syndicom rivista N.31
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!
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<strong>syndicom</strong><br />
N. 31 Settembre-Ottobre 2022<br />
<strong>rivista</strong><br />
Dateci<br />
in fretta<br />
quello che<br />
ci spetta
Pubblicità<br />
Noi chiediamo: aumenti salariali per<br />
tutti, in modo che nonostante<br />
l’inflazione e lo shock dei premi delle<br />
casse malati rimanga ancora qualcosa<br />
nel portamonete!
Sommario<br />
4 Team vincenti<br />
5 Brevi ma utili<br />
6 Dalla parte degli altri<br />
7 L’ospite<br />
8 Dossier: Inflazione<br />
16 Dalle professioni<br />
22 Politica<br />
24 Multinazionali responsabili<br />
25 Diritto e diritti<br />
26 Idee<br />
27 Mille parole<br />
28 Eventi<br />
30 Un lavoro, una vita<br />
31 Cruciverba<br />
32 Inter-attivi<br />
In Svizzera molti dipendenti non ricevono aumenti<br />
salariali da tempo. I più colpiti sono i dipendenti<br />
di lunga data, ma anche le persone<br />
che non fanno parte dei quadri. A questo si aggiunge<br />
ora l’inflazione. In agosto era del 3,5%.<br />
Se i salari non verranno finalmente aumentati, i<br />
soldi per vivere saranno sempre meno. Perché<br />
ad aumentare non sono solo i prezzi in generale,<br />
ma anche i premi delle casse malati. Il denaro<br />
per gli aumenti salariali è disponibile. L’economia<br />
svizzera si è ripresa con grande rapidità<br />
dalla crisi legata al coronavirus. Le aziende hanno<br />
fatto registrare un ottimo primo semestre.<br />
Sono quindi riuscite a riempire bene le loro casse.<br />
La situazione attuale rimane inoltre positiva.<br />
In un sondaggio condotto dal Centro di ricerche<br />
congiunturali del Politecnico di Zurigo, la<br />
maggior parte delle aziende ha descritto la propria<br />
situazione economica come buona. La manodopera<br />
è più richiesta che mai. Le federazioni<br />
associate all’USS chiedono pertanto un aumento<br />
salariale del 4–5%. Gli aumenti salariali dovrebbero<br />
essere possibilmente su vasta scala.<br />
Senza aumenti salariali generalizzati, molti lavoratori<br />
verrebbero penalizzati. Questa richiesta<br />
salariale si compone di tre parti. In primo<br />
luogo, l’inflazione deve essere compensata dal<br />
3 al 3,5%, a seconda che si applichino i rincari<br />
annuali o mensili. In secondo luogo, i salari reali<br />
devono essere aumentati in linea con una crescita<br />
della produttività del lavoro di circa l’1%<br />
l’anno. Infine, è necessario recuperare il ritardo<br />
accumulato. Perché negli ultimi anni i salari<br />
sono aumentati troppo poco per molti lavoratori<br />
con redditi normali e bassi.<br />
4<br />
8<br />
24<br />
Daniel Lampart, capoeconomista USS
4<br />
Team vincenti<br />
Il team dell’organo di applicazione CCL<br />
«Vogliamo scoraggiare i recidivi»<br />
Da sinistra: Simone Biland<br />
Dopo il diploma nel settore alberghiero,<br />
ha ricoperto diverse posizioni prima di<br />
passare alla cassa di disoccupazione<br />
<strong>syndicom</strong> e successivamente nel<br />
reparto amministrazione e logistica.<br />
Da due anni nel team.<br />
Sara Gerussi<br />
Dopo l’apprendistato commerciale in<br />
una fiduciaria, ha lavorato in diversi<br />
dipartimenti dei sindacati: come segretaria,<br />
come vice capogruppo della<br />
cassa di disoccupazione e ora presso il<br />
team dell’applicazione del CCL. A <strong>syndicom</strong><br />
da quasi 11 anni.<br />
Pascal Kaegi<br />
Di formazione storico, ha iniziato a lavorare<br />
per un altro sindacato nel 2010,<br />
dove ha lavorato al reclutamento degli<br />
iscritti e ha fatto parte di commissioni<br />
paritetiche. Dal 2017 a <strong>syndicom</strong>.<br />
Daniel Mathys<br />
Economista e specialista di risorse<br />
umane per ONG, dal 2003 è segretario<br />
in diversi sindacati, poi nei settori farmaceutico<br />
e delle costruzioni. Dal settembre<br />
2021 lavora nell’area di monitoraggio<br />
dei lavoratori distaccati.<br />
Testo: Pascal Kaegi<br />
Foto: Sandro Mahler<br />
«Un CCL di obbligatorietà<br />
generale è di fatto<br />
una legge federale»<br />
Il nostro dipartimento è stato creato<br />
nel 2017, e da allora siamo diventati<br />
il reparto di <strong>syndicom</strong> con la crescita<br />
più rapida. Da una iniziale posizione<br />
a tempo pieno senza collaboratori,<br />
oggi siamo già in quattro a lavorare a<br />
tempo pieno in questo team.<br />
Il motivo per cui esistiamo è semplice:<br />
la legge. Con la dichiarazione<br />
di obbligatorietà generale dei due<br />
contratti collettivi di lavoro (CCL) per<br />
l’infrastruttura di rete e per il settore<br />
dei contact e call center nel 2018, il<br />
lavoro di monitoraggio di <strong>syndicom</strong><br />
per entrambi i CCL ha dovuto essere<br />
notevolmente ampliato e professionalizzato<br />
per legge.<br />
A differenza dei contratti collettivi<br />
aziendali o settoriali, i contratti<br />
collettivi di obbligatorietà generale<br />
devono essere applicati da tutte le<br />
aziende di un settore dopo la loro<br />
entrata in vigore, analogamente a<br />
una legge federale. La Confederazione<br />
richiede quindi l’applicazione e il<br />
controllo delle disposizioni.<br />
Il nostro lavoro consiste principalmente<br />
nel verificare se le aziende<br />
soggette a uno di questi CCL rispettano<br />
effettivamente i contratti collettivi<br />
negoziati. Sulla base delle informazioni<br />
disponibili, stabiliamo se c’è<br />
conformità o meno ed elaboriamo<br />
proposte per le decisioni di ispezione.<br />
Le sottoponiamo per decisione<br />
alla commissione paritetica, ovvero<br />
all’organismo composto dai delegati<br />
di <strong>syndicom</strong> e delle associazioni dei<br />
datori di lavoro, per conto della quale<br />
svolgiamo tutto il lavoro di monitoraggio.<br />
Se vengono riscontrate delle infrazioni,<br />
la commissione paritetica<br />
infligge all’impresa una sanzione<br />
proporzionale al comportamento<br />
scorretto, che ha lo scopo di dissuadere<br />
l’impresa dal discostarsi nuovamente<br />
dal contratto collettivo di lavoro<br />
in futuro.<br />
Attualmente, i nostri compiti<br />
sono suddivisi come segue: Sara e<br />
Simone – in collaborazione con il<br />
responsabile, Pascal – si occupano<br />
principalmente di uno dei due contratti<br />
collettivi, ovvero preparano la<br />
maggior parte dei rapporti di ispezione.<br />
Daniel si occupa invece del controllo<br />
dei fornitori di servizi stranieri<br />
in entrambi i settori.
Brevi ma utili<br />
I miei dati sono stati venduti? \ Posta svizzera in Portogallo \<br />
UberEats è un servizio postale \ Senza protezione delle fonti<br />
non c’è libertà di stampa \ La giusta paga per i giornalisti \<br />
Due nuovi membri al Consiglio della Stampa \ Contatti<br />
5<br />
I miei dati sono stati venduti?<br />
L’Istituto Hasso Plattner, che fa parte<br />
dell’Università di Potsdam, ha sviluppato<br />
uno strumento che fa chiarezza: il servizio<br />
“HPI Identity Leak Checker” controlla<br />
se il vostro indirizzo e-mail è stato<br />
pubblicato online insieme a dati personali<br />
come numero di telefono, indirizzo<br />
o data di nascita e se è stato trovato in<br />
un database di fughe di notizie. La risposta<br />
viene immediatamente inviata<br />
all’indirizzo e-mail controllato e, nel migliore<br />
dei casi, risulta essere negativa.<br />
Accessibile qui: <strong>syndicom</strong>.ch/3tyyq<br />
Posta svizzera in Portogallo<br />
La Posta non riesce più a trovare un<br />
numero sufficiente di sviluppatori informatici<br />
in Svizzera e sta quindi creando<br />
una filiale in Portogallo. <strong>syndicom</strong> si<br />
aspetta che i diritti sindacali siano garantiti<br />
anche in Portogallo. Allo stesso<br />
tempo, l’indebolito posto di lavoro svizzero<br />
necessita di maggiori investimenti<br />
e sforzi di politica educativa per le professioni<br />
STEM. Le filiali all’estero non<br />
devono diventare la regola, soprattutto<br />
nel settore dei servizi pubblici. In caso<br />
di emergenza, deve essere possibile<br />
garantire i servizi di base in Svizzera.<br />
UberEats è un servizio postale<br />
PostCom è chiara: anche un cartone<br />
della pizza è un pacco e il servizio che<br />
lo consegna è un servizio di recapito<br />
postale e rientra quindi sotto la legge<br />
postale. Uber non è d’accordo e ha presentato<br />
ricorso al Tribunale amministrativo<br />
federale contro questa decisione<br />
della PostCom. Il Tribunale, a sua volta,<br />
ha rinviato il caso a PostCom, che si attiene<br />
alla sua valutazione, come ha ora<br />
annunciato. Uber farà di nuovo appello?<br />
Senza protezione delle fonti<br />
non c’è libertà di stampa<br />
Chiunque fornisca a un giornalista informazioni<br />
riservate alle quali non può<br />
essere associato senza rischiare gravi<br />
svantaggi è una «fonte. La «protezione<br />
delle fonti è la garanzia di riservatezza<br />
da parte dell’organo di stampa,<br />
analoga al segreto medico, e uno dei<br />
principi più alti del giornalismo. Nessun<br />
servizio di intelligence può indebolire<br />
la protezione delle fonti, monitorare e<br />
intercettare i media, come vuole fare<br />
ora il Consiglio federale. <strong>syndicom</strong> e altre<br />
organizzazioni dei media si battono<br />
contro questa misura, in favore della<br />
libertà di stampa.<br />
La giusta paga per i giornalisti<br />
Parlare di aumento di stipendio, di stipendio<br />
iniziale o di tariffe per i freelance<br />
è difficile, soprattutto per i giovani<br />
giornalisti. Tra colleghi è imbarazzante,<br />
e come richiesta a un datore di lavoro o<br />
a un cliente è molto sgradevole. Un<br />
aiuto pratico arriva dal piccolo manuale<br />
«Consigli per le trattative salariali di<br />
<strong>syndicom</strong> e dei Giovani Giornalisti della<br />
Svizzera. L’opuscolo è ora disponibile<br />
per i membri su my.<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Due nuovi membri al Consiglio<br />
della Stampa<br />
Sono Christian Neuhaus, responsabile<br />
della redazione nazionale della NZZ, e<br />
Pascal Tischhauser, vicedirettore della<br />
redazione politica del Blick. Jan Grüebler<br />
sarà presidente della terza Camera e<br />
nuovo vicepresidente, sostituendo Max<br />
Trossmann, che lascia il Consiglio della<br />
Stampa dopo quasi 23 anni.<br />
Contatti<br />
Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />
via Genzana 2, 6900 Massagno<br />
lu e gio 8.00-12.00, ma-me-ve<br />
13.30-17.30. e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />
Cassa disoccupazione <strong>syndicom</strong><br />
lu-ma-gio 9.00-11.30 me 14.00-16.30<br />
cassa.disoccupazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />
pensionati.<strong>syndicom</strong>.ch<br />
e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />
Agenda<br />
Ottobre<br />
19-23<br />
Film Festival Diritti Umani<br />
Lugano. Per l’occasione, a Villa Ciani<br />
mostra «Finestre sull’Altrove | 60 vedute<br />
per 60 rifugiati di Matteo Pericoli.<br />
Info: festivaldirittiumani.ch<br />
18<br />
Al Manar di Alain Gorius<br />
Fino al 20 novembre, Lugano, Biblioteca<br />
Salita dei Frati, esposizione di libri<br />
d’artista. Info: bibliotecafratilugano.ch<br />
20<br />
Castagnata GI Pensionati<br />
Ore 15.30, Pregassona, Grotto al Mulino<br />
22<br />
Simposio Agenda 2030<br />
Ore 9.30, Lugano, USI. Lotta alla povertà<br />
in tempi di crisi: una sfida globale.<br />
Info: fosit.ch<br />
Novembre<br />
5<br />
Conferenza settore Media<br />
Biel/Bienne, Hotel City, 13.30-16.30<br />
Informazioni e iscrizioni (fino al<br />
23 ottobre) a medien@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Dal 25<br />
Campagna contro la violenza<br />
di genere<br />
Diverse località. Info: 16tage.ch<br />
Dicembre<br />
10<br />
Doppio taglio<br />
Bellinzona, Teatro Sociale, spettacolo<br />
«Doppio taglio - Come i media raccontano<br />
la violenza sulle donne, di e con<br />
Marina Senesi (vedi articolo a pag. 26)<br />
Info: www.teatrosociale.ch<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/agenda
6 Dalla parte<br />
IMS, l’affiliata della Posta attiva nel settore degli immobili,<br />
degli altri<br />
ha stipulato un nuovo CCL che entrerà in vigore nel 2023.<br />
Ne abbiamo parlato con Anja Piller, partner di settore HR Posta<br />
Immobili e membro della direzione IMS, e René Heiz, responsabile<br />
compensazione e assicurazioni sociali della Posta.<br />
1<br />
Il nuovo contratto collettivo IMS è<br />
stato negoziato per diversi mesi.<br />
Come valutate i risultati?<br />
Siamo molto soddisfatti: nelle trattative<br />
è sempre importante tenere conto<br />
delle esigenze di entrambe le parti<br />
negoziali e trovare la migliore soluzione<br />
possibile. Grazie all’ottimo partenariato<br />
sociale tra IMS e <strong>syndicom</strong>,<br />
è stato possibile elaborare un CCL<br />
attrattivo per i dipendenti attuali e<br />
futuri di IMS.<br />
2<br />
Pensate che le opinioni e le aspettative<br />
dei dipendenti sono stati presi in<br />
considerazione in queste trattative?<br />
Pensiamo di esserci riusciti bene.<br />
Attraverso i consulenti delle risorse<br />
umane e i rappresentanti di linea, abbiamo<br />
scoperto quali sono le principali<br />
preoccupazioni dei dipendenti e<br />
dove è necessario intervenire nell’attuale<br />
CCL. Nella delegazione erano<br />
presenti anche dirigenti di settore<br />
che sono molto vicini ai dipendenti e<br />
conoscono le loro esigenze.<br />
3<br />
Quali sono, secondo voi, i miglioramenti<br />
più importanti del nuovo CCL?<br />
In primo piano per noi ci sono le norme<br />
sull’uguaglianza e sulla conciliabilità<br />
lavoro-vita privata. Ad esempio,<br />
sono state concordate prestazioni<br />
molto interessanti per le future madri<br />
e i futuri padri o il diritto alla non reperibilità.<br />
Abbiamo ampliato l’articolo<br />
sull’uguaglianza e abbiamo sancito<br />
nel CCL la parità di retribuzione.<br />
Inoltre, per i dipendenti di lunga data<br />
con almeno 20 anni di servizio, premiamo<br />
la fedeltà a IMS con 2 settimane<br />
di vacanze o 3000 franchi.<br />
4<br />
La richiesta di <strong>syndicom</strong> di un piano<br />
sociale per IMS è stata ampiamente<br />
discussa. Cos’è che alla fine ha<br />
convinto IMS ad accettare un piano<br />
sociale?<br />
Capivamo la richiesta. Per noi era ed<br />
è tuttora una preoccupazione importante<br />
accompagnare e sostenere al<br />
meglio i nostri dipendenti in caso di<br />
perdita del lavoro e trovare soluzioni<br />
accettabili. Ora abbiamo integrato il<br />
precedente accordo sociale con misure<br />
di sostegno e siamo quindi convinti<br />
di aver compiuto progressi significativi<br />
per i nostri dipendenti.<br />
5<br />
Quali sono le sfide e i lavori più importanti<br />
per il partenariato sociale nei<br />
prossimi mesi?<br />
In primo luogo, occorre implementare<br />
il nuovo CCL e garantirne l’attuazione.<br />
Questo può essere fatto solo<br />
insieme e sulla base di un forte partenariato<br />
sociale. Sono imminenti anche<br />
le prossime trattative salariali.<br />
Inoltre, il nostro obiettivo dichiarato<br />
è quello di discutere le questioni attuali<br />
nell’ambito di incontri regolari<br />
nelle commissioni specializzate, ma<br />
anche, se necessario, nell’ambito di<br />
altri incontri, e quindi di rimanere in<br />
stretto contatto tra le parti.<br />
6<br />
L’inflazione sta colpendo con forza il<br />
potere d’acquisto di tutti i lavoratori e<br />
quindi anche dei vostri dipendenti.<br />
Quali soluzioni offre il nuovo CCL in<br />
questo contesto?<br />
Nel CCL abbiamo stabilito che i negoziati<br />
salariali si svolgeranno su base<br />
annua. Siamo convinti che in questo<br />
modo e sulla base di un buon partenariato<br />
sociale troveremo soluzioni<br />
eque ed economicamente sostenibili<br />
per i nostri dipendenti anche in tempi<br />
difficili.<br />
Testo: Robin Moret<br />
Foto: Sam Buchli
L’ospite<br />
Dal 1995, quando è stato scoperto<br />
51 Pegasi b, sappiamo quello che la fantascienza<br />
ha immaginato per molto tempo: là fuori ci sono<br />
miliardi di pianeti in orbita attorno ad altre stelle.<br />
Cosa succederebbe se una qualche forma di<br />
tecnologia, ancora da inventare, ci permettesse<br />
di arrivarci? Probabilmente esistono tante risposte<br />
quante sono diverse le destinazioni.<br />
Ma queste risposte sollevano altre domande:<br />
chi se ne andrebbe dal nostro pianeta e perché?<br />
Nessuno lascia la propria casa, la propria famiglia,<br />
i propri amici o il proprio stile di vita senza<br />
speranza di ritorno, a meno che non abbia motivi<br />
validi per farlo. I miei romanzi non parlano di<br />
una conquista, ma di un esodo. I miei personaggi<br />
non sono i prescelti, ma i perdenti. Fuggono<br />
da un pianeta in agonia. In questa distopia, il<br />
collasso della nostra civiltà è ovviamente sociale<br />
ed ecologico, ma è soprattutto economico,<br />
perché l’economia è il legame tra lo sfruttamento<br />
delle risorse e la società che deriva dal consumo<br />
di queste risorse. Tuttavia, gli economisti<br />
– ma non sono gli unici — hanno gradualmente<br />
sostituito la realtà con i loro modelli. In un’economia<br />
che è sempre più deregolamentata e i cui<br />
modelli sono spesso tardivi, l’inflazione è solo<br />
la superficie visibile di un iceberg terrificante.<br />
La scomparsa di risorse essenziali e la ricerca<br />
disperata e violenta di alternative portano l’umanità<br />
sempre alle stesse soluzioni. Se abbiamo<br />
esaurito il nostro ambiente, dobbiamo trasferirci<br />
altrove. Inizialmente da un angolo all’altro della<br />
savana, per poi passare forse da un pianeta<br />
all’altro. I miei romanzi mostrano soprattutto<br />
che, nonostante le apparenze ingannevoli, non<br />
esiste una «Terra B». E che, lungi dal trasformare<br />
questi mondi per farli assomigliare al nostro<br />
pianeta d’origine, spetterà alla nostra specie<br />
trasformarsi per adattarsi a essi. Questa necessaria<br />
umiltà può essere la chiave della nostra<br />
sopravvivenza.<br />
Non esiste<br />
una «Terra B<br />
Bernard Fischli è nato a Losanna nel<br />
1958. La sua infanzia è trascorsa nel bel<br />
mezzo della corsa allo spazio, culminata<br />
in una notte insonne nel luglio 1969<br />
davanti al televisore di famiglia. Poco<br />
dopo, scopre 2001: Odissea nello spazio<br />
di Arthur C. Clarke. Poi, —con il passare<br />
degli anni, ha assistito al triste ritiro<br />
dell’umanità sul proprio pianeta, mentre<br />
lui continuava a sognare mondi lontani.<br />
Si è laureato in lettere nel 1987, con una<br />
tesi in cui ha integrato un racconto di<br />
fantascienza. La sua prima pubblicazione<br />
risale al 1992, nell’ambito di un concorso<br />
organizzato dalla Maison d’Ailleurs.<br />
Da molti anni insegna in un liceo<br />
sulle alture di Losanna. Il suo ciclo di<br />
Voyages sans retour è pubblicato da<br />
Hélice Hélas, a Vevey. Include Esmeralda<br />
(2018), Donoma (2019) e Oceania (2020).<br />
7
Dossier 10 Spirale prezzo-profitto: si prepara la tempesta perfetta?<br />
9<br />
13 Che fare? Tetto ai prezzi, tassare i profitti e aumentare i salari<br />
14 Quando i salari ristagnano: neppure i contratti aiutano<br />
Dateci in<br />
fretta quello<br />
che ci spetta
10 Dossier<br />
Il mondo nella spirale prezzo-profitto<br />
Per trent’anni l’inflazione non è stata un<br />
problema. Ma ora i rialzi dei prezzi minacciano<br />
miseria e sofferenze per molte persone.<br />
L’Europa è in subbuglio. Sarà un autunno caldo.<br />
Testo: Oliver Fahrni<br />
Foto: Reto Crameri<br />
Scioperi e manifestazioni di protesta hanno messo in ginocchio<br />
la nuova prima ministra britannica Liz Truss già<br />
il secondo giorno del suo mandato: in totale contraddizione<br />
con il suo programma, ha dovuto varare un pacchetto<br />
governativo da 150 miliardi per scongiurare la rivolta. In<br />
Francia, decine di aziende sono in sciopero per ottenere la<br />
compensazione del rincaro. I sindacati si stanno mobilitando<br />
e la sinistra sta suonando la carica per una marcia<br />
nazionale in ottobre per ridurre il costo della vita. Nel frattempo,<br />
il governo di coalizione tedesco osserva con trepidazione<br />
le proteste contro i rincari, sperando che non si<br />
trasformino in un movimento dei gilet gialli. In Italia,<br />
140mila aziende rischiano di chiudere a causa dei prezzi<br />
dell’energia, schizzati alle stelle.<br />
L’inflazione è tornata. Circa il 10 per cento nell’UE,<br />
con tendenza in aumento. Un vero e proprio shock.<br />
Rispetto all’inflazione negli Stati Uniti, in Gran Bretagna<br />
e nell’UE, il tasso d’inflazione in Svizzera sembra relativamente<br />
basso, pari al 3,5 per cento in agosto. Ciò è<br />
dovuto da un lato al fatto che alcuni prezzi in questo paese<br />
sono «regolamentati», cioè soggetti a un certo grado di<br />
controllo da parte delle autorità pubbliche. Esempio: il<br />
prezzo dell’elettricità nell’«approvvigionamento di base».<br />
Dall’altro, il franco sopravvalutato aiuta. La Svizzera importa<br />
gran parte dei suoi beni di consumo. Mentre di recente<br />
per un prodotto proveniente dalla Germania che costa<br />
100 euro dovevamo spendere 115 franchi, ora bastano<br />
97 franchi grazie al miglior tasso di cambio. Ma il vantaggio<br />
svanisce rapidamente: in futuro, a causa dell’inflazione<br />
elevata, le merci tedesche non costeranno più 100 ma<br />
115 euro. D’altra parte, però, il franco forte presenta anche<br />
svantaggi decisivi: è un peso per l’industria svizzera<br />
delle esportazioni (macchinari, orologi, turismo ecc.), che<br />
è responsabile per oltre un terzo del nostro benessere.<br />
Il livello reale dell’inflazione<br />
In effetti, con un’inflazione al 3,5% dovrebbero suonare<br />
tutti i campanelli d’allarme. In primo luogo, il dato è ingannevole.<br />
In realtà, le economie domestiche con redditi<br />
piccoli o medi, ovvero la grande maggioranza, sono colpite<br />
da un tasso d’inflazione molto più elevato. Per i salari<br />
fino a 4’300 franchi, la percentuale è di almeno il 4,2%, e<br />
probabilmente vicina al 5% (vedi grafici a pag. 15).<br />
Perché? Queste economie domestiche devono spendere<br />
una percentuale maggiore del loro reddito per l’affitto,<br />
l’energia, l’alimentazione, i trasporti, la cassa malati rispetto<br />
a chi ha un reddito elevato (a partire da 7’000 franchi<br />
netti). In altre parole, per quelle cose indispensabili<br />
che sono diventate incredibilmente più costose.<br />
In secondo luogo, proprio i prezzi dei beni di prima necessità<br />
stanno per esplodere. La cassa malati aumenterà<br />
mediamente del 7% e, in alcuni cantoni, del 10%. Il prezzo<br />
dell’elettricità salirà nel 2023 del 27% e in alcune aree<br />
addirittura fino al 280%. Questo a sua volta renderà più<br />
costosi molti altri prodotti e servizi.<br />
Presto per molte famiglie il difficile fine mese arriverà<br />
già a metà mese. Stando alla Caritas, 1,3 milioni di persone<br />
in Svizzera sono già a rischio povertà. Lo sono soprattutto<br />
le madri single e i pensionati, ma anche le famiglie<br />
con più di un figlio. Ciononostante, molti commentatori<br />
borghesi ritengono scandalosa la richiesta dell’Unione<br />
sindacale svizzera di un adeguamento del costo della vita<br />
del 4–5 per cento. In un sondaggio condotto dal Centro di<br />
ricerche congiunturali del Politecnico di Zurigo (KOF-<br />
ETH) in primavera, le aziende hanno dichiarato che incrementeranno<br />
i salari di appena l’1,6 per cento nel 2022. In<br />
pratica, si tratterebbe di una vera e propria rapina sui salari.<br />
Poiché se gli aumenti salariali sono inferiori a quelli<br />
dei prezzi, in realtà si verifica una riduzione dei salari reali<br />
– il potere d’acquisto delle economie domestiche diminuisce.<br />
Il che sarebbe una pura follia anche dal punto di vista<br />
economico, perché a sostenere l’economia è soprattutto il<br />
consumo privato. Nelle sue ultime previsioni, la SECO, ovvero<br />
la Segreteria di Stato dell’economia, prevede una crescita<br />
del PIL del 2%. Si tratta di un’ipotesi ottimistica, che<br />
si basa sulle esportazioni (in pericolo) da un lato e sulla<br />
domanda interna dall’altro. I consumi privati dovrebbero<br />
progredire del 4%. Ma se l’inflazione non viene compensata<br />
da un aumento dei salari, la previsione diventa carta<br />
straccia. Al più tardi nel 2023 si rischia una recessione. In<br />
altre parole, si perderanno posti di lavoro, la disoccupazione<br />
aumenterà e il potere d’acquisto si ridurrà ulteriormente.<br />
Una spirale discendente.<br />
Quello che i sindacati chiedono è quindi il minimo indispensabile.<br />
Si limitano a bilanciare l’inflazione, a patto<br />
che non aumenti ulteriormente, cosa che l’OCSE, la Banca<br />
Mondiale e la BCE ritengono alquanto possibile. Salvaguardare<br />
i salari reali e aumentare i salari nominali del<br />
4–5% è giusto, economicamente sensato e spesso facile da<br />
realizzare, come dimostrano gli utili elevati delle aziende.<br />
Fino agli Anni Novanta, la maggior parte dei contratti<br />
collettivi di lavoro (CCL) prevedeva una compensazione<br />
automatica del rincaro (vedi articolo a pagina 14). I sinda-<br />
L’aumento<br />
dei prezzi<br />
mette sotto<br />
pressione<br />
i redditi fino a<br />
5’400 franchi
cati avevano spinto su questo punto con dure lotte negli<br />
anni d’inflazione dopo il 1970. In altri paesi capitalisti, i<br />
neoliberali hanno avuto più successo. Questo lo si deduce<br />
dal massiccio calo della «quota salari», che mostra quanta<br />
parte della ricchezza generata va ai dipendenti e, viceversa,<br />
quanta parte della torta viene presa dal capitale. La<br />
Germania, ad esempio, è diventata un paese europeo a<br />
basso salario dopo le controriforme adottate dal governo<br />
del cancelliere Gerhard Schröder. In Francia, il salario minimo<br />
legale – ma spesso è addirittura inferiore – è di 1’329<br />
euro netti per un lavoro a tempo pieno. Il 70 per cento dei<br />
dipendenti italiani guadagna 9 euro all’ora o di meno, e i<br />
salari si sono ridotti in modo massiccio dal 1990.<br />
In Svizzera, dei sindacati attivi e le possibilità offerte<br />
dalla democrazia diretta (referendum, iniziative) hanno<br />
finora impedito questo declino. Ma anche qui il rapporto<br />
salariale è diminuito, se si escludono i numerosi bonus<br />
pagati dalle banche, dalle assicurazioni e dall’industria<br />
chimica. E i neoliberali continuano a fare pressione sui<br />
salari. Lo ha dimostrato di recente la proposta dell’Autorità<br />
di regolazione postale PostCom di fissare un salario<br />
minimo di 19 franchi all’ora, inferiore al salario minimo<br />
più basso di tutti i Cantoni e letteralmente una miseria rispetto<br />
al livello dei prezzi svizzeri.<br />
La favola della spirale salari-prezzi<br />
Una compensazione<br />
del rincaro del 5% è<br />
equa ed economicamente<br />
necessaria<br />
Il piano dei sindacati per contrastare l’inflazione sarà<br />
quindi un percorso difficile. Negli ultimi trent’anni, i datori<br />
di lavoro sono riusciti a far cancellare da quasi tutti i<br />
CCL l’adeguamento automatico all’inflazione. Oggi ripropongono<br />
una vecchia lamentela, la favola della «spirale salari-prezzi».<br />
In altre parole: secondo loro, la compensazione<br />
del rincaro sta alimentando l’inflazione. È quanto<br />
avevano blaterato in primavera i datori di lavoro dell’industria<br />
meccanica e metallurgica (Swissmem).<br />
Dal punto di vista economico, si tratta di un’assurdità<br />
bell’e buona. In molti settori, non è il costo di produzione<br />
a determinare i prezzi, ma il cosiddetto «pricing power»,<br />
ovvero il potere delle aziende di fissare il prezzo dei loro<br />
prodotti indipendentemente dai costi. La Banca dei regolamenti<br />
internazionali (BRI) ha recentemente rilevato che<br />
questo potere non è mai stato così elevato come oggi.<br />
Costruire un iPhone, tutto compreso, costa meno di un<br />
terzo del suo prezzo al dettaglio, e produrre uno Swatch<br />
costa meno di un quinto del suo prezzo. Inoltre, in molti<br />
settori (ad eccezione dei servizi per la persona e della gastronomia),<br />
la quota dei salari rispetto ai costi è in costante<br />
diminuzione. Facciamo quattro calcoli: anche con una<br />
quota di costi salariali del 20%, una compensazione del<br />
rincaro del 5% farebbe aumentare i costi di produzione appena<br />
dell’1%, cioè al massimo di qualche punto per mille<br />
del prezzo finale. Molto meno dei costi di finanziamento.<br />
Eppure solo l’aumento della produttività lavorativa (ovvero<br />
la riduzione dei costi unitari del lavoro) giustificherebbe<br />
già da tempo l’aumento dei salari reali.<br />
Stando all’Economic Policy Institute degli USA, più della<br />
metà dell’inflazione (54%) è dovuta alla crescente brama<br />
di profitto delle aziende, mentre il 36% è stato causato da<br />
difficoltà nelle catene di fornitura globali. Il costo del lavoro,<br />
invece, non ha avuto praticamente alcun impatto.<br />
Questo potere di determinazione dei prezzi ha un effetto<br />
particolarmente devastante su materie prime, petrolio,<br />
gas ed elettricità, medicinali, assicurazioni e servizi bancari.<br />
In questi settori, la fanno da padrone una manciata<br />
di società globalizzate. Per questo motivo i prezzi sono<br />
esplosi in maniera particolarmente consistente proprio in<br />
questi settori, e con essi i profitti. Sei delle nove aziende<br />
svizzere con fatturato più alto sono oggi commercianti di<br />
materie prime e petrolio, a cui si aggiungono Nestlé, Roche
12 Dossier<br />
Il 54% dell’inflazione è dovuto alla<br />
brama di profitto delle imprese<br />
e Novartis. A livello globale, in Svizzera vengono negoziati<br />
la metà dei prodotti agricoli più importanti come il grano,<br />
il 35% del petrolio e il 60% dei metalli. È qui che hanno sede<br />
i profittatori della guerra e i responsabili dell’inflazione.<br />
La società Glencore di Zugo, numero uno del paese in<br />
termini di fatturato, ha aumentato i suoi profitti dell’846 %<br />
(!) nella prima metà del 2022. La multinazionale delle materie<br />
prime è da tempo molto redditizia, ma non lo era mai<br />
stata così prima d’ora. Anche tutti gli altri commercianti di<br />
materie prime stanno realizzando profitti storici. I commercianti<br />
di petrolio, gas ed elettricità seguono a ruota:<br />
Exxon, BP, Shell, Total festeggiano super profitti, per non<br />
parlare della Saudi Aramco. Persino i fornitori svizzeri di<br />
elettricità Axpo, Alpiq e BKW, che operano con una garanzia<br />
statale implicita, come dimostra il caso Axpo, registrano<br />
profitti nell’ordine di centinaia di milioni. L’industria<br />
farmaceutica «ringrazia» il Covid. Come sempre, anche le<br />
banche sono in prima linea nella stampa di denaro. Altri<br />
settori, come l’industria alimentare, vogliono sfruttare la<br />
situazione e beneficiare anch’essi della situazione inflazionistica<br />
per aumentare i prezzi. Questo si riflette in gigantesche<br />
distribuzioni ai proprietari, ovvero agli azionisti.<br />
Quest’anno probabilmente si sfioreranno i 2’000<br />
miliardi di dollari. Dopo quindici anni di permanente crisi<br />
capitalistica, la redistribuzione si sta catapultando dal<br />
basso verso l’alto.<br />
Da dove viene quindi l’inflazione? I fatti sono sotto gli<br />
occhi di tutti: chi non è più in grado di pagare le fatture è<br />
vittima di una spirale profitti-prezzi sempre più veloce.<br />
Alla guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina può essere<br />
attribuito tutto, anche l’estremo aumento dei prezzi.<br />
I russi stanno chiudendo i rubinetti del gas. Ma l’aumento<br />
dei prezzi era già in atto nell’estate del 2021, ovvero otto<br />
mesi prima dell’inizio della guerra. In quel periodo il mondo<br />
nuotava ancora nel petrolio e nel gas. Ma i gruppi energetici<br />
hanno tagliato volutamente le produzioni per guadagnare<br />
con la ripresa dell’economia dopo la pandemia.<br />
Intere flotte di navi cisterna erano in attesa sugli oceani del<br />
mondo, piene fino all’orlo.<br />
L’inflazione è<br />
un furto salariale<br />
Ciò che viviamo come crisi serve al capitale. Si accumulano<br />
fortune esorbitanti e i lavoratori vengono disciplinati<br />
più duramente. Il capitale si concentra, le fusioni e le acquisizioni<br />
si rincorrono. Nel 2019, allorché la mancanza di<br />
investimenti e la guerra economica degli Stati Uniti contro<br />
la Cina hanno scosso il sistema, è arrivata la pandemia a<br />
salvare la situazione. Il capitale l’ha usata per trasformare<br />
lo Stato in una cassaforte aziendale. All’ombra dei lockdown<br />
e della rottura delle catene di approvvigionamento,<br />
che ha gettato nel panico molte persone a seguito della<br />
scarsità delle forniture, i trasportatori marittimi come la<br />
CMA di Marsiglia sono cresciuti fino a diventare dei colossi<br />
redditizi.<br />
Persino la crisi ecologica sta facendo guadagnare le<br />
aziende dominanti. Attualmente si parla di possibili carenze<br />
di elettricità. Le centrali nucleari francesi, che fornivano<br />
elettricità a mezzo continente, non sono più in grado<br />
di fornirla. In parte perché i problemi di sicurezza<br />
stanno facendo chiudere i reattori nucleari vetusti. Ma soprattutto<br />
perché il surriscaldamento globale e la siccità<br />
impediscono il raffreddamento di molte centrali nucleari.<br />
La Norvegia, altro grande esportatore di energia elettrica,<br />
ha dovuto ridurre le sue forniture a causa dell’abbassamento<br />
del livello dell’acqua nei laghi artificiali e nei fiumi.<br />
È una situazione drammatica, ma motivo di profitti<br />
speculativi per i fornitori di energia: sul mercato europeo<br />
dell’elettricità neoliberale deregolamentato, il prezzo delle<br />
forniture è salito da 50 euro a 1’700 euro nel primo trimestre<br />
del 2023. Grazie alla catastrofe climatica e a Putin.<br />
Una compensazione del rincaro è il minimo che i sindacati<br />
dovrebbero imporre nelle trattative salariali.
Dossier<br />
Tetto ai prezzi, tassare i profitti<br />
di guerra, aumentare i salari<br />
13<br />
I folli profitti speculativi stanno alimentando<br />
l’inflazione e le banche centrali stanno facendo<br />
un gioco pericoloso. Che fare?<br />
Testo: Oliver Fahrni<br />
Qual è il modo migliore per far pressione sui salari e distruggere<br />
il benessere? Come si fa a provocare un crollo finanziario<br />
globale alimentando al tempo stesso anche la catastrofe<br />
ecologica? Proprio così! Quello che banche centrali, grandi<br />
gruppi e governi stanno facendo (e non facendo) sembra<br />
uscito dal libro delle ricette per il grande disastro.<br />
Un solo esempio: in autunno il colosso energetico Total<br />
ha distribuito 2’620 milioni di euro come «dividendo<br />
speciale», e questo in fretta e furia, prima che una tassa sui<br />
profitti generati dalla crisi facesse scemare l’esorbitante<br />
extra-profitto da guerra, gas e petrolio. E la dirigenza si è<br />
pure elogiata spudoratamente per questo trucco. Inoltre,<br />
Total si pubblicizza come una società di energia verde, ma<br />
nel 2022 non investirà in energie rinnovabili nemmeno la<br />
metà di quanto distribuisce in dividendi ai ricchi.<br />
La cosa assurda è che sanno esattamente quali saranno<br />
le conseguenze. Gli economisti, la Banca Mondiale, il Fondo<br />
monetario internazionale e i grandi giornali economici<br />
sono letteralmente in preda al panico. Ogni giorno mettono<br />
in guardia dalle conseguenze della «perversa avidità di<br />
profitto». Eppure, nella frase successiva dicono: vogliamo<br />
ancora di più. La Banca Mondiale ha dimostrato in questi<br />
giorni che i rialzi dei tassi d’interesse delle banche centrali<br />
stanno solo facendo precipitare l’economia in una crisi globale.<br />
Eppure le «banche delle banche», sotto la pressione<br />
della Fed americana, annunciano ulteriori aumenti dei tassi<br />
d’interesse. Questo rende ogni credito più costoso e soffoca<br />
gli investimenti, come quelli in tecnologie ecologiche.<br />
La giustificazione per combattere l’inflazione in questo<br />
modo si basa sulla teoria secondo cui c’è troppo denaro<br />
in circolazione, ciò che alimenta la domanda e fa quindi<br />
salire i prezzi. Lo chiamano «surriscaldamento». In<br />
realtà, l’economia mondiale sta attraversando una fase di<br />
stagnazione. Ma la massa monetaria è aumentata così vertiginosamente<br />
negli ultimi 15 anni che non è più possibile<br />
misurarla in modo ragionevole. Se la teoria monetaria fosse<br />
corretta, avremmo avuto da 10 anni un’iperinflazione.<br />
Tutto dipende da chi dispone di tutti questi soldi e da chi<br />
ha il potere di determinare i prezzi. In realtà, gli aumenti<br />
dei tassi d’interesse servono solo al capitale. E a parte il clima,<br />
è solo la speculazione a essere «surriscaldata».<br />
Che fare, allora? Il noto economista Olivier Blanchard<br />
(già docente MIT e Harvard) ha recentemente scritto che<br />
la lotta all’inflazione richiede la distruzione di posti di lavoro.<br />
Blanchard non ha detto, ovviamente: se non cambiamo<br />
le regole del gioco che sono sbagliate. Ha omesso di<br />
dire che ci sono altri modi mirati per affrontare l’inflazione<br />
determinata dai profitti.<br />
• Il minimo è una compensazione integrale del rincaro su<br />
salari, rendite e prestazioni sociali. Dal punto di vista<br />
economico, si tratta di una necessità ed è economicamente<br />
sostenibile. La compensazione automatica del<br />
rincaro deve essere reintegrata nei CCL.<br />
• Tetto ai prezzi. L’energia e l’acqua sono beni comuni. Devono<br />
essere sottratte alla speculazione. I bisogni primari<br />
fino a un certo livello di consumo dovrebbero essere a<br />
buon mercato, o meglio ancora, gratuiti. Diversi paesi<br />
stanno attualmente sperimentando l’introduzione di tetti<br />
ai prezzi.<br />
• Situazioni come quella di Axpo sono insopportabili: il gigante<br />
dell’elettricità realizza profitti per centinaia di milioni.<br />
Allo stesso tempo, il Consiglio federale ha dovuto<br />
concedere una garanzia di un miliardo di euro perché<br />
Axpo ha giocato d’azzardo con le operazioni a termine<br />
sulla borsa dell’energia. La liberalizzazione del mercato<br />
dell’elettricità deve essere abolita. L’UE dovrebbe stabilire<br />
un prezzo massimo per il gas e il petrolio: con il potere<br />
d’acquisto di 450 milioni di persone, difficilmente i<br />
produttori potrebbero sottrarsi a questa regola.<br />
• Le società che ricevono il sostegno del governo non possono<br />
né pagare dividendi né licenziare dipendenti. Gli<br />
oneri della crisi devono essere equamente distribuiti.<br />
• Finanziare i tetti ai prezzi e i provvedimenti volti a salvaguardare<br />
i posti di lavoro non sono un problema: basta<br />
imporre una tassa sui profitti di guerra delle aziende<br />
energetiche, come lo sta facendo l’Italia con il 25 per<br />
cento.<br />
• Infine, è giunto il momento di investire finalmente i profitti<br />
in un’offensiva industriale per la ristrutturazione<br />
ecologica. Un programma in tal senso è già stato progettato<br />
e quantificato dai sindacati. 16 anni fa.
14<br />
Dossier<br />
Quando i salari ristagnano<br />
I contratti collettivi e i meccanismi automatici<br />
di adeguamento dei salari all’inflazione<br />
Testo: Mattia Lento<br />
In Svizzera più di 700 mila persone vivono in condizioni di<br />
povertà. Tra queste troviamo anche lavoratrici e lavoratori,<br />
i cosiddetti working poor. Secondo l’Ufficio federale di<br />
statistica, nel 2020, l’8,2% di tutte le persone occupate viveva<br />
in povertà: oltre 300 mila persone. Secondo uno studio<br />
di Olivier Hümbelin, dell’Università professionale di<br />
Berna, con i livelli attuali d’inflazione, la percentuale di<br />
persone in povertà potrebbe aumentare ulteriormente:<br />
dall’8,5 al 9,3%, ovvero circa 80 mila persone in più. Il rincaro<br />
in Svizzera, anche se meno drammatico della media<br />
europea (+9,1% in agosto), ha raggiunto ormai il 3,5% ed è<br />
destinato a salire nei prossimi mesi. Un lavoro rischia<br />
sempre più di non essere una garanzia per una vita dignitosa.<br />
Il rincaro, per i redditi più bassi, è ancora maggiore:<br />
le persone a reddito basso concentrano in misura maggiore<br />
le proprie spese su prodotti energetici e alimentari, tipologie<br />
di merci i cui prezzi sono aumentati ben oltre la<br />
media. Non deve stupire allora che l’Unione sindacale<br />
svizzera (Uss) abbia chiesto nelle scorse settimane aumenti<br />
del 4-5% delle paghe. Si tratta di una richiesta realistica,<br />
visti i buoni risultati dell’economia, e soprattutto di<br />
una rivendicazione necessaria, visti i numeri citati.<br />
Pochissime clausole<br />
Se ci trovassimo nella Svizzera del secondo dopoguerra, i<br />
salariati potrebbero fare affidamento sui meccanismi di<br />
adeguamento dei salari al tasso d’inflazione presenti in<br />
molti Contratti collettivi (CCL). Questi cominciarono a entrare<br />
nei CCL negli anni Cinquanta e crebbero ininterrottamente<br />
fino agli anni Novanta. Ancora nel 1991, secondo<br />
uno studio di Daniel Oesch del 2001, due terzi dei CCL<br />
svizzeri conteneva clausole legate ai livelli d’inflazione.<br />
Un quarto dei CCL svizzeri prevedeva addirittura meccanismi<br />
di adeguamento automatico dei salari all’inflazione.<br />
Una protezione contro il carovita che in pochissimi anni è<br />
quasi sparita da tutti i CCL: nel 1996 la percentuale dei<br />
CCL con clausole legate all’inflazione è crollata allo 0,3%.<br />
Cosa è successo in quegli anni cruciali? Negli anni Novanta,<br />
l’onda lunga del neoliberismo angloamericano è arrivata<br />
anche in Svizzera e i sindacati, per diverse ragioni,<br />
hanno faticato a mantenere queste protezioni nell’ambito<br />
dei contratti collettivi. I contratti collettivi stessi hanno<br />
cominciato a essere messi in discussione dai datori di lavoro<br />
e per questo le organizzazioni dei lavoratori sono dovute<br />
scendere a compromessi. Inoltre, erano anni di forte<br />
recessione e i lavoratori erano più orientati a mantenere i<br />
posti di lavoro rispetto al potere d’acquisto. La recessione,<br />
inoltre, fece crollare il carovita e quindi l’importanza<br />
dell’adeguamento dei salari all’inflazione. Quest’ultima è<br />
diventata così fino a oggi la grande assente dei contratti<br />
collettivi, o quasi.<br />
Un nuovo corso<br />
In alcuni settori una minima parte di contratti prevede ancora<br />
adeguamenti, ma limitati. Anche nell’ICT, come<br />
afferma Daniel Hügli, responsabile di questo settore per<br />
<strong>syndicom</strong>, «il costo della vita è uno dei criteri previsti nel<br />
CCL». Per Matteo Antonini, segretario centrale Logistica<br />
di <strong>syndicom</strong>, «durante le trattative con la Posta svizzera, il<br />
carovita è uno degli elementi per i negoziati salariali». Il<br />
tema dell’adeguamento dei salari all’inflazione è tornato<br />
ad affacciarsi nel dibattito nazionale. Per gli economisti<br />
liberali si tratta di misure anacronistiche. Non la pensa<br />
così però l’economista Sergio Rossi: «I salari nominali dovrebbero<br />
essere indicizzati al rincaro, allo scopo di preservare<br />
la capacità di acquisto delle persone che ricevono uno<br />
stipendio. Ciò permetterebbe al sistema economico nel<br />
suo insieme di ridurre il rischio di cadere in recessione a<br />
causa di una domanda insufficiente nel mercato dei prodotti.<br />
Questa indicizzazione, tuttavia, dovrebbe intervenire<br />
solo nei casi in cui le imprese hanno dei margini di profitto<br />
che si situano a dei livelli sufficienti per aumentare<br />
in tal modo i salari della forza-lavoro».<br />
Fotoreportage<br />
Reto Crameri è un illustratore originario di Berna che vive a<br />
Ginevra da vent’anni. Attualmente sta ultimando il suo primo<br />
libro per bambini, intitolato «Alula, che sarà pubblicato la<br />
prossima primavera da Kunstanstifter Verlag. Disegni a inchiostro<br />
e ceramiche con illustrazioni tratte dal libro sono<br />
stati presentati nella mostra Bolo Klub al Festival Fumetto di<br />
quest’anno. Il suo precedente libro, «Les notes du concierge,<br />
autopubblicato nel 2018, è stato premiato con la borsa<br />
di studio per l’illustrazione di libri del Cantone e della Città di<br />
Ginevra.<br />
Socio di <strong>syndicom</strong>, Reto Crameri ha proposto per il dossier di<br />
questo numero una serie di illustrazioni vivaci ed eloquenti,<br />
per rappresentare la crisi che sta toccando i lavoratori.<br />
retocrameri.com<br />
Le rivendicazioni salariali nei nostri settori
La prossima crisi sociale<br />
Aumento dei prezzi, diminuzione dei salari reali, enormi profitti per gli azionisti:<br />
la crisi combinata clima/Covid/Ucraina sta esacerbando le disuguaglianze e sta mettendo<br />
in difficoltà molte famiglie svizzere. Solo il controllo dei prezzi e massicci aumenti salariali<br />
possono impedirlo.<br />
Inflazione galoppante<br />
Per tre decenni, l’inflazione nei paesi ricchi<br />
sembrava un vecchio ricordo. La stabilità dei<br />
prezzi era ovunque un obiettivo centrale della<br />
politica economica. La BCE considera ideale<br />
una leggera inflazione del 2%. Nel periodo di<br />
ripresa post-Covid, i prezzi hanno improvvisamente<br />
iniziato a salire in modo deciso.<br />
Spagna<br />
Paesi Bassi<br />
Germania<br />
13,7 %<br />
Gran Bretagna 9,9 %<br />
8,8 %<br />
Francia 6,6 %<br />
9,1 %<br />
10,5 %<br />
Svizzera<br />
3,5%<br />
11,2 %<br />
Estonia<br />
25,2 %<br />
Russia<br />
16,7 %<br />
Turchia<br />
80 %<br />
Fonti: Seco, OCSE, BCE (dati agosto 2022, confronto con agosto 2021)<br />
L’inflazione aumenta<br />
la disuguaglianza<br />
Quando i prezzi aumentano, i redditi più bassi<br />
vengono colpiti più duramente. Per i salari più<br />
bassi, l’inflazione non è del 3,5%, come sostengono<br />
le statistiche, ma del 4,2%. Le persone con<br />
salari bassi perdono più potere d’acquisto rispetto<br />
a quelle con redditi più alti. Il motivo: le economie<br />
domestiche a basso reddito devono spendere<br />
una parte maggiore del loro reddito per l’abitazione,<br />
l’energia e l’alimentazione – e proprio questi<br />
prezzi sono quelli che sono aumentati di più.<br />
4,2 %<br />
3,8 %<br />
3,9 %<br />
3,7 %<br />
3,6 %<br />
3,5 %<br />
3,5 %<br />
3,3 %<br />
3,3 %<br />
3,1 %<br />
Redditi più bassi Redditi medi Redditi superiori<br />
Fonti: UST, Hans Baumann in work<br />
Fonti: Elcom, EEX<br />
27 %<br />
di aumento del<br />
prezzo dell’elettricità<br />
nel 2023<br />
Prezzi dell’elettricità<br />
Si tratta di un valore medio: alcuni fornitori di<br />
energia elettrica non applicano alcun aumento,<br />
mentre altri applicano aumenti di oltre il 250%.<br />
Se volete sapere come sarà la situazione nel<br />
vostro comune nel 2023, potete trovare tutti i<br />
dettagli qui: www.strompreis.elcom.admin.ch.<br />
I grandi fornitori di energia elettrica Axpo,<br />
Alpiq e BKW stanno aumentando i loro prezzi<br />
sebbene abbiano realizzato profitti milionari a<br />
tre cifre nel 2021 e prevedano profitti record<br />
ancora più ricchi nel 2022.<br />
L’elettricità è stata<br />
oggetto di speculazione<br />
a partire dalla<br />
deregolamentazione<br />
neoliberale in Europa:<br />
nell’estate del 2022, il<br />
prezzo per le forniture<br />
del 2023 è aumentato<br />
temporaneamente del<br />
3400 %<br />
Big oil – big gas<br />
Aziende avare<br />
L’esplosione dei profitti di alcune compagnie petrolifere e del gas.<br />
2° trimestre 2021 2° trimestre 2022<br />
17,9 mia.<br />
11,6 mia. 11,5 mia.<br />
9,3 mia.<br />
4,7 mia.<br />
5,5 mia.<br />
5,7 mia.<br />
3,1 mia.<br />
3,1 mia.<br />
3,5 mia.<br />
Exxon Chevron Shell BP Total<br />
In un sondaggio<br />
condotto dal Centro di<br />
ricerche congiunturali<br />
del Politecnico di<br />
Zurigo, le aziende<br />
hanno dichiarato di<br />
aspettarsi un<br />
adeguamento salariale<br />
medio di appena l’1,6%<br />
per il 2022. Questo<br />
significherebbe una<br />
massiccia perdita di<br />
salario reale.<br />
1,6%<br />
Fonte: Financial Times
16<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«Creare un clima in cui si possano<br />
tematizzare i casi di sessismo»<br />
<strong>syndicom</strong> ha lanciato un nuovo opuscolo sul sessismo nelle redazioni.<br />
A colloquio con la giornalista Sarah Serafini, che spiega<br />
perché è necessario e quali sono i provvedimenti da adottare.<br />
Nelle redazioni sempre più donne denunciano toccamenti indesiderati. (© <strong>syndicom</strong>/stock.adobe.com)<br />
A circa tre anni da #MediaToo e dallo<br />
sciopero nazionale delle donne del<br />
2019, a due anni dalla lettera aperta<br />
delle redattrici di Tamedia alla casa<br />
editrice e a pochi mesi dallo scandalo<br />
del caporedattore della «Bild» Julian<br />
Reichelt – che alla fine ha dovuto lasciare<br />
la casa editrice a causa delle numerose<br />
relazioni avute con le don ne<br />
sotto la sua direzione – non sembra essere<br />
cambiato molto nel clima spesso<br />
antifemminile, sessista e sessualmente<br />
aggressivo di molte redazioni. Sempre<br />
più donne denunciano commenti<br />
inappropriati, toccamenti indesiderati,<br />
commenti sprezzanti o, come nel<br />
caso di Julian Reichelt, abusi di potere.<br />
Sarah Serafini, redattrice di Watson.ch<br />
e tra le promotrici dello sciopero<br />
delle donne dei media del 2019,<br />
individua il problema del sessismo<br />
nell’industria dei media a diversi<br />
livelli: «Per prima cosa, le donne che<br />
lavorano nelle redazioni sono tuttora<br />
meno numerose degli uomini, soprattutto<br />
ai piani alti. Può essere più difficile<br />
farsi valere se si è una donna sola<br />
in una riunione con uomini. È più probabile<br />
che ci sia un clima sessista e che<br />
si sentano commenti stupidi, per non<br />
parlare di molestie», afferma Sarah Serafini.<br />
Le cifre parlano chiaro<br />
Secondo uno studio della Seco del<br />
2008, il 28% delle donne di tutti i settori<br />
in Svizzera ha denunciato molestie<br />
sul posto di lavoro. Secondo un’indagine<br />
non rappresentativa di Tamedia<br />
del 2019, nel settore dei media erano<br />
però il 53% delle 458 professioniste<br />
intervistate ad avere subito molestie.<br />
Secondo l’indagine, le donne a inizio<br />
carriera sono particolarmente a rischio.<br />
Circa tre quarti delle intervistate<br />
hanno dichiarato di aver subito molestie<br />
sotto i 35 anni e quasi la metà<br />
sotto i 30 anni.<br />
Non essere prese sul serio<br />
Sarah Serafini non è sorpresa da queste<br />
cifre. Un altro fattore è la particolare<br />
esposizione delle giornaliste, a differenza<br />
di molte altre professioni:<br />
«Come giornalista, sei spesso in viaggio<br />
da sola. Commenti sessisti o sessualmente<br />
aggressivi possono verificarsi<br />
anche durante le interviste o i<br />
reportage», fa notare Serafini, e «come<br />
donna, spesso si viene presa meno sul<br />
serio dall’interlocutore».<br />
Infatti, sempre secondo l’indagine<br />
di Tamedia, il 40% delle lavoratrici dei<br />
media intervistate ha dichiarato di<br />
avere subito aggressioni sessiste da<br />
parte di persone esterne, come ad<br />
esempio dagli intervistati.<br />
Necessaria una formazione specifica<br />
«Non credo che le donne che sono sul<br />
campo possano essere protette totalmente,<br />
ma bisogna creare un clima in<br />
cui i casi di sessismo possano essere<br />
tematizzati sia esternamente che internamente»,<br />
si augura Sarah Serafini.<br />
A suo avviso, è fondamentale vivere<br />
una cultura aziendale in cui non vi sia<br />
alcuna tolleranza nei confronti del<br />
sessismo. Ma questo da solo non basta:<br />
«Servono interlocutori o persone<br />
di fiducia nonché personale preparato<br />
che reagisca con sensibilità. Le team<br />
leader e le responsabili, in particolare,<br />
hanno bisogno di una formazione professionale<br />
per affrontare il sessismo».<br />
Natalia Widla<br />
Che fare? Consigli e basi<br />
giuridiche (in francese)
«Il problema era quello della pianificazione degli orari<br />
di lavoro, in particolare degli straordinari» Nicolas Irus<br />
17<br />
Vincenti grazie alla solidarietà<br />
Una mobilitazione dei dipendenti del contact center di Friburgo<br />
ha permesso di individuare i difetti di gestione a livello nazionale.<br />
In particolare, l’applicazione del contratto collettivo di lavoro.<br />
Le trattative intavolate con la direzione sono incoraggianti.<br />
Finalmente, nei contact center gli orari di lavoro sono più chiari. (© Keystone-ATS)<br />
È l’inizio di febbraio di quest’anno.<br />
Una militante del contact center di<br />
Friburgo racconta al sindacato di un<br />
malcontento generale in seguito<br />
all’introduzione di un programma di<br />
monitoraggio delle chiamate. Il clima<br />
di lavoro sembra teso. C’è carenza di<br />
personale e vengono calcolati i minuti<br />
necessari per gestire le chiamate in<br />
attesa. «I colleghi ci hanno subito parlato<br />
della pressione che sentivano e<br />
dell’atmosfera generale di sorveglianza,<br />
e man mano che le discussioni andavano<br />
avanti ci siamo resi conto che<br />
il problema era anche quello della pianificazione<br />
degli orari di lavoro, e in<br />
particolare degli straordinari», dice<br />
Nicolas Irus, segretario regionale del<br />
settore Logistica.<br />
Pianificazione poco chiara<br />
Il nodo del problema è il modello di<br />
orario di lavoro e la gestione degli straordinari:<br />
in una giornata lavorativa di<br />
8 ore e 24 minuti, quei 24 minuti servono<br />
per l’avvio del sistema, gli imprevisti<br />
e altri piccoli compiti inerenti a<br />
una giornata lavorativa. A ciò si aggiunge<br />
la gestione dei casi pendenti. Il<br />
risultato? Straordinari che si accumulano<br />
sempre di più, alcuni dei quali<br />
svolti il sabato.<br />
Che cosa dice il contratto<br />
Il contratto collettivo (CCL) della Posta,<br />
tuttavia, prevede un modello di<br />
orario di lavoro che richiede una chiara<br />
pianificazione degli straordinari. La<br />
pianificazione avviene su base mensile<br />
e qualsiasi modifica apportata dopo<br />
14 giorni dalla pubblicazione del calendario<br />
richiede l’accordo del personale.<br />
È emerso che il CCL era mal implementato<br />
in tutti i contact center<br />
della Svizzera. «Se i contact center vogliono<br />
applicare un modello speciale,<br />
questo deve essere discusso con <strong>syndicom</strong><br />
nell’ambito delle trattative sul<br />
CCL», afferma Nicolas Irus. A seguito<br />
di una discussione a livello nazionale,<br />
il modello di pianificazione dell’orario<br />
di lavoro previsto dal CCL è applicato<br />
a partire da ottobre.<br />
Un risultato valido per tutti<br />
La forte solidarietà dei dipendenti di<br />
Friburgo ha quindi contribuito a migliorare<br />
la vita quotidiana dei colleghi<br />
di tutta la Svizzera. Nel corso dei colloqui<br />
con la direzione si è instaurato un<br />
buon dialogo. Oggi la direzione è impegnata<br />
ad affrontare i problemi, in<br />
particolare quello della carenza di personale.<br />
Sta per essere istituita anche<br />
una commissione del personale per<br />
affrontare i problemi e trovare soluzioni<br />
in un clima sereno. A Friburgo,<br />
come altrove, la mobilitazione ha dato<br />
ancora una volta i suoi frutti!<br />
Robin Moret<br />
CCL, le richieste per<br />
i contact e call center<br />
Teresa Dos Santos Lima-Matteo<br />
è segretaria centrale settore ICT<br />
Sono in corso i preparativi per le negoziazioni<br />
del contratto collettivo di lavoro<br />
nel settore dei contact center e<br />
call center. I negoziati per il CCL inizieranno<br />
nella primavera del 2023 ma<br />
si sta già lavorando per allestirlo al<br />
meglio. Nelle prossime settimane verrà<br />
condotto un sondaggio tra i dipendenti<br />
delle aziende interessate dal<br />
contratto collettivo. I temi principali<br />
saranno il salario, il tempo di lavoro e<br />
la protezione dai licenziamenti.<br />
Condizioni più attrattive<br />
Nel settore si rileva anche una carenza<br />
di personale qualificato. Anche per<br />
questo motivo, i datori di lavoro devono<br />
migliorare le condizioni di lavoro<br />
esistenti e offrire condizioni di impiego<br />
più interessanti. È quindi indispensabile,<br />
tra le altre cose, migliorare i salari,<br />
ridurre l’orario di lavoro e<br />
adeguare l’assicurazione d’indennità<br />
giornaliera in caso di malattia.<br />
Le sfide del settore<br />
Ricordiamo infine che l’attuale contratto<br />
collettivo è stato dichiarato di<br />
obbligatorietà generale dal Consiglio<br />
federale dal primo luglio 2018 ed è valido<br />
fino alla fine del 2023. In Svizzera<br />
sono circa tremila e cinquecento i dipendenti<br />
nel settore, interessato a numerose<br />
sfide negli ultimi anni.
18<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«Un dipendente in subappalto può raggiungere 4500 franchi<br />
mensili, ma solo con 50 o 60 ore di lavoro settimanali » Urs Zbinden<br />
Fare chiarezza nei subappalti<br />
Un recente sondaggio di <strong>syndicom</strong> ha rilevato i salari reali dei<br />
subappaltatori della categoria del recapito e ritiro. Ne sono<br />
emerse cifre che nascondono condizioni di lavoro estreme.<br />
Solo dall’alto le condizioni di lavoro dei conducenti sembrano simili. (© Keystone-ATS Alexander Dietz)<br />
I salari sono tuttora un argomento delicato<br />
in Svizzera: si dice che sono una<br />
questione privata e quindi non se ne<br />
parla volentieri. Ma nella costosa Svizzera,<br />
il tenore di vita dipende proprio<br />
dai salari. Per i sindacati è quindi importante<br />
conoscere il livello salariale<br />
per poter negoziare salari adeguati.<br />
Nel settore della Logistica, le trattative<br />
per un contratto collettivo di lavoro<br />
sono in corso dal novembre 2021. Anche<br />
in occasione di queste trattative i<br />
salari svolgono un ruolo importante. A<br />
prima vista, sembra esserci chiarezza<br />
nel settore. L’autorità di regolamentazione<br />
PostCom (Commissione federale<br />
delle Poste) ha analizzato la situazione<br />
con uno studio pubblicato a<br />
giugno sulle condizioni di lavoro abituali<br />
nel settore. Secondo lo studio, i<br />
salari della categoria “recapito e ritiro”<br />
con contatto con i clienti variano<br />
tra i 4749 e i 6474 franchi. Tuttavia,<br />
questo risultato ha un punto debole:<br />
non include i subappaltatori, che svolgono<br />
un ruolo importante in aziende<br />
come DPD e DHL. Per la negoziazione<br />
del salario minimo è fondamentale sapere<br />
se il livello salariale dei subappaltatori<br />
è pari al salario minimo di 3500<br />
franchi definito da PostCom o se i<br />
subappaltatori si trovano piuttosto<br />
nella fascia salariale riportata dallo<br />
studio.<br />
Per sopperire a questa mancanza<br />
di conoscenze, <strong>syndicom</strong> ha condotto<br />
un sondaggio nelle aziende. I risultati<br />
hanno sfatato in particolare il mito<br />
secondo cui i salari dei subappaltatori<br />
sarebbero attorno ai 3500 franchi.<br />
Sebbene non raggiungano il livello<br />
dello studio PostCom, si aggirano comunque<br />
tra i 4000 e i 4300 franchi per<br />
DPD e tra i 4300 e i 4600 franchi per<br />
DHL. Stiamo ancora parlando di salari<br />
bassi rispetto ad altri settori. Tuttavia,<br />
la discussione sui salari minimi deve<br />
essere chiaramente orientata al quadro<br />
dello studio PostCom, invece che<br />
al salario minimo PostCom attualmente<br />
in vigore di 3500 franchi.<br />
Orari di lavoro disumani<br />
I numerosi colloqui con gli addetti al<br />
recapito nei depositi hanno però evidenziato<br />
anche un altro aspetto della<br />
questione: un dipendente in subappalto<br />
può talvolta guadagnare fino a<br />
4500 franchi. Tuttavia, se questo richiede<br />
tra 50 e le 60 ore settimanali di<br />
lavoro, il valore di questo salario si riduce<br />
notevolmente. Di conseguenza,<br />
per molti addetti al recapito il problema<br />
è rappresentato dalle lunghe giornate<br />
di lavoro. Con l’aumento del volume<br />
dei pacchi in autunno, la questione<br />
diventerà ancora più urgente.<br />
Urs Zbinden<br />
PostCom sbanda ancora<br />
19 franchi sono pochi<br />
Matteo Antonini è responsabile del settore<br />
Logistica e membro del Comitato direttivo<br />
La messa in consultazione da parte<br />
dell’autorità di sorveglianza PostCom<br />
dei nuovi standard minimi, validi a<br />
partire dal 2023, è un pericolo per le<br />
condizioni di lavoro nella logistica postale.<br />
Con questa proposta PostCom<br />
perpetua il suo triste record decretando<br />
di nuovo il salario statale più basso<br />
in Svizzera. In realtà i 19 franchi proposti<br />
a partire da luglio 2023 sono, al<br />
netto dell’inflazione (2018-2022), ancora<br />
più bassi degli attuali 18,27 in vigore.<br />
Con un salario di riferimento<br />
così basso, che non prende in alcuna<br />
considerazione la diversità evidente<br />
delle professioni postali e dei suoi salariati,<br />
né da un punto di vista delle<br />
competenze né delle esigenze, consacra<br />
modelli di lavoro che promuovono<br />
il subappalto e il precariato. Ma è evidente<br />
anche il danno di immagine.<br />
Proprio ora, quando tutti i settori<br />
cercano personale, sancire che il salario<br />
di 19 franchi per i postini e le postine<br />
è corretto e rispetta la legge è un<br />
segnale sbagliato. <strong>syndicom</strong> ha allertato<br />
per tempo PostCom insistendo su<br />
queste importanti criticità. Come sindacato<br />
dobbiamo quindi puntare su<br />
contratti collettivi e ottenere un’estensione<br />
di salari più alti per proteggere i<br />
lavoratori. Questo percorso, intrapreso<br />
da <strong>syndicom</strong> da molti anni e concretizzato<br />
con i negoziati settoriali iniziati<br />
a fine 2021, è la strada da percorrere.<br />
Anche perché permetterà di introdurre<br />
i controlli necessari in un mercato<br />
del lavoro sempre più atomizzato e<br />
attrattivo anche per le multinazionali,<br />
come Amazon e Uber.
«L’obiettivo di questi incontri è farci conoscere<br />
da tutti i dipendenti» Adriano Troiano<br />
19<br />
Pane, salsiccia e partecipazione<br />
Ostermundigen, un pomeriggio di fine estate. Fuori dal centro<br />
PostLogistics, un’insolita attività. Qualcuno sta montando un<br />
piccolo grill. Tutto è pronto: carbonella, salsicce, pane, senape<br />
e maionese. Inizia un’altra tappa del «<strong>syndicom</strong> grill tour.<br />
Momenti conviviali che contribuiscono a conoscersi e a fare gruppo. (© <strong>syndicom</strong>)<br />
Organizzato da diversi anni da <strong>syndicom</strong>,<br />
rappresenta una modalità nuova<br />
per incontrare i lavoratori. «È un’occasione<br />
per parlare con loro un po’ più<br />
a lungo, in un’atmosfera rilassata. Ed<br />
è facile farlo con una salsiccia», scherza<br />
Adriano Troiano, responsabile del<br />
segretariato Berna e Alto Vallese. «Abbiamo<br />
in programma in media due visite<br />
a settimana durante i mesi estivi,<br />
escluse le vacanze. Sono circa trenta<br />
appuntamenti, dall’Emmental all’Oberland<br />
fino a Biel/Bienne e all’Alto Vallese».<br />
Nel frattempo, i lavoratori di Post-<br />
Logistics iniziano ad arrivare alla<br />
spicciolata. Molti di loro sono ancora<br />
in uniforme, hanno appena finito il<br />
turno. Strette di mano, sorrisi, chiacchiere.<br />
Si parla di calcio e di vacanze.<br />
Si sente che è bello tornare a incontrarsi,<br />
dopo il periodo della pandemia.<br />
Al grill, l’occhio esperto di Marco With<br />
(vicepresidente della sezione bernese<br />
del personale della Posta e membro<br />
della commissione del personale di<br />
PostLogistics a Ostermundigen) decide<br />
che la cottura è quella giusta. Tutti<br />
si mettono in fila.<br />
«I nostri soci – racconta Troiano –<br />
ci contattano tutto l’anno. E sono contenti<br />
che veniamo qui. L’obiettivo di<br />
questi incontri è di farci conoscere da<br />
tutto il personale. Distribuiamo flyer,<br />
abbiamo una presentazione “power<br />
point” su carta, che mostra le nostre<br />
campagne e quali sono i problemi attuali.<br />
Incoraggiamo la discussione.<br />
Inoltre, ci fa conoscere potenziali nuovi<br />
membri: teniamo un elenco delle<br />
presenze per contattare in seguito le<br />
persone interessate. In media, reclutiamo<br />
almeno un membro per ogni attività<br />
di sensibilizzazione, direttamente<br />
sul posto. L’impatto di questi<br />
eventi non può essere sottovalutato».<br />
Per i lavoratori è importante ritrovarsi,<br />
parlare, discutere delle condizioni<br />
di lavoro. Ci sono spesso orari diversi,<br />
molti fanno le pause fuori.<br />
Momenti come questo permettono di<br />
conoscersi. E fanno pubblicità a <strong>syndicom</strong>.<br />
«Proprio oggi ho sentito un impiegato<br />
di un ufficio postale che ritiene<br />
positivo il fatto che <strong>syndicom</strong> sia<br />
presente. E credo che il nostro “grill<br />
tour” contribuisca a questo», conclude<br />
Troiano. Intanto, gli altoparlanti<br />
diffondono le note di «We are the<br />
Champions». E i lavoratori cantano insieme<br />
e sorridono. Sì, noi siamo the<br />
champions!<br />
Giovanni Valerio<br />
Media, è tempo<br />
di aumenti salariali<br />
Angelo Zanetti è segretario centrale settore Media<br />
Nelle aziende del settore dei media, gli<br />
aumenti salariali sono (molto) rari da<br />
anni, persino decenni, poiché le aziende<br />
si rifiutano sistematicamente di negoziare.<br />
Questo vale indipendentemente<br />
dalla situazione economica.<br />
Ad esempio, negli ultimi dieci anni di<br />
inflazione moderata, i salari reali dei<br />
dipendenti sono rimasti fermi, mentre<br />
i compensi dei freelance e i salari<br />
d’ingresso dei giovani professionisti<br />
dei media sono diminuiti.<br />
Oggi, nel bel mezzo di un periodo<br />
d’inflazione duro e preoccupante, il<br />
settore rischia di perdere indiscutibilmente<br />
la sua attrattività. Alcune redazioni<br />
parlano di carenza di personale<br />
qualificato e di seri problemi nel reclutamento<br />
di nuovo personale. È il<br />
momento di reagire e di chiedere collettivamente<br />
un adeguamento salariale<br />
per i dipendenti attuali e futuri!<br />
<strong>syndicom</strong> mette a disposizione delle<br />
commissioni del personale delle<br />
raccomandazioni e un argomentario<br />
completo.<br />
Questi consigli sono rivolti anche ai<br />
colleghi dell’industria grafica. Come<br />
anche per i milioni di lavoratori svizzeri,<br />
la situazione economica rende indispensabile<br />
un aumento dei salari<br />
nell’industria. Soprattutto perché i salari<br />
ristagnano da anni e le aziende<br />
hanno pure qui difficoltà nel reclutare<br />
nuovo personale. Le negoziazioni salariali<br />
sono pertanto necessarie.<br />
Chi lavora nelle librerie può contare<br />
su una compensazione automatica<br />
dei salari in base all’inflazione, prevista<br />
dal CCL (massimo 2% dei salari minimi).<br />
Si tratta di un passo nella giusta<br />
direzione, che dovrebbe però richiedere<br />
altre misure più incisive!<br />
<strong>syndicom</strong> continuerà quindi a sostenere<br />
i propri iscritti e i suoi settori<br />
per permettere che vengano effettuati<br />
tutti gli adeguamenti salariali necessari<br />
di fronte alla preoccupante situazione<br />
economica.
20<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«Un enorme passo verso la parità dei diritti per i lavoratori<br />
di IMS all’interno della Posta» Manuel Wyss<br />
Il tetto giallo è un po’ più ampio<br />
Alla fine di agosto, il lungo percorso verso il nuovo contratto<br />
collettivo di lavoro di IMS si è concluso con successo.<br />
Anche Posta Immobili Management e Servizi (IMS) sotto lo stesso tetto. (© Keystone-ATS Anthony Anex)<br />
Posta Immobili («Posta Immobili Management<br />
e Servizi SA», in breve IMS) è<br />
il fornitore di servizi della Posta relativo<br />
alla gestione degli immobili. Circa<br />
mille dipendenti gestiscono oltre 2mila<br />
immobili in tutta la Svizzera. Presso<br />
IMS lavorano svariati professionisti,<br />
come tecnici di edifici, addetti alle pulizie<br />
o amministratori di immobili.<br />
Il vigente contratto collettivo di<br />
lavoro di IMS è ancora valido fino alla<br />
fine del 2022. La manovra di avvicinamento<br />
verso il nuovo CCL è stata lunga.<br />
Già tra il 2021 e il 2022 <strong>syndicom</strong><br />
aveva condotto un sondaggio presso i<br />
suoi membri sui requisiti di un nuovo<br />
contratto. La richiesta più frequente<br />
per il 25% degli intervistati è stata una<br />
maggior protezione in caso di licenziamento<br />
e un vero piano sociale,<br />
seguita a ruota da migliori salari e<br />
supplementi. Le valutazioni hanno<br />
evidenziato un lungo elenco di<br />
richieste e molto potenziale di miglioramento.<br />
Sono state necessarie 7 tornate<br />
di negoziazioni tra febbraio e<br />
inizio giugno per arrivare alla firma<br />
del CCL aziendale di IMS. Nelle due<br />
conferenze del 25 e 30 agosto i membri<br />
di <strong>syndicom</strong> hanno approvato il risultato.<br />
A ragione, poiché il nuovo contratto<br />
comporta solo miglioramenti.<br />
La protezione in caso di licenziamento<br />
viene estesa: ora IMS ha un proprio<br />
piano sociale che si basa in gran<br />
parte sul piano sociale della Posta.<br />
Ora esiste ad esempio la possibilità di<br />
andare in prepensionamento a partire<br />
dai 62 anni d’età. La durata dei contratti<br />
viene ridotta – da max. 24 a<br />
18 mesi. Per il personale a prestito si<br />
applica una normativa in materia di<br />
contratto di lavoro e il diritto viene ora<br />
acquisito a partire da un impiego di<br />
16 mesi presso IMS.<br />
Tutti i salari minimi hanno subito<br />
un notevole aumento. Per la categoria<br />
degli addetti alle pulizie l’incremento<br />
si aggira tra i 50 e i 400 franchi a seconda<br />
della fascia salariale. In tutti gli altri<br />
livelli l’aumento è stato di un punto<br />
percentuale. Ora è stato introdotto un<br />
premio fedeltà a partire dai 20 anni di<br />
servizio che corrisponde a 2 settimane<br />
di vacanze o a 3000 franchi ogni cinque<br />
anni. Questi sono solo alcuni punti<br />
dell’elenco dei miglioramenti materiali<br />
nel nuovo CCL.<br />
Tutti sotto lo stesso tetto<br />
Inoltre, l’intera normativa si avvicina<br />
al CCL aziendale di Posta CH valido<br />
dal 2021. Analogamente ai CCL aziendali<br />
di Posta CH o PostFinance, ora il<br />
CCL IMS rientra sotto il cosiddetto<br />
«CCL mantello», che regola le relazioni<br />
tra le parti contrattuali e definisce i<br />
diritti sindacali. Esso gestisce tra l’altro<br />
le negoziazioni salariali oppure i<br />
meccanismi di risoluzione dei conflitti.<br />
Insieme ai progressi in ambito sociopolitico,<br />
nel nuovo CCL vediamo<br />
un enorme passo verso la parità dei diritti<br />
per i lavoratori di IMS all’interno<br />
della Posta.<br />
Manuel Wyss<br />
Verso il grande sciopero<br />
delle donne 2023<br />
Patrizia Mordini è responsabile delle pari<br />
opportunità e membro del Comitato direttivo<br />
Lo sciopero delle donne* 2023 del 14<br />
giugno prossimo sarà ancora una volta<br />
un grande sciopero delle donne! Poiché<br />
la Svizzera non fa passi avanti in<br />
termini di parità e poiché la politica e<br />
l’economia, il Parlamento e i datori di<br />
lavoro continuano a rimandare i diritti<br />
delle donne* sanciti dalla Costituzione,<br />
il Congresso delle donne dell’USS<br />
ha deciso lo scorso novembre che l’anno<br />
prossimo la Svizzera dovrà essere<br />
attraversata da un’altra inequivocabile<br />
e udibile scossa viola. Proprio come<br />
nel 1991 e nel 2019.<br />
All’assemblea del 18 giugno 2022, i<br />
delegati di <strong>syndicom</strong> hanno deciso<br />
con entusiasmo di partecipare e hanno<br />
messo a disposizione un budget.<br />
Ora inizia il lavoro di preparazione su<br />
due livelli: insieme alle federazioni<br />
consorelle e ai gruppi addetti allo sciopero<br />
delle donne* nelle regioni, saranno<br />
pianificate le manifestazioni pubbliche<br />
nelle varie città il 14 giugno.<br />
All’interno di <strong>syndicom</strong>, il potere dello<br />
sciopero delle donne* sarà utilizzato<br />
per promuovere la parità in azienda. A<br />
tal fine, sono previste azioni in alcuni<br />
settori, per rivendicare più tempo per<br />
l’assistenza e il lavoro familiare, rendite<br />
eque e parità di retribuzione, nonché<br />
la tolleranza zero nei confronti<br />
delle violenze sessiste sul posto di lavoro.<br />
Senza dimenticare i miglioramenti<br />
ottenuti negli ultimi anni nei<br />
negoziati CCL. Insieme garantiremo il<br />
successo dello sciopero delle donne*!<br />
Siamo ancora alla ricerca di persone di<br />
fiducia che vogliano impegnarsi: contattate<br />
gleichstellung@<strong>syndicom</strong>.ch!
«La commissione offre servizio di consulenza pensionistica in<br />
tutte le regioni, indipendendentemente dal settore » Franz Schori<br />
21<br />
In pensione a fare la bella vita?<br />
La maggior parte dei pensionati di oggi è ancora attiva e vuol fare<br />
di più che godersi semplicemente la vita. <strong>syndicom</strong> valorizza<br />
questo potenziale in molti modi. E la tendenza è in aumento.<br />
L’esperienza dei pensionati al servizio dei lavoratori e del sindacato. (© Keystone-ATS Josep Rovirosa)<br />
Il 27 aprile 2017, dieci dipendenti di<br />
Swisscom s0incontrano a Olten per il<br />
workshop «Erfa-Austausch 58+». Discutono<br />
su come utilizzare il potenziale<br />
dei membri più anziani di <strong>syndicom</strong>.<br />
Vengono lanciate nuove idee,<br />
scartate o approfondite. Ciò che viene<br />
avviato allora ha un effetto ancora<br />
oggi. Hansruedi Schläppi ha iniziato a<br />
fornire consulenza ai membri più anziani<br />
di <strong>syndicom</strong> attivi presso Swisscom<br />
già nell’estate 2017. Si è passati<br />
poi gradualmente a un vero e proprio<br />
servizio di consulenza per il pensionamento,<br />
inizialmente solo per gli iscritti<br />
di Swisscom nella Svizzera tedesca.<br />
Oggi, a distanza di cinque anni, l’apposita<br />
commissione specializzata,<br />
composta da 10 membri e presieduta<br />
da Edith Annaheim, offre consulenza<br />
agli iscritti di tutte le regioni linguistiche,<br />
indipendentemente dal settore e<br />
dal datore di lavoro. Alla fine del 2018,<br />
l’esperto di comunicazione Mark Herbst<br />
propone al settore ICT di utilizzare<br />
i pensionati per reclutare nuovi membri.<br />
Nei primi workshop ci rendiamo<br />
subito conto che il reclutamento è difficile<br />
poiché i pensionati non hanno<br />
più accesso al posto di lavoro. Passiamo<br />
quindi alla fidelizzazione dei membri.<br />
Per esempio, i membri della nuova<br />
organizzazione Plus conducono con<br />
successo da oltre due anni colloqui di<br />
«win back», feedback e fidelizzazione.<br />
I colloqui di «win back» hanno contribuito<br />
a riconquistare decine di soci<br />
che volevano lasciare <strong>syndicom</strong>. Dopo<br />
il 18° mese di adesione si tengono colloqui<br />
di feedback con i membri per capire<br />
se si sentono a proprio agio con<br />
<strong>syndicom</strong>. I colloqui di fidelizzazione<br />
sono invece tenuti dai membri dell’organizzazione<br />
Plus con gli iscritti che<br />
hanno più di 58 anni. Il Comitato direttivo<br />
ha recentemente deciso di<br />
estendere questi colloqui di fidelizzazione<br />
dal settore ICT a tutti i membri.<br />
Consigliare e telefonare sono due<br />
modi per partecipare. Altre opportunità<br />
sono offerte dalle campagne di<br />
distribuzione di volantini, sia per votazioni<br />
come AVS21 sia, come recentemente,<br />
per l’elezione della rappresentanza<br />
dei lavoratori nel Consiglio di<br />
fondazione di comPlan. Al workshop<br />
del 27 aprile 2017 c’era anche Thomas<br />
Burger, attuale presidente dei pensionati<br />
<strong>syndicom</strong>, che ora sta lavorando su<br />
maggiori opportunità di partecipazione,<br />
ad esempio sulla creazione di un<br />
gruppo di lavoro sociopolitico. Interessati?<br />
Contattateci: participation@<strong>syndicom</strong>.ch.<br />
Franz Schori<br />
5G, l’uomo e<br />
la tecnologia<br />
L’arrivo di nuove tecnologie suscita<br />
spesso timori nelle persone. Questo<br />
vale anche per l’introduzione della<br />
quinta generazione nella telefonia<br />
Daniel Hügli è membro del Comitato direttivo<br />
e responsabile del settore ICT<br />
mobile (5G). Le persone reagiscono in<br />
modo diverso alle radiazioni non ionizzanti<br />
(RNI) delle antenne, anche se<br />
sono molto al di sotto dei limiti internazionali<br />
che dovrebbero proteggere<br />
dai danni alla salute scientificamente<br />
riconosciuti.<br />
Il primo rapporto annuale sulle<br />
misurazioni RNI è stato pubblicato<br />
per conto dell’Ufficio federale dell’ambiente.<br />
I risultati mostrano che nelle<br />
aree accessibili al pubblico sono state<br />
misurate intensità di campo pari a un<br />
massimo del 15% del valore limite, ma<br />
nella stragrande maggioranza dei casi<br />
si trattava di intensità a una sola cifra,<br />
anche nelle abitazioni private.<br />
Il fatto che i valori siano stabili nonostante<br />
l’aumento del traffico dati<br />
potrebbe essere dovuto alle tecnologie<br />
di trasmissione: il 4G e il 5G sono più<br />
efficienti perché la potenza di trasmissione<br />
si adatta alla rispettiva domanda.<br />
Le antenne adattive 5G irradiano<br />
inoltre in modo specifico verso il<br />
dispositivo mobile. In particolare per<br />
il 5G, le radiazioni più elevate provengono<br />
dal cellulare stesso. E maggiore è<br />
la densità delle antenne, minori sono<br />
le radiazioni del cellulare.<br />
Grazie al 5G, in futuro dovrebbe essere<br />
possibile ridurre l’impronta ecologica<br />
direttamente nell’infrastruttura<br />
di rete, ma anche indirettamente<br />
con applicazioni ad alta efficienza<br />
energetica, come dimostra uno studio<br />
dell’Università di Zurigo e dell’Empa.<br />
Affinché ciò avvenga, tuttavia, le aziende<br />
di comunicazione mobile devono<br />
investire maggiormente nella ricerca,<br />
nel monitoraggio e nell’informazione<br />
sul 5G. Questo vale anche per la Confederazione,<br />
che allo stesso tempo è<br />
chiamata a sbloccare rapidamente<br />
l’espansione del 5G insieme ai Comuni<br />
e ai Cantoni.
22 Politica<br />
Green New Deal per il<br />
clima, il futuro e il lavoro<br />
L’ambiente sembra ormai fuori dal dibattito politico, scalzato<br />
dalla guerra, dalla crisi energetica e dall’inflazione. Tutto è invece<br />
collegato, ricorda Margot Chauderna, co-presidente dei<br />
giovani Verdi svizzeri e da poco laureata in biologia e sociologia.<br />
Il Partito socialista (PS) e i Verdi hanno da poco lanciato<br />
un’iniziativa per creare un fondo per il clima. Il testo, sostenuto<br />
anche dall’Unione sindacale svizzera (Uss), invita la Confederazione<br />
a creare un nuovo fondo per sostenere investimenti<br />
pubblici in infrastrutture, aziende e industrie.<br />
Testo: Federico Franchini<br />
Foto: Keystone-ATS e Giovani Verdi svizzeri<br />
Signora Chauderna, i promotori<br />
dell’iniziativa vogliono investire miliardi<br />
di franchi all’anno nella transizione<br />
energetica. Da dove verranno<br />
i soldi?<br />
L’iniziativa prevede che la Confederazione<br />
investa tra lo 0,5 el’1% del<br />
suo prodotto interno lordo (PIL), ossia<br />
fra i 3,5 e i 7 miliardi di franchi,<br />
nella transizione ecologica. Vogliamo<br />
che questo finanziamento sia assunto<br />
dallo Stato, ma vogliamo farlo<br />
nel modo più socialmente accettabile<br />
possibile. Perciò non vogliamo<br />
una nuova tassa. L’idea è quindi<br />
quella di prendere i soldi che la<br />
Confederazione già possiede e investirli<br />
nella lotta al riscaldamento<br />
globale e nella conservazione della<br />
biodiversità. Altri settori, molto più<br />
dannosi, beneficiano di maggiori<br />
quantità di denaro statale.<br />
Che cosa volete fare esattamente<br />
con questo denaro?<br />
Vogliamo<br />
decarbonizzare<br />
la società<br />
e l’economia<br />
Fra le altre cose, vogliamo accelerare<br />
la ristrutturazione del parco edilizio,<br />
promuovere programmi di risparmio<br />
energetico, investire in<br />
impianti di energia rinnovabile e<br />
sviluppare il trasporto pubblico. La<br />
doppia crisi – clima e biodiversità –<br />
si aggrava ogni giorno di più, minacciando<br />
la nostra salute e quella del<br />
pianeta. Dobbiamo quindi agire rapidamente.<br />
L’obiettivo della nostra<br />
iniziativa è fornire alla protezione<br />
del clima e della biodiversità i fondi<br />
necessari per finanziare il più rapidamente<br />
possibile la transizione<br />
verso una società a basse emissioni<br />
di carbonio. Le misure adottate finora<br />
non permetteranno alla Svizzera<br />
di raggiungere l’obiettivo di zero<br />
emissioni nette entro il 2050. E siamo<br />
lontani anni luce dal rispettare<br />
l’impegno che la Confederazione si<br />
è assunta quando ha ratificato l’Ac-
«Con questa iniziativa, vogliamo inscrivere nella<br />
Costituzione la protezione dell’ambiente quale<br />
quadro di riferimento della nostra economia e<br />
della nostra società. La Svizzera deve produrre e<br />
importare in modo tale da preservare i propri<br />
mezzi di sussistenza»<br />
23<br />
Margot Chauderna, Co-presidente Giovani Verdi svizzeri<br />
cordo sul clima di Parigi e limitare il<br />
riscaldamento globale a meno di<br />
1,5 °C. Siamo molto indietro e per<br />
raggiungere questi obiettivi dobbiamo<br />
agire rapidamente e con mezzi<br />
finanziari consistenti.<br />
Il lancio dell’iniziativa avviene in un<br />
periodo di crisi energetica. È il momento<br />
giusto? O teme che la gente<br />
pensi più a riscaldare le proprie case<br />
che a salvare il pianeta?<br />
Le due questioni sono strettamente<br />
collegate! Il nostro consumo di combustibili<br />
fossili non solo aggrava il<br />
riscaldamento globale e il crollo della<br />
biodiversità, ma mette anche in<br />
pericolo la pace, i diritti umani e la<br />
democrazia, incoraggiando la guerra<br />
e i regimi autoritari. Questo ha<br />
anche ripercussioni materiali sulla<br />
nostra vita. L’attuale situazione di<br />
crisi energetica alimentata dall’offensiva<br />
militare della Russia contro<br />
l’Ucraina lo dimostra molto bene.<br />
Cercando di decuplicare lo sviluppo<br />
delle energie rinnovabili, di moderare<br />
il nostro consumo energetico e<br />
di decarbonizzare, questa iniziativa<br />
rafforza la nostra indipendenza dal<br />
petrolio e dal gas – e quindi da Stati<br />
autocratici come la Russia. Assicura<br />
quindi il nostro approvvigionamento.<br />
Credo dunque che questo sia<br />
davvero il momento giusto: ciò che<br />
sta accadendo in Ucraina è un argomento<br />
a favore della transizione<br />
energetica e dell’abbandono dei<br />
combustibili fossili. I cittadini sono<br />
più che mai interessati alle pompe<br />
di calore o ai pannelli solari. Con i<br />
giusti investimenti, possiamo limitare<br />
il rischio di carenza energetica<br />
nel prossimo decennio e ridurre le<br />
nostre emissioni di CO2.<br />
Questo nuovo fondo per il clima<br />
avrà un impatto anche sui posti di<br />
lavoro in Svizzera?<br />
Siamo in ritardo<br />
sulle quote fissate<br />
nell’Accordo sul<br />
clima di Parigi<br />
Sì, il testo dell’iniziativa parla di formazione<br />
e riqualificazione per i lavori<br />
di domani. Dobbiamo formare<br />
le persone per le nuove professioni<br />
di cui avremo bisogno per decarbonizzare<br />
l’economia. L’energia solare,<br />
ad esempio, è una priorità e siamo<br />
a corto di persone che installino<br />
i pannelli. È quindi evidente che investire<br />
in questi settori avrà un impatto<br />
positivo sull’occupazione. Un<br />
impatto positivo sarà anche dato dal<br />
fatto che, promuovendo una maggiore<br />
indipendenza energetica, saremo<br />
in grado di rimpatriare i miliardi<br />
di franchi che la Svizzera paga ogni<br />
anno per importare combustibili<br />
fossili da Paesi problematici. Invece<br />
di alimentare le autocrazie, questo<br />
creerà posti di lavoro interessanti in<br />
Svizzera. Per questo l’Unione Sindacale<br />
Svizzera è in prima linea insieme<br />
ai Verdi e al Partito Socialista.<br />
Un altro aspetto importante di questo<br />
approccio è quello di mettere lo<br />
Stato al centro della lotta contro il<br />
cambiamento climatico. Quale sarà<br />
il ruolo del servizio pubblico?<br />
Grazie a questo fondo per il clima,<br />
investire nella decarbonizzazione<br />
della società e dell’economia sarà<br />
un compito pubblico. Mentre in<br />
Svizzera è ovvio che l’istruzione, le<br />
infrastrutture e l’assistenza sanitaria<br />
di base sono compiti dello Stato<br />
– e quindi fanno parte del servizio<br />
pubblico – stiamo trascurando la<br />
sfida del secolo, la doppia crisi del<br />
clima e della biodiversità. Questa<br />
iniziativa riconosce che la lotta al riscaldamento<br />
globale e il rafforzamento<br />
della biodiversità sono essenziali<br />
per la prosperità della<br />
nostra società tanto quanto l’assistenza<br />
sanitaria e l’istruzione. L’obiettivo<br />
è rendere questo compito<br />
pubblico, progettato e finanziato in<br />
modo socialmente equo, invece di<br />
essere scaricato sui singoli.<br />
I Giovani Verdi stanno portando<br />
avanti anche l’iniziativa per la responsabilità<br />
ambientale. Di che<br />
cosa si tratta?<br />
L’obiettivo di questa iniziativa è<br />
quello di sancire nella Costituzione<br />
che la protezione dell’ambiente<br />
deve diventare il quadro di riferimento<br />
della nostra economia e della<br />
nostra società. Con questa iniziativa,<br />
vogliamo fare della tutela<br />
dell’ambiente una priorità assoluta.<br />
Ciò significa che la Svizzera deve<br />
produrre e importare in modo da<br />
preservare i beni di prima necessità<br />
(e quindi proteggere i nostri mezzi<br />
di sussistenza). In concreto, vorremmo<br />
che l’impatto ambientale della<br />
Svizzera sia ridotto entro i prossimi<br />
dieci anni per rispettare i limiti planetari<br />
della Terra.<br />
Il dibattito sul clima sembra essere<br />
uscito un po’ dall’agenda politica.<br />
Queste due iniziative hanno l’obiettivo<br />
di riportare questo tema fondamentale<br />
all’ordine del giorno prima<br />
delle prossime elezioni federali?<br />
Sì, il clima è stato un tema importante<br />
nelle ultime elezioni federali e<br />
la situazione è così grave che dovrebbe<br />
essere un fattore anche nelle<br />
prossime. La Svizzera sente sempre<br />
di più l’impatto del riscaldamento<br />
globale: in estate si susseguono ondate<br />
di calore, siccità e maltempo, i<br />
ghiacciai si sciolgono e in inverno la<br />
neve scarseggia. Tuttavia, credo che<br />
la bocciatura della legge sulla CO2<br />
abbia rallentato un po’ lo slancio<br />
del Parlamento. Poi la guerra in<br />
Ucraina e la crisi energetica hanno<br />
messo in secondo piano questi<br />
temi. Con queste due iniziative dovremmo<br />
sensibilizzare l’opinione<br />
pubblica sui rischi della dipendenza<br />
dai combustibili fossili e, naturalmente,<br />
riportare l’ambiente al centro<br />
della prossima campagna elettorale<br />
nazionale.<br />
Firma l’iniziativa per un fondo<br />
per il clima
24 Politica<br />
Multinazionali più<br />
responsabili, è ora?<br />
La Svizzera è rimasta indietro nel campo della responsabilità<br />
delle imprese. A due anni dal voto sulle multinazionali responsabili,<br />
la coalizione (di cui fa parte anche <strong>syndicom</strong>) che sta<br />
dietro a questo progetto lancia una petizione su larga scala<br />
affinché una legge forte ed efficace possa finalmente essere<br />
attuata anche in Svizzera. Mentre l’Europa sta lavorando a una<br />
nuova legge sulla responsabilità delle multinazionali a livello<br />
europeo, il controprogetto all’iniziativa, entrato in vigore in<br />
Svizzera all’inizio del 2022, sembra essere solo una chimera.<br />
Testo: Robin Moret<br />
Foto: Keystone - ATS<br />
Da troppo tempo le multinazionali<br />
svizzere sono regolarmente coinvolte<br />
in violazioni dei diritti umani o<br />
nell’inquinamento ambientale.<br />
Mentre i paesi limitrofi e l’Unione<br />
europea stanno adottando leggi efficaci<br />
per affrontare questi problemi,<br />
la Svizzera potrebbe diventare l’unico<br />
paese privo di responsabilità per<br />
le multinazionali. In questo contesto,<br />
lo scorso agosto la coalizione<br />
per le multinazionali responsabili<br />
ha lanciato una petizione per una<br />
legge efficace, chiedendo al Consiglio<br />
federale di mantenere le promesse<br />
fatte in occasione della<br />
campagna che aveva preceduto la<br />
votazione. Il primo passo consiste<br />
nell’includere una «due diligence»<br />
(diligenza dovuta) ambientale e dei<br />
diritti umani basata sul rischio, in<br />
linea con gli standard internazionali<br />
(in particolare le linee guida delle<br />
Nazioni Unite su imprese e diritti<br />
umani e le linee guida dell’OCSE per<br />
le multinazionali). In secondo luogo,<br />
la legge dovrebbe prevedere la<br />
Un terzo di chi<br />
aveva votato No<br />
nel 2020 ha ora<br />
cambiato idea<br />
creazione di un’autorità di vigilanza<br />
indipendente con ampi poteri, sulla<br />
falsariga della proposta di direttiva<br />
UE.<br />
Infine, è necessario incorporare<br />
una responsabilità civile adattata<br />
al diritto svizzero per i danni ai<br />
diritti umani o all’ambiente che<br />
avrebbero potuto essere evitati con<br />
un’adeguata “due diligence”.<br />
Ispirandosi a Germania, Norvegia<br />
e Francia, che hanno una legislazione<br />
efficace in materia, la Commissione<br />
europea ha presentato<br />
all’inizio dell’anno una bozza di direttiva<br />
che in parte va oltre l’iniziativa<br />
per le multinazionali responsabili<br />
su cui si era votato in Svizzera alla<br />
fine del 2020: la responsabilità civile<br />
è estesa ai fornitori ed è prevista<br />
un’autorità di vigilanza con il potere<br />
di imporre pesanti multe in caso di<br />
violazioni. E le multinazionali dovranno<br />
dimostrare di rispettare gli<br />
obiettivi dell’accordo sul clima di<br />
Parigi.<br />
Sensibilizzazione in Svizzera<br />
Ricordiamo che l’iniziativa popolare<br />
“per imprese responsabili” era stata<br />
respinta dalla maggioranza dei<br />
Cantoni, ma che il 50,7% dei votanti<br />
aveva detto “sì”. Era necessaria una<br />
doppia maggioranza. Oggi, secondo<br />
un recente sondaggio pubblicato<br />
dall’istituto Demoscope, più di un<br />
terzo di coloro che avevano votato<br />
“no” nel 2020 hanno cambiato idea<br />
alla luce degli sviluppi europei.<br />
La vasta coalizione “per multinazionali<br />
responsabili” (di cui fa<br />
parte anche <strong>syndicom</strong>) intende<br />
sfruttare questo trend per inviare un<br />
messaggio chiaro al Consiglio federale<br />
e al Parlamento e per andare oltre<br />
il controprogetto. L’obiettivo è<br />
quello di raccogliere 100mila firme<br />
in 100 giorni, ovvero entro il 27 novembre.<br />
Ce la possiamo fare!<br />
Firma l’iniziativa<br />
Multinazionali responsabili
Diritto e diritti<br />
25<br />
Caro servizio di assistenza giuridica,<br />
da alcuni mesi assistiamo ad aumenti dei<br />
prezzi dei carburanti, dell’energia elettrica<br />
e del gas nonché di determinati generi<br />
alimentari. Come ogni anno, anche un<br />
aumento dei premi delle casse malati è<br />
prevedibile. Da qualche anno non abbiamo<br />
però ricevuto né una compensazione del<br />
rincaro né un aumento del salario reale.<br />
Questo principalmente a causa delle misure<br />
adottate per il Covid-19 e per il conseguente<br />
lavoro ridotto che si è protratto per<br />
diversi mesi. Ora temo che a causa dell’attuale<br />
crisi il datore di lavoro ancora una<br />
volta non provvederà nemmeno a compensare<br />
il rincaro. Che possibilità ho il diritto a<br />
spuntarla per ottenere un aumento salariale?<br />
Lavoro nell’industria grafica e nel<br />
nostro settore si applica il contratto<br />
collettivo di lavoro.<br />
Cosa prevede il contratto collettivo di<br />
lavoro dell’industria grafica?<br />
Nella nostra azienda non c’è una rappresentanza<br />
del personale. Finora il datore<br />
di lavoro non si è mai espresso in merito.<br />
Negli ultimi anni abbiamo ottenuto semplicemente<br />
una comunicazione interna alla<br />
fine dell’anno contenente informazioni<br />
salariali generiche. Cosa posso fare per<br />
affrontare o rivendicare un aumento salariale?<br />
Risponde il servizio giuridico di <strong>syndicom</strong><br />
Il datore di lavoro deve pagare il salario convenuto o<br />
quello usuale mediante contratto normale o tramite un<br />
contratto collettivo di lavoro (art. 322 cpv. 1 CO). Il salario<br />
può essere negoziato liberamente tra il datore di lavoro e<br />
il lavoratore, ma non può violare le disposizioni di legge,<br />
di un contratto collettivo di lavoro o di un contratto di<br />
lavoro normale. Non vige pertanto l’obbligo legale del datore<br />
di lavoro di adeguare annualmente o regolarmente il<br />
salario al rincaro oppure di garantire un aumento del salario<br />
reale. In un contratto collettivo di lavoro è possibile<br />
concordare delle migliori disposizioni a favore dei lavoratori.<br />
Ad esempio, in un contratto collettivo di lavoro è possibile<br />
sancire la garanzia di salari minimi o la compensazione<br />
annuale del rincaro.<br />
Nel contratto collettivo per l’industria grafica sono stati<br />
negoziati, da un lato, dei salari minimi che devono essere<br />
rispettati e, dall’altro, l’obbligo di negoziare le modifiche<br />
salariali generali una volta all’anno con la rappresentanza<br />
del personale. Qualora un’azienda non disponga di una<br />
rappresentanza del personale, la contrattazione salariale<br />
dovrà avvenire direttamente con il personale. Non esiste<br />
però alcun obbligo di garantire annualmente o regolarmente<br />
un aumento salariale.<br />
Insieme si ottengono sempre risultati migliori. L’argomento<br />
non preoccupa sicuramente solo te, ma anche i<br />
tuoi colleghi di lavoro. Redigete insieme una lettera indirizzata<br />
al datore di lavoro e formulate la rivendicazione<br />
salariale. Consegnate questa rivendicazione salariale alla<br />
direzione aziendale invitandola a organizzare un’assemblea<br />
aziendale dove discutere e negoziare questo argomento.<br />
È possibile rivendicare un aumento salariale anche<br />
individualmente. Per farlo contatta il tuo superiore<br />
diretto e chiedigli un colloquio. Un’azione collettiva è<br />
però sempre la soluzione migliore perché in tal modo il<br />
datore di lavoro si rende conto che non si tratta di un’esigenza<br />
individuale bensì di una necessità della maggior<br />
parte dei lavoratori. Qualora abbiate delle domande o<br />
necessitiate di aiuto, <strong>syndicom</strong> sarà lieto di consigliarvi e<br />
aiutarvi, sia per azioni collettive che individuali.<br />
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su internet
26 Rubriche<br />
Idee<br />
© Armando Dadò Editore<br />
© Nidodiragno<br />
ePub: creare libri digitali<br />
Che voi leggiate libri digitali su dispositivi<br />
come Kindle, oppure sui<br />
tablet, sia Apple che Android, è molto<br />
probabile siano tutti in formato<br />
ePub. Negli ultimi anni è diventato<br />
lo standard per la pubblicazione di<br />
libri digitali. Basato sul linguaggio<br />
XML, ePub («electronic publication»)<br />
è il formato più diffuso nell’editoria<br />
digitale. Perciò Helias propone a tutti<br />
gli interessati (professionisti della<br />
prestampa, grafici, operatori di comunicazione<br />
visiva in generale) il<br />
corso «ePub: realizzare un eBook con<br />
specifiche standard in XHTML e<br />
CSS». In due pomeriggi (17 e 24 novembre),<br />
l’esperta Barbara Solari<br />
guiderà i partecipanti alla scoperta<br />
di uno standard molto versatile, con<br />
specifiche che consentono di creare<br />
eBook di alto impatto visivo su qualsiasi<br />
dispositivo, dal computer all’i<br />
Pad di Apple e su tanti eReader che<br />
lo supportano. Una delle caratteristiche<br />
vincenti di ePub è che il testo si<br />
reimpagina automaticamente, adattandosi<br />
alle dimensioni dello schermo<br />
su cui viene visualizzato, telefonini<br />
compresi. «Il corso – spiega<br />
Bar bara Solari – è indirizzato a chi<br />
desidera capire come funziona un<br />
ePub. Non sono necessarie conoscenze<br />
di XHTML o CSS e neppure di<br />
un programma di editing particolare.<br />
Durante il corso si vedrà come è<br />
strutturato un ePub, per imparare a<br />
realizzare da zero un eBook semplice.<br />
E se ne esplorano le potenzialità,<br />
in modo che il nostro libro digitale<br />
venga visto nello stesso modo su tutti<br />
i lettori, nuovi e meno».<br />
Barbara Solari ha frequentato la<br />
Schule für Gestaltung (Scuola d’arti<br />
applicate) a Basilea, dove si è formata<br />
quale progettista tipografa. Ora lavora<br />
a tempo parziale presso le Edizioni<br />
Casagrande e quale progettista<br />
tipografa indipendente. Docente Viscom<br />
e Helias, dal 2013 è capoperito<br />
dei poligrafi.<br />
Giovanni Valerio<br />
Informazioni aggiornate sui corsi Helias<br />
al sito www.helias.ch<br />
Sulla svizzeritudine<br />
Svizzeri lo si è da sempre. Oppure,<br />
dal punto di vista istituzionale, lo si<br />
diventa, ammesso che... si abbia vissuto<br />
in Svizzera un numero sufficiente<br />
di anni; non ci si trovi in assistenza<br />
sociale; si conosca la lingua del<br />
cantone in cui si risiede; si dimostri<br />
di essere integrati. Ma, come ricorda<br />
Ada Marra (consigliera nazionale socialista<br />
e figlia di emigrati italiani),<br />
godere del diritto di voto non significa<br />
venir considerati «membri della<br />
famiglia svizzera» a pieno titolo. Passando<br />
in rassegna i principali discorsi<br />
legati alla naturalizzazione, Marra<br />
tocca le varie narrazioni che legano<br />
l’essenza svizzera a «una scelta per<br />
difetto»: i «veri» rossocrociati non<br />
sono attaccati alle proprie origini migratorie<br />
– e quindi non tifano Italia a<br />
calcio, non hanno la pelle scura e<br />
nemmeno un nome esotico, non<br />
sono poveri, non sono «secondos». Il<br />
problema è che caratterizzare la svizzerità<br />
per negazione di altro diventa<br />
un’impresa quasi titanica e richiederebbe<br />
almeno 8’670’300 risposte,<br />
tanti sono gli svizzeri, persone diverse<br />
per preferenze politiche e religione,<br />
lingua, educazione (già, i programmi<br />
scolastici sono differenti da<br />
cantone a cantone), così come per residenza<br />
(gli svizzeri all’estero sono<br />
circa 570mila). A che pro, dunque,<br />
gerarchizzare con distinzioni «tra gli<br />
svizzeri o tra gli svizzeri e gli altri», se<br />
non per fomentare differenze e divisioni<br />
tra presunti veri cittadini e tutti<br />
gli altri, lacerando quello che è il successo<br />
del modello elvetico dove – ricorda<br />
Marra – lo stare insieme è un<br />
atto di volontà? È proprio questo il<br />
cuore della riflessione del libro: pensare<br />
all’identità svizzera in positivo,<br />
per quello che è piuttosto che per<br />
quello che non è, ovvero come a un<br />
mosaico di individui legati dal fatto<br />
«di essere cittadini di uno stesso paese.<br />
Un paese con regole democratiche,<br />
nelle quali crediamo».<br />
Valeria Camia<br />
Ada Marra, 8’670’300 modi di essere<br />
svizzeri, Armando Dadò Editore, editore.ch<br />
Doppio taglio<br />
Ma vi sembra normale che un giornale<br />
metta in prima pagina una foto<br />
inneggiante alla vita sessuale della<br />
vittima per parlare di una ragazza<br />
massacrata a coltellate? Ma un’immagine<br />
dell’assassino non l’avevano?<br />
Non se ne può più di tutta questa<br />
indulgenza verso i maschi<br />
violenti, di assassini considerati alla<br />
stregua di bimbi piagnucoloni. Uccidere<br />
una donna non è una «marachella»,<br />
a meno di non essere convinti<br />
che esistano vite «meno degne»<br />
di essere vissute. La domanda che<br />
dobbiamo porci è questa: come mai<br />
allora NESSUN redattore, correttore<br />
di bozze o direttore, ha deciso che<br />
non si pubblicavano? La risposta è<br />
semplice, perché la vita di una donna<br />
vale meno del rispetto per la verità.<br />
E se non vali nulla è la tua storia<br />
a non valere nulla, il tuo omicidio<br />
non ti appartiene più, e persino il<br />
tuo essere viene cancellato perché<br />
poco idoneo a un racconto il cui unico<br />
scopo è far uscire meglio il mostro.<br />
È così che funziona, ed è così<br />
che ci si abitua al fatto che se sei<br />
una donna ti ammazzano. Per questo<br />
è fondamentale farsi strumento<br />
di indignazione. Di questo parla lo<br />
spettacolo di Marina Senesi «Doppio<br />
taglio», in programma sabato 10 dicembre<br />
alle 20.45 al Teatro Sociale<br />
di Bellinzona, diretto da Lucia Vasini<br />
con musiche originali di Tanita<br />
Tikaram. Un progetto importante,<br />
perché parla senza retorica, al femminile,<br />
decantato per proteggere il<br />
maschile, che scuoterà le coscienze,<br />
facendo indignare, restare in silenzio,<br />
di fronte a ciò che accade. Ricordare,<br />
ascoltare, in questo caso è, più<br />
di altri, fondamentale.<br />
Al termine dello spettacolo, in occasione<br />
della Giornata internazionale<br />
dei diritti umani, l’attrice e autrice<br />
Marina Senesi parteciperà a un incontro<br />
con altre ospiti sul tema della<br />
violenza di genere.<br />
Denise Carniel<br />
Doppio taglio, Teatro Sociale, Bellinzona,<br />
10 dicembre, ore 20.45
1000 parole<br />
La matita di Ruedi Widmer<br />
27
28 Eventi Le manifestazioni contro AVS21 \ La delusione delle donne dopo il risultato della<br />
votazione \ Campionati svizzeri dei corrieri in bici \ Giornata degli indipendenti<br />
1<br />
2<br />
4<br />
3<br />
6<br />
5
1-2. La delusione e la collera delle donne il giorno dopo il risultato della votazione AVS21 (© <strong>syndicom</strong> / Patrizia Mordini)<br />
3-5. Un estratto dalle decine di manifestazioni contro AVS21 in diversi posti di lavoro in tutta la Svizzera (© <strong>syndicom</strong>)<br />
6. Azra Ganic, segretaria regionale ICT regione Zurigo, in visita alle aziende del settore Fulfillment (© <strong>syndicom</strong>)<br />
7. I vincitori del concorso <strong>syndicom</strong> allo Schweizermeisterschaften Velokurier a Lucerna svoltosi dal 23 al 25 settembre (© <strong>syndicom</strong> / Peter Spichtig)<br />
8. Klara Obermüller, la «grande dame» del giornalismo svizzero, alla Giornata degli indipendenti, il 10 settembre a Zurigo (© <strong>syndicom</strong>)<br />
9. Peter Spichtig, responsabile regione Nord Ovest e Svizzera centrale, allo Schweizermeisterschaften Velokurier (© <strong>syndicom</strong>)<br />
10. Il Gruppo d’interesse Migrazione a Zurigo alla Corsa contro il razzismo del 18 settembre (© Idris Djelid)<br />
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10<br />
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30<br />
Un lavoro,<br />
una vita<br />
«Dare e ricevere», il motto di Fatima Lee<br />
Nata nel 1960, ha studiato giurisprudenza<br />
in Marocco e vive in Svizzera da<br />
36 anni. Sposata con uno zurighese, ha<br />
due figli grandi. Lavora nel settore delle<br />
telecomunicazioni. Membro del PS e,<br />
dal 2010, di <strong>syndicom</strong>. Presidentessa<br />
del GI Migrazione del Canton Zurigo e<br />
dal 2017 anche co-presidentessa della<br />
Commissione Migrazione Svizzera<br />
(insieme ad Augustin Makumba).<br />
Fatima Lee si rilassa facendo escursioni<br />
con il marito. E c’è un periodo<br />
dell’anno in cui «posso staccare completamente<br />
la spina»: in vacanza senza<br />
televisione e senza telefono.<br />
Testo: Suleika Baumgartner<br />
Foto: Patrick Gutenberg<br />
«Il GI Migrazione è<br />
a disposizione di tutti<br />
Il gruppo d’interesse (GI) Migrazione<br />
di <strong>syndicom</strong> non si occupa solo delle<br />
preoccupazioni delle persone con un<br />
background migratorio, né si concentra<br />
solo sulle questioni lavorative.<br />
«Vogliamo influenzare gli sviluppi<br />
della società nel suo complesso», afferma<br />
la copresidentessa Fatima Lee.<br />
Fatima partecipò alla sua prima<br />
manifestazione con il padre e il<br />
fratello già all’età di 7 anni. Era il<br />
1° maggio 1967. Il lavoro sindacale<br />
ce l’ha per così dire nel sangue. In seguito,<br />
in Svizzera, la giurista divenne<br />
dapprima membro del Partito socialista<br />
(PS). Allorché ha cercato di<br />
motivare una collega a iscriversi<br />
anch’essa al PS, quest’ultima ha detto<br />
che <strong>syndicom</strong> avrebbe rappresentato<br />
altrettanto bene, se non addirittura<br />
meglio, le sue preoccupazioni<br />
sulle questioni sociali. E così, alla<br />
fine del 2010, Fatima Lee aderì al<br />
sindacato.<br />
I temi che stanno a cuore a Fatima<br />
sono i diritti delle donne, l’eliminazione<br />
della discriminazione nei<br />
confronti degli stranieri e il miglioramento<br />
della situazione dei migranti<br />
nel mondo del lavoro. Il GI interviene<br />
anche nei dibattiti elettorali: si è battuto<br />
contro il cosiddetto divieto del<br />
burqa e l’inasprimento della legge<br />
sulla polizia (legge antiterrorismo).<br />
Su quest’ultimo punto, il GI ha organizzato<br />
un dibattito pubblico con la<br />
partecipazione di ospiti esterni.<br />
«Negli ultimi due anni contraddistinti<br />
dal coronavirus, il nostro GI è<br />
stato molto attivo», sottolinea Fatima,<br />
«a tenerci occupati è stata<br />
soprattutto la crescente povertà».<br />
È possibile che proprio l’impegno<br />
politico di <strong>syndicom</strong> durante la pandemia<br />
abbia permesso al sindacato<br />
di reclutare nuovi membri, ricorda<br />
la sindacalista.<br />
A livello cantonale, solo Zurigo ha<br />
ancora un proprio GI, presieduto da<br />
Fatima Lee. «Nel 2016 erano solo due<br />
le persone attive nel GI Migrazione»,<br />
ricorda, «io e la mia segretaria». Ora<br />
vi lavorano ben 12 persone, e a volte<br />
se ne uniscono altre e apportano<br />
nuove idee: «Se una persona lavora<br />
nel Canton Zurigo, può unirsi a noi<br />
anche se non vive qui».<br />
Il GI Migrazione Zurigo sta crescendo:<br />
qual è il segreto di Fatima?<br />
Fatima, una donna snella, energica e<br />
determinata, ci pensa un attimo.<br />
«Faccio sempre qualcosina in più.<br />
E cerco argomenti che interessino le<br />
persone». Inoltre, i membri sanno<br />
che possono contattarla in qualsiasi<br />
momento: per farlo utilizza tutti i canali,<br />
compresi i social media. Grazie<br />
alla sua formazione giuridica, è in<br />
grado di rispondere a domande specifiche.<br />
«Non basta indicare i servizi<br />
di consulenza ufficiali offerti dal sindacato<br />
durante l’orario di ufficio»,<br />
dice. È riuscita a costruire un rapporto<br />
personale con i membri: «È vero,<br />
siamo come una famiglia». Durante<br />
la pandemia, gli incontri online sono<br />
diventati importanti: «Tante persone<br />
si sentivano molto sole. Eravamo lì<br />
per loro. Questo ha rafforzato il nostro<br />
gruppo».<br />
Informazioni sul Gruppo<br />
d’interesse Migrazione
Impressum<br />
Redazione: Robin Moret e Giovanni Valerio<br />
(responsabili), Rieke Krüger, Lydia Schebesta<br />
Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Traduzioni: Alleva Translations, Alexandrine Bieri<br />
Correzione bozze: Petra Demarchi<br />
Illustrazioni: Katja Leudolph<br />
Layout e stampa: Stämpfli Kommunikation, Berna<br />
Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />
Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />
Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />
Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />
Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 35– (estero: 50.–)<br />
Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />
e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />
CP, 3001 Berna<br />
La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />
Il prossimo numero uscirà il 9 dicembre 2022.<br />
I termini riportati al maschile, laddove ambivalenti,<br />
sottintendono sempre il genere femminile.<br />
31<br />
Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />
In palio 100 grammi d’argento sotto<br />
forma di lingotti offerti da Banca Cler.<br />
La soluzione sarà pubblicata sul prossimo<br />
numero insieme al nome del vincitore.<br />
Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza<br />
sul concorso. Sono escluse<br />
le vie legali. Inviare la soluzione entro il<br />
4 novembre a <strong>syndicom</strong>, via Genzana 2,<br />
6900 Massagno oppure per mail:<br />
info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
La soluzione del cruciverba dello scorso<br />
numero è PREVENZIONE. La vincitrice è<br />
Augusta Fiora di Sonvico, a cui va il<br />
premio di un buono REKA del valore di<br />
50 franchi. Congratulazioni!<br />
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+41 (0)58 817 18 18 - @<strong>syndicom</strong>.ch
32 Inter-attivi<br />
<strong>syndicom</strong> social<br />
L’energia pulita crea posti di lavoro 08.09.2022<br />
Secondo un rapporto dell’Agenzia Internazionale per<br />
l’Energia (IEA), quasi 40 milioni di persone in tutto il<br />
mondo svolgono lavori legati all’energia pulita. Questo<br />
numero rappresenta il 56% dell’occupazione totale del<br />
settore energetico. Ciò significa che, per la prima volta<br />
in assoluto, i posti di lavoro legati all’energia pulita superano<br />
quelli legati alla produzione, al trasporto e al<br />
consumo dei combustibili fossili.<br />
www.iea.org/reports/world-energy-employment<br />
Casse malati ancora su 26.09.2022<br />
Dal momento che i nuovi premi saranno<br />
annunciati domani, ecco un rapido<br />
promemoria per la corretta formulazione: i premi<br />
di cassa malati non stanno «aumentando più di<br />
quanto non facciano gli affitti. Vengono gonfiati<br />
artificialmente. L’aumento del costo della vita<br />
non è una legge di natura. bye @WidlaNatalia<br />
Sciopero ad Amazon in Germania 14.09.2022<br />
I lavoratori Amazon di Winsen (Bassa Sassonia)<br />
hanno scioperato per ottenere migliori salari e<br />
condizioni di lavoro. Da tempo Amazon si oppone<br />
alle richieste del sindacato ver.di per un CCL.<br />
Sostegno ai lavoratori di Apple 25.08.2022<br />
I lavoratori di Apple in Australia (e ovunque nel<br />
mondo) hanno il pieno sostegno del movimento<br />
globale dei lavoratori. @Mathias_UNI<br />
Tecnologia contro la violenza 28.08.2022<br />
Lanciata l’alleanza Spin-Off Tech contro la violenza!<br />
#withyou gegen #ToxischeBeziehungen & #Häusliche<br />
Gewalt! Con #withyou si impara a conoscere le diverse<br />
forme di violenza e a capire dove trovare aiuto.<br />
with-you.ch<br />
Difendersi dagli attacchi online 01.09.2022<br />
La violenza online rappresenta una minaccia costante<br />
per i giornalisti, con gravi implicazioni per<br />
la libertà di stampa, compresa l’autocensura. Questi<br />
abusi colpiscono in particolare le donne. Per<br />
questo l’International Women’s Media Foundation<br />
ha pubblicato una guida contro la violenza online.<br />
www.iwmf.org/newsroom-policy-guide<br />
Retraite Stampa e Media elettronici 21.09.2022<br />
Sono nuovo, ma alzo forte la mia voce per questo<br />
sindacato solido, che fa un lavoro prezioso per noi<br />
giornalisti! Unitevi a @<strong>syndicom</strong> & grazie per l’invito.<br />
@dan_faulhaber<br />
UNI Global e H&M in Perù, accordo storico 08.09.2022<br />
Un sindacato peruviano, membro di UNI Global, ha firmato un<br />
contratto collettivo con H&M, il colosso globale dell’abbigliamento.<br />
È il primo di questo tipo nel paese andino.<br />
News online, quando il troppo stroppia<br />
15.06.2022<br />
Secondo la relazione annuale del Reuters<br />
Institute di Oxford sull’informazione on line<br />
nel mondo, risulta che il 38% della popolazione la evita<br />
consapevolmente, mentre il 43% lamenta un sovraccarico<br />
che porta alla saturazione. Avere troppo equivale a non<br />
avere nulla, senza un filtro per selezionarla.<br />
reutersinstitute.politics.ox.ac.uk<br />
Lucerna, basta Airbnb 19.08.2022<br />
Abbiamo presentato l’iniziativa «Wohnraum<br />
schützen – Airbnb regulieren<br />
(proteggere gli spazi abitativi – regolamentare<br />
Airbnb). Ora il Consiglio comunale di<br />
Lucerna sta avanzando una controproposta che<br />
sacrificherebbe centinaia di appartamenti aggiuntivi.<br />
Così non va! form.typeform.com/to/Ka7dTyt0<br />
Delusione dopo AVS21 25.09.2022<br />
totocaca65 su instagram.com/<strong>syndicom</strong><br />
Non riesco proprio a capire perché donne e<br />
uomini della Svizzera tedesca abbiano<br />
votato a favore di iniziative senza senso #avs #avs21<br />
#avs21non #65cesttoujoursnon @avs21non<br />
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