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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Con i cuori che grondavano sofferenza, fusi insieme come un unico cero,

io piansi tutte le lacrime che le scuotevano il petto, e lei pianse tutte le mie.

Come madre e figlia… unite e vicine.

Anna inclinò il volto e i suoi occhi scivolarono di lato. Guardò Rigel con

lo stesso disperato affetto che aveva riservato a me. Poi… si staccò e mi

fissò negli occhi.

Lo fece in quel modo profondo e consapevole che hanno gli adulti. No,

anzi… che hanno soltanto le madri.

E io capii. Lì, nel silenzio di quell’ospedale, capii… che lei sapeva.

All’istante, il mio cuore crollò su se stesso come un castello di carte.

«Non sapevo come dirtelo…» sussurrai annientata. «Non potevo farlo…

Ma non sapevo nemmeno come farti capire che mentirti mi straziava il

cuore. Sei la cosa più bella che mi sia capitata… Avevo paura di perderti.»

Rivoli caldi mi solcarono le guance e io mi sentii andare in pezzi. «Avevo il

cuore a metà. Ti ho aspettato per tanto Anna, più di quanto tu possa

immaginare, ma Rigel… Rigel è tutto ciò che ho… Tutto. E ora lui…» mi

spinsi il polso ossuto sugli occhi, bruciando di lacrime.

Anna mi strinse, ma non disse niente. Anche lei sapeva che c’era

qualcosa di insormontabile in quel legame tra noi.

Eppure… non mi fece sentire sbagliata.

«Rigel me lo ha detto», soffiò, e qualcosa nel mio cuore si bloccò come

un ingranaggio arrugginito. Tremai nell’incredulità, e la confusione mi

assalì: non riuscii a fare altro che stringerla più forte, mentre attendevo che

lei continuasse.

«Ora capisco che non lo avrebbe mai fatto se non fosse stato costretto.

Sapeva che altrimenti non avrei acconsentito alla sua richiesta. Lui

voleva… che tu potessi avere una famiglia in tutto e per tutto.»

Anna mi prese il viso e cercò i miei occhi, solo per trovarli abbassati

sopra labbra tremule e morsicate. Appoggiò la fronte contro la mia,

tenendomi così finché il pianto non sfumò.

«Il dottore non te lo ha detto per non darti false speranze», mi sussurrò

dopo un po’. «Ma… mi ha confidato che… sentire la voce delle persone

amate a volte può aiutare.»

Sollevai gli occhi spenti e lei continuò: «Stimola la coscienza, dice, e la

memoria a lungo termine. Nessuno di noi avrebbe il potere di fare la

differenza. Ma tu…» Anna abbassò la testa, deglutendo. «Tu hai questo

potere. Lui può ancora sentirti.»

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