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Jolly Roger Magazine Anno V Numero 1 - gennaio 2023 Mensile gratuito di informazione libraria e letteraria

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Anno V
Numero 1 - gennaio 2023
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AUTORI JOLLY ROGER<br />

AUTORI JOLLY ROGER<br />

gazzo che veniva catapultato in<br />

una nuova realtà.<br />

Chi ti conosce dice che Andrea<br />

Carli, l’Ispettore protagonista<br />

del romanzo, ti assomigli fin<br />

troppo. Cosa c’è di vero?<br />

Diciamo che forse è vero. Carli<br />

rispecchia la mia persona, il<br />

mio modo di comportarmi, di<br />

approccio con i miei colleghi e<br />

con i cittadini. In servizio condividevo<br />

e ascoltavo le opinioni<br />

altrui, ma alla fine cercavo<br />

di fare sempre di testa mia, fidandomi<br />

della mia conoscenza<br />

e professionalità acquisita nel<br />

corso della mia attività e lavorando<br />

al caso che andavo ad<br />

analizzare giorno e notte, senza<br />

tregua, sino alla risoluzione. Il<br />

mio motto era: “Fai oggi quel<br />

che potresti fare domani”.<br />

Sono una persona dalla profonda<br />

umanità, che mi porta a<br />

vivere tra la gente sentendomi<br />

elemento basilare di una società<br />

ancora sana e parte integrante<br />

della comunità in cui ho svolto<br />

il mio lavoro.<br />

Nel libro ci sono molti personaggi<br />

perfettamente riconoscibili<br />

e altri ancora citati con<br />

nome e cognome. Come mai la<br />

scelta di inserire persone reali<br />

nella tua trama?<br />

Sì, è stato il mio modo di ringraziare<br />

persone che nella mia<br />

quarantennale attività svolta<br />

nella Polizia di Stato, mi hanno<br />

aiutato, a loro insaputa, a risolvere<br />

qualche caso giudiziario.<br />

Tra di noi vi era un’amicizia e<br />

reciproco rispetto e spesso nascevano<br />

con gli stessi confronti<br />

che, senza ombra di dubbio, mi<br />

facevano ampliare le mie conoscenze<br />

in campi che non erano<br />

di mia pertinenza. Il giornalista,<br />

l’edicolante, il fotografo,<br />

il medico legale, il direttore di<br />

banca… personaggi che a loro<br />

insaputa mi hanno aiutato, senza<br />

mai oltrepassare quella linea<br />

di riservatezza che ognuno ha<br />

nel proprio lavoro. Qualcuno<br />

non è più tra noi e con questo<br />

libro li ho voluti ricordare e ringraziare,<br />

con l’autorizzazione<br />

dei loro congiunti che mi hanno<br />

permesso di citarli in forma<br />

reale con nome e cognome.<br />

In quello che hai scritto si percepisce<br />

anche un fondo di amarezza<br />

per le Istituzioni che non<br />

sempre sono vicine come dovrebbero<br />

ai Servitori dello Stato.<br />

È vero?<br />

Diciamo di sì. Probabili disfunzioni<br />

e problemi che andrebbero<br />

affrontati e risolti per avere<br />

poliziotti, carabinieri, finanzieri<br />

e appartenenti alle FF.OO. più<br />

efficienti e più vicini ai cittadini.<br />

Nella mia lunga carriera lavorativa<br />

ho constatato diverse<br />

problematiche:<br />

- Disagio psicologico/psichico<br />

degli operatori di polizia,<br />

che non dispongono, come del<br />

resto qualsiasi altra forza militare,<br />

di un supporto interno.<br />

“I suicidi tra gli appartenenti<br />

alle forze dell’ordine sono numerosi<br />

ogni anno, ma nessuno<br />

si impegna a trovare una soluzione”,<br />

tranne un comitato<br />

istituito recentemente presso il<br />

Ministero dell’Interno composto<br />

da funzionari appartenenti<br />

alle varie FF.OO. e FF. AA. Al<br />

momento, personalmente non<br />

ho riscontrato grandi risultati.<br />

Anzi, i suicidi vengo tutti catalogati<br />

come “situazione verificatosi<br />

a seguito problematiche<br />

dovute a depressione”, senza<br />

mai andare a fondo da dove sia<br />

scaturita questa depressione. Il<br />

più delle volte si cita la famiglia<br />

come fonte di depressione,<br />

escludendo l’attività lavorativa,<br />

come se il lavoro non portasse a<br />

stress e depressione.<br />

- Protagonismo, carrierismo,<br />

favoritismi, come penso in tutti<br />

i luoghi di lavoro e per finire<br />

i sindacati di categoria: ormai<br />

sono troppo politicizzati,<br />

e quasi ogni sindacalista dopo<br />

qualche anno tenta la scalata al<br />

Consiglio Regionale o a Montecitorio.<br />

Per finire, interpretazioni<br />

diverse della norma che<br />

ogni Procura e Pubblico Ministero,<br />

ma anche il Dirigente di<br />

polizia, dà su uno stesso reato<br />

o situazione che si prospetti, facendo<br />

percepire “come a volte<br />

sia il caso o la fortuna a determinare<br />

il destino di ognuno di<br />

noi”.<br />

Enrico Parrini, autore dell’illustrazione<br />

di copertina, che<br />

ha lavorato insieme a te, parla<br />

del “Metodo Maselli”. Di cosa<br />

si tratta?<br />

Enrico Parrini, Vice Questore<br />

della Polizia di Stato, l’ho conosciuto<br />

nel 1989, quando da Milano<br />

venne trasferito a dirigere<br />

il Commissariato di Pubblica<br />

Sicurezza di Pescia. Un funzionario<br />

preparato e umano, simile<br />

al mio carattere. Abbiamo lavorato<br />

insieme sino al 2001 quando<br />

venne trasferito al Commissariato<br />

di P.S. di Forte dei<br />

Marmi a dirigere quell’Ufficio<br />

di Polizia. Lo definisce il “me-<br />

todo Maselli” per il mio modo<br />

di approccio con il cittadino e<br />

con le istituzioni. Sempre sullo<br />

stesso piano, mai sentirsi su un<br />

piano superiore. Mai arroganza,<br />

un comportamento sempre<br />

educato e rispettoso verso tutti<br />

anche nei confronti del delinquente<br />

più incallito. Esigenza<br />

di rigore investigativo, non<br />

scherzando con la libertà altrui.<br />

Avere attenzione e premura per<br />

i propri uomini. Sentirsi cittadino<br />

tra i cittadini, ispirare loro<br />

fiducia, massima disponibilità<br />

con tutti e sempre. Massima riservatezza<br />

nel proprio lavoro e<br />

quando si raggiungevano risultati<br />

positivi, assenza di trionfalismo.<br />

Rimanere se stessi, una<br />

persona normale, semplice.<br />

Quali sono le caratteristiche<br />

dell’Ispettore Carli che oggi un<br />

funzionario di Polizia dovrebbe<br />

Domenico Maselli<br />

nato a Roma nel 1957 da genitori pugliesi, si trasferisce a Bari all’età di<br />

sette anni dove rimane sino alla maggiore età.<br />

Nel 1977 entra nell’Esercito come Ufficiale di complemento e nel 1979<br />

accede all’allora Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, ora Polizia<br />

di Stato. È un periodo buio per la democrazia, a seguito delle molteplici<br />

azioni terroristiche messe in atto da esponenti di estrema destra e<br />

sinistra che in quegli anni insanguinano l’Italia.<br />

Ha frequentato diversi corsi di formazione e di specializzazione nelle<br />

Scuole di Istruzione della Polizia di Stato, che gli hanno consentito di<br />

acquisire una competenza ampia e completa in materia di Pubblica Sicurezza.<br />

In possesso della Laurea in Giurisprudenza e di quella in Scienze Politiche<br />

Internazionali e delle Amministrazioni, ha conseguito anche un<br />

Master in Security ed Intelligence. Analisi e Gestione.<br />

Ha amato sempre il contatto diretto con le persone, motivo per il quale<br />

ha scelto di prestare servizio inizialmente in alcune città e successivamente<br />

in un piccolo Commissariato della Toscana, al fine di avere una<br />

vicinanza stretta, diretta e continua con la comunità.<br />

Dal dicembre 2017, per raggiunti limiti di età, si trova in quiescenza.<br />

possedere?<br />

In primis attenzione e premura<br />

per i propri uomini, onestà e consapevolezza<br />

dei confini professionali,<br />

sentirsi cittadino tra cittadini,<br />

sensibilità umana, assenza<br />

di trionfalismo, esigenza di rigore<br />

investigativo e, per concludere,<br />

assenza di arroganza.<br />

Polizia e Carabinieri. Nel libro<br />

e nella vita, amici o rivali?<br />

Senza ombra di dubbio amici.<br />

Purtroppo a mio parere vi è difficoltà<br />

nella piena applicazione<br />

della Legge 121/81 sulla riforma<br />

della Polizia di Stato, che<br />

imponeva un coordinamento<br />

tra le forze di polizia e che a distanza<br />

di parecchi anni dalla sua<br />

approvazione, non dà i risultati<br />

sperati in quanto manca il coordinamento<br />

tanto auspicato.<br />

Ognuno lavora per conto proprio.<br />

Nessuno vuole sottostare o<br />

confrontarsi con un’altra forza<br />

di polizia. Morale della favola:<br />

si procede autonomamente, pur<br />

se i vertici all’esterno e all’opinione<br />

pubblica riferiscono il<br />

contrario e nelle varie interviste<br />

puntualizzano che, grazie<br />

a quella legge, il tutto si è rafforzato,<br />

vi è coordinamento e<br />

collaborazione. Personalmente<br />

quel coordinamento ho iniziato<br />

a vederlo solo dopo trent’anni<br />

dalla sua approvazione e solo<br />

nelle indagini che vengono coordinate<br />

dalla D.I.A. (Direzione<br />

Investigativa Antimafia) per<br />

indagini di criminalità organizzata.<br />

A volte i Pubblici Ministeri<br />

coinvolgono le varie forze di<br />

polizia nelle attività d’indagine,<br />

ma con scarsi risultati, purtroppo<br />

la molteplicità delle forze di<br />

polizia porta a ognuno di loro<br />

a voler emergere sulle altre.<br />

Sulla strada, tra gli uomini e le<br />

24 ANNO V • NUMERO 1 • GENNAIO <strong>2023</strong> www.edizioni<strong>jollyroger</strong>.it<br />

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