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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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preziosa come una stellina nella notte.

Era meraviglioso.

Non mi sarei mai abituata a vedermi così.

A profumare sempre, ad avere vestiti puliti ogni giorno. A potermi fare la

doccia quando volevo, a starci sotto fino a scaldarmi, a guardarmi in uno

specchio senza incrinature.

A sentire quella sensazione sulla pelle, come se fossi qualcosa di bello

che valeva la pena ammirare.

Dentro ero ancora la bambina che si strofinava i fiori sui vestiti e se li

rattoppava da sola. Certe cose non avrei mai potuto lavarmele di dosso.

Spazzolai piano i miei capelli e mi trovai a riflettere su quanto fossero

lunghi. Quando ero piccola, a ogni folata di vento si gonfiavano, e io

sognavo di librarmi in cielo come una libellula: ero solo una bimba

all’epoca, ma questo non mi impediva di sperare in grande.

Raccolsi i capelli da una parte e cercai di farmi una treccia, ma mi si

impigliarono continuamente nei cerotti e ottenni soltanto un groviglio

disordinato che mi fece rinunciare. Così li sciolsi di nuovo e li riordinai

dietro le spalle, aggiustandoli con le dita.

Quando scesi, gli Otter erano già arrivati. Norman aveva in mano una

bottiglia di vino, e indossava un allegro maglione rosso. Stava raccontando

della colonia di topi che aveva trovato nel solaio di una signora e io salutai

George, che mi sorrise da sotto i grandi baffi.

Dalma invece era in cucina con Anna. Non appena mi vide si bloccò in

una espressione emozionata.

«Lo hai messo…» mormorò guardandomi, come se avessi fatto io un

regalo a lei. «Oh, Nica… Sei splendida.»

Si sciolse quasi commossa quando mi avvicinai per lasciarle un bacio

sulla guancia.

«È un’occasione speciale», risposi guardando Anna, che mi sorrise

toccata. «Grazie, Dalma… Mi hai lasciata senza parole. È davvero un

bellissimo regalo.»

Lei arrossì, contenta. Solo in quel momento mi accorsi della figura dietro

di lei.

«Ciao, Asia.»

Asia era fine e sofisticata come sempre. La bella coda di capelli le

donava quell’aria da principessa che aveva anche nei gesti; eppure riuscii a

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