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Portfolio 2

Portfolio 2, il catalogo Nel 2022, in occasione del 50° anniversario della Cassa Centrale Raiffeisen dell'Alto Adige e dopo dodici anni di attività collezionistica di opere d'arte locale contemporanea, era giunto il tempo di stilare un secondo bilancio del lavoro svolto attraverso il catalogo PORTFOLIO 2, permettendo a tutti di dare uno sguardo alle acquisizioni dal 2016 al 2022.

Portfolio 2, il catalogo
Nel 2022, in occasione del 50° anniversario della Cassa Centrale Raiffeisen dell'Alto Adige e dopo dodici anni di attività collezionistica di opere d'arte locale contemporanea, era giunto il tempo di stilare un secondo bilancio del lavoro svolto attraverso il catalogo PORTFOLIO 2, permettendo a tutti di dare uno sguardo alle acquisizioni dal 2016 al 2022.

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Wir sind umgeben von unzähligen Gebrauchsgegenständen, die wir benötigen, die uns nützlich,

die uns lieb, die uns lästig sind. Dinge, die für uns normal sind, die ihre Funktion erfüllen,

die da sind und über die wir uns nie groß Gedanken machen. Deren Form wir erkennen, jedoch

im Grunde nicht kennen. Alexander Wierer führt uns diese Oberflächlichkeit im Umgang

mit dem Alltäglichen in der Arbeit o. T. (PRINTER) vor Augen. Ein handelsüblicher Drucker,

ein Peripherapparat von Computern zur Ausgabe von Daten auf zweidimensionalem Trägermedium,

wird vom Gerät zur Skulptur, indem der Künstler das Objekt in Aluminium gießt. Es

verliert damit seine ursprüngliche Funktionsfähigkeit. Ein nicht betriebsbereites Gerät büßt im

Arbeitsalltag üblicherweise schnell seine Daseinsberechtigung ein und wird entsorgt.

Alexander Wierer spielt mit dieser Funktionsabhängigkeit des Menschen, indem er Dinge zerlegt,

neu rekonstruiert und durch Transkription oder durch räumliche Verschiebung von ihrer

Bestimmung befreit. Ein widersprüchlicher Prozess, bei dem ein wenig beachteter, aber viel

genutzter Gegenstand durch Dekontextualisierung unserem empirischen Anwendungsradius

entzogen wird. Was bleibt, ist das Ding an sich, seine Form.

Wierer mag es, Dinge zu sammeln, zu sortieren und ihr Wesen, ihr bloßes Sein in ernsthafter,

aber auch in ironisierender Weise zu ergründen und sich damit auseinanderzusetzen. Diese

menschengemachten Objets trouvés (franz. für gefundene Gegenstande) aus dem Alltag werden

untersucht, begriffen, um ihr Dasein, ihre Geschichten zu erkennen, indem der Künstler sie

auseinanderbaut, entfunktionalisiert, verwandelt oder neu kombiniert.

Der klassische Skulpturenbegriff wird mit diesem erweiterten Umgang aufgebrochen, womit

sich fast unendlich viele Möglichkeiten eröffnen, um den Zeitgeist und seine Weiterentwicklung

zu begreifen. Die Konsequenz in seiner künstlerischen Arbeitsstrategie erlaubt es Wierer, seine

Werke als Randerscheinungen des Lebensraums auftreten zu lassen. Seine Arbeiten sind deshalb

nicht auf Sockeln, in Vitrinen oder nur in für Kunst gemachten Orten zu sehen, werden nicht

inszeniert, sondern mischen sich mit dem Gewohnten, sodass sie beim zufälligen Entdecken für

einen Überraschungseffekt sorgen. So bleibt Wierers Kunst nicht selten den Achtsamen vorbehalten.

Auch die Arbeit o. T. (PRINTER) ist nicht zentral in der Bank platziert, sondern am Boden

in einer Ecke zu finden. Ähnlich wie ein Gerät, das zur Entsorgung abgestellt wurde.

Siamo circondati da innumerevoli oggetti che ci servono, ci sono utili, a cui siamo affezionati,

che ci risultano fastidiosi. Cose che riteniamo normali, che svolgono la loro funzione, che

semplicemente ci sono e rispetto alle quali non ci poniamo troppe domande. Cose di cui

riconosciamo la forma, pur senza conoscerla davvero. Alexander Wierer, con la sua opera s. t.

(Printer), ci mette davanti a questa superficialità nell’approccio con quanto fa parte della nostra

vita quotidiana. Una stampante qualunque, un macchinario periferico dei computer per la

trasposizione di dati su un supporto bidimensionale, da apparecchio diventa scultura grazie a

una fusione in alluminio dalla quale l’artista la fa emergere. L’oggetto perde così la sua funzionalità

originaria. Solitamente, un dispositivo non funzionante perde rapidamente la sua ragion

d’essere all’interno della quotidianità lavorativa e viene smaltito.

Alexander Wierer gioca con questa dipendenza funzionale dell’uomo scomponendo, ricostruendo

e liberando le cose dal loro scopo originario tramite la trascrizione o lo spostamento

spaziale di un oggetto. Un processo contraddittorio, in cui un oggetto al quale si presta poca

attenzione, ma che è molto usato, viene sottratto dal nostro raggio di applicazione empirico

attraverso la decontestualizzazione. Ciò che rimane è la cosa in sé, la sua forma.

Ad Alexander Wierer piace collezionare e ordinare gli oggetti. Questi “objets trouvés” della

vita quotidiana creati dall’uomo sono studiati, compresi, per riconoscere la loro essenza, le

loro storie, e questo avviene scomponendoli, privandoli della loro funzione, trasformandoli o

combinandoli secondo nuove logiche.

Le sue opere non sono esposte su piedistalli, in vetrine o solo in luoghi riservati all’arte, non

sono messe in scena, bensì sono mescolate a ciò che è quotidiano, provocando così un effetto

sorpresa quando le si scopre casualmente. Non di rado, perciò, l’opera artistica di Alexander

Wierer è riservata solo a chi è davvero attento. Anche s. t. (Printer) è posta, all’interno della

banca, per terra in un angolo. Questo la rende simile a un apparecchio che è stato messo da

parte per essere smaltito. Lisa Trockner

Förderpreis 2020 / opera commissionata 2020

Alexander Wierer

o. T. / s. t. (Printer) (2021)

Aluguss gebürstet, poliert / fusione in alluminio spazzolato, lucidato

ca. 40 x 40 x 30 cm

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