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Ultime Lettere DI Jacopo Ortis

Letteratura italiana (Università degli Studi di Napoli Federico II)

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ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS

DATE DA RICORDARE:

1797: TRATTATO DI PACE CON L’AUSTRIA; FOSCOLO SI SENTE TRADITO E

IDENTIFICA NAPOLEONE COME IL NEMICO.

1804: NAPOLEONE SCENDE DI NUOVO IN ITALIA E FOSCOLO SI IMPEGNA DI

NUOVO NELL’ESERCITO.

Il romanzo si ispira alla doppia delusione avuta da Foscolo nell’amore per Isabella Roncioni e per

la patria.

Nella forma e nei contenuti ricorda molto I dolori del giovane Werther di Goethe e La nuova

Eloisa di Rousseau.

Inoltre, si avverte la presenza dell’ispirazione eroica di Vittorio Alfieri e l’impegno civile e

politico del poeta in quegli anni.

Vi è una differenza tra la scelta di Ortis e di Foscolo

REALIZZA CHE NON C’E’

ALCUNA POSSIBILITA’ DI

CAMBIARE LA STORIA, QUINDI

NON VEDE ALTRA VIA DI

USCITA SE NON IL SUICIDIO.

NON SI SUICIDA PERCHE’

VEDE NEI FRANCESI UNA

SPERANZA.

Altro grande protagonista di questo periodo è MANZONI, ma mentre Foscolo partecipa e scende

in campo, Manzoni lo farà attraverso la sua opera, i PROMESSI SPOSI, perché rappresenta IL

ROMANZO STORICO CHE RIESCE A MUOVERE LE COSCIENZE ESORTANDO GLI ITALIANI A

RIBELLARSI ALLA DOMINAZIONE STRANIERA.

FOSCOLO SCEGLIE IL ROMANZO

EPISTOLARE, SCEGLIE DI AMBIENTARE

L’ORTIS NEL SUO TEMPO,

ALL’INGRESSO DEI FRANCESI E AL

CONSEGUENTE TRATTATO DI

CAMPOFORMIO.

MANZONI SCEGLIE IL ROMANZO

STORICO, SCELTA IMPEGNATIVA,

PERCHE’ CHI LO SCEGLIE DEVE ESSERE

BEN INFORMATO SUL PERIODO DI CUI

VA TRATTANDO; INFATTI L’OPERA SI

APRE PROPRIO CON L’INDICAZIONE DEL

GIORNO PRECISO IN CUI DON

ABBONDIO INCONTRA I BRAVI. L’OPERA

E’ AMBIENTATA NEL 600INVASIONE

SPAGNOLA.

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Nell’Ortis vi è una RAPPRESENTAZIONE TRIANGOLARE, sia della VICENDA PRIVATA, SIA

PUBBLICA.

ORTIS

ORTIS

TERESA

ODOARDO

PATRIA

NAPOLEONE

GIA’ PRESENTE NEL WERTHER DI

DESTINATARIO ED EDITORE DELLE

Queste due esperienze coincidono GOETHE perché le sue sofferenze e le sue LETTERE; mancanze HA RICEVUTO di tipo QUESTE

amoroso sono dovute a cause di tipo politico.

LETTERE E LE HA PUBBLICATEFA

CAPIRE QUANTO LUI SIA

EMOTIVAMENTE COINVOLTO NELLE

VICENDE.

Lui non è malvisto dal padre di Teresa in quanto persona, ma pensa che per la sua condizione di

esule non può essere adatto a prendere in sposa Teresa.

Quando Teresa va in sposa ad Odoardo, la delusione amorosa si unisce a quella politica, allora il

protagonista non sa far altro se non uccidersi.

RINUNCIA AL MANDATO DI TESTIMONIANZA: ATTRAVERSO LA SCRITTURA, RIESCE A

LASCIARE AI POSTERI QUALCOSA CHE POTREBBE SERVIRE DA ESEMPIO.

Foscolo resta in vita perché CREDE FERMAMENTE NELLE ILLUSIONIFORZA ATTIVA CHE

SPINGONO L’UOMO A RIMANERE IN VITA.

DIFFERENZA CON ALFIERI: Egli è sostenitore del TITANISMO ALFIERANO, l’affermazione

dell’Io contro il pensiero pubblico, le idee del tempo.

Se il titano non trova corrispondenza nel tempo in cui vive, non ha altra soluzione se non il

SUICIDIO.

Ortis è un personaggio vicino ai personaggi di Alfieri perché è un PERSONAGGIO CHE AFFERMA

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FORTEMENTE IL SUO TITANISMO O QUELLO CHE IO PENSO O NON C’E’ ALTRA SOLUZIONE.

Foscolo invece ha un’idea diversa, si impegna per cercare di modificare il presente e se non ci

riesce, lui immagina che ci possa essere un domani in cui leggendo le sue opere, si può tentare di

migliorare il tempo in cui si vive.

Ecco perché da importanza al SEPOLCROCORRISPONDENZA TRA CHI VIVE E CHI MUORE;

LUOGO FISICO DA TUTELARE.

Jacopo è esule sui COLLI EUGANEI (PADOVA); vicino c’è la città di ARQUA’, dove vi sono i LUOGHI

DEL PETRARCA.

L’opera si apre con una piccola avvertenza al lettore con la firma di LORENZO ALDERANI

Questo espediente di Lorenzo Alderani è già presente nel Werther di Goethe, dove il ruolo

dell’editore diventa INTERPRETE E OPERATORE ONNISCIENTE DELLA VICENDA.

Anche nell’Ortis, Lorenzo è il SEGRETARIO DELL’ANIMA DEL SUICIDA, E DEPOSITARIO DEI SUOI

SCRITTI.

La forma del romanzo epistolare permette di METTERE IN PRIMO PIANO LE VICENDE DELL’IO,

perfetto per avere un UNICO PROTAGONISTA.

DIVERSO DAL MONOLOGO

INTERIORE (SVEVO)

L’opera si apre con UN’EPIGRAFE TRATTA DAL PURGATORIO (CANTO I VERSO 71-72); si capisce

già la tematica dell’opera e la sua conclusione: LA SCELTA DELLA LIBERTA’ E’ UNA SCELTA

DELLA QUALE NON SI PUO’ FARE A MENO E SE VIENE MENO, L’UOMO E’ CAPACE ANCHE

DI PRENDERE ESTREME DECISIONI.

”IL SACRIFICIO DELLA PATRIA”

PATRIA IDEALE CHE SI VA

COSTRUENDO SOTTO LA SPINTA

DELL’ESERCITO FRANCESE CHE E’

ARRIVATO IN ITALIA.

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”NOSTRA”= SPOSTAMENTO DELLA FOCALIZZAZIONE DA UN SINGOLO AD UNA VICENDA

COLLETTIVA.

”INFAMIA”= E’ vero che Napoleone ha tradito coloro che credevano in lui, ma è anche vero

che la situazione in cui l’Italia si trova è una situazione dovuta anche al fatto che ci siano gli

italiani che preferiscono tacere piuttosto che ribellarsi.

QUESTA PRIMA LETTERA HA:

- SINTASSI SPEZZATA E INQUIETA

- FRASI CONCISE

- STRUTTURA PARATATTICA PRESENZA DI COORDINATE.

- TONI SOBRI E SOLENNI

- LINGUAGGIO TRAGICO E DEFINITIVO

- PENNELLATE VELOCI SULLA SITUAZIONE

“IL SACRIFICIO DELLA PATRIA” RIPRENDE L’ESPRESSIONE DEL VANGELO DI GIOVANNI: TUTTO

E’ COMPIUTO, PAROLE DI GESU’ SULLA CROCE.

LETTERA 26 OTTOBRE 1797

L’incontro con Teresa, la donna di cui Jacopo si innamora profondamente.

PRESENTATA COME “DIVINA FANCIULLA” che richiama le figure di Laura e Beatrice

Richiama il tipo di aggettivazione che Dante e Petrarca utilizzavano per parlare

donne di cui erano innamorati.

delle

A differenza di Laura e Beatrice, Teresa è una donna REALE E CONCRETA.

Teresa è una ragazza di buona famiglia, inserita a pieno nel contesto della società borghese di

quel tempo.

”MINIANDO”= Da “miniare”: RIPRODUCENDO IL PRORPIO RITRATTO.

TERMINE UTILIZZATO PER INDICARE UN PROCESSO DI DIVINIZZAZIONE DELLA DONNA.

”TE NE RINGRAZIO”= Grazie a Lorenzo Alderani ha conosciuto Teresa.

Questa lettera è importante perché SEGNA L’APERTURA DELLA DIMENSIONE

PRIVATA(AMOROSA); APRE IL SECONDO POLO NARRATIVO, OCCUPATO DALLA TEMATICA

AMOROSA.

[MINIARE E DIVINA SONO CARATTERISTICI DI UN LINGUAGGIO TIPICO DELLA POESIA

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PROVENZALE E CORTESE].

Il Signor T non viene nominato perché durante il corso della narrazione non avrà un ruolo

positivo, e il fatto che lui preferisca che sua figlia vada in sposa ad Odoardo, che non ha problemi

politici, fa sì che si preferisca non citarne nome e cognome, perché avrebbe potuto toccare la

sensibilità di uomini viventi in quel momento.

“FAMIGLIARMENTE”= Questo avverbio suggella il primo incontro che Jacopo ha con

Teresa, come se ci fosse già stata una conoscenza tra i due che risale a tempo addietro, quando

invece si tratta di un primo incontro.

“PROFERI’…..” = Si allude a cose che ci saranno dette nel corso dell’opera; la moglie del

Signor T si è allontanata perché contraria al matrimonio.

”NON LA NOMINO”= Forse per nostalgia o per una critica nei confronti di una donna che

nell’800 si permetteva di non essere d’accordo col marito.

”COL CUORE IN FESTA”= Produce una reazione simile a quelle di Dante e Petrarca,

quando ricevevano un segnale dalla donna amata; ha prodotto un moto nell’anima di Jacopo.

NELLE ULTIME RIGHE PREVALE TUTTA LA DIMENSIONE PRIVATA, LO STATO D’ANIMO

PRODOTTO DAL SENTIMENTO AMOROSO NEI CONFRONTI DI TERESA.

”CHE?” “TUTT’UNO?”= INTERROGATIVE RETORICHE che introducono il protagonista a

focalizzare l’attenzione sul travaglio interiore dovuto alla dimensione pubblica che il

protagonista si trova a vivere.

C’è stata una piccola possibilità per il protagonista di scindere le sue vicende private e pubbliche.

PUNTI SALIENTI DELLA LETTERA:

- INTRODUZIONE DELLA TEMATICA AMOROSA E DELLA DIMENSIONE PRIVATA.

- IMMAGINE DELLA DONNA CHE CI RICORDA LE DONNE DELLA LIRICA PROVENZALE E

CORTESE.

- USO DI INTERROGATIVE RETORICHE NEGATIVE, PERCHE’ LUI SA GIA’ LE RISPOSTE, CHE

SONO RIVOLTE A SE STESSO.

LETTERA 28 OTTOBRE

Subito si incontra L’ASPETTO TITANICO DELL’OPERA, ovvero PORRE AL CENTRO DI TUTTA

L’ESPERIENZA LA PROPRIA PERSONA; lo vediamo attraverso l’iterazione, la ripetizione del

PRONOME MI.

”MI ARDE,MI AGITA, MI DIVORA”= CLIMAX ASCENDENTE.

RITORNO ALLA DIMENSIONE PUBBLICA “CHE VUOI TU?” DIALOGO

CONTINUO CON SE STESSO: Cosa vuoi che io faccia trovandomi in questa situazione nella

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quale 2 nazioni che si sono sempre scontrate, si accordano con l’unico scopo di fare noi

schiavi?.

”NULLA,NULLA”= RIPETIZIONE

PRESENZA DI PAROLE CHE RIMANDANO AL CAMPO SEMANTICO DELLA

SCHIAVITU’, CONTRAPPOSTO ALL’IDEA DI POTENZA DELLE NAZIONI CHE

TENGONO IN SCACCO LA PENISOLA.

RICORSO ALL’ESEMPIO DELLE POPOLAZIONI ANTICHE, E A QUEI POPOLI CHE

PUR DI NON CADERE NELLE MANI DEI ROMANI, BRUCIARONO E UCCISERO LE

LORO FAMIGLIE.

ACCENNO ALL’INCAPACITA’ DELLE PERSONE DEL SUO TEMPO DI RIBELLARSI A

QUESTA CONDIZIONE TERRIBILE.

LETTERA 20 NOVEMBRE

VISITA AI LUOGHI DEL PETRARCA

DOPO L’UNITA’ D’ITALIA NEL 1866, ARQUA’ FU CHIAMATA ARQUA’ PETRARCA, PER RICORDARE

IL FATTO CHE PETRARCA VI TRASCORSE UNA PARTE IMPORTANTE DELLA SUA VITA.

Nelle prime frasi si vede un continuo bisogno di chiamare in causa l’interlocutore (Fittizio), per

dare maggiore veridicità alla materia.

”RIDI? DI COSA?”= Ride del fatto che lui è esule, quindi senza nulla da fare, e non ha

trovato il tempo di scrivere questa lettera.

PIOVE, GRANDINA, FULMINA= CLIMAX; Indicano la condizione di tormento che l’animo

di Jacopo vive.

LA CONDIZIONE ATMOSFERICA SI PIEGA BENE ALLO STATO D’ANIMO DEL

PROTAGONISTA.

”E L’UNIVERSO SORRIDEA”= Tutto sorrideva perché l’animo del protagonista era

sollevato dal fatto che tutti insieme andassero a fare questa passeggiata.

In questo posto dove tutto è magnifico, la Natura è ridente, nel pieno della sua vita, emerge la

bellezza di TERESA.

”ALLORA HO VEDUTO TERESA”= Si eleva la figura di Teresa con la sua corporeità

DONNA TERRENA.

DOLCE MALINCONIA= VOCE OSSIMORICA.

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CONDIZIONE DI INFELICITA’CHE VIVE TERESA “NON SONO FELICE” Teresa deve piegarsi

alle regole di Stato Critica di Foscolo rispetto alle convenzioni della società borghese.

Petrarca viene presentato come: QUEL GRANDE GRAZIE AL QUALE LAURA EBBE IN TERRA

ONORI CHE INVECE SONO TIPICI DI UNA PERSONA MORTA.

GRAZIE ALLA SUA VOCE HA RESO LAURA QUASI ULTRATERRENA

L’IMPORTANZA DEGLI ESEMPI DEL PASSATO PER MUOVERE A COMPORTARSI IN

MODO MIGLIORE.

CONTRAPPOSIZIONE TRA LA SACRALITA’ DEL SOMMO POETA E DEI SUOI LUOGHI,

CONTRAPPOSTO ALL’IRRELIGIOSITA’ DEI SUOI CONTEMPORANEI HANNO NEI

CONFRONTI DEL PETRARCA.

“SOVRUMANI”= Sottolinea la condizione di bassezza degli uomini di oggi, contrapposta

all’ampiosità della vita del tempo dei grandi esempi.

“SEPOLCRI” E TU, FIRENZE….

LETTERA 25 SETTEMBRE

Accenno a Firenze e alla Toscana

LEGATA ALLA LETTERA DEL 20 NOVEMBRE

Firenze, dove sono nati i grandi esempi; si mette in evidenza in contrasto tra due patrie: la

Toscana idealizzata di Dante e Petrarca e la patria dei suoi giorni , del tempo in cui vive.

Tutti questi sprazzi di serenità che gli sovvengono, per i posti che vede e per gli incontri che fa,

per Teresa, vengono spezzati dal ricordo della situazione da esule che lui vive.

In questo romanzo convivono più livelli di lettura:

Ad una prima lettura, emerge il fatto che si tratti di un ROMANZO VERITA’STORIA DI UN

SUICIDIO di un personaggio perfettamente inquadrato nel contesto storico in cui il romanzo è

ambientato.

Se si fa un tipo di lettura diverso, si vede immediatamente che sotto il romanzo verità, si annida

un altro di romanzo, quello EPISTOLARE, che è un romanzo che ha una sua fisionomia, che anche

rispetto ai modelli precedenti ( Nuovelle Eloise, Werther ) è innovativo.

L’Ortis si avvicina al Werther per due motivi:

1) Scelta di un solo personaggio e metterlo al centro della scena.

2) L’idea del suicidio centrale nell’opera.

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E’ innovativo per la scelta di porre un destinatario nell’opera, che è allo stesso tempo sia editore

che destinatario.

Sotto questi due livelli, c’è il ROMANZO-SAGGIO (saggio significa scrivere in modo da dare a chi

legge particolari riferimenti su quel tempo); si tratta di una trattazione delle vicende

strettamente collegate al tempo storico del Foscolo; c’è quindi anche un tratto di saggistica.

Poi c’è il ROMANZO DEGLI AFFETTI, che non è un aspetto di poco conto, perché centrale nella

vicenda oltre alla vicenda politica, la presenza degli affetti: la passione per la patria, la passione

amorosa.

Infine, il ROMANZO DEL SUICIDIO, perché la scena viene a terminare con la morte di Ortis.

TEMI CHIAVE DELL’OPERA:

1) SUICIDIO EROICO: Centrale il suicidio come scelta di affermazione dell’Io; tema che riprende

da alcuni personaggi di Alfieri.

2) DELUSIONE AMOROSA E POLITICA: Dimensione privata e pubblica si combinano insieme e

si condizionano.

3) AMICIZIA E LEGAMI AFFETTIVI: Già inizialmente conosciamo l’interlocutore e depositario

dei sentimenti dell’Ortis, sin dall’inizio Avvertenza al lettore VIRTU’ SCONOSCIUTA: Si

riferisce alla virtù del protagonista; e questa virtù sconosciuta richiama il motivo del suicidio

eroico come ATTO ESTREMO DI LIBERTA’.

All’inizio è enunciato il tema dell’amicizia tra Lorenzo e Jacopo: stesso rapporto tra il

protagonista e la famiglia di Teresa.

4) LEGAME AFFETTIVO NEI CONFRONTI DELLA MADRE: Il romanzo si apre con la preghiera

di essere vicino alla madre, e si chiude nello stesso modo, chiedendo che gli sia data pietà e

vicinanza per sua madre che rimane sola.

Questo rapporto ritorna molto anche in “Morte del fratello Giovanni”, dove c’è il tema della

speranza e il dolore del fatto che lui è lontano dalla madre; lo ritroviamo anche nei Sepolcri.

5) RAPPORTO CON LA PATRIA

6) TEMA DEL SEPOLCRO: come luogo caro dove le persone care vanno a piangere il defunto, e

creano con loro un sentimento forte tra chi è rimasto e chi è andato via.

Rapporto di Foscolo con l’Illuminismo e con l’idea che si va sviluppando di una possibilità che la

vita, la storia dell’uomo sia segnata da un progresso: nonostante Foscolo abbia avvertito il senso

di importanza dell’Illuminismo, della rivoluzione che l’Illuminismo porta, egli non sarà mai

convinto del fatto che c’è una condizione che l’uomo può vivere di progresso, e il suo

atteggiamento neo confronti della natura è critico.

LETTERA 19/20 FEBBRAIO

Questa lettera è importante perché in essa è come se vi fosse la spiegazione filosofica a

giustificare la scelta che fa l’Ortis di mettere fine alla sua vita.

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- “O Natura…”: Si rivolge alla natura, quindi abbiamo la personificazione della natura, alla

quale lui dice che l’uomo deve avere una serie di sciagure dalle quali è difficile che lui riesca ad

uscire.

A differenza di quanto avviene nel pensiero settecentesco classico (l’uomo può progredire),

l’impostazione meccanicistica fondata sull’idea che se l’uomo usa la ragione può migliorare la

sua condizione, non porta Foscolo ad esaltare la ragione come strumento assoluto di conoscenza,

né autorizza l’uomo ad attribuirsi un posto privilegiato nel sistema naturale; l’uomo fa parte del

processo naturale delle cose.

Quindi, l’immagine della natura perde qualsiasi tratto idillico e consolatorio, ma rivela il suo

volto ostile LEOPARDI

salvo poi a volte venire rappresentata come lo specchio dell’animo umano.

LETTERA 4 DICEMBRE

Incontro con Parini

Parini nasce nel 1729 a Milano e muore nel 1799; frequenta gli ambienti dell’Illuminismo

milanese, quelli di Beccaria e dei fratelli Berri.

Parini era stato pedagogo di Imbonati, il compagno della mamma di Manzoni.

Manzoni, dopo aver studiato dai padri Somaschi e Barnabiti, rifugge la religione, diventa ateo e

non vede l’ora di uscire dall’ambiente chiuso in cui è cresciuto e fugge a Parigi dove la madre ha

raggiunto Carlo Imbonati, il grande pensatore illuminista; quando morirà, Manzoni gli

dedicherà “In morte di Carlo Imbonati”, dove lui gli riconoscerà quasi il fatto di essere stato un

padre spirituale.

Rispetto agli Illuministi, Parini è una figura che ha in comune con l’Illuminismo alcune pratiche,

come il discorso della ragione, il fatto di mettere la ragione come strumento di progresso, però

lui è molto critico contro l’ateismo di alcuni illuministi.

Tra le opere di Parini, c’è il GIORNO, questo poema diviso in 4 parti: mattino, meriggio, vespro,

notte; in quest’opera esamina la figura di un giovane aristocratico all’interno di un giorno, che

non faceva altro che trascorrere il suo tempo nell’ozio, andando a feste e dormendo.

Parini quindi fa una critica durissima nei confronti del giovane e colpisce l’aristocrazia milanese

parassitaria e improduttiva.

Foscolo crea una figura del Parini idealizzandola, connotandola con cose che non esistono,

perché Parini non aveva questo spirito patriottico, questo acceso sentimento anti-austriaco; il

personaggio che Foscolo crea è un Parini diverso, e si dice che la figura del Parini nell’Ortis è

come se fosse Ortis da vecchio; da qui la rappresentazione del VECCHIO VENERANDO.

La lettera comincia con una dura critica nei confronti di un certo tipo di letterati, ed è come se

volesse nettamente distanziarsi dicendo di essere un intellettuale diverso.

“Siati…. consigli”= Qui si sta rivolgendo al suo amico Lorenzo, il quale gli ha chiesto per il

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bene che gli vuole, di trovare qualche rifugio presso dei potenti che possano dargli assistenza

era ancora diffusa la figura dell’intellettuale cortigiano.

”In tutti i paesi……”= Perché lui ha pellegrinato molto, ha girato molte città, Colli

Euganei, Firenze, Liguria.

“Ho veduto…”= Ho conosciuto gli uomini di tre tipi: pochi che comandano e che non

hanno bisogno di niente; la maggior parte che ubbidisce;

“I molti che brigano”= cercano di ottenere qualcosa con mezzi discutibili.

“Noi non possiam comandare..”= Noi non siamo così svegli da poter comandare, noi

non siamo ciechi da non vedere quello che c’è e ubbidire.

Noi disdegniamo di attuare questo tentativo di ottenere qualcosa con mezzi discutibili.

“E il meglio è….. percosse”= La condizione migliore è quella di quegli uomini che

vivono come i cani che non hanno da mangiare dagli uomini, ma non sono neanche costretti ad

essere in una condizione di sudditanza rispetto ai padroni = SIMILITUDINE.

“Che vuoi tu….”= (DOMANDA RETORICA) Che io procacci protezioni in uno Stato dove io

sono reputato straniero.

VENEZIA

“E dove il capriccio …. sfrattare”= Si riferisce al problema che lui non essendo ben

visto dagli austriaci, se restasse a Venezia rischierebbe sempre di cadere nelle mani austriache a

causa dei delatori= quelli che ti accusano e fanno sì che la polizia possa arrestarti.

“Tu …. Letterati!”= (FINISCE CON IL PUNTO ESCLAMATIVO, PROPRIO PER DIRE “CHE

LETTERATI SONO QUESTI” FERMA AVVERSIONE PER LA MEDIOCRITA’ E I COMPROMESSI)

Tu conosci il mio ingegno, tu conosci come io mi sono sempre comportato, questa tua stima non

sarebbe giustificata se io facessi il letterato di corte, che invece di criticare il potente che lo

difende, non fa altro che dirgli che ha fatto bene.

VECCHIO VENERANDO= ALLITTERAZIONE

DEGNO DI VENERAZIONE

“Egli si sosteneva..”= Un’immagine che dichiara DECADENZA= da una parte come per il

Petrarca, la grandezza di quello che fu, in opposizione alla decadenza presente.

Il dramma del Parini di Foscolo è nel fatto che gli altri non hanno di lui la stessa cura che ha

Ortis, gli altri se ne fregano.

“S’assise, ed io con lui”= atteggiamento di massimo ossequio nei confronti del Parini

PERSONAGGIO CARICATO E DOTATO DI QUELL’EGOCENTRISMO TIPICO DEI PERSONAGGI DI

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ALFIERI.

“D’altronde … eloquenza?”= Il dolore di vedere la condizione del tempo, questo

presente così duro, così brutto, lo può cogliere soltanto una persona dotata di grande eloquenza.

PASSAGGIO TRA IMPERFETTO E PASSATO REMOTO PER RENDERE BENE UN TEMPO CHE NON

ESISTE PIU’.

“Sua patria”= Lui si riconosce in quella patria ideale, nella grandezza degli antichi.

“Fremeva”= ANTITESI

Non si dava pace per le tirannidi e per la nuova licenza

I vecchi tiranni sono GLI

AUSTRIACI

Nuova forza che si va facendo avanti:

L’ESERCITO FRANCESE.

Per Jacopo, dopo il trattato di Campoformio, nessuna delle due è meritevole di essere sostenuta.

“Lettere prostituite”= (come le prostitute, che vanno da chi paga, i letterati fanno la stessa

cosa, hanno perso la libertà di esprimersi, che è la cosa più importante per uno scrittore.)

Di nuovo l’attacco a quei letterati che invece di criticare il potere, sono consenzienti.

CONTRAPPOSIZIONE TRA LA VIRTU’, LA PASSIONE, LA CAPACITA’ DI PRENDERE POSIZIONE, E

LA CORRUZIONE, L’INDOLENZA, IL FATTO DI AVERE “PASSIONI LANGUENTI”

ADDORMENTATE

”In una indolente vilissima corruzione”= In questo Parini è piaciuto a Foscolo, perché

lui attaccava questa corruzione dell’aristocrazia.

In questo brano, Parini fa l’analisi lucida e razionale del tempo in cui Jacopo vive, e questa analisi

non lascia alcuna possibilità di cambiamento.

Egli smonta il concetto di purezza dell’eroe. Jacopo si mostra ancora nell’idea di essere l’eroe che

combatte le ingiustizie, nella convinzione di poterle trasformare.

Parini, che rappresenta lui vecchio, gli dice che sta sbagliando.

L’eroe, agendo in un contesto degradato come quello di Jacopo, è destinato a fallire, non vi è

speranza per il tempo corrotto.

CONFRONTO TRA CHI HA ANCORA VELLEITA’ DI CAMBIAMENTO E CHI E’ DIVENTATO ANZIANO

E GUARDA LE COSE CON DISTACCO.

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“Che non si tenta? Morremo?”= Due interrogative retoriche perché entrambe hanno già la

risposta

NON SI TENTA= SE LO FACCIAMO MORIAMO, SE NON LO FACCIAMO E’ LA STESSA COSA.

TITANISMO= SE NON RIESCO A REALIZZARE QUELLO CHE VOGLIO, NON C’E’ STRADA.

DISCORSO DEL SUICIDIO COME ATTO EROICO

“MA FRUTTERA’ DAL NOSTRO SANGUE” Dal nostro sacrificio uscirà

qualcuno che grazie al nostro esempio farà qualcosa di grande.

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