Portfolio 2
Portfolio 2, il catalogo Nel 2022, in occasione del 50° anniversario della Cassa Centrale Raiffeisen dell'Alto Adige e dopo dodici anni di attività collezionistica di opere d'arte locale contemporanea, era giunto il tempo di stilare un secondo bilancio del lavoro svolto attraverso il catalogo PORTFOLIO 2, permettendo a tutti di dare uno sguardo alle acquisizioni dal 2016 al 2022.
Portfolio 2, il catalogo
Nel 2022, in occasione del 50° anniversario della Cassa Centrale Raiffeisen dell'Alto Adige e dopo dodici anni di attività collezionistica di opere d'arte locale contemporanea, era giunto il tempo di stilare un secondo bilancio del lavoro svolto attraverso il catalogo PORTFOLIO 2, permettendo a tutti di dare uno sguardo alle acquisizioni dal 2016 al 2022.
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Eine berühmte Zeile aus einem Rilke-Gedicht paraphrasierend, könnte man behaupten: und
hinter tausend Fenstern (k)eine Welt. Das aus der Serie Biala stammende Foto zeigt zwar nur
143 Maueröffnungen, trotzdem entsteht der Eindruck von Vereinsamung und Isolation. Das
Werk reflektiert so das Eingesperrtsein des Menschen in seinen eigenen vier Wänden – nicht
nur während der Corona-Pandemie.
Wenn Gustav Willeit sich für den Biala-Zyklus auf die Suche nach Motiven macht, begibt er
sich in die Trabantenstädte der Megacitys, wo Massenwohnungsbauten im Zyklopenmaßstab
hochgezogen wurden, um in kurzer Zeit Lebensraum für unzählige Menschen zu schaffen. Hier
wohnen heißt nicht auch zwangsläufig, hier zu Hause zu sein. Diese von Le Corbusier geprägte
Architektur aus elementaren geometrischen Formen begründete den Brutalismus-Stil und der
Künstler zeigt uns auf diesem Foto ein Musterbeispiel.
Einziges Zugeständnis an das Dekorative sind hier die verschiedenfarbigen Fenstereinfassungen.
Als Anregung für die Auswahl der Nuancen könnten Farbtafeln gedient haben, die dann
nach dem Zufallsprinzip auf der Fassade zu einer stimmigen und überraschenden Farbkombination
verteilt worden sind. Es ist eine bunte Trivialität entstanden, die das Fröhliche der Pop-
Art mit der Rasterserialität der Minimal-Art vereint. Die Symmetrie, Harmonie und Schönheit
des Bildes sind uns nicht ganz geheuer; um diesen perfekten Eindruck entstehen zu lassen, hat
der Künstler am PC nachgearbeitet. Er stapelt hie und da noch ein Stockwerk dazu, erweitert
oder reduziert, um die Fassadenmonotonie ins hoch Ästhetische zu transportieren.
So anonym und totalitär die abgebildete Wohnmaschine auch auf uns wirken mag, im Mittelpunkt
des repetitiven Musters aus bodentiefen Fenstern steht ein Mensch: eine Frau in einem
altrosa Kleid. Gustav Willeit, der seine Fotos meist direkt von der Straße aus aufnimmt, wartet
oft stundenlang auf den einen Moment, in dem der Mensch endlich im Bild erscheint und durch
die Inszenierung des Fotografen zum Mittelpunkt dieser Welt wird. Und dieser Augenblick erinnert
in seiner Einzigartigkeit an nichts weniger als an die Schöpfungsgeschichte.
Parafrasando alcuni famosi versi di una poesia di Rilke, si potrebbe affermare: “E dietro mille finestre
(ness)un mondo”. La foto tratta dalla serie Biala rappresenta 256 porte-finestre sul muro
e trasmette una sensazione di solitudine e isolamento, riflettendo in tal modo il confinamento
dell’uomo tra le sue quattro mura, non solo durante la pandemia di Covid-19.
Nel ricercare motivi fotografici per la sua serie Biala, Gustav Willeit si reca nelle città satellite
delle grandi metropoli dove sono stati costruiti alloggi di massa di dimensioni ciclopiche al
fine di creare in poco tempo uno spazio di vita per innumerevoli persone. Vivere in questi luoghi
non significa necessariamente sentirsi a casa. Questa architettura coniata da Le Corbusier
e fatta di forme geometriche elementari è stata all’origine dello stile del brutalismo e l’artista,
con questa foto, ce ne offre un modello esemplare. L’unica concessione all’aspetto decorativo
è data nella foto dai telai variopinti delle finestre. A servire da ispirazione per la scelta
delle sfumature, potrebbero essere state le tavole dei colori che poi sono state distribuite
casualmente sulla facciata, generando una combinazione di colori armoniosa e stupefacente.
Ne deriva una trivialità colorata che unisce l’allegria della pop art con la serialità schematica
del minimalismo. La simmetria, l’armonia e la bellezza dell’immagine appaiono sospetti; per
creare questa impressione di perfezione, infatti, Gustav Willeit ha rielaborato l’immagine al
computer. Per trasferire la monotonia delle facciate su un piano altamente estetico, l’artista ha
aggiunto qui e là un piano, ha esteso oppure ridotto. Per quanto anonima e totalitaria possa
sembrare la macchina abitativa, al centro dello schema ripetitivo costituito da porte-finestre si
trova un essere umano: una donna con indosso un abito di colore rosa antico. Gustav Willeit,
che per lo più scatta le sue foto direttamente dalla strada, aspetta spesso per ore il momento
particolare in cui l’uomo finalmente appare nell’obiettivo e diventa, attraverso la messa in scena
del fotografo, il solo centro di questo mondo. E questo attimo, nella sua unicità, ci riporta
niente di meno che alla storia dell’origine del mondo. Brigitte Matthias
Gustav Willeit
LONE (2019)
aus der Serie BIALA / dalla seria BIALA
Gedruckt auf Fotopapier, auf Dibond gezogen und unter Plexiglass / stampato su carta fotografica,
applicato su alluminio Dibond e con sopra plexiglas
100 x 150 cm