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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Uno arancione per la vivacità di Billie, e uno blu mare per la profondità

di Miki.

Uno rosso per Asia, e per il suo carattere ardente come il fuoco.

E infine…

Infine uno viola per Rigel, come quello che gli avevo appuntato sul petto

quella notte in camera sua.

Guardandoli tutti insieme sulle mie mani, capii che anche se l’amore

aveva differenti sfumature, ognuna di esse toccava le stesse corde: quelle

del cuore. E tutte insieme muovevano una forza unica e invisibile, che solo

l’anima era in grado di sentire.

Quei giorni furono difficili.

Il mio stomaco era un nodo inasprito che sembrava rifiutare il cibo. I

conati mi ribaltavano le viscere e Anna accorreva, mi scostava le coperte e

mi aiutava a voltarmi di lato prima che io restituissi il pasto al pavimento.

Eppure pian piano tornavo sempre a mangiare, con più ostinazione di

prima.

Nel giro di poco tempo potei riprendere a camminare. La caviglia guarì e

le costole non stridevano più come pezzi di vetro quando mi tiravo su; il

cibo pian piano cominciò a restarmi nello stomaco e il mio procedimento di

guarigione riprese a muoversi nel verso giusto.

Asia passò a trovarmi di nuovo come le avevo chiesto. Non ne sembrò

convinta, all’inizio; ma quando vide il contorno più colorito del mio viso e

il mio stato di salute, un piccolo spigolo nel suo sguardo si ammorbidì.

Di giorno in giorno il mio viso si riempiva, e le ossa delle mie spalle

svanivano sotto la pelle. Mi venne tolto il tutore al braccio e ripresi piano

piano a eseguire ogni movimento.

Ma mentre il mio corpo si rimetteva in sesto… quello di Rigel restava

sempre così, immobile e inchiodato da quel fragile battito.

Svegliati, mi pulsava nel petto, mano a mano che gli sforzi mi

restituivano vita.

Lui respirava sempre a malapena, e niente sembrava smuovere lo stato

precario della sua condizione.

«Svegliati», mormoravo a mezza voce, mentre le infermiere gli

sostituivano le fasciature.

Ma il suo volto si assottigliava, e le vene dei suoi polsi si accentuavano

sempre di più.

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