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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Miki non era mai stata brava a farsi nuovi amici. E Vincent… beh, non

era un amico, ma il fidanzato di Billie. E nonostante quel posto speciale nel

suo cuore ora appartenesse unicamente a Sarah, forse per qualche sorta di…

protezione naturale verso la sua migliore amica, Miki non aveva ancora

mollato la difensiva.

Il loro rapporto era sempre stato molto esclusivo. Forse era per questo

che era così complicato.

«Dalle tempo. Vedrai che domani sera andrà bene.»

«È che… Vorrei solo che lui le piacesse, ecco», sospirò. «Ci tengo

molto… Sapere che le persone a cui voglio bene lo apprezzano è importante

per me», mugugnò, e io assottigliai le palpebre con comprensione. In questo

eravamo molto simili.

«Sono sicura che lui le piaccia. È solo che ha bisogno del suo tempo per

esternarlo. E poi Sarah adora Vincent… Riuscirà ad ammorbidirla, vedrai.

Non preoccuparti.»

Billie sospirò ancora, ma questa volta ero certa stesse sorridendo.

«Speriamo il vino faccia il suo effetto», buttò lì, e io nascosi un sorriso.

Facemmo altre due chiacchiere e poi la salutai, promettendole che ci

saremmo sentite il giorno dopo per accordarci sull’orario.

Quando riattaccai, quel lieve senso di delusione non se n’era andato. Il

cuore mi pizzicava un po’, come se qualcuno lo stesse pungolando con uno

spillo.

Era una giornata speciale, e anche se fin da bambina non avevo mai

vissuto di aspettative, le cose erano cambiate, noi eravamo cresciuti e io

non riuscii a non pensare che ricevere i suoi auguri, il giorno del mio

ventunesimo compleanno, fosse un desiderio che nessuno poteva

biasimarmi.

Tutto quello che volevo era sentire la sua voce carezzarmi le orecchie, e

incrociare gli occhi scuri dentro cui avevo lasciato il cuore. Lo volevo lì, in

tutto e per tutto, e anche se io ero stata la prima a dirgli che avevo un esame

da consegnare non riuscii a rassegnarmi all’idea che proprio quel giorno

fossimo distanti.

Che proprio quel giorno lui non avesse chiamato.

Che proprio quel giorno fosse preso da chissà quale impegno

universitario.

Dati i voti eccellenti con cui era uscito dal liceo, Rigel aveva ottenuto

una promettente borsa di studio per l’Alabama State University.

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