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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Rigel non era di certo la una persona che si prodigava per aiutare gli altri;

se lo faceva c’era un motivo. Avevo capito che quei soldi gli servivano per

qualcosa, perché non li spendeva con leggerezza come avrebbe fatto

chiunque altro.

Era un mistero che lui non aveva voluto chiarirmi.

Nonostante il tempo che passava, aveva ancora dei segreti con me.

Quella consapevolezza non fece che aumentare il senso pungente che

provavo.

Venni nuovamente riscossa dal cellulare.

Si trattava di un messaggio.

Un suo messaggio…

Il cuore mi batté forte, ma nel momento in cui lo aprii rimasi interdetta

nel vedere che non era ciò che speravo.

Mi aveva mandato un indirizzo. Sotto quello, le uniche parole che aveva

aggiunto erano state: Vieni qui.

Fissai il messaggio, aspettandomi di trovarci altro, forse un augurio, un

accenno, qualcosa, invece mi ritrovai delusa. Non c’era nulla di tutto

questo.

Rilessi l’indirizzo che mi aveva inviato, ma non lo riconobbi. Intuii che

fosse in centro, ma quella via non mi disse altro. Non c’era niente di

speciale in quel messaggio, niente di diverso.

Con una punta di delusione nel cuore, abbassai gli occhi e tornai dentro

casa.

Mezz’ora dopo, ero giunta a destinazione. Mi guardai intorno,

cercandolo, e quando mi accorsi che non era da nessuna parte supposi che

non fosse ancora arrivato. Gli scrissi rapidamente che ero lì, informandolo

che ero arrivata.

D’un tratto la schermata del mio telefonino si riaccese. La richiesta di

una videochiamata illuminava a intermittenza lo schermo. Due iridi verdi

brillavano nell’icona, e io sollevai il cellulare prima di accettare.

«Will», lo salutai, inquadrandomi il viso.

Un ragazzo dai capelli castani ricambiò con entusiasmo.

«Auguri, occhi d’argento!»

Un sorriso mi incurvò appena le labbra e io scrollai la testa, imbarazzata.

«Grazie…»

«Allora? Come ci si sente a essere grandi?»

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