Maestri Liguri '800 e '900 - 86ª Edizione
Maestri Liguri '800 e '900 - 86ª Edizione Maestri Liguri '800 e '900 - 86ª Edizione
Galleria Arte Casa Genova Maestri Liguri '800 e '900
- Page 2 and 3: In copertina Sexto Canegallo, Impre
- Page 4 and 5: Mostra a cura di: Tito Pelizza Giac
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- Page 32 and 33: 13 Aurelio Craffonara (Gallarate (M
- Page 34 and 35: 14 Edoardo De Albertis (Genova 1874
- Page 36 and 37: 15 Antonio Discovolo (Bologna 1874
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- Page 40 and 41: 17 Agostino Fossati (La Spezia 1830
- Page 42 and 43: 18 Mario Gambetta (Roma 1886 - Albi
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- Page 48 and 49: 21 Pietro Gaudenzi (Genova 1880 - A
- Page 50 and 51: 22 Cornelio Geranzani (Genova 1880
Galleria Arte Casa<br />
Genova<br />
<strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>'800</strong> e <strong>'900</strong>
In copertina<br />
Sexto Canegallo, Impressione carnevalesca, 1925 ca.<br />
22 OTTOBRE - 12 NOVEMBRE 2022<br />
Orario: 9 - 12.30 / 15 - 19 • Tutti i giorni, 1 a e 2 a Domenica comprese
50 °<br />
1968 • 2018<br />
<strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> <strong>'800</strong> e <strong>'900</strong><br />
86 a EDIZIONE<br />
22 OTTOBRE - 12 NOVEMBRE 2022<br />
Galleria Arte Casa<br />
di Diletta Pelizza & C. s.a.s.<br />
Via Garibaldi, 12 - 16124 Genova<br />
010 541433 - 338 6619453<br />
info@galleria-artecasa.it - www.galleria-artecasa.it
Mostra a cura di:<br />
Tito Pelizza<br />
Giacomo Goslino<br />
Presentazione:<br />
Maria Flora Giubilei<br />
Schede delle opere:<br />
Giacomo Goslino<br />
Scheda dell'opera di Leonardo Bistolfi:<br />
Andrea Rocco<br />
Scheda dell'opera di Pietro Gaudenzi:<br />
Maurizio Romanengo<br />
4
“Ama l’arte. Fra tutte le menzogne è ancora la meno menzognera”<br />
Gustave Flaubert<br />
La Galleria Arte Casa non demorde, a dispetto di momenti critici per sconvolgimenti economici,<br />
pandemici, bellici e, non ultimi, per gusti collezionistici radicalmente mutati: continua a privilegiare<br />
il prodotto artistico “nostrano”, di territorio, quello che studi scientifici degli ultimi trent‘anni<br />
hanno riallacciato in modo significativo alle vicende italiane ed europee, riscattandolo da un silenzio<br />
che durava da troppo tempo, dimostrandone autonomia culturale, novità di ricerca e tempestività<br />
d‘aggiornamento. Colpa pure del lacunoso sistema di mercato che, in un‘Italia di difficile<br />
unificazione, non ha saputo difendere gli artisti fuori dai confini nazionali - tanto meno i liguri, così<br />
prigionieri degli Appennini, così poco disponibili all‘autopromozione imprenditoriale - e, molto<br />
spesso, neanche garantito loro una sopravvivenza economica in patria.<br />
Ottocento e Novecento di una <strong>Liguri</strong>a al tempo pronta a confrontarsi con le esperienze artistiche<br />
più significative nel contesto italiano e straniero sfilano dunque, oggi, davanti ai nostri occhi<br />
attraverso alcuni exempla di varia temperatura culturale, sintetico stralcio di un manuale in cui è<br />
scritto un brano di storia dell’arte.<br />
Opere che aiutano a dimenticare, nei luminosi spazi della Galleria, con la terapia catartica<br />
dell‘arte, tensioni e inquietudini della “feroce forza delle cose”, per dirla con parole crociane,<br />
dispensate dall‘anno in corso, non più clemente dei precedenti.<br />
Dalle splendide vedute, quasi miniate, dello sperimentatore Luigi Garibbo che, tra Genova e<br />
Firenze, inizia a cimentarsi sul fronte del vero sin dai primi decenni del XIX secolo, aiutando la<br />
memoria con l’uso della sua “camera lucida”; agli ormai consapevoli en plein air di Agostino<br />
Fossati - pronto a farcire di racconto quotidiano la sua raffinata marina - e del “grigio” Benedetto<br />
Musso. Sensibile alla “macchia” toscana, l’artista di Laigueglia si concentra sugli scabri sostegni<br />
di un pergolato, magnetiche trappole ottiche per la forza prepotente di luce/ombra.<br />
E se un altro “grigio”, il giovane Santo Bertelli, si concede allo storicismo neomedievale nella<br />
possente e sinistra figura di boia e dedica il foglio, nel corso del suo pensionato a Roma, il 15<br />
marzo 1869, a un “caro amico Gaggero” (forse aveva aiutato il pittore dopo l‘arresto, per cospirazione,<br />
proprio nella capitale?), già profuma di simbolismo nordico il mare di Giuseppe Sacheri,<br />
gravido di impasti materici.<br />
Alle esperienze del postimpressionismo si devono un “liquido” Castello di Rapallo, scaturito<br />
dagli acquerelli virtuosi di Aurelio Craffonara; il luminoso paesaggio montano di Antonio Schiaffino;<br />
il mare vibrante di Ettore Morteo e quello alacre del porto di Vasco Menegozzo, pronto a<br />
registrare, sullo sfondo di un fitto traffico marittimo pressoché privo di figure, le antiche palazzate<br />
di Sottoripa appena toccate dai bombardamenti dell’ultima guerra. Né sfugge al postimpressionismo<br />
Evasio Montella nella sua Calura di fine anni Venti, pur rimpolpando, con la solida plasticità<br />
del Novecento, le forme di un paesaggio marino, assolato e immobile.<br />
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E se Alfredo Ubaldo Gargani apre con timidezza al divisionismo per evocare atmosfere simboliste,<br />
un fuoriclasse come Sexto Canegallo raccoglie il testimone della tecnica divisa e la trasforma<br />
in modo ardito, restituendo uno scorcio di paesaggio arricchito dal magico lucore crepuscolare<br />
di Marius Pictor e realizzando un nucleo di Impressioni carnevalesche assai originali, frutto, con<br />
ogni probabilità, di un lungo soggiorno a Parigi nel 1925. Non diversamente dal dipinto Carnevale<br />
del 1915, ma con un’astrazione più algida e debitrice di semplificazioni Déco, Canegallo<br />
ribadisce il tema carnescialesco, reso evidente dai Pierrot danzanti - maschera romantica per<br />
eccellenza in Francia - avvolgendo le diverse scene, fotogrammi di un’organica visione teatrale,<br />
in una pioggia di coriandoli variopinti, e pure macroscopica evoluzione di pointillisme, mentre<br />
le sinestetiche e sinuose coreografie evocano musical e palcoscenici internazionali.<br />
Il 1925 ricorre ancora come data per un succoso e vivido ritratto di bimba con pomo in mano,<br />
frutto o gioco: lo si deve al maturo e corposo pennello, dalle cromie smaltate, di un giovanissimo<br />
Amighetto Amighetti che interpreta un’antica iconografia legata all’infanzia, già adottata, per<br />
rimanere nella <strong>Liguri</strong>a del secolo scorso, da Edoardo De Albertis, col Tesoretto, piccolo marmo<br />
neomichelangiolesco del 1901 (Genova, Musei di Nervi - Galleria d’Arte Moderna), e da Antonio<br />
Giuseppe Santagata con Maruzza, tela esposta alla Promotrice del 1917 (ibidem).<br />
Ancora spiaggia e mare per un Mario Gambetta, assorto e metafisico, che cede ai rigori geometrici<br />
del “ritorno all’ordine” come Paolo Stamaty Rodocanachi, in bilico fra tremule visioni<br />
morandiane e paesaggi dalla solidità cezanniana. E come Pietro Gaudenzi, elegante e insolito<br />
interprete del mito di San Giorgio e il drago in una piccola ancona portatile. Le sottili figure, così<br />
vicine alla plastica martiniana degli anni Trenta, scaturiscono da archeologici blocchi rocciosi e<br />
balzano agli occhi per le preziose suggestioni neogotiche.<br />
Completano il percorso le sculture, last but not least: una fremente versione del cosiddetto Cristo<br />
Brayda a opera di Leonardo Bistolfi, artista che regge il confronto coi più importanti esponenti<br />
del Simbolismo internazionale; la piccola ceramica masaccesca di un pastore in riposo di Arturo<br />
Martini, protagonista indiscusso del Novecento italiano; i preziosi legni di Cesare Giarrusso e di<br />
Agostino Bellebuono, intagliati tra sensualità rodiniane e civettuole inflessioni Déco.<br />
Voglio infine chiudere, in questo tempo di rivolgimenti climatici, col magnifico gruppo delle<br />
Hyades, coraggioso capolavoro simbolista di un De Albertis pienamente europeo. L’artista assume<br />
il mito delle ninfe oceanidi dispensatrici di pioggia, prima della loro trasformazione in costellazione,<br />
proponendone, nel 1914, un bassorilievo in bronzo (Genova, Musei di Nervi - Galleria<br />
d’Arte Moderna) e, nella stessa data, l’esemplare a tutto tondo, che oggi si espone, al momento,<br />
l’unico noto. La mia spassionata lancia di studiosa non può che spezzarsi, dunque, senza riserve,<br />
per questo bronzo, degno di essere garantito alle collezioni di un museo.<br />
Maria Flora Giubilei
OPERE
1 Amighetto Amighetti<br />
(Genova 1902 - ivi 1930)<br />
Bimba<br />
Olio su cartone telato<br />
Cm 47 x 39<br />
Firmato e datato 9 - 925 in alto a destra<br />
Sul retro: cartiglio della mostra Amighetto Amighetti<br />
Provenienza: raccolta eredi dell’artista<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Emilio Mantelli, Giuseppe Siccardi, Amighetto Amighetti, Galleria Micheli, Milano 1927<br />
- Amighetto Amighetti, Scuderie Medicee, Museo Soffici e del 900 Italiano, Poggio<br />
a Caiano (PO) 2018<br />
- Amighetto Amighetti, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 2018<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Catalogo della mostra Emilio Mantelli, Giuseppe Siccardi, Amighetto Amighetti, a cura di Pietro<br />
Maria Bardi, Galleria Micheli, Milano 1927, n° 118 di catalogo, riprodotto<br />
- F. Dioli e W. Darrigo (a cura di), Amighetto Amighetti, catalogo della mostra, De Ferrari,<br />
Genova 2018, n° 63 di catalogo, riprodotto a pag. 209<br />
Fautore di una ricerca che lo conduce dapprima a soluzioni espressive vicine alla Nuova<br />
Oggettività tedesca e, intorno alla metà degli anni Venti, alle forme morbide e definite che<br />
ricordano la pittura del maestro Carena, Amighetti si muove con disinvoltura tra diverse declinazioni<br />
novecentiste.<br />
Una bimba dallo sguardo sereno ed enigmatico al contempo, intenta a giocare con una piccola<br />
palla, è il soggetto di un’opera straordinaria per qualità cromatica e compositiva. L’interesse<br />
crescente che circonda l’attività di una delle personalità più originali che la pittura ligure<br />
abbia conosciuto nei primi decenni del XX secolo è testimoniato dalla recente mostra allestita<br />
prima al Museo Soffici e poi all’Accademia Ligustica e confermato dall’acquisizione di un<br />
grande dipinto da parte delle Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola a Genova.<br />
8
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2 Agostino Bellebuono<br />
(Genova 1890 - ivi 1941)<br />
Danzatrice<br />
Fusione in bronzo<br />
Cm 17 x 4 x 10<br />
Firmata<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
«Egli modella si può dire quasi per un naturale istinto, per sopperire ad una necessità dello<br />
spirito, innamorato come è dell’arte dalla quale si sente conquistato. Dove ha studiato? Presso<br />
nessuna scuola. Alla nostra Accademia egli non eseguì più di una dozzina di disegni; le sue<br />
opere sono frutto del suo pensiero e del suo temperamento. [...] Tutte le volte che egli può<br />
spaziare liberamente nelle sublimi sfere dell’arte vera e propria egli ne gioisce intimamente e<br />
dà a queste opere tutto sé stesso» (“A Compagna”, luglio 1929).<br />
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3 Agostino Bellebuono<br />
(Genova 1890 - ivi 1941)<br />
La moda ed il vento<br />
Scultura in legno<br />
Cm 40 x 10 x 14<br />
Firmata e titolata sulla base<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Agostino Bellebuono, in “A Compagna”, Rivista mensile illustrata,<br />
anno II, Genova, luglio 1929, riprodotto a pag. 27<br />
Le informazioni sulla vita e la ricerca plastica dell’artista sono scarse e frammentarie. La sua<br />
presenza, negli anni Venti, alle mostre della Promotrice genovese, del Sindacato Ligure di Belle<br />
Arti e alla Biennale di Monza del 1927, ne denota tuttavia un’intensa attività.<br />
Attraverso un gioco di sottile ironia, l’elegante scultura in legno evidenzia la difficoltà di conciliare<br />
i capricci della moda con gli impegni della vita quotidiana. Delicati colpi di scalpello<br />
privano il legno della sua componente grezza e modellano forme morbide e leggere.<br />
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4 Santo Bertelli<br />
(Arquata Scrivia (AL) 1840 - Genova 1892)<br />
Il grande giustiziere<br />
Acquerello su carta<br />
Cm 30 x 22<br />
Firmato in basso a destra<br />
Dedicato Bertelli al caro amico Gaggero. Roma lì 15 marzo 69 al centro a sinistra<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> dell’Ottocento e del Novecento, Centro d’arte e cultura <strong>Liguri</strong>a, Palazzo Cattaneo<br />
Mallone, Genova 1978<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Catalogo della mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> dell’Ottocento e del Novecento, a cura di Vitaliano<br />
Rocchiero, Genova 1978, n° 6 di catalogo<br />
Ascrivibile al corpus di piccole opere - molte di queste dipinte ad acquerello - realizzate<br />
dai “grigi” ai raduni invernali nei saloni di Palazzo Doria, Il grande giustiziere è un raffinato<br />
esempio delle suggestioni storiciste dell’epoca.<br />
L’interesse per gli ambienti e i costumi medievali, di cui D’Andrade è stato il principale promotore,<br />
si coniuga con lo studio di figura, che i paesaggisti liguri dell’Ottocento perseguivano<br />
quando le condizioni climatiche non gli permettevano di dipingere en plein air.<br />
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5 Leonardo Bistolfi<br />
(Casale Monferrato (AL) 1859 - La Loggia (TO) 1933)<br />
Crocefisso Brayda<br />
Fusione in bronzo su base di legno<br />
Cm 46,5 x 35,5<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1901 ca.<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Bistolfi 1859 - 1933. Il percorso di uno scultore simbolista, Chiostro di S. Croce, Palazzo Langosco,<br />
Casale Monferrato (AL) 1984<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Sandra Berresford (a cura di), Bistolfi 1859 - 1933. Il percorso di uno scultore simbolista,<br />
Edizioni Piemme, Casale Monferrato (AL) 1984, riprodotto a pag. 90<br />
Il Crocefisso eseguito in bronzo nel 1901 e collocato nel cimitero di Villarbasse per la Tomba<br />
Riccardo Brayda, esiste in diversi esemplari, tra cui il bronzo per Buenos Aires, il marmo della<br />
tomba Metzger-Dorna al Cimitero di Torino e i calchi in gesso di collezione privata torinese,<br />
del Museo di Palazzo Mazzetti di Asti e nella Galleria d’Arte Moderna di Genova-Nervi.<br />
La versione ridotta attesta il grande successo di questa figura di Cristo, dai contorni netti e<br />
dal modellato «estremamente tattile», la stessa dell’ascetico Cristo che cammina sulle acque<br />
(1896-1898) tradotta nel bassorilevo. Entrambe le opere sono tuttavia «tra le poche sculture<br />
bistolfiane d’ispirazione e di iconografia che rientrano più o meno nella tradizione cristiana,<br />
anche se il carattere moderno del primo fece scalpore quando fu esposto a Venezia nel 1899»<br />
(S. Berresford 1989).<br />
Andrea Rocco<br />
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6 Sexto Canegallo<br />
(Sestri Ponente (GE) 1892 - Genova 1966)<br />
Riflessi<br />
Olio su tavola<br />
Cm 38 x 29<br />
Firmato e titolato sul retro<br />
Probabile datazione: 1915 ca.<br />
Il fitto reticolato di puntini e filamenti di colore non scompone la quiete e l’atmosfera di sospensione<br />
temporale che pervade il dipinto. I muri e le strutture del Castello Raggio, edificio Liberty<br />
costruito a fine ‘800 e demolito nel 1951 dopo aver subito i bombardamenti nella Seconda guerra<br />
mondiale, emergono silenziosi dalla superficie dell’acqua calma. Unico segno della presenza<br />
dell’uomo sono le barche solitarie sullo scalo; la luce lunare si riflette sull’acqua e sulle finestre<br />
del castello.<br />
Nelle suggestioni del Simbolismo europeo è possibile individuare la genesi poetica di uno dei<br />
rari esempi di Divisionismo compiuto di Sexto Canegallo.<br />
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7 Sexto Canegallo<br />
(Sestri Ponente (GE) 1892 - Genova 1966)<br />
Impressione carnevalesca<br />
Olio su tavola<br />
Cm 22,8 x 35<br />
Firmato e titolato sul retro<br />
Probabile datazione: 1925 ca.<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Mario Finazzi, Integralismo. La via di Sexto Canegallo agli stati d’animo, in “Luk. Studi e<br />
attività della Fondazione Ragghianti”, n° 26, Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte,<br />
Lucca 2021, fig. 15, riprodotto a pag. 131<br />
Come gli Stati d’animo, gli Studi d’ambiente, le Pietre preziose e i Ritratti bizzarri, anche le<br />
Impressioni Carnevalesche costituiscono una serie ordinata di opere. Quattro preziose tavolette<br />
che aggiungono un tassello importante alla conoscenza dell’attività del pittore negli anni<br />
Venti inoltrati: due inedite e due recentemente riprodotte a corredo di un saggio comparso su<br />
“Luk”, la rivista della Fondazione Ragghianti di Lucca. Saggio che ha avuto il grande merito di<br />
evidenziare le motivazioni storiche e culturali della ricerca di Sexto Canegallo.<br />
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8 Sexto Canegallo<br />
(Sestri Ponente (GE) 1892 - Genova 1966)<br />
Impressione carnevalesca<br />
Olio su tavola<br />
Cm 22,8 x 35<br />
Firmato e titolato sul retro<br />
Probabile datazione: 1925 ca.<br />
Il tema del “carnevale”, affrontato da Canegallo nel celebre dipinto divisionista del 1915 ca.<br />
- intitolato, appunto, Carnevale - si arricchisce del dinamismo secondo futurista.<br />
Il movimento delle figure danzanti emerge dallo sfondo scuro e si proietta nel turbinio di<br />
coriandoli, si interrompe dove finisce la tavola e ricomincia in quella successiva.<br />
Se nel dipinto del 1915 l’artista guarda alle esperienze divisioniste dei pittori futuristi, con le<br />
Impressioni carnevalesche, come suggerisce Mario Finazzi, Canegallo «sembra rimeditare in<br />
chiave déco l’intuizione giovanile del carnevale».<br />
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9 Sexto Canegallo<br />
(Sestri Ponente (GE) 1892 - Genova 1966)<br />
Impressione carnevalesca<br />
Olio su tavola<br />
Cm 22,8 x 35<br />
Firmato e titolato sul retro<br />
Probabile datazione: 1925 ca.<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Mario Finazzi, Integralismo. La via di Sexto Canegallo agli stati d’animo, in “Luk. Studi e<br />
attività della Fondazione Ragghianti”, n° 26, Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte,<br />
Lucca 2021, fig. 14, riprodotto a pag. 130<br />
All’impostazione naturalista del primo, sulla quale si innesta la divisione del colore, si sostituisce<br />
infatti il linearismo dinamico delle Impressioni e una miriade di puntini ordinati, i coriandoli,<br />
si distribuisce sulla superficie dipinta.<br />
Le coppie danzanti si moltiplicano al fine di rappresentare il movimento, vero debito delle istanze<br />
futuriste, alla vertigine estetica si accompagna la riflessione sulla condizione psicologica dei<br />
personaggi e, in particolare, di Pierrot, ingenuo e romantico.<br />
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10 Sexto Canegallo<br />
(Sestri Ponente (GE) 1892 - Genova 1966)<br />
Impressione carnevalesca<br />
Olio su tavola<br />
Cm 22,8 x 35<br />
Firmato e titolato sul retro<br />
Probabile datazione: 1925 ca.<br />
Approda quindi sul mercato un serie completa di opere di un artista che ha saputo incontrare<br />
il gusto internazionale in un’epoca di grande fermento culturale.<br />
L’attenzione che il collezionismo privato, l’universo museale e la ricerca accademia hanno<br />
riservato negli ultimi anni a Sexto Canegallo, contribuiscono e ridefinire la levatura del pittore<br />
nella temperie artistica della prima metà del XX secolo.<br />
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11 Enrico “Chin” Castello<br />
(Rivarolo (GE) 1890 - Genova 1960)<br />
Il cervello del pazzo<br />
Sanguigna su carta<br />
Cm 46 x 30<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Titolato e datato 1917 in basso a destra<br />
Enrico “Chin” Castello orienta la sua poetica al confine tra la cultura del simbolo e il Futurismo,<br />
giungendo talvolta a risultati di matrice espressionista.<br />
Il cervello del pazzo è un disegno inedito del 1917 in cui l’artista, mediante segni corposi<br />
e velature sfumate, esplora i territori dell’inconscio rappresentando la deformazione della<br />
mente umana.<br />
Opere dell’artista sono attualmente presenti nel percorso espositivo della mostra Simbolismo<br />
e Nuova Oggettività. La Galleria del Levante, allestita al Mart di Rovereto e dedicata alla straordinaria<br />
figura del gallerista Emilio Bertonati.<br />
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12 Aurelio Craffonara<br />
(Gallarate (MI) 1875 - Genova 1945)<br />
Spiaggia di Arenzano<br />
Acquerello su carta<br />
Cm 18 x 18<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
Sul retro: titolo e firma<br />
«I suoi quadri riproducenti soggetti marinareschi e panorami di città sono pieni di vita, di luce,<br />
di movimento. Nessun manierismo, ma la più genuina naturalezza balza dalla sua tavolozza<br />
che sa dare le tinte più smaglianti.<br />
Genova e la <strong>Liguri</strong>a hanno trovato in lui un benemerito illustratore, e moltissimi sono i lavori<br />
che a lui si devono, dove è dato di ammirare le bellezze dei nostri paesaggi» (“A Compagna”,<br />
Anno 1, n° 1, aprile 1928).<br />
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13 Aurelio Craffonara<br />
(Gallarate (MI) 1875 - Genova 1945)<br />
Il castello di Rapallo<br />
Acquerello su carta<br />
Cm 48 x 48<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
Ad Aurelio Craffonara, tra i massimi acquerellisti italiani dell’epoca, si deve il grande merito<br />
di aver consegnato ai posteri un ampio e variegato affresco degli angoli più rappresentativi di<br />
una <strong>Liguri</strong>a che non c’è più, riuscendo inconsapevolmente ad assolvere a un compito storico.<br />
Il virtuosismo della mano esperta del pittore si stempera nella delicatezza di una tecnica che<br />
non concede ripensamenti e gli permette di descrivere il soggetto senza scadere in manierismi<br />
privi di contenuto.<br />
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14 Edoardo De Albertis<br />
(Genova 1874 - ivi 1950)<br />
Hyades<br />
Fusione in bronzo<br />
Cm 80 x 40 x 30<br />
Probabile datazione: 1914 ca.<br />
Siglata sulla base<br />
Provenienza: già proprietà Armida De Albertis<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- 1911/1925 Genova, Cultura di una città, Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, Genova 1973<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Franco Sborgi (a cura di), L’Ottocento e il Novecento. Dal Neoclassicismo al Liberty, in AA.<br />
VV. (a cura di), La scultura a Genova e in <strong>Liguri</strong>a. Dal Seicento al primo Novecento, Volume<br />
II, Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, Genova 1988, fig. n° 622, riprodotto a pag. 443<br />
- G. Marcenaro e A. Casareto, 1911/1925 Genova, Cultura di una città, catalogo della mostra,<br />
Genova 1973, n° 120 di catalogo, riprodotto<br />
Le linee morbide e sinuose segnano l’anatomia suadente e il<br />
movimento delle tre figure femminili - le Iadi, ovvero le ninfe<br />
della pioggia figlie di Atlante ed Etra - le cui braccia convergono<br />
all’interno del bacile posto in corrispondenza della base.<br />
Tra i massimi e più efficaci esempi della ricerca plastica<br />
di De Albertis e della scultura ligure dell’epoca, Hyades,<br />
«bronzo di eccellente fattura e animato da una grande forza<br />
espressiva» (Franco Sborgi 1988) conosce due varianti.<br />
Il bassorilievo esposto alla promotrice genovese del 1914,<br />
vincitore del premio assegnato dal Comune e ora conservato<br />
presso la Galleria d’Arte Moderna di Nervi e la placca<br />
destinata ai soci della medesima Società Promotrice.<br />
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15 Antonio Discovolo<br />
(Bologna 1874 - Bonassola (SP) 1956)<br />
Monterosso<br />
Olio su tavola<br />
Cm 65 x 60<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
Sul retro: cartiglio recante il titolo<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- G. Paganelli e T. Pelizza (a cura di), Antonio Discovolo - Un raggio di sole in una notte di luna<br />
piena, Artisti di <strong>Liguri</strong>a, De Ferrari Editore, Genova 2002, tav. 67, riprodotto a pag. 111<br />
Poche sono le immagini capaci di sintetizzare l’essenza della pittura ligure del Novecento<br />
come quella di un albero a picco sul mare, diventata autentico topos letterario e iconografico.<br />
Così Discovolo fa del tema ricorrente il proprio e personale ringraziamento nei confronti di<br />
una terra che lo ha accolto e che tanto ha offerto alla sua fervida immaginazione.<br />
Le fronde di un castagno, luminose e brillanti, fanno da cornice alla bellezza quasi minerale<br />
di un mare delicatamente toccato dal vento.<br />
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16 Berto Ferrari<br />
(Bogliasco (GE) 1887 - Genova 1965)<br />
Marina ligure<br />
Olio su cartone<br />
Cm 36,5 x 37,5<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1925 ca.<br />
Tra i più prolifici interpreti della marina del novecento ligure, il pittore aggiorna il naturalismo<br />
di fine Ottocento realizzando dipinti di grande freschezza visiva.<br />
In un’opera in cui sono ravvisabili il debito nei confronti dei marinisti, e in particolare di<br />
Giuseppe Sacheri, e l’istintiva attenzione alla luce naturale, vero filo conduttore della pittura<br />
ligure, emergono le migliori qualità di Berto Ferrari.<br />
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17 Agostino Fossati<br />
(La Spezia 1830 - ivi 1904)<br />
Il Golfo di Spezia<br />
Olio su tela<br />
Cm 33 x 50<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1875 ca.<br />
Il pittore rinuncia allo sviluppo orizzontale in favore di un’impostazione più vicina alla pittura<br />
tonale, partecipe della condizione climatica e luministica in un particolare momento del giorno.<br />
Di notevole forza poetica è la luce del sole coperto dalle nuvole che filtra e lambisce la<br />
superficie del mare in prossimità dell’orizzonte; il temporale è passato e la gente che si accalca<br />
sulla banchina può salire sulle imbarcazioni e iniziare la traversata del golfo.<br />
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18 Mario Gambetta<br />
(Roma 1886 - Albisola (SV) 1968)<br />
Mattina di vento a Varigotti<br />
Olio su tela<br />
Cm 46,5 x 62<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
Sul retro: titolo e firma<br />
Affine per equilibrio compositivo e freschezza cromatica al dipinto Ponentino del 1934, esposto<br />
alla Seconda Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma e ora conservato presso le collezioni<br />
del Comune di Savona, in Mattina di vento a Varigotti si respirano le atmosfere silenziose e<br />
rarefatte delle marine di Carlo Carrà.<br />
Nella semplicità dell’invenzione poetica si esprime il temperamento mite e riflessivo di Mario<br />
Gambetta, la cui ricerca arricchisce la variegata esperienza novecentista in <strong>Liguri</strong>a e attende<br />
un miglior inquadramento critico complessivo.<br />
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19 Alfredo U. Gargani<br />
(Genova 1898 - ivi 1947)<br />
Tramonto sul mare<br />
Olio su tela<br />
Cm 40 x 50<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1925 ca.<br />
I toni bruni e lo sviluppo volumetrico degli elementi del primo piano - il sentiero, i cespugli e<br />
gli alberi che si stagliano verso l’alto - introducono lo sguardo all’intensa sinfonia cromatica<br />
del tramonto sul mare e ne amplificano l’impatto emotivo.<br />
Il rosa, l’arancione e l’azzurro vibrano in un dialogo di tonalità complementari di merelliana<br />
memoria; i contrappunti bianchi della schiuma delle onde interrompono le modulazioni sfumate<br />
e riportano l’attenzione alla realtà naturale della rappresentazione. Autore, intorno agli<br />
anni Venti, di alcune opere di natura compiutamente divisionista, Gargani si iscrive nel novero<br />
dei pittori che hanno animato la grande stagione della tecnica divisa in <strong>Liguri</strong>a.<br />
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20 Luigi Garibbo<br />
(Genova 1784 - Firenze 1869)<br />
Tempesta nel porto di Genova, 1821<br />
Acquerello su cartoncino<br />
Cm 25 x 30<br />
Probabile datazione: 1821 ca.<br />
Firmato in basso al centro<br />
Sul retro: di pugno dell'artista data e titolo<br />
L'opera è corredata di un foglio dell'Accademia Ligustica di Belle Arti coevo all'opera recante la<br />
scritta: numero 58. del signor Luigi Garibbo di Genova detta Tempesta nel porto di Genova 1821<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- En plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra Genova e Firenze, Palazzo Rosso, Genova 2011<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- E. Papone e A. Serra (a cura di), En plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra Genova e Firenze,<br />
catalogo della mostra, Silvana Editoriale, Genova 2011, fig. 12, n° 78 di catalogo, riprodotto<br />
a pag. 63<br />
Come si legge nel catalogo della mostra En plein air. Luigi Garibbo e il vedutismo tra Genova<br />
e Firenze, l’evento rappresentato è la violenta mareggiata che ha colpito la città di Genova nel<br />
dicembre del 1821. Il prezioso acquerello è preceduto da uno studio realizzato sul posto a<br />
matita e seppia, ed è seguito da un’acquatinta dedicata al governatore di Genova, il marchese<br />
D’Yenne; entrambe le opere sono oggi conservate presso il Centro di Documentazione per la<br />
Storia, l’Arte, l’Immagine di Genova.<br />
Nel rielaborare in studio gli appunti tratteggiati nel bozzetto, Garibbo accantona momentaneamente<br />
l’attitudine vedutistica in favore di un pathos dai contorni romantici. La partecipazione<br />
emotiva si esprime attraverso il cielo grigio e l’incredibile violenza delle onde che porta le<br />
imbarcazioni a urtare gli scogli e ad affondare al largo. Il contrasto tra il movimento impetuoso<br />
del mare e la meticolosa descrizione delle pareti decorate dei palazzi amplifica il trasporto<br />
emotivo e stimola la percezione sensoriale.<br />
Tra le poche opere del pittore ancora presenti nel circuito commerciale, non può che incontrare<br />
il favore del collezionismo più attento.<br />
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21 Pietro Gaudenzi<br />
(Genova 1880 - Anticoli Corrado (RM)<br />
San Giorgio<br />
Olio e foglia d'oro su tavola<br />
Cm 77 x 38<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
Al concitato scontro tra il Santo e il drago, Gaudenzi preferisce la sospensione che segue la<br />
lotta, sceglie il momento in cui il giovane cavaliere, quasi incredulo di quanto ha compiuto,<br />
alza la spada per ringraziare il cielo, che risponde. Il paesaggio in cui è ambientato l’evento è<br />
un camminamento stretto tra due alte pareti, a sottolineare l’inevitabilità dell’incontro con il<br />
male da cui Giorgio, grazie alla sua semplicità, esce vittorioso. Una figura angelica tranquillizza<br />
con un gesto il cavallo e solo il cavallo sembra cogliere la sua presenza.<br />
Questa piccola pala, nata per un ambiente domestico, coglie bene il personale rapporto che<br />
Pietro Gaudenzi costruisce con la corrente artistica Novecento: come in quegli artisti le sue<br />
opere hanno l’aria magica della pausa e la linea semplice e monumentale degli antichi maestri.<br />
Tuttavia, non tira il vento freddo della ragione ma sono scaldate da una sincera e intima umanità.<br />
La stretta vicinanza con le opere degli anni Trenta come La visitazione del 1934 ora alla Galleria<br />
d’Arte Moderna di Novara (di cui una versione venne esposta alla Biennale del 1938) suggerisce<br />
anche per questo San Giorgio una simile datazione.<br />
Maurizio Romanengo<br />
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22 Cornelio Geranzani<br />
(Genova 1880 - ivi 1955)<br />
Tram nella notte<br />
Olio su tela<br />
Cm 38 x 38<br />
Siglato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- T. Pelizza e G. Paganelli, Cornelio Geranzani. Geometria e luce, Le Mani, Genova 2008,<br />
n° 87 di catalogo, riprodotto a pag. 125<br />
Come nella Luce elettrica, di recente esposta alla mostra Simbolismo e Nuova Oggettività.<br />
La Galleria del Levante allestita al Mart di Rovereto, il tema del “notturno” illuminato dalla<br />
luce artificiale è un motivo ricorrente nell’opera di Geranzani.<br />
Le costruzioni, mediante un processo di semplificazione geometrica delle forme, assumono<br />
lineamenti totemici; il tram si allontana dal portico illuminato e avanza verso chi osserva il<br />
dipinto. Tre lampioni che rievocano l’aspetto radiale delle stelle illuminano la notte cittadina.<br />
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23 Cesare Giarrusso<br />
(Catania 1887 - Genova 1945)<br />
Vittoria alata<br />
Scultura in legno<br />
Cm 55 x 14 x 20<br />
Firmata sulla base<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
Una Vittoria alata - ovvero una Nike, divinità greca figlia del titano pallante e della ninfa Stige -<br />
morbida e sinuosa, intrisa degli stilemi modernisti che in <strong>Liguri</strong>a hanno trovato ampi sviluppi<br />
grazie alla presenza di De Albertis. Cesare Giarrusso si esprime in maniera alternativa rispetto<br />
alla linea classicista dominante negli anni Venti, ispirandosi a modelli simbolisti e déco.<br />
Dell'artista si conosce un’altra scultura del medesimo soggetto, utilizzata come figura centrale<br />
del Monumento celebrativo dei caduti di guerra di Nervi; monumento in seguito smantellato<br />
al fine di riutilizzare il bronzo per l’industria bellica durante la Seconda Guerra Mondiale.<br />
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24 Adolfo Lucarini<br />
(Genova 1890 - ivi 1959)<br />
Pudore<br />
Fusione in bronzo<br />
Cm 29 x 10 x 10<br />
Firmata sulla base<br />
Probabile datazione: 1925 ca.<br />
Memore della Fontanina di Baroni - come puntualmente sottolineato da Franco Sborgi - nel Pudore<br />
di Lucarini convergono le direttrici entro le quali ha preso forma la poetica dello scultore.<br />
Il linearismo liberty si coniuga con la stilizzazione di matrice espressionista e con una certa<br />
tensione verso il non finito di michelangiolesca memoria.<br />
Presente alle mostre della Promotrice genovese dal 1917 e alla Mostra Internazionale di Arti<br />
Decorative di Monza nel 1925 e nel 1927, lo scultore rifiuta il monumentalismo tipico di<br />
quegli anni e concentra la sua ricerca plastica nel medio e piccolo formato.<br />
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25 Camillo Marchi<br />
(Sankt Polten (Austria) 1883 - Genova 1966)<br />
Il porto di Genova<br />
Olio su tela<br />
Cm 110 x 150<br />
Firmato e datato 927 in basso a destra<br />
Un grande dipinto del porto di Genova, operoso e produttivo anche all’ora del tramonto.<br />
L’escamotage prospettico del braccio della gru in primo piano conferisce all’opera una<br />
notevole profondità, cui la piccola barca in movimento contribuisce a rafforzare.<br />
La descrizione meticolosa delle imbarcazioni - si vedano ad esempio i colpi di luce a illuminare<br />
gli alberi e i fumaioli delle navi - si addolcisce nei tocchi di colore di matrice post-impressionista.<br />
Presenza fissa alle mostre organizzate dal Sindacato ligure di Belle Arti e dalla Promotrice<br />
genovese, il pittore realizza altresì i pannelli decorativi e gli arazzi per i grandi transatlantici.<br />
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26 Arturo Martini<br />
(Treviso 1889 - Milano 1947)<br />
Il pensieroso<br />
Maiolica dipinta<br />
Cm 25 x 14 x 11<br />
Probabile datazione: 1927 ca.<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Mostra individuale del pittore Andor De - Hubay e dello scultore Arturo Martini, Galleria<br />
Pesaro, Milano 1927<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Mario Labò (a cura di), Mostra individuale del pittore Andor De - Hubay e dello scultore<br />
Arturo Martini, Galleria Pesaro, Milano 1927, n° 24 di catalogo<br />
- C. Chilosi e L. Ughetto (a cura di), La ceramica del Novecento in <strong>Liguri</strong>a, Fondazione Cassa<br />
di Risparmio di Genova e Imperia, Genova 1955, pag. 88<br />
Parte della serie di maioliche realizzate dall’artista<br />
nel 1927, che costituisce il nucleo più consistente<br />
della produzione di Martini in <strong>Liguri</strong>a, Il pensieroso<br />
è un distillato dei caratteri innovativi della ricerca<br />
martiniana. Forme e volumi anticlassici - tanto da<br />
essere definiti da Gigi Chessa “piccoli monumenti<br />
da camera” - si animano di un che di ironico nei<br />
tratti fisionomici e nello sguardo assorto della figura.<br />
Una versione non dipinta dell’opera è stata recentemente<br />
donata al Museo Bailo di Treviso, città natale<br />
di Arturo Martini.<br />
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27 Vasco Menegozzo<br />
(Venezia 1886 - Biella 1974)<br />
Genova, il bacino della Darsena<br />
Olio su tela<br />
Cm 50 x 70<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1945 ca.<br />
«... e non dimenticando la sua vocazione di “pittore di porto”, ovvero di pittore di cose portuali<br />
ancora poetiche: velieri, carrette del mare, cavalli da manovra, venditori ambulanti, barcaioli.<br />
Tutto un mondo portuale coltivato, sui moli di Genova, dai pittori Angelo Balbi, Andrea Figari,<br />
Orlando Grosso, Alessandro Viazzi e pochi altri.<br />
Ne ricaviamo la convinzione che l’atmosfera ambientale, la luminosità solare, il cromatismo rosa<br />
argentato e verde cinerino, parlano un linguaggio prettamente nostrano...» (V. Rocchiero, 1987).<br />
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28 Vasco Menegozzo<br />
(Venezia 1886 - Biella 1974)<br />
Genova, calata oli minerali<br />
Olio su tela<br />
Cm 56 x 71<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1945 ca.<br />
Prima dell’ammissione all’Accademia Ligustica di Belle Arti il pittore frequenta il Regio Istituto<br />
Nautico Vittorio Emanuele, diventando macchinista navale e arruolandosi, in seguito, nel Compartimento<br />
Marittimo di La Spezia.<br />
Alternando gli studi artistici a quelli in ambito marinaro, Menegozzo sviluppa una certa attitudine<br />
a rappresentare con fedeltà filologica il mondo delle imbarcazioni, elemento che caratterizza<br />
oggi i suoi dipinti come documenti del mondo portuale. Alla fredda rappresentazione<br />
del soggetto riesce comunque a conferire quei caratteri di partecipazione emotiva tipici dei<br />
marinisti liguri.<br />
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29 Vasco Menegozzo<br />
(Venezia 1886 - Biella 1974)<br />
Genova, il porto vecchio<br />
Olio su tela<br />
Cm 100 x 120<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1945 ca.<br />
Un grande dipinto del centro storico di Genova osservato dalla acque portuali, nel quale sono<br />
riconoscibili i palazzi e i monumenti di Sottoripa e Piazza Caricamento. Dalla Torre dei Morchi,<br />
fra le poche torri medievali ancora integre, dove soggiornarono nel XIX secolo personalità quali<br />
Mary Shelley, Mark Twain e Stendhal, a Palazzo San Giorgio.<br />
I palazzi distrutti dai bombardamenti e la ricchezza dei particolari delle imbarcazioni in primo<br />
piano aggiungono elementi importanti a un’opera dall’elevato valore documentale.<br />
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30 Evasio Montanella<br />
(Prà (GE) 1878 - Genova 1940)<br />
Calura<br />
Olio su tavola<br />
Cm 40 x 66,5<br />
Firmato e datato 1928 in basso a destra<br />
Sul retro: di pugno dell’artista Pittore E. Montanella. Genova Prà;<br />
cartiglio recante titolo e firma<br />
La presenza del pittore, tra gli anni Venti e Trenta, alla Galleria Pesaro di Milano e alla Quadriennale<br />
d’Arte Nazionale di Roma, ne evidenzia l’adesione al clima di rinnovato interesse<br />
per l’armonia della tradizione figurativa antica che ha segnato il Ritorno all’ordine.<br />
La partecipazione emotiva alla vita quotidiana del Ponente cittadino, ai modi semplici degli<br />
abitanti di Prà e al loro profondo legame con il mondo del mare, prende forma nelle atmosfere<br />
sospese, talvolta quasi metafisiche, che si respirano nei colori accesi dei suoi dipinti.<br />
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31 Ettore Morteo<br />
(Alassio (SV) 1874 - Genova 1939)<br />
Pescatori<br />
Olio su tavola<br />
Cm 30 x 37<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
Nella densità della materia pittorica e nella pennellata di matrice postimpressionista si ravvisa<br />
il debito di Morteo nei confronti dei grandi marinisti liguri. I toni rosati, violetti e azzurri,<br />
elemento peculiare della tavolozza del pittore, brillano nei guizzi luminosi che animano<br />
la superficie dell’acqua.<br />
Il taglio fotografico dell’opera segna invece il superamento di tale eredità, nella direzione di<br />
un naturalismo moderno e vivace.<br />
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32 Ettore Morteo<br />
(Alassio (SV) 1874 - Genova 1939)<br />
Partenza per la pesca<br />
Olio su tavola<br />
Cm 50 x 64<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1920 ca.<br />
«[...] E il mare! Conosco un mare brulicante d’oro dove le vele sono fiamme esili; uno, impalpabile<br />
da credere ad un inganno degli occhi; un mare che è tutto uno zaffiro liquefatto in cui<br />
si vorrebbe stemperarsi. Questo, è una grigia lavagna, appena argentata a levante. Più di tutti<br />
i mari che so; è questo che amo; esso risveglia in me l’anima avventurosa» (Camillo Sbarbaro,<br />
Trucioli, 1920).<br />
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33 Benedetto Musso<br />
(Laigueglia (SV) 1835 - ivi 1883)<br />
Il viale<br />
Olio su cartoncino applicato su tavola<br />
Cm 16,5 x 12,5<br />
Probabile datazione: 1865 ca.<br />
Sul retro: autentica a firma del nipote Franco Musso<br />
Provenienza: già raccolta eredi dell'artista<br />
Nella lontannza dai canoni compositivi tradizionali, nel notire delle contrapposizioni tonali e<br />
nell'atmosfera metafisica, si concentra la sottile poesia del piccolo olio di ispirazione macchiaiola.<br />
Inerente all’attenzione del pittore intorno agli aspetti rurali e campestri delle campagne del<br />
ponente ligure, l’opera rientra a pieno titolo in quell’area culturale da cui ha preso forma il<br />
naturalismo della Scuola Grigia.<br />
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34 Eugenio Olivari<br />
(Genova 1881 - ivi 1917)<br />
Terrazzo al sole<br />
Olio su cartone<br />
Cm 28,5 x 33,5<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1910 ca.<br />
Sul retro: cartiglio della Galleria d’Arte Ranzini, Genova<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Mostra di pittori genovesi dell’800, Galleria d’Arte Ranzini, Genova 1945<br />
- Pittori contemporanei e dell’800, Galleria Piccapietra, Genova 1965<br />
- <strong>Maestri</strong> della Pittura Ligure del secondo “800” e del primo “900”, Centro d’Arte e Cultura<br />
“<strong>Liguri</strong>a”, Palazzo Cattaneo Mallone, Genova 1968<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Attilio Podestà, Pittura ligure dell’800 in una mostra panoramica, “Il Secolo XIX”, Genova,<br />
9 gennaio 1945, riprodotto<br />
- Attilio Podestà, Genova: una mostra di pittura ligure dell’800, “Emporium. Rivista mensile<br />
d’arte e cultura”, vol. CI, Bergamo 1945, riprodotto<br />
- Vitaliano Rocchiero (a cura di), <strong>Maestri</strong> della Pittura Ligure del secondo “800” e del primo<br />
“900”, catalogo della mostra, Centro d’Arte e Cultura “<strong>Liguri</strong>a”, Palazzo Cattaneo Mallone,<br />
Genova 1968, n° 51 di catalogo, tav. XVIII, riprodotto<br />
- Sergio Paglieri, Eugenio Olivari e il suo tempo. Pittura ligure tra Ottocento e Novecento,<br />
Tolozzi Editore, Genova 1969, fig. n° 41<br />
«Pittore dotato per istinto di un temperamento volto al sentimentalismo, amava cogliere dalla<br />
natura espressioni consone a questo suo particolare stato d’animo. Abbondano nelle sue tele,<br />
sensazioni vespertine, tramonti, notti lunari, gemme delicate, mai violenze cromatiche, chè<br />
evidentemente rifuggivano la sua natura» (Angelo Balbi 1940).<br />
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35 Romolo Pergola<br />
(Roma 1890 - Trino (VC) 1960)<br />
Mareggiata in riviera<br />
Olio su tela<br />
Cm 55,5 x 85<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1935 ca.<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- XLVI Mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> fra Ottocento e Novecento, Galleria Arte Casa, Genova 2003<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- Catalogo della XLVI Mostra <strong>Maestri</strong> <strong>Liguri</strong> fra Ottocento e Novecento, a cura di G. Paganelli<br />
e T. Pelizza, Galleria Arte Casa, Genova 2003, n° 32 di catalogo, riprodotto a pag. 38<br />
- Giuseppe Luigi Marini (a cura di), Il valore dei dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento,<br />
<strong>Edizione</strong> XXII, 2004 - 2005, Umberto Allemandi & C., Torino 2005, riprodotto a pag. 623<br />
Dipinto affascinante e movimentato dove il mare, gli scogli, la vegetazione, il vento e i bagliori<br />
luminosi della riviera sono protagonisti incontrastati.<br />
Un equilibrio perfetto, caratterizzato da quella serrata dialettica di toni, di trasparenze e di virtuosismi<br />
materici di gusto postimpressionista tipica del grande colorista di Camogli.<br />
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36 Paolo S. Rodocanachi<br />
(Genova 1891 - ivi 1958)<br />
La casa rossa<br />
Olio su cartone<br />
Cm 16 x 22<br />
Siglato in basso a destra<br />
Firmato, titolato e datato Arenzano 1931 sul retro<br />
«Gli incontri alla casa rossa d’Arenzano - costruita nel 1930 su disegno di Paolo Rodocanachi -<br />
non erano soltanto cadenzati dalle date fisse. Alla casa e al giardino, in apparente trascurata<br />
libertà, sempre pieno di fiori, arrivavano lungo l’anno, anche improvvisamente, gli amici, per<br />
visite, pettegolezzi, prestiti di libri, nuove conoscenze. Era il punto dove ci si incontrava.<br />
Traccia forse di leggera presunzione, ma costume raffinato, il “Libretto dei visitatori”, dove<br />
furono raccolte le firme di tutti quelli che visitarono la casa» (G. Marcenaro 1983). Camillo<br />
Sbarbaro, Angelo Barile, Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Elio Vittorini, Agenore Fabbri,<br />
Mario Mafai, tra le firme apposte sul prezioso libretto...<br />
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37 Paolo S. Rodocanachi<br />
(Genova 1891 - ivi 1958)<br />
Entroterra ligure<br />
Olio su cartone<br />
Cm 70 x 89<br />
Probabile datazione: 1935 ca.<br />
Sul retro: cartiglio della mostra Paolo S. Rodocanachi, Genova 1977<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Paolo S. Rodocanachi, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1977<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- G. Beringheli e G. Marcenaro (a cura di), Paolo S. Rodocanachi, Sagep, Genova 1977, n° 19<br />
di catalogo, riprodotto a pag. 53<br />
«La pittura di Rodocanachi si basa sull’osservazione del dato naturale, indagato e contemplato<br />
a lungo, quindi ricostruito mediante la lenta sovrapposizione di magre pennellate di colore;<br />
l’impostazione acquista così una grande forza evocativa, disciplinata dalla volontà costruttiva<br />
dell’artista, che accoglie in maniera autonoma gli spunti forniti dal Novecento Italiano»<br />
(G. Paganelli 1995).<br />
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38 Paolo S. Rodocanachi<br />
(Genova 1891 - ivi 1958)<br />
Paesaggio con casa<br />
Olio su cartone<br />
Cm 50 x 60<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1935 ca.<br />
Sul retro: cartiglio della mostra Paolo S. Rodocanachi, Genova 1977<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Paolo S. Rodocanachi, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1977<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- G. Beringheli e G. Marcenaro (a cura di), Paolo S. Rodocanachi, Sagep, Genova 1977, n° 17<br />
di catalogo, riprodotto a pag. 51<br />
Le forme e i volumi di matrice novecentista e la riduzione geometrica degli elementi della<br />
composizione attestano l’adesione del pittore alle istanze artistiche degli anni Trenta.<br />
Nei contorni che iniziano a perdere la definizione si intravede tuttavia la tensione verso nuovi<br />
orizzonti poetici. Un dipinto in cui si respira l’introspettiva inclinazione alla leggerezza tipica<br />
di Rodocanachi.<br />
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39 Paolo S. Rodocanachi<br />
(Genova 1891 - ivi 1958)<br />
Il golfo di Arenzano<br />
Olio su cartone<br />
Cm 70 x 90<br />
Probabile datazione: 1935 ca.<br />
Paesaggio<br />
Olio su cartone<br />
Cm 70 x 90<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1935 ca.<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Paolo S. Rodocanachi, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1977<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- G. Beringheli e G. Marcenaro (a cura di), Paolo S. Rodocanachi, Sagep, Genova 1977, n° 21<br />
di catalogo, riprodotto a pag. 54<br />
Il Golfo di Arenzano - dipinto sul retro di un Paesaggio dai toni vibranti e minerali, esposto in<br />
occasione della mostra all’Accademia Ligustica - esprime al meglio la poetica del pittore, ben<br />
definita nella forma e nel colore e, al contempo, dimessa e pacata. Rodocanachi è un artista<br />
desideroso di rimanere lontano dal frastuono della grande città e decide di stabilirsi, insieme<br />
alla moglie Lucia Morpurgo, nel piccolo comune alle porte di Genova.<br />
Come ricorda Marcenaro, «Nel ’30 Paolo e Lucia si sposano e si trasferiscono ad Arenzano [...]<br />
Paolo voleva dipingere en plein air: sarebbe diventato il pittore degli ulivi. Dovevano restare due<br />
anni. Si fermarono tutta la vita».<br />
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40 Paolo S. Rodocanachi<br />
(Genova 1891 - ivi 1958)<br />
Paesaggio<br />
Olio su cartone<br />
Cm 28 x 34<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1940 ca.<br />
Capace di esprimere l’emozione individuale senza perdere di vista le qualità plastiche e oggettuali<br />
della rappresentazione, il pittore dà vita a composizioni liriche e di grande levità.<br />
Denotando comunione di intenti con i poeti Sbarbaro e Montale, l’artista celebra a proprio<br />
modo i colori della natura delle campagne liguri, tra le fasce, gli ulivi, i sentieri e le case solitarie.<br />
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41 Paolo S. Rodocanachi<br />
(Genova 1891 - ivi 1958)<br />
Case ad Acqui<br />
Olio su tavola<br />
Cm 85 x 60<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1950 ca.<br />
Sul retro: cartiglio della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano;<br />
cartiglio della III Mostra Nazionale di Pittura "Premio Città di Monza"; cartiglio della mostra<br />
Paolo S. Rodocanachi, Genova 1977<br />
ESPOSIZIONI:<br />
- Paolo S. Rodocanachi, Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1977<br />
BIBLIOGRAFIA:<br />
- G. Beringheli e G. Marcenaro (a cura di), Paolo S. Rodocanachi, Sagep, Genova 1977, n° 62<br />
di catalogo, riprodotto a pag. 91<br />
L’artista supera la cesura della metà del secolo senza rinnegare né la solidità del tratto né la<br />
poetica del contenuto di matrice novecentista.<br />
Le case di Acqui, piccolo comune termale piemontese, si avvicendano nel dipinto da un punto<br />
di vista rialzato, mediante una modalità compositiva che ritorna di frequente nelle opere del<br />
pittore. Esposto alla mostra antologica allestita all’Accademia Ligustica, il dipinto è corredato da<br />
un ricco curriculum espositivo.<br />
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42 Alberto Salietti<br />
(Ravenna 1892 - Chiavari (GE) 1961)<br />
Meriggio sulla spiaggia di Chiavari<br />
Olio su tavola<br />
Cm 50 x 60<br />
Firmato e datato 33 in basso a destra<br />
Sul retro: cartiglio dell’artista<br />
Provenienza: già collezione Donati, Milano<br />
Nel tentativo di ridimensionare i caratteri illustrativi dell’opera e di metterne in evidenza i valori<br />
plastici, l’artista non rinuncia a conferire al dipinto quell’attenzione agli aspetti luministici<br />
tipicamente liguri e mediterranei.<br />
Punto di riferimento organizzativo e istituzionale del Novecento Italiano - il gruppo di pittori milanesi<br />
riuniti intorno alla carismatica figura di Margherita Sarfatti - il pittore negli anni Trenta stempera<br />
così la rigidità delle istanze sarfattiane in più delicate modulazioni cromatiche e formali.<br />
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43 Giuseppe Sacheri<br />
(Genova 1863 - Pianfei (CN) 1950)<br />
Mattino<br />
Olio su tela applicata su cartone<br />
Cm 23 x 39<br />
Firmato e datato 900 in basso a destra<br />
«Romantico per sentimento, ma di un romanticismo sano e fecondo di commozione, l’artista<br />
ligure è classico nella forma. Il suo lavoro non è mai una fredda e precisa riproduzione<br />
dello spettacolo naturale, ma è invece un’invenzione, un ritrovamento, una voce nuova al<br />
gran coro della vita.<br />
Perciò i suoi dipinti, nei quali la solidità della linea si associa alla delicata fusione dei toni, vivono<br />
artisticamente non solo per quello che essi sono, ma anche per quello che appariscono.<br />
Essi ci rivelano che il pittore è andato spesso oltre la verità tangibile...»<br />
(A. Colasanti, “Emporium”, 1910).<br />
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44 Giuseppe Sacheri<br />
(Genova 1863 - Pianfei (CN) 1950)<br />
Capo del Pino. Sori<br />
Olio su cartone<br />
Cm 23,5 x 30<br />
Firmato in basso a sinistra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
La materia corposa distribuita dal vivace pennello di Giuseppe Sacheri anima il piccolo olio<br />
di rifrazioni luminose e bagliori iridescenti e conferisce, inoltre, una particolare densità volumetrica<br />
agli elementi della composizione.<br />
Il taglio fotografico tipico del pittore definisce la prospettiva di un’istantanea dall’atmosfera<br />
impressionista, dove la schiuma del mare azzurro lambisce la battigia e gli scogli di un breve<br />
tratto della spiaggia di Sori.<br />
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45 Antonio Schiaffino<br />
(Camogli (GE) 1879 - Genova 1968)<br />
Vallata ligure<br />
Olio su cartone<br />
Cm 39 x 61<br />
Firmato in basso a destra<br />
Probabile datazione: 1930 ca.<br />
In un dipinto di grande respiro e profondità prospettica, il maestro del colore supera la descrizione<br />
dei dettagli in favore di una semplificazione volumetrica e formale. Campiture ora<br />
grumose ora piatte e lineari, tonalità ora accese ora sommesse, zone ora in ombra ora in piena<br />
luce, si rincorrono sulla superficie dipinta.<br />
Il pittore rappresenta le alture dell’entroterra ligure, probabilmente nei pressi di Uscio, come una<br />
realtà lirica e idealizzata, il paesaggio come espressione di uno stato d’animo.<br />
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Ultima di copertina<br />
Luigi Garibbo, Tempesta nel porto di Genova, 1821<br />
Finito di stampare nel mese di Ottobre 2022 da Grafiche G7 - Genova<br />
Foto e Grafica: L’Agorà - Genova<br />
© Galleria Arte Casa, 2022
galleria-artecasa.it