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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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schermo per stare al passo con la sua altezza.

«C-Ciao, sono Will. Un compagno di corso di Nica… Tu… sì, sei il

suo…»

«Ragazzo», scandì Rigel avanzando. «Compagno. Fidanzato. Decidi tu

quale ti piace di più.»

Negli occhi di Will colsi il disagio più profondo.

L’idea che doveva essersi fatto di lui era evidentemente molto diversa da

quello che stava vedendo. Per un momento mi chiesi come avrebbe reagito

a trovarselo veramente davanti, così imponente e intimidatorio come solo il

lupo sapeva essere.

Rigel si fermò dietro di me, e mi ritrovai a deglutire anche io. Poi si

piegò in avanti, e inchiodando lo sguardo su Will sibilò: «Stavi dicendo?»

«S-Stavo appunto dicendo… cioè chiedendo a Nica se volessimo andare

tutti insieme a festeggiare, che so… da qualche parte…»

«Ma che proposta deliziosa», strascicò lui, con un tono che di deliziato

non aveva nulla. «Davvero premuroso. Perché sai, per un momento, caro

William… ho avuto la spiacevole impressione che le stessi chiedendo di

uscire.»

«No, io…»

«Oh, di certo devo avere sentito male,» ringhiò Rigel, sbranandolo con lo

sguardo. «Un ragazzo sveglio come te non commetterebbe sicuramente un

azzardo del genere. Dico bene?»

«Rigel», sussurrai tesa, cercando di calmarlo, ma sussultai quando invece

lui mi tolse il telefono dalle mani. Spalancai la bocca, e prima che potessi

riprenderlo lo portò alla sua altezza.

«Rigel!»

«Ora che ci penso, William,» schioccò la lingua mentre lo inseguivo,

«credo proprio che rifiuteremo la tua gentile offerta. Anzi, ho un’idea

migliore. Perché non ti prendi da solo quella birra che tanto vuoi? Così

magari rifletti bene su chi ti trascura con tanta crudeltà.»

William lo fissò stravolto, e dovette pensare che fosse uno squilibrato

quando Rigel gli sorrise in quel modo che faceva venire i brividi.

«Buon divertimento. È stato un vero piacere conoscerti… Oh, un’ultima

cosa…» e abbassò la voce così tanto che a stento la sentii, «la prossima

volta che la chiami occhi d’argento avrai un motivo per chiamarti occhi

neri…»

E gli riattaccò il telefono in faccia.

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