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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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8. Così celeste

“Forte è chi sa toccare con delicatezza le fragilità degli altri.”

Erin Doom

Una volta lessi una frase di Foucault che diceva: “Sviluppate la vostra

legittima stranezza”.

Io avevo sempre coltivato di nascosto la mia, perché crescendo mi era

stato insegnato che agli occhi degli altri la normalità era più accettabile.

Parlavo con animali che non potevano rispondermi. Mettevo in salvo

bestioline che la gente nemmeno notava. Davo valore a ciò che era reputato

insignificante, forse perché volevo dimostrare che anche le creature più

piccole come me potessero contare qualcosa.

Sollevai la mano. Ero nel giardino di casa, e il sole baciava dolcemente le

fronde dell’albicocco. Avvicinai le dita al tronco e aiutai un piccolo bruco

di un verde brillante a raggiungere la corteccia.

Me lo ero ritrovato in camera sotto la finestra e gli stavo restituendo la

sua libertà.

«Ecco», sussurrai in un filo di voce. Sorrisi vedendolo ondeggiare dentro

un’insenatura del tronco. Intrecciai le dita e rimasi a osservarlo con quieta

serenità.

Avevo sempre sentito dire che solo un grande potere aveva il dono di

cambiare il mondo.

Io non avevo mai voluto cambiare il mondo, ma avevo sempre pensato

che, invece, non fossero i grandi gesti o le manifestazioni di forza a fare la

differenza.

Per me erano le piccole cose. Le azioni quotidiane. Semplici atti di

gentilezza compiuti dalla gente comune.

Ognuno, per quanto piccolo, può lasciare un po’ di sé in questo mondo.

Quando tornai dentro casa mi venne da sorridere. Era sabato mattina e la

fragranza tostata del caffè si diffondeva dalla cucina in maniera irresistibile.

Chiusi gli occhi, beata, inspirando a fondo quel profumo così buono.

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