20.10.2022 Views

Arnaldo Massarelli - Civitavecchia veduta dal XV al XIX secolo

Catalogo on-line

Catalogo on-line

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Arnaldo Massarelli

Civitavecchia veduta dal

XV al XIX secolo

Un viaggio nell’anima e nella memoria

Museo Archeologico Nazionale Civitavecchia

15 − 30 ottobre 2022


L’associazione Amici del Fondo Ranalli ODV

con il Museo archeologico nazionale di Civitavecchia

presentano la personale di Arnaldo Massarelli,

“Civitavecchia veduta dal XV al XIX secolo - Un viaggio

nell’anima e nella memoria”.

La mostra espone una serie di vedute originali, acquerelli

e lucidi inediti della città e del suo porto dal 1495 al 1850,

realizzati dal 1980.

La passione per il disegno il desiderio di conoscenza del

passato hanno portato Arnaldo Massarelli ad esplorare il

tessuto urbano di Civitavecchia, sua città di origine, con

uno sguardo unico ed esemplare.

I disegni offrono una revisione analitica, dal punto di

vista odierno, della profonda trasformazione della città.

Civitavecchia Veduta esplora le caratteristiche del

paesaggio urbano in un lungo processo di cambiamenti

ed evoluzioni.

L’obiettivo della mostra è di far rivivere, attraverso

una narrazione iconografica, ma nel contempo,

minuziosamente fedele, l’identità di una città che ha

avuto un ruolo importante nella storia d’Italia e cancellata

quasi totalmente dagli eventi bellici della Seconda

Guerra Mondiale.

Si ringrazia la Fondazione CA.RI.CIV. per il sostegno

finanziario al progetto e l’Associazione Volontari -

Francesco Forno.

1. Intro

Il Folklore nel Porto

2. Civitavecchia 1495,

3. Civitavecchia 1495, città medievale

4. Civitavecchia 1650

5. Civitavecchia 1715

Il Folklore in Piazza Aurelio Saffi

6. Civitavecchia 1760

7. Civitavecchia 1795

8. Civitavecchia 1850

9. la Rocca

il Ghetto

10. l’Arsenale

il Porto

11. il Cimitero


1

2

3

4

5

10

9

6

7

8

11


2. Civitavecchia veduta, 1495

lucido a china

98 cm x 60 cm

La veduta del 1495 è la prima rappresentazione prospettica della città

e del porto di Civitavecchia. In essa si vedono ancora i resti dell’antica

Centumcellae: i ruderi della Basilica romana a nord, la banchina formata

da blocchi di pietra sopra la Darsena, al centro il cosiddetto Palazzetto,

dal popolo scambiato per la villa dell’imperatore Traiano. A sud, protesi sul

mare, i resti dell’antica caserma dei classiari sui quali verrà edificata la Rocca

Giulia, nota come il Forte Michelangelo. Anche Leonardo la vide a costruzione

quasi ultimata e la rappresentò in un disegno insieme al porto e alla darsena.

Nell’isola frangiflutti, prima diga foranea, è visibile l’antico faro romano, “il

Marzocco”. Di particolare interesse il tracciato quadrangolare del decumano

romano che racchiuso dalle mura turrite ospita la comunità cittadina.

(sintesi da “Civitavecchia Veduta” di Arnaldo Massarelli, ed. C.D.U. 2012)


3. Particolare di Civitavecchia veduta, 1495

lucido a china

85,5 cm x 51 cm

Particolare della città medievale, che appare racchiusa tra le mura nelle

quali si aprono tre porte: Porta Romana a sud, Porta Corneto a nord e Porta

dell’archetto ad est, tuttora esistente. Spicca in verticale la torre quadrata

del 1468 al centro della Rocca che dimostra l’avvenuta fine delle opere di

fortificazione. La cinta muraria disegna un quadrilatero, all’estremità del

quale s’identificano quattro torri maggiori: la torre rotonda all’angolo della

Rocca, la torre pentagonale tra piazza dell’Olivo e piazza Saffi, un’altra torre

quadrata, nascosta tra i caseggiati della Chiesa della Stella, la torre detta del

Caracollo o della Scaletta dove veniva immagazzinato l’allume. All’interno, le

strade conservano il tracciato romano, parallele al cardo e al decumano. Con

la riorganizzazione dello Stato della Chiesa, iniziata dopo il Concilio di

Costanza (1414-18), Civitavecchia riacquista, lentamente, un assetto urbano

organico e il suo porto viene restaurato e la città si arricchisce di pregevoli

edifici che le fonti del tempo attribuiscono a Bernardo Rossellino.

(sintesi da” Civitavecchia Veduta” di Arnaldo Massarelli, ed. C.D.U. 2012)


4. Civitavecchia veduta, 1650

originale ad acquerello

100 cm x 60 cm

La veduta del 1650 ci mostra una città ancora di modesta entità, 1277 anime,

completamente trasformata in piazzaforte, a rafforzamento e difesa dello

Stato della Chiesa. I Papi, ad iniziare da Giulio II ed in seguito con Leone

X, investono nel porto ingenti risorse, dovute agli introiti del commercio

dell’allume, scoperto sui monti della Tolfa e poi venduto a tutti gli stati cattolici.

Nella veduta emergono le mura, realizzate da Antonio da Sangallo il Giovane,

con sette bastioni e mura a doppi fianchi. Realizzate tra il 1515 e il 1571,

erano considerate quanto di più moderno ci potesse essere riguardo le opere

difensive. A sud la possente la fortezza bramantesca, completamente ultimata.

In primo piano, a protezione della Porta Romana “Vecchia”, oggi Largo

Cavour, la caratteristica Fortificazione a tenaglia del 1627. Ancora quasi intatte

le mura medievali, tranne al lato nord dove campeggia la fontana di Sisto

V. In lontananza, l’antemurale con la Lanterna di Paolo V e i ruderi del faro

romano detto il Marzocco. Nella larga spianata chiamata Monte delle ciarle,

si sta costruendo la Chiesa di San Francesco e un’ampia scalinata mette in

comunicazione la città con il porto.

(sintesi da “Civitavecchia Veduta” di Arnaldo Massarelli, ed. C.D.U. 2012)


5. Civitavecchia veduta, 1715

originale ad acquerello

70 cm x 38 cm

La veduta del 1715 mette in evidenza lo sviluppo della città, dovuto

all’incremento dei traffici marittimi e delle attività lavorative conseguenti anche

all’istituzione del porto franco.

Nella fortificazione a tenaglia, chiamata borgo sant’Antonio, vengono edificati

due grandi edifici, che avrebbero dovuto essere destinati, secondo il volere di

Innocenzo XII, a famiglie ebree per aprire nuovi commerci, come già avvenuto

a Livorno. Ciò non accadde ma quel quartiere continuò a essere conosciuto

con il toponimo di Ghetto. Nel porto vediamo l’Arsenale: Alessandro VII,

compresa l’utilità che lo Stato della Chiesa potesse avere una flotta propria,

ne commissionò la realizzazione a Gian Lorenzo Bernini. Composto da navate

disposte a ventaglio, di grande leggerezza e bellezza l’opera fu seguita e

portata a termine nel 1664 da Carlo Fontana. L’Arsenale fu distrutto dal

bombardamento del 1943. Sulla destra si leggono chiaramente le arcate

dell’acquedotto traianeo, fatto restaurare da Innocenzo XII, inaugurato e nel

1702, per una lunghezza complessiva di circa 23 miglia.

Sul molo del Lazzaretto vengono costruiti nuovi granai per rifornire la Capitale.

(sintesi da “Civitavecchia Veduta” di Arnaldo Massarelli, ed. C.D.U. 2012)


5.

Civitavecchia Veduta, 1760

originale ad acquerello

67 cm x 50 cm

L’autore mette in evidenza l’aspetto marittimo della città: nel porto due galere

con le vele abbassate sono pronte alle manovre di trasbordo delle merci. Sotto

il pontificato di Benedetto XIV la città continua a sviluppare la sua economia e

a incrementare il numero di fabbricati ad uso civile. L’aspetto più interessante è

l’assetto funzionale del molo del Lazzaretto, con l’Ospizio dei Frati Cappuccini

ed il nuovo granaio dell’Annona del 1756, mentre nella Darsena si amplia

l’ospedale dei forzati. Nel 1740 Benedetto XIV commissiona la sostituzione

di una vecchia vasca con una grande fontana che rappresenta la testa di un

vecchio fauno. L’opera è progettata e realizzata nel 1743 dall’architetto Luigi

Vanvitelli ed è ancora visibile oggi.

In piazza Leandra con l’arrivo dei Padri Dottrinari viene edificata la prima

scuola pubblica e la Chiesetta con la facciata barocca di San Nicola. In Piazza

San Francesco, palazzo Guglielmotti e Palazzo Chigi-Montoro.

(sintesi da “Civitavecchia Veduta” di Arnaldo Massarelli, ed. C.D.U. 2012)


6.

Civitavecchia Veduta, 1795

originale ad acquerello

93 cm x 52,5 cm

La veduta evidenzia come tutti gli spazi edificabili dentro le mura siano stati

occupati da nuovi fabbricati per le esigenze della popolazione. Numerosi i

palazzi nobiliari intorno alla chiesa di San Francesco, terminata nel 1782, i

Forni Camerali per rifornire di pane la città e le navi, il Conservatorio delle

Orfanelle. A protezione della Porta romana la Palazzina del Comando,

attuale sede del Museo Archeologico Nazionale, fatta costruire da Clemente

XIII nel 1764, in piazza Leandra, Platea Leandri, la più antica della città, il

Palazzo Manzi. Anche il Ghetto si riempie di nuovi edifici: Palomba, Valentini,

Cioccolani, e il Quartierone, costruito dall’architetto camerale Francesco

Navone, autore di spicco di moltissime infrastrutture, ormai è nato un nuovo

quartiere, il Borgo Sant’Antonio. Fuori delle Mura, tra i bastioni Campanella

e Barberino, il complesso attrezzato per la sbiancatura delle bambagine e

cotonine. L’inquadratura si allarga al territorio circostante dove, al di là della

Fiumaretta, sorge il caratteristico tempietto del cimitero, costruito dal Piernicoli

tra il 1788 e il 1793.

(sintesi da “Civitavecchia Veduta” di Arnaldo Massarelli, ed. C.D.U. 2012)


7.

Civitavecchia veduta, 1850

lucido a china

84 cm x 120 cm

Nel 1850 la città è urbanisticamente definita. La visione del porto con

la Rocca, la Fontana del Vanvitelli, l’Arsenale del Bernini, costituisce

un’immagine spettacolare che incanta il visitatore. È il prototipo ideale della

città con porto che serve da modello per nuovi progetti. Il bacino traianeo

ad anfiteatro è racchiuso tra il Molo del Lazzaretto, il Molo del Bicchiere,

l’Antemurale, dove spicca la Lanterna e il nuovo Fortino Gregoriano.

Attraverso la porta del Casone si accede alla Darsena, dove si trova il Bagno

Penale. La Rocca Vecchia sede degli Uffici Camerali, poi centro civico,

con la torre medievale e i suoi quattro orologi installati nel 1829. La città si

modernizza e per creare nuovi spazi si abbatte il tratto delle mura del Sangallo

che divide il centro storico dal Ghetto.

Nasce così la via Centocelle dove si affacciano edifici di prestigio come il

Teatro Traiano, il Palazzo Guglielmi, il Quartierone, la Palazzina del Comando e

Corpo di guardia, oggi sede del Museo Archeologico, e la Dogana. Una strada

perfettamente alberata si evidenzia sul Lungomare che qualche anno dopo

permetterà di raggiungere la Stazione ferroviaria.

(sintesi da “Civitavecchia Veduta” di Arnaldo Massarelli, ed. C.D.U. 2012)



Armaldo Massarelli

Nasce a Civitavecchia nel 1923, dove trascorre la

sua fanciullezza. Si trasferisce a Roma nel 1937,

completando gli studi, presso l’Istituto Tecnico

Industriale “Carlo Grella”.

Dal 1946 è disegnatore progettista tecnico presso la

STEFER di Roma, nel ’70 diviene Capo dell’Ufficio

Tecnico del Servizio Trazione, dove svolge attività

professionale e collabora alla progettazione di

numerosi brevetti industriali. Per la particolare

attitudine all’arte del disegno e della pittura, una

volta in pensione, si dedica con passione allo studio

ed alla ricerca storica sullo sviluppo urbanistico di

Roma e della sua città natale, a cui dedica numerose

pubblicazioni. Tra queste: S. Maria dell’Orazione,

Indagine intorno ad un antico monumento. Ed. La

Litografica;(1992); dal 1994 al 1997 pubblica con

il Patrocinio del Comune di Civitavecchia: Veduta

di Civitavecchia del 1650; Veduta di Civitavecchia

del 1715, Veduta di Civitavecchia del 1765;

Veduta di Civitavecchia del 1795. Con il patrocinio

dell’Ente Porti di Roma e del Lazio escono: Veduta

di Civitavecchia del 1850 (2000) e Veduta di

Civitavecchia del 1495.

Nel 2008 in occasione del cinquecentesimo

anniversario della Fortezza esce la stampa sulla

“Posa della prima pietra del Forte Michelangelo”.

Nel 2004, come socio della “Società Storica

Civitavecchiese”, collabora con monografie e saggi

alla pubblicazione del “Bollettino”. La Treccani

ha pubblicato, nell’ottava appendice nella sezione

tecnica, la sua veduta a colori rappresentante

Civitavecchia nel 1650, completamente fortificata

dalle mura di Antonio da Sangallo, un passaggio

importante di una città trasformata in Piazzaforte a

difesa dello Stato della Chiesa.

Socio onorario de Amici de fondo Ranalli pubblica nel

2015 la veduta celebrativa dell’ambasceria Tenshō in

Europa e nel 2019 quella del 150° dalla morte di Luigi

Calamatta.

Muore ad Anguillara Sabazia l’11 agosto 2022.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!