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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Attraverso le sue parole, io ricostruii il filo di una vita parallela alla mia,

vissuta nella solitudine.

Ogni tassello, ogni briciolina di carta… Tutto tornò al suo posto,

formando le pagine di un racconto che potei leggere per la prima volta.

Da quel momento in poi, l’unica cosa che albergò nei miei occhi fu la

consapevolezza di un finale che non avrei mai potuto sapere.

Il giorno seguente, un agente di polizia venne a farmi alcune domande.

Mi chiese di raccontargli quello che era accaduto, e io risposi ai suoi quesiti

con voce monocorde. Gli raccontai la verità: l’incontro con Lionel, la rissa,

la caduta.

Alla fine, dopo aver scritto qualche informazione su un taccuino, l’uomo

mi guardò negli occhi e mi chiese se fosse stato Lionel a spingerci giù

intenzionalmente.

Io rimasi in silenzio; nella mia mente passò ogni singolo istante di quel

momento, la rabbia, la furia vendicativa, il suo volto distorto dal disgusto.

Poi, ancora una volta dissi la verità.

Era stato un incidente.

L’uomo annuì, e così com’era arrivato se ne andò via.

Dopo aver saputo dell’incidente, anche Billie e Miki si precipitarono in

ospedale.

Miki arrivò molto presto; rimase ad aspettare fuori, su una delle sedie

davanti alla mia stanza; si alzò solo quando Billie comparve di corsa nel

corridoio, ansante e con gli occhi pieni di lacrime.

Si guardarono in viso tra il via vai degli infermieri; una con le labbra

strette dall’angoscia, l’altra con il volto arrossato dal pianto.

L’istante dopo, Billie gettò le braccia attorno a Miki e scoppiò in

singhiozzi.

Si strinsero come non avevano mai fatto prima, aggrappandosi l’una

all’altra, e il loro abbraccio sprigionò tutto il calore di un affetto

ricongiunto. Rimasero così per un tempo interminabile, e poi si lasciarono

andare lentamente, guardandosi in viso. L’occhiata che si rivolsero prima di

entrare prometteva luce e schiarite dopo un temporale terribile.

Avrebbero parlato.

Molto, e a lungo.

Loro avevano ancora tempo.

«Nica!»

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