Diesel 2022-11
AUTOMOTIVE Adac: La presa domestica divora fino al 24 per cento dell’energia Cummins: Allo Iaa, Euro 7, fuel cell, batterie e l’agnostico GENERAZIONE mtu: La seconda e ultima parte del racconto sul PG Symposium EVENTI Iveco Group: e-plant. Oggi per lo stradale, domani... Be Power Solutions: alias Bimotor in Australia GRANDANGOLO Carraro Trattori: L’F28, Diesel of the Year 2020, ha fatto colpo IDROGENO Simplifhy: System integrator Lhyfe: Verdissimo e off-shore Ballard: Nelle celle del Canada Westport: Parla il Ceo, Johnson DIESEL MARE Confronto: Il maggiorato di Man si lascia alle spalle Cat e mtu Fpt Industrial: Abbiamo interpellato Guglielmo Tummarello mtu: Intervista a Bononi e Camuffo allo stand di Cannes COMPONENTI Bonfiglioli: Allo Iaa si è mostrata nella sua veste stradale. Ed elettrica RUBRICHE Editoriale; Hi-tech; Biometano; Oem&Motori
AUTOMOTIVE
Adac: La presa domestica divora fino al 24 per cento dell’energia
Cummins: Allo Iaa, Euro 7, fuel cell, batterie e l’agnostico
GENERAZIONE
mtu: La seconda e ultima parte del racconto sul PG Symposium
EVENTI
Iveco Group: e-plant. Oggi per lo stradale, domani...
Be Power Solutions: alias Bimotor in Australia
GRANDANGOLO
Carraro Trattori: L’F28, Diesel of the Year 2020, ha fatto colpo
IDROGENO
Simplifhy: System integrator
Lhyfe: Verdissimo e off-shore
Ballard: Nelle celle del Canada
Westport: Parla il Ceo, Johnson
DIESEL MARE
Confronto: Il maggiorato di Man si lascia alle spalle Cat e mtu
Fpt Industrial: Abbiamo interpellato Guglielmo Tummarello
mtu: Intervista a Bononi e Camuffo allo stand di Cannes
COMPONENTI
Bonfiglioli: Allo Iaa si è mostrata nella sua veste stradale. Ed elettrica
RUBRICHE
Editoriale; Hi-tech; Biometano; Oem&Motori
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NOVEMBRE<br />
N°<strong>11</strong> <strong>2022</strong><br />
ANNO 35°<br />
EURO 5,00<br />
VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
Effetto<br />
e-powertrain<br />
Fpt Industrial ha inaugurato lo stabilimento di batterie e assali elettrici - Idrogeno: i casi di Lhyfe e<br />
Simplifhy, le fuel cell di Ballard, il termico di Westport - Confronto: il V12X di Man - mtu: W il metanolo!<br />
Bimotor sbarca in Australia e diventa Be Power - Il Grandangolo premia il Doty 2020 - Bonfiglioli allo Iaa
Novembre <strong>2022</strong><br />
dieselweb.eu<br />
IDROGENO<br />
22. Simplifhy ci spiega come fare il<br />
system integrator in Italia. Lhyfe, al largo<br />
delle coste atlantiche francesi, produce<br />
l’idrogeno verde dall’energia eolica<br />
18<br />
10<br />
22<br />
40<br />
SEGUICI SUI<br />
SOCIAL:<br />
34<br />
AUTOMOTIVE<br />
8. Adac: La presa domestica divora<br />
fino al 24 per cento dell’energia<br />
10. Cummins: Allo Iaa, Euro 7,<br />
fuel cell, batterie e l’agnostico<br />
GENERAZIONE<br />
12. mtu: La seconda e ultima parte<br />
del racconto sul PG Symposium<br />
EVENTI<br />
14. Iveco Group: e-plant. Oggi per<br />
lo stradale, domani...<br />
16. Be Power Solutions: alias<br />
Bimotor in Australia<br />
GRANDANGOLO<br />
18. Carraro Trattori: L’F28, <strong>Diesel</strong><br />
of the Year 2020, ha fatto colpo<br />
LE RISPOSTE DI<br />
OTTOBRE<br />
Lo Iaa di Hannover è apparso<br />
ridimensionato, nonostante<br />
i quattro anni di assenza. Le<br />
fiere dell’automotive pesante<br />
seguiranno la tendenza delle<br />
rassegne automobilistiche?<br />
52% 48%<br />
sì<br />
no<br />
IDROGENO<br />
22. Simplifhy: System integrator<br />
25. Lhyfe: Verdissimo e off-shore<br />
28. Ballard: Nelle celle del Canada<br />
30. Westport: Parla il Ceo, Johnson<br />
DIESEL MARE<br />
34. Confronto: Il maggiorato di Man<br />
si lascia alle spalle Cat e mtu<br />
38. Fpt Industrial: Abbiamo<br />
interpellato Guglielmo Tummarello<br />
40. mtu: Intervista a Bononi e<br />
Camuffo allo stand di Cannes<br />
COMPONENTI<br />
42. Bonfiglioli: Allo Iaa si è mostrata<br />
nella sua veste stradale. Ed elettrica<br />
RUBRICHE<br />
4. Editoriale 6. Hi-tech<br />
32. Biometano 50. Oem&Motori<br />
IL SONDAGGIO<br />
DEL MESE<br />
Quanto idrogeno, allo Iaa e nelle<br />
comunicazioni ufficiali delle aziende.<br />
Tanto... troppo?<br />
Rispondi su<br />
www.dieselweb.eu<br />
Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni non sono basate su un campione scientifico<br />
3
di Fabio Butturi<br />
ALLE FIERE DELL’EST<br />
No, nessun riferimento geopolitico,<br />
bensì un ammiccamento al testo di<br />
Angelo Branduardi. Risale al 1976<br />
ed è tuttora attualissimo, tanto da fare<br />
proprio al caso nostro. Sì, perché a forza di gatti<br />
che mangiano topolini e di angeli della morte,<br />
a dirla tutta, ciò che passa sottotraccia è che le<br />
fiere, non solo all’Est, non è che se la passino<br />
troppo bene. L’agonia dell’ecosistema fieristico<br />
è un tormentone, da quando la progressiva<br />
desertificazione dello scenario italiano ha<br />
condotto alla scomparsa del Motor Show.<br />
La costellazione B2B sopravvive e risplende,<br />
talvolta flebilmente, e i fasti scintillanti del<br />
passato appaiono per lo più tramontati. Eppure c’è<br />
chi ha ancora il coraggio di investire, come Next<br />
Mobility Exhibition, che si è tenuta a Milano dal<br />
12 al 14 ottobre. C’è l’esempio virtuoso del Gis<br />
di Piacenza, che ha prodotto una gemmazione<br />
di eventi facsimile: verticali, compressi, poco<br />
dispendiosi per gli espositori. Al Gis il mondo del<br />
sollevamento, il Gic per il calcestruzzo, infine la<br />
neonata Hydrogen Expo. E cosa dire del mcTer,<br />
che nonostante l’età si conferma punto d’incontro<br />
quasi obbligato per la cogenerazione? A proposito<br />
di Generazione Distribuita, intesa sia come<br />
associazione di categoria che come ambiente<br />
tecnologico, a Rimini, nel 2023, si coagulerà la<br />
filiera della generazione di potenza Made in Italy.<br />
Quindi tutto bene, “Madama la Marchesa”?<br />
Forse, ma attendiamo il Bauma Monaco e l’Eima<br />
di Bologna, che si svolgeranno nell’arco di<br />
appena tre settimane (dopo che questo giornale<br />
sarà andato in stampa). I segnali relativi agli<br />
espositori sono incoraggianti e si annunciano<br />
grandi cose, ma quanto abbiamo visto allo Iaa<br />
di Hannover hanno attivato un campanello<br />
d’allarme. Tre soli motoristi, l’assenza di Renault<br />
Trucks e di quasi tutti i veicoli commerciali e un<br />
tono generale dimesso, rispetto al gigantismo del<br />
passato. Impressioni estemporanee o anticipazioni<br />
sulla falsariga delle fiere automobilistiche?<br />
Bologna, Novembre 9/13 <strong>2022</strong><br />
Padiglione 15, stand C7<br />
Un passo avanti.<br />
Tecnologia motoristica di BU Power Systems e Perkins.<br />
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BU Power Systems Italia S.r.l.<br />
Via Leonardo Da Vinci, 1, 22041 Colverde (CO)<br />
BU Power Systems – Distributore Ufficiale Perkins per l’Italia
BU POWER ITALIA E PERKINS A BRACCETTO DA PIÙ DI DIECI ANNI<br />
Quell’altro ramo<br />
del Lago di Como<br />
Nella cornice da cartolina di Villa Geno, sul Lago di Como, BU Power Systems ha festeggiato il<br />
decennale della distribuzione dei motori Perkins in Italia. Il futuro a breve termine si annuncia<br />
radioso, nonostante lo spettro della recessione aleggi di nuovo, e porterà in dote anche le<br />
batterie che vedremo al Bauma. Gli interventi di Jaz Gill, Franz Focks e Simone Buraschi<br />
BU Power Systems ha<br />
impresso il marchio<br />
Perkins all’Italia da un<br />
decennio e ancora i contorni<br />
di questa triangolazione non<br />
accennano a stingersi. Risale<br />
al mese di marzo del 20<strong>11</strong><br />
l’investitura a distributore<br />
ufficiale Perkins in Italia.<br />
Tre sedi, Colverde (vicino a<br />
Como), la filiale di Monastier<br />
di Treviso (vicino a Venezia)<br />
e la succursale di Imola, che<br />
si occupano della filiera, consulenza,<br />
commerciale e postvendita.<br />
E non poteva che essere così,<br />
dal momento che la sede di<br />
Colverde si trova a una manciata<br />
di chilometri dal capoluogo<br />
lariano. «Positivi sviluppi<br />
in termini di prodotto,<br />
distribuzione e, soprattutto,<br />
rapporti con i clienti hanno<br />
caratterizzato l’ultimo decennio.<br />
Ho avuto la fortuna<br />
di far parte di questa avventura<br />
sin dal primo giorno.<br />
In questo periodo ho acquisito<br />
una preziosa esperienza<br />
lavorativa ed ho potuto<br />
trascorrere momenti intensi<br />
e piacevoli insieme a clienti<br />
e colleghi», ha esplicitato<br />
Simone Buraschi, Amministratore<br />
Delegato BU Power<br />
Systems Italia. A Villa<br />
Geno, dal sapore tardo-neoclassico,<br />
su impronta dell’architetto<br />
Giacomo Tazzini, era<br />
presente anche Franz Focks,<br />
il Ceo di BU Power Group:<br />
«Siamo orgogliosi del nostro<br />
sviluppo in Italia e non vediamo<br />
l’ora di continuare la<br />
storia di successo. Congratulazioni<br />
a tutti i dipendenti di<br />
BU Power Systems Italia per<br />
questo anniversario e grazie<br />
per l’eccezionale collaborazione».<br />
Per l’occasione Focks<br />
ha abbandonato il tradizionale<br />
aplomb teutonico (il quartier<br />
generale di BU Power<br />
Systems si trova in Renania<br />
Settentrionale-Vestfalia),<br />
concedendo spazio all’emozione.<br />
A rappresentare la casa madre<br />
c’era anche Jaz Gill,<br />
Vice President Global Sales,<br />
Marketing, Service and<br />
Aftermarket Parts. Il suo<br />
esordio ci ha ricordato che<br />
nel <strong>2022</strong> ricorre anche l’anniversario<br />
del 90° compleanno<br />
di Perkins, fondata a Peterborough<br />
il 7 giugno del 1932.<br />
«Perkins è presente in Italia<br />
fin dai primissimi anni ’60.<br />
È un Paese molto importante<br />
per noi, in ragione degli Oem<br />
operanti nell’industriale, dal<br />
settore delle costruzioni,<br />
all’agricolo, alla generazione<br />
di potenza». Quindi Gill<br />
stimola il nervo pulsante<br />
della celebrazione sul Lago<br />
di Como. «Abbiamo deciso<br />
di collaborare con un partner<br />
affermato per la distribuzione.<br />
Sono più bravi loro<br />
di quanto lo siamo noi nella<br />
gestione delle politiche sul<br />
territorio. Sono supportati<br />
da noi e promuovono le operazioni<br />
globali e locali. L’Italia<br />
continuerà a essere un<br />
mercato chiave per l’azienda<br />
Perkins, quindi ci espanderemo<br />
in questo Paese». Infine<br />
il capo delle vendite, del<br />
marketing e dell’assistenza<br />
di Perkins si concede una riflessione<br />
sulla difficile congiuntura<br />
e sulle comunque<br />
rosee prospettive del mercato.<br />
«Gli ultimi due anni sono<br />
stati i più impegnativi, con il<br />
Covid, la Brexit e i problemi<br />
di approvvigionamento che<br />
hanno creato uno scenario<br />
estremamente difficile. Siamo<br />
molto esposti a causa<br />
delle criticità della catena di<br />
approvvigionamento globale,<br />
e ci sono poi le questioni<br />
aperte legate all’aumento<br />
dei costi delle materie prime,<br />
dei trasporti e dell’energia.<br />
Eppure l’anno prossimo la<br />
domanda dei nostri prodotti<br />
sarà senza precedenti, mi<br />
riferisco al volume della richiesta<br />
da parte dei nostri<br />
clienti internazionali».<br />
dell’anatomia agricola, che enfatizza il primato della meccanizzazione all’interno<br />
dell’ecosistema rurale. Perché i coltivatori diretti mutuano l’ancestrale attrazione per le<br />
tecnologie di coltivazione e preservazione del terreno. L’Eima era e rimane la loro casa<br />
L<br />
’Eima è alle porte, finalmente<br />
nella sua collocazione<br />
naturale, quella novembrina,<br />
quando le aziende<br />
agricole possono concedersi<br />
un attimo di respiro. Dopo<br />
il successo dell’edizione<br />
dell’anno scorso (alla faccia<br />
della pandemia) le premesse<br />
sono lusinghiere: a luglio<br />
risultavano 1.400 le aziende<br />
(460 quelle estere) ad aver<br />
prenotato il loro spazio espositivo,<br />
per oltre <strong>11</strong>5mila metri<br />
quadri complessivi, impegnati<br />
con 50 mila mezzi e attrezzature.<br />
Anche sotto il profilo<br />
EIMA INTERNATIONAL. 9-13 NOVEMBRE <strong>2022</strong><br />
Bologna è l’ombelico<br />
motoristico i nomi ci saranno,<br />
senza significative eccezioni.<br />
All’Eima ci sarà congruo<br />
spazio per i robot, attori emergenti<br />
dello scenario agricolo. I<br />
robot fino ad ora prodotti sono<br />
destinati per il 44% a colture<br />
erbacee, per il 35% arboree,<br />
per il 21% orticole. E sono<br />
alimentati nella stragrande<br />
maggioranza da motore elettrico<br />
(78%) o diesel (14%).<br />
Solo l’8% è ibrido. Appena<br />
il 3%, infine, è un trattore autonomo<br />
mentre oltre il 30%<br />
è destinato al diserbo meccanico<br />
o alla raccolta. Insieme<br />
alle macchine<br />
elettriche i robot<br />
rispondono<br />
alla richiesta<br />
di maggior capacità<br />
di controllo<br />
e di trasmissione<br />
e di<br />
rendimenti più<br />
elevati. Nel<br />
frattempo sono<br />
stati svelati i<br />
vincitori del<br />
concorso “Novità tecniche”.<br />
Tra i volti più noti ai lettori<br />
di DIESEL, citiamo il Landini<br />
Rex4 Full-Hybrid, il Mach 4<br />
Tony di Antonio Carraro, ancora<br />
un ibrido, il sollevatore<br />
telescopico di Dieci, l’Hybrid<br />
Boost System.<br />
LE BATTERIE DI PETERBOROUGH<br />
La notizia della imminente “ostensione” delle batterie<br />
circolava da tempo, del resto Perkins era attesa al<br />
varco dell’elettrificazione, dopo gli assaggi del Bauma<br />
2019 (ricordate l’esposizione dei moduli ibridoelettrico,<br />
ibrido-meccanico e ibrido-idraulico?). E così,<br />
nell’edizione <strong>2022</strong> che si annuncia all’insegna degli<br />
elettrici (vedi, per l’appunto, Cat e pure Yanmar),<br />
Perkins muove la regina per fare scacco alla<br />
concorrenza e lanciare un messaggio forte e chiaro<br />
agli Oem. L’azienda di Peterborough, infatti, si impegna<br />
in questo programma come parte dell’iniziativa in<br />
corso per supportare gli oltre 800 Oem ad affrontare la<br />
transizione energetica. Noi pensiamo anche a trovarne<br />
di nuovi, tra le schiere più avanzate in cerca di soluzioni<br />
per il lungo periodo.<br />
CON PATRINI IL VANO MOTORE SI APRE CHE È UNA BELLEZZA!<br />
Patrini e il marmo: qual è la connessione? Semplice, lo<br />
vedrete al Bauma. In due settimane dalla raccolta dati<br />
ricevuti dal’Oem, sono state esaminate, elaborate e fornite<br />
le campionature delle quattro soluzioni complete relative<br />
al prototipo di una nuova macchina movimento terra<br />
progettata per un uso particolarmente gravoso nelle cave<br />
di estrazione del marmo. Per la ribaltabile della cabina<br />
conducente, saranno fornite la boccola FA abbinata al<br />
prodotto Mpg (consone alle normative di sicurezza Rops/<br />
Fops), consentendo così un facile accesso al vano motore<br />
del veicolo semovente e semplificando le necessarie<br />
operazioni di manutenzione. Questa soluzione offre, oltre<br />
ad un isolamento delle vibrazioni entro i limiti previsti dalla<br />
direttiva europea, un ottimo comfort per il guidatore a bordo.<br />
In particolare l’Mpg supporta la trasmissione idrostatica del<br />
motore. Inoltre Patrini Giacomo fornirà il prodotto AS con<br />
mescola in gomma speciale per sopportare una temperatura<br />
di oltre 80°C e sostenere in sicurezza il radiatore<br />
salvaguardandolo dagli shock dinamici e infine un supporto<br />
conico anti-strappo per l’isolamento del tubo di scarico dei<br />
gas esausti. I supporti antivibranti Patrini sono prodotti in<br />
gomma metallo utilizzando materie prime italiane di alta<br />
qualità provenienti da fornitori selezionati e regolarmente<br />
controllati. Un sistema informatico consente la completa<br />
tracciabilità durante tutto il processo produttivo. Poiché il<br />
processo produttivo è altamente integrato e completamente<br />
realizzato in Italia, i tempi di consegna al cliente sono molto<br />
brevi. Anche la produzione in serie è molto flessibile e può<br />
quindi soddisfare le richieste più urgenti. Tutti i prodotti<br />
Patrini sono certificati Iso dal 1998: attualmente per la<br />
gestione della qualità secondo Iso 9001: 2015 e per<br />
la gestione ambientale secondo Iso 14001: 2015.<br />
6<br />
7
8<br />
UNO STUDIO TEDESCO APRE SCENARI INQUIETANTI<br />
Ricarica ‘fai da te’?<br />
Ahi... ahi... ahi...<br />
Tormentone a cavallo tra fine anni ’80 e inizio anni ’90, lo slogan pubblicitario<br />
di Alpitour casca a fagiolo per accompagnare questo articolo. Tema? La ricarica<br />
domestica, che può divorare fino al 24 per cento dell’energia impiegata<br />
nell’alimentazione di un’auto elettrica. È emerso da uno scrupoloso studio dell’Adac<br />
Un secolo e più di uso dei<br />
motori a combustione<br />
interna ha costruito una<br />
certezza granitica in fatto di<br />
rifornimenti: tot litri di carburante<br />
ho nel serbatoio, tot chilometri<br />
percorrerò. E gli scarti<br />
dalla media sono da sempre<br />
soltanto da imputare a condizioni<br />
estreme: velocità elevate,<br />
fuoristrada impegnativo, condizioni<br />
climatiche proibitive.<br />
Anche in queste circostanze,<br />
carica, come dimostra la produzione<br />
di calore nel corso del<br />
“rifornimento”. È l’esperienza<br />
più traumatica per i novelli<br />
proprietari di una Bev: oltre<br />
a scoprire che l’erogazione<br />
spesso non si avvicina neppure<br />
lontanamente alla potenza<br />
nominale della colonnina, basta<br />
un’occhiata al computer di<br />
bordo per scoprire che c’è un<br />
notevole scarto tra l’energia<br />
erogata (e pagata) e quella efdi<br />
Monica Leonardi<br />
comunque, a tot litri di carburante<br />
erogato dalla pompa<br />
corrispondono altrettanti litri<br />
nel serbatoio, come ben sanno<br />
i giovani squattrinati, gli “artisti<br />
della riserva”.<br />
Ma l’energia elettrica non è<br />
un liquido e la ricarica delle<br />
batterie delle auto elettriche<br />
segue leggi fisiche completamente<br />
diverse, zavorrate dal<br />
principio della resistenza del<br />
conduttore al transito della<br />
fettivamente “stivata” nell’accumulatore.<br />
Una questione che<br />
è accompagnata da leggende<br />
metropolitane secondo le quali<br />
i fornitori userebbero contatori<br />
che lavorano a danno degli<br />
utenti ma rimasta sopita finché<br />
l’energia elettrica aveva costi<br />
irrisori. Anzi: supermercati e<br />
centri commerciali facevano a<br />
gara a mettere a disposizione<br />
colonnine gratuite per attirare<br />
i clienti.<br />
Sbarca in Europa il sistema Swap<br />
Si chiama Bsw (Battery swap station) il<br />
modello di mobilità elettrica portato avanti<br />
da Nio, innovativo marchio con sede a<br />
Shanghai che si presenta come la Tesla<br />
made in China. Con una differenza chiave:<br />
se Elon Musk con Tesla ha costruito<br />
parte della sua fortuna anche con la rete<br />
di ricarica dedicata – nella sola Europa<br />
ad oggi più di 10mila Supercharger – gli<br />
ingegneri di Nio hanno costruito il proprio<br />
successo in patria, con oltre 200mila<br />
auto vendute, attraverso il principio della<br />
sostituzione rapida della batteria. Chi<br />
acquista uno dei quattro diversi modelli<br />
Complice la crisi ucraina,<br />
però, il prezzo del kWh è salito<br />
a razzo e, sulle colonnine<br />
superfast c’è chi è arrivato a<br />
pagarlo più di un euro. Ecco<br />
quindi che, oltre ad avere<br />
una valenza di sostenibilità<br />
ambientale generale, il tema<br />
dell’efficienza della ricarica<br />
può pesare in modo significativo<br />
sul portafogli dell’automobilista.<br />
Tanto da stuzzicare<br />
la curiosità degli ingegneri<br />
dell’Adac, l’automobile club<br />
tedesco forte di oltre 20 milioni<br />
di soci, tutti molto attenti<br />
al tema dei costi come vuole<br />
la proverbiale puntigliosità<br />
teutonica.<br />
Quattro cavie<br />
Per fare un po’ di chiarezza<br />
sono stati portati in laboratorio<br />
quattro modelli molto diffusi<br />
quali Renault Zoe, Volkswagenw<br />
ID.3, Tesla Model 3 e<br />
Fiat 500e, valutati in base a<br />
due diverse opzioni di ricarica,<br />
con batteria inizialmente al 20<br />
per cento: la spina domestica<br />
(potenza 2,3 chilowatt) e un<br />
wallbox da <strong>11</strong> chilowatt. Il risultato,<br />
prima di tutto, ha messo<br />
in luce che le perdite nel<br />
caso della ricarica alla spina<br />
di casa sono sempre superiori<br />
al 12 per cento per giungere<br />
nel caso della Renault Zoe addirittura<br />
al doppio. Il fenomeno<br />
è meno evidente nel caso<br />
dell’utilizzo di wallbox, ma il<br />
dato migliore in assoluto fatto<br />
registrare dalla Fiat 500e, in<br />
vetta alle vendite in Germania,<br />
è del 6,3 per cento.<br />
Significativa la spiegazione<br />
di Bev a marchio Nio, infatti, non compra<br />
la batteria, messa a disposizione sulla<br />
base di un canone mensile. Per la ricarica<br />
ci si appoggia alla Bsw, un’officina<br />
totalmente automatizzata che in meno<br />
di 5 minuti sfila dal pianale della vettura<br />
l’accumulatore carico e lo sostituisce con<br />
quello “pieno”. Oltre ad avere avviato un<br />
impianto costruttivo in Ungheria, Nio ha<br />
aperto la prima Bsw in Germania, lungo<br />
l’autostrada Monaco-Stoccarda, e prevede<br />
di attivare a tamburo battente non meno<br />
di mille punti di cambio batteria nel<br />
Vecchio Continente.<br />
LE PERDITE IN RICARICA<br />
messa nero su bianco dai tecnici<br />
Adac: detto che le batterie<br />
di trazione si ricaricano<br />
in corrente continua, il primo<br />
motivo di perdite è da attribuirsi<br />
alla conversione dalla<br />
corrente alternata della rete<br />
di alimentazione effettuata<br />
dal caricabatterie di bordo nel<br />
caso dell’allacciamento domestico,<br />
perdite cui si sommano<br />
quelle innescate dalle centraline<br />
di bordo che monitorano<br />
la ricarica e provvedono a<br />
gestire la temperatura della<br />
batteria. La stima è che il sistema<br />
di ricarica “mangi” da<br />
solo fino a 300 watt, senza<br />
dimenticare le perdite lungo i<br />
Carica domestica<br />
Wallbox<br />
(2,3 kW) (<strong>11</strong> kW)<br />
Renault Zoe 24,2% 9,7 %<br />
VW ID.3 13,6% 9,0 %<br />
Tesla Model 3 15,2% 7,7 %<br />
Fiat 500e 12,7 % 6,3 %<br />
cavi domestici che vanno dal<br />
punto di prelievo alla presa<br />
(fino al 4 per cento, nel caso<br />
di impianto elettrico recente<br />
e in perfetta efficienza) e<br />
quelle dovute alla lunghezza<br />
del cavo di connessione con<br />
l’auto (1-2 per cento). Meno<br />
significative le perdite nel circuito<br />
ad alta tensione dell’auto<br />
e nella batteria stessa nel<br />
corso della ricarica.<br />
Trifase vs monofase<br />
Decisamente diversa la situazione<br />
nel caso dell’utilizzo di<br />
un wallbox che, primo fatto<br />
rilevante, è collegato alla rete<br />
in corrente alternata trifase<br />
(e non monofase come l’impianto<br />
di casa) e raggiunge il<br />
punto di prelievo facendo uso<br />
di cavi di sezione molto generosa,<br />
riducendo drasticamente<br />
le perdite per resistenza fino<br />
alla presa di ricarica. Secondo<br />
fattore, l’elevata potenza<br />
ha come conseguenza una<br />
maggiore velocità di ricarica<br />
che, oltre a essere una comodità<br />
per chi usa l’auto, riduce<br />
i tempi di azionamento dei<br />
sistemi di bordo e di conseguenza<br />
i loro effetti di “autoconsumo”.<br />
Ecco spiegata<br />
un’efficienza praticamente<br />
doppia.<br />
Colonnine vs wallbox<br />
Con due corollari importanti:<br />
i test hanno documentato che<br />
le perdite non cambiano quale<br />
che sia il livello di carica<br />
raggiunto, che si arrivi all’80<br />
per cento del valore nominale<br />
di batteria oppure ci si limiti<br />
al 50 per cento. E di certo<br />
il fenomeno risulta ulteriormente<br />
ridotto dalle colonnine<br />
pubbliche, di loro natura già<br />
allacciate alla rete in trifase<br />
con cavi di sezione generosa,<br />
che realizzano direttamente al<br />
loro interno la conversione da<br />
corrente alternata trifase alla<br />
corrente continua per rifornire<br />
le batterie di trazione. Un<br />
punto per i superchager Tesla,<br />
ma anche una sconfitta non da<br />
poco per chi promuove l’autosufficienza<br />
energetica tramite<br />
i pannelli solari domestici.<br />
9
Zero emissioni? Ci spiegano come<br />
È lui, il motore agnostico capace<br />
di digerire l’idrogeno sulla<br />
base del monoblocco dell’X15.<br />
A destra, assali Meritor e il<br />
prototipo di camion a idrogeno di<br />
Cummins, realizzato espiantando<br />
il termico Daimler e mutuando la<br />
trasmissione.<br />
Tra gli esercizi muscolari al test delle emissioni zero<br />
c’è sicuramente l’ostensione delle celle a combustibile<br />
di quarta generazione. Progettate per soddisfare i<br />
requisiti di ciclo di lavoro, prestazioni e imballaggio di<br />
camion e autobus per impieghi medi e pesanti, le celle<br />
a combustibile sono disponibili in moduli singoli da 135<br />
chilowatt e doppi da 270. Scania in Europa e Daimler<br />
Trucks Nord America hanno annunciato collaborazioni<br />
con Cummins per sviluppare e integrare questa<br />
tecnologia su veicoli dimostrativi. I sistemi utilizzano la<br />
tecnologia a pressione variabile di quarta generazione<br />
per fornire una maggiore densità di potenza, nodi di<br />
potenza e temperature di esercizio per una più facile<br />
integrazione del sistema nei veicoli. Inoltre, hanno una<br />
forte efficienza del ciclo operativo e una lunga durata per<br />
un Tco inferiore. Un altro bell’esercizio deriva dalla prima<br />
in pubblico insieme a Meritor. Cummins sta integrando<br />
l’ePowertrain di Meritor con le trasmissioni elettriche a<br />
batteria e a celle a combustibile allo scopo di soddisfare<br />
la crescente domanda di soluzioni libere da combustibili<br />
fossili. Oltre all’ePowertrain, ad Hannover erano<br />
disponibili il Power Control and Accessory System<br />
(Pcas) di Meritor. Il Pcas è considerato il “cervello”<br />
del gruppo propulsore elettrico e controlla velocità,<br />
accelerazione, frenata e gestione termica. Grazie a<br />
controlli software innovativi, può essere configurato per<br />
massimizzare le prestazioni e l’efficienza complessiva<br />
del sistema. Il design integrato del sistema riduce<br />
inoltre le dimensioni dell’imballaggio e la complessità<br />
dell’integrazione. Il valore aggiunto di Cummins<br />
nell’elettrico non si ferma agli assali. Gli americani<br />
aggiungono infatti una batteria Lfp (litio ferro fosfato)<br />
alla linea di prodotti agli ioni di litio per ampliare<br />
il supporto alle applicazioni elettrificate dei veicoli<br />
commerciali. La soluzione Lfp permette una ricarica<br />
più rapida e a batterie di maggiore durata, destinate ai<br />
mercati dei camion per la distribuzione e degli scuolabus.<br />
Automotive<br />
Far accomodare allo stesso<br />
stand una cella a combustibile,<br />
una batteria al<br />
litio ferro fosfato, un motore<br />
che si anuncia gravido di<br />
spirito Euro VII e un endotermico<br />
abilitato per l’idrogeno<br />
rende perfettamente l’idea<br />
della potenza di fuoco di<br />
Cummins. Allo stand abbiamo<br />
intervistato una triade di<br />
tutto rispetto: Jim Nebergall,<br />
General Manager Hydrogen<br />
Engines, Jens Hüttner, Sales<br />
Director Europe, e Duncan<br />
Engeham, Director Research<br />
and Technology Europe. Dalle<br />
loro dichiarazioni si evince<br />
che qualcosa bolle in pentola,<br />
anche se non possono sbottonarsi.<br />
Chissà se vedremo a<br />
breve un emulo camionistico<br />
del treno Alstom a idrogeno,<br />
dove lo specifico apporto tecnologico<br />
è proprio di Cummins,<br />
circolare sulle strade<br />
europee?<br />
Avete presentato un motore<br />
a idrogeno, sulla base del<br />
B6.7. Quale “tonalità cromatica”<br />
si abbina meglio:<br />
marrone, grigio, blu, turchese?<br />
Nebergall: «Potremmo dire<br />
che il motore non ha idea di<br />
quale colore di idrogeno stia<br />
bruciando. Idealmente, dal<br />
punto di vista della riduzione<br />
delle emissioni di anidride<br />
carbonica, l’idrogeno verde è<br />
CUMMINS ALL’IAA DI HANNOVER<br />
PROVA<br />
DEL NOVE<br />
Attende gli attori della catena cinematica nel confronto con le istanze<br />
della decarbonizzazione. Cummins si sente a suo agio in questo ruolo e<br />
lo ha dimostrato allo Iaa. Il pezzo forte è il 15 litri a idrogeno. Abbiamo<br />
approfondito insieme a Jim Nebergall, Jens Hüttner e Duncan Engeham<br />
la soluzione migliore e ne vedremo<br />
di più nel tempo, soprattutto<br />
grazie agli ingenti<br />
investimenti che i principali<br />
Paesi stanno effettuando».<br />
Come si differenzia il 6,7 litri<br />
a idrogeno dalla versione<br />
diesel?<br />
Engeham: «La parte inferiore<br />
del motore è esattamente<br />
la stessa rispetto al diesel.<br />
La parte inferiore è stata<br />
concepita per essere un motore<br />
agnostico. Non siamo<br />
scesi ad alcun compromesso<br />
quando abbiamo progettato<br />
il motore. Dal punto di vista<br />
della combustione, conosciamo<br />
bene le caratteristiche del<br />
motore diesel. Per quanto riguarda<br />
l’idrogeno, o addirittura<br />
il gas naturale, avevamo<br />
bisogno di un progetto con<br />
accensione a scintilla».<br />
Oltre al ricircolo dei gas di<br />
scarico, consente di liberarsi<br />
degli oneri del post-trattamento?<br />
Nebergall: «Credo che dipenda<br />
dalle normative sulle<br />
emissioni con cui abbiamo a<br />
che fare. Una delle discussioni<br />
più importanti che abbiamo<br />
avuto qui riguarda l’Euro<br />
7: il numero di polveri sottili<br />
previsto dalla normativa Euro<br />
7 farà la differenza sulla presenza<br />
o meno del filtro antiparticolato.<br />
Il motore di per<br />
sé è eccezionalmente pulito<br />
e non avrebbe bisogno di un<br />
Dpf, ma se il numero di particolato<br />
si abbassasse nelle<br />
normative potremmo averne<br />
bisogno per l’urea, quindi<br />
affidandoci all’Scr. Può anche<br />
dipendere dall’area del<br />
mondo in cui il motore viene<br />
utilizzato».<br />
Quali sistemi di sicurezza<br />
adottare di fronte a un<br />
serbatoio criogenico da 700<br />
bar?<br />
Nebergall: «Penso che sia<br />
una domanda logica, le persone<br />
chiedono spesso della<br />
sicurezza. Mi piace ricordare<br />
che i veicoli a gas naturale<br />
sono in circolazione da oltre<br />
vent’anni e che questi utilizzano<br />
più o meno la stessa<br />
tecnologia. I serbatoi ad alta<br />
pressione esistono da molto<br />
tempo. Questi serbatoi sono<br />
piuttosto robusti e la loro tecnologia<br />
è ben consolidata an-<br />
che in termini di protocolli di<br />
prova da rispettare. Possiamo<br />
fare tesoro di tutta l’esperienza<br />
acquisita finora con il gas<br />
naturale. Naturalmente, ci<br />
sono protocolli di certificazione<br />
e via discorrendo».<br />
Le curve di potenza e di<br />
coppia sono le stesse del diesel?<br />
E la densità di potenza?<br />
Engeham: «La potenza del<br />
motore è leggermente inferiore<br />
rispetto a quella dell’equivalente<br />
diesel. Se si pensa al<br />
motore X15 “fuel agnostic”<br />
che abbiamo esposto qui, può<br />
arrivare a 650 cavalli (478<br />
chilowatt, ndr), mentre per<br />
la versione a idrogeno siamo<br />
più vicini ai 530 cavalli (390<br />
chilowatt, ndr). È paragonabile<br />
al gas naturale, forse è<br />
addirittura leggermente migliore.<br />
La verità è che la maggior<br />
parte degli Oem ha bisogno<br />
di 530 cavalli, non di una potenza<br />
superiore».<br />
Avete cambiato i materiali<br />
dei componenti sensibili<br />
(pistone, cilindro ecc.), gli<br />
anelli di tenuta ecc? Olio<br />
motore e lubrificanti?<br />
Engeham: «Dal punto di vista<br />
dei materiali, tutto lo sviluppo<br />
che abbiamo portato avanti<br />
finora è stato realizzato con<br />
un motore standard. Devo<br />
dire che siamo ancora in fase<br />
di sviluppo e abbiamo molto<br />
lavoro da fare, analogamente<br />
a quello che facciamo di<br />
solito quando sviluppiamo il<br />
nostro motore diesel. In futuro<br />
potrebbe arrivare qualcosa<br />
di nuovo».<br />
Per le operazioni di distribuzione,<br />
mi sembra una<br />
buona soluzione. Ma se è<br />
difficile applicare una tecnologia<br />
interamente elettrica<br />
a un camion da 26<br />
tonnellate, un’autonomia<br />
di soli 500 chilometri non è<br />
troppo restrittiva?<br />
Nebergall: «Il nostro punto di<br />
vista è: se un diesel può fare<br />
il suo lavoro, allora anche i<br />
motori a idrogeno possono<br />
funzionare. Il motore a idrogeno<br />
fa un ottimo lavoro, soprattutto<br />
con cicli di lavoro<br />
estremi, in condizioni estreme:<br />
ambienti molto freddi,<br />
polverosi, saturi di impurità,<br />
proprio come un diesel. Finora<br />
i nostri test hanno dato<br />
buoni risultati.<br />
Dal punto di vista del Tco, è<br />
difficile battere il diesel, che<br />
è a basso costo, disponibile<br />
ovunque, efficiente nei consumi<br />
e così via.<br />
I clienti non confrontano il<br />
diesel con la tecnologia a<br />
zero emissioni di carbonio.<br />
Gli utilizzatori che vogliono<br />
abbandonare il diesel sanno<br />
di avere tre possibilità: batterie<br />
elettriche, celle a combustibile<br />
o motori a idrogeno.<br />
In questo scenario, i motori<br />
a idrogeno appaiono molto<br />
attraenti, perché sono simili<br />
al diesel e richiedono più o<br />
meno gli stessi ingombri».<br />
Avete in essere delle collaborazioni<br />
con i costruttori<br />
europei di camion nello<br />
sviluppo di progetti legati<br />
all’idrogeno? Può citarne<br />
alcuni?<br />
Nebergall: «Stiamo riscuotendo<br />
un grande interesse da<br />
parte dei clienti per la nostra<br />
tecnologia. Al momento non<br />
abbiamo ancora nulla da annunciare,<br />
ma abbiamo firmato<br />
alcune lettere di intenti».<br />
Credete nel retrofitting?<br />
Engeham: «Può essere la<br />
stessa trasmissione, lo stesso<br />
gruppo di raffreddamento, gli<br />
stessi supporti del motore. È<br />
sufficiente un nuovo sistema<br />
di alimentazione. L’aspetto<br />
positivo della piattaforma di<br />
motori agnostici è che stiamo<br />
parlando degli stessi motori e<br />
degli stessi componenti».<br />
Qual è l’obiettivo principale<br />
del concept di camion a<br />
idrogeno che possiamo vedere<br />
qui all’Iaa?<br />
Hüttner: «La conversione<br />
del camion ha richiesto circa<br />
sei mesi per passare da<br />
una versione diesel ad una<br />
a idrogeno, il che è straordinariamente<br />
rapido, dato che<br />
l’intera catena cinematica è<br />
stata convertita. Il camion ha<br />
290 cavalli (213 chilowatt,<br />
ndr) e 40 chili di stoccaggio<br />
idrogeno a 700 bar. Questo<br />
ci consente un’autonomia di<br />
circa 500 chilometri. Manteniamo<br />
le stesse prestazioni<br />
di un camion diesel, con lo<br />
stesso carico utile. Abbiamo<br />
anche lo stesso spazio di carico.<br />
Possiamo dire che non<br />
si registra alcuna penalizzazione<br />
nel passaggio alle<br />
zero emissioni di carbonio.<br />
Anche la guidabilità è la<br />
stessa. Se si guarda all’installazione,<br />
abbiamo tolto il<br />
motore Daimler, ma abbiamo<br />
mantenuto la trasmissione e<br />
il radiatore. Abbiamo semplicemente<br />
tolto il motore diesel<br />
e inserito quello a idrogeno.<br />
Abbiamo voluto mantenere<br />
la struttura originale del camion,<br />
compreso l’inserimento<br />
dei serbatoi dell’idrogeno.<br />
Anche l’elettronica è la stessa<br />
applicata a un motore diesel.<br />
In questo segmento di autocarri<br />
medi, il Tco è fortemente<br />
influenzato dal costo del<br />
veicolo stesso, non tanto dal<br />
costo del carburante, poiché<br />
il numero di chilometri è significativamente<br />
inferiore rispetto<br />
agli autocarri a lungo<br />
raggio».<br />
10<br />
<strong>11</strong>
Stazionari<br />
Lo sappiamo, Rolls-Royce<br />
Power Systems si applica<br />
con devozione al paradigma<br />
della diversificazione<br />
delle fonti energetiche, e<br />
lo fa in modo trasversale alle<br />
applicazioni, generazione di<br />
potenza compresa. Proseguiamo<br />
nel racconto del PG Symposium,<br />
iniziato sul numero<br />
di ottobre. A Friedrichshafen<br />
non dimenticano che l’endotermico,<br />
come ha esplicitamente<br />
riconosciuto Michael<br />
Wagner, direttore product and<br />
solutions management stationary<br />
business, può essere<br />
«parte della soluzione e non<br />
del problema». E cominciamo<br />
proprio da Wagner, ingegnere<br />
meccanico austriaco, che ha<br />
parlato di “Fuel Flexibility:<br />
incrementare la sostenibilità<br />
dei motori a combustione<br />
ROLLS-ROYCE POWER SYSTEMS. PG Symposium. Parte seconda<br />
SI PARLA DI TERMICO<br />
E DI IDROGENO<br />
Dopo le riflessioni a caldo raccolte durante le diverse sessioni seminariali di<br />
Friedrichshafen, in questa sede vi portiamo due approfondimenti. Michael Wagner<br />
ci parla di “Fuel Flexibility: Incrementare la sostenibilità dei motori a combustione<br />
interna”. Armin Fürderer si concentra invece su “Idrogeno: il carburante del futuro”<br />
interna”. «Parlando di carburanti<br />
rinnovabili, la nostra<br />
gamma di motori diesel, comprese<br />
le serie 1600 e 4000, è<br />
stata completamente omologata<br />
per funzionare con carburanti<br />
a norme EN 15940»,<br />
ha detto Wagner. «La serie<br />
2000 seguirà l’anno prossimo,<br />
quando ottimizzeremo la<br />
pompa del carburante. Il tema<br />
principale del mio intervento<br />
sarà l’Hvo (la contemporanea<br />
pietra filosofale, insieme all’idrogeno,<br />
ndr). Sulla base della<br />
nostra valutazione di sostenibilità,<br />
nonché del potenziale<br />
di riduzione delle emissioni di<br />
CO 2<br />
“tank to wheel” e di miglioramento<br />
delle prestazioni,<br />
l’Hvo è un carburante promettente.<br />
Abbiamo confrontato<br />
diffusamente le emissioni<br />
di residui grafitici del diesel<br />
e dell’Hvo al banco e sul<br />
campo e abbiamo riscontrato<br />
una notevole riduzione delle<br />
emissioni nell’intera gamma<br />
di potenza, compresa tra il 50<br />
e l’80 per cento».<br />
In conformità alla norma Iso<br />
8258-5-G3, Rolls-Royce ha<br />
effettuato valutazioni approfondite<br />
su frequenza, potenza<br />
elettrica e tensione e non ha<br />
riscontrato variazioni di prestazioni<br />
tra il diesel e l'olio<br />
idrogenato. Anche il comportamento<br />
in transitorio è<br />
paragonabile. La capacità di<br />
stoccaggio è addirittura di<br />
gran lunga migliore rispetto al<br />
gasolio fossile. «È una caratteristica<br />
molto importante per<br />
le installazioni di back-up»,<br />
secondo Wagner, «perché l’energia<br />
è utilizzata per poche<br />
ore all’anno e si rivela quindi<br />
A Friedrichshafen<br />
è operativo<br />
un impianto<br />
dimostrativo delle<br />
potenzialità delle<br />
reti intelligenti e<br />
dell’idrogeno.<br />
necessaria una grande quantità<br />
di carburante immagazzinato<br />
in loco. Il consumo di<br />
carburante è inferiore anche<br />
in ragione delle sue proprietà<br />
chimiche positive».<br />
In poche parole, l’Hvo è interessante<br />
per la riduzione degli<br />
inquinanti nocivi, fino all’80<br />
per cento in meno di particolato<br />
(mg/m 3 ) e fino all’8 per<br />
cento di riduzione dei ppm di<br />
ossidi di azoto. Raggiunge le<br />
stesse prestazioni, in termini<br />
di potenza massima, accettazione<br />
del carico e consumo.<br />
È oltretutto semplice da<br />
adottare: non sono necessari<br />
adattamenti del motore o del<br />
software. Le miscele sono<br />
tollerate. Nessun effetto nemmeno<br />
sugli intervalli di assistenza<br />
e manutenzione: si replicano<br />
le usuali condizioni di<br />
garanzia. Un aspetto peculiare<br />
dell’olio vegetale idrotrattato<br />
riguarda la sua capacità di<br />
stoccaggio. I volumi globali<br />
di lavorazione dell’Hvo sono<br />
destinati a quadruplicare entro<br />
il 2025, rispetto ai volumi<br />
del 2020; i siti di produzione<br />
delle energie rinnovabili fungeranno<br />
da hotspot PtL (Power<br />
to Liquid) oltre il 2025.<br />
Infine, alcune osservazioni<br />
sulla percorribilità del ciclo<br />
Otto. «Nella nostra road<br />
map» precisa Wagner «vogliamo<br />
raggiungere l’obiettivo<br />
del funzionamento al 100<br />
per cento a idrogeno entro il<br />
2025. Per quanto riguarda i<br />
motori marini a Gnl, la sfida<br />
è che le prestazioni arrivino<br />
ad essere simili a quelle dei<br />
diesel. L’iniezione di gas è<br />
individuale, in ogni cilindro,<br />
prima di ogni valvola di ingresso<br />
nell’aria compressa.<br />
Questo ci permette di avere<br />
un funzionamento molto dinamico».<br />
Kit di conversione a gas<br />
Rolls-Royce Power Systems<br />
ha sviluppato un kit di conversione<br />
per adattare i motori<br />
a gas naturale al funzionamento<br />
a idrogeno al 100 per<br />
cento, quando l’idrogeno sarà<br />
disponibile. Il motore a idrogeno<br />
inietta il carburante nelle<br />
valvole multiport con una<br />
pressione compresa tra 4 e 6<br />
bar nel turbo. Nella camera<br />
il pistone si muove, facendo<br />
quasi scoccare la scintilla<br />
all’avvio dell’accensione. La<br />
combustione richiede l’aspirazione<br />
di molta aria per tenere<br />
sotto controllo la velocità<br />
della fiamma della combustione.<br />
Oltre a contenere ossigeno<br />
in abbondanza, la miscela<br />
deve essere assai omogenea<br />
per ottenere una combustione<br />
stabile dell’idrogeno. La<br />
pressione media effettiva del<br />
motore a idrogeno è stimata<br />
dai tedeschi dell’ordine di 40<br />
bar, mentre i motori a gas si<br />
attestano mediamente a 22<br />
bar. La riduzione della potenza<br />
erogata sarà nell’ordine del<br />
40 per cento. «Siamo fiduciosi<br />
che nel corso del tempo saremo<br />
in grado di allineare, passo<br />
dopo passo, la potenza dei<br />
motori a idrogeno all’attuale<br />
gamma di motori a gas naturale»,<br />
ha concluso Michael<br />
Wagner.<br />
Non si può fare cenno dell’idrogeno<br />
senza transitare da<br />
Armin Fürderer, Direttore Sustainable<br />
Customer Solutions.<br />
Il tema del suo intervento è<br />
infatti “Idrogeno: Il carburante<br />
del futuro”. «Abbiamo<br />
iniziato con soluzioni da 500<br />
chilowatt per il container di<br />
celle a combustibile Pem, per<br />
arricchire successivamente le<br />
opzioni di potenza. Le prime<br />
tre unità, che hanno sostituito<br />
i generatori diesel, saranno<br />
visibili nel porto di Duisburg<br />
nell’aprile del prossimo<br />
anno». Fürderer sottolinea che<br />
«a seguito di abboccamenti<br />
con diversi clienti, in particolare<br />
nel campo dei centri<br />
dati, non sarà replicato. Il<br />
futuro è rappresentato dalle<br />
reti a corrente continua; ora<br />
non c’è nulla di disponibile,<br />
ma saremo pronti quando il<br />
passaggio da corrente alternata<br />
a corrente continua sarà<br />
avvenuto. Questo è un ulteriore<br />
vantaggio di questa tecnologia».<br />
L’idrogeno ha un problema<br />
di stoccaggio a causa<br />
della sua densità energetica.<br />
«L’idrogeno ha una densità<br />
dieci volte inferiore a quella<br />
del gas naturale e per ottenere<br />
una densità volumetrica<br />
similare deve essere compresso,<br />
a partire da 500 bar, fino<br />
a raggiungere dimensioni tali<br />
da consentire l’immagazzinamento<br />
di energia; il sistema è<br />
molto costoso, la liquefazione<br />
richiede 600 e più gradi. Una<br />
soluzione per gli utilizzatori<br />
dai consumi modesti è quella<br />
di immagazzinare una tonnellata<br />
di idrogeno in un container<br />
da 40 piedi (pari a 12,2<br />
metri, ndr), che capitalizza<br />
1,5 MW di energia di riserva<br />
in circa 12 ore».<br />
Diverse aziende in Europa<br />
hanno annunciato di voler<br />
creare una rete decentralizzata<br />
di idrogeno. È l’ inerzia<br />
attuale all’interno di questo<br />
ambiente tecnologico. In pratica,<br />
si installano elettrolizzatori<br />
alimentati da energia<br />
verde, collocati in un’area<br />
di stoccaggio. Vogliono portare<br />
l’idrogeno il più vicino<br />
possibile ai clienti, servendo<br />
almeno l’ultimo miglio o<br />
addirittura attraverso piccole<br />
condutture. «Quale sarà il<br />
vettore dell’idrogeno in futuro?»,<br />
ha chiesto al pubblico<br />
Armin Fürderer. La risposta<br />
è la seguente: «Al momento<br />
sembra essere l’ammoniaca».<br />
Nella prima parte del resoconto<br />
del Simposio, vi abbiamo<br />
parlato dell’elettrolizzatore<br />
di Hoeller. Per dare seguito<br />
a quanto scritto nel numero<br />
di ottobre di DIESEL, riportiamo<br />
alcuni progressi applicati<br />
alla tecnologia da “1,5<br />
MW per stack”: una migliore<br />
connettività per ridurre la necessità<br />
dei catalizzatori; uno<br />
strato di trasporto poroso, per<br />
avere una minore resistenza al<br />
fine di aumentare la potenza e<br />
l’efficienza; piastra bipolare,<br />
per l’ottimizzazione del campo<br />
di flusso per massimizzare<br />
la potenza. Di seguito, alcune<br />
informazioni tecniche aggiuntive<br />
sulla seconda generazione<br />
di Prometheus L Stack (Prometeo<br />
rubò il fuoco agli dei<br />
per donarlo all’umanità). La<br />
potenza assorbita è fino a 1,5<br />
MW, con circa 312 celle, per<br />
una superficie attiva di circa<br />
1.180 cm 2 /cella. Fino a 750<br />
Volt DC e 2.500 Ampere, il<br />
consumo di corrente alternata<br />
a piena capacità è di circa 4,5<br />
kWh / Nm 3 . Le pile sono progettate<br />
per almeno 80.000 ore<br />
di funzionamento. Il consumo<br />
di acqua è inferiore a 1 litro<br />
per Nm 3 H2. E il tempo di risposta?<br />
Inferiore a 10 secondi<br />
in entrambe le direzioni. Le<br />
caratteristiche di produzione<br />
dell’idrogeno sono fino a 680<br />
chili al giorno, operando a<br />
40 bar di pressione, con una<br />
temperatura di esercizio dello<br />
stack di 80 gradi Celsius al<br />
massimo.<br />
Per l’idrogeno<br />
Infine, entriamo nel dettaglio<br />
delle architetture disponibili<br />
per i carburanti a idrogeno.<br />
Hanno iniziato con Fcd250,<br />
65 chilowatt per modulo, che<br />
non stanno più utilizzando.<br />
Nella fase pilota, utilizzano<br />
moduli da 100 chilowatt, che<br />
nel 2025 saranno aggiornati<br />
a 150 chilowatt per modulo.<br />
«Al momento garantiamo<br />
10.000 ore, ma arriveremo a<br />
25.000 ore di fine vita. Stiamo<br />
discutendo con un installatore<br />
una soluzione da 1,5 MW,<br />
per testarla in un ambiente<br />
scalabile. Abbiamo bisogno<br />
di qualcosa che funzioni,<br />
soprattutto nel sito di stoccaggio»<br />
conclude Fürderer.<br />
Essendo applicabile a cielo<br />
aperto senza alcuna infrastruttura,<br />
a parte l’idrogeno, il dimostratore<br />
autonomo di celle<br />
a combustibile è molto più di<br />
un banco di prova. Dotato di<br />
un sistema statico di Ups e<br />
di batterie agli ioni di litio, il<br />
dimostratore può essere adattato<br />
a diversi casi d’uso dei<br />
clienti. La dimostrazione di<br />
altri concetti per l’integrazione<br />
di sistemi modulari di celle<br />
a combustibile nelle asettative<br />
di Rolls-Royce getterà le basi<br />
per la generazione di energia<br />
su larga scala dalla tecnologia<br />
delle celle a combustibile<br />
Pem.<br />
12<br />
13
Terra<br />
occorre<br />
essere trasversali.<br />
«Sull’elettrico<br />
Secondo la nostra<br />
esperienza per aumentare i<br />
volumi bisogna applicarsi su<br />
più nicchie e trasversalizzare<br />
le applicazioni». Esternazioni<br />
che risalgono al 2019, tra<br />
le linee produttive degli assali<br />
(vedi DIESEL Marzo 2019, p.<br />
20). Oggi, 18 ottobre <strong>2022</strong>, siamo<br />
tornati in quei paraggi, in<br />
uno stabilimento che ha vissuto<br />
un’autentica palingenesi. Quelle<br />
idee che abbiamo riportato<br />
in apertura hanno trovato casa.<br />
Chiamatelo “e-plant”: a pieno<br />
regime vanterà una capacità annua<br />
di 20mila assali e 20mila<br />
batterie per veicoli commerciali<br />
leggeri, minibus e autobus.<br />
Parola di Alessandro Sezza,<br />
che di queste linee produttive<br />
è il responsabile. Risponderà a<br />
Sylvain Blaise, Presidente della<br />
Powertrain Business Unit, e ad<br />
Annalisa Stupenengo, che l’ha<br />
preceduto in questa funzione<br />
14<br />
Fpt Industrial. A Torino c’è una fabbrica tutta elettrica<br />
RESIDENZA<br />
E RESILIENZA<br />
La powertrain elettrica ha trovato casa, in Strada Cascinette. Sul citofono c’è scritto<br />
Fpt Industrial - Iveco Group. L’e-plant è espressione di resilienza, intesa come<br />
sopportazione degli stress e capacità di reagire agli avversi fattori esogeni (vedasi catena<br />
di fornitura e costo materie prime). Serve l’automotive, servirà le applicazioni industriali<br />
e attualmente si trova a capo<br />
delle “operations” del Gruppo<br />
Iveco. Questo luogo è l’humus<br />
che consentirà a digitalizzazione,<br />
Internet delle cose e predittività<br />
di fertilizzare il terreno e<br />
acquisire definitivamente senso.<br />
Perché gli aggettivi elettrico<br />
ed elettronico si completano<br />
in questa dimensione: quella<br />
dell’elettrificazione della catena<br />
cinematica. «Come attori chiave<br />
della transizione energetica<br />
in tutti i settori on-highway e<br />
off-highway, siamo all’avanguardia<br />
dell’innovazione per i<br />
sistemi di propulsione a energia<br />
pulita e siamo fermamente<br />
determinati a raggiungere l’obiettivo<br />
di zero emissioni nette<br />
di CO 2<br />
entro il 2040», afferma<br />
Sylvain Blaise. «Il nostro nuovo<br />
stabilimento ePowertrain<br />
è un passo fondamentale in<br />
questa direzione. I prodotti<br />
elettrificati che realizziamo qui<br />
accelereranno la decarbonizzazione<br />
nel settore dei trasporti,<br />
fornendo ai nostri partner e<br />
clienti soluzioni ultramoderne<br />
per le loro gamme future».<br />
Attenzione, però: l’orizzonte<br />
applicativo non si esaurisce al<br />
Nikola Tre o al nuovo Daily<br />
elettrificato che sarà svelato<br />
l’indomani. L’industriale è nel<br />
mirino: assali elettrici, pacchi<br />
batterie, sistemi di controllo<br />
prenderanno prima o poi anche<br />
la via dell’off-highway.<br />
Questo stabilimento, dedicato<br />
all’elettrificazione, è integrato<br />
nell’area Fpt Industrial di Stura,<br />
vicino al testing e agli impianti<br />
per la produzione di motori a<br />
combustione interna, trasmissioni<br />
e assali, per massimizzare<br />
i vantaggi in termini di sinergie<br />
industriali. Con una superficie<br />
totale di 15.000 metri quadri, lo<br />
stabilimento dispone di tre linee<br />
di produzione parallele dedicate<br />
rispettivamente all’assemblaggio<br />
dei pacchi batteria e alla<br />
produzione di central drive e<br />
di assali elettrici per veicoli<br />
commerciali pesanti. L’e-plant<br />
occuperà a pieno regime circa<br />
200 persone. A proposito di addetti,<br />
la collaborazione uomomacchina<br />
è all’avanguardia<br />
grazie alle tecnologie Industry<br />
4.0 adottate in tutte le aree, che<br />
consentono la raccolta e l’analisi<br />
automatica di tutti i dati<br />
indispensabili per monitorare e<br />
migliorare la sicurezza, la qualità<br />
e la produttività.<br />
Tutti i processi produttivi si basano<br />
su magazzini automatizzati<br />
per la gestione dei componenti e<br />
si sviluppano attraverso stazioni<br />
di assemblaggio a controllo elettronico.<br />
Le tecnologie di ultima<br />
generazione adottate includono<br />
la realtà aumentata e virtuale,<br />
che riduce i tempi di progettazione<br />
delle linee di produzione,<br />
simulando il risultato operativo<br />
prima dell’installazione fisica.<br />
Non ultima, la stampa 3D e i<br />
sistemi “Smart Observer” basati<br />
su sensori intelligenti, scanner<br />
3D per misurazioni di qualità<br />
Automazione all’ennesima<br />
potenza per il nuovo<br />
stabilimento e-powertrain<br />
di Fpt. A regime produrrà<br />
20mila pacchi batteria<br />
e 20mila assali elettrici e<br />
occuperà 200 addetti.<br />
Si sviluppa su 15.000<br />
metri quadrati,<br />
energicamente,<br />
autosufficienti grazie<br />
a pannelli solari,<br />
fotovoltaico ed eolico.<br />
In un cortile di 6.000<br />
metri quadrati svettano<br />
100 piante native, tra<br />
cui alberi da frutto. Per<br />
il 2026 il 60 per cento<br />
dell’acqua sarà riciclata.<br />
Phil Scarth ci spiega lo Iaa di Fpt Industrial<br />
Allo stand di Fpt Industrial abbiamo intercettato Phil Scarth,<br />
Head of Open Innovation e General Manager di Arbon,<br />
per una ricognizione di quanto Fpt ha annunciato ed<br />
esposto allo Iaa di Hannover. Sotto le luci dei riflettori sono<br />
inevitabilmente finiti l’XC13, erede multicombustibile del<br />
Cursor 13, e la strategia di elettrificazione. «Ci siamo proposti<br />
al pubblico dello Iaa con un monoblocco multicarburante e<br />
modulare» attacca Scarth. «Se vogliamo partire dal motore<br />
a combustione interna, il messaggio dei vertici aziendali è<br />
molto chiaro: l’endotermico ha un futuro sulla strada della<br />
decarbonizzazione. La realtà è che il multicarburante avrà<br />
un ruolo di primo piano. Stiamo sviluppando un motore per i<br />
carburanti alternativi, tra cui l’idrogeno e i carburanti di sintesi,<br />
quando e se saranno disponibili, che si sommano al diesel e<br />
al gas naturale, sulla base della piattaforma attuale. Stiamo<br />
sviluppando un motore più leggero per avvicendare le opzioni<br />
a combustibile solo fossile. Nonostante ci stiamo adoperando<br />
anche al miglioramento della combustione dell’idrogeno, in<br />
questo particolare scenario abbiamo un motore per garantire<br />
opportunità e disponibilità per le soluzioni di combustione<br />
dell’idrogeno».<br />
E cosa mi racconta dell’approccio elettrico?<br />
«La batteria rappresenta il componente principale<br />
nell’architettura di un sistema elettrificato, e noi abbiamo<br />
sviluppato all’uopo un pacco batterie insieme a Microvast.<br />
Per costruire insieme un sistema completo, abbiamo bisogno<br />
dell’e-axle, il sistema di trazione elettrica utilizzato sia<br />
nell’Iveco Daily che sui medi e sui pesanti. Inoltre, una delle<br />
parti più importanti è il Bms (Battery management system,<br />
ndr), cruciale nella strategia di gestione della batteria, che<br />
ci aiuta ad aumentarne la durata. A Coventry, i colleghi di<br />
Potenza Technology, diventata una divisione di Fpt Industrial,<br />
stanno sviluppando l’hardware e il software del Bms di nuova<br />
generazione. Con Potenza stiamo lavorando a un’intelligenza<br />
artificiale per controllare attivamente la batteria. L’obiettivo è<br />
Group. «Nella Tech Academy<br />
prepariamo le nostre persone<br />
a un processo completamente<br />
nuovo, in cui è fondamentale<br />
gestire i flussi di informazioni<br />
provenienti da robot e strumenti<br />
automatizzati. Ma forniamo<br />
anche le soft skill necessarie e,<br />
attraverso un programma mirato<br />
chiamato “In trasformazione”,<br />
prepariamo le nostre permetrologica,<br />
simulatori di realtà<br />
3D e robot collaborativi. Questi<br />
robot, insieme ai controlli di<br />
qualità in cloud, consentono di<br />
individuare immediatamente i<br />
problemi, mentre quelli di fine<br />
linea certificano la conformità<br />
del prodotto in termini di configurazione,<br />
prestazioni e sicurezza.<br />
Sulla linea degli assali<br />
elettrici per veicoli commerciali<br />
pesanti, una stazione a segnali<br />
luminosi supporta l’operatore<br />
indicando i componenti e dove<br />
montarli, contribuendo così a<br />
raggiungere l’obiettivo di azzeramento<br />
degli errori. Sulla linea<br />
di assemblaggio delle batterie, i<br />
tappeti dielettrici proteggono gli<br />
operatori da possibili dispersioni<br />
elettriche, mentre le termocamere<br />
misurano automaticamente<br />
la temperatura delle batterie,<br />
segnalando immediatamente<br />
qualsiasi deviazione rispetto<br />
alla norma.<br />
«La chiave del nostro successo<br />
sono le persone. Il nostro<br />
team è chiamato ad acquisire<br />
una nuova mentalità per affrontare<br />
le nuove sfide della<br />
mobilità elettrica e a sviluppare<br />
nuove competenze per<br />
relazionarsi con l’ambiente Industry<br />
4.0», afferma Alessandro<br />
Sezza, Plant Manager dello<br />
stabilimento torinese di Iveco<br />
Conciliabolo tra executive Iveco Group, a margine della<br />
presentazione dell’e-plant: da sinistra, Annalisa Stupenenengo,<br />
Sylvaine Blaise, Luca Sra e Domenico Nucera.<br />
prolungare la vita della batteria. Il Bms è in grado di regolare<br />
meglio la temperatura della batteria e le sue prestazioni,<br />
consentendoci di bilanciare le diverse celle e quindi di<br />
aumentare la durata della batteria. Conoscere le condizioni<br />
della batteria, il suo livello di carica e il bilanciamento delle<br />
celle sono componenti essenziali per prolungarne la vita».<br />
sone ad affrontare uno scenario<br />
complesso e fluido».<br />
In conclusione, le battute della<br />
voce più alta delle gerarchie di<br />
Iveco, Gerrit Marx, l’amministratore<br />
delegato del gruppo<br />
torinese. «Iveco Group si<br />
è posta l’obiettivo sfidante di<br />
arrivare a zero emissioni nette<br />
di CO 2<br />
entro il 2040, con dieci<br />
anni di anticipo sulla scadenza<br />
dell’Accordo di Parigi. Questo<br />
vale in egual misura per i nostri<br />
prodotti e per i luoghi in cui li<br />
produciamo. Da questo stabilimento<br />
forniremo sistemi di propulsione<br />
elettrici che andranno<br />
a completare una gamma già<br />
ampia di motorizzazioni. Confermiamo<br />
così la nostra volontà<br />
di offrire ai clienti i prodotti e<br />
i servizi giusti per soddisfare le<br />
loro esigenze in rapida evoluzione,<br />
nonché la nostra fondata<br />
ambizione di guidare la corsa<br />
alla mobilità elettrica».<br />
15
Mare<br />
Da Ciriè a Brisbane ci<br />
sono più di 24 ore di<br />
volo. C’è infatti un intero<br />
continente da esplorare. Ed è<br />
quello che Bimotor intende fare<br />
con la costituzione di Be Power<br />
Solutions Australia (BePS per<br />
gli australiani), che espliciterà<br />
il mandato di Fpt Industrial in<br />
Australia. Abbiamo parlato, da<br />
remoto, con Raine Borgo. Canadese,<br />
di avita origine italiana,<br />
a lei è affidata la gestione di<br />
quell’esotico e dinamico mercato.<br />
E quali sono le peculiarità<br />
che lo contraddistinguono?<br />
«Per quanto riguarda le applicazioni<br />
marine, in Australia<br />
ci sono grandi opportunità»<br />
esordisce Borgo. «A seconda<br />
di dove ci si trova nel Paese,<br />
possono prevalere le applicazioni<br />
commerciali o quelle<br />
da diporto. Il prodotto Fpt è<br />
molto apprezzato, soprattutto<br />
perché è legato ad un’attività<br />
pluridecennale, svolta dai due<br />
distributori storici, Tht Marine<br />
e SeaWasp, che sono sempre<br />
stati vicini ai clienti, fornendo<br />
sia il motore che il supporto<br />
post-vendita, in modo estremamente<br />
professionale, come richiesto<br />
dal cliente. Per quanto<br />
riguarda le applicazioni industriali,<br />
qui c’è un’intensa attività<br />
agricola e mineraria; se ci<br />
si concentra sul campo agricolo,<br />
si spazia da allevamenti<br />
di bestiame alle coltivazioni di<br />
frutta, verdura, cotone o vino.<br />
Le aziende sono molto grandi<br />
e, spesso, si trovano in aree<br />
molto lontane dai grandi centri.<br />
Ecco il motivo per cui, oltre ai<br />
motori per le macchine adibite<br />
alle attività prettamente agricole<br />
(motori da motopompa piuttosto<br />
che per apparecchiature<br />
trainate o semoventi), è necessario<br />
concentrarsi su quelli per<br />
i gruppi elettrogeni, vitali per<br />
assicurare l’energia, in caso<br />
dei frequenti blackout. Come<br />
si può immaginare, lo standby<br />
risulta vitale, per assicurare<br />
l’alimentazione del bestiame,<br />
piuttosto che l’irrigazione dei<br />
frutteti e dei campi coltivati a<br />
verdura o delle serre. Ecco il<br />
motivo per cui l’utilizzo dei<br />
gruppi di emergenza è sempre<br />
più diffuso. È chiaramente fondamentale<br />
anche erogare energia<br />
di continuità, in particola-<br />
Be Power Solutions. Bimotor tradotto nello slang australiano<br />
DA CIRIÈ A<br />
BRISBANE<br />
Be Power Solutions è l’avamposto di Bimotor in Australia. Il quartier<br />
generale si trova a Brisbane. Abbiamo ascoltato Raine Borgo, che<br />
sarà referente per il mercato australiano, e Stewart Butler, titolare di<br />
SeaWasp, dal 1990 esperto locale dei motori Fpt Industrial<br />
re nel settore minerario, che si<br />
trova nel nord-ovest del Paese,<br />
dove molte aree sono servite da<br />
gruppi elettrogeni, che lavorano<br />
in applicazioni prime power.<br />
Da non dimenticare gli impianti<br />
di movimentazione delle acque,<br />
nelle coltivazioni di cotone,<br />
anch’esse nel nord-ovest,<br />
dove sono presenti imponenti<br />
stazioni di pompaggio, equipaggiati<br />
con motori diesel, per<br />
garantire l’acqua alle colture».<br />
Come sono percepiti i problemi<br />
che l’Europa ha dovuto<br />
affrontare, ovvero la pandemia,<br />
le carenze della catena<br />
di approvvigionamento e l’inflazione?<br />
«L’Australia si trova in una<br />
posizione geografica isolata,<br />
i problemi della supply chain<br />
sono stati un fattore ostativo,<br />
anche qui. Il trasporto delle<br />
merci è stato ritardato, i porti<br />
sono congestionati, è molto<br />
difficile far arrivare le merci in<br />
tempi relativamente brevi (per<br />
gli standard australiani significa<br />
un paio di mesi, trasporto<br />
compreso), ma abbiamo deciso<br />
di concentrarci sulla creazione<br />
di uno stock locale, per poter<br />
servire meglio i clienti». Insomma,<br />
la mano di Bimotor si vede<br />
fin dai primissimi passi. Il cosiddetto<br />
“stock always available”,<br />
immortalato dalla torre di<br />
immagazzinamento di Ciriè, è<br />
stato oggetto di attacchi da parte<br />
di alcuni supporter del “just<br />
in time”. Anacronistico, dicono,<br />
secondo le regole della gestione<br />
delle scorte e dell’iscrizione a<br />
bilancio delle passività. La buriana<br />
della quarantena ha però<br />
dimostrato che la disponibilità<br />
di motori pronta consegna si è<br />
rivelata premiante. Anzi, di più:<br />
vitale. «Il servizio è una cosa<br />
importante, qui in Australia»<br />
riprende Raine Borgo. «Questo<br />
è un paese molto orientato al<br />
cliente. Un altro problema è<br />
l’aumento incontrollabile dei<br />
costi di spedizione. Abbiamo<br />
portato una sorta di “modello<br />
Bimotor” all’interno di BePS,<br />
perché credo che questo sia<br />
uno dei punti di forza più evidenti,<br />
per essere vincenti sul<br />
mercato».<br />
Quali sfide sta affrontando in<br />
questo nuovo lavoro?<br />
«Nel corso degli ultimi vent’anni<br />
ho lavorato nel settore della<br />
generazione di energia, anche a<br />
livello internazionale. La sfida<br />
consiste nell’utilizzare le competenze<br />
consolidate, per capire<br />
la cultura australiana, entrando<br />
in relazione con le persone,<br />
riconoscendo la cultura aziendale<br />
locale. Provenendo da un<br />
ambiente anglosassone (sono<br />
nata e cresciuta in Canada), importo<br />
quell’esperienza e quelle<br />
conoscenze che mi hanno aiutato<br />
a inserirmi e a far crescere<br />
le cose abbastanza rapidamente.<br />
Il modo in cui si gestisce il<br />
business è molto simile. È una<br />
situazione vantaggiosa per Be<br />
Power Solutions e, in ultima<br />
analisi, per Bimotor».<br />
E qual è il modello organizzativo<br />
che applicherete in<br />
Australia e qual è la vostra<br />
idea di organizzazione della<br />
rete? È simile a quello di Bimotor<br />
o è diverso dal modello<br />
europeo?<br />
«Per quanto riguarda le vendite<br />
e l’assistenza, in Europa ci<br />
si rivolge spesso direttamente<br />
al cliente finale, mentre qui<br />
tendiamo a lavorare con i subconcessionari,<br />
in ragione delle<br />
enormi distanze geografiche.<br />
Questo ovviamente si ripercuote<br />
sul lato dell’assistenza, dove<br />
i nostri stessi sub-concessionari<br />
sono direttamente responsabili<br />
di tutta l’attività post-vendita,<br />
utilizzando Be Power Solutions<br />
come supporto a livello di informazioni<br />
tecniche e fornitore<br />
di parti di ricambio. Così come<br />
avviene in una squadra, i subconcessionari,<br />
che hanno la<br />
loro rete all’interno dell’area,<br />
a copertura delle varie applicazioni,<br />
sia in ambito marino<br />
che industriale, hanno il ruolo<br />
dei giocatori in campo, mentre<br />
BePS, deve supportare tutta<br />
l’attività, anche a livello di<br />
strategia».<br />
Parlando di giocatori in campo,<br />
concediamo le battute finali a<br />
Stewart Butler, titolare di Sea-<br />
Wasp, che lavora con i prodotti<br />
di Fpt Industrial dal 1990. Lo<br />
abbiamo incontrato allo stand<br />
Bimotor, in occasione dell’apertura<br />
del Salone di Genova.<br />
Gli chiediamo la storia della<br />
sua collaborazione con Fpt. Vi<br />
riportiamo il passaggio finale,<br />
che ci conduce diretti all’ombra<br />
della Mole e della Lanterna.<br />
«Nel luglio 2004 ho acquistato<br />
SeaWasp Australia, trasferendo<br />
l’attività da Sydney a Brisbane.<br />
SeaWasp è cresciuta fino a diventare<br />
un rinomato fornitore<br />
di motori per imbarcazioni,<br />
specializzato in vendite, assistenza<br />
e ricambi. Il mio primo<br />
viaggio in Italia per lavoro risale<br />
al 1998, quando ho visitato<br />
proprio il Salone Nautico di<br />
Genova».<br />
Chiediamo anche a lui se il<br />
listino di Fpt sia più spendibile<br />
nella power generation,<br />
nell’off-road o nella nautica.<br />
Sostanzialmente ci conferma<br />
quanto anticipato da Raine<br />
Borgo. «Sicuramente ci sono<br />
ottime opportunità nella generazione<br />
di energia e nell’agricoltura,<br />
che richiede tante<br />
motopompe. Tornando al mio<br />
settore specifico, quello marino,<br />
vedo l’Australia come un mercato<br />
potenziale davvero enorme,<br />
ma il prodotto deve essere<br />
rappresentato dall’azienda che<br />
ha le giuste credenziali. Questo<br />
è il mio primo viaggio in Italia<br />
presso la Bimotor e sono stato<br />
totalmente sopraffatto dalla<br />
portata delle loro operazioni,<br />
sia a Ciriè che a Marghera, e<br />
dalla volontà di investire nelle<br />
infrastrutture. Credo che il segreto<br />
della loro attività sia in<br />
uno staff di grande talento, che<br />
condivide passione e visione;<br />
valori anche relazionali, molto<br />
simili ai miei. Sono entusiasta<br />
delle prospettive e delle opportunità<br />
che questa collaborazione<br />
farà nascere in Australia.<br />
Tornerò al Salone anche l’anno<br />
prossimo e sono certo che la<br />
quota di mercato attuale sarà<br />
certamente più alta di quanto<br />
lo sia ora. Ho un grande seguito<br />
nel diporto e una base di<br />
clienti molto fedeli anche nel<br />
settore commerciale. Ci sono<br />
molte famiglie di pescatori<br />
italiani con cui ho rapporti di<br />
lavoro da oltre trent’anni! Per<br />
quanto riguarda gli Oem, sarà<br />
un po’ più difficile entrare in<br />
contatto con loro a causa delle<br />
loro esigenze molto particolari.<br />
Lo abbiamo toccato con mano<br />
all’esposizione che abbiamo<br />
fatto al Sanctuary Cove Boat<br />
Show, nel maggio di quest’anno,<br />
dove uno dei più famosi<br />
costruttori di barche in Australia,<br />
Bill-Barry Cotter, fondatore<br />
di Riviera e ora fondatore<br />
e proprietario di Maritimo,<br />
si è detto molto interessato al<br />
C16 da 1.000 cavalli e al 6,7<br />
litri da 570. Siamo convinti<br />
che Bimotor, con il supporto di<br />
BePS, sia il partner giusto per<br />
affrontare questa sfida, anche<br />
se sarà molto difficile. Il Sanctuary<br />
Cove Boat Show è stata<br />
una decisione presa all’ultimo<br />
minuto. I motori sono arrivati il<br />
giorno prima del salone e sono<br />
stato estremamente soddisfatto<br />
del feedback dei clienti. In<br />
quell’occasione ho venduto direttamente<br />
una coppia di motori<br />
da 620 cavalli, che sono già<br />
stati ricevuti da noi. I tempi di<br />
consegna sono adesso molto<br />
più brevi che in passato, grazie<br />
al vasto numero di motori<br />
che Bimotor ha in magazzino,<br />
e questo è la differenza rispetto<br />
al passato».<br />
E quali sono i principali concorrenti<br />
nel mercato marino<br />
australiano?<br />
«Sicuramente Cummins e Volvo<br />
Penta, ma quello che conta soprattutto<br />
in Australia è la fedeltà<br />
del cliente. Durante i 16 anni<br />
in cui ho lavorato con Leeds Industries,<br />
ho sviluppato una base<br />
di clienti molto stabile, puntando<br />
sui valori di onestà e lealtà<br />
verso di loro, in tutti i settori in<br />
cui mi sono trovato ad operare.<br />
Ora che la mia attenzione<br />
si concentra esclusivamente<br />
sulla nautica, sto continuando<br />
a lavorare con gli stessi valori<br />
e la stessa passione, certo che<br />
Be Power Solutions stia invece<br />
scandagliando l’intero mercato,<br />
lavorando allo stesso modo, per<br />
migliorare la “Brand awareness”<br />
del marchio Fpt. La passione<br />
nel prodotto Fpt è sempre<br />
esistita; ora, grazie alla collaborazione<br />
con BePS, mi sento<br />
pronto a affrontare il mercato,<br />
essendo sicuro di non essere<br />
più da solo ma all’interno di<br />
una squadra, che condivide i<br />
miei stessi valori e le medesime<br />
passioni».<br />
16<br />
17
Grandangolo<br />
Fpt Industrial F28<br />
Motore da premio<br />
La nuova gamma di trattori specializzati da<br />
frutteto e vigneto Carraro Agricube Pro è<br />
equipaggiata con il motore diesel Fpt Industrial<br />
F28, che copre lo Stage V da 55 a 75 chilowatt.<br />
Si tratta della prima applicazione agricola del<br />
motore che il brand ha presentato anche per<br />
i settori del movimento terra e della power<br />
generation. Inaugurata nel 2010, la partnership<br />
tra le due aziende è costellata di successi e<br />
si consolida ora con il passaggio allo Stage<br />
V e l’adozione della soluzione F28 per tutta<br />
la gamma Agricube con potenze di 72, 92 e<br />
102 cavalli (55, 67 e 75 kW) rispettivamente<br />
per i modelli 8.5, 9.5 e 10.5 per frutteto e<br />
vigneto. Capace di sviluppare fino a 102<br />
cavalli a 2.300 giri e 415 Nm a 1.500 giri,<br />
questo propulsore da 2,8 litri garantisce lo<br />
stesso livello prestazionale di un 3,4 litri ma<br />
con dimensioni comparabili a quelle di un 2<br />
litri. Queste inimitabili doti di compattezza ed<br />
elevata densità di potenza, associate a una<br />
notevole efficienza dei consumi, sono alla<br />
base della scelta operata da Carraro per i suoi<br />
nuovi specializzati destinati ad operare tra<br />
filari di alto valore con attrezzi molto esigenti<br />
dal punto di vista idraulico. Ricordiamo che<br />
l’F28 è stato <strong>Diesel</strong> of the Year 2020. Quando,<br />
all’Agritechnica 2019, i veli sono scivolati<br />
dalla sagoma dell’F28, non hanno rivelato un<br />
motore, ma due. Il 2,8 litri di Fpt Industrial,<br />
common rail Bosch da 1.600 bar per alimentare<br />
le camere di combustione, fu svelato insieme<br />
al suo gemello a gas (seguiti dalla “release”<br />
ibrida, apparsa al Conexpo). Da questa<br />
apparizione nacque la convinzione di premiare<br />
il 4 cilindri di Fpt.<br />
CARRARO TRACTORS AGRICUBE PRO<br />
SOTTO IL COFANO<br />
FPT<br />
Arriva il nuovo Stage V<br />
dedicato ai professionisti<br />
delle colture specializzate.<br />
Con il passaggio allo Stage V,<br />
Carraro Tractors ha scelto una<br />
soluzione Fpt Industrial, l’F28,<br />
già <strong>Diesel</strong> of the Year 2020:<br />
compattezza, elevata densità<br />
di potenza e prestazioni<br />
non hanno niente da invidiare<br />
ai “fratelli maggiori”<br />
Con il passaggio allo Stage<br />
V, che ha imposto l’abbandono<br />
dei 3,4 litri di<br />
Fpt Industrial per le potenze superiori<br />
ai 75 cavalli, Carraro ha<br />
totalmente rivoluzionato la sua<br />
gamma di trattori, diversificando<br />
la produzione per gli Oem (Claas,<br />
John Deere, Massey Ferguson),<br />
da quella a proprio marchio.<br />
I nuovi modelli per Oem<br />
montano ora il 4 cilindri Fpt da<br />
3,6 litri, dunque “maggiorato”,<br />
per raggiungere potenze comprese<br />
tra 85 e 120 cavalli. La<br />
nuova gamma a marchio “Tre<br />
cavallini”, rinominata Agricube<br />
Pro, adotta invece un motore<br />
più piccolo, sempre Fpt,<br />
a quattro cilindri, ma con cilindrata<br />
di 2,8 litri e tre livelli<br />
di potenza: 55, 67 e 75 chilowatt.<br />
Per i propri clienti finali<br />
Carraro punta così su modelli<br />
potenti ma compatti, proposti<br />
solo nella versione con tunnel<br />
centrale per ridurre l’altezza e<br />
adattarsi alle esigenze di chi<br />
lavora prevalentemente sotto<br />
18<br />
19
Post-trattamento e assale sospeso<br />
Torna tutto sotto<br />
In oltre dieci anni di collaborazione, Fpt Industrial<br />
ha prodotto oltre 25mila motori per il Gruppo<br />
Carraro, installati su 13 diverse piattaforme (tra cui<br />
Agritalia, Claas, John Deere, Massey Ferguson)<br />
chioma. Sono 6 i modelli (vigneto,<br />
vigneto largo, vigneto<br />
largo basso, frutteto, frutteto<br />
largo, frutteto basso) e ben 52<br />
gli allestimenti base, rivelando<br />
quindi una grande attenzione<br />
alla configurabilità e alla versatilità.<br />
La presentazione ai dealer e<br />
alla stampa della nuova motorizzazione<br />
“downsized” si è<br />
svolta ad Arquà Polesine, alle<br />
porte di Rovigo. Presenti Tomaso<br />
Carraro, vicepresidente<br />
del Gruppo Carraro, Andrea<br />
Conchetto, Ceo del Gruppo, e<br />
Marco Stella, General Manager<br />
di Carraro Agritalia. Dopo<br />
la presentazione dei dati sulle<br />
vendite e sulle previsioni per<br />
il 2023, Laura Bassi, Sales and<br />
Business Development Manager,<br />
ha illustrato le motivazioni<br />
che hanno portato alla scelta<br />
del motore Fpt: «Volevamo un<br />
motore dalle dimensioni compatte,<br />
ma che non rinunciasse<br />
alle prestazioni e a costi di<br />
consumo ridotti. Siamo riusciti<br />
ad ottenere tutti questi requisiti<br />
grazie all’installazione<br />
totalmente sottocofano, che ci<br />
ha permesso di liberare il lato<br />
destro del trattore (era uno dei<br />
punti critici della serie Agricube<br />
IIIB, ndr), al posizionamento<br />
del silenziatore sulla parte<br />
sinistra e a diverse soluzioni<br />
Del mezzo milione<br />
di motori all’anno<br />
prodotti da Fpt<br />
Industrial, oltre<br />
130mila sono<br />
destinati ad<br />
applicazioni<br />
agricole: trattori,<br />
macchine da<br />
raccolta e per<br />
alimentazione<br />
animale.<br />
per i serbatoi, volte sempre a<br />
salvaguardare la compattezza».<br />
La scelta del Gruppo Carraro<br />
è stata quella di preservare la<br />
gamma esistente, portandola in<br />
Stage V e mantenendo allo stesso<br />
tempo i costi di motorizzazione<br />
i più contenuti possibile.<br />
Ciò è stato possibile decidendo<br />
di conservare l’architettura del<br />
tunnel, ma soprattutto trovando<br />
il motore adatto.<br />
Palla a Fpt Industrial<br />
La parola passa a Diego Rotti,<br />
Product Manager Off-Road<br />
Industrial Engines di Fpt Industrial:<br />
«La nostra decennale<br />
cooperazione con Carraro è<br />
stata in buona parte guidata<br />
dalle richieste delle normative<br />
sulle emissioni. Ciò non vuol<br />
dire che non siamo attenti<br />
ad altri aspetti, come la produttività<br />
della macchina, la<br />
compattezza e le prestazioni.<br />
Il mondo dei trattori specializzati<br />
poi richiede sempre<br />
soluzioni ad hoc e attenzione<br />
alle esigenze degli utenti».<br />
Dopo aver ripercorso le tappe<br />
più importanti della collaborazione<br />
con Carraro, Rotti passa<br />
a raccontare la genesi del progetto<br />
e ad analizzare le caratteristiche<br />
dell’F28. «Con questo<br />
motore abbiamo esteso la<br />
nostra gamma al di sotto dei<br />
3 litri per applicazioni agricole,<br />
una sfida che ci ha visti<br />
affrontare il tema della compattezza<br />
con un approccio modulare<br />
e versatile, adattabile<br />
anche ad altri tipi di applicazioni.<br />
L’F28 nasce diesel ma è<br />
già progettato per poter funzionare<br />
sia in configurazione<br />
diesel-elettrica che a metano.<br />
Queste due versioni sono in<br />
fase prototipale e di test sia al<br />
banco motore che su veicolo.<br />
Tra i requisiti chiave c’era la<br />
compattezza, tema che è stato<br />
affrontato riducendo non<br />
solo la cilindrata, ma anche<br />
la distanza tra i cilindri, integrando<br />
quanto più possibile<br />
i sistemi di raffreddamento<br />
nel basamento motore e collocando<br />
il post-trattamento<br />
completamente sottocofano,<br />
con grande vantaggio a livello<br />
di utilizzabilità del motore.<br />
E tutto questo mantenendo<br />
l’altezza da terra. Nonostante<br />
la compattezza, l’F28 non<br />
fa rimpiangere un motore più<br />
grande in termini di prestazioni,<br />
che sono confrontabili con<br />
quelle di un motore di cilindrata<br />
maggiore. Nella fase di<br />
progettazione c’è stata grande<br />
attenzione alla potenza ma<br />
anche e soprattutto all’erogazione<br />
di coppia. Nel nostro<br />
confronto tra la curva di coppia<br />
dell’F28 e quella dell’F36,<br />
vediamo che a livello di coppia<br />
massima ma anche ai bassi<br />
giri, le prestazioni sono con-<br />
Agricube Pro è perfetto per le applicazioni che<br />
richiedono elevate prestazioni e un ingombro<br />
ridotto, come nel caso degli specializzati, e<br />
infatti ha tutti i componenti del sistema di<br />
post-trattamento dei gas di scarico, e cioè il<br />
catalizzatore ossidante, la riduzione catalitica<br />
selettiva e il filtro antiparticolato, racchiusi<br />
in un unico modulo di forma appiattita che<br />
trova posto sotto al cofano, senza incidere<br />
su ingombri e visibilità. Nonostante il cofano<br />
non si apra completamente, tutti i punti di<br />
manutenzione ordinaria sono facilmente<br />
raggiungibili senza dover necessariamente<br />
smontare i fianchetti laterali. La trasmissione è<br />
la classica Carraro dotata di Hi-lo e inversore<br />
elettroidraulici che agiscono su un cambio<br />
meccanico a 4 rapporti sincronizzati e 3<br />
gamme lente/medie/veloci per un totale di<br />
24 rapporti in avanti e 12 retro. Il pulsante<br />
per cambiare la marcia sotto carico è sulla<br />
leva del cambio che rimane la stessa delle<br />
versioni precedenti. La trazione sulle 4 ruote<br />
si innesta automaticamente grazie a un<br />
sensore angolare di sterzata posto sull’assale<br />
anteriore che è impreziosito da un sistema di<br />
sospensioni costituito da due pistoni idraulici<br />
con escursione di 80 millimetri. Ne giova il<br />
comfort ovviamente, ma anche la sicurezza<br />
e l’aderenza. Dalla cabina è possibile variare<br />
l’altezza della sospensione adattandosi così<br />
al lavoro che si deve compiere e facilitando<br />
le operazioni di attacco e stacco delle<br />
attrezzature anteriori.<br />
frontabili. Abbiamo effettuato<br />
oltre 15mila ore di test al banco<br />
e 10mila su macchina, in<br />
collaborazione con Carraro,<br />
utili per verificare le prestazioni<br />
su missioni reali, in campo.<br />
Un altro punto importante per<br />
noi è la continuità con gli altri<br />
motori della nostra gamma:<br />
pur essendo un motore progettato<br />
in maniera radicalmente<br />
diversa dal 3,4 e dal 3,6 litri,<br />
a livello di impostazione e di<br />
accesso per la manutenzione è<br />
concepito in maniera analoga<br />
all’F36. L’intervallo di ore per<br />
il cambio dell’olio è rimasto<br />
lo stesso (600 ore). L’efficienza<br />
nelle prestazioni si traduce<br />
naturalmente anche in un<br />
beneficio sui consumi: con un<br />
motore più piccolo, con la stessa<br />
combustione ma ottimizzata<br />
con un’attenzione particolare<br />
alla gestione del motore, tra i<br />
1.400 e i 1.800 giri abbiamo<br />
registrato un’efficienza migliore<br />
di quella del 3,6 litri».<br />
20<br />
21
Terra<br />
Non è più tempo di gingillarsi<br />
con i massimi<br />
sistemi. Quando si ragiona<br />
di idrogenizzazione urge<br />
entrare nel merito della questione,<br />
a partire dall’identità<br />
dei protagonisti. «Simplifhy<br />
è un’idea nata nel 2020, l’azienda<br />
vanta un importante<br />
know-how, essendo composta<br />
da un team con una competenza<br />
consolidata e un’esperienza<br />
pluriennale nel campo dell’energia<br />
e dell’idrogeno». Sono<br />
parole di Sergio Torriani, amministratore<br />
delegato dell’azienda<br />
lombarda. E proprio a<br />
lui ci siamo rivolti per capire<br />
22<br />
SIMPLIFHY. L’idrogeno a tinte tricolori<br />
POLIEDRICI<br />
PER SCELTA<br />
Afferrare al volo un’idea, che corrisponda al desiderio dell’utilizzatore, e vestirla in<br />
modo sartoriale, richiede flessibilità e transitività tra le varie tecnologie di elettrolisi,<br />
senza ossessioni dogmatiche. Simplifhy ha scelto questo approccio, inserendosi tra i<br />
costruttori di componenti e sistemi e l’anello finale della catena dell’idrogeno, gli utenti<br />
quale sia questo know-how e<br />
come si manifesti nella sfera<br />
delle applicazioni mobili, stazionarie<br />
e nautiche.<br />
«Siamo consapevoli che né<br />
l’elettrico né l’idrogeno possono<br />
monopolizzare la decarbonizzazione»<br />
premette Torriani.<br />
«Dal mio punto di vista<br />
l’idrogeno copre quegli spazi<br />
che l’elettrico non può coprire,<br />
come le applicazioni nautiche,<br />
che prevedono distanze<br />
significative e grandi pesi».<br />
Quella di solution provider<br />
è un’attribuzione assai cara<br />
ai protagonisti dell’“ancien<br />
régime” endotermico. Cosa<br />
significa per voi, che vi affacciate<br />
sulla ribalta della<br />
decarbonizzazione?<br />
«L’idea scaturisce dall’intuizione<br />
che i costruttori dei componenti<br />
per l’idrogeno hanno<br />
una dimensione artigianale.<br />
Questi ultimi cinque anni hanno<br />
fatto sì che chiunque disponesse<br />
di tecnologie spendibili<br />
si focalizzasse sull’industrializzazione.<br />
Per capirci, passare<br />
dalla produzione di due o<br />
tre sistemi all’anno ad alcune<br />
migliaia. L’Italia, composta<br />
da industrie medio-piccole<br />
e mille campanili, avanza le<br />
richieste più svariate. La personalizzazione<br />
della soluzione<br />
assume pertanto un valore altissimo.<br />
Noi conosciamo molto<br />
bene i fornitori di componenti<br />
e sistemi, che non hanno mediamente<br />
alcuna intenzione di<br />
adeguare le reti commerciali.<br />
Noi ci inseriamo tra loro e i<br />
clienti finali, che richiedono<br />
ogni volta una soluzione<br />
diversa. In prima battuta ci<br />
occupiamo della progettazione,<br />
quindi di tutte quelle<br />
attività convenzionali, come<br />
selezionare i fornitori. In molti<br />
casi le esigenze dei clienti<br />
sono ripetitive. Tanti ci chie-<br />
Con Bloom Energy per il Cavallino rampante<br />
L’attivismo di Simplifhy si tinge di rosso. Non pensate male:<br />
non serve sfogliare le pagine di cronaca nera né fermarsi<br />
sui necrologi dei partiti di sinistra, usciti malconci dalla<br />
tornata elettorale. Il rosso è quello squillante della Ferrari.<br />
In collaborazione con Bloom Energy, l’azienda di Villasanta,<br />
in Brianza, ha installato una fuel cell a ossido solido a 1MW<br />
di potenza presso il quartier generale Ferrari a Maranello.<br />
Lo scopo del lavoro è stato l’inquadramento normativo e<br />
procedurale della connessione alla rete elettrica nazionale,<br />
gli aspetti relativi alla sicurezza, l’interconnessione con i<br />
sistemi di fabbrica esistente (ad esempio IT) e, in generale,<br />
nelle relazioni con il cliente per la fornitura e installazione<br />
del prodotto. La collaborazione con la Ferrari segna<br />
l’ingresso di Bloom Energy in Europa e in Italia ed è il primo<br />
passaggio verso progetti potenzialmente più significativi tra<br />
le due società e nel mercato.<br />
Bloom Energy ha infatti siglato un contratto di ingegneria<br />
con Simplifhy, finalizzato a consentire a Bloom Energy<br />
di dare supporto locale ai clienti italiani per gli aspetti<br />
di autorizzazioni, installazione e messa in servizio della<br />
piattaforma di fuel cell, con una specificità agli aspetti<br />
elettrici, di sicurezza, di interconnessione con i sistemi di<br />
fabbrica esistenti. La tecnologia di Bloom Energy è una<br />
soluzione di celle a combustibile a ossido solido, largamente<br />
Le soluzioni Simplifhy H2:<br />
basic/oxy/power/full.<br />
«Premessa: al momento costruiamo<br />
impianti per altri, ma<br />
il nostro obiettivo finale è readono<br />
di partire dal concetto<br />
di “piccolo”, scarsamente<br />
compatibile con le esigenze<br />
industriali. Abbiamo realizzato<br />
dei prodotti che possiamo<br />
definire tali nella misura<br />
in cui si compongono di una<br />
serie di elementi, quali l’elettrolizzatore<br />
e la purificazione<br />
dell’idrogeno, costruendo una<br />
soluzione aperta alle personalizzazioni,<br />
ma standardizzata e<br />
“autosufficiente”».<br />
Le definizioni di solution<br />
provider e system integrator<br />
sono dunque sinonimiche?<br />
«Sul mercato contiamo almeno<br />
tre differenti tecnologie industriali<br />
di elettrolisi, ognuna<br />
A sinistra, cella e quadro di controllo Simplifhy.<br />
Nell’approccio al mercato dell’azienda, la flessibilità<br />
applicativa è la conditio sine qua non per conformarsi ai<br />
bisogni dei clienti. Abbiamo liberamente reinterpretato le<br />
parole di Sergio Torriani, l’AD dello specialista in idrogeno.<br />
utilizzata, in grado di produrre energia senza combustione<br />
e ad altissima efficienza da gas naturale, idrogeno biogas o<br />
una miscela di questi. L’obiettivo comune della cooperazione<br />
è rendere reale la prima applicazione funzionante in<br />
Italia, procedendo nel definire una collaborazione di<br />
lungo periodo per nuove installazioni in Italia e sostenere<br />
la decarbonizzazione attraverso l’uso di fuel cell ad alta<br />
efficienza, o persino utilizzando fonti rinnovabili come<br />
l’idrogeno, il biogas o un mix di questi combustibili.<br />
«Siamo felici di lavorare con Simplifhy, la loro conoscenza<br />
delle problematiche nazionali ci sta aiutando nel consegnare<br />
velocemente soluzioni che aiutino i nostri clienti a<br />
raggiungere i loro obiettivi di produzione di energia in modo<br />
resiliente, prevedibile e sostenibile» afferma Danilo Serioli,<br />
Country Lead Italy di Bloom Energy.<br />
«Siamo il primo fornitore di soluzioni in Italia totalmente<br />
focalizzato a costruire soluzioni di decarbonizzazione<br />
basate su tecnologie dell’idrogeno. Bloom Energy condivide<br />
la nostra visione di contribuire alla fornitura di soluzioni<br />
per un mondo decarbonizzato. Le grandi applicazioni<br />
richiedono sempre una esperienza locale e la capacità di<br />
guardare all’applicazione specifica, anche in una soluzione<br />
come quella di Bloom Energy, molto modulare e di facile<br />
installazione» conclude Sergio Torriani, Ceo di Simplifhy.<br />
delle quali con fornitori diversi.<br />
Se ci azzardassimo a sposare<br />
una di queste risolveremmo<br />
una porzione minima delle esigenze<br />
dei nostri clienti. Non mi<br />
nascondo dietro al fatto che le<br />
tecnologie di base che adottiamo<br />
appartengono a qualcun<br />
altro, perché ci consentono di<br />
offrire maggiori possibilità ai<br />
clienti industriali».<br />
Ciclo diesel convertito a<br />
idrogeno grigio o celle combustibile<br />
e idrogeno verde?<br />
«Occorre distinguere il modo<br />
in cui l’idrogeno è prodotto<br />
dal modo in cui è utilizzato.<br />
Attualmente la tecnologia a<br />
celle a combustibile migliora<br />
le efficienze elettriche ma ha il<br />
limite di costare molto di più.<br />
L’endotermico ha infrastruttura,<br />
competenze centenarie<br />
e una maggiore confidenza da<br />
parte del mercato; per questo<br />
può avere un futuro nell’idrogeno.<br />
Sulla parte invece<br />
di produzione, ce n’è di mille<br />
colori; la tendenza all’interno<br />
della Comunità Europea<br />
è di privilegiare le fonti non<br />
fossili. Il reforming funziona<br />
se associato al biometano,<br />
che mi consente di recuperare<br />
facilmente la CO 2<br />
. La crisi<br />
energetica e i costi rendono<br />
l’idrogeno da fonti fossili più<br />
caro rispetto a quello da rinnovabile<br />
diretta. Il confronto<br />
con l’idrogeno verde è falsato,<br />
perché in questo momento chi<br />
ha un pannello solare cede in<br />
rete l’energia elettrica, a discapito<br />
della produzione di<br />
idrogeno».<br />
23
lizzare gli impianti e produrre<br />
l’idrogeno, sulla falsariga di<br />
quanto fa Lhyfe in Francia<br />
(vedi articolo, ndr). Alcuni nostri<br />
clienti utilizzano già idrogeno,<br />
che ricevono tramite<br />
carro bombolaio da fornitori<br />
di gas. La variabilità dei prezzi<br />
e la spinta alla decarbonizzazione<br />
fanno in modo che abbiano<br />
interesse a produrselo.<br />
Questo è H2 Basic, che produce<br />
idrogeno partendo dalla<br />
corrente, auspicabilmente da<br />
fonti rinnovabili. Il secondo<br />
passaggio riguarda chi usa<br />
idrogeno e ossigeno. L’elettrolizzatore<br />
rilascia ossigeno,<br />
che i costruttori richiedono<br />
di rilasciare in atmosfera per<br />
questioni di sicurezza. Con<br />
semplici soluzioni tecnologiche<br />
noi riusciamo a renderlo<br />
disponibile. Con l’H2 Oxy si<br />
conciliano le esigenze di chi<br />
ha bisogno di idrogeno e di<br />
ossigeno nei propri processi<br />
industriali. La soluzione che<br />
sta avendo più riscontri è l’H2<br />
Power, soprattutto da parte di<br />
aziende che ci dicono “non<br />
usiamo idrogeno, ma ci piacerebbe<br />
essere più autonomi<br />
Sergio Torriani, il<br />
Ceo di Simplifhy,<br />
che ci ha rilasciato<br />
questa intervista.<br />
dal punto di vista energetico”.<br />
La soluzione è la produzione<br />
solare: si eroga energia quando<br />
serve, altrimenti si produce<br />
idrogeno, immagazzinato in<br />
bombole. Nel momento in cui<br />
il solare o il vento non sono disponibili,<br />
si può convertire l’energia<br />
attraverso le fuel cell. È<br />
la chiusura del cerchio da un<br />
punto di vista energetico. L’H2<br />
Full non lo abbiamo ancora<br />
proposto, è un sistema integrato<br />
di produzione di idrogeno,<br />
di stoccaggio e di generazione<br />
di energia in caso di emergenza,<br />
con anche la raccolta e la<br />
gestione dell’ossigeno prodotto<br />
dalla elettrolisi. Questi prodotti<br />
sono pensati in funzione<br />
delle esigenze del cliente: se<br />
ha bisogno di corrente, di ossigeno<br />
o di idrogeno».<br />
Approcciamo le vostre soluzioni<br />
in tre applicazioni di<br />
nostro interesse: trasporti,<br />
agricoltura e generazione.<br />
«All’estero il tpl gode di buoni<br />
incentivi e beneficia delle lunghe<br />
percorrenze extraurbane,<br />
con un elevato potenziale di<br />
basso costo. Con gli autobus<br />
anche i treni, che non contemplano<br />
l’opzione dell’elettrico<br />
e infine i camion pesanti. Per<br />
agevolare lo sviluppo il Pnrr,<br />
prevede la costruzione di 40<br />
stazioni di rifornimento a<br />
idrogeno. Queste sono le applicazioni<br />
che partiranno per<br />
prime, per convenienza e presenza<br />
di incentivo. L’idrogeno<br />
in ambito agricolo è molto<br />
interessante ma soffre della<br />
parcellizzazione degli Oem,<br />
degli incentivi sul gasolio e<br />
richiederebbe massicci investimenti<br />
per la conversione.<br />
Ha senso soprattutto per la<br />
decarbonizzazione dei trattamenti<br />
nelle lavorazioni di prodotti<br />
a valore aggiunto. Nel<br />
navale commerciale si guarda<br />
all’ammoniaca, nel diporto<br />
proprio l’idrogeno potrebbe<br />
intervenire attivamente».<br />
Settori energivori come le<br />
ceramiche non dovrebbero<br />
godere di fortissimi incentivi<br />
per convertirsi, anche solo<br />
parzialmente, all’idrogeno?<br />
«Stiamo realizzando un impianto<br />
a idrogeno per il forno<br />
di una ceramica del distretto<br />
di Sassuolo. Siamo in trattativa<br />
con altre aziende, nell’ambito<br />
delle utilities, trattamento<br />
acque, meccanica, vetrerie<br />
e acciai. In questo momento<br />
non sono soluzioni sostenibili<br />
dal punto di vista economico,<br />
si tratta di testing. Non siamo<br />
però lontani, i costi di certe<br />
tecnologie stanno scendendo e<br />
in un paio d’anni ci troveremo<br />
in condizioni molto differenti.<br />
La forbice di prezzo col metano<br />
è ancora abissale, rapporto<br />
4:1 - 5:1. In parte dipende<br />
da costo degli elettrolizzatori,<br />
che pure si sta abbassando in<br />
misura sensibile, e più significativamente<br />
dal costo dell’energia.<br />
Il futuro dell’idrogeno<br />
in ambiti industriali dipende<br />
quindi dall’erogazione degli<br />
incentivi che non sono attualmente<br />
in programma, anche<br />
per gli sforzi del governo per<br />
mitigare l’attuale crisi energetica.<br />
Il primo passaggio per<br />
rendere competitivo l’idrogeno<br />
è lo sviluppo delle energie rinnovabili,<br />
per abbattere il costo<br />
dell’energia verde e produrre<br />
idrogeno fino a 2/3 euro al chilo,<br />
rispetto ai 10 attuali».<br />
Lhyfe e i suoi partner condividono<br />
un obiettivo<br />
ambizioso: trasformare<br />
in realtà l’idrogeno rinnovabile<br />
offshore, dimostrando l’affidabilità<br />
di un elettrolizzatore<br />
offshore. Ciò rappresenta una<br />
prima mondiale in un momento<br />
in cui stanno emergendo<br />
iniziative per la produzione di<br />
idrogeno offshore in tutta Europa.<br />
Il primo sito di produzione<br />
di idrogeno offshore al<br />
mondo, allestito da Lhyfe in<br />
collaborazione con Plug Power,<br />
Chantiers de l’Atlantique,<br />
LHYFE. Il primo elettrolizzatore offshore<br />
IDROGENO VERDE<br />
FATTIBILE OGGI<br />
Lhyfe ha un obiettivo ambizioso: trasformare in realtà l’idrogeno<br />
rinnovabile offshore, dimostrando l’affidabilità di un elettrolizzatore<br />
offshore. Il sito di test soddisfa tutti i criteri per convalidare questa<br />
tecnologia prima di passare alla distribuzione su larga scala<br />
Geps Techno, Centrale Nantes,<br />
Eiffage Energie Systèmes, Le<br />
Port de Saint-Nazaire e Kraken<br />
Subsea Solutions, è operativo<br />
sul sito Sem-Rev da settembre<br />
<strong>2022</strong>. Il sito di test offshore<br />
soddisfa tutti i criteri (presenza<br />
Mre, condizioni ambientali<br />
difficili) per convalidare la tecnologia<br />
di produzione di idrogeno<br />
offshore prima di passare<br />
alla distribuzione su larga scala<br />
al fine di avere una capacità<br />
installata aggiuntiva di circa 3<br />
GW entro il 2030-2035.<br />
Abbiamo parlato di questo<br />
progetto e di molto altro con<br />
Thomas Créach, direttore tecnico<br />
di Lhyfe. Innanzitutto,<br />
ripercorriamo il percorso che<br />
ha portato Lhyfe all’idea alla<br />
base di questo progetto. «Ora<br />
tutti capiscono che abbiamo<br />
un problema sul nostro pianeta<br />
che si chiama riscaldamento<br />
globale», afferma Créach. «Se<br />
vogliamo avere un futuro per i<br />
nostri figli, dobbiamo fermare<br />
questa situazione. L’idrogeno<br />
non è l’unica soluzione, ma è<br />
una delle soluzioni che abbiamo<br />
per decarbonizzare la mobilità<br />
e l’industria. Lhyfe nasce<br />
per dimostrare che questa<br />
soluzione è fattibile oggi, non<br />
domani: possiamo produrre<br />
idrogeno verde ora con fonti<br />
rinnovabili. Ecco perché nel<br />
2017 abbiamo lanciato questa<br />
società a Nantes e abbiamo<br />
installato per la prima volta<br />
un sito sulla costa occidentale<br />
della Francia, che è già operativo<br />
ora».<br />
Il sito pilota<br />
A settembre 2021, infatti,<br />
Lhyfe ha aperto il primo sito<br />
industriale al mondo con collegamento<br />
diretto a un parco<br />
eolico e ad approvvigionamenti<br />
di acqua di mare per<br />
l’elettrolisi. Situato a Bouin,<br />
in Vandea, il sito può già produrre<br />
750 chilowatt o circa<br />
300 chili di idrogeno verde al<br />
giorno (1 MW). Un risultato<br />
destinato a salire a una tonnellata<br />
al giorno per soddisfare la<br />
crescente domanda. L’idrogeno<br />
verde di Bouin viene fornito<br />
a clienti pubblici e privati<br />
nel settore della mobilità, tra<br />
cui una stazione di idrogeno<br />
di proprietà del Sydev (Syndi-<br />
Alcune immagini<br />
dell’inaugurazione<br />
del primo sito<br />
di produzione di<br />
idrogeno offshore<br />
al mondo, la<br />
piattaforma<br />
Sealhyfe che<br />
andrà ad integrare<br />
l’area di test<br />
offshore Sem-Rev<br />
al largo di<br />
Le Croisic, nella<br />
Loira Atlantica.<br />
Stazionari<br />
24<br />
25
Da sinistra,<br />
Nicolas Andrivon,<br />
presidente e Ceo<br />
di Ees Clemessy<br />
Services; Bertrand<br />
Alessandrini,<br />
responsabile dello<br />
sviluppo all’Ecole<br />
Centrale de<br />
Nantes; Jean-Luc<br />
Longeroche, cofondatore<br />
e Ceo<br />
di Geps Techno;<br />
Ole Hoefelmann,<br />
General Manager<br />
di Plug Power;<br />
Thomas Créach,<br />
direttore tecnico<br />
di Lhyfe, che<br />
ha risposto alle<br />
nostre domande.<br />
Con wpd per l’idrogeno verde in Svezia<br />
cat départemental d’energie et<br />
d’équipement de la Vendée) a<br />
La Roche-sur-Yon per alimentare<br />
veicoli pesanti (autobus,<br />
camion dei rifiuti domestici,<br />
camion di servizio) e le stazioni<br />
di distribuzione dell’idrogeno<br />
su una delle piattaforme<br />
logistiche del gruppo di distribuzione<br />
Lidl per alimentare i<br />
suoi camion di manutenzione.<br />
Altri progetti in arrivo<br />
«Con il nostro primo progetto<br />
onshore, abbiamo già dimostrato<br />
che l’idrogeno verde<br />
rinnovabile è fattibile oggi.<br />
Ora stiamo sviluppando lo<br />
stesso tipo di sito produttivo<br />
in altre aree, quindi entro il<br />
2024 avremo 55 MW distribuiti<br />
ovunque in Europa e 200<br />
MW entro il 2026. Nel 2019, a<br />
Lhyfe eravamo solo otto, ora<br />
siamo circa 130-140 le persone.<br />
Le azioni Lhyfe sono quotate<br />
sul mercato regolamentato<br />
Euronext Paris dal 23 maggio<br />
<strong>2022</strong> e questo ci dà la capacità<br />
finanziaria di implementare<br />
sempre più velocemente tutti<br />
questi potenziali siti».<br />
Quali sono le principali applicazioni<br />
a cui Lhyfe fornisce<br />
idrogeno, impianti di produzione<br />
o e-mobility?<br />
«Forniamo idrogeno per entrambi<br />
questi usi. Ad esempio,<br />
in Francia consegniamo ogni<br />
giorno al settore logistico (per<br />
carrelli elevatori a idrogeno),<br />
all’industria dell’acciaio e del<br />
vetro e alla mobilità (principalmente<br />
camion e autobus).<br />
Il nostro obiettivo principale<br />
è fornire idrogeno verde rinnovabile.<br />
Quindi abbiamo una<br />
pipeline di progetti di circa<br />
9,8 GW in Europa, onshore.<br />
Stiamo investendo nell’offshore<br />
perché, come ho detto,<br />
se vogliamo produrre massicciamente<br />
idrogeno verde<br />
rinnovabile, abbiamo bisogno<br />
di enormi fonti rinnovabili.<br />
Nell’offshore abbiamo parchi<br />
eolici che sono tra le 20 e le<br />
50 volte più grandi di quelli<br />
onshore, la disponibilità di<br />
elettricità è tra le due e le tre<br />
volte più disponibile rispetto<br />
a quella onshore e il prezzo<br />
dell’elettricità è piuttosto interessante<br />
per produrre idrogeno.<br />
Inoltre, offshore hai una<br />
capacità di produzione potenziale<br />
che è più di 18 volte la<br />
domanda di energia odierna<br />
a terra. Il primo sito produttivo,<br />
operativo dal 2021, ha<br />
rappresentato il primo passo<br />
della nostra strategia, mentre<br />
il secondo è stato inaugurato<br />
a settembre <strong>2022</strong>».<br />
La piattaforma Sealhyfe<br />
Dopo il sito pilota, dove Lhyfe<br />
ha già prodotto i primi chilo-<br />
grammi di idrogeno verde rinnovabile<br />
in banchina e poi in<br />
mare, operando in automatico,<br />
nelle condizioni più estreme,<br />
l’azienda ha volutamente alzato<br />
l’asticella installando la<br />
propria unità produttiva su<br />
una piattaforma galleggiante,<br />
collegata ad una turbina eolica<br />
galleggiante. La piattaforma<br />
Sealhyfe deve quindi affrontare<br />
diverse sfide importanti<br />
e senza precedenti, tra cui l’esecuzione<br />
di tutte le fasi della<br />
produzione di idrogeno in<br />
mare, ovvero la conversione<br />
della tensione elettrica dalla<br />
turbina eolica galleggiante, il<br />
pompaggio, la desalinizzazione<br />
e la purificazione dell’acqua<br />
di mare e la rottura delle<br />
molecole d’acqua tramite<br />
elettrolisi per ottenere energie<br />
rinnovabili idrogeno verde;<br />
gestire gli effetti sul sistema<br />
del movimento della piattaforma;<br />
sopportare lo stress<br />
ambientale perché Sealhyfe<br />
dovrà sopravvivere al prematuro<br />
invecchiamento delle sue<br />
parti (corrosione, urti, variazioni<br />
di temperatura); e, ultimo<br />
ma non meno importante,<br />
operare in un ambiente isolato.<br />
La piattaforma, infatti, deve<br />
funzionare in modo completamente<br />
automatico, senza l’intervento<br />
fisico di un operatore,<br />
salvo periodi di manutenzione<br />
programmata che sono stati<br />
integrati in modo ottimale sin<br />
dalla fase di progettazione.<br />
Per realizzare questa impresa<br />
tecnologica, Lhyfe si è affidata<br />
alle strutture del sito di test<br />
offshore, Sem-Rev, gestito da<br />
Centrale Nantes. Al termine<br />
della fase di test in banchina,<br />
la piattaforma Sealhyfe<br />
integrerà l’area di test offshore<br />
Sem-Rev, al largo di Le<br />
Croisic, a circa 20 chilometri<br />
dalla costa. Il dispositivo sarà<br />
quindi alimentato con elettricità<br />
dalla pionieristica turbina<br />
eolica galleggiante installata<br />
all’interno del sito di test offshore<br />
nel 2018 e ancora oggi<br />
unica in Francia.<br />
Un lavoro di squadra<br />
L’elettrolizzatore è stato fornito<br />
e ottimizzato per queste<br />
eccezionali condizioni operative<br />
da Plug Power, uno dei<br />
leader di mercato fortemente<br />
impegnato nella rotta offshore.<br />
Insieme, Plug e Lhyfe hanno<br />
sviluppato il primo elettrolizzatore<br />
in grado di funzionare<br />
su una piattaforma galleggiante.<br />
Il progetto ha anche<br />
beneficiato dell’esperienza di<br />
attori francesi di energia rinnovabile<br />
offshore e marina:<br />
tra questi, Chantiers de l’Atlantique<br />
per migliorare la resilienza<br />
del sistema allo stress<br />
Lhyfe e wpd Offshore, uno dei principali sviluppatori mondiali<br />
di energia eolica onshore e offshore, hanno stipulato un<br />
memorandum d’intesa per stabilire e collegare direttamente<br />
una struttura per la produzione di idrogeno verde al parco<br />
eolico offshore pianificato da wpd, Storgrundet, a Söderhamn.<br />
L’obiettivo è raggiungere una capacità installata totale di 600<br />
MW, il che rende il progetto uno dei più ambiziosi progetti di<br />
idrogeno verde annunciati in Svezia e in Europa. L’impianto<br />
proposto dovrebbe essere costruito in fasi, a partire dal 2025,<br />
e dovrebbe essere pienamente operativo in connessione con<br />
la messa in servizio del parco eolico di Storgrundet. Il sito di<br />
produzione di idrogeno verde sarà situato vicino al parco eolico<br />
Storgrundet, al fine di garantire la fonte di energia elettrica<br />
verde. Lhyfe lo progetterà, lo realizzerà e lo farà funzionare<br />
insieme a wpd. La potenza installata prevista è di 1 GW, che<br />
corrisponde approssimativamente al reattore nucleare numero<br />
1 di Forsmark. Per un utilizzo ottimale dell’impianto a idrogeno,<br />
la capacità di produzione di idrogeno prevista è di 600 MW<br />
per una produzione fino a 240 MW tonnellate circa al giorno.<br />
Sia l’impianto a idrogeno che il parco eolico saranno<br />
collegati congiuntamente alla rete elettrica, il che consente<br />
l’ottimizzazione anche per il mercato elettrico, fornendo le<br />
condizioni per la partecipazione al mercato regolatorio svedese<br />
ambientale, i sistemi di ventilazione<br />
e l’architettura elettrica<br />
del sistema; Geps Techno<br />
ed Eiffage Energie Systèmes<br />
per l’integrazione del sistema<br />
su piattaforma e l’architettura<br />
navale di quest’ultima; il<br />
Porto di Saint-Nazaire, e Kraken<br />
Subsea Solutions, che ha<br />
partecipato alla progettazione<br />
del collegamento elettrico sottomarino<br />
alle energie marine<br />
rinnovabili prodotte sulla piattaforma<br />
Sem-Rev.<br />
In banchina, nel porto di Saint-<br />
Nazaire, è stata avviata una<br />
prima fase di prova di sei mesi<br />
per ottenere le prime misure<br />
di riferimento e testare tutti i<br />
sistemi. Al termine di questa<br />
prima fase, Sealhyfe trascorrerà<br />
un periodo di 12 mesi<br />
al largo della costa atlantica.<br />
Sarà installata a meno di un<br />
chilometro dalla turbina eolica<br />
galleggiante, fissata a terra<br />
da un sistema di ancoraggi e<br />
collegata all’hub sottomarino<br />
del sito tramite un ombelicale<br />
progettato e dedicato per questa<br />
applicazione (trasferimento<br />
di energia e dati). Al termine<br />
di questa prova, Lhyfe disporrà<br />
di un notevole volume di<br />
dati, che dovrebbe consentirle<br />
di progettare sistemi di produzione<br />
offshore maturi e di implementare<br />
tecnologie solide<br />
e collaudate su larga scala, in<br />
linea con l’obiettivo dell’UE<br />
attraverso servizi di supporto. L’impianto dovrebbe essere<br />
situato in un sito industriale nel comune di Söderhamn, nelle<br />
immediate vicinanze del parco eolico offshore Storgrundet.<br />
Le condizioni per la connessione alla rete, l’accesso<br />
all’elettricità verde e una capacità sufficiente nella fase<br />
iniziale sono molto buone. Il potenziale per la realizzazione<br />
del progetto su vasta scala è legato allo sviluppo di ulteriori<br />
elaborazioni e/o all’uso di idrogeno verde nella stessa area.<br />
Il progetto vede anche un grande potenziale per il<br />
collegamento alla dorsale nordica dell’idrogeno. Le varie<br />
industrie ei progetti in corso situati nella regione circostante<br />
rappresentano molti potenziali estrazioni per l’idrogeno<br />
rinnovabile che sarà prodotto in loco. L’elettricità proveniente<br />
dall’energia eolica offshore utilizzata per produrre idrogeno<br />
verde è un interessante sostituto dell’energia fossile e<br />
dei combustibili nei processi di produzione e nei trasporti.<br />
L’idrogeno verde può fornire all’industria e al settore dei<br />
trasporti energia priva di fossili. Insieme, wpd e Lhyfe stanno<br />
ora gettando importanti pietre miliari per affrontare la sfida<br />
climatica globale. Le condizioni uniche della Svezia, con buone<br />
condizioni del vento, grande industria della biomassa e obiettivi<br />
climatici ambiziosi, creano ottime condizioni per molti nuovi<br />
posti di lavoro e rafforzano la competitività internazionale.<br />
di produrre 10 milioni di tonnellate<br />
un anno di idrogeno<br />
rinnovabile entro il 2030.<br />
Progetti per il futuro<br />
Sealhyfe ha la capacità di produrre<br />
fino a 400 kg di idrogeno<br />
verde rinnovabile al giorno,<br />
equivalenti a 1 MW di potenza.<br />
Entro il 2030-2035, l’offshore<br />
potrebbe rappresentare<br />
una capacità installata aggiuntiva<br />
di circa 3 GW per Lhyfe.<br />
Sealhyfe ha la capacità di produrre<br />
fino a 400 kg di idrogeno<br />
verde rinnovabile al giorno,<br />
equivalenti a 1 MW di potenza.<br />
Entro il 2030-2035, l’offshore<br />
potrebbe rappresentare<br />
una capacità installata aggiuntiva<br />
di circa 3 GW per Lhyfe.<br />
«Oggi il nostro idrogeno è<br />
molto più economico dell’idrogeno<br />
grigio», afferma<br />
Créach, «perché abbiamo ottimizzato<br />
tutti i diversi aspetti<br />
dei siti di produzione e questo<br />
significa che siamo in grado<br />
di produrre a buon prezzo.<br />
Dal lato Lhyfe, volevamo dimostrare<br />
che l’idrogeno verde<br />
è fattibile oggi, lo abbiamo<br />
fatto in un solo anno e mezzo.<br />
Non dobbiamo aspettare e non<br />
dobbiamo aspettare perché è<br />
importante agire oggi. Abbiamo<br />
solo bisogno di aziende<br />
che vogliano spingere questi<br />
progetti per diventare operativi<br />
il prima possibile».<br />
26<br />
27
Ballard e Mahle. R&D a Shanghai. In bus negli Usa<br />
Le fuel cell di<br />
Ballard montate sul<br />
camion Quantron<br />
esposto ad<br />
Hannover. In basso,<br />
un autobus Van<br />
Hool motorizzato<br />
dalle celle a<br />
combustibile<br />
canadesi.<br />
Mahle. Ballard Power Systems e l’azienda tedesca hanno<br />
sottoscritto un protocollo di collaborazione per lo sviluppo di<br />
sistemi a celle a combustibile. Le applicazioni saranno i veicoli<br />
commerciali, appartenenti a diverse classi di peso. L’obiettivo<br />
dell’accordo è quello di produrre sistemi completi di celle a<br />
combustibile per vari mercati, dall’Europa al Nord America<br />
e all’Asia. Come comunicato dalle due aziende, durante la<br />
prima fase della cooperazione, Ballard sarà responsabile<br />
principalmente della progettazione del sistema relativo<br />
allo stack di celle a combustibile, mentre Mahle apporterà<br />
la sua vasta esperienza nei settori della gestione termica,<br />
dell’elettronica di potenza e del packaging. Non si tratta affatto<br />
del primo accordo siglato dallo specialista canadese, che<br />
già collabora con alcuni attori primari del settore dei veicoli<br />
commerciali, come Forsee Power, Quantron o Eaton.<br />
Cina. Ballard sta pianificando uno stabilimento di produzione<br />
e un centro di ricerca e sviluppo a Shanghai. Questo fa parte<br />
di una strategia, denominata “locale per il locale”, secondo<br />
la quale l’azienda canadese intende approfondire la propria<br />
impronta produttiva globale in Europa, Stati Uniti e Cina per<br />
sostenere la crescita della domanda del mercato globale fino<br />
al 2030. Ballard ha perciò stipulato un accordo di investimento<br />
con il governo di Anting, nel distretto Jiading di Shanghai,<br />
per stabilire la sua nuova sede centrale in Cina, l’impianto di<br />
produzione di elettrodi a membrana (Mea) e il centro di ricerca<br />
e sviluppo in un sito strategicamente situato presso il porto<br />
dell’idrogeno di Jiading, in uno dei principali cluster industriali<br />
automobilistici della Cina.<br />
Stati Uniti. Ballard fa parte dell’Hydrogen Fuel Cell Bus<br />
Council (Hfc Bus Council), una coalizione di agenzie di<br />
trasporto pubblico, produttori e fornitori che stanno lavorando<br />
insieme per far progredire il settore degli autobus elettrici<br />
a celle a combustibile a idrogeno negli Usa, in particolare<br />
nel trasporto pubblico. La missione dell’Hfc Bus Council<br />
è di presentare ai responsabili politici, alle autorità di<br />
regolamentazione e alle altre parti interessate i vantaggi<br />
degli autobus elettrici a celle a combustibile a idrogeno e<br />
delle relative infrastrutture.<br />
Autonotive<br />
BALLARD<br />
QUANTRON E<br />
ALTRO ANCORA<br />
L’azienda canadese ha investito nello sviluppo del progetto di camion a celle a combustibile di<br />
Quantron. Ma non è questo l’unico orizzonte, per così dire, captive. Ballard rimane infatti un attore<br />
genuinamente orientato al mercato Oem, partendo dalle esperienze consolidate con gli autobus,<br />
che stanno travasando sui camion. Allo Iaa abbiamo intervistato Nicolas Pocard, VP Marketing<br />
Celle a combustibile, esiste<br />
forse una paternità canadese?<br />
No, ma certamente<br />
si percepisce un’impronta chiara<br />
e nitida, come dimostrano<br />
Hydrogenics e il Coradia Lint a<br />
idrogeno, che Alstom ha fornito<br />
alle ferrovie della Bassa Sassonia,<br />
in Germania. Altro testimonial<br />
nordamericano di questa<br />
tecnologia è Ballard. Allo Iaa, i<br />
colleghi di Sustainable Truck &<br />
Van hanno intercettato Nicolas<br />
Pocard, VP Marketing & Strategic<br />
Partnerships di Ballard.<br />
Cosa avete portato sotto i riflettori<br />
del vostro stand, qui<br />
allo Iaa <strong>2022</strong> di Hannover?<br />
«Come prima referenza cito il<br />
nostro motore a celle a combustibile<br />
di ultima generazione<br />
per autocarri pesanti. L’FCmove-XD<br />
120 è stato concepito<br />
per essere installato sotto il<br />
cofano di autocarri da 19 a 44<br />
tonnellate. Negli autocarri da<br />
44 tonnellate ne troviamo due,<br />
affiancati, con una potenza<br />
complessiva di 240 chilowatt<br />
(120 kW ciascuno). Un esempio<br />
è il nuovissimo Quantron<br />
da 44 tonnellate presentato qui<br />
allo Iaa, che monta due unità a<br />
celle a combustibile».<br />
Potremmo scrivere che si<br />
tratta di un sistema completamente<br />
modulare?<br />
«È proprio così. Il cuore della<br />
tecnologia, lo stack di celle a<br />
combustibile, è interamente realizzato<br />
da Ballard. È qui che<br />
viene generata l’energia: gli<br />
stack sono costituiti da singole<br />
celle con piastre di grafite. La<br />
grafite ha il grande vantaggio<br />
di evitare la corrosione, in<br />
quanto le celle a combustibile<br />
possono subire una forte corrosione.<br />
La grafite può anche<br />
garantire una maggiore durata<br />
dello stack, oltre 20.000 ore.<br />
Ballard produce le piastre e si<br />
occupa anche dell’assemblaggio<br />
dell’elettrodo a membrana,<br />
che è il cuore della cella a<br />
combustibile».<br />
Quindi, è molto diverso rispetto<br />
alle celle delle batterie,<br />
che finora provengono tutte<br />
dall’Estremo Oriente?<br />
«Esattamente. Compriamo le<br />
materie prime e produciamo<br />
le celle, quindi non dipendiamo<br />
dalle terre rare. Possiamo<br />
recuperare il 95 per cento del<br />
catalizzatore di metalli preziosi<br />
e del platino, quindi rimettere a<br />
nuovo le nostre pile e riciclare<br />
la maggior parte delle parti<br />
costose. Direi che realizzare<br />
una cella a combustibile è più<br />
o meno come produrre un motore,<br />
ma se si guarda al diesel<br />
Euro 6, è molto più complicato.<br />
Una volta che saremo in grado<br />
di produrle su scala, il costo<br />
scenderà in modo significativo<br />
e non dipenderà da materie<br />
prime critiche che possono essere<br />
compromesse da questioni<br />
geopolitiche».<br />
Quanto è stata importante<br />
l’esperienza acquisita da Ballard<br />
nel settore degli autobus<br />
per approcciare quello dei<br />
camion?<br />
«Molto importante. Un autobus<br />
deve essere un veicolo estre-<br />
mamente resistente, in quanto<br />
opera per diverse ore al giorno<br />
in modalità “stop-and-go”. Abbiamo<br />
autobus che operano in<br />
Europa e in Nord America, in<br />
ambienti diversi. Conosciamo<br />
le sfide della mobilità pesante,<br />
anche in termini di ciclo di<br />
lavoro, e questo è molto utile<br />
quando si tratta di lavorare con<br />
i produttori di autocarri. Stiamo<br />
aumentando la nostra gamma<br />
di prodotti per soddisfare i<br />
requisiti dei pesanti. La nostra<br />
attuale capacità produttiva è di<br />
circa 1,6 GW per la produzione<br />
di stack di celle a combustibile.<br />
Nel nostro portafoglio abbiamo<br />
stack più piccoli (50 kW) e<br />
alcuni prodotti con una potenza<br />
di 120-150 chilowatt. Possiamo<br />
anche fornire stack di<br />
celle a combustibile piuttosto<br />
piatti da montare su autobus, o<br />
su camion di distribuzione da<br />
12 a 19 tonnellate».<br />
Torniamo alla collaborazione<br />
con Quantron, perché sappiamo<br />
che anche Ballard ha<br />
investito nel progetto Quantron.<br />
Cosa dite a proposito?<br />
«Quantron ha una visione.<br />
Vogliono fare in fretta e mettere<br />
subito in strada i camion<br />
elettrici a celle a combustibile.<br />
Hanno un ottimo team di ingegneri,<br />
con persone che provengono<br />
da alcune delle principali<br />
aziende automobilistiche<br />
tedesche. Devo dire che siamo<br />
rimasti sorpresi dalla qualità<br />
che sono riusciti a mettere nei<br />
camion. È sicuramente una<br />
grande collaborazione. Poi, ha<br />
ragione, Ballard ha investito in<br />
Quantron, perché avevamo bisogno<br />
di qualcuno in grado di<br />
accelerare davvero l’adozione<br />
dei camion a celle a combustibile<br />
e volevamo aiutare il<br />
nostro partner a sviluppare un<br />
nuovo progetto di veicolo. La<br />
progettazione di un camion<br />
costa molto, lo sappiamo, e<br />
volevamo contribuire. Investendo<br />
in Quantron, abbiamo<br />
utilizzato il nostro capitale per<br />
aiutarli ad affrontare i costi di<br />
sviluppo. Questo non è il solo<br />
e unico investimento che Ballard<br />
ha fatto in attori di nuova<br />
generazione per accelerare il<br />
programma dei camion a celle<br />
a combustibile. Sono certo<br />
che l’anno prossimo vedremo i<br />
primi camion Quantron a celle<br />
a combustibile nelle mani dei<br />
clienti».<br />
Allo Iaa abbiamo visto i primi<br />
endotermici a idrogeno montati<br />
sui primi camion prototipali.<br />
Ritiene che i termici a<br />
idrogeno e le celle a combustibile<br />
possano coesistere?<br />
«Penso di sì. Gli endotermici<br />
a idrogeno possono essere utili<br />
soprattutto in una fase di transizione.<br />
La combustione interna<br />
ha un’efficienza limitata,<br />
mentre le celle a combustibile<br />
hanno un grado di efficienza<br />
molto più elevato. In fin dei<br />
conti, questo fa la differenza.<br />
L’idrogeno non è economico.<br />
Il carburante è un elemento<br />
importante quando si parla di<br />
funzionamento dei camion. In<br />
sintesi, finché le celle a combustibile<br />
sono così costose,<br />
i motori a idrogeno possono<br />
contribuire a colmare un vuoto,<br />
ma quando il prezzo delle<br />
celle a combustibile scenderà,<br />
il quadro cambierà molto. E<br />
poi, le celle a combustibile sono<br />
integralmente a zero emissioni,<br />
mentre gli endotermici<br />
non lo sono».<br />
Ballard ha acquisito esperienza<br />
con le celle a combustibile<br />
negli ultimi quarant’anni. A<br />
che punto siamo ora, lungo<br />
questo percorso?<br />
«Abbiamo fatto funzionare le<br />
celle a combustibile, abbiamo<br />
dimostrato che durano e si<br />
adattano ai veicoli: autobus,<br />
camion, treni. La sfida ora è<br />
dimostrare che le celle a combustibile<br />
favoriscono il Tco,<br />
quindi sono economicamente<br />
vantaggiose rispetto a un motore<br />
diesel».<br />
28<br />
29
Automotive<br />
Che le competenze sul<br />
gas possano rivelarsi<br />
propedeutiche all’applicazione<br />
idrogenica non ci<br />
sorprende affatto. La diffusione<br />
a macchia d’olio registrata<br />
allo Iaa, invece, non<br />
ci lascia indifferenti. Come<br />
per l’elettrico la chiave di<br />
volta sarà l’implementazione<br />
dell’infrastruttura; fatto sta<br />
che l’idrogeno non è più una<br />
chimera esotica. Westport ha<br />
contribuito alla gassificazione<br />
di alcune unità di Cummins<br />
(per esempio, B6.7, L9,<br />
Isx12). Della società canadese<br />
ricordiamo la dedizione ai gas<br />
per autotrazione, tra cui il Gpl<br />
(risale all’anno scorso la fornitura<br />
di 60mila kit di conversione<br />
automobilistica a Gpl).<br />
E invece, alla vigilia dello<br />
Iaa, David M. Johnson, Ceo<br />
di Westport Fuel Systems,<br />
aveva annunciato: «Il sistema<br />
WESTPORT. H2 Hpdi<br />
È IL CODICE PER IL<br />
TERMICO A IDROGENO<br />
Anche Westport sale sul carro dell’idrogeno e lo fa in modo originale. Il sistema H2<br />
Hpdi promette di migliorare in doppia cifra potenza e coppia e di ridurre ai minimi<br />
termini le emissioni allo scarico. Tutto questo preservando l’architettura e l’infrastruttura<br />
esistenti del motore diesel. È l’ultima frontiera del motore a combustione interna?<br />
Il sistema Hpdi di<br />
Westport rilancia<br />
le quotazioni<br />
del motore<br />
endotermico.<br />
Disegnando un<br />
futuro prossimo<br />
a idrogeno.<br />
di alimentazione H2 Hpdi di<br />
Westport alimenta un motore<br />
a combustione interna e<br />
trasforma l’innovazione in<br />
risposte, creando quella sostenibilità<br />
di cui siamo molto<br />
orgogliosi. Ci piace pensarlo<br />
come un punto di svolta, ma<br />
senza cambiamenti nell’architettura<br />
dei motori e dei<br />
sistemi produttivi degli Oem.<br />
La nostra tecnologia esprime<br />
prestazioni migliori rispetto a<br />
quelle dei motori diesel, con<br />
emissioni di CO 2<br />
quasi pari<br />
a zero, il tutto utilizzando gli<br />
investimenti finanziari e le infrastrutture<br />
produttive già esistenti».<br />
Vi anticipiamo che il<br />
sistema di alimentazione Gnl<br />
Hpdi, alimentato con un mix<br />
del 60 per cento di gas naturale<br />
fossile e del 40 per cento di<br />
biogas, secondo Westport offre<br />
le stesse riduzioni di CO 2<br />
del ciclo di vita delle celle a<br />
combustibile che utilizzano<br />
miscele di idrogeno blu/verde.<br />
Proprio ad Hannover abbiamo<br />
incontrato XY, a cui abbiamo<br />
chiesto conferme. «Il messaggio<br />
principale che trasmettiamo<br />
qui ad Hannover è che<br />
l’idrogeno è il carburante a<br />
cui dobbiamo arrivare, soprattutto<br />
per i veicoli pesanti<br />
a lungo raggio». Ottenute le<br />
conferme che cercavamo, lasciamo<br />
che Johnson proceda a<br />
ruota libera. «Dobbiamo farlo<br />
in un modo che sia utile per<br />
le persone che movimentano<br />
le merci, il che significa fornire<br />
tutta la potenza, la coppia<br />
e l’efficienza. L’idrogeno è<br />
oggi molto costoso, ma si sta<br />
calmierando. Il messaggio<br />
che vogliamo fornire è che<br />
il futuro dell’idrogeno non è<br />
legato solo alle celle a combustibile.<br />
Abbiamo dimostrato,<br />
pubblicando dati, che il<br />
veicolo che vediamo qui può<br />
tranquillamente funzionare<br />
a idrogeno. Non c’è nulla di<br />
sbagliato nelle celle a combustibile,<br />
sono ottimi dispositivi<br />
e hanno il loro posto nell’industria.<br />
Il fatto è che le celle<br />
a combustibile sono e saranno<br />
piuttosto costose e questo può<br />
rappresentare una barriera<br />
per il mercato. I costi sono<br />
importanti per i veicoli commerciali.<br />
Quando pensiamo<br />
all’idrogeno per i trasporti,<br />
non so se tra un anno o tra<br />
dieci anni, deve essere molto<br />
frugale e conveniente.<br />
Se si pensa a un camion a celle<br />
a combustibile a idrogeno o<br />
a un camion con endotermico<br />
alimentato a idrogeno, la<br />
differenza è che con le celle<br />
a combustibile servono anche<br />
batterie, motori, sistemi di<br />
raffreddamento. In termini di<br />
costi, i veicoli con il termico<br />
saranno molto più accessibili.<br />
Inoltre, con le versioni tradizionali,<br />
possiamo prendere il<br />
motore e sostituirlo con uno<br />
alimentato a idrogeno. Si<br />
tratta ancora essenzialmente<br />
di un endotermico, che funziona<br />
con un ciclo diesel. È anche<br />
riutilizzabile, nel rispetto<br />
dell’ambiente».<br />
E per quanto riguarda gli<br />
aspetti produttivi?<br />
«Per produrre celle a combustibile<br />
serve necessariamente<br />
un nuovo impianto. Idem, se<br />
si devono produrre batterie.<br />
Lo stesso vale per i motori<br />
elettrici. Questo è piuttosto<br />
pesante per quanto riguarda<br />
il costo di acquisizione di<br />
un camion, così come per gli<br />
Oem».<br />
A questo punto il Ceo si concede<br />
una digressione sull’azienda.<br />
«Siamo nel settore del<br />
gas da decenni (Gpl, propano,<br />
gas naturale, biogas). Uno dei<br />
motivi per cui non si vedevano<br />
endotermici a idrogeno è<br />
che necessitano di un piccolo<br />
compromesso in termini di<br />
emissioni. In sostanza, i motori<br />
a idrogeno con accensione<br />
a scintilla presentano alcune<br />
sfide reali. Abbiamo deciso di<br />
studiare il modo in cui i nostri<br />
dispositivi Hpdi esistenti potessero<br />
essere adattate all’idrogeno.<br />
Abbiamo quindi preso<br />
un motore a gas naturale e<br />
iniziato a metterlo alla prova<br />
con l’idrogeno. I risultati sono<br />
stati buoni e li abbiamo pubblicati.<br />
Stiamo rispettando i<br />
limiti del motore: non c’è una<br />
superiore pressione nel cilindro<br />
né un differenziale termico<br />
più elevato. Abbiamo effettuato<br />
la calibrazione e aumentato la<br />
potenza di quasi il 20 per cento,<br />
la coppia di circa il 15 per<br />
cento e l’efficienza del 10 percento<br />
rispetto al motore diesel.<br />
Il nostro Hpdi a gas naturale<br />
ha sostanzialmente le stesse<br />
prestazioni del motore diesel,<br />
in termini di potenza, coppia<br />
ed efficienza. La combinazione<br />
di Hpdi e idrogeno ci ha<br />
permesso di aumentare le prestazioni<br />
del motore. Abbiamo<br />
già visto nei nostri laboratori<br />
che possiamo raggiungere 4-5<br />
punti percentuali di miglioramento<br />
dell’efficienza termica,<br />
che si traduce in una riduzione<br />
del 10 per cento circa del<br />
consumo del veicolo. La tecnologia<br />
Hpdi, indipendentemente<br />
dal carburante, offre la possibilità<br />
di funzionare come un<br />
diesel, ma utilizzando carburanti<br />
gassosi. Non si rinuncia<br />
a nessuna prestazione diesel.<br />
Il motore ad accensione spontanea<br />
a idrogeno, utilizzando<br />
la nostra tecnologia brevettata,<br />
avrà prestazioni migliori. I<br />
numeri sono ancora in fase di<br />
sviluppo, ma sappiamo qual è<br />
la tendenza. Crediamo che il<br />
motore a idrogeno con tecnologia<br />
Hpdi sia la strada da<br />
seguire».<br />
Ritiene che carburanti come<br />
il biogas o il biometano possano<br />
essere praticabili per il<br />
futuro dei trasporti?<br />
«Tutti i carburanti e le tecnologie<br />
che abbiamo menzionato<br />
finora avranno il loro posto<br />
nel mercato. La domanda<br />
è: quanto grande? Sono piuttosto<br />
entusiasta del biogas e<br />
sappiamo che ci sarà sempre<br />
più biogas disponibile. Non<br />
possiamo tollerare che queste<br />
molecole di metano si disperdano<br />
nell’atmosfera. Quindi,<br />
dovremmo catturarne sempre<br />
di più, trattarle e metterle nei<br />
camion. L’Hpdi è totalmente<br />
compatibile con il biogas».<br />
E le emissioni generate dai<br />
veicoli a idrogeno?<br />
«Quando parliamo di funzionamento<br />
a idrogeno, circa<br />
il 98 per cento dell’energia<br />
utilizzata proviene dall’idrogeno,<br />
il 2 per cento dal nostro<br />
carburante pilota, che<br />
può essere diesel, Hvo (sempre<br />
un carburante a base di<br />
carbonio, ma con riduzione<br />
negativa del carbonio) e così<br />
via. In futuro, potrebbe esserci<br />
un carburante pilota a zero<br />
emissioni di carbonio. Riteniamo<br />
che questo 2 per cento<br />
non sia un ostacolo, poiché i<br />
vantaggi dell’uso dell’idrogeno<br />
e dell’Hvo sono così<br />
enormi che non dovremmo<br />
bloccarci sul fatto che non<br />
sia “zero”. Stiamo lavorando<br />
con i principali produttori<br />
di sistemi di post-trattamento<br />
che condividono la nostra visione.<br />
Sarà vicino allo zero,<br />
ma è così basso che abbiamo<br />
persino difficoltà a misurarlo.<br />
Questo è il problema divertente<br />
dell’industria in questo<br />
momento: sta generando<br />
un’intera filiera che cerca di<br />
misurare il numero molto ridotto<br />
di emissioni che i veicoli<br />
equipaggiati con termici a<br />
idrogeno possono generare».<br />
I costruttori di camion non<br />
parlano molto dei loro test<br />
con i veicoli equipaggiati<br />
da endotermici a idrogeno.<br />
Inoltre, i nuovi arrivati nel<br />
mondo dei camion sembrano<br />
affidarsi alle celle a<br />
combustibile. Qual è la sua<br />
opinione in merito?<br />
«In questo momento sembra<br />
prevalere l’idea che i motori<br />
a combustione interna siano<br />
intrinsecamente cattivi, direi<br />
malvagi. Chi vuole eliminare i<br />
motori a combustione interna<br />
è un po’ come chi volesse eliminare<br />
l’energia. È ridicolo.<br />
Non possiamo far sì che questa<br />
voce domini la conversazione<br />
e anche i media dovrebbero<br />
aiutarci a farlo».<br />
30<br />
31
Stazionari<br />
Di biometano si sente<br />
parlare tanto, esorcismo<br />
a un inverno orfano del<br />
gas russo, invocato come fenomeno<br />
taumaturgico per ovviare<br />
all’obsolescenza dell’endotermico.<br />
Per capire come stanno<br />
veramente le cose, abbiamo<br />
partecipato al seminario “La<br />
tecnologia Etw per l’upgrading<br />
a biometano”, alla Marina di<br />
Genova, organizzato da Tonissi<br />
Power. Il biometano non è cosa<br />
per principianti e non è la panacea,<br />
ma potrebbe contribuire<br />
a quel mix energetico che costituisce<br />
l’unica via di fuga alla<br />
dipendenza dai gasdotti russi.<br />
Energia da rifiuti<br />
Stefano Sassone, per conto dei<br />
TONISSI POWER. Etw Energietechnik<br />
UPGRADING<br />
A BIOMETANO<br />
La tecnologia SmartCycle di Etw è stata al centro della giornata seminariale organizzata da<br />
Tonissi Power, che rappresenta l’azienda tedesca. Il respiro è stato molto più ampio della<br />
semplice evocazione di prodotto. Con appena il 2,6 per cento degli impianti di biometano<br />
sul totale europeo, l’Italia denuncia un’arretratezza che richiede interventi urgenti<br />
circa mille associati di Confindustria<br />
Cisambiente, coinvolti<br />
nella forsu e nella produzione<br />
di energia, ha parlato di valorizzazione<br />
energetica dei rifiuti<br />
e dei tre vettori derivati dalla<br />
matrice organica: biogas da<br />
discariche controllate (smaltimento);<br />
biometano (recupero);<br />
idrogeno verde (recupero).<br />
La valorizzazione dei rifiuti<br />
procede di pari passo con<br />
quella delle aree industriali<br />
dismesse per la creazione di<br />
centri di produzione, distribuzione<br />
e impiego su scala locale<br />
di idrogeno verde. Dal primo<br />
gennaio del prossimo anno il<br />
D.Lgs. n. <strong>11</strong>6/2020 obbligherà<br />
i comuni a raccogliere la frazione<br />
organica dei rifiuti solidi<br />
urbani, con lo spettro del<br />
sovraccarico che aleggia (per<br />
ora solo metaforicamente)<br />
nell’aria. Quando si ragiona di<br />
biometano, ci si aggrappa al<br />
Decreto 2 marzo 2018, che ha<br />
incentivato il combustibile da<br />
autotrazione. Un dispositivo di<br />
legge che denota già le prime<br />
rughe. Sono uscite due bozze<br />
di riforma, risalenti al novembre<br />
2021 e al gennaio <strong>2022</strong>,<br />
non ancora approdate a una<br />
elaborazione definitiva, principalmente<br />
per le contestazioni<br />
sulla sostanziale incapienza del<br />
sistema incentivante. Bisogna<br />
tenere presente che ad agosto<br />
<strong>2022</strong> l’UE ha approvato lo<br />
schema di incentivi proposto<br />
dal Ministero della Transizione<br />
Ecologica (MiTE). I principali<br />
pilastri del compromesso, agganciato<br />
ai principi di RePowerEU,<br />
sono i seguenti: 1,7<br />
miliardi di euro di incentivi,<br />
principalmente per la produzione<br />
di biogas connesso ad<br />
attività agricole; un contributo<br />
del 40 per cento sull’investimento;<br />
una tariffa incentivante<br />
sul biometano prodotto per 15<br />
anni. Prima dell’approvazione<br />
dello schema di incentivi (8<br />
agosto <strong>2022</strong>), il MiTE ha rilasciato<br />
un decreto direttoriale,<br />
che disciplina il regime transitorio.<br />
Tre i criteri applicativi:<br />
presentare la domanda entro<br />
30 giorni dall’entrata in vigore<br />
del Dm interpretativo e ottenere,<br />
entro il 31 dicembre <strong>2022</strong>,<br />
In questa<br />
foto, Antonio<br />
Martelli,sulla<br />
destra,<br />
responsabile di<br />
Tonissi Power, e<br />
Alessandro Airoldi,<br />
amministratore<br />
delegato di Ranieri<br />
Tonissi, durante<br />
la fase introduttiva<br />
ai lavori. A pagina<br />
33, Martelli insieme<br />
a Sergio Stagni.<br />
la qualifica a progetto dal<br />
Gse; l’autorizzazione alla costruzione<br />
e all’esercizio degli<br />
impianti rilasciata entro la data<br />
di entrata in vigore del Dm 5<br />
agosto; l’entrata in esercizio<br />
entro il 31 dicembre 2023.<br />
Biowaste to biomethane<br />
La palla passa a Federico Valentini,<br />
membro del Comitato<br />
tecnico del Cic, Consorzio di<br />
operatori del compostaggio e<br />
della fermentazione anaerobica,<br />
che gestisce il 70 per cento<br />
della forsu (biowaste) in Italia.<br />
Per capirci, si tratta della somma<br />
dei rifiuti biodegradabili,<br />
al 71,6 per cento provenienti<br />
da cucine e mense (forsu, il<br />
cosiddetto umido che, per chi<br />
non lo sapesse, è un’invenzione<br />
italiana), al 27,8 da sfalci,<br />
tagli e residui di parchi e giardini,<br />
e appena lo 0,6 per cento<br />
dai rifiuti dei mercati. Il frazionamento<br />
degli impianti vede<br />
rappresentati in misura quasi<br />
paritetica gli impianti di solo<br />
compostaggio (48,1%) e quelli<br />
di trattamento integrato anaerobico<br />
e aerobico (46,8%). La<br />
digestione anaerobica copre il<br />
5,1% della torta. Il 70% dell’anidride<br />
carbonica dei rifiuti di<br />
origine alimentare è inalato,<br />
mentre foglie e ramagli sono<br />
più stabili e tendono a diventare<br />
compost. Durante i primi<br />
20 giorni di fermentazione<br />
prevale il biometano che spinge<br />
in basso il digestato, che<br />
perde fermentabilità e favorisce<br />
il compostaggio. L’esito<br />
è l’inversione di un bilancio<br />
negativo in positivo, la riduzione<br />
dei tempi di processo<br />
e delle dispersioni odorigene,<br />
un compost più stabile. Su 30<br />
milioni di tonnellate, almeno<br />
10 milioni di rsu sono frazione<br />
organica. Attualmente se<br />
ne raccolgono 7, con l’obiettivo<br />
di arrivare a 9 milioni.<br />
Traducendo queste cifre “in<br />
soldoni”, cioè biometano, il<br />
traguardo è ambizioso: da 185<br />
milioni standard m 3 /anno a 1,1<br />
miliardi standard m 3 /anno.<br />
Biowaste to gas<br />
Con Francesco Di Maria,<br />
dell’Università degli Studi di<br />
Perugia, si ragiona di “wasteto-gas”.<br />
Il panorama degli<br />
impianti di biometano relega<br />
l’Italia nei bassifondi: nell’ottobre<br />
del 2021 risultavano attivi<br />
27 impianti, su 1.023 esistenti<br />
in Europa, per 220 Mmc/<br />
anno. Il processo di upgrading<br />
rimuove le impurità dei due<br />
flussi gassosi in uscita: biometano<br />
e CO 2<br />
. Il modo migliore<br />
per separare la CO 2<br />
dal biogas<br />
è tramite lo scrubbing, a una<br />
pressione di esercizio 6-10 bar,<br />
temperatura di 15-40°C e una<br />
purezza del biometano pari la<br />
96-98 per cento di CH 4<br />
. Esistono<br />
altri approcci, tramite<br />
sostanze chimiche, la separazione,<br />
mediante membrane e<br />
tecniche criogeniche, ma intendiamo<br />
soffermarci proprio<br />
sull’upgrading.<br />
Upgrading: Etw<br />
In questo caso intervengono<br />
Oliver Jende e Alexander Szabo,<br />
di Etw Energietechnik, dal<br />
2010 titolare di una tecnologia<br />
brevettata. Oltre 500 progetti,<br />
350 MW e 21.500 Nm 3 di potenza<br />
installata, risale all’anno<br />
scorso il primo impianto in<br />
Nord America (Canada, Alberta).<br />
È in fase di realizzazione<br />
un impianto da 32 MWe a<br />
Duisburg, in Germania. Quelli<br />
di Etw processano qualsiasi<br />
tipo di biogas, avvalendosi di<br />
compressori oil-free, per evitare<br />
qualsiasi contaminazione. Il<br />
biogas è inserito ad una pressione<br />
di 3-4 bar attraverso letti<br />
ad adsorbimento, processo che<br />
collega la CO 2<br />
alla superficie,<br />
mentre il CH 4<br />
non è trattenuto.<br />
Dopo la saturazione degli elementi<br />
di adsorbimento, la CO 2<br />
sarà aspirata attraverso un processo<br />
sottovuoto.<br />
Tra gli elementi processuali<br />
che distinguono il cosiddetto<br />
SmartCycle dell’azienda tedesca<br />
citiamo la bassa pressione<br />
di funzionamento, a 3 barg;<br />
l’alienazione dalle problematiche<br />
insiste alla lubrificazione,<br />
basti pensare all’utilizzo<br />
di viti a compressione senza<br />
olio e l’assoluta mancanza di<br />
questo nella parte di condensazione;<br />
la protezione del letto<br />
molecolare (in assenza di nebbie<br />
d’olio). Infine, il turn-down<br />
30-100 e l’efficienza energetica<br />
anche in presenza di carico<br />
parziale (es. da 0,15 a 0,21<br />
kWh/Nm³). Senza considerare i<br />
benefici sull’adsorbente (la tecnologia<br />
ad adsorbimento risale<br />
agli anni ’70 e si è progressivamente<br />
imposta come egemone),<br />
che dichiara una “aspettativa<br />
di vita” superiore ai 15 anni,<br />
e i costi di sostituzione stimati<br />
nell’8 per cento. Concludiamo<br />
con un volto noto, nella duplice<br />
veste di divulgatore allo stand<br />
Tonissi Power, al mcTer e a<br />
Key Energy, e di oratore seminariale.<br />
Noi parliamo di Sergio<br />
Stagni, lui ci parla di un paio<br />
di casi studio. Recuperiamo gli<br />
atti del secondo, la centrale di<br />
recupero totale di rifiuti di San<br />
Zeno, nell’aretino.<br />
Forsu<br />
Avviato nel 2000 è costituito<br />
da una linea di compostaggio<br />
e di trasformazione delle<br />
potature in ammendante per<br />
l’agricoltura biologica, una di<br />
selezione meccanica e trattamento<br />
biologico, una di recupero<br />
energetico degli scarti,<br />
una linea di teleriscaldamento<br />
per il recupero dei cascami<br />
termici, da una di produzione<br />
di cippato di legno vergine e,<br />
infine, da una linea di digestione<br />
anaerobica con produzione<br />
di biometano e recupero della<br />
CO 2<br />
. Ci soffermiamo sul digestore<br />
anaerobico, in corso di<br />
realizzazione, che processerà<br />
circa 35.000 t/anno di matrici<br />
organiche ricavando circa<br />
2.000.000 di Nm 3 di biometano<br />
e separando, nel processo<br />
di purificazione del biogas, la<br />
CO 2<br />
da utilizzare per scopi tecnici.<br />
L’impianto sarà costituito<br />
da 10 digestori anaerobici,<br />
biocelle, che verranno attivati<br />
ciclicamente ed in maniera sequenziale,<br />
ad intervalli di circa<br />
tre giorni l’uno dall’altro con<br />
impianto a regime, e che garantiranno<br />
un processo di tipo<br />
mesofilo ed una durata del<br />
trattamento per il rifiuto contenuto<br />
in ogni singola biocella<br />
da un minimo di 28 giorni ad<br />
un massimo di 30. A valle del<br />
digestore ci sarà la sezione di<br />
upgrading del biogas (che in<br />
ingresso ha concentrazioni di<br />
biometano di circa il 45 per<br />
cento in volume), in modo<br />
da ottenere una percentuale<br />
di biometano compatibile con<br />
l’immissione in rete ed il relativo<br />
recupero della CO 2<br />
.<br />
32<br />
33
CONFRONTO. 30 litri per i mega yacht<br />
LO SI È VISTO A CANNES<br />
30 litri diportistici<br />
C’È STATO UN CAMBIO<br />
DI ROTTA<br />
Ed è quello di Man, che affianca alla istituzionale canna da due litri una versione<br />
maggiorata che si spinge quasi a 30 litri di cubatura e prende il largo nella eterna disfida<br />
con Caterpillar e mtu. Il V12X di Man Engines fa incetta di indici, compreso quello <strong>Diesel</strong>,<br />
e si dimostra capace di 2.200 cavalli e 7.350 Nm. Il 12 cilindri è pronto per l’ibridizzazione<br />
Se fosse una serie di<br />
Netflix probabilmente<br />
sarebbe “Il Trono di spade”.<br />
Senza il contorno di colpi<br />
bassi, intrighi e atmosfere fantasy,<br />
questa serie tv corrisponde<br />
comunque a quello che il<br />
sociologo americano Talcott<br />
Parsons chiamerebbe “need<br />
for achievement”. In sintesi,<br />
è la cristallina espressione di<br />
quella competizione a tre che<br />
PLAFONATI A 30 LITRI<br />
si è scatenata sulla scia dei<br />
2.000 cavalli marini. Il terzetto<br />
è composto da Caterpillar,<br />
Man e mtu e da una decina<br />
d’anni gioca al rialzo, a colpi<br />
di 100 cavalli o giù di lì. Tutto<br />
ebbe inizio a Friedrichshafen,<br />
anzi a Cannes, dove mtu nel<br />
2014 decise di inserirsi prepotentemente<br />
con il V2000<br />
M96, segmentato a 10, 12 e<br />
16 cilindri. Un concentrato di<br />
“delicatessen” tecnologiche,<br />
quali il triplice turbo sequenziale,<br />
il raddoppio degli stadi<br />
di raffreddamento (inter- e<br />
after-cooler) e della filtrazione<br />
dell’aria e la ristilizzazione<br />
degli ugelli del common<br />
rail Bosch e della pompa di<br />
iniezione firmata L’Orange.<br />
Man non si è rassegnata alla<br />
prova muscolare dei conterranei<br />
e ha alzato l’asticella del-<br />
la potenza da 1.800 a 1.900<br />
cavalli e successivamente a<br />
2.000, plafonandosi sulle prestazioni<br />
dell’alto di gamma.<br />
E Caterpillar? Gli americani<br />
hanno rilanciato due anni or<br />
sono, in pieno Covid, con una<br />
reingegnerizzazione, applicata<br />
al C32, in grado di mettere<br />
alla frusta i 2.000 cavalli fino<br />
all’8 per cento del tempo di<br />
navigazione. La densità di po-<br />
Marca CATERPILLAR MAN MTU<br />
Modello C32B V12X 12 V2000 M96X<br />
CARTA D’IDENTITÀ<br />
A x C mm - C/A 145 x 162 - 1,12 138 x 165 - 1,20 135 x 156 - 1,16<br />
N. cilindri - litri 12 - 32,10 12 - 29,61 12 - 26,79<br />
Potenza intermittente kW - rpm 1491 - 2.300 1618 - 2.300 1472 - 2.450<br />
Pme bar 24,7 29,1 27,4<br />
Velocità lineare pistone m/s 12,4 12,7 12,7<br />
Coppia max Nm - rpm 5.488 - 1.400 7.350 - 1.200 5566 - 1.300<br />
Pme a coppia max bar 21,9 31,8 26,6<br />
Riserva di coppia % 26,8 35,4 27,8<br />
Coppia a potenza max Nm 6.194 6.713 5.733<br />
% Potenza a coppia max (kW) 54 (805) 57,10 (924) 51,50 (758)<br />
Arco di utilizzo giri 900 1.100 1.150<br />
tenza raggiunse picchi prima<br />
inesplorati in ragione delle<br />
logiche di controllo della centralina<br />
Adem 6 Ecm e della<br />
fasatura del ciclo di iniezioni.<br />
Ma non finisce qui, perché,<br />
come abbiamo anticipato nel<br />
reportage da Cannes e nell’incipit<br />
di questo confronto, Man<br />
ha deciso di cambiare marcia<br />
e di ridisegnare completamente<br />
la canna.<br />
Una canna tutta nuova<br />
L’alesaggio si allarga di 10<br />
millimetri, passando da 128<br />
a 138 millimetri; la corsa<br />
sale da 157 a 165 millimetri.<br />
Si tratta quindi dell’affiancamento<br />
della leggendaria canna<br />
da 2 litri, uno degli archetipi<br />
dell’industria motoristica e<br />
portabandiera di Norimberga<br />
tra le applicazioni marine e<br />
industriali heavy-duty. In termini<br />
di cubatura Man slitta<br />
quindi in posizione mediana,<br />
avvicinandosi ai 32 litri di<br />
Cat. Il ritratto che emerge dal<br />
prospetto è inequivocabilmente<br />
premiante per il leone marino.<br />
Eccezione a sé per la potenza<br />
specifica, che conferma<br />
il primato di mtu, seppure di<br />
pochissimi decimali. Tutt’altra<br />
musica quando a 1.200<br />
giri si intrecciano le due curve<br />
(l’attacco più a basso regime<br />
tra questi tre) e ci si accorge<br />
dei circa 1.800 Newtonmetro<br />
di differenza. Considerando<br />
una media approssimativa di<br />
5.550 Nm per Cat e mtu, la<br />
differenza ammonta al 25 per<br />
cento. Anche la coppia specifica<br />
primeggia, con uno scarto.<br />
Sensibilmente maggiore<br />
con il C32 rispetto a quanto si<br />
registra con il V2000 M96X.<br />
Da non sottovalutare anche<br />
gli sforzi per limare gli sbalzi,<br />
soprattutto in altezza, e il<br />
peso a nudo, che consentono<br />
al V12X di guardare i concorrenti<br />
dall’alto sia in termini<br />
di ingombri che di rapporto<br />
tra massa e potenza. I valori<br />
espressi dagli indici sono un<br />
coro univoco a favore della<br />
canna da 2,47 litri. Non ultimo,<br />
l’indice <strong>Diesel</strong>. Soffermiamoci<br />
proprio sul “best in<br />
class”. Quella “X” in fondo<br />
alla sigla ammicca a “next generation”,<br />
mentre restano inalterate<br />
le indicazioni, peraltro<br />
intuitive, dell’architettura: 12<br />
cilindri a V.<br />
Werner Kübler<br />
«I motori Man sono sinonimo<br />
di robustezza. Ecco perché<br />
anche per il Man V12X<br />
sono state adottate numerose<br />
misure per garantire questo<br />
elevato standard di durata e<br />
affidabilità, ma anche di sicurezza<br />
per il futuro», spiega<br />
Werner Kübler, responsabile<br />
dell’ingegneria di Man En-<br />
Mare<br />
NELLO SPECIFICO<br />
Potenza kW/litro 46,4 54,6 54,9<br />
Coppia Nm/litro 170,9 248,1 207,7<br />
Potenza areale kW/dm 2 75,23 90,14 85,68<br />
METRO E BILANCIA<br />
Peso kg 3.075 2.720 2.850<br />
L x W x H mm 2.106x1.482x1.422 2.235x1.250x1.320 1.847x1.293x1.414<br />
Ingombro m 3 4,44 3,69 3,38<br />
Massa/potenza kg/kW 2,1 1,7 1,9<br />
Densità globale kg/litri 95,8 91,8 106,4<br />
Densità di potenza kW/m 3 335,8 438,5 435,5<br />
Densità assoluta t/m 3 0,69 0,74 0,84<br />
Densità relativa litri/m 3 7,23 8,03 7,93<br />
INDICI<br />
ELASTICITÀ 12,4 15,3 15,2<br />
PRESTAZIONI 7,3 9,3 8,3<br />
SOLLECITAZIONE <strong>11</strong>,4 14,8 13,1<br />
LEGGEREZZA 16,4 14,2 16,5<br />
COMPATTEZZA 3,3 5,2 4,9<br />
DIESEL INDUSTRIALI 8,1 9,1 8,6<br />
BAUDOUIN 12M26.3<br />
Oltre a incassare il<br />
consenso dei costruttori<br />
di gruppi di potenza per<br />
applicazioni terrestri,<br />
Baudouin rimane un<br />
marchio di riferimento<br />
nel commerciale. Ne<br />
abbiamo avuto recente<br />
conferma all’Smm.<br />
Il motore qui sulla<br />
destra, il 12M26.3, è<br />
scomparso da qualche<br />
anno dall’usuale<br />
collocazione al Cannes<br />
Yachting Festival.<br />
Questo non significa<br />
che non sia disponibile<br />
per il diporto, anzi, ma<br />
che la sua vocazione<br />
primaria rimane per<br />
i pescherecci e altre<br />
applicazioni da lavoro.<br />
Motore superquadro<br />
(AxC 150x150 mm),<br />
12 cilindri da 31,8 litri,<br />
è capace di 1.103 e<br />
1.214 chilowatt a 2.400<br />
giri (in base al ciclo di<br />
lavoro, rispettivamente<br />
entro le 1.000 e le<br />
3.000 ore) e di una<br />
coppia nominale di<br />
4.831 Newtonmetro.<br />
Il common rail da 1.800<br />
bar è della Bosch,<br />
come la centralina e<br />
l’idraulica, del tipo a<br />
ridondanza elettronica.<br />
34<br />
35
gines. Tra le altre cose, come<br />
riferisce scrupolosamente il<br />
costruttore bavarese, lo spessore<br />
delle pareti del basamento<br />
è stato aumentato in punti<br />
significativi, il collegamento<br />
dei bulloni tra la parte superiore<br />
e quella inferiore del<br />
basamento è stato ottimizzato<br />
ed è stato installato un nuovo<br />
albero a gomiti con cuscinetti<br />
di diametro maggiore. Grande<br />
attenzione viene data anche<br />
ai risultati di numerose prove<br />
al banco con relativi lunghi<br />
tempi di funzionamento e<br />
all’esperienza acquisita con le<br />
prove in acqua presso i clienti.<br />
Inoltre, i risultati del motore a<br />
gas stazionario E3872, sviluppato<br />
in parallelo, ne completano<br />
lo sviluppo. La controparte<br />
per la generazione di energia<br />
e calore si basa sullo stesso<br />
motore di base ed è stata presentata<br />
per la prima volta alla<br />
fine del 2021.<br />
Generazione X<br />
Questa “generazione X” di<br />
propulsori diportistici non<br />
ha lesinato le precauzioni, di<br />
fronte alle sollecitazioni, foriere<br />
di usura. Quindi questa<br />
taratura del Man V12X è stata<br />
concepita per una quota a pieno<br />
carico fino al 20 per cento.<br />
Di nuovo conio sia la pompa<br />
del liquido di raffreddamento<br />
e che l’alloggiamento del<br />
termostato, che garantiscono<br />
un’alimentazione del liquido<br />
di raffreddamento adeguata<br />
alla lunga durata del motore.<br />
Il motore è inoltre disponibile<br />
con un sistema di raffreddamento<br />
esterno opzionale, in<br />
alternativa al circuito chiuso<br />
del refrigerante. La rinnovata<br />
testata del V12X, anch’essa<br />
notevolmente ottimizzata in<br />
termini di flusso e raffreddamento,<br />
è stata progettata per<br />
raggiungere lo stesso obiettivo<br />
di sviluppo. Inoltre, anche l’alimentazione<br />
dell’olio è stata<br />
modificata rinnovando completamente<br />
il circuito, con le<br />
pompe e i raffreddatori dell’olio,<br />
oltre a ottimizzare il flusso.<br />
Prima marina per l’Hva<br />
Nel V12X Man Engines ha<br />
attinto per la prima volta su<br />
un motore marino a un dispositivo<br />
in voga sulle applicazioni<br />
industriali, la regolazione<br />
idraulica del gioco<br />
delle valvole (Hva, nella sigla<br />
anglofona). Si elimina così la<br />
necessità di controllare e regolare<br />
il gioco delle valvole e<br />
si tutelano le punterie. Chiaramente<br />
il common rail ha giocato<br />
un ruolo fondamentale<br />
sotto l’aspetto prestazionale,<br />
con una pressione di iniezione<br />
di 2.200 bar, di concerto<br />
con la rinnovata centralina<br />
del motore.<br />
Il post-trattamento dei gas di<br />
scarico permette di soddisfare<br />
i requisiti Imo Tier III. Il<br />
sistema modulare, Ega nella<br />
nomenclatura Man, consente<br />
diverse possibilità di installazione,<br />
in quanto i singoli<br />
componenti del catalizzatore<br />
Scr possono essere posizionati<br />
in modo diverso, consentendo<br />
un’integrazione flessibile del<br />
sistema. Il V12X è disponibile<br />
anche in combinazione con<br />
il sistema ibrido proprietario,<br />
presentato sempre a Cannes,<br />
lo scorso anno, la “Man Smart<br />
Hybrid Experience” (vedi box).<br />
Mikael Lindner<br />
«In una prima fase, utilizziamo<br />
soluzioni esistenti come le<br />
tecnologie a idrogeno a doppia<br />
alimentazione o il diesel<br />
rigenerativo per ridurre le<br />
emissioni di CO 2<br />
. Il nostro sistema<br />
ibrido, la “Man Smart<br />
Hybrid Experience”, offre un<br />
punto di ingresso nell’elettrificazione<br />
delle trasmissioni marine,<br />
anche per il Man V12X.<br />
Per il futuro, continueremo ad<br />
avvalerci dell’esperienza del<br />
gruppo e a sviluppare ulteriormente<br />
soluzioni adatte ai<br />
nostri clienti», afferma Mikael<br />
Lindner, responsabile di Man<br />
Engines. Il V12X-2200, nella<br />
taratura da 1.618 chilowatt<br />
sarà disponibile a partire dalla<br />
metà del 2024.<br />
Smart Hybrid Experience<br />
L’ibrido consente di non rinunciare<br />
ai punti di forza dell’elettrico: un<br />
più razionale impiego dell’energia<br />
(soprattutto ai bassi carichi e nei<br />
momenti di standby) e la possibilità<br />
di operare ad emissioni (anche<br />
acustiche) zero, senza rinunciare però<br />
all’affidabilità, autonomia ed efficienza<br />
del diesel. La potenza nominale parte<br />
dai 290 chilowatt a 1.800 giri del 6<br />
cilindri i6D2676 LE487 in versione<br />
heavy-duty per arrivare ai 1.471<br />
chilowatt del D2862 LE496 V12-2000 a<br />
2.300 giri ma con taratura light-duty.<br />
Sul fronte elettrico, invece, troviamo<br />
un motogeneratore a magnete<br />
permanente (Pmsm), anzi due con<br />
potenza nominale di 184 o 368 kW.<br />
Lunghi, rispettivamente 160 mm e<br />
320 mm e con un diametro di 560<br />
mm, sono posizionati direttamente<br />
sul gruppo cambio-inversore tramite<br />
una frizione elettromagnetica, che<br />
consente il passaggio tra le varie<br />
modalità di funzionamento senza<br />
soluzione di continuità ed in assoluto<br />
confort. Tale configurazione semplifica<br />
enormemente la collocazione dei<br />
motopropulsori nella sala macchine,<br />
aumenta l’affidabilità ed evita il<br />
ricorso a discutibili accoppiamenti<br />
tra motore termico e motore elettrico<br />
con benefici in termini di affidabilità,<br />
silenziosità, ingombri e masse. Man<br />
ha ottimizzato il dimensionamento e<br />
la collocazione delle batterie al litio,<br />
il percorso delle linee di potenza ad<br />
alta tensione (tensione nominale pari<br />
a 600V) e l’integrazione con gli altri<br />
sistemi di bordo. Particolare attenzione<br />
viene posta alla personalizzazione dei<br />
software di gestione e, in particolare,<br />
del Bms e, soprattutto,<br />
dell’Ems (Energy<br />
Management<br />
System).<br />
Combinando<br />
le due potenze<br />
elettriche<br />
disponibili con le<br />
varie tarature dei<br />
motori, la gamma<br />
ibrida è in grado<br />
di spaziare tra 474 e 1.838 chilowatt,<br />
con un livello di ibridazione (cioè di<br />
incidenza della potenza elettrica su<br />
quella totale) che può arrivare al 56<br />
per cento.<br />
Quattro le modalità di navigazione.<br />
La zero emission, condizionata solo<br />
dalla capacità del pacco batterie<br />
e, in ogni caso, dalla potenza<br />
erogata. Il cosiddetto cross over,<br />
per configurazioni almeno duali, in<br />
cui il motore assicura la spinta e il<br />
motore elettrico è disaccoppiato. Il<br />
secondo motore, viceversa, si limita ad<br />
azionare il motore elettrico in modalità<br />
generatore per azionare i servizi di<br />
bordo e, eventualmente, ricaricare le<br />
batterie. In modalità boost, invece,<br />
l’elettrico assicura una risposta più<br />
rapida o un aiuto nei transitori o in<br />
caso di mare formato o, ancora, un<br />
significativo boost di potenza.<br />
È anche possibile l’utilizzo tradizionale,<br />
con il motore o i motori diesel<br />
dedicati totalmente alla propulsione<br />
in navigazione. Anche se la potenza<br />
disponibile per i motogeneratori è<br />
ridotta rispetto al cross over, anche<br />
in questo caso possono caricare le<br />
batterie, evitando così di accendere<br />
il gruppo elettrogeno. Infine, per un<br />
utilizzo tipicamente leisure, quando la<br />
barca non è in movimento, è possibile<br />
selezionare la modalità hotel.<br />
Tornando alle batterie, due le modalità<br />
di ricarica: la classica plug-in in<br />
banchina, condizionata dall’inverter di<br />
bordo (ma ci sarà anche la modalità DC<br />
ultra-rapida) e la possibilità di ricarica<br />
durante la navigazione.<br />
CATERPILLAR<br />
MAN<br />
ROLLS-ROYCE<br />
36<br />
37
POWERTRAIN<br />
POWERTRAIN<br />
POWERTRA<br />
Mare<br />
«Ogni motore diesel potrà essere selezionato con tre taglie di motore<br />
elettrico in un range che, per l’intera gamma, potrà variare tra 50 e 250 kWe».<br />
La modularità è anche questo, in casa Fpt Industrial, come ci ha spiegato<br />
Guglielmo Tummarello in merito all’ibrido a quattro mani con Vulkan<br />
38<br />
FPT INDUSTRIAL. L’ibrido di Cannes<br />
APPROCCIO<br />
A MATRICE<br />
Il nostro abituale mentore<br />
della narrazione marina di<br />
Fpt Industrial è Guglielmo<br />
Tummarello. Anche a Cannes<br />
ci ha fornito la chiave di lettura<br />
dell’ibrido confezionato a<br />
quattro mani con Vulkan.<br />
«Esponiamo il C16 1000, che<br />
ha visto i natali proprio a Cannes,<br />
nel 2018, e ci ha consentito<br />
di conquistare nuove fette<br />
di mercato anche al di fuori<br />
dell’Europa. La versione del<br />
6 cilindri in linea è quella top<br />
rating, da 1.000 cavalli, per<br />
applicazioni light commercial.<br />
La sua più recente evoluzione è<br />
stata l’815 cavalli a 2.000 giri<br />
invece di 2.300, per favorire il<br />
matching con l’elica su imbarcazioni<br />
che hanno un profilo<br />
di carico superiore. Il C9 650<br />
Evo è l’altro motore che ci rappresenta<br />
in questo stand, arricchito<br />
del modulo ibrido. Vulkan<br />
si occupa dell’integrazione<br />
elettrica, compreso l’accoppiamento<br />
con motore elettrico<br />
in linea, quindi montato sulla<br />
campana del motore, da 200<br />
chilowatt, e ci ha coadiuvato<br />
nel venire incontro alle richieste<br />
dei cantieri: una soluzione<br />
il più compatta possibile dal<br />
punto di vista longitudinale.<br />
Siamo riusciti a limitare entro<br />
una quarantina di centimetri<br />
la lunghezza dell’intero modulo<br />
ibrido composto da motore<br />
elettrico, due giunti elastici,<br />
flange di adattamento e frizione,<br />
che serve per disaccoppiare<br />
il termico dall’elettrico. In<br />
termini di potenza erogata la<br />
soluzione esposta è addirittura<br />
superiore ai requisiti standard.<br />
Questo significa che potremmo<br />
assecondare richieste di una<br />
compattezza ancora più accentuata,<br />
riducendo anche gli<br />
ingombri del motore elettrico<br />
laddove, come nella maggior<br />
parte dei casi, la taglia del<br />
motore elettrico possa essere<br />
ridotta. Il sistema si completa<br />
con inverter e batterie mentre<br />
l’interfaccia per il comandante<br />
conserva i display Simrad, arricchiti<br />
delle informazioni sulla<br />
modalità di utilizzo e sullo<br />
stato di carica della batteria.<br />
Essendo un concetto modulare<br />
e scalabile lo applicheremo<br />
allo stesso motore con diverse<br />
taglie di motore elettrico e ad<br />
altri motori Fpt. Avremo una<br />
famiglia ibrido parallela sui<br />
Nef e sui Cursor, in base alle<br />
esigenze degli armatori. Con<br />
Vulkan abbiamo sviluppato<br />
un’architettura che si fonda<br />
su componenti e tecnologie<br />
esistenti, quindi implementabile<br />
e disponibile fin da subito.<br />
Nostro obiettivo è assicurare<br />
all’armatore la massima flessibilità<br />
di utilizzo, e la possibilità,<br />
navigando in full electric,<br />
di accedere ad aree altrimenti<br />
inaccessibili per la propulsione<br />
convenzionale.<br />
La nautica procede verso l’integrazione<br />
di fonti di energia<br />
a bordo che devono essere<br />
flessibili e diversificate. Ragionando<br />
in prospettiva, l’elettrico<br />
potrebbe essere alimentato da<br />
batterie, da una fuel cell oppure<br />
dialogare con un termico alimentato<br />
a metanolo o da altri<br />
combustibili alternativi».<br />
E le fasce di potenza?<br />
«La proposta Fpt sarà declinata<br />
con un approccio a matrice:<br />
ogni motore diesel potrà<br />
essere selezionato con tre taglie<br />
di motore elettrico in un range<br />
che, per l’intera gamma, potrà<br />
variare tra 50 e 250 kWe».<br />
Anche l’ibrido è ridondante?<br />
«Entrambi i motori di un’imbarcazione<br />
twin-engine richiedono<br />
una soluzione ibrida,<br />
per consentire all’armatore di<br />
spegnere il diesel e alimentare<br />
il motore elettrico tramite<br />
batterie o celle a combustibile.<br />
Come accade in applicazioni<br />
veicolari, qualora la batteria si<br />
dovesse scaricare, si passa di<br />
nuovo al diesel, ma il surplus di<br />
potenza non richiesta dall’elica<br />
contribuisce ad attivare il motore<br />
elettrico come generatore,<br />
garantendo di fatto una modalità<br />
di ricarica in navigazione».<br />
BAUDOUIN<br />
20M33<br />
POWERTRAIN<br />
Face to face with Baudouin - FPT Smart Hybrid Energy Hub -<br />
Bergen & Langley - Green AG in USA - Alternative Cummins -<br />
Comparison: 13 litre truck - Cat IPU & Perkins IOPU - UFI Filters<br />
PERKINS<br />
5000<br />
Perkins 5000 Series - NGV Powertrain, ethanol and methanol -<br />
Sustainability according to Scania - Comparison 6.7 liter<br />
AGNOSTIC<br />
engines - Fish-Eye: Fendt and MAN - Bonfiglioli Evo<br />
feeling<br />
IAA: FPT Industrial, Cummins and Weichai - Bauma previews<br />
PG: microgrid by Cummins, mtu, Isotta Fraschini 12V170 G -<br />
Beyond Iveco Group - Boat Shows: SMM and Cannes<br />
POWERTRAIN<br />
SMALL BIG<br />
winner<br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com<br />
www.diesel-international.com<br />
www.dieseloftheyear.com<br />
ISSN 0042<br />
Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />
Poste Italiane Inc. – Mail subscription<br />
D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />
DIESEL SUPPLEMENT<br />
March <strong>2022</strong><br />
Kohler wins <strong>Diesel</strong> of the Year for the third time - Scania<br />
Super puts ICE back in the lead on the road - Cat and CHP -<br />
Cummins acquisitions summary - Interview with Allison<br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com<br />
www.diesel-international.com<br />
www.dieseloftheyear.com<br />
ISSN 0042<br />
A FUEL<br />
Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />
Poste Italiane Inc. – Mail subscription<br />
D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />
DIESEL SUPPLEMENT<br />
July <strong>2022</strong><br />
brave choice<br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com<br />
www.diesel-international.com<br />
www.dieseloftheyear.com<br />
ISSN 0042<br />
MAN likes dual fuel with hydrogen - Report from Venice Boat<br />
Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />
Poste Italiane Inc. – Mail subscription<br />
D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />
DIESEL SUPPLEMENT<br />
November <strong>2022</strong><br />
Show - Rolls-Royce PG Symposium: Our first impressions -<br />
Yanmar and Lyman-Morse - OXE & Cox - FPT Industrial outlook<br />
www.diesel-international.com<br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com<br />
www.diesel-international.com<br />
www.dieseloftheyear.com<br />
ISSN 0042<br />
Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />
Poste Italiane Inc. – Mail subscription<br />
D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />
DIESEL SUPPLEMENT<br />
May <strong>2022</strong><br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com<br />
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ISSN 0042<br />
Press Register n. 4596 – April 20th 1994<br />
Poste Italiane Inc. – Mail subscription<br />
D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
Art. 1, subsection 1, LO/MI<br />
DIESEL SUPPLEMENT<br />
September <strong>2022</strong>
Mare<br />
Vi abbiamo lasciati con<br />
la stretta di mano tra<br />
Massimo Perotti, Ceo<br />
di Sanlorenzo, e Gianluca<br />
Bononi, Managing Director<br />
Rolls-Royce Solutions Italia,<br />
deputy Vice President<br />
Rolls-Royce Power Systems<br />
Marine. Ripartiamo da qui,<br />
a Cannes, trasferendoci però<br />
direttamente allo stand mtu.<br />
Oltre a Bononi è presente Nicola<br />
Camuffo, direttore Yacht<br />
Competence Centre e Head<br />
Yacht Application Engineering.<br />
Facciamo ora un breve<br />
passo indietro, all’anno scorso,<br />
quando Rolls-Royce ha<br />
confermato la volontà di essere<br />
completamente “carbon<br />
neutral” nel 2050.<br />
Quei “sintetici “ 4000<br />
Bononi: «Rolls-Royce intende<br />
essere pioniera della sostenibilità<br />
e assecondare una<br />
richiesta di mercato che si<br />
sta facendo sempre più forte.<br />
Dall’inizio del 2023 i nostri<br />
motori più popolari per applicazioni<br />
marine, come la serie<br />
2000 e la serie 4000, saranno<br />
certificati per l’utilizzo di carburanti<br />
sintetici, i cosiddetti e-<br />
fuel, secondo lo standard EN<br />
15940. Sono stati ampiamente<br />
testati, senza alcuna modifica,<br />
anche in California, da Golden<br />
Gate Ferry Operator, con<br />
risultati eccezionali. Nel 2025<br />
avremo le prime consegne di<br />
fuel cell di produzione seriale.<br />
Dall’anno scorso, alcune<br />
si trovano in esercizio nel<br />
quartier generale di Friedrichshafen.<br />
Stiamo discutendo<br />
in merito alle prime installazioni<br />
pilota da clienti di applicazioni<br />
stazionarie. Nel 2030<br />
l’intero portafoglio prodotti<br />
deve consentire la riduzione<br />
del nostro carbon footprint<br />
pari al 35 per cento rispetto<br />
ai valori assoluti di emissione<br />
del 2019. Dal momento che<br />
l’azienda intende proseguire<br />
nel percorso di crescita dei<br />
volumi, si tratta a tutti gli effetti<br />
di una riduzione nell’ordine<br />
del 50 per cento. Infine,<br />
nel 2050, qualsiasi divisione<br />
di Rolls-Royce Power Systems<br />
deve raggiungere l’obiettivo<br />
Net Zero». Come arrivarci?<br />
Spiega Bononi: «Spesso ci<br />
mtu Cannes. metanolo e alternativi<br />
QUANDO ZERO<br />
E’ UN BEL VOTO<br />
Net Zero è il traguardo fissato da Rolls-Royce al 2050. Quindi zero<br />
emissioni di carbonio e sostanze clima alteranti. Gianluca Bononi<br />
e Nicola Camuffo hanno approfondito il tema dell’accordo con<br />
Sanlorenzo e declinato le strategie di decarbonizzazione nel diporto<br />
si trova di fronte alla necessità,<br />
soprattutto nell’ambito<br />
commerciale, di attivare i<br />
generatori anche nelle marine,<br />
perché applicazioni come<br />
navi da crociera, traghetti e<br />
giga-yacht non sono in grado<br />
di alimentarsi dalle banchine.<br />
Dobbiamo agire, necessità<br />
che sentiamo impellente,<br />
per migliorare l’efficienza e<br />
ridurre le emissioni di anidride<br />
carbonica, anche seguendo<br />
un approccio più efficace<br />
alla CO 2<br />
nel ciclo completo.<br />
Il nostro target è portare il<br />
nostro portafoglio prodotti<br />
al Net Zero anche nel settore<br />
marino».<br />
Camuffo: «Come sapete, abbiamo<br />
annunciato un’installazione<br />
pilota del motore a<br />
metanolo in collaborazione<br />
con Sanlorenzo. Abbiamo derivato<br />
questa versione dalla<br />
serie 4000 a gas, per motivi<br />
di comunanza tecnologica.<br />
Nel ventaglio di combustibili<br />
per uso marino, il metanolo è<br />
quello che più assomiglia al<br />
gasolio in termini di densità<br />
di energia e semplicità di<br />
stoccaggio. È pure quello che<br />
promette la maggiore disponibilità;<br />
stiamo affrontando lo<br />
sviluppo della catena logistica<br />
con i fornitori. Finora abbiamo<br />
ragionato di metanolo<br />
grigio, di derivazione fossile,<br />
utilizzato come combustibile<br />
ponte fino alla disponibilità<br />
del metanolo verde, cioè da<br />
fonti rinnovabili. L’idrogeno<br />
presenta problemi di stoccaggio<br />
apparentemente insormontabili,<br />
almeno per la<br />
navigazione a lungo raggio.<br />
Il metanolo è prodotto dall’idrogeno,<br />
costituisce quindi<br />
un secondo grado di sintesi.<br />
L’aspettativa è che diventi<br />
più conveniente in corrispon-<br />
denza del lievitare dei volumi<br />
produttivi. Nel 2026 l’area del<br />
Mediterraneo e gli Stati Uniti<br />
dovrebbero essere coperti. È<br />
chiaro che questo è un viaggio<br />
che si intraprende in compagnia<br />
di altri, come i produttori<br />
di carburante, con un<br />
occhio alla marina mercantile.<br />
Tre anni fa alla domanda<br />
“quale sarà il futuro dello<br />
yachting?” le risposte erano<br />
molteplici, ora abbiamo raggiunto<br />
un discreto consenso<br />
su questo step tecnologico».<br />
Bononi: «Tra le soluzioni esistenti,<br />
il motore a gas metano<br />
ha risolto in origine alcune<br />
delle sfide tecnologiche. Uno<br />
degli aspetti delicati riguarda<br />
il fatto che il metanolo<br />
non abbia le caratteristiche<br />
lubrificanti del gasolio. Questo<br />
aspetto fa sì che la parte<br />
legata all’iniezione sia assolutamente<br />
sfidante».<br />
Camuffo: «Un aspetto che<br />
stiamo tenendo d’occhio, e<br />
che guiderà anche la scelta<br />
dei cicli che adotteremo, riguarda<br />
l’allestimento di un<br />
motore che deve essere pulito<br />
allo scarico senza bisogno<br />
di post-trattamento. Il nostro<br />
obiettivo è infatti di non rendere<br />
ancor più problematico<br />
un passo che è di per sé complesso».<br />
E l’iniezione?<br />
Bononi: «Più si alza la pressione<br />
d’iniezione, più si stressano<br />
le parti metalliche delle<br />
pompe. Rolls-Royce Power<br />
Systems tiene a banco prova<br />
dei simulatori con i cilindri<br />
della serie 4000, alimentati a<br />
metanolo; quindi… mtu deve<br />
confermarsi apripista, come<br />
nel 1996, quando introdusse il<br />
common rail sulla serie 4000.<br />
Ci sono settori applicativi,<br />
come gli stazionari, dove la<br />
via più chiara è quella delle<br />
fuel cell e dei motori alimentati<br />
a idrogeno. Mtu sta lavorando<br />
sull’intera filiera, come<br />
testimonia l’acquisizione di<br />
Hoeller Electrolyzer: dalla<br />
produzione, allo stoccaggio, al<br />
consumo. L’idrogeno è difficile<br />
da trasportare e con questa<br />
mossa si intende produrlo localmente,<br />
dove sarà consumato,<br />
per applicazioni industriali.<br />
Per le applicazioni marine<br />
l’idrogeno a bordo è un problema;<br />
d’altro canto, vediamo<br />
un percorso che esclude anche<br />
l’elettrico, che allo stato attuale<br />
richiede ingombri insostenibili<br />
del pacco batterie».<br />
Metanolo e gasolio<br />
Camuffo: «Se parliamo di efficienza<br />
del motore, i nostri<br />
test rivelano che siamo quasi<br />
alla pari. Se parliamo di<br />
densità di energia, il fattore<br />
è circa 2,2-2,4. Questo dato<br />
va letto nell’ottica di una<br />
tendenza della nautica, e non<br />
solo, il downsizing. Le barche<br />
di domani non saranno equiparabili<br />
a quelle di oggi. Per<br />
completare il ragionamento,<br />
il metanolo non evapora, ha<br />
un flashpoint più basso del<br />
gasolio, non è soggetto a rischio<br />
esplosione. I registri e<br />
i cantieri si stanno muovendo<br />
per formulare normative che<br />
siano adeguate a questo tipo<br />
di combustibile».<br />
Bononi: «Torniamo sull’annuncio<br />
che riguarda Sanlorenzo,<br />
a cui forniremo la prima<br />
coppia di unità a metano<br />
per una loro imbarcazione dislocante.<br />
Questo accordo ha<br />
un carattere di esclusività, per<br />
quanto riguarda questa installazione<br />
pilota. Con quell’imbarcazione<br />
Sanlorenzo intende<br />
traguardare l’obiettivo Net<br />
Zero, con i motori mtu della<br />
serie 4000 e con Siemens, con<br />
cui ha siglato un accordo di<br />
partnership per le fuel cell<br />
che si occuperanno dei carichi<br />
hotel attraverso un “methanol<br />
reforming”».<br />
Naturalmente non ci si limita<br />
al metanolo. Camuffo:<br />
«Voglio sottolineare anche<br />
la notizia dell’utilizzo di biocarburanti<br />
a partire dal 2023,<br />
sulla base di test portati avanti<br />
negli anni scorsi anche fino<br />
a 40mila ore, sulla serie 4000.<br />
Dal punto di vista tecnico ed<br />
emissivo hanno dimostrato di<br />
funzionare come e meglio del<br />
diesel. Un altro step importante<br />
è l’ibrido, che ci consente<br />
di evitare un’architettura<br />
con dei motori termici non<br />
sempre utilizzati al meglio.<br />
Rimane l’Scr, con controllo<br />
“closed loop” delle emissioni<br />
in entrata e in uscita. La frazione<br />
elettrica è perfettamente<br />
matchata con il motore, la<br />
certificazione è in carico a<br />
noi; non è quindi richiesta<br />
nessuna certificazione al momento<br />
del commissioning. La<br />
serie 2000 ibridizzata è al<br />
centro di alcuni progetti».<br />
Prospettive ibride<br />
Bononi: «Mtu sta realizzando<br />
da anni applicazioni ibride.<br />
Siamo propensi alle formule<br />
custom. La sfida è realizzare<br />
un ibrido seriale con una certa<br />
flessibilità per avere da un<br />
lato costi competitivi, dall’altro<br />
poter considerare gli elementi<br />
odierni del pacchetto<br />
ibrido come interscambiabili<br />
all’interno di un’infrastruttura<br />
che diventa collaudata<br />
e facilmente utilizzabile. Per<br />
l’armatore devono diventare<br />
“trasparenti”. In un contesto<br />
modulare, il generatore è attualmente<br />
alimentato da carburanti<br />
fossili a giri variabili,<br />
un domani potrebbe essere<br />
una cella a combustibile, fatta<br />
salva l’intelligenza di gestione<br />
dei sistemi. A questo livello<br />
di complessità è opportuno<br />
che un unico interlocutore si<br />
faccia carico di tutto il processo<br />
di integrazione».<br />
40<br />
41
Automotive<br />
BONFIGLIOLI. Allo Iaa<br />
INTEGRARE<br />
e POWERTRAIN<br />
Bonfiglioli ha travasato le competenze maturate nei riduttori<br />
per applicazioni industriali ed eoliche all’interno dell’ambiente<br />
stradale. La lettera “e” del titolo congiunge i due elementi focali<br />
dell’expertise bolognese e ammicca all’elettrificazione<br />
È<br />
successo pochi mesi fa,<br />
alla vigilia di un’estate<br />
ancora più calda nelle<br />
stazioni di servizio che<br />
sui termostati. Siamo stati<br />
convocati a Evo, il quartier<br />
generale di Bonfiglioli.<br />
In quell’occasione abbiamo<br />
preso atto dell’accelerazione<br />
verso una trasversalità applicativa<br />
che include l’elettromobilità.<br />
Un abbrivio che<br />
ha spinto l’azienda bolognese<br />
fino allo Iaa. A Valentina Ot-<br />
tavi, Business Development<br />
Manager, prima di tutto, abbiamo<br />
chiesto conferma di<br />
questi sviluppi. «La divisione<br />
e-Mobility si concentra<br />
sull’integrazione di sistemi<br />
ePowertrain, basandosi su<br />
tecnologie proprietarie di<br />
unità eDrive all-in-one, configurate<br />
in diversi dimensionamenti<br />
di potenza e coppia»<br />
precisa Ottavi. «Le unità allin-one<br />
comprendono motore,<br />
inverter, riduttore e convertitore<br />
DC/DC, interfacciamento<br />
con Vcu, Bms della<br />
batteria e dispositivi ausiliari.<br />
Bonfiglioli ha incorporato<br />
la capacità di dimensionare<br />
il sistema di propulsione<br />
elettrificata su applicazioni<br />
off-highway e on-highway<br />
applicando tecniche di gemellaggio<br />
digitale, come<br />
modello virtuale funzionale<br />
e fisico e simulazioni. Il progetto<br />
di integrazione del sistema<br />
viene verificato e con-<br />
validato presso le strutture di<br />
Bonfiglioli su banchi di prova<br />
virtuali (Hil) e fisici».<br />
Siamo quindi passati all’e-<br />
Bonfiglioli segue<br />
il principio della<br />
modularità, anche<br />
nell’automotive.<br />
In queste<br />
immagini, due<br />
delle quattro<br />
versioni dell’Eds,<br />
esposte ad<br />
Hannover.<br />
splorazione dello stand. «In<br />
questa sede esponiamo alcuni<br />
sistemi di powertrain elettrici<br />
integrati. Quelli che abbiamo<br />
portato qui riguardano sistemi<br />
composti da motore, inverter,<br />
riduttore e DC/DC come<br />
componente opzionale. La<br />
configurazione base è composta<br />
da motore e inverter e<br />
resa modulare dall’aggiunta<br />
di componenti su richiesta.<br />
Infatti, non ci limitiamo a fornire<br />
il motore o l’inverter. La<br />
combinazione motore-inverter<br />
è l’unità di base sotto la quale<br />
non andiamo».<br />
Nello specifico, cosa troviamo<br />
in questo allestimento?<br />
«Abbiamo portato quattro<br />
prodotti, tre dei quali con<br />
potenza di 70 chilowatt di<br />
picco, configurati in tre modi<br />
diversi. L’Eds70H è concepito<br />
appositamente per applicazioni<br />
con trasmissione<br />
idrostatica. Può essere utilizzato<br />
per il “replacement”<br />
di motori a combustione su<br />
architetture veicolari, quali<br />
escavatori o altre applicazioni<br />
off-road in cui sia necessario<br />
rimpiazzare il motore a<br />
combustione interna con un<br />
powertrain elettrico. È una<br />
sorta di elettrificazione centralizzata,<br />
come la definiamo<br />
noi. Può essere però anche<br />
applicato su applicazioni<br />
stradali, sia veicoli speciali<br />
che commerciali, con attrezzature<br />
che devono essere alimentate<br />
da una Pto elettrica.<br />
In questo caso il veicolo può<br />
rimanere a combustione e<br />
l’unica parte effettivamente<br />
elettrifica riguarda attrezzature<br />
e periferiche. Le faccio<br />
qualche esempio: compattatori<br />
per raccolta rifiuti, le<br />
gru autocarrate o similari.<br />
Le Pto possono essere sia<br />
“stand alone”, sia collegate<br />
al sistema veicolare e vanno<br />
ad alimentare, appunto, le attrezzature.<br />
Il prodotto è concepito<br />
con un riduttore che non<br />
supera i 6.000 giri di velocità,<br />
in quanto le pompe girano a<br />
una media di 2.500-3.000 giri.<br />
A livello di performance è in<br />
linea con quanto richiesto dal<br />
mercato. Le competenze di<br />
Bonfiglioli nel settore della<br />
meccanica, dei riduttori, dei<br />
differenziali, consentono di<br />
applicare le tecnologie su ingranaggi,<br />
cuscinetti e soluzioni<br />
di interfacciamento. Siamo<br />
così in grado di garantire il<br />
controllo di motori elettrici<br />
performanti ad alta velocità di<br />
ultima generazione, riducendo<br />
la velocità a livelli compatibili<br />
con quelli dei semiassi, con<br />
degli incrementi importanti di<br />
coppia all’asse».<br />
E gli altri tre prodotti?<br />
«Il secondo prodotto (Eds70X)<br />
è molto simile al precedente<br />
(70 chilowatt di potenza)<br />
con un riduttore che è invece<br />
concepito per la trazione. In<br />
questo caso non si connette a<br />
una pompa, ma a un assale.<br />
Il riduttore consente all’applicazione<br />
di avere in uscita gli<br />
<strong>11</strong>.000 giri che consentono<br />
a un assale di funzionare. Il<br />
riduttore è senza differenziale<br />
ed è trasversale all’assale<br />
che, in questa configurazione,<br />
è un assale con differenziale<br />
integrato. Le applicazioni<br />
sono sempre commerciali, a<br />
trazione sia anteriore che posteriore,<br />
in generale veicoli a<br />
trasmissione meccanica. Per<br />
quanto ci riguarda il range<br />
con questi prodotti è fino ai 3,5<br />
tonnellate, fino a un massimo<br />
di 5,5 ton: i cosiddetti “lightduty<br />
truck”. Il terzo (Eds70D)<br />
è un powertrain dello stesso<br />
tipo dei precedenti (sempre a<br />
70 chilowatt), in questo caso<br />
un riduttore con differenziale.<br />
È quindi concepito per essere<br />
agganciato direttamente ai semiassi<br />
che vanno alle ruote in<br />
una configurazione veicolare<br />
che può essere sia anteriore<br />
che posteriore e dove sia<br />
necessario avere il differenziale<br />
integrato all’interno del<br />
powertrain. Tutto ciò risponde<br />
alla volontà di rendere il<br />
sistema modulare; quindi,<br />
adattarlo con componenti che<br />
si aggiungono o si tolgono al<br />
sistema, applicato ad architetture<br />
diverse tra loro. In questo<br />
caso le applicazioni sono veicoli<br />
commerciali leggeri, urbani,<br />
minivan, minibus, shuttle.<br />
Quarto e ultimo prodotto<br />
è il 120 chilowatt, formato da<br />
motore, inverter, DC/DC e riduttore.<br />
In questo caso si ha<br />
una taglia superiore, quindi<br />
si può andare a elettrificare<br />
veicoli commerciali fino a<br />
7,5 tonnellate o veicoli urbani<br />
di quella dimensione. In tutti<br />
questi casi, si tratta di veicoli<br />
che non hanno differenziale a<br />
bordo».<br />
Qual è il ruolo di Bonfiglioli<br />
nella collaborazione con i<br />
produttori di assali elettrificati?<br />
«Crediamo fortemente che<br />
la collaborazione con aziende<br />
che producono assali sia<br />
di grande valore. Riusciamo<br />
così a dare al cliente finale,<br />
quindi al costruttore di veicoli,<br />
un sistema integrato che<br />
assume un valore aggiunto<br />
importante, perché risponde<br />
alla necessità di ridurre lo<br />
sforzo di integrazione sulla<br />
piattaforma lato clienti.<br />
Bonfiglioli sta collaborando<br />
con alcune aziende, con l’obiettivo<br />
di realizzare prodotti<br />
integrati. Altre volte, invece,<br />
sono i nostri clienti che ci<br />
chiedono di rivolgerci per<br />
conto loro a determinati costruttori<br />
di assali».<br />
A quali progetti state lavorando<br />
attualmente?<br />
«Stiamo seguendo diversi<br />
progetti, soprattutto in ambito<br />
off-highway. Quindi,<br />
piccoli trencher, gru e altre<br />
applicazioni come i compattatori<br />
di rifiuti e pure veicoli<br />
commerciali leggeri».<br />
Uno sguardo al futuro: anche<br />
in termini dimensionali,<br />
è questa la gamma di riferimento<br />
per i prossimi anni o<br />
state lavorando a qualcosa<br />
di diverso?<br />
«Stiamo lavorando a sistemi<br />
a un livello di voltaggio<br />
superiore. Non escludiamo<br />
che quello che attualmente<br />
vediamo a 450 volt diventi a<br />
600 o a 800 volt, proprio per<br />
venire incontro alle esigenze<br />
di un mercato, come quello<br />
dei veicoli commerciali, che<br />
già guarda a quei livelli di<br />
voltaggio. Questa per noi<br />
è la generazione zero, che<br />
sfrutta il know-how e i materiali<br />
di ultima generazione.<br />
Abbiamo preferito rimanere<br />
su soluzioni consolidate<br />
con un livello di voltaggio<br />
conosciuto anche per una<br />
questione di tempi di sviluppo.<br />
Abbiamo expertise molto<br />
forti sulla parte di sicurezza<br />
funzionale sul sistema completo,<br />
compresa la power<br />
control unit».<br />
42<br />
43
VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
Vadoetorno<br />
network<br />
STY LA PREMIAZIONE SARÀ UN EVENTO TV E SOCIAL ● IAA SOTTO<br />
TONO IL SALONE CHE DOVEVA ESSERE DELLA RINASCITA ● SUT A<br />
ROMA LA TERZA TAPPA: CON LA GUIDA AUTONOMA L’AUTISTA<br />
DOVRÀ CRESCERE ● PROVE IVECO S-WAY 490 - MERCEDES<br />
ACTROS 1848 ● GOVERNO RIDATECI IL MINISTERO DEI TRASPORTI<br />
il predestinato<br />
cambia<br />
passo<br />
OTTOBRE<br />
<strong>2022</strong><br />
MENSILE<br />
€ 3,00<br />
10<br />
Prima immissione:<br />
5 ottobre <strong>2022</strong><br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />
Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />
in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
OTTOBRE N. 10 - <strong>2022</strong><br />
ANNO 31°- euro 5,00<br />
IN QUESTO NUMERO<br />
LE FIERE DI HANNOVER E BERLINO:<br />
IAA TRANSPORTATION E INNOTRANS,<br />
VERSO LA TRANSIZIONE GRADUALE,<br />
I TOP PLAYER DELLE INFRASTRUTTURE,<br />
LE NOVITÀ SETRA, VDL E RAMPINI<br />
Cavalcando<br />
l’onda<br />
azzurra<br />
da Vadoetorno n. 10/<strong>2022</strong> da AUTOBUS n. 10/<strong>2022</strong><br />
VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />
N.10 - <strong>2022</strong> ANNO 27°<br />
OTTOBRE<br />
Ufficio da campo<br />
VIAGGIO IN INDIA: UN MERCATO DA UN MILIONE DI TRATTORI<br />
MACCHINE DA RACCOLTA: LE NOVITÀ FENDT E JOHN DEERE PER IL 2023<br />
da TRATTORI n. 10/<strong>2022</strong><br />
La rivista VADO E TORNO<br />
affonda le radici nel 1962.<br />
Praticamente rappresenta<br />
l’antologia del camion dal<br />
boom economico ai nostri<br />
giorni. Le riviste AUTOBUS<br />
e TRATTORI affiancarono<br />
successivamente VADO E<br />
TORNO nella descrizione<br />
incalzante a aggiornata<br />
di quanto avviene nel<br />
trasporto persone e nella<br />
meccanizzazione agricola.<br />
Mondi che rappresentano,<br />
per noi di DIESEL, gli<br />
scenari di quelle che su<br />
queste pagine chiamiamo<br />
applicazioni. Ad ogni uscita<br />
proporremo la sintesi di<br />
un articolo pubblicato sui<br />
numeri precedenti delle<br />
riviste di VADO E TORNO<br />
EDIZIONI, la nostra casa<br />
comune. Senza timore di<br />
smentita possiamo parlare<br />
di “filiera corta”: la catena<br />
cinematica e le macchine<br />
che la sostanziano.<br />
44<br />
45
VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
il predestinato<br />
cambia<br />
passo<br />
Estratto da ‘Vado e Torno’ n. 10, <strong>2022</strong><br />
STY LA PREMIAZIONE SARÀ UN EVENTO TV E SOCIAL ● IAA SOTTO<br />
TONO IL SALONE CHE DOVEVA ESSERE DELLA RINASCITA ● SUT A<br />
ROMA LA TERZA TAPPA: CON LA GUIDA AUTONOMA L’AUTISTA<br />
DOVRÀ CRESCERE ● PROVE IVECO S-WAY 490 - MERCEDES<br />
ACTROS 1848 ● GOVERNO RIDATECI IL MINISTERO DEI TRASPORTI<br />
OTTOBRE<br />
<strong>2022</strong><br />
MENSILE<br />
€ 3,00<br />
10<br />
Prima immissione:<br />
5 ottobre <strong>2022</strong><br />
Quattro anni<br />
dopo l’ultima<br />
edizione, il<br />
Salone tedesco,<br />
la più importante<br />
vetrina europea<br />
del camion<br />
e dei veicoli<br />
commerciali, è<br />
un’altra cosa<br />
rispetto al<br />
passato. Si parla<br />
di transizione<br />
con l’elettrico<br />
al centro della<br />
scena. Ma troppe<br />
sono state le<br />
assenze di peso<br />
IL SALONE DI HANNOVER DOPO LA PANDEMIA<br />
Tra luci e<br />
qualche ombra<br />
veicolo commerciale, della componenstistica,<br />
dell’accessoristica<br />
e dei servizi ad esso legati. Poi,<br />
improvvisa e terrificante nella<br />
sua devastante azione, la pandemia<br />
ha stravolto i piani e mance.<br />
Avevamo salutato Hannover<br />
in principio d’autunno del 2018,<br />
sicuri di ritrovarci due anni dopo<br />
su quello stesso palcoscenico per<br />
quella che è e rimane la più importante<br />
vetrina del camion, del<br />
Quattro anni. Un’eternità,<br />
alla velocità con cui<br />
viaggiano oggi notizie,<br />
novità, e tutte le cose di questo<br />
travagliatissimo mondo che letteralmente<br />
non riesce a trovare pa-<br />
dato all’aria quelle certezze che<br />
davamo per scontate. Inevitabile<br />
per la Iaa, in quella dolorosa stagione,<br />
alzare bandiera bianca nel<br />
2020. C’era altro a cui pensare<br />
e di ben più importante. Oggi,<br />
anno <strong>2022</strong>, la battaglia contro il<br />
nemico invisibile non è ancora<br />
vinta, ma almeno abbiamo tutti,<br />
paesi e i cittadini dell’Europa e<br />
del mondo, ritrovato una certa<br />
normalità, pur nella consapevolezza<br />
di vivere una stagione di<br />
irreversibili cambiamenti epocali.<br />
Che la pandemia ha in fondo costretto<br />
ad accelerare.<br />
Il mondo del trasporto merci su<br />
gomma fotografato ad Hannover<br />
ne è un esempio. Nei padiglioni e<br />
sugli stand, la transizione al green,<br />
a un trasporto sempre più a<br />
impatto zero, era palpabile. Con<br />
l’elettrico a fare la voce del padrone<br />
al centro della scena. Non<br />
c’è stato costruttore, piccolo o<br />
grande, europeo e non, che non<br />
abbia messo sotto i riflettori un<br />
full electric. Il futuro è lì, e in seconda<br />
battuta nell’idrogeno, che<br />
necessita però di un’organizzazione,<br />
anche infrastrutturale, più<br />
complessa e pertanto non è fruibile<br />
al momento su larga scala.<br />
Ecco, incentrata sul green, Iaa<br />
Transportation, nuova e più inclusiva<br />
etichetta del salone tedesco,<br />
è stata a suo modo una vetrina<br />
scintillante e ricca di proposte.<br />
Peccato che alla grande festa non<br />
tutti i costruttori abbiamo risposto<br />
presente. I vuoti lasciati da<br />
Renault Trucks tra i big del camion,<br />
e nei van da Mercedes e<br />
dal poker di brand Stellantis (Citroën,<br />
Fiat, Opel, Peugeot), non<br />
sono passati nosservati. Assenze<br />
nell’era Iaa pre-pandemia impensabili<br />
anche solo da ipotizzare.<br />
(...)<br />
Prosegue a pag. 46 di<br />
Vado e Torno Ottobre <strong>2022</strong>.<br />
Inquadra il QRcode<br />
e leggi l’articolo integrale.<br />
46<br />
47
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />
Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />
in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
OTTOBRE N. 10 - <strong>2022</strong><br />
ANNO 31°- euro 5,00<br />
N.10 - <strong>2022</strong> ANNO 27°<br />
OTTOBRE<br />
IN QUESTO NUMERO<br />
LE FIERE DI HANNOVER E BERLINO:<br />
IAA TRANSPORTATION E INNOTRANS,<br />
VERSO LA TRANSIZIONE GRADUALE,<br />
I TOP PLAYER DELLE INFRASTRUTTURE,<br />
LE NOVITÀ SETRA, VDL E RAMPINI<br />
Cavalcando<br />
l’onda<br />
azzurra<br />
Estratto da ‘AUTOBUS’ n. 10, <strong>2022</strong><br />
Estratto da ‘TRATTORI’ n. 10, <strong>2022</strong><br />
VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />
Ufficio da campo<br />
VIAGGIO IN INDIA: UN MERCATO DA UN MILIONE DI TRATTORI<br />
MACCHINE DA RACCOLTA: LE NOVITÀ FENDT E JOHN DEERE PER IL 2023<br />
Solo elettrico<br />
nella nuova<br />
gamma Citea<br />
di Vdl, svelata<br />
ad Innotrans. Si<br />
parte con il 12,2<br />
metri, mosso dai<br />
motori ai mozzi<br />
ZF e spinto da<br />
moduli batteria<br />
ineditamente<br />
installati al<br />
pavimento.<br />
Spiccano<br />
capacità<br />
passeggeri e<br />
novità costruttive<br />
In totale sono<br />
16 i finalisti del<br />
Tractor of the Year<br />
2023: 5 i trattori in<br />
lizza per la classe<br />
regina, 3 nella<br />
categoria Best<br />
Utility e ben 8 si<br />
contenderanno<br />
il titolo di Best of<br />
Specialized<br />
Presentazione. Vdl Citea<br />
La città elettrica<br />
TRACTOR OF THE YEAR 2023<br />
La gara entra nel vivo<br />
Lungamente attesa e adocchiata<br />
fin qui a suon di<br />
rendering, si è alzato ad<br />
Innotrans il sipario sulla nuova<br />
gamma Citea, impersonata da un<br />
primo demo da 12,2 metri messo<br />
in mostra nel Bus Display. Tante<br />
le novità nella progettazione di<br />
un veicolo atteso da diverso tempo:<br />
l’annuncio risale a fine 2020,<br />
la presentazione online a metà<br />
2021. Intanto, gli ultimi due anni<br />
hanno visto il costruttore olandese<br />
relegato nelle retrovie nella<br />
graduatoria dei top player del bus<br />
elettrico in Europa, scavalcato da<br />
Solaris che ha chiuso il 2020 e<br />
il 2021 con in mano il trofeo del<br />
leader di mercato. Una situazione<br />
ribaltata nella prima metà del<br />
<strong>2022</strong>, con Vdl al primo posto forte<br />
di 242 consegne e di un 13 per<br />
cento di share nel mercato elettrico<br />
complessivo. Ma torniamo<br />
al prodotto. Spiccano la collocazione<br />
a pavimento della batteria<br />
(una novità assoluta) e la struttura<br />
delle fiancate in monoblocchi<br />
di materiale composito. Degno di<br />
nota è anche la partnership di Vdl<br />
con ZF, con l’assale elettrificato<br />
con motori ai mozzi a scalzare<br />
lo storico partner Siemens. Tra<br />
gli aspetti più rilevanti, infine,<br />
vi è la capacità passeggeri: nella<br />
versione con batteria di capacità<br />
standard (306 kWh) possono essere<br />
accolte <strong>11</strong>0 persone.<br />
(...)<br />
Prosegue a pag. 34 di<br />
Autobus Ottobre <strong>2022</strong>.<br />
Inquadra il QR code e leggi<br />
l’articolo integrale.<br />
La competizione per l’elezione<br />
del Tractor of the Year 2023<br />
entra nel vivo. I finalisti delle<br />
varie categorie in gara (oltre alla<br />
classe regina costituita dai trattori<br />
da campo aperto, gli aziendali in<br />
lizza per il Best Utility e i trattori<br />
da frutteto/vigneto e montagna per<br />
il Best of Specialized) sono stati selezionati<br />
e ora la giuria internazionale<br />
composta da 25 giornalisti di<br />
settore in rappresentanza di altrettante<br />
nazioni europee è al lavoro<br />
per valutarne pregi e difetti e sancire<br />
chi saranno i vincitori. Vincitori<br />
che anche quest’anno saranno annunciati<br />
nella giornata inaugurale<br />
di Eima International, il prossimo<br />
9 novembre a Bologna, durante la<br />
cerimonia di premiazione che si<br />
terrà nel Quadriportico della Fiera<br />
(ormai tradizionale evento di apertura<br />
della kermesse), e che sarà trasmessa<br />
anche in diretta streaming<br />
sulla piattaforma totydigital.com,<br />
sui social del premio e sul sito dello<br />
sponsor ufficiale BKT. Chi sarà<br />
presente a Eima potrà poi veder<br />
sfilare tutti i finalisti nell’apposita<br />
area esterna allestita come nella<br />
passata edizione tra i Padiglioni 37<br />
e 35, con tanto di comoda tribuna<br />
e speaker che descriverà le caratteristiche<br />
tecniche delle macchine.<br />
L’anno degli specializzati<br />
Dei 16 i trattori che hanno superato<br />
le selezioni e si sono conquistati un<br />
posto in finale, sono addirittura 8<br />
(...)<br />
Prosegue a pag. 24 di<br />
Trattori Ottobre <strong>2022</strong>.<br />
Inquadra il QRcode e leggi<br />
l’articolo integrale.<br />
48<br />
49
OEM & MOTORI. SUSTAINABLE BUS AWARDS<br />
C<br />
50<br />
MIRACOLO<br />
A MILANO<br />
Non c’è la regia di De Sica, ma la complicità di Next Mobility<br />
Exhibition, alla sua prima edizione. Sotto le vele di Fuksas premiati<br />
Karsan, Iveco e Irizar. Elettrico e termico, sia ciclo diesel che ciclo Otto<br />
ontrocorrente, in conformità<br />
alla logica<br />
della rivista DIESEL,<br />
cominciamo dalle motorizzazioni.<br />
Il Karsan e-Ata 12<br />
appartiene a una famiglia, e-<br />
Ata, per l’appunto, che si affida<br />
a batterie elettriche (con<br />
ciclo di vita fissato tra gli<br />
otto e i dieci anni): Karsan<br />
offre sette varianti di batteria,<br />
da 150 kWh a 600 kWh,<br />
capaci di garantire un’autonomia<br />
fino a 450 chilometri<br />
in condizioni reali.<br />
L’Iveco Bus Crossway LE<br />
Hybrid Cng nella versione<br />
esclusivamente affidata al<br />
gas naturale sotto il cofano<br />
ha riposto il Cursor 9 Euro<br />
VI (360 cavalli e 1.620 Newtonmetro),<br />
qui coadiuvato da<br />
un pacchetto ibrido. L’Irizar<br />
i6S Efficient non delega e<br />
rinnova fiducia al motore<br />
diesel. Sul basco da turismo<br />
batte il cuore del Daf Mx-<br />
<strong>11</strong> da 450 cavalli, in tandem<br />
con la trasmissione Traxon<br />
di ZF.<br />
Il vincitore nella categoria<br />
Da sinistra, i tre vincitori: Karsan e-Ata 12, Iveco Bus<br />
Crossway LE Hybrid Cng, Irizar i6S Efficient<br />
“Urban” è il risultato principale<br />
degli sforzi di Karsan<br />
nel concentrare tutti gli investimenti<br />
in autobus a zero<br />
emissioni: la gamma e-Ata è<br />
stata progettata da zero per<br />
fornire una vera soluzione<br />
nativa elettrica.<br />
La versione a metano e mild<br />
hybrid del leader europeo<br />
del segmento Classe II, l’Iveco<br />
Crossway, vincitrice<br />
del premio nella categoria<br />
“Intercity”, è già stata offerta<br />
nelle gare d’appalto e sarà<br />
disponibile sul mercato a<br />
partire dal 2023. Questo veicolo<br />
unisce due tendenze che<br />
oggi interessano il segmento<br />
degli autobus interurbani:<br />
l’aumento dei veicoli a gas<br />
e il crescente interesse per le<br />
applicazioni ibride leggere.<br />
Infine, l’Irizar i6S, vincitore<br />
della categoria “Coach”,<br />
rappresenta un progetto incentrato<br />
sull’efficienza: i<br />
miglioramenti nei consumi<br />
di carburante e nel coefficiente<br />
aerodinamico consentono<br />
agli operatori turistici<br />
di ottenere un guadagno in<br />
termini di Tco.<br />
Torniamo all’interurbano,<br />
che si riflette nel trend dei<br />
Classe II: in aumento il volume<br />
dei veicoli a gas (ben<br />
+60% tra il 2020 e il 2021).<br />
Iveco Bus, leader europeo<br />
del segmento, alza l’asticella<br />
abbinando ai serbatoi<br />
per il metano posizionati<br />
sul tetto con il modulo mild<br />
hybrid, firmato Voith. In<br />
effetti, l’uso di questa tecnologia<br />
dovrebbe ridurre il<br />
consumo di carburante del<br />
15% e il Tco del 5%. Con i<br />
biocarburanti è possibile ottenere<br />
una riduzione di CO 2<br />
fino all’84%.<br />
Una conclusione finale sul<br />
12 metri Irizar. Consumi di<br />
carburante ridotti del 13%,<br />
coefficiente aerodinamico<br />
migliorato del 30%, adozione<br />
di materiali compositi<br />
per ridurre la tara (circa 950<br />
chili in meno) e tecnologie<br />
integrate di manutenzione<br />
predittiva per ridurre i tempi<br />
di fermo macchina.<br />
Motori e componenti per OEM<br />
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