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Portfolio 2

Portfolio 2, il catalogo Nel 2022, in occasione del 50° anniversario della Cassa Centrale Raiffeisen dell'Alto Adige e dopo dodici anni di attività collezionistica di opere d'arte locale contemporanea, era giunto il tempo di stilare un secondo bilancio del lavoro svolto attraverso il catalogo PORTFOLIO 2, permettendo a tutti di dare uno sguardo alle acquisizioni dal 2016 al 2022.

Portfolio 2, il catalogo
Nel 2022, in occasione del 50° anniversario della Cassa Centrale Raiffeisen dell'Alto Adige e dopo dodici anni di attività collezionistica di opere d'arte locale contemporanea, era giunto il tempo di stilare un secondo bilancio del lavoro svolto attraverso il catalogo PORTFOLIO 2, permettendo a tutti di dare uno sguardo alle acquisizioni dal 2016 al 2022.

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Lange Jahre hatte sich Gotthard Bonell das Sujet „Landschaft“ selbst strikt verboten. Allzu sehr

war das Thema für ihn klischeehaft und ideologisch missbraucht worden. Jeder Südtiroler

Landstrich, bis zum letzten Gipfel und bis ins hinterste Tal, war totgemalt. Dann aber findet er

einen neuen Zugang zum Motiv, ganz nach der Überzeugung Paul Cézannes, der ein Leben

lang den Mont Sainte-Victoire gemalt hatte und meinte: „Man kann die Natur nicht reproduzieren,

sondern nur repräsentieren, Kunst ist eine Harmonie parallel zur Natur.“

Und so sind die meisten Landschaften Gotthard Bonells ausschnitthaft, herangezoomte Details,

die er anders zusammenfügt und damit in die Nähe der Semiabstraktion rückt. Es geht um

Rhythmus, Fläche, Linien, Fluchtpunkte und Perspektiven, die sich verzahnen, hier um die winterliche

Lichtstimmung, die den Felsen in seiner Plastizität erstrahlen lässt.

Für die Arbeit Winterende bedient sich Gotthard Bonell einer Mischtechnik, wobei zerrissenes,

geknülltes und wieder geglättetes sowie in der Folge collagiertes Seidenpapier mit Aquarell,

Kohle, Buntstift und Ölfarbe den mikrostrukturellen Charakter des Bildes ergibt. Durch diese

aufwendige Collage-Technik fließen während des Entstehungsprozesses auch Zufall und Unbewusstes

ins Bild mit ein, durch dieses Neben- und Übereinanderschichten entstehen unscharfe

Strukturen, verschwommen beim Betrachten aus der Nähe, treten sie aus der Ferne aber klar

hervor. Mittels dieser handwerklichen Souveränität entsteht ein dichtes Geflecht an Linien, der

Berg als gegenständliches Motiv wird dadurch abstrahiert.

Und so wie die Körperbilder Gotthard Bonells hat auch diese nackte Felslandschaft sinnliche

Züge: Furchen, Faltungen, Rundungen, weich und hart, hell und dunkel, rund und eckig fügen

sich zu einer alpinen Vedute von elementarer Symbolkraft.

Per anni Gotthard Bonell si è strettamente vietato di dedicarsi al soggetto “Paesaggio”. Il tema

per l’autore era stato fin troppo bistrattato dal punto di vista ideologico, fino a farlo diventare

un cliché. Ogni montagna altoatesina, dalla cima più lontana alla valle più nascosta, era stata

dipinta fino allo sfinimento. Poi, però, l’autore trova un’altra via di accesso a questo motivo, in

linea con la convinzione di Paul Cézanne che, per tutta una vita, ha dipinto la montagna Sainte-Victorie

e secondo cui “la natura non può essere riprodotta, bensì solamente rappresentata,

l’arte è un’armonia parallela alla natura”.

Ed è così che la maggior parte dei paesaggi di Gotthard Bonell si presenta come pezzi di

un’immagine, dettagli zoomati messi insieme dall’autore in maniera insolita, avvicinandoli in

tal modo alla semi-astrazione. Ciò che conta è l’incastro tra ritmo, superficie, linee, punti di

fuga e prospettive. Nell’opera in questione, ad avere un ruolo importante è anche l’atmosfera

immersa nella luce invernale che fa risplendere le rocce nella loro plasticità.

Per l’opera Winterende Gotthard Bonell ricorre a una tecnica mista, dove della carta velina viene

strappata, stropicciata, nuovamente lisciata e, in seguito, unita in un collage, per poi andare

a formare con acquerelli, carboncino, colori a matita e ad olio la microstruttura dell’immagine.

Grazie a questa elaborata tecnica di collage, durante il processo creativo anche il caso e

l’inconscio si mescolano nell’immagine. Gli accostamenti e le sovrapposizioni generano delle

strutture dai contorni sfumati che appaiono sfocate se osservate da vicino ma che si mostrano

con chiarezza se viste da lontano. Da tale padronanza degli strumenti del mestiere artistico,

scaturisce una fitta trama di linee e la montagna in quanto motivo figurativo ne risulta astratta.

Similmente ai corpi dipinti da Gotthard Bonell, anche questo paesaggio di rocce presenta

dei tratti sensuali: solchi, pieghe, forme arrotondate, morbide e dure, chiare e scure, rotonde

e spigolose, si fondono in una veduta alpina di elementare forza simbolica. Brigitte Matthias

Gotthard Bonell

Winterende / fine dell´inverno (2016)

Mischtechnik auf Papier auf MDF aufgeleimt / tecnica mista su carta incollata su MDF

56 x 76 cm

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