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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Puoi tenerla! Te la regalo.»

«Davvero?» sussurrai, ammaliata da un regalo così bello, che

intrappolava il tempo e catturava i colori. C’era una sorta di incanto

nell’avere un frammento di vita sul palmo della propria mano.

«Certo. Io ne ho così tante, non preoccuparti! Nonna ha provato a

regalarmi degli album dove raccoglierle ma in tutto quell’ordine non riesco

a trovarmi. Vedi?» Mi indicò quella galassia di foto. «Le albe a est; e i

tramonti a ovest. I cieli vicino alla scrivania, così quando studio mi sento

più leggera. E le persone attorno al letto, così non mi sento sola la notte, se

non riesco a dormire. Scorro i sorrisi e mi addormento prima di finire di

contarli.»

«Come ti è venuta la passione per le foto?» domandai sfilando accanto a

tutti quei volti.

«Grazie ai miei genitori.»

Mi raccontò che erano via da mesi. Erano fotografi di fama

internazionale che realizzavano servizi per riviste del calibro di National

Geographic e Lonely Planet, perciò il lavoro li portava costantemente in

giro per il mondo alla scoperta di paesaggi esotici e scenari agli angoli della

terra. Non tornavano spesso a casa, così sua nonna era venuta lì a vivere

con lei.

«È una cosa davvero molto bella, Billie», dissi in un sussurro, rapita da

una realtà tanto sorprendente. Vidi foto dei suoi genitori tra le montagne del

Grand Canyon, ai piedi di una piramide Maya, e poi in un’esplosione di

farfalle, dentro un’antica tenda pelle rossa. «Devi essere molto fiera di

loro…»

Lei annuì orgogliosa, guardandoli. «Lo sono. A volte non possiamo

sentirci perché raggiungono posti talmente sperduti che non c’è campo né

connessione. L’ultima volta che li ho sentiti è stato quattro giorni fa.»

«Devono mancarti molto.»

Billie fissò malinconica una foto in cui sorridevano; la carezzò con le

dita, salutandoli, e percepii la nostalgia che sentiva come se fosse mia.

«Un giorno sarò come loro. Partirò insieme a mamma e papà e riempirò

la stanza di foto in cui ci sono anch’io. Vedrai,» mi rassicurò con tacito

desiderio, «da grande sarò proprio lì, dietro quella patina lucida che ci

divide.»

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