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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Non era una materia semplice, e avevo subito chiamato Rigel per

comunicargli la mia felicità, perché sapeva quanta passione mettevo nel mio

percorso universitario. Era sempre il primo che chiamavo dopo un esame, e

l’unico che quando mi faceva un complimento mi rendeva sorridente e

gioiosa come una bambina.

Divertiti con gli altri, replicò con una premura insolita.

Avrei preso una birra insieme ad alcuni compagni di corso, prima di cena.

A detta loro, un esame così importante andava festeggiato, e io avevo

trovato l’idea molto carina. Ero passata da casa a cambiarmi, vestendomi

già per la serata, così non avrei dovuto assentarmi più tardi con gli ospiti in

giro per casa.

Grazie, inviai, sorridendo allo schermo, poi misi via il cellulare e mi

affrettai a raggiungere il locale.

Lo trovai illuminato, raffinato ed invitante; la vetrata lasciava intravedere

file di luci che pendevano dal soffitto come rami di un salice piangente, e i

divanetti in cuoio rendevano l’ambiente il posto giusto per rilassarsi in

compagnia.

Will era già arrivato. Stava aspettando lì davanti, ma non si accorse della

mia presenza finché non fui alle sue spalle.

«Ciao! È da molto che aspetti?»

«Ehi. No, sono appena arriva…to…» le parole gli sfumarono sulla bocca

quando si voltò.

Il suo sguardo scese sulla mia figura e io controllai il mio riflesso nel

vetro del locale per accertarmi di non avere nulla fuori posto.

Indossavo degli stivaletti con il tacco, un paio di pantaloni attillati e un

giacchetto corto che mi arrivava alla vita; sotto, avevo optato per un top di

un grigio perla che si intonava ai miei occhi. Aveva il bustino rigido e

lunghe maniche a sbuffo, in organza, che lo rendevano sofisticato e

femminile. Avevo lasciato i capelli sciolti e al collo invece avevo legato lo

splendido ciondolino a forma di lacrima che mi aveva regalato Rigel per il

compleanno.

Per la serata avevo anche applicato un trucco leggero che mi rendeva gli

occhi brillanti, mentre un rossetto tenue accentuava la morbidezza delle mie

labbra e le rendeva ancora più carnose, esaltando il colorito roseo delle mie

guance.

Dopo aver superato i muri e acquisito confidenza, qualche anno prima, io

e Anna avevamo condiviso uno di quei momenti mamma e figlia che avevo

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