettronica eSP502 si caratterizza<br />

per un design a due motori e due velocità. L’approccio<br />

modulare alla progettazione della trasmissione<br />

consente una soluzione a motore singolo e una presa<br />

di forza opzionale, a seconda dei requisiti specifici del<br />

veicolo. L’eSP502 è dotato di un software di controllo<br />

di nuova generazione e di una predisposizione per la<br />

sicurezza funzionale, che semplificano installazione<br />

integrazione. La versione a doppio motore supporta<br />

potenze continue fino a 240 chilowatt, mentre la<br />

configurazione a motore singolo è progettata per 140<br />

kW di potenza continua. È dotata di motori ad alta<br />

tensione Dana TM4 collaudati sul campo, fino a 800<br />

volt, per migliorare l’efficienza, ridurre le dimensioni<br />

totali del pacchetto e fornire ridondanza, se necessario.<br />

Il design compatto e modulare dell’e-transmission<br />

eSP502 consente di adattarlo all’uso in applicazioni<br />

per veicoli 4x2 o 4x4 con una serie di opzioni di rapporto<br />

per supportare una varietà di macchine, tra cui<br />

le pale gommate e le gru per terreni accidentati nel<br />

settore delle costruzioni; carrelli elevatori di grandi<br />

dimensioni, movimentatori di container vuoti, reach<br />

stacker; dumper e spedizionieri forestali.<br />

Qui, l’eGen Power<br />

130D di Allison.<br />

A destra, l’inverter<br />

SP502 e l’eSaw07,<br />

in “quota” Dana.<br />

Applicazioni a<br />

confronto: un<br />

camion, terreno di<br />

conquista Allison, e<br />

una pala gommata,<br />

“cibo” per Dana.<br />

34<br />

35


PARKER. Bauma Monaco<br />

HA IL PALLINO<br />

CRIOGENICO<br />

Il cammino verso l’idrogeno risulta sicuramente<br />

agevolato. È il caso di Parker, che a Monaco ha<br />

esposto componentistica sia per le applicazioni<br />

a gas metano compresso che a idrogeno. La familiarità<br />

con gli ambienti criogenici facilitano lo scivolo verso<br />

le temperature e le pressioni richieste dal trattamento<br />

e dallo stoccaggio dell’idrogeno<br />

Terra<br />

36<br />

Risale ormai a due anni fa l’incursione di Parker<br />

Hannifin, il 25 marzo 2021, all’Hydrogen Online<br />

Workshop. Allo stand virtuale Parker ha sfogliato<br />

il catalogo applicabile ai sistemi alimentati a idrogeno,<br />

come raccordi, valvole, guarnizioni, prodotti per la filtrazione<br />

o per la desalinizzazione dell’acqua. «Parker<br />

si occupa già da molti anni di idrogeno» ha detto Robert<br />

Airey, Parker UK Applications & Product Business<br />

Development Manager. «La fase di progettazione<br />

di sistemi e componenti può rappresentare una vera e<br />

propria sfida per via delle caratteristiche intrinseche<br />

della tecnologia». La svolta verso l’idrogeno è la logica<br />

implementazione delle competenze maturate nella<br />

tecnologia del gas, compresso e liquefatto. Prima di<br />

addentrarci su quanto abbiamo visto al Bauma, citiamo<br />

un esempio delle applicazioni elettriche di Parker.<br />

Risale all’epilogo 2020 ma è sempre di attualità il motore<br />

a magneti permanenti per generatori e propulsori<br />

heavy-duty destinato ai veicoli commerciali elettrici e<br />

ibridi su strada e fuoristrada. L’Pmac Gvm310 si aggiunge<br />

alla gamma di motori a corrente alternata e a<br />

magneti permanenti. Dotato di un telaio motore da 310<br />

mm, il Gvm310 rappresenta una soluzione di trazione<br />

per i veicoli commerciali elettrici e per i veicoli elettrici<br />

ibridi sia su strada che fuoristrada. Tra questi sono<br />

inclusi anche i veicoli da cantiere, autobus urbani e i<br />

veicoli leggeri per il trasporto di materiali e minerari.<br />

Questi motori sono disponibili con valori di potenza di<br />

picco da 147 e 409 chilowatt. In esposizione a Monaco<br />

c’era di tutto un po’: elettrificazione e idrogeno,<br />

i materiali compatibili all’idrogeno, l’IoT, i sistemi di<br />

erogazione di carburanti alternativi, componenti per gli<br />

endotermici e per la filtrazione idraulica.<br />

Al Bauma con Duricky<br />

Abbiamo esplorato le aree di nostro interesse con Steve<br />

Duricky, Parker Fluid Connectors Group. «Parker,<br />

nello sviluppo di componentistica di precisione per i<br />

motori a gas rispetta i requisiti Ansi (American national<br />

standards institute, ndr) Ngv 3.1. Noi abbiamo una<br />

soluzione sia per il lato alta pressione che per il lato<br />

a bassa pressione».<br />

Quali differenze ci sono tra i materiali utilizzati per<br />

l’alta pressione e quelli per la bassa pressione?<br />

«L’alta pressione, a 3.600 Psi o 250 bar, deve avere<br />

una tenuta robusta per contenere il metano. Abbiamo<br />

concepito un regolatore di pressione, l’FM80, espressamente<br />

progettato per il gas naturale compresso».<br />

Questo regolatore ha una portata fino a 90 kg/h, una<br />

pressione di ingresso di 4.250 Psig e un sistema di<br />

filtraggio opzionale. «Lo stoccaggio del gas compresso<br />

avviene a 3.600 psi o 250 bar» riprende Duricky.<br />

«Abbiamo integrato un filtro FM80, per assicurarci<br />

che il gas metano sia ripulito da zolfo, oli e particolato.<br />

L’olio, in quanto lubrificante del compressore, può<br />

infiltrarsi nel carburante; pertanto, è fondamentale<br />

disporre di un filtro per assicurarsi che non vi sia un<br />

riporto di olio che possa danneggiare il motore». Riagganciamoci<br />

all’idrogeno. In comune con il gas naturale<br />

liquefatto c’è l’ambiente criogenico.<br />

Ci racconta Duricky che «lo stoccaggio di idrogeno<br />

ad altissima pressione è estremamente importante per<br />

ottenere un collegamento forte, affidabile e sicuro. È<br />

importante prestare attenzione alla fisica che sta dietro<br />

all’utilizzo dell’idrogeno, per cui abbiamo lavorato<br />

allo sviluppo di O-ring compatibili, utilizzati nei nostri<br />

raccordi O-ring a faccia piana (Seal-Lok/O-Lok) per<br />

ottenere una soluzione senza perdite. A dire il vero,<br />

questa tecnologia esiste da trent’anni ed è presente<br />

in molte apparecchiature per applicazioni idrauliche.<br />

Quindi, abbiamo implementato la tecnologia, adattando<br />

l’O-ring per lavorare con l’idrogeno. Considerate<br />

che l’idrogeno ha una pressione più elevata, pari a 700<br />

bar. Per evitare l’infragilimento dovuto all’idrogeno,<br />

è necessario che i raccordi siano realizzati in acciaio<br />

inox 316.».<br />

Con l’Istituto Fraunhofer<br />

La divisione Engine Mobile Filtration<br />

Emea di Parker Hannifin e l’Istituto<br />

Fraunhofer per la microingegneria e<br />

i microsistemi hanno congiungono<br />

le forze per sviluppare e testare una<br />

tecnologia proprietaria a membrana a<br />

fibra cava progettata per applicazioni di<br />

umidificazione delle celle a combustibile.<br />

Parker ha una vasta esperienza nello<br />

sviluppo di soluzioni di filtrazione a<br />

membrana per una gran varietà di<br />

applicazioni, tra cui le celle a combustibile.<br />

L’azienda ha introdotto per la prima volta<br />

le fibre a membrana per la separazione<br />

E cosa succede se non si produce abbastanza idrogeno<br />

per alimentare la filiera?<br />

«È come l’uovo e la gallina. Se non c’è idrogeno, non<br />

ci sono veicoli che funzionano a idrogeno, quindi non<br />

ha senso avere una catena di approvvigionamento.<br />

Attualmente si investe molto negli elettrolizzatori e<br />

nella generazione di idrogeno, che chiamiamo idrogeno<br />

verde. Inoltre, gli attuali processi di generazione<br />

dell’idrogeno possono essere utilizzati in combinazione<br />

con la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Lo chiamiamo<br />

idrogeno blu. Possiamo iniziare a far crescere<br />

la domanda di idrogeno utilizzandolo innanzitutto nella<br />

generazione di energia. Proprio da qui può partire<br />

una domanda più forte di idrogeno, che sarebbe successivamente<br />

trasferita ai veicoli pesanti su strada e<br />

fuori strada. Abbiamo due soluzioni: si può mettere<br />

l’idrogeno a bordo e usarlo per alimentare i motori a<br />

combustione interna, oppure si può utilizzare l’idrogeno<br />

per le celle a combustibile. Penso che le celle a<br />

combustibile abbiano ancora tempo prima di maturare<br />

ed essere disponibile. Vedo questa tecnologia, applicata<br />

agli endotermici, evolversi giorno dopo giorno ed è<br />

quella che si sta sviluppando per prima, rispetto alle<br />

fuel cell. Per il momento possiamo utilizzare la tecnologia<br />

a gas naturale, che sia compresso o liquefatto,<br />

sui camion e non solo.<br />

H2? Prima col termico<br />

Le celle a combustibile sono legate alla elettrificazione,<br />

sono come “una batteria”, non c’è combustione<br />

ma una reazione chimica: si prende l’idrogeno, si usa<br />

un catalizzatore con l’ossigeno, serve l’elettricità. È<br />

una sfida più impegnativa, una tecnologia che richiederà<br />

ancora qualche anno. È necessario che i filtri<br />

dell’aria siano adeguati, e poi dobbiamo regolare accuratamente<br />

la temperatura e l’umidità del sistema,<br />

perché si tratta di una reazione chimica, che devono<br />

essere omogenee in tutta la cella a combustibile. Altrimenti<br />

il sistema non sarà efficiente».<br />

dei gas negli anni ’80.<br />

«Siamo lieti di avviare questa<br />

collaborazione con Fraunhofer, leader<br />

mondiale nella ricerca applicata», ha<br />

dichiarato Jonathan Griffith, General<br />

Manager di Emfe presso Parker.<br />

«La tecnologia delle celle a combustibile<br />

è fondamentale per contribuire alla<br />

riduzione delle emissioni in tutto il mondo.<br />

Siamo fiduciosi che con l’assistenza allo<br />

sviluppo del Fraunhofer e il supporto del<br />

sito di ricerca e sviluppo Emfe di Parker<br />

a Stoccarda, tra gli altri, continueremo<br />

a migliorare la nostra tecnologia a<br />

INNESTI RAPIDI<br />

FEM E FMC<br />

Gli innesti<br />

presentano<br />

una caduta di<br />

pressione minima<br />

a favore della<br />

massima efficacia<br />

in termini di costi.<br />

Gli innesti Fem<br />

sono disponibili<br />

con soppressore<br />

di pressione e<br />

conseguente<br />

possibilità di<br />

collegare gli<br />

innesti in presenza<br />

di pressione<br />

accumulata o<br />

residua senza<br />

problemi.<br />

Una valvola<br />

miniaturizzata<br />

riduce<br />

automaticamente<br />

la pressione in fase<br />

di connessione.<br />

membrana a fibra cava, ad estendere<br />

la durata degli umidificatori a celle a<br />

combustibile e ad aumentare l’efficienza<br />

per i nostri clienti». La partnership,<br />

dalla durata biennale, si concentrerà<br />

sulla valutazione dell’efficienza degli<br />

umidificatori per celle a combustibile<br />

esistenti progettati da Parker e sullo<br />

sviluppo e utilizzo di un banco di prova<br />

specializzato. Infine saranno effettuate<br />

simulazioni delle prestazioni per<br />

identificare gli effetti della lunghezza, del<br />

diametro e della permeabilità delle fibre<br />

sugli umidificatori.<br />

37


COMER INDUSTRIES. Con Walterscheid<br />

BALLO<br />

DI GALA<br />

Il Bauma 2022 si può ragionevolmente<br />

considerare il “debutto in società” dell’asse<br />

del Brennero, arricchito dalle recenti<br />

acquisizioni di Benevelli e Sitem. Non<br />

passa inosservato l’ammiccamento<br />

alla elettrificazione, nel<br />

rispetto della vocazione<br />

idraulica: planetari, cardani,<br />

trasmissioni<br />

TERRA<br />

38<br />

All’apertura dei tornelli del Bauma, non erano trascorsi<br />

sedici mesi dalla fusione di Walterscheid<br />

<strong>Powertrain</strong> Group e Comer Industries. Senza<br />

considerare lo “shopping” di fine 2022, con le reggiane<br />

Benevelli e Sitem. Passiamo in rassegna lo stand. Il<br />

planetario a due stadi PG 1500 EX è stato progettato<br />

per gli escavatori da 20 tonnellate. Più leggero del 20%<br />

Carraro: Bei, Bauma ed elettrificazione<br />

Carraro Finance ha siglato con la<br />

Banca europea degli investimenti<br />

un contratto di finanziamento<br />

da 32 milioni di euro a supporto<br />

dell’R&D del Gruppo per il periodo<br />

<strong>2023</strong>-2026. Si tratta della seconda<br />

operazione firmata fra la Bei e<br />

il Gruppo Carraro, per un totale<br />

di 82 milioni di euro. Grazie alle<br />

risorse messe a disposizione dalla<br />

banca dell’UE, sostenute da una<br />

garanzia del Fondo europeo per<br />

gli investimenti strategici, il Gruppo<br />

Carraro realizzerà investimenti nel<br />

campo delle tecnologie<br />

di elettrificazione delle macchine<br />

agricole e dei sistemi di<br />

trasmissione di potenza per trattori<br />

e veicoli fuoristrada. Del resto a<br />

Monaco abbiamo assistito alla<br />

presentazione del Transmission<br />

hydrostatic electric (sintetizzabile<br />

nella sigla The). Si tratta di una<br />

famiglia di prodotti sviluppata sotto<br />

la stella della intercambiabilità tra<br />

l’applicazione idrostatica e quella<br />

elettrica. L’obiettivo di questo<br />

approccio è quello di offrire una<br />

soluzione ai costruttori di veicoli<br />

che consiste nel poter allestire<br />

rispetto al precedente, può essere fornito come pacchetto<br />

completo o solo come riduttore: pur rimanendo<br />

abbinabile ai più comuni motori idraulici del mercato,<br />

questa nuova ralla è predisposta per applicazioni elettriche.<br />

Si passa al mining, con il 17C, l’ultima taglia di<br />

giunto cardanico del marchio Mechanics, colmando il<br />

divario tra le taglie 15,5C e 20C per impieghi gravosi.<br />

Può trasmettere fino a 120 kNm di coppia, con una<br />

capacità torcente superiore del 33% rispetto al modello<br />

più piccolo, e consente un’articolazione<br />

intermittente di 25°, riducendo<br />

i tempi di manutenzione<br />

ridotti e accrescendo la<br />

durata in condizioni difficili.<br />

Il 17C serve principalmente<br />

per l’albero<br />

dell’elica nelle applicazioni<br />

minerarie, come i<br />

dumper rigidi e le grandi<br />

pale gommate.<br />

La<br />

trasmissione<br />

sincronizzata<br />

a due<br />

velocità S529<br />

Easy Shift evita<br />

i tempi di arresto del veicolo, nel<br />

passare dalla velocità di lavoro a quella di marcia.<br />

È disponibile come trasmissione indipendente o direttamente<br />

flangiata sugli assali Comer Industries. Infine<br />

I-S428 HS, l’ultima generazione di trasmissioni elettrificate<br />

con una velocità massima in ingresso aumentata<br />

a 9.000 giri. Disponibile come riduttore autonomo o<br />

flangiato all’FC08 HD, la nuova serie di assali compatti<br />

per pale fino a 4,5 t di peso operativo, densità di coppia<br />

superiore del 15% rispetto alla versione standard.<br />

un veicolo in versione idrostatica<br />

oppure elettrica senza varianti<br />

al telaio o al lay-out della<br />

driveline. Le trasmissioni The<br />

saranno disponibili in due<br />

versioni: con cambio a 2 velocità<br />

sincronizzato e powershift. Fra<br />

le configurazioni opzionali, le<br />

trasmissioni The dispongono di<br />

freno di stazionamento e sistema<br />

di disconnessione 4WD. Questa<br />

soluzione risulta particolarmente<br />

adatta per sollevatori telescopici,<br />

terne, pale e pale compatte,<br />

escavatori gommati.<br />

MTA. Per le applicazioni mobili industriali<br />

UNITÀ DI<br />

CONTROLLO<br />

Titolo che echeggia film polizieschi e spy story e<br />

che in realtà sottintende alle competenze di Mta.<br />

Al Bauma abbiamo apprezzato alcuni spunti nel<br />

comune denominatore della gestione e amministrazione<br />

dei dati. Centraline e architetture pensate proprio<br />

per l’off-higway<br />

Qui, la mappatura<br />

del sistema AgriSic.<br />

In alto, la centralina<br />

Mec97 e l’unità<br />

Can.<br />

Che sia Bauma che sia Eima, si ragiona comunque<br />

di off-highway e Mta applica nel contesto industriale<br />

la medesima expertise rodata in decenni<br />

di ricerca e sviluppo in campo stradale. Lo certifica il<br />

sistema “human-to-machine interface” specificamente<br />

sviluppato per applicazioni off-highway. AgriSic è<br />

una piattaforma veicolare integrata che riunisce tutta<br />

la potenza di calcolo in un’unità centrale in grado di<br />

gestire e controllare quadro di bordo e display presenti<br />

in cabina. Questa architettura dà la possibilità di<br />

spostare dinamicamente le applicazioni grafiche sul<br />

display preferito, raggiungendo un elevato grado di<br />

configurabilità utente e condividendo su più schermi<br />

informazioni e dati provenienti dalla stessa unità di<br />

elaborazione centrale. La presenza di tale unità fa sì<br />

che i display e il quadro di bordo diventino periferiche<br />

del sistema, consentendo così agli Oem di sostituirli<br />

facilmente nel passaggio da un’applicazione. AgriSic<br />

può pilotare fino a quattro display full hd all’interno<br />

della cabina, raccogliere e trasmettere le informazioni<br />

provenienti dal veicolo stesso e le immagini delle telecamere<br />

attraverso la tecnologia BroadR-Reach. L’architettura<br />

software è basata su Linux, un sistema open<br />

molto flessibile che consente di personalizzare l’unità<br />

in base alle esigenze specifiche dell’applicazione del<br />

cliente, supportando ad esempio applicazioni Isobus.<br />

Passiamo a Mec97, una centralina plug & play, progettata<br />

per l’installazione nel vano motore e realizzata<br />

con la logica di circuito stampato (Pcb: Printed circuit<br />

board) e modalità di inserimento press-fit. La presenza<br />

del modulo CanBus plug-in soddisfa l’esigenza dei<br />

costruttori di collegarsi alla rete Can del veicolo. Attraverso<br />

tale rete, infatti, il modulo trasmette i comandi<br />

per pilotare i relè e generare le attuazioni necessarie,<br />

oltre a veicolare le informazioni diagnostiche. Il<br />

modulo Can è programmabile grazie a Mta Studio,<br />

un software che consente di personalizzare in modo<br />

rapido tutti i quadri di bordo, display e centraline elettroniche<br />

proposti da Mta, sia off-the-shelf sia custom.<br />

Edn e i caricabatteria<br />

Di Edn, azienda in orbita Mta, abbiamo parlato anche<br />

in ambito nautico. In questo caso rispolveriamo dal<br />

“cofanetto” del Bauma i caricabatteria di bordo Bhp19<br />

(per il mercato Usa) e Bhp22 (per l’Europa) destinati<br />

ad applicazioni elettriche e ibride plug-in. Hanno<br />

classi di potenza pari a 19,2 e 22 chilowatt rispettivamente,<br />

con corrente alternata monofase o trifase;<br />

si distinguono per una tecnologia di conversione che<br />

migliora la densità di potenza e la potenza specifica<br />

e per la loro bidirezionalità che consente il flusso di<br />

energia in due direzioni, da e verso la batteria.<br />

TERRA<br />

39


CARTELLO. Parte seconda<br />

NAVIGANDO<br />

NEL DOMANI<br />

Qui si conclude la panoramica di Cartello, da quasi<br />

quarant’anni al servizio dei cantieri nautici. Yanmar<br />

è affiancata dai fuoribordo diesel Cox Marine e dalle<br />

soluzioni ibride di e-Motion. L’ibridizzazione è una<br />

delle frontiere più plausibili perché l’endotermico<br />

rimane l’applicazione tecnologica che meglio<br />

risponde alle esigenze della nautica<br />

MARE<br />

Cartello, distributore dei motori marini di Yanmar<br />

dal 1984, avviata a fornire qualsiasi integrazione<br />

di sistema a cantieri nautici e armatori. Riprendiamo<br />

da dove ci eravamo lasciati a dicembre.<br />

Potreste citare alcuni casi studio: uno nel commerciale,<br />

uno nel diporto? Quali sono le applicazioni<br />

light o medium-duty del commerciale che seguite<br />

maggiormente con Yanmar?<br />

«Potremmo citare per il diporto, l’imbarcazione<br />

Aquariva motorizzata da una coppia di 8LV370 con<br />

invertitore Two Speed ZF 90Ivts, in tutte le versioni,<br />

standard e Anniversary. Si tratta di un’imbarcazione<br />

iconica che ha fatto la storia della nautica. Sono centinaia<br />

le installazioni circolanti con piena soddisfazione<br />

del cantiere del Gruppo Ferretti e dei clienti. Per il<br />

lavoro, potremmo citare i taxi di Venezia: si tratta di<br />

un’imbarcazione classica, Venezia Taxi Boat, equipaggiata<br />

con motore Yanmar 4LV150 e piede poppiero.<br />

Le caratteristiche sono: elevate prestazioni, ridotta<br />

rumorosità e vibrazioni per il comfort dei passeggeri,<br />

utilizzo intensivo durante tutto l’anno».<br />

A proposito dei giapponesi: potete raccontarci del<br />

6,7 litri esposto a Genova e dell’accordo con Fpt<br />

Industrial nel suo complesso?<br />

«Il motore esposto a Genova era un 8.3 litri. Yanmar<br />

e Fpt hanno raggiunto un accordo riguardante i motori<br />

a 6,7 litri e 8,3 litri, quindi, fino a 550 cavalli<br />

per il primo e 640 cavalli per il secondo. Credo che<br />

Yanmar stesse cercando di ampliare verso l’alto il suo<br />

portfolio e abbia riconosciuto in Fpt un partner con<br />

delle basi motore che hanno analizzato per bene. Sono<br />

stati fatti vari test e modifiche dedicate a Yanmar, che<br />

rispondessero in modo più fedele agli standard giapponesi<br />

e posso dire con certezza che, anche se i motori<br />

appaiono uguali, in realtà ci sono delle differenze peculiari<br />

ed esclusive per Yanmar. Io credo che i nostri<br />

clienti potranno apprezzare la qualità Yanmar come<br />

su tutti gli altri prodotti, sia che siano base Yanmar<br />

sia che siano base Toyota, come per alcuni e sia con<br />

questi ultimi arrivati».<br />

Sempre a proposito di Yanmar, come procede la<br />

transizione al controllo elettronico? Potreste descrivere<br />

sommariamente la gamma, in termini di<br />

cilindrate e potenze?<br />

«Ad oggi, a parte i motori da 9 a 29 cavalli, tutti gli<br />

altri motori da diporto sono a controllo elettronico e<br />

sono tutti common rail, per rispondere alle più stringenti<br />

norme sulle emissioni a livello globale. Anzi, se<br />

devo dirla tutta, dopo una partenza lenta rispetto alla<br />

concorrenza, tipica dell’approccio giapponese, oggi<br />

credo che Yanmar sia il produttore con i motori più<br />

tecnologi e puliti nel suo segmento di mercato. Altri<br />

competitor hanno a listino ancora modelli a controllo<br />

meccanico oppure hanno basi motori e tecnologie che<br />

arrivano appena ai limiti di legge e solo in condizione<br />

di prova a banco. Yanmar è davvero green anche<br />

in condizioni di utilizzo non ottimale (penso a barche<br />

sporche o sovraccariche). Siamo molto fieri di questo<br />

e secondo me non lo diciamo abbastanza».<br />

La nicchia di mercato dei Cox nel mercato italiano?<br />

«Il brand Cox è un progetto molto interessante con un<br />

prodotto innovativo nel suo insieme (non è innovativo<br />

il diesel e non lo è il fuoribordo, ma lo è l’insieme). Anche<br />

se trattiamo questo prodotto da alcuni anni, devo<br />

dire che fino alla scorsa stagione era da considerarsi<br />

a tutti gli effetti ancora un prodotto acerbo, perciò abbiamo<br />

deciso a suo tempo di attenderne la maturazione.<br />

Oggi, però, il prodotto è pronto per essere spinto<br />

sul mercato e pensiamo che conquisterà un posto sia<br />

in ambito professionale che da diporto. Innanzitutto,<br />

perché risparmia risorse (dal 25 per cento almeno di<br />

risparmio energetico) e poi perché, paragonandolo a<br />

motori fuoribordo benzina non catalizzati, vediamo<br />

che la differenza di inquinamento è notevole. In ultimo,<br />

perché unisce la forza e la coppia di un motore<br />

diesel alla praticità di un fuoribordo... Ha tutto per<br />

essere un successo. Unico neo, il prezzo molto alto se<br />

paragonato a un fuoribordo a benzina: sarà compito<br />

nostro spiegare che il paragone giusto da fare è con<br />

un entrofuoribordo diesel».<br />

Alla voce differenziazione spunta il nome di E-motion.<br />

In che misura e in quali forme collaborate con<br />

Maggi e quale ventaglio di potenze potete fornire?<br />

Potreste descrivere brevemente l’approccio tecnologico<br />

di questi ibridi?<br />

«Con E-motion collaboriamo già da alcuni anni. Le<br />

potenze che forniamo al momento arrivano fino a 440<br />

HP, sia come propulsione ibrida che come power unit<br />

per generatori a giri variabili, che E-motion progetta<br />

e assembla in toto. Oggi l’argomento ibrido è molto<br />

attuale e credo sia la giusta via nel settore nautico per<br />

delocalizzare inquinamento acustico ed emissioni in<br />

luoghi dove questo fa meno danni. Una barca non è<br />

una vettura e ottenere una neutralità delle emissioni è<br />

molto più complesso e richiederà molti anni; intanto,<br />

questi prodotti aiutano a migliorare la situazione dove<br />

è più urgente (parchi marini, porti, zone protette) e<br />

dove più è apprezzabile dai clienti (navigazione diurna,<br />

spostamenti brevi o medio-brevi, hotelerie senza<br />

utilizzo di generatore, ma solo in accumulo su batterie).<br />

L’approccio E-motion, secondo noi, è tra i più<br />

completi sul mercato ed è orientato a yacht di media e<br />

grande taglia, che sono quelli più indicati da un punto<br />

di vista economico (l’extra costo è una frazione inferiore<br />

del costo totale dello yacht), da un punto di vista<br />

degli spazi (peso e spazio per le batterie impattano<br />

meno su peso e spazio totale dello yacht) e del pattern<br />

di utilizzo del mezzo (maggior numero di ore di utilizzo<br />

medio e maggior prominenza della velocità di crociera<br />

o in dislocamento). Per le barche più piccole, specialmente<br />

plananti, la strada è ancora lunga e necessita di<br />

un ulteriore salto tecnologico, specialmente per quanto<br />

riguarda l’accumulo di energia, che oggi risulta ancora<br />

troppo pesante, sia in termini di peso sia di costi. Ci<br />

si arriverà, ma non penso che la nostra generazione<br />

vedrà una barca full electric che non sia un concept<br />

o un esercizio di stile, ma un vero mezzo utilizzabile.<br />

Credo che invece di ibrido se ne parlerà sempre di più<br />

ed E-motion potrà dire certamente la sua».<br />

Sulle grandi cilindrate il metanolo sembra un’opzione<br />

strategica. Se l’idrogeno ha problemi di stoccaggio<br />

e il Bev non è replicabile in acqua per gli<br />

ingombri, non resta altro che l’ibridizzazione? Yanmar<br />

sta però investendo risorse nel test sull’idrogeno,<br />

insieme a Toyota. È trapelato qualche cosa di più<br />

sullo stato delle prove in acqua? Perché nel diporto<br />

non si invoca l’Hvo come nell’automotive pesante,<br />

nel construction e nella generazione di potenza?<br />

«Come dicevo, l’ibrido è l’opzione più realistica ed<br />

immediata al momento, perciò anche in Yanmar stanno<br />

lavorando con i loro tempi. Però, mi lasci dire che pensare<br />

all’ ibrido in nautica apre un mondo di possibilità<br />

che ogni produttore declinerà in modo diverso, perciò<br />

in futuro avremo diversi produttori con diverse soluzioni...<br />

sarà una giungla, temo. Un ibrido per barca a vela<br />

non è lo stesso di uno per motoscafo. Da un lato, sarà<br />

interessante vedere chi avrà le idee migliori; dall’altro,<br />

mi preoccupa la confusione che si creerà per i clienti.<br />

Per quanto riguarda l’idrogeno, invece, Yanmar sta<br />

cooperando con Toyota, come comunicato in maniera<br />

ufficiale, ma tendo a pensare che questo tipo di progetto<br />

sia un po’ lontano nel tempo, almeno per quanto<br />

riguarda il diporto. Nel commerciale, invece, potrebbe<br />

avere tempi leggermente più veloci. Riguardo all’Hvo,<br />

Yanmar ha già approvato l’utilizzo di questi carburanti<br />

fino a 125 cavalli, mentre sono in fase di valutazione<br />

per potenze superiori. Da qui a diventare una possibilità<br />

reale, occorre che le reti distributive dei carburanti<br />

nel settore nautico ne abbiano disponibilità».<br />

COX 300<br />

DIESEL-IDROGENO<br />

Notizia che risale<br />

al dicembre 2021,<br />

sintomatica della<br />

lugimiranza del<br />

progetto: «Cox<br />

lavorerà con il<br />

l’Università di<br />

Brighton per<br />

convertire uno dei<br />

motori fuoribordo<br />

diesel Cxo300<br />

dell’azienda in<br />

un motore a<br />

idrogeno a doppia<br />

alimentazione e<br />

per dimostrarne il<br />

funzionamento in<br />

ambito portuale.<br />

La conversione e<br />

la dimostrazione<br />

fanno parte del più<br />

ampio progetto<br />

Hydrogen & Port<br />

Ecosystems UK<br />

(Shape UK) volto<br />

a mostrare un<br />

sistema modulare<br />

realizzabile di<br />

generazione di<br />

idrogeno verde<br />

all’interno del Porto<br />

Internazionale di<br />

Portsmouth».<br />

40<br />

41


VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

Vadoetorno<br />

network<br />

STY I VINCITORI DEGLI AWARDS <strong>2023</strong> ● MERCATO CORRE<br />

SULLE MONTAGNE RUSSE MA SI FESTEGGIA ● DECARBON SI FA<br />

PRESTO A DIRE ELETTRICO ● SUPERTEST DAF-RENAULT- SCANIA<br />

RIVOLUZIONATO IL PODIO ● DAKAR LA PRIMA VOLTA SENZA<br />

KAMAZ ● GOVERNO E ASSOCIAZIONI È COLPO DI FULMINE<br />

due volte<br />

in<br />

in vetta<br />

GENNAIO<br />

<strong>2023</strong><br />

MENSILE<br />

€ 3,00<br />

Prima immissione:<br />

9 gennaio <strong>2023</strong><br />

1<br />

VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />

Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />

in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

GENNAIO N. 1 - <strong>2023</strong><br />

ANNO 32°- euro 5,00<br />

Sul podio<br />

del<br />

mercato<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

NUMERI E TREND DEL MERCATO AUTOBUS<br />

E FILOBUS 2022, TESTA A TESTA TRA MIILD<br />

HYBRID, FOCUS SULL’ISUZU NOVOCITI LIFE,<br />

IL TPL ELETTRICO DI DOHA, I CANDIDATI<br />

AL TENDER ELETTRICO CONSIP<br />

da Vadoetorno n. 1/<strong>2023</strong> da AUTOBUS n. 1/<strong>2023</strong><br />

VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />

N.1 - <strong>2023</strong> ANNO 28°<br />

GENNAIO<br />

Il primo Lng<br />

CNH TECH DAY: REPORTAGE DA PHOENIX. TUTTE LE NEW ENTRY<br />

SPECIALE: IBRIDI ED ELETTRICI. COSA OFFRE IL MERCATO<br />

da TRATTORI n. 1/<strong>2023</strong><br />

La rivista VADO E TORNO<br />

affonda le radici nel 1962.<br />

Praticamente rappresenta<br />

l’antologia del camion dal<br />

boom economico ai nostri<br />

giorni. Le riviste AUTOBUS<br />

e TRATTORI affiancarono<br />

successivamente VADO E<br />

TORNO nella descrizione<br />

incalzante a aggiornata<br />

di quanto avviene nel<br />

trasporto persone e nella<br />

meccanizzazione agricola.<br />

Mondi che rappresentano,<br />

per noi di POWERTRAIN,<br />

gli scenari di quelle che su<br />

queste pagine chiamiamo<br />

applicazioni. Ad ogni uscita<br />

proporremo la sintesi di<br />

un articolo pubblicato sui<br />

numeri precedenti delle<br />

riviste di VADO E TORNO<br />

EDIZIONI, la nostra casa<br />

comune. Senza timore di<br />

smentita possiamo parlare<br />

di “filiera corta”: la catena<br />

cinematica e le macchine<br />

che la sostanziano.<br />

42<br />

43


VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

due volte<br />

in<br />

in vetta<br />

Estratto da ‘Vado e Torno’ n. 1, <strong>2023</strong><br />

STY I VINCITORI DEGLI AWARDS <strong>2023</strong> ● MERCATO CORRE<br />

SULLE MONTAGNE RUSSE MA SI FESTEGGIA ● DECARBON SI FA<br />

PRESTO A DIRE ELETTRICO ● SUPERTEST DAF-RENAULT- SCANIA<br />

RIVOLUZIONATO IL PODIO ● DAKAR LA PRIMA VOLTA SENZA<br />

KAMAZ ● GOVERNO E ASSOCIAZIONI È COLPO DI FULMINE<br />

GENNAIO<br />

<strong>2023</strong><br />

MENSILE<br />

€ 3,00<br />

Prima immissione:<br />

9 gennaio <strong>2023</strong><br />

1<br />

Avvicina il<br />

primato del<br />

Supertest<br />

mostrando le<br />

qualità dei grandi<br />

interpreti del<br />

lungo raggio. E<br />

lo fa, il trattore<br />

T480 Tc di<br />

Renault Trucks,<br />

realizzando<br />

quella che<br />

appare come<br />

una vera e<br />

propria svolta,<br />

affidandosi in<br />

sala macchine<br />

all’intesa<br />

tra motore<br />

di 12,8 litri<br />

equipaggiato col<br />

Turbocompound<br />

e cambio<br />

automatizzato<br />

Optidriver,<br />

con l’aggiunta<br />

del prezioso<br />

Optivision<br />

Serie T e Renault Trucks<br />

si erano sempre fermati<br />

ai piedi del podio del nostro<br />

Supertest 500 km. Magari<br />

di poco, certo, questione di una<br />

manciata di metri, ma pur sempre<br />

di quel tanto che bastava<br />

Renault: a un passo dal record<br />

Mette il doppio<br />

turbo e vola<br />

per non potersi godere la soddisfazione<br />

di confrontarsi con<br />

la concorrenza da una diversa<br />

prospettiva. Questo fino a ieri,<br />

inteso come anno 2022. Poi è<br />

arrivato il T480 Tc, con quelle<br />

due ultime lettere a identificare<br />

la versione con Turbocompound.<br />

E tutto è cambiato.<br />

Sceso nell’arena di un percorso<br />

che non fa sconti e che da oltre<br />

sessant’anni mette in fila i<br />

pesanti stradali misurandoli col<br />

metro dei consumi, l’ammiraglia<br />

della Losanga ha piazzato la sua<br />

migliore prestazione di sempre:<br />

3,86 km/litro. Un risultato che<br />

vale il secondo gradino di quel<br />

podio sempre accarezzato ma<br />

mai calcato, e avvicina il primato<br />

assoluto che è lì, a soli 40 metri.<br />

Oltretutto con la soddisfazione di<br />

aver marciato a una media più<br />

veloce del Daf Xg Plus 480 (l’attuale<br />

detentore): 77,2 contro 75,7<br />

all’ora.<br />

La spinta decisiva del<br />

Turbocompound<br />

È la conferma delle qualità di un<br />

modello che ha sempre fatto della<br />

concretezza il proprio segno<br />

distintivo, ma che oggi, ha in un<br />

certo senso svoltato, migliorandosi<br />

abbondantemente (nel 2021<br />

il T480 High con cabina High<br />

sleeper si era infatti fermato a<br />

3,43 km/litro), aggiungendo una<br />

robusta dose di efficienza, inaugurando<br />

così un nuovo capitolo<br />

della propria storia.<br />

Una svolta che ha il suo volano<br />

proprio nell’adozione del<br />

Turbocompound, ovvero quella<br />

seconda turbina con cui trasformare<br />

l’energia residua dei gas di<br />

scarico in energia meccanica da<br />

portare in dote all’albero motore<br />

sotto forma di coppia supplementare.<br />

Niente retarder, solo freno<br />

motore<br />

E così, ecco una coppia più elevata<br />

(276 kgm) disponibile a regimi<br />

inferiori e costante già dai<br />

900 giri (fino a 1.250). Il tutto si<br />

combina con un motore anch’esso<br />

ottimizzato (sono nuovi albero<br />

motore, iniettori e pistoni) così<br />

come lo sono le 12 marce del<br />

cambio automatizzato Optidrive.<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 44 di<br />

Vado e Torno Gennaio <strong>2023</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

44<br />

45


VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />

Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />

in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

GENNAIO N. 1 - <strong>2023</strong><br />

ANNO 32°- euro 5,00<br />

Estratto da ‘Autobus’ n. 1, <strong>2023</strong><br />

Sul podio<br />

del<br />

mercato<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

NUMERI E TREND DEL MERCATO AUTOBUS<br />

E FILOBUS 2022, TESTA A TESTA TRA MIILD<br />

HYBRID, FOCUS SULL’ISUZU NOVOCITI LIFE,<br />

IL TPL ELETTRICO DI DOHA, I CANDIDATI<br />

AL TENDER ELETTRICO CONSIP<br />

Sette lotti e<br />

dieci offerenti<br />

per una gara<br />

destinata a<br />

imprimere<br />

un’accelerata<br />

elettrica al<br />

tpl tricolore.<br />

Solaris e Iveco<br />

Bus fanno la<br />

voce grossa,<br />

Irizar e Vdl<br />

disertano,<br />

Smartbus fa<br />

capolino. In<br />

palio ci sono<br />

mille e-bus<br />

per una base<br />

d’asta di oltre<br />

660 milioni di<br />

euro<br />

Ci sono dieci costruttori sulla<br />

griglia di partenza per aggiudicarsi<br />

la gara Consip per un<br />

totale di 1.000 bus elettrici. La terza<br />

sulla tecnologia battery-electric.<br />

E anche questa volta la risposta è<br />

di massa, segno di un mercato su<br />

Dieci contendenti per i mille elettrici<br />

Mille<br />

alla spina<br />

cui l’asticella della competizione<br />

si è alzata in maniera estrema. Il<br />

numero di mezzi a gara è impressionante,<br />

se si pensa che parliamo<br />

di un mercato che nell’intero 2022<br />

ha fatto registrare poco più di un<br />

centinaio di pezzi.<br />

Partiamo dai mini. 40 le unità in<br />

palio. Inevitabile la presenza di<br />

Rampini e Karsan, campioni del 6<br />

metri elettrico. L’e-Jest, secondo i<br />

dati diramati dal costruttore, ha figurato<br />

tanto nel 2020 che nel 2021<br />

come market leader in Europa nel<br />

segmento (ma sarebbe più corretto<br />

chiamarla “nicchia”) dei mini elettrici.<br />

Share? 43 per cento nel ’20,<br />

51 nel 2021. I turchi, del resto,<br />

hanno vissuto un 2022 caratterizzato<br />

da un immane sforzo di comunicazione<br />

e presenze fieristiche<br />

e sono reduci dall’aggiudicazione<br />

della gara Tper per 24 dodecametrici<br />

(con condizioni di full service<br />

particolarmente sfidanti…).<br />

Midibus, un lotto goloso<br />

Rappresenta una novità la partecipazione<br />

di Otokar con l’e-Centro C<br />

messo in mostra a Milano. Assente<br />

Bluebus, che pure aveva presentato<br />

offerta in passato ad una gara Arst.<br />

Corti? Qui il gioco si fa duro: il<br />

lotto degli 8-9 metri rappresenta il<br />

secondo più goloso dopo quello dei<br />

12 metri, con ben 280 pezzi in gioco.<br />

La novità si chiama Solaris: il<br />

lancio dell’Urbino 9 Le electric ha<br />

fornito il tassello mancante in una<br />

gamma che ha permesso al gruppo<br />

polacco di presentare offerta<br />

in cinque lotti su sette. A superare<br />

Solaris, in termini di lotti coperti,<br />

è solo Iveco, candidata a ben sei<br />

lotti con l’E-Way grazie alle quattro<br />

declinazioni (9,5, 10,7, 12, 18<br />

metri) e alla predisposizione per il<br />

pantografo. Sui medi alza la mano<br />

anche Industria Italiana Autobus,<br />

evidentemente con un Citymood<br />

10 a batteria ancora da presentare.<br />

Che sfida sui 12 metri<br />

Affollamento massimo, prevedibilmente,<br />

sul lotto dei 12 metri plugin.<br />

Le sorprese arrivano tutte dalle<br />

assenze. In primis quella di Karsan,<br />

che punta tutto sui piccoli e diserta<br />

tanto il lotto dei 12 quanto quello<br />

dei 18 metri. Niente offerta nemmeno<br />

per Vdl: la nuova gamma Citea<br />

mancherebbe dei requisiti omologativi<br />

per prendere parte al tender.<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 18 di<br />

Autobus Gennaio <strong>2023</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

46<br />

47


N.1 - <strong>2023</strong> ANNO 28°<br />

GENNAIO<br />

VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />

Il primo Lng<br />

Estratto da ‘Trattori’ n. 1, <strong>2023</strong><br />

CNH TECH DAY: REPORTAGE DA PHOENIX. TUTTE LE NEW ENTRY<br />

SPECIALE: IBRIDI ED ELETTRICI. COSA OFFRE IL MERCATO<br />

Probabilmente<br />

in un futuro<br />

prossimo, tutte<br />

le funzionalità<br />

viste per un<br />

cliente avanzato,<br />

saranno le prime<br />

a partire come<br />

servitizzate e<br />

potranno essere<br />

aggiunte in<br />

un secondo<br />

momento, proprio<br />

come upgrade.<br />

Vendendo un<br />

trattore per<br />

esempio potrei<br />

aggiungere,<br />

quando serve,<br />

alcune specifiche<br />

funzioni come la<br />

svolta automatica<br />

a fine campo e la<br />

guida automatica<br />

RTK<br />

I<br />

nostro mondo si sta spostando<br />

verso la servitizzazione già<br />

alcuni servizi vengono visti in<br />

questo senso, per esempio gli abbonamenti<br />

per ricevere il segnale<br />

di correzione RTK (Real-Time<br />

Kinematic – con la precisione di<br />

Inchiesta. Focus Big Data<br />

Dal Data Act alla<br />

servitizzazione<br />

1,5 cm) sono già mensili o annuali,<br />

ma arriveremo al punto<br />

in cui il cliente potrà chiedere<br />

il servizio solo quando gli serve<br />

davvero».<br />

È questa l’introduzione al tema<br />

dati, un po’ spiazzante di Guido<br />

Fastellini e Alberto Benatti<br />

esperti di tecnologie di precisione<br />

per CNH Industrial. «Stessa<br />

cosa per la telematica, abbiamo<br />

abbonamenti annuali, che permettono<br />

di scambiare i dati tra<br />

cloud, campo e i mezzi, ma la<br />

richiesta è di avere il servizio, o<br />

anche cavalli e altre funzionalità<br />

solo quando veramente necessari.<br />

Adesso forse ne parliamo in maniera<br />

un po’ scherzosa, ma il futuro<br />

è lì. Veniamo da una riunione<br />

con i concessionari dove abbiamo<br />

mostrato una ricerca europea che<br />

evidenzia come nei prossimi 10<br />

anni ad aumentare vertiginosamente<br />

saranno i servizi digitali».<br />

Probabilmente in un futuro prossimo,<br />

tutte le funzionalità viste<br />

per un cliente avanzato, saranno<br />

le prime a partire come servitizzate<br />

e potranno essere aggiunte<br />

in un secondo momento, proprio<br />

come upgrade. Vendendo un trattore<br />

per esempio potrei aggiungere,<br />

quando serve, alcune specifiche<br />

funzioni come la svolta<br />

automatica a fine campo, la guida<br />

automatica RTK oppure, tra<br />

qualche anno, la guida autonoma<br />

potrebbe essere un’ulteriore soluzione<br />

premium aggiunta e pagata<br />

solo quando necessaria. Possono<br />

apparire scenari futuri, mentre in<br />

realtà sono più prossimi di quanto<br />

non si creda e saranno resi possibili<br />

da una gestione intelligente<br />

e funzionale dei dati. Considerarli<br />

la risorsa immateriale del futuro<br />

è ormai banale, forse però è più<br />

interessante analizzare quanto<br />

molto presto i dati risulteranno<br />

decisivi nel mutare i consueti modelli<br />

di business. Questo nel mondo<br />

agricolo non è ancora molto<br />

chiaro, sebbene molti, soprattutto<br />

i grandi gruppi, inizino a capirlo e<br />

a lavorarci con attenzione.<br />

In generale è un mondo ancora<br />

poco conosciuto, alcuni risultati,<br />

per esempio quelli relativi alle<br />

applicazioni dell’intelligenza artificiale<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 14 di<br />

Trattori Gennaio <strong>2023</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

48<br />

49


Motori e componenti per OEM<br />

Cultura, tecnica, impieghi<br />

e mercato del motore diesel.<br />

Fondato nel 1986<br />

Direttore responsabile<br />

Maurizio Cervetto<br />

Coordinatore redazionale<br />

Fabio Butturi<br />

In redazione<br />

Stefano Agnellini, Ornella Cavalli,<br />

Fabrizio Dalle Nogare, Stefano Eliseo,<br />

Fabio Franchini, Riccardo Schiavo,<br />

Cristina Scuteri, Luca Vitali<br />

Ha collaborato<br />

Maria Grazia Gargioni<br />

Lekker 44 e Volvo Penta D6<br />

Impaginazione e grafica<br />

Marco Zanusso<br />

Gestione editoriale<br />

Fabio Zammaretti<br />

PIÙ DEFENDER<br />

O CADILLAC?<br />

Insieme alla Porsche, questi sono gli<br />

accostamenti al Lekker 44 suggeriti<br />

dal fondatore del cantiere olandese,<br />

Meindert Wolfraad. Il 44 piedi olandese<br />

è equipaggiato con il D6 di Volvo Penta,<br />

anche in formato Ips<br />

OEM E MOTORI<br />

La convergenza tra quattro<br />

ruote e diporto è evidente.<br />

Non si tratta solamente del<br />

travaso della tecnologia automobilistica<br />

nella nautica da “diletto”.<br />

Basti pensare a Formentor,<br />

nome traslato dalla sportiva della<br />

Cupra alle barche di De Antonio<br />

Yachts. Qual è invece l’imprinting<br />

stradale della Lekker 44<br />

(foto in alto)? Il fondatore del<br />

cantiere, Meindert Wolfraad, ha<br />

paragonato questa barca a «una<br />

Land Rover Defender. Solo che<br />

è dotata della tecnologia più<br />

avanzata e della velocità di<br />

una Porsche. E proprio come in<br />

una Cadillac classica, al volante<br />

ci si può sedere in quattro».<br />

Il 13,5 metri, 4 di larghezza, è<br />

equipaggiato dal D6 di Volvo<br />

Penta, disponibile su richiesta<br />

anche in versione Ips. Esacilindrico<br />

da 5,5 litri, common rail,<br />

doppio albero a camme in testa.<br />

Alla taratura massima eroga 280<br />

chilowatt a 3.500 giri. Il 44 piedi<br />

olandese si è mostrato ai saloni<br />

nautici di Genova, Monaco<br />

e Fort Lauderdale e ha trovato i<br />

primi estimatori in quel di Amsterdam,<br />

di Cannes e di Miami.<br />

Così di cono di lui i costruttori:<br />

«Perfetto per fare il bagno alle<br />

Bahamas, per una cena romantica<br />

lungo la costa adriatica o per<br />

godersi le isole greche, il Lekker<br />

44 è un “weekender” adatto al<br />

mare con una velocità massima<br />

di oltre 50 nodi (92 km/h)». Può<br />

ospitare fino a sedici passeggeri e<br />

comprende anche una cabina per<br />

quattro persone. È disponibile in<br />

tre versioni, Sport, Adventure e<br />

Ultimate, ed è progettato, testato<br />

e costruito nei Paesi Bassi.<br />

Stampa<br />

Industrie Grafiche RGM srl,<br />

Rozzano (Mi)<br />

Fotolito<br />

Industrie Grafiche RGM srl,<br />

Rozzano (Mi)<br />

Autorizzazione del tribunale<br />

di Milano n.860 del 18 dicembre 1987<br />

Registro Nazionale della Stampa<br />

n. 4596 del 20/04/1994<br />

n. iscrizione R.O.C. 2880 del 30-11-2001<br />

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. -<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004<br />

n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

VADO E TORNO<br />

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via Brembo 27 - 20139 Milano.<br />

Tel. 02/55230950<br />

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editore ed abbonato, secondo le finalità e modalità indicate<br />

nell’informativa disponibile e consultabile sul sito<br />

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THE EUROPEAN EXHIBITION<br />

OF ELECTRICAL POWER SYSTEMS<br />

dpeurope.it<br />

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