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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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«Forse lei le voleva le mie fottute mani sopra», calcò Rigel stringendo le

labbra in un sorriso crudele. «Più di quanto non ci volesse le tue.»

«Rigel!» implorai a occhi sgranati, ma Lionel venne avanti e gli sbraitò a

un palmo dal viso:

«Sei contento, ora? Eh?» La sua voce bruciava tensione nervosa. «Sei

contento ora che te la sei ripassata per bene? Sei soddisfatto? Tu non te la

meriti una come lei!»

Un terremoto terrificante strinse a crudo gli occhi di Rigel, bruciando

come un nervo scoperto che per lui era come una ferita.

«Tu,» spinse fuori con gli occhi grondanti di una furia snaturata, «tu non

ti meriti una come lei.»

«Mi fai schifo.» Lionel lo guardò con livore, e quando io tentai di

calmarlo i suoi occhi bruciarono anche me. «Fate schifo entrambi!» sputò

aspro. «Credete di passarla liscia? Ci credete veramente? Beh, vi sbagliate

di grosso. Il vostro sporco teatrino finisce qui.» Gli occhi di Lionel

saettarono di nuovo a Rigel, colmi di disprezzo. «Lo dirò a tutti. Tutti

sapranno quello che fate in quella casa, che razza di famiglia siete, tutti!

Vedremo poi che avrà da dirne la gente.»

Sgranai gli occhi, sentendo il panico stringermi la gola.

«Lionel, per favore…»

«No», sputò vendicativo.

«Ti prego, devi capire!»

«Ho già capito abbastanza!» sbottò con repulsione. «È tutto

sufficientemente chiaro. Così chiaro che potrei vomitare», strinse tra i denti.

«Hai scelto di fartela con il tuo futuro fratello adottivo, Nica. Complimenti.

Hai scelto di farti toccare da lui, un bastardo malato che vive con te e

dovrebbe vederti solo come una sorella. Una sorella, te ne rendi conto?

Tutto questo è indecente!»

«Regalami un bel pacco di cioccolatini, avanti», scoccò Rigel, sferzante.

«Così facciamo pace.»

Lionel gli fu addosso in un secondo.

Accadde tutto all’improvviso, i fiori caddero a terra, la violenza esplose

mostruosa. Colpi, pugni e ringhi riempirono l’aria e l’orrore mi fece

sbarrare gli occhi.

«No!» urlai a labbra tremanti. «No! Smettetela!»

In un impulso folle mi gettai su di loro per cercare di fermarli. Le mie

mani raschiarono sulle loro braccia, il panico che mi gonfiava la voce.

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