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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Avevo sempre pensato che si sarebbe proiettato verso materie più…

filosofiche, o letterarie, vista la sconfinata cultura che nutriva al riguardo.

Invece, Rigel aveva scelto di studiare ingegneria. E tra tutte le branche

disponibili, la sua decisione era ricaduta su quella aerospaziale.

Era uno dei percorsi più difficili e complessi con cui proseguire gli studi,

e molti studenti gettavano la spugna senza concludere nemmeno il primo

anno, ma era dalla fine del liceo che mi ero accorta come l’universo, in

qualche modo, lo affascinasse.

In ospedale non faceva che leggere libri sulla meccanica dei corpi celesti,

e più gli portavo testi sulla cinematica delle stelle più lui sembrava incline a

perdere il sonno pur di passare la notte a capirne leggi e teorie.

In tutta sincerità, non avrei mai creduto potesse interessarsi allo spazio in

quel modo. Probabilmente per via del legame controverso che aveva sempre

avuto con il suo nome, e con tutto quello che significava per lui la

solitudine delle stelle. Ma forse, in qualche maniera, costellazioni e galassie

gli erano entrati dentro a tal punto che il desiderio di comprenderne moti e

segreti si era tramutato in un interesse profondo e sconfinato, fino a

diventare una scelta.

Abbiamo paura solo di ciò che non conosciamo, avevo letto una volta. E

Rigel aveva scelto di non lasciarsi più dominare da ciò che lo aveva

segnato, ma anzi di studiarlo fino a comprenderlo, sviscerarlo e farlo suo.

Forse le stelle erano sempre state scritte nella sua vita fin da quando

avevano fatto la guardia su di lui, quella notte, avvolto in un cesto davanti

ai cancelli del Grave.

I professori non facevano che dirgli quanto fosse brillante, e che

sicuramente avrebbe fatto carriera.

Tuttavia, per quanto fossi contenta, il percorso che aveva scelto gli

toglieva ancora più tempo di quanto non ne facesse il mio. E come se non

bastasse, fin dal primo anno Rigel aveva iniziato a sfruttare le sue

conoscenze per dare ripetizioni.

Era assurdo quanti studenti si disperassero per passare gli esami.

Soprattutto in una facoltà difficile come la sua. Alcuni gli offrivano dei

compensi esorbitanti per farsi dare una mano, altri avevano bisogno di

passare l’ultimo ostacolo per laurearsi e sembravano disposti a tutto.

Per questo motivo ultimamente non lo vedevo quasi mai. Era impegnato

con gli elaborati da consegnare, e le ripetizioni gli prendevano gran parte

del tempo, come se… avessero per lui uno scopo preciso.

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