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Diesel 2022-11

AUTOMOTIVE Adac: La presa domestica divora fino al 24 per cento dell’energia Cummins: Allo Iaa, Euro 7, fuel cell, batterie e l’agnostico GENERAZIONE mtu: La seconda e ultima parte del racconto sul PG Symposium EVENTI Iveco Group: e-plant. Oggi per lo stradale, domani... Be Power Solutions: alias Bimotor in Australia GRANDANGOLO Carraro Trattori: L’F28, Diesel of the Year 2020, ha fatto colpo IDROGENO Simplifhy: System integrator Lhyfe: Verdissimo e off-shore Ballard: Nelle celle del Canada Westport: Parla il Ceo, Johnson DIESEL MARE Confronto: Il maggiorato di Man si lascia alle spalle Cat e mtu Fpt Industrial: Abbiamo interpellato Guglielmo Tummarello mtu: Intervista a Bononi e Camuffo allo stand di Cannes COMPONENTI Bonfiglioli: Allo Iaa si è mostrata nella sua veste stradale. Ed elettrica RUBRICHE Editoriale; Hi-tech; Biometano; Oem&Motori

AUTOMOTIVE
Adac: La presa domestica divora fino al 24 per cento dell’energia
Cummins: Allo Iaa, Euro 7, fuel cell, batterie e l’agnostico
GENERAZIONE
mtu: La seconda e ultima parte del racconto sul PG Symposium
EVENTI
Iveco Group: e-plant. Oggi per lo stradale, domani...
Be Power Solutions: alias Bimotor in Australia
GRANDANGOLO
Carraro Trattori: L’F28, Diesel of the Year 2020, ha fatto colpo
IDROGENO
Simplifhy: System integrator
Lhyfe: Verdissimo e off-shore
Ballard: Nelle celle del Canada
Westport: Parla il Ceo, Johnson
DIESEL MARE
Confronto: Il maggiorato di Man si lascia alle spalle Cat e mtu
Fpt Industrial: Abbiamo interpellato Guglielmo Tummarello
mtu: Intervista a Bononi e Camuffo allo stand di Cannes
COMPONENTI
Bonfiglioli: Allo Iaa si è mostrata nella sua veste stradale. Ed elettrica
RUBRICHE
Editoriale; Hi-tech; Biometano; Oem&Motori

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NOVEMBRE<br />

N°<strong>11</strong> <strong>2022</strong><br />

ANNO 35°<br />

EURO 5,00<br />

VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

Effetto<br />

e-powertrain<br />

Fpt Industrial ha inaugurato lo stabilimento di batterie e assali elettrici - Idrogeno: i casi di Lhyfe e<br />

Simplifhy, le fuel cell di Ballard, il termico di Westport - Confronto: il V12X di Man - mtu: W il metanolo!<br />

Bimotor sbarca in Australia e diventa Be Power - Il Grandangolo premia il Doty 2020 - Bonfiglioli allo Iaa


Novembre <strong>2022</strong><br />

dieselweb.eu<br />

IDROGENO<br />

22. Simplifhy ci spiega come fare il<br />

system integrator in Italia. Lhyfe, al largo<br />

delle coste atlantiche francesi, produce<br />

l’idrogeno verde dall’energia eolica<br />

18<br />

10<br />

22<br />

40<br />

SEGUICI SUI<br />

SOCIAL:<br />

34<br />

AUTOMOTIVE<br />

8. Adac: La presa domestica divora<br />

fino al 24 per cento dell’energia<br />

10. Cummins: Allo Iaa, Euro 7,<br />

fuel cell, batterie e l’agnostico<br />

GENERAZIONE<br />

12. mtu: La seconda e ultima parte<br />

del racconto sul PG Symposium<br />

EVENTI<br />

14. Iveco Group: e-plant. Oggi per<br />

lo stradale, domani...<br />

16. Be Power Solutions: alias<br />

Bimotor in Australia<br />

GRANDANGOLO<br />

18. Carraro Trattori: L’F28, <strong>Diesel</strong><br />

of the Year 2020, ha fatto colpo<br />

LE RISPOSTE DI<br />

OTTOBRE<br />

Lo Iaa di Hannover è apparso<br />

ridimensionato, nonostante<br />

i quattro anni di assenza. Le<br />

fiere dell’automotive pesante<br />

seguiranno la tendenza delle<br />

rassegne automobilistiche?<br />

52% 48%<br />

sì<br />

no<br />

IDROGENO<br />

22. Simplifhy: System integrator<br />

25. Lhyfe: Verdissimo e off-shore<br />

28. Ballard: Nelle celle del Canada<br />

30. Westport: Parla il Ceo, Johnson<br />

DIESEL MARE<br />

34. Confronto: Il maggiorato di Man<br />

si lascia alle spalle Cat e mtu<br />

38. Fpt Industrial: Abbiamo<br />

interpellato Guglielmo Tummarello<br />

40. mtu: Intervista a Bononi e<br />

Camuffo allo stand di Cannes<br />

COMPONENTI<br />

42. Bonfiglioli: Allo Iaa si è mostrata<br />

nella sua veste stradale. Ed elettrica<br />

RUBRICHE<br />

4. Editoriale 6. Hi-tech<br />

32. Biometano 50. Oem&Motori<br />

IL SONDAGGIO<br />

DEL MESE<br />

Quanto idrogeno, allo Iaa e nelle<br />

comunicazioni ufficiali delle aziende.<br />

Tanto... troppo?<br />

Rispondi su<br />

www.dieselweb.eu<br />

Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni non sono basate su un campione scientifico<br />

3


di Fabio Butturi<br />

ALLE FIERE DELL’EST<br />

No, nessun riferimento geopolitico,<br />

bensì un ammiccamento al testo di<br />

Angelo Branduardi. Risale al 1976<br />

ed è tuttora attualissimo, tanto da fare<br />

proprio al caso nostro. Sì, perché a forza di gatti<br />

che mangiano topolini e di angeli della morte,<br />

a dirla tutta, ciò che passa sottotraccia è che le<br />

fiere, non solo all’Est, non è che se la passino<br />

troppo bene. L’agonia dell’ecosistema fieristico<br />

è un tormentone, da quando la progressiva<br />

desertificazione dello scenario italiano ha<br />

condotto alla scomparsa del Motor Show.<br />

La costellazione B2B sopravvive e risplende,<br />

talvolta flebilmente, e i fasti scintillanti del<br />

passato appaiono per lo più tramontati. Eppure c’è<br />

chi ha ancora il coraggio di investire, come Next<br />

Mobility Exhibition, che si è tenuta a Milano dal<br />

12 al 14 ottobre. C’è l’esempio virtuoso del Gis<br />

di Piacenza, che ha prodotto una gemmazione<br />

di eventi facsimile: verticali, compressi, poco<br />

dispendiosi per gli espositori. Al Gis il mondo del<br />

sollevamento, il Gic per il calcestruzzo, infine la<br />

neonata Hydrogen Expo. E cosa dire del mcTer,<br />

che nonostante l’età si conferma punto d’incontro<br />

quasi obbligato per la cogenerazione? A proposito<br />

di Generazione Distribuita, intesa sia come<br />

associazione di categoria che come ambiente<br />

tecnologico, a Rimini, nel 2023, si coagulerà la<br />

filiera della generazione di potenza Made in Italy.<br />

Quindi tutto bene, “Madama la Marchesa”?<br />

Forse, ma attendiamo il Bauma Monaco e l’Eima<br />

di Bologna, che si svolgeranno nell’arco di<br />

appena tre settimane (dopo che questo giornale<br />

sarà andato in stampa). I segnali relativi agli<br />

espositori sono incoraggianti e si annunciano<br />

grandi cose, ma quanto abbiamo visto allo Iaa<br />

di Hannover hanno attivato un campanello<br />

d’allarme. Tre soli motoristi, l’assenza di Renault<br />

Trucks e di quasi tutti i veicoli commerciali e un<br />

tono generale dimesso, rispetto al gigantismo del<br />

passato. Impressioni estemporanee o anticipazioni<br />

sulla falsariga delle fiere automobilistiche?<br />

Bologna, Novembre 9/13 <strong>2022</strong><br />

Padiglione 15, stand C7<br />

Un passo avanti.<br />

Tecnologia motoristica di BU Power Systems e Perkins.<br />

Per saperne di più<br />

Individuale.<br />

Prodotto, consulenza e servizio su misura<br />

per la tua applicazione.<br />

4<br />

BU Power Systems Italia S.r.l.<br />

Via Leonardo Da Vinci, 1, 22041 Colverde (CO)<br />

BU Power Systems – Distributore Ufficiale Perkins per l’Italia


BU POWER ITALIA E PERKINS A BRACCETTO DA PIÙ DI DIECI ANNI<br />

Quell’altro ramo<br />

del Lago di Como<br />

Nella cornice da cartolina di Villa Geno, sul Lago di Como, BU Power Systems ha festeggiato il<br />

decennale della distribuzione dei motori Perkins in Italia. Il futuro a breve termine si annuncia<br />

radioso, nonostante lo spettro della recessione aleggi di nuovo, e porterà in dote anche le<br />

batterie che vedremo al Bauma. Gli interventi di Jaz Gill, Franz Focks e Simone Buraschi<br />

BU Power Systems ha<br />

impresso il marchio<br />

Perkins all’Italia da un<br />

decennio e ancora i contorni<br />

di questa triangolazione non<br />

accennano a stingersi. Risale<br />

al mese di marzo del 20<strong>11</strong><br />

l’investitura a distributore<br />

ufficiale Perkins in Italia.<br />

Tre sedi, Colverde (vicino a<br />

Como), la filiale di Monastier<br />

di Treviso (vicino a Venezia)<br />

e la succursale di Imola, che<br />

si occupano della filiera, consulenza,<br />

commerciale e postvendita.<br />

E non poteva che essere così,<br />

dal momento che la sede di<br />

Colverde si trova a una manciata<br />

di chilometri dal capoluogo<br />

lariano. «Positivi sviluppi<br />

in termini di prodotto,<br />

distribuzione e, soprattutto,<br />

rapporti con i clienti hanno<br />

caratterizzato l’ultimo decennio.<br />

Ho avuto la fortuna<br />

di far parte di questa avventura<br />

sin dal primo giorno.<br />

In questo periodo ho acquisito<br />

una preziosa esperienza<br />

lavorativa ed ho potuto<br />

trascorrere momenti intensi<br />

e piacevoli insieme a clienti<br />

e colleghi», ha esplicitato<br />

Simone Buraschi, Amministratore<br />

Delegato BU Power<br />

Systems Italia. A Villa<br />

Geno, dal sapore tardo-neoclassico,<br />

su impronta dell’architetto<br />

Giacomo Tazzini, era<br />

presente anche Franz Focks,<br />

il Ceo di BU Power Group:<br />

«Siamo orgogliosi del nostro<br />

sviluppo in Italia e non vediamo<br />

l’ora di continuare la<br />

storia di successo. Congratulazioni<br />

a tutti i dipendenti di<br />

BU Power Systems Italia per<br />

questo anniversario e grazie<br />

per l’eccezionale collaborazione».<br />

Per l’occasione Focks<br />

ha abbandonato il tradizionale<br />

aplomb teutonico (il quartier<br />

generale di BU Power<br />

Systems si trova in Renania<br />

Settentrionale-Vestfalia),<br />

concedendo spazio all’emozione.<br />

A rappresentare la casa madre<br />

c’era anche Jaz Gill,<br />

Vice President Global Sales,<br />

Marketing, Service and<br />

Aftermarket Parts. Il suo<br />

esordio ci ha ricordato che<br />

nel <strong>2022</strong> ricorre anche l’anniversario<br />

del 90° compleanno<br />

di Perkins, fondata a Peterborough<br />

il 7 giugno del 1932.<br />

«Perkins è presente in Italia<br />

fin dai primissimi anni ’60.<br />

È un Paese molto importante<br />

per noi, in ragione degli Oem<br />

operanti nell’industriale, dal<br />

settore delle costruzioni,<br />

all’agricolo, alla generazione<br />

di potenza». Quindi Gill<br />

stimola il nervo pulsante<br />

della celebrazione sul Lago<br />

di Como. «Abbiamo deciso<br />

di collaborare con un partner<br />

affermato per la distribuzione.<br />

Sono più bravi loro<br />

di quanto lo siamo noi nella<br />

gestione delle politiche sul<br />

territorio. Sono supportati<br />

da noi e promuovono le operazioni<br />

globali e locali. L’Italia<br />

continuerà a essere un<br />

mercato chiave per l’azienda<br />

Perkins, quindi ci espanderemo<br />

in questo Paese». Infine<br />

il capo delle vendite, del<br />

marketing e dell’assistenza<br />

di Perkins si concede una riflessione<br />

sulla difficile congiuntura<br />

e sulle comunque<br />

rosee prospettive del mercato.<br />

«Gli ultimi due anni sono<br />

stati i più impegnativi, con il<br />

Covid, la Brexit e i problemi<br />

di approvvigionamento che<br />

hanno creato uno scenario<br />

estremamente difficile. Siamo<br />

molto esposti a causa<br />

delle criticità della catena di<br />

approvvigionamento globale,<br />

e ci sono poi le questioni<br />

aperte legate all’aumento<br />

dei costi delle materie prime,<br />

dei trasporti e dell’energia.<br />

Eppure l’anno prossimo la<br />

domanda dei nostri prodotti<br />

sarà senza precedenti, mi<br />

riferisco al volume della richiesta<br />

da parte dei nostri<br />

clienti internazionali».<br />

dell’anatomia agricola, che enfatizza il primato della meccanizzazione all’interno<br />

dell’ecosistema rurale. Perché i coltivatori diretti mutuano l’ancestrale attrazione per le<br />

tecnologie di coltivazione e preservazione del terreno. L’Eima era e rimane la loro casa<br />

L<br />

’Eima è alle porte, finalmente<br />

nella sua collocazione<br />

naturale, quella novembrina,<br />

quando le aziende<br />

agricole possono concedersi<br />

un attimo di respiro. Dopo<br />

il successo dell’edizione<br />

dell’anno scorso (alla faccia<br />

della pandemia) le premesse<br />

sono lusinghiere: a luglio<br />

risultavano 1.400 le aziende<br />

(460 quelle estere) ad aver<br />

prenotato il loro spazio espositivo,<br />

per oltre <strong>11</strong>5mila metri<br />

quadri complessivi, impegnati<br />

con 50 mila mezzi e attrezzature.<br />

Anche sotto il profilo<br />

EIMA INTERNATIONAL. 9-13 NOVEMBRE <strong>2022</strong><br />

Bologna è l’ombelico<br />

motoristico i nomi ci saranno,<br />

senza significative eccezioni.<br />

All’Eima ci sarà congruo<br />

spazio per i robot, attori emergenti<br />

dello scenario agricolo. I<br />

robot fino ad ora prodotti sono<br />

destinati per il 44% a colture<br />

erbacee, per il 35% arboree,<br />

per il 21% orticole. E sono<br />

alimentati nella stragrande<br />

maggioranza da motore elettrico<br />

(78%) o diesel (14%).<br />

Solo l’8% è ibrido. Appena<br />

il 3%, infine, è un trattore autonomo<br />

mentre oltre il 30%<br />

è destinato al diserbo meccanico<br />

o alla raccolta. Insieme<br />

alle macchine<br />

elettriche i robot<br />

rispondono<br />

alla richiesta<br />

di maggior capacità<br />

di controllo<br />

e di trasmissione<br />

e di<br />

rendimenti più<br />

elevati. Nel<br />

frattempo sono<br />

stati svelati i<br />

vincitori del<br />

concorso “Novità tecniche”.<br />

Tra i volti più noti ai lettori<br />

di DIESEL, citiamo il Landini<br />

Rex4 Full-Hybrid, il Mach 4<br />

Tony di Antonio Carraro, ancora<br />

un ibrido, il sollevatore<br />

telescopico di Dieci, l’Hybrid<br />

Boost System.<br />

LE BATTERIE DI PETERBOROUGH<br />

La notizia della imminente “ostensione” delle batterie<br />

circolava da tempo, del resto Perkins era attesa al<br />

varco dell’elettrificazione, dopo gli assaggi del Bauma<br />

2019 (ricordate l’esposizione dei moduli ibridoelettrico,<br />

ibrido-meccanico e ibrido-idraulico?). E così,<br />

nell’edizione <strong>2022</strong> che si annuncia all’insegna degli<br />

elettrici (vedi, per l’appunto, Cat e pure Yanmar),<br />

Perkins muove la regina per fare scacco alla<br />

concorrenza e lanciare un messaggio forte e chiaro<br />

agli Oem. L’azienda di Peterborough, infatti, si impegna<br />

in questo programma come parte dell’iniziativa in<br />

corso per supportare gli oltre 800 Oem ad affrontare la<br />

transizione energetica. Noi pensiamo anche a trovarne<br />

di nuovi, tra le schiere più avanzate in cerca di soluzioni<br />

per il lungo periodo.<br />

CON PATRINI IL VANO MOTORE SI APRE CHE È UNA BELLEZZA!<br />

Patrini e il marmo: qual è la connessione? Semplice, lo<br />

vedrete al Bauma. In due settimane dalla raccolta dati<br />

ricevuti dal’Oem, sono state esaminate, elaborate e fornite<br />

le campionature delle quattro soluzioni complete relative<br />

al prototipo di una nuova macchina movimento terra<br />

progettata per un uso particolarmente gravoso nelle cave<br />

di estrazione del marmo. Per la ribaltabile della cabina<br />

conducente, saranno fornite la boccola FA abbinata al<br />

prodotto Mpg (consone alle normative di sicurezza Rops/<br />

Fops), consentendo così un facile accesso al vano motore<br />

del veicolo semovente e semplificando le necessarie<br />

operazioni di manutenzione. Questa soluzione offre, oltre<br />

ad un isolamento delle vibrazioni entro i limiti previsti dalla<br />

direttiva europea, un ottimo comfort per il guidatore a bordo.<br />

In particolare l’Mpg supporta la trasmissione idrostatica del<br />

motore. Inoltre Patrini Giacomo fornirà il prodotto AS con<br />

mescola in gomma speciale per sopportare una temperatura<br />

di oltre 80°C e sostenere in sicurezza il radiatore<br />

salvaguardandolo dagli shock dinamici e infine un supporto<br />

conico anti-strappo per l’isolamento del tubo di scarico dei<br />

gas esausti. I supporti antivibranti Patrini sono prodotti in<br />

gomma metallo utilizzando materie prime italiane di alta<br />

qualità provenienti da fornitori selezionati e regolarmente<br />

controllati. Un sistema informatico consente la completa<br />

tracciabilità durante tutto il processo produttivo. Poiché il<br />

processo produttivo è altamente integrato e completamente<br />

realizzato in Italia, i tempi di consegna al cliente sono molto<br />

brevi. Anche la produzione in serie è molto flessibile e può<br />

quindi soddisfare le richieste più urgenti. Tutti i prodotti<br />

Patrini sono certificati Iso dal 1998: attualmente per la<br />

gestione della qualità secondo Iso 9001: 2015 e per<br />

la gestione ambientale secondo Iso 14001: 2015.<br />

6<br />

7


8<br />

UNO STUDIO TEDESCO APRE SCENARI INQUIETANTI<br />

Ricarica ‘fai da te’?<br />

Ahi... ahi... ahi...<br />

Tormentone a cavallo tra fine anni ’80 e inizio anni ’90, lo slogan pubblicitario<br />

di Alpitour casca a fagiolo per accompagnare questo articolo. Tema? La ricarica<br />

domestica, che può divorare fino al 24 per cento dell’energia impiegata<br />

nell’alimentazione di un’auto elettrica. È emerso da uno scrupoloso studio dell’Adac<br />

Un secolo e più di uso dei<br />

motori a combustione<br />

interna ha costruito una<br />

certezza granitica in fatto di<br />

rifornimenti: tot litri di carburante<br />

ho nel serbatoio, tot chilometri<br />

percorrerò. E gli scarti<br />

dalla media sono da sempre<br />

soltanto da imputare a condizioni<br />

estreme: velocità elevate,<br />

fuoristrada impegnativo, condizioni<br />

climatiche proibitive.<br />

Anche in queste circostanze,<br />

carica, come dimostra la produzione<br />

di calore nel corso del<br />

“rifornimento”. È l’esperienza<br />

più traumatica per i novelli<br />

proprietari di una Bev: oltre<br />

a scoprire che l’erogazione<br />

spesso non si avvicina neppure<br />

lontanamente alla potenza<br />

nominale della colonnina, basta<br />

un’occhiata al computer di<br />

bordo per scoprire che c’è un<br />

notevole scarto tra l’energia<br />

erogata (e pagata) e quella efdi<br />

Monica Leonardi<br />

comunque, a tot litri di carburante<br />

erogato dalla pompa<br />

corrispondono altrettanti litri<br />

nel serbatoio, come ben sanno<br />

i giovani squattrinati, gli “artisti<br />

della riserva”.<br />

Ma l’energia elettrica non è<br />

un liquido e la ricarica delle<br />

batterie delle auto elettriche<br />

segue leggi fisiche completamente<br />

diverse, zavorrate dal<br />

principio della resistenza del<br />

conduttore al transito della<br />

fettivamente “stivata” nell’accumulatore.<br />

Una questione che<br />

è accompagnata da leggende<br />

metropolitane secondo le quali<br />

i fornitori userebbero contatori<br />

che lavorano a danno degli<br />

utenti ma rimasta sopita finché<br />

l’energia elettrica aveva costi<br />

irrisori. Anzi: supermercati e<br />

centri commerciali facevano a<br />

gara a mettere a disposizione<br />

colonnine gratuite per attirare<br />

i clienti.<br />

Sbarca in Europa il sistema Swap<br />

Si chiama Bsw (Battery swap station) il<br />

modello di mobilità elettrica portato avanti<br />

da Nio, innovativo marchio con sede a<br />

Shanghai che si presenta come la Tesla<br />

made in China. Con una differenza chiave:<br />

se Elon Musk con Tesla ha costruito<br />

parte della sua fortuna anche con la rete<br />

di ricarica dedicata – nella sola Europa<br />

ad oggi più di 10mila Supercharger – gli<br />

ingegneri di Nio hanno costruito il proprio<br />

successo in patria, con oltre 200mila<br />

auto vendute, attraverso il principio della<br />

sostituzione rapida della batteria. Chi<br />

acquista uno dei quattro diversi modelli<br />

Complice la crisi ucraina,<br />

però, il prezzo del kWh è salito<br />

a razzo e, sulle colonnine<br />

superfast c’è chi è arrivato a<br />

pagarlo più di un euro. Ecco<br />

quindi che, oltre ad avere<br />

una valenza di sostenibilità<br />

ambientale generale, il tema<br />

dell’efficienza della ricarica<br />

può pesare in modo significativo<br />

sul portafogli dell’automobilista.<br />

Tanto da stuzzicare<br />

la curiosità degli ingegneri<br />

dell’Adac, l’automobile club<br />

tedesco forte di oltre 20 milioni<br />

di soci, tutti molto attenti<br />

al tema dei costi come vuole<br />

la proverbiale puntigliosità<br />

teutonica.<br />

Quattro cavie<br />

Per fare un po’ di chiarezza<br />

sono stati portati in laboratorio<br />

quattro modelli molto diffusi<br />

quali Renault Zoe, Volkswagenw<br />

ID.3, Tesla Model 3 e<br />

Fiat 500e, valutati in base a<br />

due diverse opzioni di ricarica,<br />

con batteria inizialmente al 20<br />

per cento: la spina domestica<br />

(potenza 2,3 chilowatt) e un<br />

wallbox da <strong>11</strong> chilowatt. Il risultato,<br />

prima di tutto, ha messo<br />

in luce che le perdite nel<br />

caso della ricarica alla spina<br />

di casa sono sempre superiori<br />

al 12 per cento per giungere<br />

nel caso della Renault Zoe addirittura<br />

al doppio. Il fenomeno<br />

è meno evidente nel caso<br />

dell’utilizzo di wallbox, ma il<br />

dato migliore in assoluto fatto<br />

registrare dalla Fiat 500e, in<br />

vetta alle vendite in Germania,<br />

è del 6,3 per cento.<br />

Significativa la spiegazione<br />

di Bev a marchio Nio, infatti, non compra<br />

la batteria, messa a disposizione sulla<br />

base di un canone mensile. Per la ricarica<br />

ci si appoggia alla Bsw, un’officina<br />

totalmente automatizzata che in meno<br />

di 5 minuti sfila dal pianale della vettura<br />

l’accumulatore carico e lo sostituisce con<br />

quello “pieno”. Oltre ad avere avviato un<br />

impianto costruttivo in Ungheria, Nio ha<br />

aperto la prima Bsw in Germania, lungo<br />

l’autostrada Monaco-Stoccarda, e prevede<br />

di attivare a tamburo battente non meno<br />

di mille punti di cambio batteria nel<br />

Vecchio Continente.<br />

LE PERDITE IN RICARICA<br />

messa nero su bianco dai tecnici<br />

Adac: detto che le batterie<br />

di trazione si ricaricano<br />

in corrente continua, il primo<br />

motivo di perdite è da attribuirsi<br />

alla conversione dalla<br />

corrente alternata della rete<br />

di alimentazione effettuata<br />

dal caricabatterie di bordo nel<br />

caso dell’allacciamento domestico,<br />

perdite cui si sommano<br />

quelle innescate dalle centraline<br />

di bordo che monitorano<br />

la ricarica e provvedono a<br />

gestire la temperatura della<br />

batteria. La stima è che il sistema<br />

di ricarica “mangi” da<br />

solo fino a 300 watt, senza<br />

dimenticare le perdite lungo i<br />

Carica domestica<br />

Wallbox<br />

(2,3 kW) (<strong>11</strong> kW)<br />

Renault Zoe 24,2% 9,7 %<br />

VW ID.3 13,6% 9,0 %<br />

Tesla Model 3 15,2% 7,7 %<br />

Fiat 500e 12,7 % 6,3 %<br />

cavi domestici che vanno dal<br />

punto di prelievo alla presa<br />

(fino al 4 per cento, nel caso<br />

di impianto elettrico recente<br />

e in perfetta efficienza) e<br />

quelle dovute alla lunghezza<br />

del cavo di connessione con<br />

l’auto (1-2 per cento). Meno<br />

significative le perdite nel circuito<br />

ad alta tensione dell’auto<br />

e nella batteria stessa nel<br />

corso della ricarica.<br />

Trifase vs monofase<br />

Decisamente diversa la situazione<br />

nel caso dell’utilizzo di<br />

un wallbox che, primo fatto<br />

rilevante, è collegato alla rete<br />

in corrente alternata trifase<br />

(e non monofase come l’impianto<br />

di casa) e raggiunge il<br />

punto di prelievo facendo uso<br />

di cavi di sezione molto generosa,<br />

riducendo drasticamente<br />

le perdite per resistenza fino<br />

alla presa di ricarica. Secondo<br />

fattore, l’elevata potenza<br />

ha come conseguenza una<br />

maggiore velocità di ricarica<br />

che, oltre a essere una comodità<br />

per chi usa l’auto, riduce<br />

i tempi di azionamento dei<br />

sistemi di bordo e di conseguenza<br />

i loro effetti di “autoconsumo”.<br />

Ecco spiegata<br />

un’efficienza praticamente<br />

doppia.<br />

Colonnine vs wallbox<br />

Con due corollari importanti:<br />

i test hanno documentato che<br />

le perdite non cambiano quale<br />

che sia il livello di carica<br />

raggiunto, che si arrivi all’80<br />

per cento del valore nominale<br />

di batteria oppure ci si limiti<br />

al 50 per cento. E di certo<br />

il fenomeno risulta ulteriormente<br />

ridotto dalle colonnine<br />

pubbliche, di loro natura già<br />

allacciate alla rete in trifase<br />

con cavi di sezione generosa,<br />

che realizzano direttamente al<br />

loro interno la conversione da<br />

corrente alternata trifase alla<br />

corrente continua per rifornire<br />

le batterie di trazione. Un<br />

punto per i superchager Tesla,<br />

ma anche una sconfitta non da<br />

poco per chi promuove l’autosufficienza<br />

energetica tramite<br />

i pannelli solari domestici.<br />

9


Zero emissioni? Ci spiegano come<br />

È lui, il motore agnostico capace<br />

di digerire l’idrogeno sulla<br />

base del monoblocco dell’X15.<br />

A destra, assali Meritor e il<br />

prototipo di camion a idrogeno di<br />

Cummins, realizzato espiantando<br />

il termico Daimler e mutuando la<br />

trasmissione.<br />

Tra gli esercizi muscolari al test delle emissioni zero<br />

c’è sicuramente l’ostensione delle celle a combustibile<br />

di quarta generazione. Progettate per soddisfare i<br />

requisiti di ciclo di lavoro, prestazioni e imballaggio di<br />

camion e autobus per impieghi medi e pesanti, le celle<br />

a combustibile sono disponibili in moduli singoli da 135<br />

chilowatt e doppi da 270. Scania in Europa e Daimler<br />

Trucks Nord America hanno annunciato collaborazioni<br />

con Cummins per sviluppare e integrare questa<br />

tecnologia su veicoli dimostrativi. I sistemi utilizzano la<br />

tecnologia a pressione variabile di quarta generazione<br />

per fornire una maggiore densità di potenza, nodi di<br />

potenza e temperature di esercizio per una più facile<br />

integrazione del sistema nei veicoli. Inoltre, hanno una<br />

forte efficienza del ciclo operativo e una lunga durata per<br />

un Tco inferiore. Un altro bell’esercizio deriva dalla prima<br />

in pubblico insieme a Meritor. Cummins sta integrando<br />

l’ePowertrain di Meritor con le trasmissioni elettriche a<br />

batteria e a celle a combustibile allo scopo di soddisfare<br />

la crescente domanda di soluzioni libere da combustibili<br />

fossili. Oltre all’ePowertrain, ad Hannover erano<br />

disponibili il Power Control and Accessory System<br />

(Pcas) di Meritor. Il Pcas è considerato il “cervello”<br />

del gruppo propulsore elettrico e controlla velocità,<br />

accelerazione, frenata e gestione termica. Grazie a<br />

controlli software innovativi, può essere configurato per<br />

massimizzare le prestazioni e l’efficienza complessiva<br />

del sistema. Il design integrato del sistema riduce<br />

inoltre le dimensioni dell’imballaggio e la complessità<br />

dell’integrazione. Il valore aggiunto di Cummins<br />

nell’elettrico non si ferma agli assali. Gli americani<br />

aggiungono infatti una batteria Lfp (litio ferro fosfato)<br />

alla linea di prodotti agli ioni di litio per ampliare<br />

il supporto alle applicazioni elettrificate dei veicoli<br />

commerciali. La soluzione Lfp permette una ricarica<br />

più rapida e a batterie di maggiore durata, destinate ai<br />

mercati dei camion per la distribuzione e degli scuolabus.<br />

Automotive<br />

Far accomodare allo stesso<br />

stand una cella a combustibile,<br />

una batteria al<br />

litio ferro fosfato, un motore<br />

che si anuncia gravido di<br />

spirito Euro VII e un endotermico<br />

abilitato per l’idrogeno<br />

rende perfettamente l’idea<br />

della potenza di fuoco di<br />

Cummins. Allo stand abbiamo<br />

intervistato una triade di<br />

tutto rispetto: Jim Nebergall,<br />

General Manager Hydrogen<br />

Engines, Jens Hüttner, Sales<br />

Director Europe, e Duncan<br />

Engeham, Director Research<br />

and Technology Europe. Dalle<br />

loro dichiarazioni si evince<br />

che qualcosa bolle in pentola,<br />

anche se non possono sbottonarsi.<br />

Chissà se vedremo a<br />

breve un emulo camionistico<br />

del treno Alstom a idrogeno,<br />

dove lo specifico apporto tecnologico<br />

è proprio di Cummins,<br />

circolare sulle strade<br />

europee?<br />

Avete presentato un motore<br />

a idrogeno, sulla base del<br />

B6.7. Quale “tonalità cromatica”<br />

si abbina meglio:<br />

marrone, grigio, blu, turchese?<br />

Nebergall: «Potremmo dire<br />

che il motore non ha idea di<br />

quale colore di idrogeno stia<br />

bruciando. Idealmente, dal<br />

punto di vista della riduzione<br />

delle emissioni di anidride<br />

carbonica, l’idrogeno verde è<br />

CUMMINS ALL’IAA DI HANNOVER<br />

PROVA<br />

DEL NOVE<br />

Attende gli attori della catena cinematica nel confronto con le istanze<br />

della decarbonizzazione. Cummins si sente a suo agio in questo ruolo e<br />

lo ha dimostrato allo Iaa. Il pezzo forte è il 15 litri a idrogeno. Abbiamo<br />

approfondito insieme a Jim Nebergall, Jens Hüttner e Duncan Engeham<br />

la soluzione migliore e ne vedremo<br />

di più nel tempo, soprattutto<br />

grazie agli ingenti<br />

investimenti che i principali<br />

Paesi stanno effettuando».<br />

Come si differenzia il 6,7 litri<br />

a idrogeno dalla versione<br />

diesel?<br />

Engeham: «La parte inferiore<br />

del motore è esattamente<br />

la stessa rispetto al diesel.<br />

La parte inferiore è stata<br />

concepita per essere un motore<br />

agnostico. Non siamo<br />

scesi ad alcun compromesso<br />

quando abbiamo progettato<br />

il motore. Dal punto di vista<br />

della combustione, conosciamo<br />

bene le caratteristiche del<br />

motore diesel. Per quanto riguarda<br />

l’idrogeno, o addirittura<br />

il gas naturale, avevamo<br />

bisogno di un progetto con<br />

accensione a scintilla».<br />

Oltre al ricircolo dei gas di<br />

scarico, consente di liberarsi<br />

degli oneri del post-trattamento?<br />

Nebergall: «Credo che dipenda<br />

dalle normative sulle<br />

emissioni con cui abbiamo a<br />

che fare. Una delle discussioni<br />

più importanti che abbiamo<br />

avuto qui riguarda l’Euro<br />

7: il numero di polveri sottili<br />

previsto dalla normativa Euro<br />

7 farà la differenza sulla presenza<br />

o meno del filtro antiparticolato.<br />

Il motore di per<br />

sé è eccezionalmente pulito<br />

e non avrebbe bisogno di un<br />

Dpf, ma se il numero di particolato<br />

si abbassasse nelle<br />

normative potremmo averne<br />

bisogno per l’urea, quindi<br />

affidandoci all’Scr. Può anche<br />

dipendere dall’area del<br />

mondo in cui il motore viene<br />

utilizzato».<br />

Quali sistemi di sicurezza<br />

adottare di fronte a un<br />

serbatoio criogenico da 700<br />

bar?<br />

Nebergall: «Penso che sia<br />

una domanda logica, le persone<br />

chiedono spesso della<br />

sicurezza. Mi piace ricordare<br />

che i veicoli a gas naturale<br />

sono in circolazione da oltre<br />

vent’anni e che questi utilizzano<br />

più o meno la stessa<br />

tecnologia. I serbatoi ad alta<br />

pressione esistono da molto<br />

tempo. Questi serbatoi sono<br />

piuttosto robusti e la loro tecnologia<br />

è ben consolidata an-<br />

che in termini di protocolli di<br />

prova da rispettare. Possiamo<br />

fare tesoro di tutta l’esperienza<br />

acquisita finora con il gas<br />

naturale. Naturalmente, ci<br />

sono protocolli di certificazione<br />

e via discorrendo».<br />

Le curve di potenza e di<br />

coppia sono le stesse del diesel?<br />

E la densità di potenza?<br />

Engeham: «La potenza del<br />

motore è leggermente inferiore<br />

rispetto a quella dell’equivalente<br />

diesel. Se si pensa al<br />

motore X15 “fuel agnostic”<br />

che abbiamo esposto qui, può<br />

arrivare a 650 cavalli (478<br />

chilowatt, ndr), mentre per<br />

la versione a idrogeno siamo<br />

più vicini ai 530 cavalli (390<br />

chilowatt, ndr). È paragonabile<br />

al gas naturale, forse è<br />

addirittura leggermente migliore.<br />

La verità è che la maggior<br />

parte degli Oem ha bisogno<br />

di 530 cavalli, non di una potenza<br />

superiore».<br />

Avete cambiato i materiali<br />

dei componenti sensibili<br />

(pistone, cilindro ecc.), gli<br />

anelli di tenuta ecc? Olio<br />

motore e lubrificanti?<br />

Engeham: «Dal punto di vista<br />

dei materiali, tutto lo sviluppo<br />

che abbiamo portato avanti<br />

finora è stato realizzato con<br />

un motore standard. Devo<br />

dire che siamo ancora in fase<br />

di sviluppo e abbiamo molto<br />

lavoro da fare, analogamente<br />

a quello che facciamo di<br />

solito quando sviluppiamo il<br />

nostro motore diesel. In futuro<br />

potrebbe arrivare qualcosa<br />

di nuovo».<br />

Per le operazioni di distribuzione,<br />

mi sembra una<br />

buona soluzione. Ma se è<br />

difficile applicare una tecnologia<br />

interamente elettrica<br />

a un camion da 26<br />

tonnellate, un’autonomia<br />

di soli 500 chilometri non è<br />

troppo restrittiva?<br />

Nebergall: «Il nostro punto di<br />

vista è: se un diesel può fare<br />

il suo lavoro, allora anche i<br />

motori a idrogeno possono<br />

funzionare. Il motore a idrogeno<br />

fa un ottimo lavoro, soprattutto<br />

con cicli di lavoro<br />

estremi, in condizioni estreme:<br />

ambienti molto freddi,<br />

polverosi, saturi di impurità,<br />

proprio come un diesel. Finora<br />

i nostri test hanno dato<br />

buoni risultati.<br />

Dal punto di vista del Tco, è<br />

difficile battere il diesel, che<br />

è a basso costo, disponibile<br />

ovunque, efficiente nei consumi<br />

e così via.<br />

I clienti non confrontano il<br />

diesel con la tecnologia a<br />

zero emissioni di carbonio.<br />

Gli utilizzatori che vogliono<br />

abbandonare il diesel sanno<br />

di avere tre possibilità: batterie<br />

elettriche, celle a combustibile<br />

o motori a idrogeno.<br />

In questo scenario, i motori<br />

a idrogeno appaiono molto<br />

attraenti, perché sono simili<br />

al diesel e richiedono più o<br />

meno gli stessi ingombri».<br />

Avete in essere delle collaborazioni<br />

con i costruttori<br />

europei di camion nello<br />

sviluppo di progetti legati<br />

all’idrogeno? Può citarne<br />

alcuni?<br />

Nebergall: «Stiamo riscuotendo<br />

un grande interesse da<br />

parte dei clienti per la nostra<br />

tecnologia. Al momento non<br />

abbiamo ancora nulla da annunciare,<br />

ma abbiamo firmato<br />

alcune lettere di intenti».<br />

Credete nel retrofitting?<br />

Engeham: «Può essere la<br />

stessa trasmissione, lo stesso<br />

gruppo di raffreddamento, gli<br />

stessi supporti del motore. È<br />

sufficiente un nuovo sistema<br />

di alimentazione. L’aspetto<br />

positivo della piattaforma di<br />

motori agnostici è che stiamo<br />

parlando degli stessi motori e<br />

degli stessi componenti».<br />

Qual è l’obiettivo principale<br />

del concept di camion a<br />

idrogeno che possiamo vedere<br />

qui all’Iaa?<br />

Hüttner: «La conversione<br />

del camion ha richiesto circa<br />

sei mesi per passare da<br />

una versione diesel ad una<br />

a idrogeno, il che è straordinariamente<br />

rapido, dato che<br />

l’intera catena cinematica è<br />

stata convertita. Il camion ha<br />

290 cavalli (213 chilowatt,<br />

ndr) e 40 chili di stoccaggio<br />

idrogeno a 700 bar. Questo<br />

ci consente un’autonomia di<br />

circa 500 chilometri. Manteniamo<br />

le stesse prestazioni<br />

di un camion diesel, con lo<br />

stesso carico utile. Abbiamo<br />

anche lo stesso spazio di carico.<br />

Possiamo dire che non<br />

si registra alcuna penalizzazione<br />

nel passaggio alle<br />

zero emissioni di carbonio.<br />

Anche la guidabilità è la<br />

stessa. Se si guarda all’installazione,<br />

abbiamo tolto il<br />

motore Daimler, ma abbiamo<br />

mantenuto la trasmissione e<br />

il radiatore. Abbiamo semplicemente<br />

tolto il motore diesel<br />

e inserito quello a idrogeno.<br />

Abbiamo voluto mantenere<br />

la struttura originale del camion,<br />

compreso l’inserimento<br />

dei serbatoi dell’idrogeno.<br />

Anche l’elettronica è la stessa<br />

applicata a un motore diesel.<br />

In questo segmento di autocarri<br />

medi, il Tco è fortemente<br />

influenzato dal costo del<br />

veicolo stesso, non tanto dal<br />

costo del carburante, poiché<br />

il numero di chilometri è significativamente<br />

inferiore rispetto<br />

agli autocarri a lungo<br />

raggio».<br />

10<br />

<strong>11</strong>


Stazionari<br />

Lo sappiamo, Rolls-Royce<br />

Power Systems si applica<br />

con devozione al paradigma<br />

della diversificazione<br />

delle fonti energetiche, e<br />

lo fa in modo trasversale alle<br />

applicazioni, generazione di<br />

potenza compresa. Proseguiamo<br />

nel racconto del PG Symposium,<br />

iniziato sul numero<br />

di ottobre. A Friedrichshafen<br />

non dimenticano che l’endotermico,<br />

come ha esplicitamente<br />

riconosciuto Michael<br />

Wagner, direttore product and<br />

solutions management stationary<br />

business, può essere<br />

«parte della soluzione e non<br />

del problema». E cominciamo<br />

proprio da Wagner, ingegnere<br />

meccanico austriaco, che ha<br />

parlato di “Fuel Flexibility:<br />

incrementare la sostenibilità<br />

dei motori a combustione<br />

ROLLS-ROYCE POWER SYSTEMS. PG Symposium. Parte seconda<br />

SI PARLA DI TERMICO<br />

E DI IDROGENO<br />

Dopo le riflessioni a caldo raccolte durante le diverse sessioni seminariali di<br />

Friedrichshafen, in questa sede vi portiamo due approfondimenti. Michael Wagner<br />

ci parla di “Fuel Flexibility: Incrementare la sostenibilità dei motori a combustione<br />

interna”. Armin Fürderer si concentra invece su “Idrogeno: il carburante del futuro”<br />

interna”. «Parlando di carburanti<br />

rinnovabili, la nostra<br />

gamma di motori diesel, comprese<br />

le serie 1600 e 4000, è<br />

stata completamente omologata<br />

per funzionare con carburanti<br />

a norme EN 15940»,<br />

ha detto Wagner. «La serie<br />

2000 seguirà l’anno prossimo,<br />

quando ottimizzeremo la<br />

pompa del carburante. Il tema<br />

principale del mio intervento<br />

sarà l’Hvo (la contemporanea<br />

pietra filosofale, insieme all’idrogeno,<br />

ndr). Sulla base della<br />

nostra valutazione di sostenibilità,<br />

nonché del potenziale<br />

di riduzione delle emissioni di<br />

CO 2<br />

“tank to wheel” e di miglioramento<br />

delle prestazioni,<br />

l’Hvo è un carburante promettente.<br />

Abbiamo confrontato<br />

diffusamente le emissioni<br />

di residui grafitici del diesel<br />

e dell’Hvo al banco e sul<br />

campo e abbiamo riscontrato<br />

una notevole riduzione delle<br />

emissioni nell’intera gamma<br />

di potenza, compresa tra il 50<br />

e l’80 per cento».<br />

In conformità alla norma Iso<br />

8258-5-G3, Rolls-Royce ha<br />

effettuato valutazioni approfondite<br />

su frequenza, potenza<br />

elettrica e tensione e non ha<br />

riscontrato variazioni di prestazioni<br />

tra il diesel e l'olio<br />

idrogenato. Anche il comportamento<br />

in transitorio è<br />

paragonabile. La capacità di<br />

stoccaggio è addirittura di<br />

gran lunga migliore rispetto al<br />

gasolio fossile. «È una caratteristica<br />

molto importante per<br />

le installazioni di back-up»,<br />

secondo Wagner, «perché l’energia<br />

è utilizzata per poche<br />

ore all’anno e si rivela quindi<br />

A Friedrichshafen<br />

è operativo<br />

un impianto<br />

dimostrativo delle<br />

potenzialità delle<br />

reti intelligenti e<br />

dell’idrogeno.<br />

necessaria una grande quantità<br />

di carburante immagazzinato<br />

in loco. Il consumo di<br />

carburante è inferiore anche<br />

in ragione delle sue proprietà<br />

chimiche positive».<br />

In poche parole, l’Hvo è interessante<br />

per la riduzione degli<br />

inquinanti nocivi, fino all’80<br />

per cento in meno di particolato<br />

(mg/m 3 ) e fino all’8 per<br />

cento di riduzione dei ppm di<br />

ossidi di azoto. Raggiunge le<br />

stesse prestazioni, in termini<br />

di potenza massima, accettazione<br />

del carico e consumo.<br />

È oltretutto semplice da<br />

adottare: non sono necessari<br />

adattamenti del motore o del<br />

software. Le miscele sono<br />

tollerate. Nessun effetto nemmeno<br />

sugli intervalli di assistenza<br />

e manutenzione: si replicano<br />

le usuali condizioni di<br />

garanzia. Un aspetto peculiare<br />

dell’olio vegetale idrotrattato<br />

riguarda la sua capacità di<br />

stoccaggio. I volumi globali<br />

di lavorazione dell’Hvo sono<br />

destinati a quadruplicare entro<br />

il 2025, rispetto ai volumi<br />

del 2020; i siti di produzione<br />

delle energie rinnovabili fungeranno<br />

da hotspot PtL (Power<br />

to Liquid) oltre il 2025.<br />

Infine, alcune osservazioni<br />

sulla percorribilità del ciclo<br />

Otto. «Nella nostra road<br />

map» precisa Wagner «vogliamo<br />

raggiungere l’obiettivo<br />

del funzionamento al 100<br />

per cento a idrogeno entro il<br />

2025. Per quanto riguarda i<br />

motori marini a Gnl, la sfida<br />

è che le prestazioni arrivino<br />

ad essere simili a quelle dei<br />

diesel. L’iniezione di gas è<br />

individuale, in ogni cilindro,<br />

prima di ogni valvola di ingresso<br />

nell’aria compressa.<br />

Questo ci permette di avere<br />

un funzionamento molto dinamico».<br />

Kit di conversione a gas<br />

Rolls-Royce Power Systems<br />

ha sviluppato un kit di conversione<br />

per adattare i motori<br />

a gas naturale al funzionamento<br />

a idrogeno al 100 per<br />

cento, quando l’idrogeno sarà<br />

disponibile. Il motore a idrogeno<br />

inietta il carburante nelle<br />

valvole multiport con una<br />

pressione compresa tra 4 e 6<br />

bar nel turbo. Nella camera<br />

il pistone si muove, facendo<br />

quasi scoccare la scintilla<br />

all’avvio dell’accensione. La<br />

combustione richiede l’aspirazione<br />

di molta aria per tenere<br />

sotto controllo la velocità<br />

della fiamma della combustione.<br />

Oltre a contenere ossigeno<br />

in abbondanza, la miscela<br />

deve essere assai omogenea<br />

per ottenere una combustione<br />

stabile dell’idrogeno. La<br />

pressione media effettiva del<br />

motore a idrogeno è stimata<br />

dai tedeschi dell’ordine di 40<br />

bar, mentre i motori a gas si<br />

attestano mediamente a 22<br />

bar. La riduzione della potenza<br />

erogata sarà nell’ordine del<br />

40 per cento. «Siamo fiduciosi<br />

che nel corso del tempo saremo<br />

in grado di allineare, passo<br />

dopo passo, la potenza dei<br />

motori a idrogeno all’attuale<br />

gamma di motori a gas naturale»,<br />

ha concluso Michael<br />

Wagner.<br />

Non si può fare cenno dell’idrogeno<br />

senza transitare da<br />

Armin Fürderer, Direttore Sustainable<br />

Customer Solutions.<br />

Il tema del suo intervento è<br />

infatti “Idrogeno: Il carburante<br />

del futuro”. «Abbiamo<br />

iniziato con soluzioni da 500<br />

chilowatt per il container di<br />

celle a combustibile Pem, per<br />

arricchire successivamente le<br />

opzioni di potenza. Le prime<br />

tre unità, che hanno sostituito<br />

i generatori diesel, saranno<br />

visibili nel porto di Duisburg<br />

nell’aprile del prossimo<br />

anno». Fürderer sottolinea che<br />

«a seguito di abboccamenti<br />

con diversi clienti, in particolare<br />

nel campo dei centri<br />

dati, non sarà replicato. Il<br />

futuro è rappresentato dalle<br />

reti a corrente continua; ora<br />

non c’è nulla di disponibile,<br />

ma saremo pronti quando il<br />

passaggio da corrente alternata<br />

a corrente continua sarà<br />

avvenuto. Questo è un ulteriore<br />

vantaggio di questa tecnologia».<br />

L’idrogeno ha un problema<br />

di stoccaggio a causa<br />

della sua densità energetica.<br />

«L’idrogeno ha una densità<br />

dieci volte inferiore a quella<br />

del gas naturale e per ottenere<br />

una densità volumetrica<br />

similare deve essere compresso,<br />

a partire da 500 bar, fino<br />

a raggiungere dimensioni tali<br />

da consentire l’immagazzinamento<br />

di energia; il sistema è<br />

molto costoso, la liquefazione<br />

richiede 600 e più gradi. Una<br />

soluzione per gli utilizzatori<br />

dai consumi modesti è quella<br />

di immagazzinare una tonnellata<br />

di idrogeno in un container<br />

da 40 piedi (pari a 12,2<br />

metri, ndr), che capitalizza<br />

1,5 MW di energia di riserva<br />

in circa 12 ore».<br />

Diverse aziende in Europa<br />

hanno annunciato di voler<br />

creare una rete decentralizzata<br />

di idrogeno. È l’ inerzia<br />

attuale all’interno di questo<br />

ambiente tecnologico. In pratica,<br />

si installano elettrolizzatori<br />

alimentati da energia<br />

verde, collocati in un’area<br />

di stoccaggio. Vogliono portare<br />

l’idrogeno il più vicino<br />

possibile ai clienti, servendo<br />

almeno l’ultimo miglio o<br />

addirittura attraverso piccole<br />

condutture. «Quale sarà il<br />

vettore dell’idrogeno in futuro?»,<br />

ha chiesto al pubblico<br />

Armin Fürderer. La risposta<br />

è la seguente: «Al momento<br />

sembra essere l’ammoniaca».<br />

Nella prima parte del resoconto<br />

del Simposio, vi abbiamo<br />

parlato dell’elettrolizzatore<br />

di Hoeller. Per dare seguito<br />

a quanto scritto nel numero<br />

di ottobre di DIESEL, riportiamo<br />

alcuni progressi applicati<br />

alla tecnologia da “1,5<br />

MW per stack”: una migliore<br />

connettività per ridurre la necessità<br />

dei catalizzatori; uno<br />

strato di trasporto poroso, per<br />

avere una minore resistenza al<br />

fine di aumentare la potenza e<br />

l’efficienza; piastra bipolare,<br />

per l’ottimizzazione del campo<br />

di flusso per massimizzare<br />

la potenza. Di seguito, alcune<br />

informazioni tecniche aggiuntive<br />

sulla seconda generazione<br />

di Prometheus L Stack (Prometeo<br />

rubò il fuoco agli dei<br />

per donarlo all’umanità). La<br />

potenza assorbita è fino a 1,5<br />

MW, con circa 312 celle, per<br />

una superficie attiva di circa<br />

1.180 cm 2 /cella. Fino a 750<br />

Volt DC e 2.500 Ampere, il<br />

consumo di corrente alternata<br />

a piena capacità è di circa 4,5<br />

kWh / Nm 3 . Le pile sono progettate<br />

per almeno 80.000 ore<br />

di funzionamento. Il consumo<br />

di acqua è inferiore a 1 litro<br />

per Nm 3 H2. E il tempo di risposta?<br />

Inferiore a 10 secondi<br />

in entrambe le direzioni. Le<br />

caratteristiche di produzione<br />

dell’idrogeno sono fino a 680<br />

chili al giorno, operando a<br />

40 bar di pressione, con una<br />

temperatura di esercizio dello<br />

stack di 80 gradi Celsius al<br />

massimo.<br />

Per l’idrogeno<br />

Infine, entriamo nel dettaglio<br />

delle architetture disponibili<br />

per i carburanti a idrogeno.<br />

Hanno iniziato con Fcd250,<br />

65 chilowatt per modulo, che<br />

non stanno più utilizzando.<br />

Nella fase pilota, utilizzano<br />

moduli da 100 chilowatt, che<br />

nel 2025 saranno aggiornati<br />

a 150 chilowatt per modulo.<br />

«Al momento garantiamo<br />

10.000 ore, ma arriveremo a<br />

25.000 ore di fine vita. Stiamo<br />

discutendo con un installatore<br />

una soluzione da 1,5 MW,<br />

per testarla in un ambiente<br />

scalabile. Abbiamo bisogno<br />

di qualcosa che funzioni,<br />

soprattutto nel sito di stoccaggio»<br />

conclude Fürderer.<br />

Essendo applicabile a cielo<br />

aperto senza alcuna infrastruttura,<br />

a parte l’idrogeno, il dimostratore<br />

autonomo di celle<br />

a combustibile è molto più di<br />

un banco di prova. Dotato di<br />

un sistema statico di Ups e<br />

di batterie agli ioni di litio, il<br />

dimostratore può essere adattato<br />

a diversi casi d’uso dei<br />

clienti. La dimostrazione di<br />

altri concetti per l’integrazione<br />

di sistemi modulari di celle<br />

a combustibile nelle asettative<br />

di Rolls-Royce getterà le basi<br />

per la generazione di energia<br />

su larga scala dalla tecnologia<br />

delle celle a combustibile<br />

Pem.<br />

12<br />

13


Terra<br />

occorre<br />

essere trasversali.<br />

«Sull’elettrico<br />

Secondo la nostra<br />

esperienza per aumentare i<br />

volumi bisogna applicarsi su<br />

più nicchie e trasversalizzare<br />

le applicazioni». Esternazioni<br />

che risalgono al 2019, tra<br />

le linee produttive degli assali<br />

(vedi DIESEL Marzo 2019, p.<br />

20). Oggi, 18 ottobre <strong>2022</strong>, siamo<br />

tornati in quei paraggi, in<br />

uno stabilimento che ha vissuto<br />

un’autentica palingenesi. Quelle<br />

idee che abbiamo riportato<br />

in apertura hanno trovato casa.<br />

Chiamatelo “e-plant”: a pieno<br />

regime vanterà una capacità annua<br />

di 20mila assali e 20mila<br />

batterie per veicoli commerciali<br />

leggeri, minibus e autobus.<br />

Parola di Alessandro Sezza,<br />

che di queste linee produttive<br />

è il responsabile. Risponderà a<br />

Sylvain Blaise, Presidente della<br />

Powertrain Business Unit, e ad<br />

Annalisa Stupenengo, che l’ha<br />

preceduto in questa funzione<br />

14<br />

Fpt Industrial. A Torino c’è una fabbrica tutta elettrica<br />

RESIDENZA<br />

E RESILIENZA<br />

La powertrain elettrica ha trovato casa, in Strada Cascinette. Sul citofono c’è scritto<br />

Fpt Industrial - Iveco Group. L’e-plant è espressione di resilienza, intesa come<br />

sopportazione degli stress e capacità di reagire agli avversi fattori esogeni (vedasi catena<br />

di fornitura e costo materie prime). Serve l’automotive, servirà le applicazioni industriali<br />

e attualmente si trova a capo<br />

delle “operations” del Gruppo<br />

Iveco. Questo luogo è l’humus<br />

che consentirà a digitalizzazione,<br />

Internet delle cose e predittività<br />

di fertilizzare il terreno e<br />

acquisire definitivamente senso.<br />

Perché gli aggettivi elettrico<br />

ed elettronico si completano<br />

in questa dimensione: quella<br />

dell’elettrificazione della catena<br />

cinematica. «Come attori chiave<br />

della transizione energetica<br />

in tutti i settori on-highway e<br />

off-highway, siamo all’avanguardia<br />

dell’innovazione per i<br />

sistemi di propulsione a energia<br />

pulita e siamo fermamente<br />

determinati a raggiungere l’obiettivo<br />

di zero emissioni nette<br />

di CO 2<br />

entro il 2040», afferma<br />

Sylvain Blaise. «Il nostro nuovo<br />

stabilimento ePowertrain<br />

è un passo fondamentale in<br />

questa direzione. I prodotti<br />

elettrificati che realizziamo qui<br />

accelereranno la decarbonizzazione<br />

nel settore dei trasporti,<br />

fornendo ai nostri partner e<br />

clienti soluzioni ultramoderne<br />

per le loro gamme future».<br />

Attenzione, però: l’orizzonte<br />

applicativo non si esaurisce al<br />

Nikola Tre o al nuovo Daily<br />

elettrificato che sarà svelato<br />

l’indomani. L’industriale è nel<br />

mirino: assali elettrici, pacchi<br />

batterie, sistemi di controllo<br />

prenderanno prima o poi anche<br />

la via dell’off-highway.<br />

Questo stabilimento, dedicato<br />

all’elettrificazione, è integrato<br />

nell’area Fpt Industrial di Stura,<br />

vicino al testing e agli impianti<br />

per la produzione di motori a<br />

combustione interna, trasmissioni<br />

e assali, per massimizzare<br />

i vantaggi in termini di sinergie<br />

industriali. Con una superficie<br />

totale di 15.000 metri quadri, lo<br />

stabilimento dispone di tre linee<br />

di produzione parallele dedicate<br />

rispettivamente all’assemblaggio<br />

dei pacchi batteria e alla<br />

produzione di central drive e<br />

di assali elettrici per veicoli<br />

commerciali pesanti. L’e-plant<br />

occuperà a pieno regime circa<br />

200 persone. A proposito di addetti,<br />

la collaborazione uomomacchina<br />

è all’avanguardia<br />

grazie alle tecnologie Industry<br />

4.0 adottate in tutte le aree, che<br />

consentono la raccolta e l’analisi<br />

automatica di tutti i dati<br />

indispensabili per monitorare e<br />

migliorare la sicurezza, la qualità<br />

e la produttività.<br />

Tutti i processi produttivi si basano<br />

su magazzini automatizzati<br />

per la gestione dei componenti e<br />

si sviluppano attraverso stazioni<br />

di assemblaggio a controllo elettronico.<br />

Le tecnologie di ultima<br />

generazione adottate includono<br />

la realtà aumentata e virtuale,<br />

che riduce i tempi di progettazione<br />

delle linee di produzione,<br />

simulando il risultato operativo<br />

prima dell’installazione fisica.<br />

Non ultima, la stampa 3D e i<br />

sistemi “Smart Observer” basati<br />

su sensori intelligenti, scanner<br />

3D per misurazioni di qualità<br />

Automazione all’ennesima<br />

potenza per il nuovo<br />

stabilimento e-powertrain<br />

di Fpt. A regime produrrà<br />

20mila pacchi batteria<br />

e 20mila assali elettrici e<br />

occuperà 200 addetti.<br />

Si sviluppa su 15.000<br />

metri quadrati,<br />

energicamente,<br />

autosufficienti grazie<br />

a pannelli solari,<br />

fotovoltaico ed eolico.<br />

In un cortile di 6.000<br />

metri quadrati svettano<br />

100 piante native, tra<br />

cui alberi da frutto. Per<br />

il 2026 il 60 per cento<br />

dell’acqua sarà riciclata.<br />

Phil Scarth ci spiega lo Iaa di Fpt Industrial<br />

Allo stand di Fpt Industrial abbiamo intercettato Phil Scarth,<br />

Head of Open Innovation e General Manager di Arbon,<br />

per una ricognizione di quanto Fpt ha annunciato ed<br />

esposto allo Iaa di Hannover. Sotto le luci dei riflettori sono<br />

inevitabilmente finiti l’XC13, erede multicombustibile del<br />

Cursor 13, e la strategia di elettrificazione. «Ci siamo proposti<br />

al pubblico dello Iaa con un monoblocco multicarburante e<br />

modulare» attacca Scarth. «Se vogliamo partire dal motore<br />

a combustione interna, il messaggio dei vertici aziendali è<br />

molto chiaro: l’endotermico ha un futuro sulla strada della<br />

decarbonizzazione. La realtà è che il multicarburante avrà<br />

un ruolo di primo piano. Stiamo sviluppando un motore per i<br />

carburanti alternativi, tra cui l’idrogeno e i carburanti di sintesi,<br />

quando e se saranno disponibili, che si sommano al diesel e<br />

al gas naturale, sulla base della piattaforma attuale. Stiamo<br />

sviluppando un motore più leggero per avvicendare le opzioni<br />

a combustibile solo fossile. Nonostante ci stiamo adoperando<br />

anche al miglioramento della combustione dell’idrogeno, in<br />

questo particolare scenario abbiamo un motore per garantire<br />

opportunità e disponibilità per le soluzioni di combustione<br />

dell’idrogeno».<br />

E cosa mi racconta dell’approccio elettrico?<br />

«La batteria rappresenta il componente principale<br />

nell’architettura di un sistema elettrificato, e noi abbiamo<br />

sviluppato all’uopo un pacco batterie insieme a Microvast.<br />

Per costruire insieme un sistema completo, abbiamo bisogno<br />

dell’e-axle, il sistema di trazione elettrica utilizzato sia<br />

nell’Iveco Daily che sui medi e sui pesanti. Inoltre, una delle<br />

parti più importanti è il Bms (Battery management system,<br />

ndr), cruciale nella strategia di gestione della batteria, che<br />

ci aiuta ad aumentarne la durata. A Coventry, i colleghi di<br />

Potenza Technology, diventata una divisione di Fpt Industrial,<br />

stanno sviluppando l’hardware e il software del Bms di nuova<br />

generazione. Con Potenza stiamo lavorando a un’intelligenza<br />

artificiale per controllare attivamente la batteria. L’obiettivo è<br />

Group. «Nella Tech Academy<br />

prepariamo le nostre persone<br />

a un processo completamente<br />

nuovo, in cui è fondamentale<br />

gestire i flussi di informazioni<br />

provenienti da robot e strumenti<br />

automatizzati. Ma forniamo<br />

anche le soft skill necessarie e,<br />

attraverso un programma mirato<br />

chiamato “In trasformazione”,<br />

prepariamo le nostre permetrologica,<br />

simulatori di realtà<br />

3D e robot collaborativi. Questi<br />

robot, insieme ai controlli di<br />

qualità in cloud, consentono di<br />

individuare immediatamente i<br />

problemi, mentre quelli di fine<br />

linea certificano la conformità<br />

del prodotto in termini di configurazione,<br />

prestazioni e sicurezza.<br />

Sulla linea degli assali<br />

elettrici per veicoli commerciali<br />

pesanti, una stazione a segnali<br />

luminosi supporta l’operatore<br />

indicando i componenti e dove<br />

montarli, contribuendo così a<br />

raggiungere l’obiettivo di azzeramento<br />

degli errori. Sulla linea<br />

di assemblaggio delle batterie, i<br />

tappeti dielettrici proteggono gli<br />

operatori da possibili dispersioni<br />

elettriche, mentre le termocamere<br />

misurano automaticamente<br />

la temperatura delle batterie,<br />

segnalando immediatamente<br />

qualsiasi deviazione rispetto<br />

alla norma.<br />

«La chiave del nostro successo<br />

sono le persone. Il nostro<br />

team è chiamato ad acquisire<br />

una nuova mentalità per affrontare<br />

le nuove sfide della<br />

mobilità elettrica e a sviluppare<br />

nuove competenze per<br />

relazionarsi con l’ambiente Industry<br />

4.0», afferma Alessandro<br />

Sezza, Plant Manager dello<br />

stabilimento torinese di Iveco<br />

Conciliabolo tra executive Iveco Group, a margine della<br />

presentazione dell’e-plant: da sinistra, Annalisa Stupenenengo,<br />

Sylvaine Blaise, Luca Sra e Domenico Nucera.<br />

prolungare la vita della batteria. Il Bms è in grado di regolare<br />

meglio la temperatura della batteria e le sue prestazioni,<br />

consentendoci di bilanciare le diverse celle e quindi di<br />

aumentare la durata della batteria. Conoscere le condizioni<br />

della batteria, il suo livello di carica e il bilanciamento delle<br />

celle sono componenti essenziali per prolungarne la vita».<br />

sone ad affrontare uno scenario<br />

complesso e fluido».<br />

In conclusione, le battute della<br />

voce più alta delle gerarchie di<br />

Iveco, Gerrit Marx, l’amministratore<br />

delegato del gruppo<br />

torinese. «Iveco Group si<br />

è posta l’obiettivo sfidante di<br />

arrivare a zero emissioni nette<br />

di CO 2<br />

entro il 2040, con dieci<br />

anni di anticipo sulla scadenza<br />

dell’Accordo di Parigi. Questo<br />

vale in egual misura per i nostri<br />

prodotti e per i luoghi in cui li<br />

produciamo. Da questo stabilimento<br />

forniremo sistemi di propulsione<br />

elettrici che andranno<br />

a completare una gamma già<br />

ampia di motorizzazioni. Confermiamo<br />

così la nostra volontà<br />

di offrire ai clienti i prodotti e<br />

i servizi giusti per soddisfare le<br />

loro esigenze in rapida evoluzione,<br />

nonché la nostra fondata<br />

ambizione di guidare la corsa<br />

alla mobilità elettrica».<br />

15


Mare<br />

Da Ciriè a Brisbane ci<br />

sono più di 24 ore di<br />

volo. C’è infatti un intero<br />

continente da esplorare. Ed è<br />

quello che Bimotor intende fare<br />

con la costituzione di Be Power<br />

Solutions Australia (BePS per<br />

gli australiani), che espliciterà<br />

il mandato di Fpt Industrial in<br />

Australia. Abbiamo parlato, da<br />

remoto, con Raine Borgo. Canadese,<br />

di avita origine italiana,<br />

a lei è affidata la gestione di<br />

quell’esotico e dinamico mercato.<br />

E quali sono le peculiarità<br />

che lo contraddistinguono?<br />

«Per quanto riguarda le applicazioni<br />

marine, in Australia<br />

ci sono grandi opportunità»<br />

esordisce Borgo. «A seconda<br />

di dove ci si trova nel Paese,<br />

possono prevalere le applicazioni<br />

commerciali o quelle<br />

da diporto. Il prodotto Fpt è<br />

molto apprezzato, soprattutto<br />

perché è legato ad un’attività<br />

pluridecennale, svolta dai due<br />

distributori storici, Tht Marine<br />

e SeaWasp, che sono sempre<br />

stati vicini ai clienti, fornendo<br />

sia il motore che il supporto<br />

post-vendita, in modo estremamente<br />

professionale, come richiesto<br />

dal cliente. Per quanto<br />

riguarda le applicazioni industriali,<br />

qui c’è un’intensa attività<br />

agricola e mineraria; se ci<br />

si concentra sul campo agricolo,<br />

si spazia da allevamenti<br />

di bestiame alle coltivazioni di<br />

frutta, verdura, cotone o vino.<br />

Le aziende sono molto grandi<br />

e, spesso, si trovano in aree<br />

molto lontane dai grandi centri.<br />

Ecco il motivo per cui, oltre ai<br />

motori per le macchine adibite<br />

alle attività prettamente agricole<br />

(motori da motopompa piuttosto<br />

che per apparecchiature<br />

trainate o semoventi), è necessario<br />

concentrarsi su quelli per<br />

i gruppi elettrogeni, vitali per<br />

assicurare l’energia, in caso<br />

dei frequenti blackout. Come<br />

si può immaginare, lo standby<br />

risulta vitale, per assicurare<br />

l’alimentazione del bestiame,<br />

piuttosto che l’irrigazione dei<br />

frutteti e dei campi coltivati a<br />

verdura o delle serre. Ecco il<br />

motivo per cui l’utilizzo dei<br />

gruppi di emergenza è sempre<br />

più diffuso. È chiaramente fondamentale<br />

anche erogare energia<br />

di continuità, in particola-<br />

Be Power Solutions. Bimotor tradotto nello slang australiano<br />

DA CIRIÈ A<br />

BRISBANE<br />

Be Power Solutions è l’avamposto di Bimotor in Australia. Il quartier<br />

generale si trova a Brisbane. Abbiamo ascoltato Raine Borgo, che<br />

sarà referente per il mercato australiano, e Stewart Butler, titolare di<br />

SeaWasp, dal 1990 esperto locale dei motori Fpt Industrial<br />

re nel settore minerario, che si<br />

trova nel nord-ovest del Paese,<br />

dove molte aree sono servite da<br />

gruppi elettrogeni, che lavorano<br />

in applicazioni prime power.<br />

Da non dimenticare gli impianti<br />

di movimentazione delle acque,<br />

nelle coltivazioni di cotone,<br />

anch’esse nel nord-ovest,<br />

dove sono presenti imponenti<br />

stazioni di pompaggio, equipaggiati<br />

con motori diesel, per<br />

garantire l’acqua alle colture».<br />

Come sono percepiti i problemi<br />

che l’Europa ha dovuto<br />

affrontare, ovvero la pandemia,<br />

le carenze della catena<br />

di approvvigionamento e l’inflazione?<br />

«L’Australia si trova in una<br />

posizione geografica isolata,<br />

i problemi della supply chain<br />

sono stati un fattore ostativo,<br />

anche qui. Il trasporto delle<br />

merci è stato ritardato, i porti<br />

sono congestionati, è molto<br />

difficile far arrivare le merci in<br />

tempi relativamente brevi (per<br />

gli standard australiani significa<br />

un paio di mesi, trasporto<br />

compreso), ma abbiamo deciso<br />

di concentrarci sulla creazione<br />

di uno stock locale, per poter<br />

servire meglio i clienti». Insomma,<br />

la mano di Bimotor si vede<br />

fin dai primissimi passi. Il cosiddetto<br />

“stock always available”,<br />

immortalato dalla torre di<br />

immagazzinamento di Ciriè, è<br />

stato oggetto di attacchi da parte<br />

di alcuni supporter del “just<br />

in time”. Anacronistico, dicono,<br />

secondo le regole della gestione<br />

delle scorte e dell’iscrizione a<br />

bilancio delle passività. La buriana<br />

della quarantena ha però<br />

dimostrato che la disponibilità<br />

di motori pronta consegna si è<br />

rivelata premiante. Anzi, di più:<br />

vitale. «Il servizio è una cosa<br />

importante, qui in Australia»<br />

riprende Raine Borgo. «Questo<br />

è un paese molto orientato al<br />

cliente. Un altro problema è<br />

l’aumento incontrollabile dei<br />

costi di spedizione. Abbiamo<br />

portato una sorta di “modello<br />

Bimotor” all’interno di BePS,<br />

perché credo che questo sia<br />

uno dei punti di forza più evidenti,<br />

per essere vincenti sul<br />

mercato».<br />

Quali sfide sta affrontando in<br />

questo nuovo lavoro?<br />

«Nel corso degli ultimi vent’anni<br />

ho lavorato nel settore della<br />

generazione di energia, anche a<br />

livello internazionale. La sfida<br />

consiste nell’utilizzare le competenze<br />

consolidate, per capire<br />

la cultura australiana, entrando<br />

in relazione con le persone,<br />

riconoscendo la cultura aziendale<br />

locale. Provenendo da un<br />

ambiente anglosassone (sono<br />

nata e cresciuta in Canada), importo<br />

quell’esperienza e quelle<br />

conoscenze che mi hanno aiutato<br />

a inserirmi e a far crescere<br />

le cose abbastanza rapidamente.<br />

Il modo in cui si gestisce il<br />

business è molto simile. È una<br />

situazione vantaggiosa per Be<br />

Power Solutions e, in ultima<br />

analisi, per Bimotor».<br />

E qual è il modello organizzativo<br />

che applicherete in<br />

Australia e qual è la vostra<br />

idea di organizzazione della<br />

rete? È simile a quello di Bimotor<br />

o è diverso dal modello<br />

europeo?<br />

«Per quanto riguarda le vendite<br />

e l’assistenza, in Europa ci<br />

si rivolge spesso direttamente<br />

al cliente finale, mentre qui<br />

tendiamo a lavorare con i subconcessionari,<br />

in ragione delle<br />

enormi distanze geografiche.<br />

Questo ovviamente si ripercuote<br />

sul lato dell’assistenza, dove<br />

i nostri stessi sub-concessionari<br />

sono direttamente responsabili<br />

di tutta l’attività post-vendita,<br />

utilizzando Be Power Solutions<br />

come supporto a livello di informazioni<br />

tecniche e fornitore<br />

di parti di ricambio. Così come<br />

avviene in una squadra, i subconcessionari,<br />

che hanno la<br />

loro rete all’interno dell’area,<br />

a copertura delle varie applicazioni,<br />

sia in ambito marino<br />

che industriale, hanno il ruolo<br />

dei giocatori in campo, mentre<br />

BePS, deve supportare tutta<br />

l’attività, anche a livello di<br />

strategia».<br />

Parlando di giocatori in campo,<br />

concediamo le battute finali a<br />

Stewart Butler, titolare di Sea-<br />

Wasp, che lavora con i prodotti<br />

di Fpt Industrial dal 1990. Lo<br />

abbiamo incontrato allo stand<br />

Bimotor, in occasione dell’apertura<br />

del Salone di Genova.<br />

Gli chiediamo la storia della<br />

sua collaborazione con Fpt. Vi<br />

riportiamo il passaggio finale,<br />

che ci conduce diretti all’ombra<br />

della Mole e della Lanterna.<br />

«Nel luglio 2004 ho acquistato<br />

SeaWasp Australia, trasferendo<br />

l’attività da Sydney a Brisbane.<br />

SeaWasp è cresciuta fino a diventare<br />

un rinomato fornitore<br />

di motori per imbarcazioni,<br />

specializzato in vendite, assistenza<br />

e ricambi. Il mio primo<br />

viaggio in Italia per lavoro risale<br />

al 1998, quando ho visitato<br />

proprio il Salone Nautico di<br />

Genova».<br />

Chiediamo anche a lui se il<br />

listino di Fpt sia più spendibile<br />

nella power generation,<br />

nell’off-road o nella nautica.<br />

Sostanzialmente ci conferma<br />

quanto anticipato da Raine<br />

Borgo. «Sicuramente ci sono<br />

ottime opportunità nella generazione<br />

di energia e nell’agricoltura,<br />

che richiede tante<br />

motopompe. Tornando al mio<br />

settore specifico, quello marino,<br />

vedo l’Australia come un mercato<br />

potenziale davvero enorme,<br />

ma il prodotto deve essere<br />

rappresentato dall’azienda che<br />

ha le giuste credenziali. Questo<br />

è il mio primo viaggio in Italia<br />

presso la Bimotor e sono stato<br />

totalmente sopraffatto dalla<br />

portata delle loro operazioni,<br />

sia a Ciriè che a Marghera, e<br />

dalla volontà di investire nelle<br />

infrastrutture. Credo che il segreto<br />

della loro attività sia in<br />

uno staff di grande talento, che<br />

condivide passione e visione;<br />

valori anche relazionali, molto<br />

simili ai miei. Sono entusiasta<br />

delle prospettive e delle opportunità<br />

che questa collaborazione<br />

farà nascere in Australia.<br />

Tornerò al Salone anche l’anno<br />

prossimo e sono certo che la<br />

quota di mercato attuale sarà<br />

certamente più alta di quanto<br />

lo sia ora. Ho un grande seguito<br />

nel diporto e una base di<br />

clienti molto fedeli anche nel<br />

settore commerciale. Ci sono<br />

molte famiglie di pescatori<br />

italiani con cui ho rapporti di<br />

lavoro da oltre trent’anni! Per<br />

quanto riguarda gli Oem, sarà<br />

un po’ più difficile entrare in<br />

contatto con loro a causa delle<br />

loro esigenze molto particolari.<br />

Lo abbiamo toccato con mano<br />

all’esposizione che abbiamo<br />

fatto al Sanctuary Cove Boat<br />

Show, nel maggio di quest’anno,<br />

dove uno dei più famosi<br />

costruttori di barche in Australia,<br />

Bill-Barry Cotter, fondatore<br />

di Riviera e ora fondatore<br />

e proprietario di Maritimo,<br />

si è detto molto interessato al<br />

C16 da 1.000 cavalli e al 6,7<br />

litri da 570. Siamo convinti<br />

che Bimotor, con il supporto di<br />

BePS, sia il partner giusto per<br />

affrontare questa sfida, anche<br />

se sarà molto difficile. Il Sanctuary<br />

Cove Boat Show è stata<br />

una decisione presa all’ultimo<br />

minuto. I motori sono arrivati il<br />

giorno prima del salone e sono<br />

stato estremamente soddisfatto<br />

del feedback dei clienti. In<br />

quell’occasione ho venduto direttamente<br />

una coppia di motori<br />

da 620 cavalli, che sono già<br />

stati ricevuti da noi. I tempi di<br />

consegna sono adesso molto<br />

più brevi che in passato, grazie<br />

al vasto numero di motori<br />

che Bimotor ha in magazzino,<br />

e questo è la differenza rispetto<br />

al passato».<br />

E quali sono i principali concorrenti<br />

nel mercato marino<br />

australiano?<br />

«Sicuramente Cummins e Volvo<br />

Penta, ma quello che conta soprattutto<br />

in Australia è la fedeltà<br />

del cliente. Durante i 16 anni<br />

in cui ho lavorato con Leeds Industries,<br />

ho sviluppato una base<br />

di clienti molto stabile, puntando<br />

sui valori di onestà e lealtà<br />

verso di loro, in tutti i settori in<br />

cui mi sono trovato ad operare.<br />

Ora che la mia attenzione<br />

si concentra esclusivamente<br />

sulla nautica, sto continuando<br />

a lavorare con gli stessi valori<br />

e la stessa passione, certo che<br />

Be Power Solutions stia invece<br />

scandagliando l’intero mercato,<br />

lavorando allo stesso modo, per<br />

migliorare la “Brand awareness”<br />

del marchio Fpt. La passione<br />

nel prodotto Fpt è sempre<br />

esistita; ora, grazie alla collaborazione<br />

con BePS, mi sento<br />

pronto a affrontare il mercato,<br />

essendo sicuro di non essere<br />

più da solo ma all’interno di<br />

una squadra, che condivide i<br />

miei stessi valori e le medesime<br />

passioni».<br />

16<br />

17


Grandangolo<br />

Fpt Industrial F28<br />

Motore da premio<br />

La nuova gamma di trattori specializzati da<br />

frutteto e vigneto Carraro Agricube Pro è<br />

equipaggiata con il motore diesel Fpt Industrial<br />

F28, che copre lo Stage V da 55 a 75 chilowatt.<br />

Si tratta della prima applicazione agricola del<br />

motore che il brand ha presentato anche per<br />

i settori del movimento terra e della power<br />

generation. Inaugurata nel 2010, la partnership<br />

tra le due aziende è costellata di successi e<br />

si consolida ora con il passaggio allo Stage<br />

V e l’adozione della soluzione F28 per tutta<br />

la gamma Agricube con potenze di 72, 92 e<br />

102 cavalli (55, 67 e 75 kW) rispettivamente<br />

per i modelli 8.5, 9.5 e 10.5 per frutteto e<br />

vigneto. Capace di sviluppare fino a 102<br />

cavalli a 2.300 giri e 415 Nm a 1.500 giri,<br />

questo propulsore da 2,8 litri garantisce lo<br />

stesso livello prestazionale di un 3,4 litri ma<br />

con dimensioni comparabili a quelle di un 2<br />

litri. Queste inimitabili doti di compattezza ed<br />

elevata densità di potenza, associate a una<br />

notevole efficienza dei consumi, sono alla<br />

base della scelta operata da Carraro per i suoi<br />

nuovi specializzati destinati ad operare tra<br />

filari di alto valore con attrezzi molto esigenti<br />

dal punto di vista idraulico. Ricordiamo che<br />

l’F28 è stato <strong>Diesel</strong> of the Year 2020. Quando,<br />

all’Agritechnica 2019, i veli sono scivolati<br />

dalla sagoma dell’F28, non hanno rivelato un<br />

motore, ma due. Il 2,8 litri di Fpt Industrial,<br />

common rail Bosch da 1.600 bar per alimentare<br />

le camere di combustione, fu svelato insieme<br />

al suo gemello a gas (seguiti dalla “release”<br />

ibrida, apparsa al Conexpo). Da questa<br />

apparizione nacque la convinzione di premiare<br />

il 4 cilindri di Fpt.<br />

CARRARO TRACTORS AGRICUBE PRO<br />

SOTTO IL COFANO<br />

FPT<br />

Arriva il nuovo Stage V<br />

dedicato ai professionisti<br />

delle colture specializzate.<br />

Con il passaggio allo Stage V,<br />

Carraro Tractors ha scelto una<br />

soluzione Fpt Industrial, l’F28,<br />

già <strong>Diesel</strong> of the Year 2020:<br />

compattezza, elevata densità<br />

di potenza e prestazioni<br />

non hanno niente da invidiare<br />

ai “fratelli maggiori”<br />

Con il passaggio allo Stage<br />

V, che ha imposto l’abbandono<br />

dei 3,4 litri di<br />

Fpt Industrial per le potenze superiori<br />

ai 75 cavalli, Carraro ha<br />

totalmente rivoluzionato la sua<br />

gamma di trattori, diversificando<br />

la produzione per gli Oem (Claas,<br />

John Deere, Massey Ferguson),<br />

da quella a proprio marchio.<br />

I nuovi modelli per Oem<br />

montano ora il 4 cilindri Fpt da<br />

3,6 litri, dunque “maggiorato”,<br />

per raggiungere potenze comprese<br />

tra 85 e 120 cavalli. La<br />

nuova gamma a marchio “Tre<br />

cavallini”, rinominata Agricube<br />

Pro, adotta invece un motore<br />

più piccolo, sempre Fpt,<br />

a quattro cilindri, ma con cilindrata<br />

di 2,8 litri e tre livelli<br />

di potenza: 55, 67 e 75 chilowatt.<br />

Per i propri clienti finali<br />

Carraro punta così su modelli<br />

potenti ma compatti, proposti<br />

solo nella versione con tunnel<br />

centrale per ridurre l’altezza e<br />

adattarsi alle esigenze di chi<br />

lavora prevalentemente sotto<br />

18<br />

19


Post-trattamento e assale sospeso<br />

Torna tutto sotto<br />

In oltre dieci anni di collaborazione, Fpt Industrial<br />

ha prodotto oltre 25mila motori per il Gruppo<br />

Carraro, installati su 13 diverse piattaforme (tra cui<br />

Agritalia, Claas, John Deere, Massey Ferguson)<br />

chioma. Sono 6 i modelli (vigneto,<br />

vigneto largo, vigneto<br />

largo basso, frutteto, frutteto<br />

largo, frutteto basso) e ben 52<br />

gli allestimenti base, rivelando<br />

quindi una grande attenzione<br />

alla configurabilità e alla versatilità.<br />

La presentazione ai dealer e<br />

alla stampa della nuova motorizzazione<br />

“downsized” si è<br />

svolta ad Arquà Polesine, alle<br />

porte di Rovigo. Presenti Tomaso<br />

Carraro, vicepresidente<br />

del Gruppo Carraro, Andrea<br />

Conchetto, Ceo del Gruppo, e<br />

Marco Stella, General Manager<br />

di Carraro Agritalia. Dopo<br />

la presentazione dei dati sulle<br />

vendite e sulle previsioni per<br />

il 2023, Laura Bassi, Sales and<br />

Business Development Manager,<br />

ha illustrato le motivazioni<br />

che hanno portato alla scelta<br />

del motore Fpt: «Volevamo un<br />

motore dalle dimensioni compatte,<br />

ma che non rinunciasse<br />

alle prestazioni e a costi di<br />

consumo ridotti. Siamo riusciti<br />

ad ottenere tutti questi requisiti<br />

grazie all’installazione<br />

totalmente sottocofano, che ci<br />

ha permesso di liberare il lato<br />

destro del trattore (era uno dei<br />

punti critici della serie Agricube<br />

IIIB, ndr), al posizionamento<br />

del silenziatore sulla parte<br />

sinistra e a diverse soluzioni<br />

Del mezzo milione<br />

di motori all’anno<br />

prodotti da Fpt<br />

Industrial, oltre<br />

130mila sono<br />

destinati ad<br />

applicazioni<br />

agricole: trattori,<br />

macchine da<br />

raccolta e per<br />

alimentazione<br />

animale.<br />

per i serbatoi, volte sempre a<br />

salvaguardare la compattezza».<br />

La scelta del Gruppo Carraro<br />

è stata quella di preservare la<br />

gamma esistente, portandola in<br />

Stage V e mantenendo allo stesso<br />

tempo i costi di motorizzazione<br />

i più contenuti possibile.<br />

Ciò è stato possibile decidendo<br />

di conservare l’architettura del<br />

tunnel, ma soprattutto trovando<br />

il motore adatto.<br />

Palla a Fpt Industrial<br />

La parola passa a Diego Rotti,<br />

Product Manager Off-Road<br />

Industrial Engines di Fpt Industrial:<br />

«La nostra decennale<br />

cooperazione con Carraro è<br />

stata in buona parte guidata<br />

dalle richieste delle normative<br />

sulle emissioni. Ciò non vuol<br />

dire che non siamo attenti<br />

ad altri aspetti, come la produttività<br />

della macchina, la<br />

compattezza e le prestazioni.<br />

Il mondo dei trattori specializzati<br />

poi richiede sempre<br />

soluzioni ad hoc e attenzione<br />

alle esigenze degli utenti».<br />

Dopo aver ripercorso le tappe<br />

più importanti della collaborazione<br />

con Carraro, Rotti passa<br />

a raccontare la genesi del progetto<br />

e ad analizzare le caratteristiche<br />

dell’F28. «Con questo<br />

motore abbiamo esteso la<br />

nostra gamma al di sotto dei<br />

3 litri per applicazioni agricole,<br />

una sfida che ci ha visti<br />

affrontare il tema della compattezza<br />

con un approccio modulare<br />

e versatile, adattabile<br />

anche ad altri tipi di applicazioni.<br />

L’F28 nasce diesel ma è<br />

già progettato per poter funzionare<br />

sia in configurazione<br />

diesel-elettrica che a metano.<br />

Queste due versioni sono in<br />

fase prototipale e di test sia al<br />

banco motore che su veicolo.<br />

Tra i requisiti chiave c’era la<br />

compattezza, tema che è stato<br />

affrontato riducendo non<br />

solo la cilindrata, ma anche<br />

la distanza tra i cilindri, integrando<br />

quanto più possibile<br />

i sistemi di raffreddamento<br />

nel basamento motore e collocando<br />

il post-trattamento<br />

completamente sottocofano,<br />

con grande vantaggio a livello<br />

di utilizzabilità del motore.<br />

E tutto questo mantenendo<br />

l’altezza da terra. Nonostante<br />

la compattezza, l’F28 non<br />

fa rimpiangere un motore più<br />

grande in termini di prestazioni,<br />

che sono confrontabili con<br />

quelle di un motore di cilindrata<br />

maggiore. Nella fase di<br />

progettazione c’è stata grande<br />

attenzione alla potenza ma<br />

anche e soprattutto all’erogazione<br />

di coppia. Nel nostro<br />

confronto tra la curva di coppia<br />

dell’F28 e quella dell’F36,<br />

vediamo che a livello di coppia<br />

massima ma anche ai bassi<br />

giri, le prestazioni sono con-<br />

Agricube Pro è perfetto per le applicazioni che<br />

richiedono elevate prestazioni e un ingombro<br />

ridotto, come nel caso degli specializzati, e<br />

infatti ha tutti i componenti del sistema di<br />

post-trattamento dei gas di scarico, e cioè il<br />

catalizzatore ossidante, la riduzione catalitica<br />

selettiva e il filtro antiparticolato, racchiusi<br />

in un unico modulo di forma appiattita che<br />

trova posto sotto al cofano, senza incidere<br />

su ingombri e visibilità. Nonostante il cofano<br />

non si apra completamente, tutti i punti di<br />

manutenzione ordinaria sono facilmente<br />

raggiungibili senza dover necessariamente<br />

smontare i fianchetti laterali. La trasmissione è<br />

la classica Carraro dotata di Hi-lo e inversore<br />

elettroidraulici che agiscono su un cambio<br />

meccanico a 4 rapporti sincronizzati e 3<br />

gamme lente/medie/veloci per un totale di<br />

24 rapporti in avanti e 12 retro. Il pulsante<br />

per cambiare la marcia sotto carico è sulla<br />

leva del cambio che rimane la stessa delle<br />

versioni precedenti. La trazione sulle 4 ruote<br />

si innesta automaticamente grazie a un<br />

sensore angolare di sterzata posto sull’assale<br />

anteriore che è impreziosito da un sistema di<br />

sospensioni costituito da due pistoni idraulici<br />

con escursione di 80 millimetri. Ne giova il<br />

comfort ovviamente, ma anche la sicurezza<br />

e l’aderenza. Dalla cabina è possibile variare<br />

l’altezza della sospensione adattandosi così<br />

al lavoro che si deve compiere e facilitando<br />

le operazioni di attacco e stacco delle<br />

attrezzature anteriori.<br />

frontabili. Abbiamo effettuato<br />

oltre 15mila ore di test al banco<br />

e 10mila su macchina, in<br />

collaborazione con Carraro,<br />

utili per verificare le prestazioni<br />

su missioni reali, in campo.<br />

Un altro punto importante per<br />

noi è la continuità con gli altri<br />

motori della nostra gamma:<br />

pur essendo un motore progettato<br />

in maniera radicalmente<br />

diversa dal 3,4 e dal 3,6 litri,<br />

a livello di impostazione e di<br />

accesso per la manutenzione è<br />

concepito in maniera analoga<br />

all’F36. L’intervallo di ore per<br />

il cambio dell’olio è rimasto<br />

lo stesso (600 ore). L’efficienza<br />

nelle prestazioni si traduce<br />

naturalmente anche in un<br />

beneficio sui consumi: con un<br />

motore più piccolo, con la stessa<br />

combustione ma ottimizzata<br />

con un’attenzione particolare<br />

alla gestione del motore, tra i<br />

1.400 e i 1.800 giri abbiamo<br />

registrato un’efficienza migliore<br />

di quella del 3,6 litri».<br />

20<br />

21


Terra<br />

Non è più tempo di gingillarsi<br />

con i massimi<br />

sistemi. Quando si ragiona<br />

di idrogenizzazione urge<br />

entrare nel merito della questione,<br />

a partire dall’identità<br />

dei protagonisti. «Simplifhy<br />

è un’idea nata nel 2020, l’azienda<br />

vanta un importante<br />

know-how, essendo composta<br />

da un team con una competenza<br />

consolidata e un’esperienza<br />

pluriennale nel campo dell’energia<br />

e dell’idrogeno». Sono<br />

parole di Sergio Torriani, amministratore<br />

delegato dell’azienda<br />

lombarda. E proprio a<br />

lui ci siamo rivolti per capire<br />

22<br />

SIMPLIFHY. L’idrogeno a tinte tricolori<br />

POLIEDRICI<br />

PER SCELTA<br />

Afferrare al volo un’idea, che corrisponda al desiderio dell’utilizzatore, e vestirla in<br />

modo sartoriale, richiede flessibilità e transitività tra le varie tecnologie di elettrolisi,<br />

senza ossessioni dogmatiche. Simplifhy ha scelto questo approccio, inserendosi tra i<br />

costruttori di componenti e sistemi e l’anello finale della catena dell’idrogeno, gli utenti<br />

quale sia questo know-how e<br />

come si manifesti nella sfera<br />

delle applicazioni mobili, stazionarie<br />

e nautiche.<br />

«Siamo consapevoli che né<br />

l’elettrico né l’idrogeno possono<br />

monopolizzare la decarbonizzazione»<br />

premette Torriani.<br />

«Dal mio punto di vista<br />

l’idrogeno copre quegli spazi<br />

che l’elettrico non può coprire,<br />

come le applicazioni nautiche,<br />

che prevedono distanze<br />

significative e grandi pesi».<br />

Quella di solution provider<br />

è un’attribuzione assai cara<br />

ai protagonisti dell’“ancien<br />

régime” endotermico. Cosa<br />

significa per voi, che vi affacciate<br />

sulla ribalta della<br />

decarbonizzazione?<br />

«L’idea scaturisce dall’intuizione<br />

che i costruttori dei componenti<br />

per l’idrogeno hanno<br />

una dimensione artigianale.<br />

Questi ultimi cinque anni hanno<br />

fatto sì che chiunque disponesse<br />

di tecnologie spendibili<br />

si focalizzasse sull’industrializzazione.<br />

Per capirci, passare<br />

dalla produzione di due o<br />

tre sistemi all’anno ad alcune<br />

migliaia. L’Italia, composta<br />

da industrie medio-piccole<br />

e mille campanili, avanza le<br />

richieste più svariate. La personalizzazione<br />

della soluzione<br />

assume pertanto un valore altissimo.<br />

Noi conosciamo molto<br />

bene i fornitori di componenti<br />

e sistemi, che non hanno mediamente<br />

alcuna intenzione di<br />

adeguare le reti commerciali.<br />

Noi ci inseriamo tra loro e i<br />

clienti finali, che richiedono<br />

ogni volta una soluzione<br />

diversa. In prima battuta ci<br />

occupiamo della progettazione,<br />

quindi di tutte quelle<br />

attività convenzionali, come<br />

selezionare i fornitori. In molti<br />

casi le esigenze dei clienti<br />

sono ripetitive. Tanti ci chie-<br />

Con Bloom Energy per il Cavallino rampante<br />

L’attivismo di Simplifhy si tinge di rosso. Non pensate male:<br />

non serve sfogliare le pagine di cronaca nera né fermarsi<br />

sui necrologi dei partiti di sinistra, usciti malconci dalla<br />

tornata elettorale. Il rosso è quello squillante della Ferrari.<br />

In collaborazione con Bloom Energy, l’azienda di Villasanta,<br />

in Brianza, ha installato una fuel cell a ossido solido a 1MW<br />

di potenza presso il quartier generale Ferrari a Maranello.<br />

Lo scopo del lavoro è stato l’inquadramento normativo e<br />

procedurale della connessione alla rete elettrica nazionale,<br />

gli aspetti relativi alla sicurezza, l’interconnessione con i<br />

sistemi di fabbrica esistente (ad esempio IT) e, in generale,<br />

nelle relazioni con il cliente per la fornitura e installazione<br />

del prodotto. La collaborazione con la Ferrari segna<br />

l’ingresso di Bloom Energy in Europa e in Italia ed è il primo<br />

passaggio verso progetti potenzialmente più significativi tra<br />

le due società e nel mercato.<br />

Bloom Energy ha infatti siglato un contratto di ingegneria<br />

con Simplifhy, finalizzato a consentire a Bloom Energy<br />

di dare supporto locale ai clienti italiani per gli aspetti<br />

di autorizzazioni, installazione e messa in servizio della<br />

piattaforma di fuel cell, con una specificità agli aspetti<br />

elettrici, di sicurezza, di interconnessione con i sistemi di<br />

fabbrica esistenti. La tecnologia di Bloom Energy è una<br />

soluzione di celle a combustibile a ossido solido, largamente<br />

Le soluzioni Simplifhy H2:<br />

basic/oxy/power/full.<br />

«Premessa: al momento costruiamo<br />

impianti per altri, ma<br />

il nostro obiettivo finale è readono<br />

di partire dal concetto<br />

di “piccolo”, scarsamente<br />

compatibile con le esigenze<br />

industriali. Abbiamo realizzato<br />

dei prodotti che possiamo<br />

definire tali nella misura<br />

in cui si compongono di una<br />

serie di elementi, quali l’elettrolizzatore<br />

e la purificazione<br />

dell’idrogeno, costruendo una<br />

soluzione aperta alle personalizzazioni,<br />

ma standardizzata e<br />

“autosufficiente”».<br />

Le definizioni di solution<br />

provider e system integrator<br />

sono dunque sinonimiche?<br />

«Sul mercato contiamo almeno<br />

tre differenti tecnologie industriali<br />

di elettrolisi, ognuna<br />

A sinistra, cella e quadro di controllo Simplifhy.<br />

Nell’approccio al mercato dell’azienda, la flessibilità<br />

applicativa è la conditio sine qua non per conformarsi ai<br />

bisogni dei clienti. Abbiamo liberamente reinterpretato le<br />

parole di Sergio Torriani, l’AD dello specialista in idrogeno.<br />

utilizzata, in grado di produrre energia senza combustione<br />

e ad altissima efficienza da gas naturale, idrogeno biogas o<br />

una miscela di questi. L’obiettivo comune della cooperazione<br />

è rendere reale la prima applicazione funzionante in<br />

Italia, procedendo nel definire una collaborazione di<br />

lungo periodo per nuove installazioni in Italia e sostenere<br />

la decarbonizzazione attraverso l’uso di fuel cell ad alta<br />

efficienza, o persino utilizzando fonti rinnovabili come<br />

l’idrogeno, il biogas o un mix di questi combustibili.<br />

«Siamo felici di lavorare con Simplifhy, la loro conoscenza<br />

delle problematiche nazionali ci sta aiutando nel consegnare<br />

velocemente soluzioni che aiutino i nostri clienti a<br />

raggiungere i loro obiettivi di produzione di energia in modo<br />

resiliente, prevedibile e sostenibile» afferma Danilo Serioli,<br />

Country Lead Italy di Bloom Energy.<br />

«Siamo il primo fornitore di soluzioni in Italia totalmente<br />

focalizzato a costruire soluzioni di decarbonizzazione<br />

basate su tecnologie dell’idrogeno. Bloom Energy condivide<br />

la nostra visione di contribuire alla fornitura di soluzioni<br />

per un mondo decarbonizzato. Le grandi applicazioni<br />

richiedono sempre una esperienza locale e la capacità di<br />

guardare all’applicazione specifica, anche in una soluzione<br />

come quella di Bloom Energy, molto modulare e di facile<br />

installazione» conclude Sergio Torriani, Ceo di Simplifhy.<br />

delle quali con fornitori diversi.<br />

Se ci azzardassimo a sposare<br />

una di queste risolveremmo<br />

una porzione minima delle esigenze<br />

dei nostri clienti. Non mi<br />

nascondo dietro al fatto che le<br />

tecnologie di base che adottiamo<br />

appartengono a qualcun<br />

altro, perché ci consentono di<br />

offrire maggiori possibilità ai<br />

clienti industriali».<br />

Ciclo diesel convertito a<br />

idrogeno grigio o celle combustibile<br />

e idrogeno verde?<br />

«Occorre distinguere il modo<br />

in cui l’idrogeno è prodotto<br />

dal modo in cui è utilizzato.<br />

Attualmente la tecnologia a<br />

celle a combustibile migliora<br />

le efficienze elettriche ma ha il<br />

limite di costare molto di più.<br />

L’endotermico ha infrastruttura,<br />

competenze centenarie<br />

e una maggiore confidenza da<br />

parte del mercato; per questo<br />

può avere un futuro nell’idrogeno.<br />

Sulla parte invece<br />

di produzione, ce n’è di mille<br />

colori; la tendenza all’interno<br />

della Comunità Europea<br />

è di privilegiare le fonti non<br />

fossili. Il reforming funziona<br />

se associato al biometano,<br />

che mi consente di recuperare<br />

facilmente la CO 2<br />

. La crisi<br />

energetica e i costi rendono<br />

l’idrogeno da fonti fossili più<br />

caro rispetto a quello da rinnovabile<br />

diretta. Il confronto<br />

con l’idrogeno verde è falsato,<br />

perché in questo momento chi<br />

ha un pannello solare cede in<br />

rete l’energia elettrica, a discapito<br />

della produzione di<br />

idrogeno».<br />

23


lizzare gli impianti e produrre<br />

l’idrogeno, sulla falsariga di<br />

quanto fa Lhyfe in Francia<br />

(vedi articolo, ndr). Alcuni nostri<br />

clienti utilizzano già idrogeno,<br />

che ricevono tramite<br />

carro bombolaio da fornitori<br />

di gas. La variabilità dei prezzi<br />

e la spinta alla decarbonizzazione<br />

fanno in modo che abbiano<br />

interesse a produrselo.<br />

Questo è H2 Basic, che produce<br />

idrogeno partendo dalla<br />

corrente, auspicabilmente da<br />

fonti rinnovabili. Il secondo<br />

passaggio riguarda chi usa<br />

idrogeno e ossigeno. L’elettrolizzatore<br />

rilascia ossigeno,<br />

che i costruttori richiedono<br />

di rilasciare in atmosfera per<br />

questioni di sicurezza. Con<br />

semplici soluzioni tecnologiche<br />

noi riusciamo a renderlo<br />

disponibile. Con l’H2 Oxy si<br />

conciliano le esigenze di chi<br />

ha bisogno di idrogeno e di<br />

ossigeno nei propri processi<br />

industriali. La soluzione che<br />

sta avendo più riscontri è l’H2<br />

Power, soprattutto da parte di<br />

aziende che ci dicono “non<br />

usiamo idrogeno, ma ci piacerebbe<br />

essere più autonomi<br />

Sergio Torriani, il<br />

Ceo di Simplifhy,<br />

che ci ha rilasciato<br />

questa intervista.<br />

dal punto di vista energetico”.<br />

La soluzione è la produzione<br />

solare: si eroga energia quando<br />

serve, altrimenti si produce<br />

idrogeno, immagazzinato in<br />

bombole. Nel momento in cui<br />

il solare o il vento non sono disponibili,<br />

si può convertire l’energia<br />

attraverso le fuel cell. È<br />

la chiusura del cerchio da un<br />

punto di vista energetico. L’H2<br />

Full non lo abbiamo ancora<br />

proposto, è un sistema integrato<br />

di produzione di idrogeno,<br />

di stoccaggio e di generazione<br />

di energia in caso di emergenza,<br />

con anche la raccolta e la<br />

gestione dell’ossigeno prodotto<br />

dalla elettrolisi. Questi prodotti<br />

sono pensati in funzione<br />

delle esigenze del cliente: se<br />

ha bisogno di corrente, di ossigeno<br />

o di idrogeno».<br />

Approcciamo le vostre soluzioni<br />

in tre applicazioni di<br />

nostro interesse: trasporti,<br />

agricoltura e generazione.<br />

«All’estero il tpl gode di buoni<br />

incentivi e beneficia delle lunghe<br />

percorrenze extraurbane,<br />

con un elevato potenziale di<br />

basso costo. Con gli autobus<br />

anche i treni, che non contemplano<br />

l’opzione dell’elettrico<br />

e infine i camion pesanti. Per<br />

agevolare lo sviluppo il Pnrr,<br />

prevede la costruzione di 40<br />

stazioni di rifornimento a<br />

idrogeno. Queste sono le applicazioni<br />

che partiranno per<br />

prime, per convenienza e presenza<br />

di incentivo. L’idrogeno<br />

in ambito agricolo è molto<br />

interessante ma soffre della<br />

parcellizzazione degli Oem,<br />

degli incentivi sul gasolio e<br />

richiederebbe massicci investimenti<br />

per la conversione.<br />

Ha senso soprattutto per la<br />

decarbonizzazione dei trattamenti<br />

nelle lavorazioni di prodotti<br />

a valore aggiunto. Nel<br />

navale commerciale si guarda<br />

all’ammoniaca, nel diporto<br />

proprio l’idrogeno potrebbe<br />

intervenire attivamente».<br />

Settori energivori come le<br />

ceramiche non dovrebbero<br />

godere di fortissimi incentivi<br />

per convertirsi, anche solo<br />

parzialmente, all’idrogeno?<br />

«Stiamo realizzando un impianto<br />

a idrogeno per il forno<br />

di una ceramica del distretto<br />

di Sassuolo. Siamo in trattativa<br />

con altre aziende, nell’ambito<br />

delle utilities, trattamento<br />

acque, meccanica, vetrerie<br />

e acciai. In questo momento<br />

non sono soluzioni sostenibili<br />

dal punto di vista economico,<br />

si tratta di testing. Non siamo<br />

però lontani, i costi di certe<br />

tecnologie stanno scendendo e<br />

in un paio d’anni ci troveremo<br />

in condizioni molto differenti.<br />

La forbice di prezzo col metano<br />

è ancora abissale, rapporto<br />

4:1 - 5:1. In parte dipende<br />

da costo degli elettrolizzatori,<br />

che pure si sta abbassando in<br />

misura sensibile, e più significativamente<br />

dal costo dell’energia.<br />

Il futuro dell’idrogeno<br />

in ambiti industriali dipende<br />

quindi dall’erogazione degli<br />

incentivi che non sono attualmente<br />

in programma, anche<br />

per gli sforzi del governo per<br />

mitigare l’attuale crisi energetica.<br />

Il primo passaggio per<br />

rendere competitivo l’idrogeno<br />

è lo sviluppo delle energie rinnovabili,<br />

per abbattere il costo<br />

dell’energia verde e produrre<br />

idrogeno fino a 2/3 euro al chilo,<br />

rispetto ai 10 attuali».<br />

Lhyfe e i suoi partner condividono<br />

un obiettivo<br />

ambizioso: trasformare<br />

in realtà l’idrogeno rinnovabile<br />

offshore, dimostrando l’affidabilità<br />

di un elettrolizzatore<br />

offshore. Ciò rappresenta una<br />

prima mondiale in un momento<br />

in cui stanno emergendo<br />

iniziative per la produzione di<br />

idrogeno offshore in tutta Europa.<br />

Il primo sito di produzione<br />

di idrogeno offshore al<br />

mondo, allestito da Lhyfe in<br />

collaborazione con Plug Power,<br />

Chantiers de l’Atlantique,<br />

LHYFE. Il primo elettrolizzatore offshore<br />

IDROGENO VERDE<br />

FATTIBILE OGGI<br />

Lhyfe ha un obiettivo ambizioso: trasformare in realtà l’idrogeno<br />

rinnovabile offshore, dimostrando l’affidabilità di un elettrolizzatore<br />

offshore. Il sito di test soddisfa tutti i criteri per convalidare questa<br />

tecnologia prima di passare alla distribuzione su larga scala<br />

Geps Techno, Centrale Nantes,<br />

Eiffage Energie Systèmes, Le<br />

Port de Saint-Nazaire e Kraken<br />

Subsea Solutions, è operativo<br />

sul sito Sem-Rev da settembre<br />

<strong>2022</strong>. Il sito di test offshore<br />

soddisfa tutti i criteri (presenza<br />

Mre, condizioni ambientali<br />

difficili) per convalidare la tecnologia<br />

di produzione di idrogeno<br />

offshore prima di passare<br />

alla distribuzione su larga scala<br />

al fine di avere una capacità<br />

installata aggiuntiva di circa 3<br />

GW entro il 2030-2035.<br />

Abbiamo parlato di questo<br />

progetto e di molto altro con<br />

Thomas Créach, direttore tecnico<br />

di Lhyfe. Innanzitutto,<br />

ripercorriamo il percorso che<br />

ha portato Lhyfe all’idea alla<br />

base di questo progetto. «Ora<br />

tutti capiscono che abbiamo<br />

un problema sul nostro pianeta<br />

che si chiama riscaldamento<br />

globale», afferma Créach. «Se<br />

vogliamo avere un futuro per i<br />

nostri figli, dobbiamo fermare<br />

questa situazione. L’idrogeno<br />

non è l’unica soluzione, ma è<br />

una delle soluzioni che abbiamo<br />

per decarbonizzare la mobilità<br />

e l’industria. Lhyfe nasce<br />

per dimostrare che questa<br />

soluzione è fattibile oggi, non<br />

domani: possiamo produrre<br />

idrogeno verde ora con fonti<br />

rinnovabili. Ecco perché nel<br />

2017 abbiamo lanciato questa<br />

società a Nantes e abbiamo<br />

installato per la prima volta<br />

un sito sulla costa occidentale<br />

della Francia, che è già operativo<br />

ora».<br />

Il sito pilota<br />

A settembre 2021, infatti,<br />

Lhyfe ha aperto il primo sito<br />

industriale al mondo con collegamento<br />

diretto a un parco<br />

eolico e ad approvvigionamenti<br />

di acqua di mare per<br />

l’elettrolisi. Situato a Bouin,<br />

in Vandea, il sito può già produrre<br />

750 chilowatt o circa<br />

300 chili di idrogeno verde al<br />

giorno (1 MW). Un risultato<br />

destinato a salire a una tonnellata<br />

al giorno per soddisfare la<br />

crescente domanda. L’idrogeno<br />

verde di Bouin viene fornito<br />

a clienti pubblici e privati<br />

nel settore della mobilità, tra<br />

cui una stazione di idrogeno<br />

di proprietà del Sydev (Syndi-<br />

Alcune immagini<br />

dell’inaugurazione<br />

del primo sito<br />

di produzione di<br />

idrogeno offshore<br />

al mondo, la<br />

piattaforma<br />

Sealhyfe che<br />

andrà ad integrare<br />

l’area di test<br />

offshore Sem-Rev<br />

al largo di<br />

Le Croisic, nella<br />

Loira Atlantica.<br />

Stazionari<br />

24<br />

25


Da sinistra,<br />

Nicolas Andrivon,<br />

presidente e Ceo<br />

di Ees Clemessy<br />

Services; Bertrand<br />

Alessandrini,<br />

responsabile dello<br />

sviluppo all’Ecole<br />

Centrale de<br />

Nantes; Jean-Luc<br />

Longeroche, cofondatore<br />

e Ceo<br />

di Geps Techno;<br />

Ole Hoefelmann,<br />

General Manager<br />

di Plug Power;<br />

Thomas Créach,<br />

direttore tecnico<br />

di Lhyfe, che<br />

ha risposto alle<br />

nostre domande.<br />

Con wpd per l’idrogeno verde in Svezia<br />

cat départemental d’energie et<br />

d’équipement de la Vendée) a<br />

La Roche-sur-Yon per alimentare<br />

veicoli pesanti (autobus,<br />

camion dei rifiuti domestici,<br />

camion di servizio) e le stazioni<br />

di distribuzione dell’idrogeno<br />

su una delle piattaforme<br />

logistiche del gruppo di distribuzione<br />

Lidl per alimentare i<br />

suoi camion di manutenzione.<br />

Altri progetti in arrivo<br />

«Con il nostro primo progetto<br />

onshore, abbiamo già dimostrato<br />

che l’idrogeno verde<br />

rinnovabile è fattibile oggi.<br />

Ora stiamo sviluppando lo<br />

stesso tipo di sito produttivo<br />

in altre aree, quindi entro il<br />

2024 avremo 55 MW distribuiti<br />

ovunque in Europa e 200<br />

MW entro il 2026. Nel 2019, a<br />

Lhyfe eravamo solo otto, ora<br />

siamo circa 130-140 le persone.<br />

Le azioni Lhyfe sono quotate<br />

sul mercato regolamentato<br />

Euronext Paris dal 23 maggio<br />

<strong>2022</strong> e questo ci dà la capacità<br />

finanziaria di implementare<br />

sempre più velocemente tutti<br />

questi potenziali siti».<br />

Quali sono le principali applicazioni<br />

a cui Lhyfe fornisce<br />

idrogeno, impianti di produzione<br />

o e-mobility?<br />

«Forniamo idrogeno per entrambi<br />

questi usi. Ad esempio,<br />

in Francia consegniamo ogni<br />

giorno al settore logistico (per<br />

carrelli elevatori a idrogeno),<br />

all’industria dell’acciaio e del<br />

vetro e alla mobilità (principalmente<br />

camion e autobus).<br />

Il nostro obiettivo principale<br />

è fornire idrogeno verde rinnovabile.<br />

Quindi abbiamo una<br />

pipeline di progetti di circa<br />

9,8 GW in Europa, onshore.<br />

Stiamo investendo nell’offshore<br />

perché, come ho detto,<br />

se vogliamo produrre massicciamente<br />

idrogeno verde<br />

rinnovabile, abbiamo bisogno<br />

di enormi fonti rinnovabili.<br />

Nell’offshore abbiamo parchi<br />

eolici che sono tra le 20 e le<br />

50 volte più grandi di quelli<br />

onshore, la disponibilità di<br />

elettricità è tra le due e le tre<br />

volte più disponibile rispetto<br />

a quella onshore e il prezzo<br />

dell’elettricità è piuttosto interessante<br />

per produrre idrogeno.<br />

Inoltre, offshore hai una<br />

capacità di produzione potenziale<br />

che è più di 18 volte la<br />

domanda di energia odierna<br />

a terra. Il primo sito produttivo,<br />

operativo dal 2021, ha<br />

rappresentato il primo passo<br />

della nostra strategia, mentre<br />

il secondo è stato inaugurato<br />

a settembre <strong>2022</strong>».<br />

La piattaforma Sealhyfe<br />

Dopo il sito pilota, dove Lhyfe<br />

ha già prodotto i primi chilo-<br />

grammi di idrogeno verde rinnovabile<br />

in banchina e poi in<br />

mare, operando in automatico,<br />

nelle condizioni più estreme,<br />

l’azienda ha volutamente alzato<br />

l’asticella installando la<br />

propria unità produttiva su<br />

una piattaforma galleggiante,<br />

collegata ad una turbina eolica<br />

galleggiante. La piattaforma<br />

Sealhyfe deve quindi affrontare<br />

diverse sfide importanti<br />

e senza precedenti, tra cui l’esecuzione<br />

di tutte le fasi della<br />

produzione di idrogeno in<br />

mare, ovvero la conversione<br />

della tensione elettrica dalla<br />

turbina eolica galleggiante, il<br />

pompaggio, la desalinizzazione<br />

e la purificazione dell’acqua<br />

di mare e la rottura delle<br />

molecole d’acqua tramite<br />

elettrolisi per ottenere energie<br />

rinnovabili idrogeno verde;<br />

gestire gli effetti sul sistema<br />

del movimento della piattaforma;<br />

sopportare lo stress<br />

ambientale perché Sealhyfe<br />

dovrà sopravvivere al prematuro<br />

invecchiamento delle sue<br />

parti (corrosione, urti, variazioni<br />

di temperatura); e, ultimo<br />

ma non meno importante,<br />

operare in un ambiente isolato.<br />

La piattaforma, infatti, deve<br />

funzionare in modo completamente<br />

automatico, senza l’intervento<br />

fisico di un operatore,<br />

salvo periodi di manutenzione<br />

programmata che sono stati<br />

integrati in modo ottimale sin<br />

dalla fase di progettazione.<br />

Per realizzare questa impresa<br />

tecnologica, Lhyfe si è affidata<br />

alle strutture del sito di test<br />

offshore, Sem-Rev, gestito da<br />

Centrale Nantes. Al termine<br />

della fase di test in banchina,<br />

la piattaforma Sealhyfe<br />

integrerà l’area di test offshore<br />

Sem-Rev, al largo di Le<br />

Croisic, a circa 20 chilometri<br />

dalla costa. Il dispositivo sarà<br />

quindi alimentato con elettricità<br />

dalla pionieristica turbina<br />

eolica galleggiante installata<br />

all’interno del sito di test offshore<br />

nel 2018 e ancora oggi<br />

unica in Francia.<br />

Un lavoro di squadra<br />

L’elettrolizzatore è stato fornito<br />

e ottimizzato per queste<br />

eccezionali condizioni operative<br />

da Plug Power, uno dei<br />

leader di mercato fortemente<br />

impegnato nella rotta offshore.<br />

Insieme, Plug e Lhyfe hanno<br />

sviluppato il primo elettrolizzatore<br />

in grado di funzionare<br />

su una piattaforma galleggiante.<br />

Il progetto ha anche<br />

beneficiato dell’esperienza di<br />

attori francesi di energia rinnovabile<br />

offshore e marina:<br />

tra questi, Chantiers de l’Atlantique<br />

per migliorare la resilienza<br />

del sistema allo stress<br />

Lhyfe e wpd Offshore, uno dei principali sviluppatori mondiali<br />

di energia eolica onshore e offshore, hanno stipulato un<br />

memorandum d’intesa per stabilire e collegare direttamente<br />

una struttura per la produzione di idrogeno verde al parco<br />

eolico offshore pianificato da wpd, Storgrundet, a Söderhamn.<br />

L’obiettivo è raggiungere una capacità installata totale di 600<br />

MW, il che rende il progetto uno dei più ambiziosi progetti di<br />

idrogeno verde annunciati in Svezia e in Europa. L’impianto<br />

proposto dovrebbe essere costruito in fasi, a partire dal 2025,<br />

e dovrebbe essere pienamente operativo in connessione con<br />

la messa in servizio del parco eolico di Storgrundet. Il sito di<br />

produzione di idrogeno verde sarà situato vicino al parco eolico<br />

Storgrundet, al fine di garantire la fonte di energia elettrica<br />

verde. Lhyfe lo progetterà, lo realizzerà e lo farà funzionare<br />

insieme a wpd. La potenza installata prevista è di 1 GW, che<br />

corrisponde approssimativamente al reattore nucleare numero<br />

1 di Forsmark. Per un utilizzo ottimale dell’impianto a idrogeno,<br />

la capacità di produzione di idrogeno prevista è di 600 MW<br />

per una produzione fino a 240 MW tonnellate circa al giorno.<br />

Sia l’impianto a idrogeno che il parco eolico saranno<br />

collegati congiuntamente alla rete elettrica, il che consente<br />

l’ottimizzazione anche per il mercato elettrico, fornendo le<br />

condizioni per la partecipazione al mercato regolatorio svedese<br />

ambientale, i sistemi di ventilazione<br />

e l’architettura elettrica<br />

del sistema; Geps Techno<br />

ed Eiffage Energie Systèmes<br />

per l’integrazione del sistema<br />

su piattaforma e l’architettura<br />

navale di quest’ultima; il<br />

Porto di Saint-Nazaire, e Kraken<br />

Subsea Solutions, che ha<br />

partecipato alla progettazione<br />

del collegamento elettrico sottomarino<br />

alle energie marine<br />

rinnovabili prodotte sulla piattaforma<br />

Sem-Rev.<br />

In banchina, nel porto di Saint-<br />

Nazaire, è stata avviata una<br />

prima fase di prova di sei mesi<br />

per ottenere le prime misure<br />

di riferimento e testare tutti i<br />

sistemi. Al termine di questa<br />

prima fase, Sealhyfe trascorrerà<br />

un periodo di 12 mesi<br />

al largo della costa atlantica.<br />

Sarà installata a meno di un<br />

chilometro dalla turbina eolica<br />

galleggiante, fissata a terra<br />

da un sistema di ancoraggi e<br />

collegata all’hub sottomarino<br />

del sito tramite un ombelicale<br />

progettato e dedicato per questa<br />

applicazione (trasferimento<br />

di energia e dati). Al termine<br />

di questa prova, Lhyfe disporrà<br />

di un notevole volume di<br />

dati, che dovrebbe consentirle<br />

di progettare sistemi di produzione<br />

offshore maturi e di implementare<br />

tecnologie solide<br />

e collaudate su larga scala, in<br />

linea con l’obiettivo dell’UE<br />

attraverso servizi di supporto. L’impianto dovrebbe essere<br />

situato in un sito industriale nel comune di Söderhamn, nelle<br />

immediate vicinanze del parco eolico offshore Storgrundet.<br />

Le condizioni per la connessione alla rete, l’accesso<br />

all’elettricità verde e una capacità sufficiente nella fase<br />

iniziale sono molto buone. Il potenziale per la realizzazione<br />

del progetto su vasta scala è legato allo sviluppo di ulteriori<br />

elaborazioni e/o all’uso di idrogeno verde nella stessa area.<br />

Il progetto vede anche un grande potenziale per il<br />

collegamento alla dorsale nordica dell’idrogeno. Le varie<br />

industrie ei progetti in corso situati nella regione circostante<br />

rappresentano molti potenziali estrazioni per l’idrogeno<br />

rinnovabile che sarà prodotto in loco. L’elettricità proveniente<br />

dall’energia eolica offshore utilizzata per produrre idrogeno<br />

verde è un interessante sostituto dell’energia fossile e<br />

dei combustibili nei processi di produzione e nei trasporti.<br />

L’idrogeno verde può fornire all’industria e al settore dei<br />

trasporti energia priva di fossili. Insieme, wpd e Lhyfe stanno<br />

ora gettando importanti pietre miliari per affrontare la sfida<br />

climatica globale. Le condizioni uniche della Svezia, con buone<br />

condizioni del vento, grande industria della biomassa e obiettivi<br />

climatici ambiziosi, creano ottime condizioni per molti nuovi<br />

posti di lavoro e rafforzano la competitività internazionale.<br />

di produrre 10 milioni di tonnellate<br />

un anno di idrogeno<br />

rinnovabile entro il 2030.<br />

Progetti per il futuro<br />

Sealhyfe ha la capacità di produrre<br />

fino a 400 kg di idrogeno<br />

verde rinnovabile al giorno,<br />

equivalenti a 1 MW di potenza.<br />

Entro il 2030-2035, l’offshore<br />

potrebbe rappresentare<br />

una capacità installata aggiuntiva<br />

di circa 3 GW per Lhyfe.<br />

Sealhyfe ha la capacità di produrre<br />

fino a 400 kg di idrogeno<br />

verde rinnovabile al giorno,<br />

equivalenti a 1 MW di potenza.<br />

Entro il 2030-2035, l’offshore<br />

potrebbe rappresentare<br />

una capacità installata aggiuntiva<br />

di circa 3 GW per Lhyfe.<br />

«Oggi il nostro idrogeno è<br />

molto più economico dell’idrogeno<br />

grigio», afferma<br />

Créach, «perché abbiamo ottimizzato<br />

tutti i diversi aspetti<br />

dei siti di produzione e questo<br />

significa che siamo in grado<br />

di produrre a buon prezzo.<br />

Dal lato Lhyfe, volevamo dimostrare<br />

che l’idrogeno verde<br />

è fattibile oggi, lo abbiamo<br />

fatto in un solo anno e mezzo.<br />

Non dobbiamo aspettare e non<br />

dobbiamo aspettare perché è<br />

importante agire oggi. Abbiamo<br />

solo bisogno di aziende<br />

che vogliano spingere questi<br />

progetti per diventare operativi<br />

il prima possibile».<br />

26<br />

27


Ballard e Mahle. R&D a Shanghai. In bus negli Usa<br />

Le fuel cell di<br />

Ballard montate sul<br />

camion Quantron<br />

esposto ad<br />

Hannover. In basso,<br />

un autobus Van<br />

Hool motorizzato<br />

dalle celle a<br />

combustibile<br />

canadesi.<br />

Mahle. Ballard Power Systems e l’azienda tedesca hanno<br />

sottoscritto un protocollo di collaborazione per lo sviluppo di<br />

sistemi a celle a combustibile. Le applicazioni saranno i veicoli<br />

commerciali, appartenenti a diverse classi di peso. L’obiettivo<br />

dell’accordo è quello di produrre sistemi completi di celle a<br />

combustibile per vari mercati, dall’Europa al Nord America<br />

e all’Asia. Come comunicato dalle due aziende, durante la<br />

prima fase della cooperazione, Ballard sarà responsabile<br />

principalmente della progettazione del sistema relativo<br />

allo stack di celle a combustibile, mentre Mahle apporterà<br />

la sua vasta esperienza nei settori della gestione termica,<br />

dell’elettronica di potenza e del packaging. Non si tratta affatto<br />

del primo accordo siglato dallo specialista canadese, che<br />

già collabora con alcuni attori primari del settore dei veicoli<br />

commerciali, come Forsee Power, Quantron o Eaton.<br />

Cina. Ballard sta pianificando uno stabilimento di produzione<br />

e un centro di ricerca e sviluppo a Shanghai. Questo fa parte<br />

di una strategia, denominata “locale per il locale”, secondo<br />

la quale l’azienda canadese intende approfondire la propria<br />

impronta produttiva globale in Europa, Stati Uniti e Cina per<br />

sostenere la crescita della domanda del mercato globale fino<br />

al 2030. Ballard ha perciò stipulato un accordo di investimento<br />

con il governo di Anting, nel distretto Jiading di Shanghai,<br />

per stabilire la sua nuova sede centrale in Cina, l’impianto di<br />

produzione di elettrodi a membrana (Mea) e il centro di ricerca<br />

e sviluppo in un sito strategicamente situato presso il porto<br />

dell’idrogeno di Jiading, in uno dei principali cluster industriali<br />

automobilistici della Cina.<br />

Stati Uniti. Ballard fa parte dell’Hydrogen Fuel Cell Bus<br />

Council (Hfc Bus Council), una coalizione di agenzie di<br />

trasporto pubblico, produttori e fornitori che stanno lavorando<br />

insieme per far progredire il settore degli autobus elettrici<br />

a celle a combustibile a idrogeno negli Usa, in particolare<br />

nel trasporto pubblico. La missione dell’Hfc Bus Council<br />

è di presentare ai responsabili politici, alle autorità di<br />

regolamentazione e alle altre parti interessate i vantaggi<br />

degli autobus elettrici a celle a combustibile a idrogeno e<br />

delle relative infrastrutture.<br />

Autonotive<br />

BALLARD<br />

QUANTRON E<br />

ALTRO ANCORA<br />

L’azienda canadese ha investito nello sviluppo del progetto di camion a celle a combustibile di<br />

Quantron. Ma non è questo l’unico orizzonte, per così dire, captive. Ballard rimane infatti un attore<br />

genuinamente orientato al mercato Oem, partendo dalle esperienze consolidate con gli autobus,<br />

che stanno travasando sui camion. Allo Iaa abbiamo intervistato Nicolas Pocard, VP Marketing<br />

Celle a combustibile, esiste<br />

forse una paternità canadese?<br />

No, ma certamente<br />

si percepisce un’impronta chiara<br />

e nitida, come dimostrano<br />

Hydrogenics e il Coradia Lint a<br />

idrogeno, che Alstom ha fornito<br />

alle ferrovie della Bassa Sassonia,<br />

in Germania. Altro testimonial<br />

nordamericano di questa<br />

tecnologia è Ballard. Allo Iaa, i<br />

colleghi di Sustainable Truck &<br />

Van hanno intercettato Nicolas<br />

Pocard, VP Marketing & Strategic<br />

Partnerships di Ballard.<br />

Cosa avete portato sotto i riflettori<br />

del vostro stand, qui<br />

allo Iaa <strong>2022</strong> di Hannover?<br />

«Come prima referenza cito il<br />

nostro motore a celle a combustibile<br />

di ultima generazione<br />

per autocarri pesanti. L’FCmove-XD<br />

120 è stato concepito<br />

per essere installato sotto il<br />

cofano di autocarri da 19 a 44<br />

tonnellate. Negli autocarri da<br />

44 tonnellate ne troviamo due,<br />

affiancati, con una potenza<br />

complessiva di 240 chilowatt<br />

(120 kW ciascuno). Un esempio<br />

è il nuovissimo Quantron<br />

da 44 tonnellate presentato qui<br />

allo Iaa, che monta due unità a<br />

celle a combustibile».<br />

Potremmo scrivere che si<br />

tratta di un sistema completamente<br />

modulare?<br />

«È proprio così. Il cuore della<br />

tecnologia, lo stack di celle a<br />

combustibile, è interamente realizzato<br />

da Ballard. È qui che<br />

viene generata l’energia: gli<br />

stack sono costituiti da singole<br />

celle con piastre di grafite. La<br />

grafite ha il grande vantaggio<br />

di evitare la corrosione, in<br />

quanto le celle a combustibile<br />

possono subire una forte corrosione.<br />

La grafite può anche<br />

garantire una maggiore durata<br />

dello stack, oltre 20.000 ore.<br />

Ballard produce le piastre e si<br />

occupa anche dell’assemblaggio<br />

dell’elettrodo a membrana,<br />

che è il cuore della cella a<br />

combustibile».<br />

Quindi, è molto diverso rispetto<br />

alle celle delle batterie,<br />

che finora provengono tutte<br />

dall’Estremo Oriente?<br />

«Esattamente. Compriamo le<br />

materie prime e produciamo<br />

le celle, quindi non dipendiamo<br />

dalle terre rare. Possiamo<br />

recuperare il 95 per cento del<br />

catalizzatore di metalli preziosi<br />

e del platino, quindi rimettere a<br />

nuovo le nostre pile e riciclare<br />

la maggior parte delle parti<br />

costose. Direi che realizzare<br />

una cella a combustibile è più<br />

o meno come produrre un motore,<br />

ma se si guarda al diesel<br />

Euro 6, è molto più complicato.<br />

Una volta che saremo in grado<br />

di produrle su scala, il costo<br />

scenderà in modo significativo<br />

e non dipenderà da materie<br />

prime critiche che possono essere<br />

compromesse da questioni<br />

geopolitiche».<br />

Quanto è stata importante<br />

l’esperienza acquisita da Ballard<br />

nel settore degli autobus<br />

per approcciare quello dei<br />

camion?<br />

«Molto importante. Un autobus<br />

deve essere un veicolo estre-<br />

mamente resistente, in quanto<br />

opera per diverse ore al giorno<br />

in modalità “stop-and-go”. Abbiamo<br />

autobus che operano in<br />

Europa e in Nord America, in<br />

ambienti diversi. Conosciamo<br />

le sfide della mobilità pesante,<br />

anche in termini di ciclo di<br />

lavoro, e questo è molto utile<br />

quando si tratta di lavorare con<br />

i produttori di autocarri. Stiamo<br />

aumentando la nostra gamma<br />

di prodotti per soddisfare i<br />

requisiti dei pesanti. La nostra<br />

attuale capacità produttiva è di<br />

circa 1,6 GW per la produzione<br />

di stack di celle a combustibile.<br />

Nel nostro portafoglio abbiamo<br />

stack più piccoli (50 kW) e<br />

alcuni prodotti con una potenza<br />

di 120-150 chilowatt. Possiamo<br />

anche fornire stack di<br />

celle a combustibile piuttosto<br />

piatti da montare su autobus, o<br />

su camion di distribuzione da<br />

12 a 19 tonnellate».<br />

Torniamo alla collaborazione<br />

con Quantron, perché sappiamo<br />

che anche Ballard ha<br />

investito nel progetto Quantron.<br />

Cosa dite a proposito?<br />

«Quantron ha una visione.<br />

Vogliono fare in fretta e mettere<br />

subito in strada i camion<br />

elettrici a celle a combustibile.<br />

Hanno un ottimo team di ingegneri,<br />

con persone che provengono<br />

da alcune delle principali<br />

aziende automobilistiche<br />

tedesche. Devo dire che siamo<br />

rimasti sorpresi dalla qualità<br />

che sono riusciti a mettere nei<br />

camion. È sicuramente una<br />

grande collaborazione. Poi, ha<br />

ragione, Ballard ha investito in<br />

Quantron, perché avevamo bisogno<br />

di qualcuno in grado di<br />

accelerare davvero l’adozione<br />

dei camion a celle a combustibile<br />

e volevamo aiutare il<br />

nostro partner a sviluppare un<br />

nuovo progetto di veicolo. La<br />

progettazione di un camion<br />

costa molto, lo sappiamo, e<br />

volevamo contribuire. Investendo<br />

in Quantron, abbiamo<br />

utilizzato il nostro capitale per<br />

aiutarli ad affrontare i costi di<br />

sviluppo. Questo non è il solo<br />

e unico investimento che Ballard<br />

ha fatto in attori di nuova<br />

generazione per accelerare il<br />

programma dei camion a celle<br />

a combustibile. Sono certo<br />

che l’anno prossimo vedremo i<br />

primi camion Quantron a celle<br />

a combustibile nelle mani dei<br />

clienti».<br />

Allo Iaa abbiamo visto i primi<br />

endotermici a idrogeno montati<br />

sui primi camion prototipali.<br />

Ritiene che i termici a<br />

idrogeno e le celle a combustibile<br />

possano coesistere?<br />

«Penso di sì. Gli endotermici<br />

a idrogeno possono essere utili<br />

soprattutto in una fase di transizione.<br />

La combustione interna<br />

ha un’efficienza limitata,<br />

mentre le celle a combustibile<br />

hanno un grado di efficienza<br />

molto più elevato. In fin dei<br />

conti, questo fa la differenza.<br />

L’idrogeno non è economico.<br />

Il carburante è un elemento<br />

importante quando si parla di<br />

funzionamento dei camion. In<br />

sintesi, finché le celle a combustibile<br />

sono così costose,<br />

i motori a idrogeno possono<br />

contribuire a colmare un vuoto,<br />

ma quando il prezzo delle<br />

celle a combustibile scenderà,<br />

il quadro cambierà molto. E<br />

poi, le celle a combustibile sono<br />

integralmente a zero emissioni,<br />

mentre gli endotermici<br />

non lo sono».<br />

Ballard ha acquisito esperienza<br />

con le celle a combustibile<br />

negli ultimi quarant’anni. A<br />

che punto siamo ora, lungo<br />

questo percorso?<br />

«Abbiamo fatto funzionare le<br />

celle a combustibile, abbiamo<br />

dimostrato che durano e si<br />

adattano ai veicoli: autobus,<br />

camion, treni. La sfida ora è<br />

dimostrare che le celle a combustibile<br />

favoriscono il Tco,<br />

quindi sono economicamente<br />

vantaggiose rispetto a un motore<br />

diesel».<br />

28<br />

29


Automotive<br />

Che le competenze sul<br />

gas possano rivelarsi<br />

propedeutiche all’applicazione<br />

idrogenica non ci<br />

sorprende affatto. La diffusione<br />

a macchia d’olio registrata<br />

allo Iaa, invece, non<br />

ci lascia indifferenti. Come<br />

per l’elettrico la chiave di<br />

volta sarà l’implementazione<br />

dell’infrastruttura; fatto sta<br />

che l’idrogeno non è più una<br />

chimera esotica. Westport ha<br />

contribuito alla gassificazione<br />

di alcune unità di Cummins<br />

(per esempio, B6.7, L9,<br />

Isx12). Della società canadese<br />

ricordiamo la dedizione ai gas<br />

per autotrazione, tra cui il Gpl<br />

(risale all’anno scorso la fornitura<br />

di 60mila kit di conversione<br />

automobilistica a Gpl).<br />

E invece, alla vigilia dello<br />

Iaa, David M. Johnson, Ceo<br />

di Westport Fuel Systems,<br />

aveva annunciato: «Il sistema<br />

WESTPORT. H2 Hpdi<br />

È IL CODICE PER IL<br />

TERMICO A IDROGENO<br />

Anche Westport sale sul carro dell’idrogeno e lo fa in modo originale. Il sistema H2<br />

Hpdi promette di migliorare in doppia cifra potenza e coppia e di ridurre ai minimi<br />

termini le emissioni allo scarico. Tutto questo preservando l’architettura e l’infrastruttura<br />

esistenti del motore diesel. È l’ultima frontiera del motore a combustione interna?<br />

Il sistema Hpdi di<br />

Westport rilancia<br />

le quotazioni<br />

del motore<br />

endotermico.<br />

Disegnando un<br />

futuro prossimo<br />

a idrogeno.<br />

di alimentazione H2 Hpdi di<br />

Westport alimenta un motore<br />

a combustione interna e<br />

trasforma l’innovazione in<br />

risposte, creando quella sostenibilità<br />

di cui siamo molto<br />

orgogliosi. Ci piace pensarlo<br />

come un punto di svolta, ma<br />

senza cambiamenti nell’architettura<br />

dei motori e dei<br />

sistemi produttivi degli Oem.<br />

La nostra tecnologia esprime<br />

prestazioni migliori rispetto a<br />

quelle dei motori diesel, con<br />

emissioni di CO 2<br />

quasi pari<br />

a zero, il tutto utilizzando gli<br />

investimenti finanziari e le infrastrutture<br />

produttive già esistenti».<br />

Vi anticipiamo che il<br />

sistema di alimentazione Gnl<br />

Hpdi, alimentato con un mix<br />

del 60 per cento di gas naturale<br />

fossile e del 40 per cento di<br />

biogas, secondo Westport offre<br />

le stesse riduzioni di CO 2<br />

del ciclo di vita delle celle a<br />

combustibile che utilizzano<br />

miscele di idrogeno blu/verde.<br />

Proprio ad Hannover abbiamo<br />

incontrato XY, a cui abbiamo<br />

chiesto conferme. «Il messaggio<br />

principale che trasmettiamo<br />

qui ad Hannover è che<br />

l’idrogeno è il carburante a<br />

cui dobbiamo arrivare, soprattutto<br />

per i veicoli pesanti<br />

a lungo raggio». Ottenute le<br />

conferme che cercavamo, lasciamo<br />

che Johnson proceda a<br />

ruota libera. «Dobbiamo farlo<br />

in un modo che sia utile per<br />

le persone che movimentano<br />

le merci, il che significa fornire<br />

tutta la potenza, la coppia<br />

e l’efficienza. L’idrogeno è<br />

oggi molto costoso, ma si sta<br />

calmierando. Il messaggio<br />

che vogliamo fornire è che<br />

il futuro dell’idrogeno non è<br />

legato solo alle celle a combustibile.<br />

Abbiamo dimostrato,<br />

pubblicando dati, che il<br />

veicolo che vediamo qui può<br />

tranquillamente funzionare<br />

a idrogeno. Non c’è nulla di<br />

sbagliato nelle celle a combustibile,<br />

sono ottimi dispositivi<br />

e hanno il loro posto nell’industria.<br />

Il fatto è che le celle<br />

a combustibile sono e saranno<br />

piuttosto costose e questo può<br />

rappresentare una barriera<br />

per il mercato. I costi sono<br />

importanti per i veicoli commerciali.<br />

Quando pensiamo<br />

all’idrogeno per i trasporti,<br />

non so se tra un anno o tra<br />

dieci anni, deve essere molto<br />

frugale e conveniente.<br />

Se si pensa a un camion a celle<br />

a combustibile a idrogeno o<br />

a un camion con endotermico<br />

alimentato a idrogeno, la<br />

differenza è che con le celle<br />

a combustibile servono anche<br />

batterie, motori, sistemi di<br />

raffreddamento. In termini di<br />

costi, i veicoli con il termico<br />

saranno molto più accessibili.<br />

Inoltre, con le versioni tradizionali,<br />

possiamo prendere il<br />

motore e sostituirlo con uno<br />

alimentato a idrogeno. Si<br />

tratta ancora essenzialmente<br />

di un endotermico, che funziona<br />

con un ciclo diesel. È anche<br />

riutilizzabile, nel rispetto<br />

dell’ambiente».<br />

E per quanto riguarda gli<br />

aspetti produttivi?<br />

«Per produrre celle a combustibile<br />

serve necessariamente<br />

un nuovo impianto. Idem, se<br />

si devono produrre batterie.<br />

Lo stesso vale per i motori<br />

elettrici. Questo è piuttosto<br />

pesante per quanto riguarda<br />

il costo di acquisizione di<br />

un camion, così come per gli<br />

Oem».<br />

A questo punto il Ceo si concede<br />

una digressione sull’azienda.<br />

«Siamo nel settore del<br />

gas da decenni (Gpl, propano,<br />

gas naturale, biogas). Uno dei<br />

motivi per cui non si vedevano<br />

endotermici a idrogeno è<br />

che necessitano di un piccolo<br />

compromesso in termini di<br />

emissioni. In sostanza, i motori<br />

a idrogeno con accensione<br />

a scintilla presentano alcune<br />

sfide reali. Abbiamo deciso di<br />

studiare il modo in cui i nostri<br />

dispositivi Hpdi esistenti potessero<br />

essere adattate all’idrogeno.<br />

Abbiamo quindi preso<br />

un motore a gas naturale e<br />

iniziato a metterlo alla prova<br />

con l’idrogeno. I risultati sono<br />

stati buoni e li abbiamo pubblicati.<br />

Stiamo rispettando i<br />

limiti del motore: non c’è una<br />

superiore pressione nel cilindro<br />

né un differenziale termico<br />

più elevato. Abbiamo effettuato<br />

la calibrazione e aumentato la<br />

potenza di quasi il 20 per cento,<br />

la coppia di circa il 15 per<br />

cento e l’efficienza del 10 percento<br />

rispetto al motore diesel.<br />

Il nostro Hpdi a gas naturale<br />

ha sostanzialmente le stesse<br />

prestazioni del motore diesel,<br />

in termini di potenza, coppia<br />

ed efficienza. La combinazione<br />

di Hpdi e idrogeno ci ha<br />

permesso di aumentare le prestazioni<br />

del motore. Abbiamo<br />

già visto nei nostri laboratori<br />

che possiamo raggiungere 4-5<br />

punti percentuali di miglioramento<br />

dell’efficienza termica,<br />

che si traduce in una riduzione<br />

del 10 per cento circa del<br />

consumo del veicolo. La tecnologia<br />

Hpdi, indipendentemente<br />

dal carburante, offre la possibilità<br />

di funzionare come un<br />

diesel, ma utilizzando carburanti<br />

gassosi. Non si rinuncia<br />

a nessuna prestazione diesel.<br />

Il motore ad accensione spontanea<br />

a idrogeno, utilizzando<br />

la nostra tecnologia brevettata,<br />

avrà prestazioni migliori. I<br />

numeri sono ancora in fase di<br />

sviluppo, ma sappiamo qual è<br />

la tendenza. Crediamo che il<br />

motore a idrogeno con tecnologia<br />

Hpdi sia la strada da<br />

seguire».<br />

Ritiene che carburanti come<br />

il biogas o il biometano possano<br />

essere praticabili per il<br />

futuro dei trasporti?<br />

«Tutti i carburanti e le tecnologie<br />

che abbiamo menzionato<br />

finora avranno il loro posto<br />

nel mercato. La domanda<br />

è: quanto grande? Sono piuttosto<br />

entusiasta del biogas e<br />

sappiamo che ci sarà sempre<br />

più biogas disponibile. Non<br />

possiamo tollerare che queste<br />

molecole di metano si disperdano<br />

nell’atmosfera. Quindi,<br />

dovremmo catturarne sempre<br />

di più, trattarle e metterle nei<br />

camion. L’Hpdi è totalmente<br />

compatibile con il biogas».<br />

E le emissioni generate dai<br />

veicoli a idrogeno?<br />

«Quando parliamo di funzionamento<br />

a idrogeno, circa<br />

il 98 per cento dell’energia<br />

utilizzata proviene dall’idrogeno,<br />

il 2 per cento dal nostro<br />

carburante pilota, che<br />

può essere diesel, Hvo (sempre<br />

un carburante a base di<br />

carbonio, ma con riduzione<br />

negativa del carbonio) e così<br />

via. In futuro, potrebbe esserci<br />

un carburante pilota a zero<br />

emissioni di carbonio. Riteniamo<br />

che questo 2 per cento<br />

non sia un ostacolo, poiché i<br />

vantaggi dell’uso dell’idrogeno<br />

e dell’Hvo sono così<br />

enormi che non dovremmo<br />

bloccarci sul fatto che non<br />

sia “zero”. Stiamo lavorando<br />

con i principali produttori<br />

di sistemi di post-trattamento<br />

che condividono la nostra visione.<br />

Sarà vicino allo zero,<br />

ma è così basso che abbiamo<br />

persino difficoltà a misurarlo.<br />

Questo è il problema divertente<br />

dell’industria in questo<br />

momento: sta generando<br />

un’intera filiera che cerca di<br />

misurare il numero molto ridotto<br />

di emissioni che i veicoli<br />

equipaggiati con termici a<br />

idrogeno possono generare».<br />

I costruttori di camion non<br />

parlano molto dei loro test<br />

con i veicoli equipaggiati<br />

da endotermici a idrogeno.<br />

Inoltre, i nuovi arrivati nel<br />

mondo dei camion sembrano<br />

affidarsi alle celle a<br />

combustibile. Qual è la sua<br />

opinione in merito?<br />

«In questo momento sembra<br />

prevalere l’idea che i motori<br />

a combustione interna siano<br />

intrinsecamente cattivi, direi<br />

malvagi. Chi vuole eliminare i<br />

motori a combustione interna<br />

è un po’ come chi volesse eliminare<br />

l’energia. È ridicolo.<br />

Non possiamo far sì che questa<br />

voce domini la conversazione<br />

e anche i media dovrebbero<br />

aiutarci a farlo».<br />

30<br />

31


Stazionari<br />

Di biometano si sente<br />

parlare tanto, esorcismo<br />

a un inverno orfano del<br />

gas russo, invocato come fenomeno<br />

taumaturgico per ovviare<br />

all’obsolescenza dell’endotermico.<br />

Per capire come stanno<br />

veramente le cose, abbiamo<br />

partecipato al seminario “La<br />

tecnologia Etw per l’upgrading<br />

a biometano”, alla Marina di<br />

Genova, organizzato da Tonissi<br />

Power. Il biometano non è cosa<br />

per principianti e non è la panacea,<br />

ma potrebbe contribuire<br />

a quel mix energetico che costituisce<br />

l’unica via di fuga alla<br />

dipendenza dai gasdotti russi.<br />

Energia da rifiuti<br />

Stefano Sassone, per conto dei<br />

TONISSI POWER. Etw Energietechnik<br />

UPGRADING<br />

A BIOMETANO<br />

La tecnologia SmartCycle di Etw è stata al centro della giornata seminariale organizzata da<br />

Tonissi Power, che rappresenta l’azienda tedesca. Il respiro è stato molto più ampio della<br />

semplice evocazione di prodotto. Con appena il 2,6 per cento degli impianti di biometano<br />

sul totale europeo, l’Italia denuncia un’arretratezza che richiede interventi urgenti<br />

circa mille associati di Confindustria<br />

Cisambiente, coinvolti<br />

nella forsu e nella produzione<br />

di energia, ha parlato di valorizzazione<br />

energetica dei rifiuti<br />

e dei tre vettori derivati dalla<br />

matrice organica: biogas da<br />

discariche controllate (smaltimento);<br />

biometano (recupero);<br />

idrogeno verde (recupero).<br />

La valorizzazione dei rifiuti<br />

procede di pari passo con<br />

quella delle aree industriali<br />

dismesse per la creazione di<br />

centri di produzione, distribuzione<br />

e impiego su scala locale<br />

di idrogeno verde. Dal primo<br />

gennaio del prossimo anno il<br />

D.Lgs. n. <strong>11</strong>6/2020 obbligherà<br />

i comuni a raccogliere la frazione<br />

organica dei rifiuti solidi<br />

urbani, con lo spettro del<br />

sovraccarico che aleggia (per<br />

ora solo metaforicamente)<br />

nell’aria. Quando si ragiona di<br />

biometano, ci si aggrappa al<br />

Decreto 2 marzo 2018, che ha<br />

incentivato il combustibile da<br />

autotrazione. Un dispositivo di<br />

legge che denota già le prime<br />

rughe. Sono uscite due bozze<br />

di riforma, risalenti al novembre<br />

2021 e al gennaio <strong>2022</strong>,<br />

non ancora approdate a una<br />

elaborazione definitiva, principalmente<br />

per le contestazioni<br />

sulla sostanziale incapienza del<br />

sistema incentivante. Bisogna<br />

tenere presente che ad agosto<br />

<strong>2022</strong> l’UE ha approvato lo<br />

schema di incentivi proposto<br />

dal Ministero della Transizione<br />

Ecologica (MiTE). I principali<br />

pilastri del compromesso, agganciato<br />

ai principi di RePowerEU,<br />

sono i seguenti: 1,7<br />

miliardi di euro di incentivi,<br />

principalmente per la produzione<br />

di biogas connesso ad<br />

attività agricole; un contributo<br />

del 40 per cento sull’investimento;<br />

una tariffa incentivante<br />

sul biometano prodotto per 15<br />

anni. Prima dell’approvazione<br />

dello schema di incentivi (8<br />

agosto <strong>2022</strong>), il MiTE ha rilasciato<br />

un decreto direttoriale,<br />

che disciplina il regime transitorio.<br />

Tre i criteri applicativi:<br />

presentare la domanda entro<br />

30 giorni dall’entrata in vigore<br />

del Dm interpretativo e ottenere,<br />

entro il 31 dicembre <strong>2022</strong>,<br />

In questa<br />

foto, Antonio<br />

Martelli,sulla<br />

destra,<br />

responsabile di<br />

Tonissi Power, e<br />

Alessandro Airoldi,<br />

amministratore<br />

delegato di Ranieri<br />

Tonissi, durante<br />

la fase introduttiva<br />

ai lavori. A pagina<br />

33, Martelli insieme<br />

a Sergio Stagni.<br />

la qualifica a progetto dal<br />

Gse; l’autorizzazione alla costruzione<br />

e all’esercizio degli<br />

impianti rilasciata entro la data<br />

di entrata in vigore del Dm 5<br />

agosto; l’entrata in esercizio<br />

entro il 31 dicembre 2023.<br />

Biowaste to biomethane<br />

La palla passa a Federico Valentini,<br />

membro del Comitato<br />

tecnico del Cic, Consorzio di<br />

operatori del compostaggio e<br />

della fermentazione anaerobica,<br />

che gestisce il 70 per cento<br />

della forsu (biowaste) in Italia.<br />

Per capirci, si tratta della somma<br />

dei rifiuti biodegradabili,<br />

al 71,6 per cento provenienti<br />

da cucine e mense (forsu, il<br />

cosiddetto umido che, per chi<br />

non lo sapesse, è un’invenzione<br />

italiana), al 27,8 da sfalci,<br />

tagli e residui di parchi e giardini,<br />

e appena lo 0,6 per cento<br />

dai rifiuti dei mercati. Il frazionamento<br />

degli impianti vede<br />

rappresentati in misura quasi<br />

paritetica gli impianti di solo<br />

compostaggio (48,1%) e quelli<br />

di trattamento integrato anaerobico<br />

e aerobico (46,8%). La<br />

digestione anaerobica copre il<br />

5,1% della torta. Il 70% dell’anidride<br />

carbonica dei rifiuti di<br />

origine alimentare è inalato,<br />

mentre foglie e ramagli sono<br />

più stabili e tendono a diventare<br />

compost. Durante i primi<br />

20 giorni di fermentazione<br />

prevale il biometano che spinge<br />

in basso il digestato, che<br />

perde fermentabilità e favorisce<br />

il compostaggio. L’esito<br />

è l’inversione di un bilancio<br />

negativo in positivo, la riduzione<br />

dei tempi di processo<br />

e delle dispersioni odorigene,<br />

un compost più stabile. Su 30<br />

milioni di tonnellate, almeno<br />

10 milioni di rsu sono frazione<br />

organica. Attualmente se<br />

ne raccolgono 7, con l’obiettivo<br />

di arrivare a 9 milioni.<br />

Traducendo queste cifre “in<br />

soldoni”, cioè biometano, il<br />

traguardo è ambizioso: da 185<br />

milioni standard m 3 /anno a 1,1<br />

miliardi standard m 3 /anno.<br />

Biowaste to gas<br />

Con Francesco Di Maria,<br />

dell’Università degli Studi di<br />

Perugia, si ragiona di “wasteto-gas”.<br />

Il panorama degli<br />

impianti di biometano relega<br />

l’Italia nei bassifondi: nell’ottobre<br />

del 2021 risultavano attivi<br />

27 impianti, su 1.023 esistenti<br />

in Europa, per 220 Mmc/<br />

anno. Il processo di upgrading<br />

rimuove le impurità dei due<br />

flussi gassosi in uscita: biometano<br />

e CO 2<br />

. Il modo migliore<br />

per separare la CO 2<br />

dal biogas<br />

è tramite lo scrubbing, a una<br />

pressione di esercizio 6-10 bar,<br />

temperatura di 15-40°C e una<br />

purezza del biometano pari la<br />

96-98 per cento di CH 4<br />

. Esistono<br />

altri approcci, tramite<br />

sostanze chimiche, la separazione,<br />

mediante membrane e<br />

tecniche criogeniche, ma intendiamo<br />

soffermarci proprio<br />

sull’upgrading.<br />

Upgrading: Etw<br />

In questo caso intervengono<br />

Oliver Jende e Alexander Szabo,<br />

di Etw Energietechnik, dal<br />

2010 titolare di una tecnologia<br />

brevettata. Oltre 500 progetti,<br />

350 MW e 21.500 Nm 3 di potenza<br />

installata, risale all’anno<br />

scorso il primo impianto in<br />

Nord America (Canada, Alberta).<br />

È in fase di realizzazione<br />

un impianto da 32 MWe a<br />

Duisburg, in Germania. Quelli<br />

di Etw processano qualsiasi<br />

tipo di biogas, avvalendosi di<br />

compressori oil-free, per evitare<br />

qualsiasi contaminazione. Il<br />

biogas è inserito ad una pressione<br />

di 3-4 bar attraverso letti<br />

ad adsorbimento, processo che<br />

collega la CO 2<br />

alla superficie,<br />

mentre il CH 4<br />

non è trattenuto.<br />

Dopo la saturazione degli elementi<br />

di adsorbimento, la CO 2<br />

sarà aspirata attraverso un processo<br />

sottovuoto.<br />

Tra gli elementi processuali<br />

che distinguono il cosiddetto<br />

SmartCycle dell’azienda tedesca<br />

citiamo la bassa pressione<br />

di funzionamento, a 3 barg;<br />

l’alienazione dalle problematiche<br />

insiste alla lubrificazione,<br />

basti pensare all’utilizzo<br />

di viti a compressione senza<br />

olio e l’assoluta mancanza di<br />

questo nella parte di condensazione;<br />

la protezione del letto<br />

molecolare (in assenza di nebbie<br />

d’olio). Infine, il turn-down<br />

30-100 e l’efficienza energetica<br />

anche in presenza di carico<br />

parziale (es. da 0,15 a 0,21<br />

kWh/Nm³). Senza considerare i<br />

benefici sull’adsorbente (la tecnologia<br />

ad adsorbimento risale<br />

agli anni ’70 e si è progressivamente<br />

imposta come egemone),<br />

che dichiara una “aspettativa<br />

di vita” superiore ai 15 anni,<br />

e i costi di sostituzione stimati<br />

nell’8 per cento. Concludiamo<br />

con un volto noto, nella duplice<br />

veste di divulgatore allo stand<br />

Tonissi Power, al mcTer e a<br />

Key Energy, e di oratore seminariale.<br />

Noi parliamo di Sergio<br />

Stagni, lui ci parla di un paio<br />

di casi studio. Recuperiamo gli<br />

atti del secondo, la centrale di<br />

recupero totale di rifiuti di San<br />

Zeno, nell’aretino.<br />

Forsu<br />

Avviato nel 2000 è costituito<br />

da una linea di compostaggio<br />

e di trasformazione delle<br />

potature in ammendante per<br />

l’agricoltura biologica, una di<br />

selezione meccanica e trattamento<br />

biologico, una di recupero<br />

energetico degli scarti,<br />

una linea di teleriscaldamento<br />

per il recupero dei cascami<br />

termici, da una di produzione<br />

di cippato di legno vergine e,<br />

infine, da una linea di digestione<br />

anaerobica con produzione<br />

di biometano e recupero della<br />

CO 2<br />

. Ci soffermiamo sul digestore<br />

anaerobico, in corso di<br />

realizzazione, che processerà<br />

circa 35.000 t/anno di matrici<br />

organiche ricavando circa<br />

2.000.000 di Nm 3 di biometano<br />

e separando, nel processo<br />

di purificazione del biogas, la<br />

CO 2<br />

da utilizzare per scopi tecnici.<br />

L’impianto sarà costituito<br />

da 10 digestori anaerobici,<br />

biocelle, che verranno attivati<br />

ciclicamente ed in maniera sequenziale,<br />

ad intervalli di circa<br />

tre giorni l’uno dall’altro con<br />

impianto a regime, e che garantiranno<br />

un processo di tipo<br />

mesofilo ed una durata del<br />

trattamento per il rifiuto contenuto<br />

in ogni singola biocella<br />

da un minimo di 28 giorni ad<br />

un massimo di 30. A valle del<br />

digestore ci sarà la sezione di<br />

upgrading del biogas (che in<br />

ingresso ha concentrazioni di<br />

biometano di circa il 45 per<br />

cento in volume), in modo<br />

da ottenere una percentuale<br />

di biometano compatibile con<br />

l’immissione in rete ed il relativo<br />

recupero della CO 2<br />

.<br />

32<br />

33


CONFRONTO. 30 litri per i mega yacht<br />

LO SI È VISTO A CANNES<br />

30 litri diportistici<br />

C’È STATO UN CAMBIO<br />

DI ROTTA<br />

Ed è quello di Man, che affianca alla istituzionale canna da due litri una versione<br />

maggiorata che si spinge quasi a 30 litri di cubatura e prende il largo nella eterna disfida<br />

con Caterpillar e mtu. Il V12X di Man Engines fa incetta di indici, compreso quello <strong>Diesel</strong>,<br />

e si dimostra capace di 2.200 cavalli e 7.350 Nm. Il 12 cilindri è pronto per l’ibridizzazione<br />

Se fosse una serie di<br />

Netflix probabilmente<br />

sarebbe “Il Trono di spade”.<br />

Senza il contorno di colpi<br />

bassi, intrighi e atmosfere fantasy,<br />

questa serie tv corrisponde<br />

comunque a quello che il<br />

sociologo americano Talcott<br />

Parsons chiamerebbe “need<br />

for achievement”. In sintesi,<br />

è la cristallina espressione di<br />

quella competizione a tre che<br />

PLAFONATI A 30 LITRI<br />

si è scatenata sulla scia dei<br />

2.000 cavalli marini. Il terzetto<br />

è composto da Caterpillar,<br />

Man e mtu e da una decina<br />

d’anni gioca al rialzo, a colpi<br />

di 100 cavalli o giù di lì. Tutto<br />

ebbe inizio a Friedrichshafen,<br />

anzi a Cannes, dove mtu nel<br />

2014 decise di inserirsi prepotentemente<br />

con il V2000<br />

M96, segmentato a 10, 12 e<br />

16 cilindri. Un concentrato di<br />

“delicatessen” tecnologiche,<br />

quali il triplice turbo sequenziale,<br />

il raddoppio degli stadi<br />

di raffreddamento (inter- e<br />

after-cooler) e della filtrazione<br />

dell’aria e la ristilizzazione<br />

degli ugelli del common<br />

rail Bosch e della pompa di<br />

iniezione firmata L’Orange.<br />

Man non si è rassegnata alla<br />

prova muscolare dei conterranei<br />

e ha alzato l’asticella del-<br />

la potenza da 1.800 a 1.900<br />

cavalli e successivamente a<br />

2.000, plafonandosi sulle prestazioni<br />

dell’alto di gamma.<br />

E Caterpillar? Gli americani<br />

hanno rilanciato due anni or<br />

sono, in pieno Covid, con una<br />

reingegnerizzazione, applicata<br />

al C32, in grado di mettere<br />

alla frusta i 2.000 cavalli fino<br />

all’8 per cento del tempo di<br />

navigazione. La densità di po-<br />

Marca CATERPILLAR MAN MTU<br />

Modello C32B V12X 12 V2000 M96X<br />

CARTA D’IDENTITÀ<br />

A x C mm - C/A 145 x 162 - 1,12 138 x 165 - 1,20 135 x 156 - 1,16<br />

N. cilindri - litri 12 - 32,10 12 - 29,61 12 - 26,79<br />

Potenza intermittente kW - rpm 1491 - 2.300 1618 - 2.300 1472 - 2.450<br />

Pme bar 24,7 29,1 27,4<br />

Velocità lineare pistone m/s 12,4 12,7 12,7<br />

Coppia max Nm - rpm 5.488 - 1.400 7.350 - 1.200 5566 - 1.300<br />

Pme a coppia max bar 21,9 31,8 26,6<br />

Riserva di coppia % 26,8 35,4 27,8<br />

Coppia a potenza max Nm 6.194 6.713 5.733<br />

% Potenza a coppia max (kW) 54 (805) 57,10 (924) 51,50 (758)<br />

Arco di utilizzo giri 900 1.100 1.150<br />

tenza raggiunse picchi prima<br />

inesplorati in ragione delle<br />

logiche di controllo della centralina<br />

Adem 6 Ecm e della<br />

fasatura del ciclo di iniezioni.<br />

Ma non finisce qui, perché,<br />

come abbiamo anticipato nel<br />

reportage da Cannes e nell’incipit<br />

di questo confronto, Man<br />

ha deciso di cambiare marcia<br />

e di ridisegnare completamente<br />

la canna.<br />

Una canna tutta nuova<br />

L’alesaggio si allarga di 10<br />

millimetri, passando da 128<br />

a 138 millimetri; la corsa<br />

sale da 157 a 165 millimetri.<br />

Si tratta quindi dell’affiancamento<br />

della leggendaria canna<br />

da 2 litri, uno degli archetipi<br />

dell’industria motoristica e<br />

portabandiera di Norimberga<br />

tra le applicazioni marine e<br />

industriali heavy-duty. In termini<br />

di cubatura Man slitta<br />

quindi in posizione mediana,<br />

avvicinandosi ai 32 litri di<br />

Cat. Il ritratto che emerge dal<br />

prospetto è inequivocabilmente<br />

premiante per il leone marino.<br />

Eccezione a sé per la potenza<br />

specifica, che conferma<br />

il primato di mtu, seppure di<br />

pochissimi decimali. Tutt’altra<br />

musica quando a 1.200<br />

giri si intrecciano le due curve<br />

(l’attacco più a basso regime<br />

tra questi tre) e ci si accorge<br />

dei circa 1.800 Newtonmetro<br />

di differenza. Considerando<br />

una media approssimativa di<br />

5.550 Nm per Cat e mtu, la<br />

differenza ammonta al 25 per<br />

cento. Anche la coppia specifica<br />

primeggia, con uno scarto.<br />

Sensibilmente maggiore<br />

con il C32 rispetto a quanto si<br />

registra con il V2000 M96X.<br />

Da non sottovalutare anche<br />

gli sforzi per limare gli sbalzi,<br />

soprattutto in altezza, e il<br />

peso a nudo, che consentono<br />

al V12X di guardare i concorrenti<br />

dall’alto sia in termini<br />

di ingombri che di rapporto<br />

tra massa e potenza. I valori<br />

espressi dagli indici sono un<br />

coro univoco a favore della<br />

canna da 2,47 litri. Non ultimo,<br />

l’indice <strong>Diesel</strong>. Soffermiamoci<br />

proprio sul “best in<br />

class”. Quella “X” in fondo<br />

alla sigla ammicca a “next generation”,<br />

mentre restano inalterate<br />

le indicazioni, peraltro<br />

intuitive, dell’architettura: 12<br />

cilindri a V.<br />

Werner Kübler<br />

«I motori Man sono sinonimo<br />

di robustezza. Ecco perché<br />

anche per il Man V12X<br />

sono state adottate numerose<br />

misure per garantire questo<br />

elevato standard di durata e<br />

affidabilità, ma anche di sicurezza<br />

per il futuro», spiega<br />

Werner Kübler, responsabile<br />

dell’ingegneria di Man En-<br />

Mare<br />

NELLO SPECIFICO<br />

Potenza kW/litro 46,4 54,6 54,9<br />

Coppia Nm/litro 170,9 248,1 207,7<br />

Potenza areale kW/dm 2 75,23 90,14 85,68<br />

METRO E BILANCIA<br />

Peso kg 3.075 2.720 2.850<br />

L x W x H mm 2.106x1.482x1.422 2.235x1.250x1.320 1.847x1.293x1.414<br />

Ingombro m 3 4,44 3,69 3,38<br />

Massa/potenza kg/kW 2,1 1,7 1,9<br />

Densità globale kg/litri 95,8 91,8 106,4<br />

Densità di potenza kW/m 3 335,8 438,5 435,5<br />

Densità assoluta t/m 3 0,69 0,74 0,84<br />

Densità relativa litri/m 3 7,23 8,03 7,93<br />

INDICI<br />

ELASTICITÀ 12,4 15,3 15,2<br />

PRESTAZIONI 7,3 9,3 8,3<br />

SOLLECITAZIONE <strong>11</strong>,4 14,8 13,1<br />

LEGGEREZZA 16,4 14,2 16,5<br />

COMPATTEZZA 3,3 5,2 4,9<br />

DIESEL INDUSTRIALI 8,1 9,1 8,6<br />

BAUDOUIN 12M26.3<br />

Oltre a incassare il<br />

consenso dei costruttori<br />

di gruppi di potenza per<br />

applicazioni terrestri,<br />

Baudouin rimane un<br />

marchio di riferimento<br />

nel commerciale. Ne<br />

abbiamo avuto recente<br />

conferma all’Smm.<br />

Il motore qui sulla<br />

destra, il 12M26.3, è<br />

scomparso da qualche<br />

anno dall’usuale<br />

collocazione al Cannes<br />

Yachting Festival.<br />

Questo non significa<br />

che non sia disponibile<br />

per il diporto, anzi, ma<br />

che la sua vocazione<br />

primaria rimane per<br />

i pescherecci e altre<br />

applicazioni da lavoro.<br />

Motore superquadro<br />

(AxC 150x150 mm),<br />

12 cilindri da 31,8 litri,<br />

è capace di 1.103 e<br />

1.214 chilowatt a 2.400<br />

giri (in base al ciclo di<br />

lavoro, rispettivamente<br />

entro le 1.000 e le<br />

3.000 ore) e di una<br />

coppia nominale di<br />

4.831 Newtonmetro.<br />

Il common rail da 1.800<br />

bar è della Bosch,<br />

come la centralina e<br />

l’idraulica, del tipo a<br />

ridondanza elettronica.<br />

34<br />

35


gines. Tra le altre cose, come<br />

riferisce scrupolosamente il<br />

costruttore bavarese, lo spessore<br />

delle pareti del basamento<br />

è stato aumentato in punti<br />

significativi, il collegamento<br />

dei bulloni tra la parte superiore<br />

e quella inferiore del<br />

basamento è stato ottimizzato<br />

ed è stato installato un nuovo<br />

albero a gomiti con cuscinetti<br />

di diametro maggiore. Grande<br />

attenzione viene data anche<br />

ai risultati di numerose prove<br />

al banco con relativi lunghi<br />

tempi di funzionamento e<br />

all’esperienza acquisita con le<br />

prove in acqua presso i clienti.<br />

Inoltre, i risultati del motore a<br />

gas stazionario E3872, sviluppato<br />

in parallelo, ne completano<br />

lo sviluppo. La controparte<br />

per la generazione di energia<br />

e calore si basa sullo stesso<br />

motore di base ed è stata presentata<br />

per la prima volta alla<br />

fine del 2021.<br />

Generazione X<br />

Questa “generazione X” di<br />

propulsori diportistici non<br />

ha lesinato le precauzioni, di<br />

fronte alle sollecitazioni, foriere<br />

di usura. Quindi questa<br />

taratura del Man V12X è stata<br />

concepita per una quota a pieno<br />

carico fino al 20 per cento.<br />

Di nuovo conio sia la pompa<br />

del liquido di raffreddamento<br />

e che l’alloggiamento del<br />

termostato, che garantiscono<br />

un’alimentazione del liquido<br />

di raffreddamento adeguata<br />

alla lunga durata del motore.<br />

Il motore è inoltre disponibile<br />

con un sistema di raffreddamento<br />

esterno opzionale, in<br />

alternativa al circuito chiuso<br />

del refrigerante. La rinnovata<br />

testata del V12X, anch’essa<br />

notevolmente ottimizzata in<br />

termini di flusso e raffreddamento,<br />

è stata progettata per<br />

raggiungere lo stesso obiettivo<br />

di sviluppo. Inoltre, anche l’alimentazione<br />

dell’olio è stata<br />

modificata rinnovando completamente<br />

il circuito, con le<br />

pompe e i raffreddatori dell’olio,<br />

oltre a ottimizzare il flusso.<br />

Prima marina per l’Hva<br />

Nel V12X Man Engines ha<br />

attinto per la prima volta su<br />

un motore marino a un dispositivo<br />

in voga sulle applicazioni<br />

industriali, la regolazione<br />

idraulica del gioco<br />

delle valvole (Hva, nella sigla<br />

anglofona). Si elimina così la<br />

necessità di controllare e regolare<br />

il gioco delle valvole e<br />

si tutelano le punterie. Chiaramente<br />

il common rail ha giocato<br />

un ruolo fondamentale<br />

sotto l’aspetto prestazionale,<br />

con una pressione di iniezione<br />

di 2.200 bar, di concerto<br />

con la rinnovata centralina<br />

del motore.<br />

Il post-trattamento dei gas di<br />

scarico permette di soddisfare<br />

i requisiti Imo Tier III. Il<br />

sistema modulare, Ega nella<br />

nomenclatura Man, consente<br />

diverse possibilità di installazione,<br />

in quanto i singoli<br />

componenti del catalizzatore<br />

Scr possono essere posizionati<br />

in modo diverso, consentendo<br />

un’integrazione flessibile del<br />

sistema. Il V12X è disponibile<br />

anche in combinazione con<br />

il sistema ibrido proprietario,<br />

presentato sempre a Cannes,<br />

lo scorso anno, la “Man Smart<br />

Hybrid Experience” (vedi box).<br />

Mikael Lindner<br />

«In una prima fase, utilizziamo<br />

soluzioni esistenti come le<br />

tecnologie a idrogeno a doppia<br />

alimentazione o il diesel<br />

rigenerativo per ridurre le<br />

emissioni di CO 2<br />

. Il nostro sistema<br />

ibrido, la “Man Smart<br />

Hybrid Experience”, offre un<br />

punto di ingresso nell’elettrificazione<br />

delle trasmissioni marine,<br />

anche per il Man V12X.<br />

Per il futuro, continueremo ad<br />

avvalerci dell’esperienza del<br />

gruppo e a sviluppare ulteriormente<br />

soluzioni adatte ai<br />

nostri clienti», afferma Mikael<br />

Lindner, responsabile di Man<br />

Engines. Il V12X-2200, nella<br />

taratura da 1.618 chilowatt<br />

sarà disponibile a partire dalla<br />

metà del 2024.<br />

Smart Hybrid Experience<br />

L’ibrido consente di non rinunciare<br />

ai punti di forza dell’elettrico: un<br />

più razionale impiego dell’energia<br />

(soprattutto ai bassi carichi e nei<br />

momenti di standby) e la possibilità<br />

di operare ad emissioni (anche<br />

acustiche) zero, senza rinunciare però<br />

all’affidabilità, autonomia ed efficienza<br />

del diesel. La potenza nominale parte<br />

dai 290 chilowatt a 1.800 giri del 6<br />

cilindri i6D2676 LE487 in versione<br />

heavy-duty per arrivare ai 1.471<br />

chilowatt del D2862 LE496 V12-2000 a<br />

2.300 giri ma con taratura light-duty.<br />

Sul fronte elettrico, invece, troviamo<br />

un motogeneratore a magnete<br />

permanente (Pmsm), anzi due con<br />

potenza nominale di 184 o 368 kW.<br />

Lunghi, rispettivamente 160 mm e<br />

320 mm e con un diametro di 560<br />

mm, sono posizionati direttamente<br />

sul gruppo cambio-inversore tramite<br />

una frizione elettromagnetica, che<br />

consente il passaggio tra le varie<br />

modalità di funzionamento senza<br />

soluzione di continuità ed in assoluto<br />

confort. Tale configurazione semplifica<br />

enormemente la collocazione dei<br />

motopropulsori nella sala macchine,<br />

aumenta l’affidabilità ed evita il<br />

ricorso a discutibili accoppiamenti<br />

tra motore termico e motore elettrico<br />

con benefici in termini di affidabilità,<br />

silenziosità, ingombri e masse. Man<br />

ha ottimizzato il dimensionamento e<br />

la collocazione delle batterie al litio,<br />

il percorso delle linee di potenza ad<br />

alta tensione (tensione nominale pari<br />

a 600V) e l’integrazione con gli altri<br />

sistemi di bordo. Particolare attenzione<br />

viene posta alla personalizzazione dei<br />

software di gestione e, in particolare,<br />

del Bms e, soprattutto,<br />

dell’Ems (Energy<br />

Management<br />

System).<br />

Combinando<br />

le due potenze<br />

elettriche<br />

disponibili con le<br />

varie tarature dei<br />

motori, la gamma<br />

ibrida è in grado<br />

di spaziare tra 474 e 1.838 chilowatt,<br />

con un livello di ibridazione (cioè di<br />

incidenza della potenza elettrica su<br />

quella totale) che può arrivare al 56<br />

per cento.<br />

Quattro le modalità di navigazione.<br />

La zero emission, condizionata solo<br />

dalla capacità del pacco batterie<br />

e, in ogni caso, dalla potenza<br />

erogata. Il cosiddetto cross over,<br />

per configurazioni almeno duali, in<br />

cui il motore assicura la spinta e il<br />

motore elettrico è disaccoppiato. Il<br />

secondo motore, viceversa, si limita ad<br />

azionare il motore elettrico in modalità<br />

generatore per azionare i servizi di<br />

bordo e, eventualmente, ricaricare le<br />

batterie. In modalità boost, invece,<br />

l’elettrico assicura una risposta più<br />

rapida o un aiuto nei transitori o in<br />

caso di mare formato o, ancora, un<br />

significativo boost di potenza.<br />

È anche possibile l’utilizzo tradizionale,<br />

con il motore o i motori diesel<br />

dedicati totalmente alla propulsione<br />

in navigazione. Anche se la potenza<br />

disponibile per i motogeneratori è<br />

ridotta rispetto al cross over, anche<br />

in questo caso possono caricare le<br />

batterie, evitando così di accendere<br />

il gruppo elettrogeno. Infine, per un<br />

utilizzo tipicamente leisure, quando la<br />

barca non è in movimento, è possibile<br />

selezionare la modalità hotel.<br />

Tornando alle batterie, due le modalità<br />

di ricarica: la classica plug-in in<br />

banchina, condizionata dall’inverter di<br />

bordo (ma ci sarà anche la modalità DC<br />

ultra-rapida) e la possibilità di ricarica<br />

durante la navigazione.<br />

CATERPILLAR<br />

MAN<br />

ROLLS-ROYCE<br />

36<br />

37


POWERTRAIN<br />

POWERTRAIN<br />

POWERTRA<br />

Mare<br />

«Ogni motore diesel potrà essere selezionato con tre taglie di motore<br />

elettrico in un range che, per l’intera gamma, potrà variare tra 50 e 250 kWe».<br />

La modularità è anche questo, in casa Fpt Industrial, come ci ha spiegato<br />

Guglielmo Tummarello in merito all’ibrido a quattro mani con Vulkan<br />

38<br />

FPT INDUSTRIAL. L’ibrido di Cannes<br />

APPROCCIO<br />

A MATRICE<br />

Il nostro abituale mentore<br />

della narrazione marina di<br />

Fpt Industrial è Guglielmo<br />

Tummarello. Anche a Cannes<br />

ci ha fornito la chiave di lettura<br />

dell’ibrido confezionato a<br />

quattro mani con Vulkan.<br />

«Esponiamo il C16 1000, che<br />

ha visto i natali proprio a Cannes,<br />

nel 2018, e ci ha consentito<br />

di conquistare nuove fette<br />

di mercato anche al di fuori<br />

dell’Europa. La versione del<br />

6 cilindri in linea è quella top<br />

rating, da 1.000 cavalli, per<br />

applicazioni light commercial.<br />

La sua più recente evoluzione è<br />

stata l’815 cavalli a 2.000 giri<br />

invece di 2.300, per favorire il<br />

matching con l’elica su imbarcazioni<br />

che hanno un profilo<br />

di carico superiore. Il C9 650<br />

Evo è l’altro motore che ci rappresenta<br />

in questo stand, arricchito<br />

del modulo ibrido. Vulkan<br />

si occupa dell’integrazione<br />

elettrica, compreso l’accoppiamento<br />

con motore elettrico<br />

in linea, quindi montato sulla<br />

campana del motore, da 200<br />

chilowatt, e ci ha coadiuvato<br />

nel venire incontro alle richieste<br />

dei cantieri: una soluzione<br />

il più compatta possibile dal<br />

punto di vista longitudinale.<br />

Siamo riusciti a limitare entro<br />

una quarantina di centimetri<br />

la lunghezza dell’intero modulo<br />

ibrido composto da motore<br />

elettrico, due giunti elastici,<br />

flange di adattamento e frizione,<br />

che serve per disaccoppiare<br />

il termico dall’elettrico. In<br />

termini di potenza erogata la<br />

soluzione esposta è addirittura<br />

superiore ai requisiti standard.<br />

Questo significa che potremmo<br />

assecondare richieste di una<br />

compattezza ancora più accentuata,<br />

riducendo anche gli<br />

ingombri del motore elettrico<br />

laddove, come nella maggior<br />

parte dei casi, la taglia del<br />

motore elettrico possa essere<br />

ridotta. Il sistema si completa<br />

con inverter e batterie mentre<br />

l’interfaccia per il comandante<br />

conserva i display Simrad, arricchiti<br />

delle informazioni sulla<br />

modalità di utilizzo e sullo<br />

stato di carica della batteria.<br />

Essendo un concetto modulare<br />

e scalabile lo applicheremo<br />

allo stesso motore con diverse<br />

taglie di motore elettrico e ad<br />

altri motori Fpt. Avremo una<br />

famiglia ibrido parallela sui<br />

Nef e sui Cursor, in base alle<br />

esigenze degli armatori. Con<br />

Vulkan abbiamo sviluppato<br />

un’architettura che si fonda<br />

su componenti e tecnologie<br />

esistenti, quindi implementabile<br />

e disponibile fin da subito.<br />

Nostro obiettivo è assicurare<br />

all’armatore la massima flessibilità<br />

di utilizzo, e la possibilità,<br />

navigando in full electric,<br />

di accedere ad aree altrimenti<br />

inaccessibili per la propulsione<br />

convenzionale.<br />

La nautica procede verso l’integrazione<br />

di fonti di energia<br />

a bordo che devono essere<br />

flessibili e diversificate. Ragionando<br />

in prospettiva, l’elettrico<br />

potrebbe essere alimentato da<br />

batterie, da una fuel cell oppure<br />

dialogare con un termico alimentato<br />

a metanolo o da altri<br />

combustibili alternativi».<br />

E le fasce di potenza?<br />

«La proposta Fpt sarà declinata<br />

con un approccio a matrice:<br />

ogni motore diesel potrà<br />

essere selezionato con tre taglie<br />

di motore elettrico in un range<br />

che, per l’intera gamma, potrà<br />

variare tra 50 e 250 kWe».<br />

Anche l’ibrido è ridondante?<br />

«Entrambi i motori di un’imbarcazione<br />

twin-engine richiedono<br />

una soluzione ibrida,<br />

per consentire all’armatore di<br />

spegnere il diesel e alimentare<br />

il motore elettrico tramite<br />

batterie o celle a combustibile.<br />

Come accade in applicazioni<br />

veicolari, qualora la batteria si<br />

dovesse scaricare, si passa di<br />

nuovo al diesel, ma il surplus di<br />

potenza non richiesta dall’elica<br />

contribuisce ad attivare il motore<br />

elettrico come generatore,<br />

garantendo di fatto una modalità<br />

di ricarica in navigazione».<br />

BAUDOUIN<br />

20M33<br />

POWERTRAIN<br />

Face to face with Baudouin - FPT Smart Hybrid Energy Hub -<br />

Bergen & Langley - Green AG in USA - Alternative Cummins -<br />

Comparison: 13 litre truck - Cat IPU & Perkins IOPU - UFI Filters<br />

PERKINS<br />

5000<br />

Perkins 5000 Series - NGV Powertrain, ethanol and methanol -<br />

Sustainability according to Scania - Comparison 6.7 liter<br />

AGNOSTIC<br />

engines - Fish-Eye: Fendt and MAN - Bonfiglioli Evo<br />

feeling<br />

IAA: FPT Industrial, Cummins and Weichai - Bauma previews<br />

PG: microgrid by Cummins, mtu, Isotta Fraschini 12V170 G -<br />

Beyond Iveco Group - Boat Shows: SMM and Cannes<br />

POWERTRAIN<br />

SMALL BIG<br />

winner<br />

VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com<br />

www.diesel-international.com<br />

www.dieseloftheyear.com<br />

ISSN 0042<br />

Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />

Poste Italiane Inc. – Mail subscription<br />

D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />

DIESEL SUPPLEMENT<br />

March <strong>2022</strong><br />

Kohler wins <strong>Diesel</strong> of the Year for the third time - Scania<br />

Super puts ICE back in the lead on the road - Cat and CHP -<br />

Cummins acquisitions summary - Interview with Allison<br />

VADO E TORNO EDIZIONI<br />

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ISSN 0042<br />

A FUEL<br />

Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />

Poste Italiane Inc. – Mail subscription<br />

D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />

DIESEL SUPPLEMENT<br />

July <strong>2022</strong><br />

brave choice<br />

VADO E TORNO EDIZIONI<br />

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ISSN 0042<br />

MAN likes dual fuel with hydrogen - Report from Venice Boat<br />

Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />

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D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />

DIESEL SUPPLEMENT<br />

November <strong>2022</strong><br />

Show - Rolls-Royce PG Symposium: Our first impressions -<br />

Yanmar and Lyman-Morse - OXE & Cox - FPT Industrial outlook<br />

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Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />

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May <strong>2022</strong><br />

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ISSN 0042<br />

Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />

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D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />

DIESEL SUPPLEMENT<br />

September <strong>2022</strong>


Mare<br />

Vi abbiamo lasciati con<br />

la stretta di mano tra<br />

Massimo Perotti, Ceo<br />

di Sanlorenzo, e Gianluca<br />

Bononi, Managing Director<br />

Rolls-Royce Solutions Italia,<br />

deputy Vice President<br />

Rolls-Royce Power Systems<br />

Marine. Ripartiamo da qui,<br />

a Cannes, trasferendoci però<br />

direttamente allo stand mtu.<br />

Oltre a Bononi è presente Nicola<br />

Camuffo, direttore Yacht<br />

Competence Centre e Head<br />

Yacht Application Engineering.<br />

Facciamo ora un breve<br />

passo indietro, all’anno scorso,<br />

quando Rolls-Royce ha<br />

confermato la volontà di essere<br />

completamente “carbon<br />

neutral” nel 2050.<br />

Quei “sintetici “ 4000<br />

Bononi: «Rolls-Royce intende<br />

essere pioniera della sostenibilità<br />

e assecondare una<br />

richiesta di mercato che si<br />

sta facendo sempre più forte.<br />

Dall’inizio del 2023 i nostri<br />

motori più popolari per applicazioni<br />

marine, come la serie<br />

2000 e la serie 4000, saranno<br />

certificati per l’utilizzo di carburanti<br />

sintetici, i cosiddetti e-<br />

fuel, secondo lo standard EN<br />

15940. Sono stati ampiamente<br />

testati, senza alcuna modifica,<br />

anche in California, da Golden<br />

Gate Ferry Operator, con<br />

risultati eccezionali. Nel 2025<br />

avremo le prime consegne di<br />

fuel cell di produzione seriale.<br />

Dall’anno scorso, alcune<br />

si trovano in esercizio nel<br />

quartier generale di Friedrichshafen.<br />

Stiamo discutendo<br />

in merito alle prime installazioni<br />

pilota da clienti di applicazioni<br />

stazionarie. Nel 2030<br />

l’intero portafoglio prodotti<br />

deve consentire la riduzione<br />

del nostro carbon footprint<br />

pari al 35 per cento rispetto<br />

ai valori assoluti di emissione<br />

del 2019. Dal momento che<br />

l’azienda intende proseguire<br />

nel percorso di crescita dei<br />

volumi, si tratta a tutti gli effetti<br />

di una riduzione nell’ordine<br />

del 50 per cento. Infine,<br />

nel 2050, qualsiasi divisione<br />

di Rolls-Royce Power Systems<br />

deve raggiungere l’obiettivo<br />

Net Zero». Come arrivarci?<br />

Spiega Bononi: «Spesso ci<br />

mtu Cannes. metanolo e alternativi<br />

QUANDO ZERO<br />

E’ UN BEL VOTO<br />

Net Zero è il traguardo fissato da Rolls-Royce al 2050. Quindi zero<br />

emissioni di carbonio e sostanze clima alteranti. Gianluca Bononi<br />

e Nicola Camuffo hanno approfondito il tema dell’accordo con<br />

Sanlorenzo e declinato le strategie di decarbonizzazione nel diporto<br />

si trova di fronte alla necessità,<br />

soprattutto nell’ambito<br />

commerciale, di attivare i<br />

generatori anche nelle marine,<br />

perché applicazioni come<br />

navi da crociera, traghetti e<br />

giga-yacht non sono in grado<br />

di alimentarsi dalle banchine.<br />

Dobbiamo agire, necessità<br />

che sentiamo impellente,<br />

per migliorare l’efficienza e<br />

ridurre le emissioni di anidride<br />

carbonica, anche seguendo<br />

un approccio più efficace<br />

alla CO 2<br />

nel ciclo completo.<br />

Il nostro target è portare il<br />

nostro portafoglio prodotti<br />

al Net Zero anche nel settore<br />

marino».<br />

Camuffo: «Come sapete, abbiamo<br />

annunciato un’installazione<br />

pilota del motore a<br />

metanolo in collaborazione<br />

con Sanlorenzo. Abbiamo derivato<br />

questa versione dalla<br />

serie 4000 a gas, per motivi<br />

di comunanza tecnologica.<br />

Nel ventaglio di combustibili<br />

per uso marino, il metanolo è<br />

quello che più assomiglia al<br />

gasolio in termini di densità<br />

di energia e semplicità di<br />

stoccaggio. È pure quello che<br />

promette la maggiore disponibilità;<br />

stiamo affrontando lo<br />

sviluppo della catena logistica<br />

con i fornitori. Finora abbiamo<br />

ragionato di metanolo<br />

grigio, di derivazione fossile,<br />

utilizzato come combustibile<br />

ponte fino alla disponibilità<br />

del metanolo verde, cioè da<br />

fonti rinnovabili. L’idrogeno<br />

presenta problemi di stoccaggio<br />

apparentemente insormontabili,<br />

almeno per la<br />

navigazione a lungo raggio.<br />

Il metanolo è prodotto dall’idrogeno,<br />

costituisce quindi<br />

un secondo grado di sintesi.<br />

L’aspettativa è che diventi<br />

più conveniente in corrispon-<br />

denza del lievitare dei volumi<br />

produttivi. Nel 2026 l’area del<br />

Mediterraneo e gli Stati Uniti<br />

dovrebbero essere coperti. È<br />

chiaro che questo è un viaggio<br />

che si intraprende in compagnia<br />

di altri, come i produttori<br />

di carburante, con un<br />

occhio alla marina mercantile.<br />

Tre anni fa alla domanda<br />

“quale sarà il futuro dello<br />

yachting?” le risposte erano<br />

molteplici, ora abbiamo raggiunto<br />

un discreto consenso<br />

su questo step tecnologico».<br />

Bononi: «Tra le soluzioni esistenti,<br />

il motore a gas metano<br />

ha risolto in origine alcune<br />

delle sfide tecnologiche. Uno<br />

degli aspetti delicati riguarda<br />

il fatto che il metanolo<br />

non abbia le caratteristiche<br />

lubrificanti del gasolio. Questo<br />

aspetto fa sì che la parte<br />

legata all’iniezione sia assolutamente<br />

sfidante».<br />

Camuffo: «Un aspetto che<br />

stiamo tenendo d’occhio, e<br />

che guiderà anche la scelta<br />

dei cicli che adotteremo, riguarda<br />

l’allestimento di un<br />

motore che deve essere pulito<br />

allo scarico senza bisogno<br />

di post-trattamento. Il nostro<br />

obiettivo è infatti di non rendere<br />

ancor più problematico<br />

un passo che è di per sé complesso».<br />

E l’iniezione?<br />

Bononi: «Più si alza la pressione<br />

d’iniezione, più si stressano<br />

le parti metalliche delle<br />

pompe. Rolls-Royce Power<br />

Systems tiene a banco prova<br />

dei simulatori con i cilindri<br />

della serie 4000, alimentati a<br />

metanolo; quindi… mtu deve<br />

confermarsi apripista, come<br />

nel 1996, quando introdusse il<br />

common rail sulla serie 4000.<br />

Ci sono settori applicativi,<br />

come gli stazionari, dove la<br />

via più chiara è quella delle<br />

fuel cell e dei motori alimentati<br />

a idrogeno. Mtu sta lavorando<br />

sull’intera filiera, come<br />

testimonia l’acquisizione di<br />

Hoeller Electrolyzer: dalla<br />

produzione, allo stoccaggio, al<br />

consumo. L’idrogeno è difficile<br />

da trasportare e con questa<br />

mossa si intende produrlo localmente,<br />

dove sarà consumato,<br />

per applicazioni industriali.<br />

Per le applicazioni marine<br />

l’idrogeno a bordo è un problema;<br />

d’altro canto, vediamo<br />

un percorso che esclude anche<br />

l’elettrico, che allo stato attuale<br />

richiede ingombri insostenibili<br />

del pacco batterie».<br />

Metanolo e gasolio<br />

Camuffo: «Se parliamo di efficienza<br />

del motore, i nostri<br />

test rivelano che siamo quasi<br />

alla pari. Se parliamo di<br />

densità di energia, il fattore<br />

è circa 2,2-2,4. Questo dato<br />

va letto nell’ottica di una<br />

tendenza della nautica, e non<br />

solo, il downsizing. Le barche<br />

di domani non saranno equiparabili<br />

a quelle di oggi. Per<br />

completare il ragionamento,<br />

il metanolo non evapora, ha<br />

un flashpoint più basso del<br />

gasolio, non è soggetto a rischio<br />

esplosione. I registri e<br />

i cantieri si stanno muovendo<br />

per formulare normative che<br />

siano adeguate a questo tipo<br />

di combustibile».<br />

Bononi: «Torniamo sull’annuncio<br />

che riguarda Sanlorenzo,<br />

a cui forniremo la prima<br />

coppia di unità a metano<br />

per una loro imbarcazione dislocante.<br />

Questo accordo ha<br />

un carattere di esclusività, per<br />

quanto riguarda questa installazione<br />

pilota. Con quell’imbarcazione<br />

Sanlorenzo intende<br />

traguardare l’obiettivo Net<br />

Zero, con i motori mtu della<br />

serie 4000 e con Siemens, con<br />

cui ha siglato un accordo di<br />

partnership per le fuel cell<br />

che si occuperanno dei carichi<br />

hotel attraverso un “methanol<br />

reforming”».<br />

Naturalmente non ci si limita<br />

al metanolo. Camuffo:<br />

«Voglio sottolineare anche<br />

la notizia dell’utilizzo di biocarburanti<br />

a partire dal 2023,<br />

sulla base di test portati avanti<br />

negli anni scorsi anche fino<br />

a 40mila ore, sulla serie 4000.<br />

Dal punto di vista tecnico ed<br />

emissivo hanno dimostrato di<br />

funzionare come e meglio del<br />

diesel. Un altro step importante<br />

è l’ibrido, che ci consente<br />

di evitare un’architettura<br />

con dei motori termici non<br />

sempre utilizzati al meglio.<br />

Rimane l’Scr, con controllo<br />

“closed loop” delle emissioni<br />

in entrata e in uscita. La frazione<br />

elettrica è perfettamente<br />

matchata con il motore, la<br />

certificazione è in carico a<br />

noi; non è quindi richiesta<br />

nessuna certificazione al momento<br />

del commissioning. La<br />

serie 2000 ibridizzata è al<br />

centro di alcuni progetti».<br />

Prospettive ibride<br />

Bononi: «Mtu sta realizzando<br />

da anni applicazioni ibride.<br />

Siamo propensi alle formule<br />

custom. La sfida è realizzare<br />

un ibrido seriale con una certa<br />

flessibilità per avere da un<br />

lato costi competitivi, dall’altro<br />

poter considerare gli elementi<br />

odierni del pacchetto<br />

ibrido come interscambiabili<br />

all’interno di un’infrastruttura<br />

che diventa collaudata<br />

e facilmente utilizzabile. Per<br />

l’armatore devono diventare<br />

“trasparenti”. In un contesto<br />

modulare, il generatore è attualmente<br />

alimentato da carburanti<br />

fossili a giri variabili,<br />

un domani potrebbe essere<br />

una cella a combustibile, fatta<br />

salva l’intelligenza di gestione<br />

dei sistemi. A questo livello<br />

di complessità è opportuno<br />

che un unico interlocutore si<br />

faccia carico di tutto il processo<br />

di integrazione».<br />

40<br />

41


Automotive<br />

BONFIGLIOLI. Allo Iaa<br />

INTEGRARE<br />

e POWERTRAIN<br />

Bonfiglioli ha travasato le competenze maturate nei riduttori<br />

per applicazioni industriali ed eoliche all’interno dell’ambiente<br />

stradale. La lettera “e” del titolo congiunge i due elementi focali<br />

dell’expertise bolognese e ammicca all’elettrificazione<br />

È<br />

successo pochi mesi fa,<br />

alla vigilia di un’estate<br />

ancora più calda nelle<br />

stazioni di servizio che<br />

sui termostati. Siamo stati<br />

convocati a Evo, il quartier<br />

generale di Bonfiglioli.<br />

In quell’occasione abbiamo<br />

preso atto dell’accelerazione<br />

verso una trasversalità applicativa<br />

che include l’elettromobilità.<br />

Un abbrivio che<br />

ha spinto l’azienda bolognese<br />

fino allo Iaa. A Valentina Ot-<br />

tavi, Business Development<br />

Manager, prima di tutto, abbiamo<br />

chiesto conferma di<br />

questi sviluppi. «La divisione<br />

e-Mobility si concentra<br />

sull’integrazione di sistemi<br />

ePowertrain, basandosi su<br />

tecnologie proprietarie di<br />

unità eDrive all-in-one, configurate<br />

in diversi dimensionamenti<br />

di potenza e coppia»<br />

precisa Ottavi. «Le unità allin-one<br />

comprendono motore,<br />

inverter, riduttore e convertitore<br />

DC/DC, interfacciamento<br />

con Vcu, Bms della<br />

batteria e dispositivi ausiliari.<br />

Bonfiglioli ha incorporato<br />

la capacità di dimensionare<br />

il sistema di propulsione<br />

elettrificata su applicazioni<br />

off-highway e on-highway<br />

applicando tecniche di gemellaggio<br />

digitale, come<br />

modello virtuale funzionale<br />

e fisico e simulazioni. Il progetto<br />

di integrazione del sistema<br />

viene verificato e con-<br />

validato presso le strutture di<br />

Bonfiglioli su banchi di prova<br />

virtuali (Hil) e fisici».<br />

Siamo quindi passati all’e-<br />

Bonfiglioli segue<br />

il principio della<br />

modularità, anche<br />

nell’automotive.<br />

In queste<br />

immagini, due<br />

delle quattro<br />

versioni dell’Eds,<br />

esposte ad<br />

Hannover.<br />

splorazione dello stand. «In<br />

questa sede esponiamo alcuni<br />

sistemi di powertrain elettrici<br />

integrati. Quelli che abbiamo<br />

portato qui riguardano sistemi<br />

composti da motore, inverter,<br />

riduttore e DC/DC come<br />

componente opzionale. La<br />

configurazione base è composta<br />

da motore e inverter e<br />

resa modulare dall’aggiunta<br />

di componenti su richiesta.<br />

Infatti, non ci limitiamo a fornire<br />

il motore o l’inverter. La<br />

combinazione motore-inverter<br />

è l’unità di base sotto la quale<br />

non andiamo».<br />

Nello specifico, cosa troviamo<br />

in questo allestimento?<br />

«Abbiamo portato quattro<br />

prodotti, tre dei quali con<br />

potenza di 70 chilowatt di<br />

picco, configurati in tre modi<br />

diversi. L’Eds70H è concepito<br />

appositamente per applicazioni<br />

con trasmissione<br />

idrostatica. Può essere utilizzato<br />

per il “replacement”<br />

di motori a combustione su<br />

architetture veicolari, quali<br />

escavatori o altre applicazioni<br />

off-road in cui sia necessario<br />

rimpiazzare il motore a<br />

combustione interna con un<br />

powertrain elettrico. È una<br />

sorta di elettrificazione centralizzata,<br />

come la definiamo<br />

noi. Può essere però anche<br />

applicato su applicazioni<br />

stradali, sia veicoli speciali<br />

che commerciali, con attrezzature<br />

che devono essere alimentate<br />

da una Pto elettrica.<br />

In questo caso il veicolo può<br />

rimanere a combustione e<br />

l’unica parte effettivamente<br />

elettrifica riguarda attrezzature<br />

e periferiche. Le faccio<br />

qualche esempio: compattatori<br />

per raccolta rifiuti, le<br />

gru autocarrate o similari.<br />

Le Pto possono essere sia<br />

“stand alone”, sia collegate<br />

al sistema veicolare e vanno<br />

ad alimentare, appunto, le attrezzature.<br />

Il prodotto è concepito<br />

con un riduttore che non<br />

supera i 6.000 giri di velocità,<br />

in quanto le pompe girano a<br />

una media di 2.500-3.000 giri.<br />

A livello di performance è in<br />

linea con quanto richiesto dal<br />

mercato. Le competenze di<br />

Bonfiglioli nel settore della<br />

meccanica, dei riduttori, dei<br />

differenziali, consentono di<br />

applicare le tecnologie su ingranaggi,<br />

cuscinetti e soluzioni<br />

di interfacciamento. Siamo<br />

così in grado di garantire il<br />

controllo di motori elettrici<br />

performanti ad alta velocità di<br />

ultima generazione, riducendo<br />

la velocità a livelli compatibili<br />

con quelli dei semiassi, con<br />

degli incrementi importanti di<br />

coppia all’asse».<br />

E gli altri tre prodotti?<br />

«Il secondo prodotto (Eds70X)<br />

è molto simile al precedente<br />

(70 chilowatt di potenza)<br />

con un riduttore che è invece<br />

concepito per la trazione. In<br />

questo caso non si connette a<br />

una pompa, ma a un assale.<br />

Il riduttore consente all’applicazione<br />

di avere in uscita gli<br />

<strong>11</strong>.000 giri che consentono<br />

a un assale di funzionare. Il<br />

riduttore è senza differenziale<br />

ed è trasversale all’assale<br />

che, in questa configurazione,<br />

è un assale con differenziale<br />

integrato. Le applicazioni<br />

sono sempre commerciali, a<br />

trazione sia anteriore che posteriore,<br />

in generale veicoli a<br />

trasmissione meccanica. Per<br />

quanto ci riguarda il range<br />

con questi prodotti è fino ai 3,5<br />

tonnellate, fino a un massimo<br />

di 5,5 ton: i cosiddetti “lightduty<br />

truck”. Il terzo (Eds70D)<br />

è un powertrain dello stesso<br />

tipo dei precedenti (sempre a<br />

70 chilowatt), in questo caso<br />

un riduttore con differenziale.<br />

È quindi concepito per essere<br />

agganciato direttamente ai semiassi<br />

che vanno alle ruote in<br />

una configurazione veicolare<br />

che può essere sia anteriore<br />

che posteriore e dove sia<br />

necessario avere il differenziale<br />

integrato all’interno del<br />

powertrain. Tutto ciò risponde<br />

alla volontà di rendere il<br />

sistema modulare; quindi,<br />

adattarlo con componenti che<br />

si aggiungono o si tolgono al<br />

sistema, applicato ad architetture<br />

diverse tra loro. In questo<br />

caso le applicazioni sono veicoli<br />

commerciali leggeri, urbani,<br />

minivan, minibus, shuttle.<br />

Quarto e ultimo prodotto<br />

è il 120 chilowatt, formato da<br />

motore, inverter, DC/DC e riduttore.<br />

In questo caso si ha<br />

una taglia superiore, quindi<br />

si può andare a elettrificare<br />

veicoli commerciali fino a<br />

7,5 tonnellate o veicoli urbani<br />

di quella dimensione. In tutti<br />

questi casi, si tratta di veicoli<br />

che non hanno differenziale a<br />

bordo».<br />

Qual è il ruolo di Bonfiglioli<br />

nella collaborazione con i<br />

produttori di assali elettrificati?<br />

«Crediamo fortemente che<br />

la collaborazione con aziende<br />

che producono assali sia<br />

di grande valore. Riusciamo<br />

così a dare al cliente finale,<br />

quindi al costruttore di veicoli,<br />

un sistema integrato che<br />

assume un valore aggiunto<br />

importante, perché risponde<br />

alla necessità di ridurre lo<br />

sforzo di integrazione sulla<br />

piattaforma lato clienti.<br />

Bonfiglioli sta collaborando<br />

con alcune aziende, con l’obiettivo<br />

di realizzare prodotti<br />

integrati. Altre volte, invece,<br />

sono i nostri clienti che ci<br />

chiedono di rivolgerci per<br />

conto loro a determinati costruttori<br />

di assali».<br />

A quali progetti state lavorando<br />

attualmente?<br />

«Stiamo seguendo diversi<br />

progetti, soprattutto in ambito<br />

off-highway. Quindi,<br />

piccoli trencher, gru e altre<br />

applicazioni come i compattatori<br />

di rifiuti e pure veicoli<br />

commerciali leggeri».<br />

Uno sguardo al futuro: anche<br />

in termini dimensionali,<br />

è questa la gamma di riferimento<br />

per i prossimi anni o<br />

state lavorando a qualcosa<br />

di diverso?<br />

«Stiamo lavorando a sistemi<br />

a un livello di voltaggio<br />

superiore. Non escludiamo<br />

che quello che attualmente<br />

vediamo a 450 volt diventi a<br />

600 o a 800 volt, proprio per<br />

venire incontro alle esigenze<br />

di un mercato, come quello<br />

dei veicoli commerciali, che<br />

già guarda a quei livelli di<br />

voltaggio. Questa per noi<br />

è la generazione zero, che<br />

sfrutta il know-how e i materiali<br />

di ultima generazione.<br />

Abbiamo preferito rimanere<br />

su soluzioni consolidate<br />

con un livello di voltaggio<br />

conosciuto anche per una<br />

questione di tempi di sviluppo.<br />

Abbiamo expertise molto<br />

forti sulla parte di sicurezza<br />

funzionale sul sistema completo,<br />

compresa la power<br />

control unit».<br />

42<br />

43


VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

Vadoetorno<br />

network<br />

STY LA PREMIAZIONE SARÀ UN EVENTO TV E SOCIAL ● IAA SOTTO<br />

TONO IL SALONE CHE DOVEVA ESSERE DELLA RINASCITA ● SUT A<br />

ROMA LA TERZA TAPPA: CON LA GUIDA AUTONOMA L’AUTISTA<br />

DOVRÀ CRESCERE ● PROVE IVECO S-WAY 490 - MERCEDES<br />

ACTROS 1848 ● GOVERNO RIDATECI IL MINISTERO DEI TRASPORTI<br />

il predestinato<br />

cambia<br />

passo<br />

OTTOBRE<br />

<strong>2022</strong><br />

MENSILE<br />

€ 3,00<br />

10<br />

Prima immissione:<br />

5 ottobre <strong>2022</strong><br />

VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />

Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />

in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

OTTOBRE N. 10 - <strong>2022</strong><br />

ANNO 31°- euro 5,00<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

LE FIERE DI HANNOVER E BERLINO:<br />

IAA TRANSPORTATION E INNOTRANS,<br />

VERSO LA TRANSIZIONE GRADUALE,<br />

I TOP PLAYER DELLE INFRASTRUTTURE,<br />

LE NOVITÀ SETRA, VDL E RAMPINI<br />

Cavalcando<br />

l’onda<br />

azzurra<br />

da Vadoetorno n. 10/<strong>2022</strong> da AUTOBUS n. 10/<strong>2022</strong><br />

VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />

N.10 - <strong>2022</strong> ANNO 27°<br />

OTTOBRE<br />

Ufficio da campo<br />

VIAGGIO IN INDIA: UN MERCATO DA UN MILIONE DI TRATTORI<br />

MACCHINE DA RACCOLTA: LE NOVITÀ FENDT E JOHN DEERE PER IL 2023<br />

da TRATTORI n. 10/<strong>2022</strong><br />

La rivista VADO E TORNO<br />

affonda le radici nel 1962.<br />

Praticamente rappresenta<br />

l’antologia del camion dal<br />

boom economico ai nostri<br />

giorni. Le riviste AUTOBUS<br />

e TRATTORI affiancarono<br />

successivamente VADO E<br />

TORNO nella descrizione<br />

incalzante a aggiornata<br />

di quanto avviene nel<br />

trasporto persone e nella<br />

meccanizzazione agricola.<br />

Mondi che rappresentano,<br />

per noi di DIESEL, gli<br />

scenari di quelle che su<br />

queste pagine chiamiamo<br />

applicazioni. Ad ogni uscita<br />

proporremo la sintesi di<br />

un articolo pubblicato sui<br />

numeri precedenti delle<br />

riviste di VADO E TORNO<br />

EDIZIONI, la nostra casa<br />

comune. Senza timore di<br />

smentita possiamo parlare<br />

di “filiera corta”: la catena<br />

cinematica e le macchine<br />

che la sostanziano.<br />

44<br />

45


VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

il predestinato<br />

cambia<br />

passo<br />

Estratto da ‘Vado e Torno’ n. 10, <strong>2022</strong><br />

STY LA PREMIAZIONE SARÀ UN EVENTO TV E SOCIAL ● IAA SOTTO<br />

TONO IL SALONE CHE DOVEVA ESSERE DELLA RINASCITA ● SUT A<br />

ROMA LA TERZA TAPPA: CON LA GUIDA AUTONOMA L’AUTISTA<br />

DOVRÀ CRESCERE ● PROVE IVECO S-WAY 490 - MERCEDES<br />

ACTROS 1848 ● GOVERNO RIDATECI IL MINISTERO DEI TRASPORTI<br />

OTTOBRE<br />

<strong>2022</strong><br />

MENSILE<br />

€ 3,00<br />

10<br />

Prima immissione:<br />

5 ottobre <strong>2022</strong><br />

Quattro anni<br />

dopo l’ultima<br />

edizione, il<br />

Salone tedesco,<br />

la più importante<br />

vetrina europea<br />

del camion<br />

e dei veicoli<br />

commerciali, è<br />

un’altra cosa<br />

rispetto al<br />

passato. Si parla<br />

di transizione<br />

con l’elettrico<br />

al centro della<br />

scena. Ma troppe<br />

sono state le<br />

assenze di peso<br />

IL SALONE DI HANNOVER DOPO LA PANDEMIA<br />

Tra luci e<br />

qualche ombra<br />

veicolo commerciale, della componenstistica,<br />

dell’accessoristica<br />

e dei servizi ad esso legati. Poi,<br />

improvvisa e terrificante nella<br />

sua devastante azione, la pandemia<br />

ha stravolto i piani e mance.<br />

Avevamo salutato Hannover<br />

in principio d’autunno del 2018,<br />

sicuri di ritrovarci due anni dopo<br />

su quello stesso palcoscenico per<br />

quella che è e rimane la più importante<br />

vetrina del camion, del<br />

Quattro anni. Un’eternità,<br />

alla velocità con cui<br />

viaggiano oggi notizie,<br />

novità, e tutte le cose di questo<br />

travagliatissimo mondo che letteralmente<br />

non riesce a trovare pa-<br />

dato all’aria quelle certezze che<br />

davamo per scontate. Inevitabile<br />

per la Iaa, in quella dolorosa stagione,<br />

alzare bandiera bianca nel<br />

2020. C’era altro a cui pensare<br />

e di ben più importante. Oggi,<br />

anno <strong>2022</strong>, la battaglia contro il<br />

nemico invisibile non è ancora<br />

vinta, ma almeno abbiamo tutti,<br />

paesi e i cittadini dell’Europa e<br />

del mondo, ritrovato una certa<br />

normalità, pur nella consapevolezza<br />

di vivere una stagione di<br />

irreversibili cambiamenti epocali.<br />

Che la pandemia ha in fondo costretto<br />

ad accelerare.<br />

Il mondo del trasporto merci su<br />

gomma fotografato ad Hannover<br />

ne è un esempio. Nei padiglioni e<br />

sugli stand, la transizione al green,<br />

a un trasporto sempre più a<br />

impatto zero, era palpabile. Con<br />

l’elettrico a fare la voce del padrone<br />

al centro della scena. Non<br />

c’è stato costruttore, piccolo o<br />

grande, europeo e non, che non<br />

abbia messo sotto i riflettori un<br />

full electric. Il futuro è lì, e in seconda<br />

battuta nell’idrogeno, che<br />

necessita però di un’organizzazione,<br />

anche infrastrutturale, più<br />

complessa e pertanto non è fruibile<br />

al momento su larga scala.<br />

Ecco, incentrata sul green, Iaa<br />

Transportation, nuova e più inclusiva<br />

etichetta del salone tedesco,<br />

è stata a suo modo una vetrina<br />

scintillante e ricca di proposte.<br />

Peccato che alla grande festa non<br />

tutti i costruttori abbiamo risposto<br />

presente. I vuoti lasciati da<br />

Renault Trucks tra i big del camion,<br />

e nei van da Mercedes e<br />

dal poker di brand Stellantis (Citroën,<br />

Fiat, Opel, Peugeot), non<br />

sono passati nosservati. Assenze<br />

nell’era Iaa pre-pandemia impensabili<br />

anche solo da ipotizzare.<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 46 di<br />

Vado e Torno Ottobre <strong>2022</strong>.<br />

Inquadra il QRcode<br />

e leggi l’articolo integrale.<br />

46<br />

47


VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />

Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />

in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

OTTOBRE N. 10 - <strong>2022</strong><br />

ANNO 31°- euro 5,00<br />

N.10 - <strong>2022</strong> ANNO 27°<br />

OTTOBRE<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

LE FIERE DI HANNOVER E BERLINO:<br />

IAA TRANSPORTATION E INNOTRANS,<br />

VERSO LA TRANSIZIONE GRADUALE,<br />

I TOP PLAYER DELLE INFRASTRUTTURE,<br />

LE NOVITÀ SETRA, VDL E RAMPINI<br />

Cavalcando<br />

l’onda<br />

azzurra<br />

Estratto da ‘AUTOBUS’ n. 10, <strong>2022</strong><br />

Estratto da ‘TRATTORI’ n. 10, <strong>2022</strong><br />

VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />

Ufficio da campo<br />

VIAGGIO IN INDIA: UN MERCATO DA UN MILIONE DI TRATTORI<br />

MACCHINE DA RACCOLTA: LE NOVITÀ FENDT E JOHN DEERE PER IL 2023<br />

Solo elettrico<br />

nella nuova<br />

gamma Citea<br />

di Vdl, svelata<br />

ad Innotrans. Si<br />

parte con il 12,2<br />

metri, mosso dai<br />

motori ai mozzi<br />

ZF e spinto da<br />

moduli batteria<br />

ineditamente<br />

installati al<br />

pavimento.<br />

Spiccano<br />

capacità<br />

passeggeri e<br />

novità costruttive<br />

In totale sono<br />

16 i finalisti del<br />

Tractor of the Year<br />

2023: 5 i trattori in<br />

lizza per la classe<br />

regina, 3 nella<br />

categoria Best<br />

Utility e ben 8 si<br />

contenderanno<br />

il titolo di Best of<br />

Specialized<br />

Presentazione. Vdl Citea<br />

La città elettrica<br />

TRACTOR OF THE YEAR 2023<br />

La gara entra nel vivo<br />

Lungamente attesa e adocchiata<br />

fin qui a suon di<br />

rendering, si è alzato ad<br />

Innotrans il sipario sulla nuova<br />

gamma Citea, impersonata da un<br />

primo demo da 12,2 metri messo<br />

in mostra nel Bus Display. Tante<br />

le novità nella progettazione di<br />

un veicolo atteso da diverso tempo:<br />

l’annuncio risale a fine 2020,<br />

la presentazione online a metà<br />

2021. Intanto, gli ultimi due anni<br />

hanno visto il costruttore olandese<br />

relegato nelle retrovie nella<br />

graduatoria dei top player del bus<br />

elettrico in Europa, scavalcato da<br />

Solaris che ha chiuso il 2020 e<br />

il 2021 con in mano il trofeo del<br />

leader di mercato. Una situazione<br />

ribaltata nella prima metà del<br />

<strong>2022</strong>, con Vdl al primo posto forte<br />

di 242 consegne e di un 13 per<br />

cento di share nel mercato elettrico<br />

complessivo. Ma torniamo<br />

al prodotto. Spiccano la collocazione<br />

a pavimento della batteria<br />

(una novità assoluta) e la struttura<br />

delle fiancate in monoblocchi<br />

di materiale composito. Degno di<br />

nota è anche la partnership di Vdl<br />

con ZF, con l’assale elettrificato<br />

con motori ai mozzi a scalzare<br />

lo storico partner Siemens. Tra<br />

gli aspetti più rilevanti, infine,<br />

vi è la capacità passeggeri: nella<br />

versione con batteria di capacità<br />

standard (306 kWh) possono essere<br />

accolte <strong>11</strong>0 persone.<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 34 di<br />

Autobus Ottobre <strong>2022</strong>.<br />

Inquadra il QR code e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

La competizione per l’elezione<br />

del Tractor of the Year 2023<br />

entra nel vivo. I finalisti delle<br />

varie categorie in gara (oltre alla<br />

classe regina costituita dai trattori<br />

da campo aperto, gli aziendali in<br />

lizza per il Best Utility e i trattori<br />

da frutteto/vigneto e montagna per<br />

il Best of Specialized) sono stati selezionati<br />

e ora la giuria internazionale<br />

composta da 25 giornalisti di<br />

settore in rappresentanza di altrettante<br />

nazioni europee è al lavoro<br />

per valutarne pregi e difetti e sancire<br />

chi saranno i vincitori. Vincitori<br />

che anche quest’anno saranno annunciati<br />

nella giornata inaugurale<br />

di Eima International, il prossimo<br />

9 novembre a Bologna, durante la<br />

cerimonia di premiazione che si<br />

terrà nel Quadriportico della Fiera<br />

(ormai tradizionale evento di apertura<br />

della kermesse), e che sarà trasmessa<br />

anche in diretta streaming<br />

sulla piattaforma totydigital.com,<br />

sui social del premio e sul sito dello<br />

sponsor ufficiale BKT. Chi sarà<br />

presente a Eima potrà poi veder<br />

sfilare tutti i finalisti nell’apposita<br />

area esterna allestita come nella<br />

passata edizione tra i Padiglioni 37<br />

e 35, con tanto di comoda tribuna<br />

e speaker che descriverà le caratteristiche<br />

tecniche delle macchine.<br />

L’anno degli specializzati<br />

Dei 16 i trattori che hanno superato<br />

le selezioni e si sono conquistati un<br />

posto in finale, sono addirittura 8<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 24 di<br />

Trattori Ottobre <strong>2022</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e leggi<br />

l’articolo integrale.<br />

48<br />

49


OEM & MOTORI. SUSTAINABLE BUS AWARDS<br />

C<br />

50<br />

MIRACOLO<br />

A MILANO<br />

Non c’è la regia di De Sica, ma la complicità di Next Mobility<br />

Exhibition, alla sua prima edizione. Sotto le vele di Fuksas premiati<br />

Karsan, Iveco e Irizar. Elettrico e termico, sia ciclo diesel che ciclo Otto<br />

ontrocorrente, in conformità<br />

alla logica<br />

della rivista DIESEL,<br />

cominciamo dalle motorizzazioni.<br />

Il Karsan e-Ata 12<br />

appartiene a una famiglia, e-<br />

Ata, per l’appunto, che si affida<br />

a batterie elettriche (con<br />

ciclo di vita fissato tra gli<br />

otto e i dieci anni): Karsan<br />

offre sette varianti di batteria,<br />

da 150 kWh a 600 kWh,<br />

capaci di garantire un’autonomia<br />

fino a 450 chilometri<br />

in condizioni reali.<br />

L’Iveco Bus Crossway LE<br />

Hybrid Cng nella versione<br />

esclusivamente affidata al<br />

gas naturale sotto il cofano<br />

ha riposto il Cursor 9 Euro<br />

VI (360 cavalli e 1.620 Newtonmetro),<br />

qui coadiuvato da<br />

un pacchetto ibrido. L’Irizar<br />

i6S Efficient non delega e<br />

rinnova fiducia al motore<br />

diesel. Sul basco da turismo<br />

batte il cuore del Daf Mx-<br />

<strong>11</strong> da 450 cavalli, in tandem<br />

con la trasmissione Traxon<br />

di ZF.<br />

Il vincitore nella categoria<br />

Da sinistra, i tre vincitori: Karsan e-Ata 12, Iveco Bus<br />

Crossway LE Hybrid Cng, Irizar i6S Efficient<br />

“Urban” è il risultato principale<br />

degli sforzi di Karsan<br />

nel concentrare tutti gli investimenti<br />

in autobus a zero<br />

emissioni: la gamma e-Ata è<br />

stata progettata da zero per<br />

fornire una vera soluzione<br />

nativa elettrica.<br />

La versione a metano e mild<br />

hybrid del leader europeo<br />

del segmento Classe II, l’Iveco<br />

Crossway, vincitrice<br />

del premio nella categoria<br />

“Intercity”, è già stata offerta<br />

nelle gare d’appalto e sarà<br />

disponibile sul mercato a<br />

partire dal 2023. Questo veicolo<br />

unisce due tendenze che<br />

oggi interessano il segmento<br />

degli autobus interurbani:<br />

l’aumento dei veicoli a gas<br />

e il crescente interesse per le<br />

applicazioni ibride leggere.<br />

Infine, l’Irizar i6S, vincitore<br />

della categoria “Coach”,<br />

rappresenta un progetto incentrato<br />

sull’efficienza: i<br />

miglioramenti nei consumi<br />

di carburante e nel coefficiente<br />

aerodinamico consentono<br />

agli operatori turistici<br />

di ottenere un guadagno in<br />

termini di Tco.<br />

Torniamo all’interurbano,<br />

che si riflette nel trend dei<br />

Classe II: in aumento il volume<br />

dei veicoli a gas (ben<br />

+60% tra il 2020 e il 2021).<br />

Iveco Bus, leader europeo<br />

del segmento, alza l’asticella<br />

abbinando ai serbatoi<br />

per il metano posizionati<br />

sul tetto con il modulo mild<br />

hybrid, firmato Voith. In<br />

effetti, l’uso di questa tecnologia<br />

dovrebbe ridurre il<br />

consumo di carburante del<br />

15% e il Tco del 5%. Con i<br />

biocarburanti è possibile ottenere<br />

una riduzione di CO 2<br />

fino all’84%.<br />

Una conclusione finale sul<br />

12 metri Irizar. Consumi di<br />

carburante ridotti del 13%,<br />

coefficiente aerodinamico<br />

migliorato del 30%, adozione<br />

di materiali compositi<br />

per ridurre la tara (circa 950<br />

chili in meno) e tecnologie<br />

integrate di manutenzione<br />

predittiva per ridurre i tempi<br />

di fermo macchina.<br />

Motori e componenti per OEM<br />

Cultura, tecnica, impieghi<br />

e mercato del motore diesel.<br />

Fondato nel 1986<br />

Direttore responsabile<br />

Maurizio Cervetto<br />

Coordinatore redazionale<br />

Fabio Butturi<br />

In redazione<br />

Stefano Agnellini, Ornella Cavalli,<br />

Stefano Eliseo, Fabio Franchini,<br />

Fabrizio Dalle Nogare, Cristina Scuteri,<br />

Roberto Sommariva<br />

Ha collaborato<br />

Maria Grazia Gargioni<br />

Impaginazione e grafica<br />

Marco Zanusso<br />

Gestione editoriale<br />

Fabio Zammaretti<br />

Stampa<br />

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Rozzano (Mi)<br />

Fotolito<br />

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Rozzano (Mi)<br />

Autorizzazione del tribunale<br />

di Milano n.860 del 18 dicembre 1987<br />

Registro Nazionale della Stampa<br />

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