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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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voce per prevalere.

«Dei tizi mi avevano fatto innervosire. Forse dovrei ascoltare il mio

psichiatra quando mi dice che ho gravi problemi di gestione della rabbia e

una forte propensione ai disturbi della personalità…»

Scoppiò a ridere con leggerezza, scrollando il capo, e Will lo fissò con

occhi grossi come mandarini.

Io sorrisi nervosamente.

«Gli… Gli piace scherzare…»

Le ragazze si rilassarono, cogliendo quello strano senso dell’umorismo,

ma Will rimase raggelato, come se l’incarnazione del mio ragazzo fosse

persino peggio dell’idea che si era fatto di lui.

«Allora, andiamo?» propose Rigel con fare innocente, tremendo fino al

midollo. Aveva ancora il braccio attorno alle mie spalle, come se quella

situazione lo rilassasse enormemente. Mi sembrò di vedere Will deglutire

appena.

«Quindi… vieni anche tu?»

«Oh, l’invito non valeva per me? Eppure mi sembrava che avessi detto

diversamente quel pomeriggio al telefono…» Rigel lasciò sfumare il

discorso, inchiodandolo con uno sguardo penetrante che rievocò tutti gli

amabili consigli di quella conversazione.

Will sembrò afferrare al volo. Si voltò ed entrò nel locale, in fretta, come

se non desiderasse altro che venir inghiottito dalla porta girevole. Le mie

compagne entrarono dopo di lui, chiacchierando serene sulla ricercatezza

del locale.

«Lo sai,» mormorò Rigel, aspro, quando rimanemmo da soli, «hai una

strana attitudine ad attirare gli imbecilli.»

«Puoi smetterla di terrorizzarlo?» Gli rivolsi un’occhiata di traverso.

«Non ci penso neanche», rispose, stringendo il braccio per sibilarmi

quelle parole nel timpano. Il calore compatto del suo corpo mise a dura

prova la mia buona volontà, e sospettai che lui lo sapesse.

«È per questo che sei venuto? Per Will?» domandai con una sfumatura

indurita nella voce, mentre ci infilavamo insieme tra i battenti girevoli. Il

suo polso largo mi sfiorò il viso e io desiderai stringerlo. Soltanto un po’.

«Volevi che conoscessi i tuoi amici da tempo… Sbaglio?»

Eccolo che rigirava la frittata. Era vero che molte volte avevo espresso

quel desiderio con lui, ma lo conoscevo anche abbastanza bene da capire

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