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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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riferimento stabili avevano minato gravemente la sua capacità di creare

legami affettivi.

Non era colpa sua. Lui si era protetto come con una malattia, sviluppando

gli anticorpi che gli avrebbero permesso di non ammalarsi.

Nel buio di quella strada, avevo accettato il suo silenzio e gli avevo preso

la mano. Non avevo potuto dirgli quanto Anna e Norman in realtà lo

amassero, ma nel profondo ero certa che, anche se non esisteva più, il

bambino che era stato una volta avrebbe voluto poterli ricambiare.

Il campanello suonò ancora.

Appoggiai il mio bicchiere e mi diressi nuovamente verso il portone, ma

prima di raggiungere l’ingresso Klaus mi sgusciò tra le gambe. Si fermò e

mi rivolse un’occhiata indignata, infastidito nell’avere tutti quegli ospiti per

casa; così lo presi in braccio, e lui mugolò infastidito. Gli diedi un bacio

sulla testa, grattandolo dietro le orecchie come gli piaceva, e sorrisi quando

gli scapparono delle fusa; lo carezzai con dolcezza e poi lo misi sul primo

gradino delle scale, dove lui mi scoccò un’occhiata risentita, probabilmente

offeso per non aver continuato a coccolarlo come meritava.

«Eccomi…» aprii la porta.

E il mio corpo si bloccò.

Il passato mi si aprì sugli occhi, scardinandomi per un attimo dal

presente.

Il ragazzo davanti a me si voltò. Nell’istante in cui lo guardai in viso

avvertii il cuore sparire, il tempo fermarsi.

«…Peter?» sussurrai in un filo di voce.

Lui mi fissò con quegli occhi che ricordavo perfettamente.

«Nica…»

Sentii il cuore gonfiarsi fino a togliermi il respiro: l’incredulità mi assalì

a tal punto che, irrazionalmente, le mie braccia si mossero in avanti. Lo

abbracciai, e i suoi capelli rossi mi sfiorarono la guancia.

Peter tremò, si irrigidì, ma io ero preda di un’emozione troppo sorda per

accorgermene. Il cuore mi batteva forte in petto.

Di lui ricordavo quel bambino magro, dalle occhiaie persistenti, che

piangeva sempre più degli altri e si nascondeva dietro chiunque. Non aveva

mai saputo difendersi dalla crudeltà: un’anima morbida come la sua non

aveva la forza nemmeno per proteggersi.

«Non… Non ci posso credere…» esalai, staccandomi da lui. Sentii gli

occhi inumiditi, ma notai solo in quel momento il pallore drastico che gli

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