10.10.2022 Views

Domm Erin - Fabbricante di lacrime

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Aveva appena dato una dimostrazione di violenza, freddezza e incuranza.

Eppure i loro sguardi gli bruciarono addosso come tizzoni. La sua

presenza era ancora lì.

Rigel ribaltava ciò che era logico e ragionevole. L’atteggiamento

spregiudicato che trasudava dai suoi gesti sembrava renderlo ai loro occhi

ancora più desiderabile. Emanava un’oscurità inspiegabile, oltre a essere

bello come un dio, e ogni ragazza nonostante tutto avrebbe voluto lasciarsi

inghiottire da quel mistero pericoloso che sprigionavano i suoi occhi.

Quando tornai in cortile, scossa, avevo in bocca uno strano sapore.

Vedevo ancora quella scena davanti a me…

«Eccoti!» Billie mi riscosse con un sorriso. «L’hai trovato?»

Sbattei le palpebre cercando di non farle vedere quanto fossi turbata.

Rigel mi creava sensazioni incomprensibili, profonde e inquiete, in grado di

creare disordine dentro di me.

«Sì», mi limitai a sussurrare. Mi morsi il labbro e distolsi lo sguardo

impedendole di capire.

«Meglio muoversi», mi esortò. Il grosso Wrangler stava nel bel mezzo

della strada trafficata, tra autisti arrabbiati e motorini in coda. «La

situazione non sembra molto allegra.»

«Un momento, ma… non aspettiamo Miki?»

«Oh, no, lei non viene», rispose lei tranquilla. «Oggi non può.»

Avevo creduto saremmo state noi tre, e invece…

Attraversammo i cancelli e raggiungemmo in fretta la macchina.

Quando aprii la portiera, la nonna di Billie ci lanciò un’occhiata da dietro

gli occhiali da sole.

«Ciao, nonna! Come va l’anca oggi?»

«Bando alle ciance, salite», ordinò subito, autoritaria, e noi ubbidimmo.

Mi sistemai nel sedile posteriore, fissandola con i miei occhioni.

«Lei è Nica», mi presentò Billie mentre la nonna metteva in moto.

Sollevai una mano, timida, e lei mi guardò dallo specchietto. Istintivamente,

il timore di non piacerle mi punse il cuore, e temetti di non essere

all’altezza delle sue aspettative, qualunque esse fossero.

«Ciao, cara», rispose invece dolce, facendomi rilassare.

Sollevata, sorrisi. Decisi di godermi finalmente il momento, e spinsi

Rigel in un angolo della mente, lontano da tutto il resto.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!