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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Poi mi guardò. Tutta.

Le sue pupille scivolarono sulla mia pelle, divorandomi come se non

fossi reale.

Nel momento in cui tornò a fissarmi in viso, vidi nei suoi occhi un calore

mai visto.

Potente. Estremo. E bruciante.

Vidi qualcosa di incomprensibile che mi fece tremare il respiro.

Rigel si piegò su di me e le sue labbra si chiusero su un capezzolo.

Sgranai appena le palpebre e cercai di muovermi, ma le sue mani mi

inchiodarono i polsi al materasso tenendomi ferma. Lo succhiarono tra i

denti e una soave tensione mi invase il basso ventre, fino a divenire bollente

e intollerabile. Sentii il mio corpo contorcersi, implorare per accartocciarsi,

ma non riuscii a fare altro che stringere disperatamente le cosce attorno alla

sua gamba.

«Rigel… per favore…» ansimai, senza sapere per cosa lo stessi pregando

esattamente.

In risposta, i suoi denti si strinsero attorno alla punta ipersensibile del

mio seno e quella sensazione si intensificò. La mia schiena si inarcò e le

mie labbra tremarono, e la tensione nel mio addome aumentò fino a

privarmi del respiro.

Ero sensibile, troppo. Il mio corpo era gelo e bollori, qualcosa che

stentavo a riconoscere. Era tutto talmente forte che mi ritrovai a

socchiudere gli occhi.

A quel punto, Rigel si sollevò da me e si tolse la maglietta.

Sembrava bruciare del bisogno di sentire il contatto tra le nostre pelli. Il

fruscio della stoffa si mischiò al mio fiato e i capelli neri ricaddero

scompigliati in avanti, incorniciandogli il viso.

Rabbrividii ancora una volta davanti al capolavoro che era.

La pelle candida faceva sembrare le spalle ampie come se fossero

modellate nel marmo. Il petto definito sembrava fatto per essere toccato,

sentito e ammirato, ma la sua bellezza cruda ed esagerata mi intimidì a tal

punto che rimasi con le braccia strette al petto, incapace anche solo di

sfiorarlo.

Lo fissai con le guance roventi e le dita vicino alle labbra gonfie, lo

sguardo tremante. E quel volto da angelo nero mi guardò ancora una volta

come se non credesse ai suoi occhi.

Lui era la mia favola. Ormai ne ero certa.

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