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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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per un pelo: mi aggrappai al gabinetto e poi vomitai tutto il malessere che

mi corrodeva l’anima.

Il sudore mi accapponò la pelle, strizzandomi le viscere. Trasalii mentre

le lacrime dello sforzo mi accecavano gli occhi: la rividi lì, con quel ghigno

canzonatorio e tutto il dolore che mi aveva procurato.

Davanti a Lei non ero una donna di ventun anni.

Ero ancora la bambina piccola e sporca che pregava di essere brava.

Delle mani mi toccarono, cercarono un contatto con me, ma la repulsione

mi assalì e il mio cervello rifiutò quel tocco. Spinsi via le dita che tentarono

di aiutarmi, e una voce conosciuta cercò di indurmi a ragionare.

«Lascia… No. Ferma…»

Asia cercò di calmarmi, combattendo le manate con cui la respingevo.

Forse le feci male, ma non ero in me: lei riuscì a prendermi le spalle e io

tremai.

«Va tutto bene. Sei stata brava. Sei stata brava…»

Cercai di allontanarmi ma lei mi bloccò, stringendomi in un modo strano,

spigoloso, pieno di difficoltà.

Eppure tiepido.

Tentai di liberarmi, ma alla fine quella stretta vinse le mie reticenze.

Le sue mani non erano dolci come quelle di Anna, né familiari come

quelle di Adeline.

Ma mi tenevano.

E anche se venivamo da realtà diverse, anche se provenivamo da due

universi che non si erano toccati mai, sfogai le lacrime e lasciai che lei, per

una volta, sfiorasse quel cuore di bambina che non avrei mai voluto

permettere a nessuno di vedere.

Quella sera rimasi sotto la doccia per un tempo interminabile. Lavai via il

sudore, l’angoscia e i brividi che mi erano rimasti incollati alla pelle. Lavai

via l’odore della paura, i graffi sui polsi e quel che restava di quella

giornata.

Poi raggiunsi l’appartamento di Rigel con l’anima stropicciata e gli occhi

vacui.

La mia esistenza sembrava sbavata, come qualcosa di cancellato con la

gomma. La verità era che avevo bisogno di respirare un po’ la sua presenza,

di viverlo anche solo per un istante, perché nel buio in cui a volte

ripiombavo lui era l’unica luce in grado di donarmi sollievo.

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