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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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E la vidi.

Seduta al tavolo degli imputati, come una vecchia fotografia.

Guardai la donna che mi aveva strappato i miei sogni da bambina e il

tempo sembrò tornare indietro di anni.

Non era cambiata. Era sempre Lei.

Margaret mi fissava con i suoi occhi pungenti come spilli, i capelli grigi e

stopposi che le arrivavano sopra le spalle. Era invecchiata, il volto da

mastino era segnato dal fumo delle sigarette e dall’alcol, ma quell’aspetto

trascurato non faceva che infossarle ancora di più lo sguardo, rendendolo

feroce. Aveva ancora quegli avambracci forti, quelle mani grosse e nervose

che più di una volta mi avevano incrinato le costole.

Se le guardavo, potevo ancora sentirle affondare nella mia carne.

Continuai a fissarla e i suoi occhi mi scivolarono addosso, studiarono i

miei vestiti puliti e il mio aspetto sano e cresciuto come se non mi

riconoscesse del tutto; sembrava non credere che, dopo tutto quel tempo,

quel mostriciattolo con le dita piene di cerotti e il viso sporco potesse essere

la ragazza curata e nutrita che aveva dinnanzi.

Una strana follia si impossessò del mio cuore. Le mie tempie pulsarono,

il battito cominciò a galoppare. Mi sembrò che qualcuno mi avesse appena

rivoltato l’anima su se stessa.

«Signorina Milligan?»

«Sì», sussurrai con voce irriconoscibile. Le mie dita tremavano in modo

incontrollato ma mi sforzai di non farlo vedere. L’avvocato difensore si

portò le mani dietro la schiena.

«Risponda alla domanda.»

«Sì. Dirigeva l’istituto.»

Qualcosa in me strillò, si dimenò, minacciò di soffocarmi. Mi ribellai a

quelle sensazioni, costringendomi a restare presente, a non buttare all’aria

tutti gli sforzi che avevo fatto col mio psicologo. Avevamo affrontato la

tutrice tante volte nella mia testa, ma averla davanti era come un incubo che

tornava realtà.

L’avvocato proseguì con le domande. Risposi lentamente, lottando contro

le mie insicurezze, le parole che si inceppavano, la voce che veniva meno,

ma senza bloccarmi mai.

Avrei voluto guardarla negli occhi e farle vedere con fierezza la donna

che ero diventata.

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