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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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dice, cerca di darmi forza, ma… i suoi occhi mi parlano. Tiene moltissimo a

te. Vorrebbe solo vederti tornare.»

Con i capelli che mi coprivano il viso abbassato, e le ciglia che

spuntavano oltre le ciocche, rimasi ad ascoltare il suono del suo battito per

istanti interminabili.

«Lo sai, Rigel… Questo sarebbe un buon momento per aprire gli occhi.»

La gola bruciò appena, e io deglutii, cercando di non sgretolarmi;

lentamente, alzai lo sguardo su di lui.

La luce della finestra gli baciava le palpebre abbassate. Non aveva più le

fasciature sulla testa ormai da una settimana, e il dottore aveva detto che

grazie all’assenza di movimenti le costole si stavano rimarginando.

Eppure la sua mente non era mai stata così lontana.

Guardandolo, non potei fare a meno di ammettere che persino con la

morte addosso Rigel avesse sempre quella bellezza che ammutoliva il

cuore.

«Sarebbe un regalo indimenticabile», sentii le lacrime attraversarmi le

tempie e arrivare agli occhi. «Il più bello che potresti farmi.»

La mia mano scivolò nella sua, e mai come in quel momento desiderai

che lui la stringesse a sua volta. Che la chiudesse e poi stritolasse la mia

fino a farmi perdere la sensibilità delle dita. Percepii di nuovo quella

sensazione sgretolante, quel presentimento con cui sapevo di starmi

rompendo.

«Ti prego, Rigel… Ci sono ancora tante cose che dobbiamo fare

insieme… E che devo dirti… E tu devi crescere con me, diplomarti, e…

devi compiere gli anni ancora molte volte, e devi… Devi avere tutta la

felicità che ti meriti…» Le lacrime mi appannarono la vista. «Io posso

dartela. Farò di tutto per renderti felice. Te lo prometto… Non desidero

altro. Non lasciarmi in questo mondo da sola, noi siamo rotti insieme… e

tu… Tu sei il mio incastro. Il mio bellissimo incastro…»

Le lacrime mi caddero sul dorso della sua mano. Il mio cuore si dimenò e

ancora una volta io lo sentii perdutamente suo.

«Sei la mia luce. E io sono persa senza di te. Sono persa… Per favore,

guardami… Se puoi sentirmi, ti prego. Torna da me…»

Qualcosa si strinse dentro la mia mano.

Una contrazione.

Ci misi un istante a registrarla… e il mondo si capovolse.

Si era mosso.

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