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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Come quelle del fabbricante.

«Ora vuoi sapere perché ti ho fatta venire qui?»

Mi voltai verso di lui, ancora scossa per quel regalo che celava dentro un

significato immenso e soltanto nostro. Rigel mi tirò piano verso di lui, ma

capii che mi stava semplicemente invitando ad avvicinarmi alla porta da cui

era uscito. Non compresi finché i suoi occhi non si posarono su uno dei

campanelli presenti, e i miei non fecero lo stesso.

Sulla terza fila, un cartellino nuovo recitava “Wilde”.

Alzai il viso, sgomenta, incapace di parlare.

«È il mio appartamento.»

«Il tuo…»

Rigel mi guardò con i suoi profondi occhi neri.

«È dall’inizio dell’università che metto da parte i soldi. Le ripetizioni…

mi servivano per l’affitto, quando avessi trovato un posto. E l’ho trovato.»

Sentii il battito riempirmi le orecchie fino a frastornarmi, mentre lui

mormorava: «Ricordi quella ragazza che non riusciva a laurearsi? Con me

ha passato l’ultimo esame che si portava dietro da un anno. E per

ringraziarmi del fatto che sono un bravo insegnante,» sollevò un angolo

della bocca, ghignando, «mi ha offerto un bell’appartamento in città a un

prezzo eccezionale. Volevo che fosse una sorpresa.»

Lo fissai con gli occhi sgranati e il cuore che tremava, e lui mi mise una

ciocca di capelli dietro l’orecchio, inclinando il volto attraente.

«Non ti sto chiedendo niente», sussurrò guardandomi negli occhi. «So

che casa tua è quella dove sei ora. So che ti stai finalmente godendo tutto

quello che hai. Ma se tu volessi venire qualche volta… fermarti… restare da

me…»

Non ce la feci più. Il mio petto esplose, sprigionando un calore che

annullò anche la luce del sole. Gli gettai le braccia al collo, stringendolo a

me con tutte le forze che avevo.

«È meraviglioso!» gridai, facendolo vacillare. Mi aggrappai al suo corpo

e lui mi sostenne. «Oh, Rigel! Non posso crederci!»

Risi, mentre affondavo il viso nella sua gola, entusiasta che non dovesse

stare più in istituto, che avesse un posto per lui, una sua casa, entusiasta per

la sua libertà. Entusiasta che fosse così unico e sorprendente, che non

dovessimo più stare così lontani, perché non vedevo l’ora di passare con lui

giornate intere e notti interminabili. E risvegliarmi accanto al suo volto la

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