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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Rigel guardò il cerottino viola che tenevo in mano. La stanchezza mi

avvolse le membra, ma ancor prima che lui potesse comprendere io lo aprii

e glielo appuntai in quel punto all’altezza del cuore.

«Rigel», sussurrai indicando quel cerotto, la sua stella.

Poi ne presi uno uguale, di identico colore, lo aprii e lo misi sul mio

cuore.

«Rigel», completai, indicando la mia pelle.

Ci posai sopra il palmo e sentii quel gesto entrarmi dentro come una

promessa.

Anche nel sonno che prendeva lentamente possesso di me io riuscii a

sentire la sua mano stringersi sul lenzuolo che mi avvolgeva il fianco.

«Le stelle non sono sole. Tu non sei solo», sorrisi con dolcezza,

chiudendo lentamente gli occhi. «Io ti porto… sempre con me.»

Per la prima volta non attesi che rispondesse. Scivolai nel sonno in pace,

perché avevo imparato a rispettare i suoi silenzi.

Perché avevo capito che non dovevo reclamare risposte quando bussavo

alla porta della sua anima. Dovevo solo entrare piano, sedermi in quel

roseto di cristallo e aspettare con cura e pazienza.

E questa volta… lo sentii, il suo sguardo che mi restava addosso.

Mi accompagnò per tutto il tempo e io non ne compresi mai il vero

significato.

Fin quando non fosse arrivato il momento… io non lo avrei mai capito.

Scivolai nel calore rassicurante del suo respiro e mi addormentai.

Quando mi svegliai, dopo… lui non c’era.

L’aria era tiepida quel tardo pomeriggio.

Il vento faceva frusciare gli alberi e portava con sé l’odore fresco delle

nuvole; respirandolo a fondo, mi sembrò di potermi levare insieme alla

brezza e camminare nel cielo.

Era passata appena una settimana da quella mattina.

I miei passi battevano sull’asfalto del marciapiede, calmi e misurati; a

quell’ora non c’era nessuno attorno a noi, eravamo gli unici.

«Guarda», sussurrai in un soffio di brezza. Lo zaino sbatté piano contro

la mia schiena quando mi fermai.

Il tramonto tinteggiava il fiume facendolo scintillare come uno scrigno di

minerali; i punti in cui stavano rifacendo il parapetto erano delimitati da reti

arancioni, ma oltre si potevano comunque vedere le ombre che si

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