10.10.2022 Views

Domm Erin - Fabbricante di lacrime

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Aprii il lavandino e mi bagnai i polsi con l’acqua fredda, riacquistando

pian piano la mia quiete interiore. Rimasi lì un tempo lunghissimo, mentre i

pensieri si schiarivano e la luce tornava a riempire i miei angoli più bui.

Sarebbe andato tutto bene. Non vivevo più in mezzo ai ricordi. Non

dovevo più avere paura… Ero lontana, salva, al sicuro. Ero libera. E avevo

l’opportunità di essere felice…

Quando uscii dal bagno mi accorsi che ormai si era fatta mattina.

Quel giorno avevamo biologia alla prima ora, perciò feci in modo di non

arrivare in ritardo a lezione. Il docente che teneva il corso, il professor

Kryll, non era molto rinomato per la sua pazienza.

Davanti a scuola, anche quella mattina il marciapiede era gremito di

studenti. Mi sorpresi moltissimo quando nella calca sentii una voce gridare:

«Nica!»

Billie era davanti ai cancelli, i ricci che ciondolavano nel movimento

euforico del suo braccio. Sorrideva raggiante e mi ritrovai a fissarla

interdetta, nuova a quelle attenzioni.

Mi aveva vista in mezzo a tutta quella gente?

«Ciao», la salutai timidamente, cercando di non far vedere quanto mi

rendesse felice che lei mi avesse notata tra tante persone.

«Allora come sta andando la prima settimana di scuola? Hai già

sviluppato istinti suicidi? Kryll ti fa ammattire, vero?»

Mi grattai la guancia. A dir la verità avevo trovato affascinante la sua

classificazione degli invertebrati, ma dal modo in cui gli altri ne parlavano

sembrava che avesse instaurato una sorta di regime di terrorismo per la sua

materia.

«In realtà,» buttai lì tentennante, «non l’ho trovato così male…»

Lei scoppiò a ridere come se avessi fatto una battuta.

«Certo!» mi diede una pacca scherzosa che mi fece sussultare. Mentre

camminavamo insieme, notai che aveva una piccola macchina fotografica

lavorata all’uncinetto appesa alla cerniera del suo zaino.

L’istante dopo Billie si illuminò. Corse subito in avanti, euforica,

fermandosi vicino a una schiena, che strinse da dietro.

«Buongiorno!» enunciò beata, abbracciando lo zaino di Miki. Lei si voltò

con espressione mortuaria: le occhiaie spiccavano sul viso sbattuto dal

sonno.

«Sei arrivata presto!» trillò Billie. «Come stai? Che lezioni hai oggi?

Torniamo a casa insieme dopo?»

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!