10.10.2022 Views

Domm Erin - Fabbricante di lacrime

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Due nostre compagne ci raggiunsero, interrompendo quella

conversazione. Will si morse le labbra e sollevò gli occhi su di loro, per poi

ricambiare il saluto con un sorriso. Volevo davvero sperare che la sua

proposta fosse in totale amicizia, ma temevo non fosse così. Scacciai quel

pensiero e mi concentrai sulle altre. Era raro che uscissimo insieme in

verità, ma mi piacevano quelle ragazze, parlavamo della nostra passione

comune e condividevamo una realtà che ci interessava profondamente.

Sarebbe dovuta venire anche una coppia, ma scoprimmo che a causa di un

contrattempo non ci avrebbe più raggiunti.

«Quindi… siamo soltanto noi?»

Will cercò conferma da parte loro, che annuirono. A quell’affermazione, i

suoi occhi scivolarono di nuovo su di me.

Mi osservò un momento prima di aggiungere: «Allora entriamo…»

«Ne ho sentito parlare molto bene», sorrisi contenta, accennando al

locale. «Due mie care amiche sono già venute qui e mi hanno detto che le

birre artigianali sono buonissime! Inoltre con le consumazioni portano

anche dei tramezzini con dentro una salsa speciale, e pure delle patatine che

sono la fine del…»

Non feci in tempo a terminare che qualcuno arrivò da dietro, mi sollevò

con forza il viso da sotto e schiantò le sue labbra sulle mie.

Mi si mozzò il fiato e riconobbi il profumo di Rigel con un tuffo al cuore:

le sue dita mi strinsero la mandibola e mi sottomisero a un bacio così

focoso e improvviso da strapparmi il respiro. Divorò le mie labbra,

assalendomi con una tale spinta che il mio corpo esile quasi cedette sotto

quell’impeto incendiario.

Mi aggrappai al suo braccio, e Rigel piantò gli occhi affilati su Will,

scoccandogli uno sguardo incandescente senza smettere di baciarmi.

Quando strinsi la pelle del suo giubbotto ed ebbi la certezza di non avere

più fiato nel petto, lui decise di staccarsi.

Paonazza e stravolta, mi rimisi i capelli a posto, e Rigel mi tenne il

braccio sulla spalla prima di voltarsi con casualità innocente verso i volti

ammutoliti dei presenti.

«Oh, William,» enunciò schioccando la lingua, «ci sei anche tu. Ma che

sbadato, non ti avevo proprio visto.»

L’aveva visto eccome. Gli aveva anche lanciato un’occhiata di puro

fuoco.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!