10.10.2022 Views

Domm Erin - Fabbricante di lacrime

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

capelli, e mentre Asia borbottava sdegnata che era impossibile, Adeline

ridacchiava piano e le mostrava come fare una treccia a lisca di pesce.

Col tempo Asia era tornata anche senza che glielo chiedessi.

«Non è così male», soffiò Adeline, scherzosa.

«No, infatti», convenni. «Ha modi un po’ difficili, ma… è una brava

persona. Non fa altro che dire che sono ostinata.» Sorrisi ricordando le sue

parole. «“Inguaribile, testarda e tenace come la speranza”.»

«È vero. Lo sei. Sei come la speranza.»

Alzai il viso e guardai Adeline negli occhi. Il suo tono non era

scanzonato come il mio. No… Era sincero.

«Io non sarei riuscita a fare quello che hai fatto tu.»

«Adeline…»

«No», disse con voce trasparente. «Non sarei riuscita a farcela. A

restargli accanto ogni giorno senza perdermi mai d’animo. A svegliarmi

ogni mattino con la forza di sorridere. Tu gli hai donato tutto di te… Gli hai

parlato ogni giorno, e ogni notte. Hai avuto la forza di continuare anche

quando ti stavi spegnendo… Non ti sei mai arresa. È vero quello che dice il

dottore. Solo una luce potente come la tua poteva riportarlo a casa.»

Un calore imbarazzato mi invase il petto, e io arcuai appena le labbra.

«Il dottore non l’ha mai detto…» bofonchiai, ma Adeline mi rivolse lo

stesso fragile sorriso.

«Mi ha chiesto che rimanesse una confidenza.»

Abbassai il viso, guardandomi le dita. I miei cerotti erano un tripudio

rassicurante di colori.

«Asia mi ha aiutata. Nel momento in cui mi stavo spegnendo, lei mi ha

aiutata a non smarrirmi. Ora so perché Anna le è così affezionata… Aveva

ragione su di lei.»

Adeline mi sfiorò il braccio, incoraggiante.

«Ah», enunciò quando un colpo di clacson venne da fuori. «Ora devo

scappare…»

«Non vieni a salutare Rigel?»

«Oh, mi piacerebbe, ma Asia mi sta aspettando! Magari passo domani,

dopo il turno… Ti trovo qui?»

Annui, felice. «Certo.»

Lei mi sorrise. Poi mi salutò e si voltò in un turbinio di capelli dorati.

La guardai correre fuori, e sbirciando oltre le porte la scorsi aprire la

portiera di una macchina.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!