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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Alla fine sanno solo andare via senza nemmeno il coraggio di un ultimo

sguardo.

Facevo fatica a mangiare.

Non avevo mai appetito, e i vassoi che mi servivano a volte restavano

intoccati; Anna cercava di farmi forza, ma nel suo sguardo albergava uno

sconforto che rendeva vano ogni tentativo.

Glielo lessi negli occhi anche quella sera, mentre mi aiutava a sistemarmi

in modo che le costole incrinate non mi dolessero.

«Come va così?» mi chiese. «Ti fanno male?»

Io scossi la testa con un movimento impercettibile.

Dopo un istante, la mano di Anna incontrò il mio viso, e io alzai gli

occhi. Dentro i suoi vidi un affetto tremulo e addolorato.

Mi carezzò per un momento lunghissimo. Osservò ogni angolo del mio

volto, e io capii ciò che stava per dire ancora prima di sentire la sua voce.

«Credevo di aver perso anche te.»

Le sue pupille si alternarono lentamente alle mie mentre le rughe sulla

fronte si intensificavano.

«Per un istante… ho creduto di vederti sparire come Alan.» Cercò di farsi

forza ma non riuscì a frenare le lacrime; le riempirono gli occhi e lei non

poté fare altro che abbassare il viso, stringendo la mano che teneva in

grembo. «Non so che avrei fatto… senza più il tuo dolce sorriso. Non so

come avrei fatto senza più trovarti in cucina la mattina, a darmi il

buongiorno, a guardarmi come mi guardavi tu. Non so come avrei fatto

senza il tuo volto felice a ricordarmi che è una bella giornata anche quando

piove, o che c’è sempre un motivo per vincere la tristezza. Non so come

avrei fatto senza di te… Senza la mia Nica…»

La sua voce si ruppe e io la sentii conficcarsi dentro, raggiungermi oltre

l’insensibilità che aveva appannato tutto.

Mossi la mano libera per posarla sulla sua, trovandola calda e tremante.

Anna alzò gli occhi, e in quel cielo che amavo tantissimo io vidi il

riflesso delle mie iridi tremule di pianto.

«Tu sei il sole», mi sussurrò, guardandomi con gli occhi di una madre.

«Sei diventata il mio piccolo sole…»

Passai il braccio attorno a lei mentre le lacrime scivolavano giù, stremate.

Anna mi incastrò disperatamente contro di sé e io chiusi gli occhi, cullata

come una bambina.

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