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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Io annuii lentamente, mentre lei passava a vagliare la flebo e a

controllarmi i valori.

«No, no, piano», sussurrò Anna quando cercai di muovere il braccio

sinistro.

Solo in quel momento mi accorsi di quanto mi facesse male ogni singolo

movimento: una fitta atroce mi trafisse il torace e qualcosa mi impedì di

compiere quel gesto.

No, non qualcosa… Un bendaggio.

Avevo il braccio piegato contro il petto e fasciato fino alla spalla.

«No, Nica, non toccarlo», mi ammonì Anna, quando cercai di strofinarmi

un occhio che bruciava tremendamente. «Ti si è rotto un capillare, hai

l’occhio rosso… Come va il torace? Ti fa male a respirare? Oh, Dottor

Robertson!»

Un uomo alto e brizzolato, con una barba corta e curata e il camice niveo,

raggiunse il mio letto.

«Da quanto è cosciente?»

«Pochi minuti», rispose un’infermiera. «Il battito è regolare.»

«Pressione?»

«Sistolica e diastolica nella norma.»

Non stavo capendo nulla. Persino i miei pensieri erano muti e frastornati.

«Ciao, Nica», mi disse l’uomo con voce limpida e cauta. «Io sono il

dottor Lance Robertson, medico del Saint Mary O’ Valley e primario di

questo reparto. Ora controllerò le tue reazioni agli stimoli. Potresti sentire

qualche giramento di testa e nausea, ma è del tutto normale. Stai tranquilla,

d’accordo?»

Lo schienale cominciò a reclinarsi.

Appena avvertii il peso del capo sulle spalle, un giramento di testa

lancinante mi fece rivoltare le viscere: un conato mi strinse lo stomaco e io

mi piegai in avanti, ma dal mio corpo vuoto non uscì che una tosse forzosa

e bruciante che mi fece lacrimare gli occhi.

Subito Anna corse in mio aiuto, togliendomi i capelli dal viso. Mi

aggrappai alle coperte quando un altro conato mi stritolò rabbiosamente le

viscere, torcendo allo stremo il mio corpo esile.

«Va tutto bene… Sono reazioni normali», mi rassicurò il dottore

sostenendomi per le spalle. «Non devi spaventarti. Ora io mi metto qui…

Riesci a voltarti senza muovere la gamba?»

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