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Domm Erin - Fabbricante di lacrime

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Respirai a fatica. Mi morsi le labbra con forza mentre fissavo la porta,

cercando di ragionare.

Molto lentamente, abbassai la maniglia e aprii quanto bastava per farci

passare un occhio.

«Oh, Nica, ma sei ancora tutta bagnata», osservò lei. «Hai il viso

arrossato… Sicura di star bene?»

Deglutii, cercando di spostare l’attenzione su altro. In quel momento mi

accorsi che aveva qualcosa tra le braccia.

Un vestito.

«Lo ha confezionato Dalma», enunciò felice, vedendo il mio sguardo. «È

per te. Un pensiero per tutto quello che è successo… So quanto ti piacciano

i colori, ma… lei crede che un tono più scuro, sulla tua carnagione, sarebbe

qualcosa di magnifico. E… Ecco…»

Era nero.

La stoffa morbida sembrava una colata d’inchiostro che riluceva in

controluce. Non riuscii a vederlo del tutto ma mi bastò poco per capire che

era a dir poco stupendo.

«Ti piace?»

«È bellissimo, Anna», sussurrai senza parole. «Io… non so proprio cosa

dire. Dalma è incredibil-Ah!»

Avvampai e mi premetti la mano sulla bocca.

Da dietro la porta Rigel mi aveva appena dato un pizzicotto sulla coscia

umida.

Anna mi guardò confusa e preoccupata, e io la spinsi indietro con mani

tremanti. La accompagnai lungo il corridoio, invitandola ad allontanarsi con

me.

«Voglio provarlo subito! Dalma ne sarà contenta… A che ora arrivano?

Accidenti, è così tardi…»

Continuai a parlare e la trascinai via, senza darle il tempo di guardarsi

indietro e scoprire… lui.

Il vestito di Dalma era perfetto. Aderiva al mio corpo come un guanto,

disegnando le mie curve come se mi fosse stato cucito addosso. Le maniche

mi fasciavano le braccia fino alle dita, lasciandomi però le spalle scoperte.

Lisciai il tessuto sui fianchi, guardandomi conturbata allo specchio.

Il nero risaltava il mio incarnato e riluceva di riflessi nascosti; non mi

spegnava, anzi, donava al mio aspetto un contrasto raro che mi fece sentire

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