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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Oh…» esalai un mattino, vedendo che dopo un temporale il sole aveva

finalmente squarciato il cielo: la luce si era spaccata in un milione di pezzi e

un arcobaleno scintillava vibrante in tutte le sue tinte.

«Guarda, Rigel», sussurrai piano. Un sorriso triste mi strinse la gola.

«Guarda che bei colori…»

La mia mano tremò. Pochi attimi dopo, stavo uscendo dalla stanza con le

labbra contratte e le dita a coprirmi gli occhi.

C’era qualcosa di disperato nella vita che andava avanti.

Qualcosa che, nonostante il mio affanno, scandiva lo scorrere di un fiume

inesorabile.

Non importava quante volte desiderassi che rallentasse.

Non importava quante volte lo pregassi di fermarsi, di guardare ciò che si

stava lasciando indietro.

Il mondo non aspettava nessuno.

Con le dita strette al filo di un palloncino, avvolta in un vestito a costine,

quel giorno di primavera fissai il letto dalla soglia.

I capelli mi ricadevano ai lati del viso, ed era sempre lo stesso suono

quello che pulsava nell’aria.

Mi avvicinai piano, raggiungendo il suo letto; lì, in quel silenzio che

teneva tutto sospeso da troppo tempo, io trovai il coraggio di guardarlo in

viso ancora una volta.

Quasi un mese.

Era passato quasi un mese dall’incidente.

«Me lo ha portato Billie», sussurrai piano. «Ne ha portati un po’, in

realtà. Dice che un compleanno senza palloncini non è un vero

compleanno.»

Abbassai il viso, fragile come una foglia. Poi mi allungai verso la

spalliera metallica e lo legai lì, così che rimanesse con lui; vedere quel

palloncino vicino al suo corpo immobile mi fece male al cuore.

Mi sedetti sul letto.

«Anna ha fatto una torta con le fragole. Era perfetta… La panna si

scioglieva in bocca. Non ho mai avuto una torta di compleanno… Ma forse,

ora che ci penso, a te non sarebbe piaciuta. So che non ami le cose troppo

dolci.» Mi guardai i palmi delle mani abbandonate in grembo. «Klaus

dorme sempre sotto il tuo letto, sai? Anche se non siete mai andati

d’accordo… penso che gli manchi molto. Anche ad Adeline. Lei non lo

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