Portfolio 2
Portfolio 2, il catalogo Nel 2022, in occasione del 50° anniversario della Cassa Centrale Raiffeisen dell'Alto Adige e dopo dodici anni di attività collezionistica di opere d'arte locale contemporanea, era giunto il tempo di stilare un secondo bilancio del lavoro svolto attraverso il catalogo PORTFOLIO 2, permettendo a tutti di dare uno sguardo alle acquisizioni dal 2016 al 2022.
Portfolio 2, il catalogo
Nel 2022, in occasione del 50° anniversario della Cassa Centrale Raiffeisen dell'Alto Adige e dopo dodici anni di attività collezionistica di opere d'arte locale contemporanea, era giunto il tempo di stilare un secondo bilancio del lavoro svolto attraverso il catalogo PORTFOLIO 2, permettendo a tutti di dare uno sguardo alle acquisizioni dal 2016 al 2022.
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Als Impulse für seine detailreichen, oft großformatigen Arbeiten dienen Max Brenner globale
und lokale Geschehnisse, in die er selbst involviert ist oder die er sich aus dem Netz fischt.
Jüngst verarbeitet er in seinen hauptsächlich mit Mischtechniken auf Leinwand – von Textilsiebdruck,
Acryl, Öl, Sprühlack, Airbrush und Kreide bis hin zu Tusche – geschaffenen Werken die
verheerenden Flächenbrände in Australien, das veränderte Konsumverhalten während der Pandemie
oder die Auswirkungen der vielen Lockdowns. Diese erschreckenden und prägenden
Ereignisse stellt er in überladenen Details und auf Ebenen durchdringenden Leinwand- und
Papierarbeiten dar. Dabei spinnt er sie zu dystopischen Szenarien einer Gesellschaft weiter,
die – wie auf Knopfdruck – kollektiv funktioniert, in der Individuen wie Maschinen ihre Routinen
abspielen: Menschen amüsieren sich maßlos auf einem Rummelplatz zwischen auflodernden
Flammen oder vermummte Personen schieben ihre Einkaufswägen durch ein Labyrinth, in dessen
Zentrum ein riesiger Rechner steht, der stetig – um unser Konsumverhalten zu steuern – Algorithmen
neu berechnet.
Auch die Arbeit Claustrum ist von einem aktuellen Ereignis inspiriert. Sie zeigt ein Hochhaus im
Armenviertel von Hongkong während des ersten Lockdowns. Die Unterkunft ist von außen betrachtet
menschenleer. Die unzähligen Balkone und Klimaanlagen an der Fassade rufen einem
die Bilder kleiner, beengender Innenräume ins Gedächtnis. In diesen hinter Hochhäusern versteckten
Slums in Hongkong, einer der reichsten Städte der Welt, leben Hunderttausende Menschen
in winzige Wohnungen eingepfercht. Käfigmenschen oder menschliche Batteriehühner
nennt man sie dort. Claustrum bringt eine den Kontinent umspannende Stimmung zwischen
Leere und Klaustrophobie zum Ausdruck und verdeutlicht die Kluft zwischen Arm und Reich.
Die Fassade wirkt beim Betrachten plastisch, dieser Effekt entsteht durch die Verschiebung und
Doppelung des Siebdruckes. Die Leinwand selbst ist mit einer fluoreszierenden Farbe überzogen,
sodass sie den unmenschlichen und zugleich menschengemachten Effekt dieser Käfigkomplexe
noch stärker hervorhebt.
Le opere di Max Brenner, dettagliate e spesso di grandi dimensioni, si ispirano a eventi globali
e locali in cui egli stesso è coinvolto o che trova in internet. Di recente nelle sue opere create
principalmente con tecniche miste su tela – che vanno dalla serigrafia tessile, all’acrilico, all’olio,
alla vernice spray, all’aerografo, al gesso e all’inchiostro – ha elaborato gli incendi devastanti
in Australia, il cambiamento del comportamento dei consumatori durante la pandemia
o gli effetti dei numerosi lockdown. Egli raffigura questi eventi spaventosi e impressionanti in
opere stratificate su tela e carta ricche di dettagli. Nel processo, egli trasforma questi grandi
eventi globali in scenari distopici di una società che funziona collettivamente – come se si
dovesse premere un pulsante – e in cui gli individui svolgono la loro routine come macchine
autosimilari: persone che si divertono smodatamente in un luna park tra fiamme ardenti o
persone incappucciate che spingono i loro carrelli della spesa attraverso un labirinto, al centro
del quale c’è un enorme computer che ricalcola costantemente i nostri algoritmi – al fine di
controllare il nostro comportamento di consumatori.
Anche l’opera Claustrum è ispirata a un evento attuale. L’opera mostra un grattacielo nel quartiere
povero di Hong Kong durante il primo lockdown. La casa-alloggio vista dall’esterno è
deserta. Gli innumerevoli balconi e i condizionatori d’aria sulla facciata richiamano alla mente
immagini di interni piccoli e angusti. In queste baraccopoli nascoste dietro i grattacieli di Hong
Kong, una delle città più ricche del mondo, centinaia di migliaia di persone vivono stipate in
minuscoli appartamenti. “Persone in gabbia” o “galline umane da batteria”, così le chiamano lì.
Claustrum esprime uno stato d’animo tra il vuoto e la claustrofobia che attraversa il continente
e sottolinea il divario tra ricchi e poveri.
La rappresentazione della facciata appare tridimensionale alla vista, effetto creato dallo spostamento
e dal raddoppio della serigrafia. La tela stessa è ricoperta da una vernice fluorescente,
in modo da enfatizzare una volta di più l’effetto disumano e artificiale di questi complessi
ingabbiati. Lisa Trockner
Max Brenner
Claustrum / Noon (2020)
Acryl auf Leinwand / acrilico su tela
180 x 150 cm