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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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suo aspetto, ma anzi rendeva le sue iridi due abissi magnetici e pericolosi.

I capelli neri e le sopracciglia dal taglio marcato risaltavano più del

solito, sprigionando una seduzione dirompente.

Lo fissai con gli occhi sgranati e il volto arrossito, smarrita.

Mi si fermò davanti, perfettamente a suo agio in quella bellezza spietata,

e io mi sentii sopraffatta dall’intensità con cui mi guardò. Inclinò il viso di

lato e studiò ciò che indossavo da sotto le ciglia, osservando il modo con

cui quel vestito disegnava le mie curve gentili. Per un momento mi sembrò

sul punto di dire qualcosa. Poi, come in una lotta che aveva imparato a

perdere con se stesso, inghiottì quelle parole.

Mi chiesi perché mi guardasse sempre così. Sembrava gridarmi qualcosa

e, allo stesso tempo, pregarmi di non comprendere. E io mi disperavo nel

tentativo di capirlo, ma per quanto avessi imparato a leggere i suoi silenzi,

quelle occhiate per me restavano un enigma inaccessibile.

Cosa sapeva Adeline?

E perché a lei aveva aperto il suo mondo segreto?

Non si fidava di me?

Le mie insicurezze mi assalirono. Cercai di non ascoltarle, ma si

arrampicarono sulla mia pelle. Fissai gli occhi di Rigel e il mio cuore gridò

il desiderio di legarlo a me, di essere importante, di entrargli nell’anima

come lui aveva fatto con la mia.

Cos’ero io per lui?

«Oh, eccovi!» Norman spuntò dalla porta e ci sorrise. «Siamo pronti!

Venite?»

La cena fu tiepida e vivace.

La tavola era imbandita in maniera splendida, con le posate buone e le

portate che fumavano al centro, tra tintinnii e aromi.

Adeline si era seduta dall’altra parte del tavolo, lasciandomi

appositamente il posto accanto a Rigel.

La osservai di sottecchi, sentendo un velo umido sopra il cuore. Vederla

tra le persone a cui volevo bene mi smuoveva corde sensibili e contrastanti.

Provavo per lei un affetto smisurato, ma anche tanta incertezza.

«Vuoi un po’ di salsa?» la vidi chiedere ad Asia, che la guardò con

sospetto.

Adeline in risposta le sorrise. Poi, con gentilezza, l’aiutò a versare il

condimento dorato. Asia le lanciò un’occhiata guardinga quando la vide

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